L'Unità - anno VIII - n.38 - 18 settembre 1919
L'UNITA Il problema doganale e gli agricoltori nostrana sia per favorire lo stesso lavoro delle filande che, essendo una necessaria inte– grazione del lavoro agricolo, acquista una im– rortan1.a non solo economica ma anche sociale per la occupazione della mano d'opera. Cott- vivo piace,-e pul,bf;chiamo il me– moriale, che il Segretarialu Agricolo No,– zio,wle ha dframo.to a t1tttc le Associn– zioKi ed Enti agl'icoti cl1 lfolia, ric1ssmnen– dot1i le conclusioni della Com111issio11e ,ui– eionale per il 1·cginie dogauale dei prodolli agricoli istituita in, accordo con la .Società Agricolto,·i Italian-i. cordato ali' industria metallurgica, primo fra tutti l1csacerbato costo della vita. Oi fronte a questo provvedimento - la cui gravità aumenterebbe se dovesse esser l' in– dice di una direttiva di Governo - la Com– missione sente la necessità di esprimere ancora una volta la sua convinzione 4( che solo con una politica a tendenza fortemente liberista, sus– sidiata da. una oculata e razionale politica di lavor9, sia possibile determinare quell'ambiente favorevole che è condizione indispensabile per la ricostruzione economica finanziaria della Nazione». &le gregg,c. - Lib~ra importazione in franchigia e libera esportazione. Sete lavorale. - Mantenere ferma l'attuale franchigia doganale negli Stati dove già esiste e ottenere la riduzione e l'abolizione del da– zio dove la franchigia non vi è. Per riassumere : si adotti il principio del libero scambio per tutte le materie seriche fra tutti i pae.ai del m0ndo. In via subordinata: 195 qualora non sia possibile ottenere Jlabohzio•e dei dazi d' importaziJne in Russia e Stati Uniti, i dazi stessi vengano mitigati. Grano e Riso Vista l' imposta:r.ione politico-sociale del regime attuale del grano, si ritiene che non possa esistere attualmente una questione do– ganale granaria e perciò la Commissione ~i astiene dal formulare voti. Per il prodotto riso non si ritiene di dover fare speciali pro– poste essendo tutta la produzione nazionale acquisita allo Stato ed il mercato regolato con regime speciale ad integrazione del fabbiso– gno granario del Paese. SetiUam~, pe,·ò, il dovere di fcu-e le no– stre pi.li cl,,iare e più e11er9iche riserve & 1c.ll' ultima pa1·te del memoriale, ;11., cu.i V'iate le condizio11i attuali del ,nercato, si riconosce che non esiste allualmenle uuc, questiose doganale del yra110 e del riso, e pU'ciò non è il caso di formulcu· voti. Sif– fatto seantonaniento 1w11, è di nosfro 911,sto. Il problen,a, cfie attualmente •u.on e siste, si affaccerà fra qualche anno. '/i,' per q,tel momento abbiamo fino da oro, il cliritto di sapere co,i, clii avremo da fare: cot1libero– scambisti o con protezionisr; P cou 9eute ,mesta o con. gente viceversa ? Patti chiari e am:icizia l1'Kga. . .. A queste considerazioni di carattere gene– rale si inspirano le conclusioni specifiche rela– tive al regime doganale da consigliarsi per i singoli prodotti. La rivolta dei negri « La Commis.sione Nazion.ile per il regi– me doganale dei prodotti agricoli, prima di C9porre le conclusioni cui è addivenuta in se– guito all'esame e al coordinament0 delle sin– gole relazioni, crede suo preciso e inderoga– bile dovere di rinnovare la già fatta protesta per la procedura cui il Governo s; è attenuto aella compilazione della preannunciata tariffa provvisoria, non ammettendo - contraria– mente alle esplicite promesse del Presidente del Consiglio -- la rappresentanza degli agri– coltori a far parte della Commissione incari– cata di compilare la delta tariffa; e non co– municando nemmeno la tariffa stessa agli agricoltori richiesti di parere. Tale sistema è tanto più ingiustificato e pernicioso in quanto che non solo disconogce il diritto degli agricoltori a interloquire in argomenti che direttamente li riguar~dano, ma costitui~e una nuova prova del modo som– matiç sbrigativo ed empirico col quale si trattano gli interessi vitali del Paese, il quale àa le sue sorti economiche sociali e politiche indissolubilmente legate al regime doganale. Nè vale l'obiez\one sulla quale continuano ad insistere gli org:tni governativi « che la tariffa ha carattere provvisorio », sia perchè ne~suno può per ora fissare i limiti di tale provviso– rietà, sia perchè sull'anzidetta tariffa inevita– bilmente dovrà plasmarsi tutto il commercio interno ed estero, e non san\ facile, succes~i– vamente, imprimere ;li commercio stesso diret– tiTe diverse, essendo evidente che durante il periodo di provvisorietà, le altre n.izioni a– vranno a\·uto campo di penetrar<: in quei mercati i quali fin d'ora dovrebbero es~ere assicurati alla nostra esportazione. Ciò premesso, la Commissione esprime il fermo convincimentc- che, poichè la maggior fortuna della Nazione è subo1dinata alla mag– gior possibile prO<luzionc di ricche1.za . e poi– chè il nostro pne:,e ha carattere eminente– mente agricolo, debbansi creare alla produ– zione agricola condizioni tali che le consen– tano il ma:.simo sviluppo all'i11terno e la ma:,– sima espansione all1estero, e conrerrua la ne– cessità che a tutti i prodotti del suolo siano assicuiati i maggiori sbocchi possibili mercè un'adeguata politica doganale e di trasporti, Con ciò non intende di signilicare che le altre manffestath nl cli attività economica deb– bano essere sacrificate. sempre quando rispon– dano alle condizioni naturali del Paese, e non esigano, per la loro• esiStenza, artificiose pro– tezio'li e privileg~ di cui l'agricoltura dovreb– be far le spese. A tale proposito, anzi, la Commissione si associa al vasto movimento cli opposizione, già manifestatosi, colla forza che gli deriva dal– l'evidente sua legittimità, contro il recente de– creto 24 luglio u. s. N. 1 296 1 col quale - mentre si afferma ristabilita la libertà di im– portazione - si vieta l'introduzione in ltalia delle macchine e di materie indispensabili ad as-:icurare la produzione agricola. Tale dispo– sizione, se non ~arà re\'OCata :,arit fonte di gravi3simi danui non solo al1'2gricohura, con– siderata in se, ma nelP interesse generale del Paese sul quale, in ultima analisi, graveranno magriori oneri detenninati dal privilegio ac- E precisamente : Agrumi e derivati Si chiede un regime doganale il quale non solo consenta, ma renda facile e larga l'cspbr– tazione degli agrumi italiani, in base a rap– porti internazionali che permettano di por– tarli dovunque possono essere consumati, e con convenzioni da parte delle Nazioni alleate perchè vengano a trovarsi nei loro mercati almeno a parità di condizioni di quelli della Spagna. Vino Ripristino delle condizioni di trattamento doganale che ne permettevano la libera espor– tazione nell'ante guerra, ivi compresa la clau• sola che ne favoriva l'introduzione in Austria Ungheria. In secondo luogo, analogamente a quanto ha ottenuto la Francia p~r l'Alsazia e Lorena nei rapporti colla Germania, si chiede esen– zione di dazi a favore delle regioni redente per la esportazione nella quantità limitata nel– l'ante guerra sugli antichi mercati di consumo dei paesi dell'ex monarchia danubiana. Olio Si domanda che per gli olii puri di oliva sia mantenuto il più largo possibile regime doganale liberista che faciliti la esportazione degli olii ,extrafini nazionali. Fiori Occorre che sia mantenuta l'esenzione dal dazio per gli stati che non avevano da~i do– ganali : che siano aboliti i dazi da parte de– gli stati che l'a"evano: che sia impedita l'ap– plicazione dei dazi da parte di qualunque Stato europeo. Legname Almeno cinque se:iti del fabbisogno nazio– nale di legname deve essere provveduto per lunghi anni ancora da acquisti esteri, per ri– sparmiare il palrimonio boschivo nazionale. Conseguentemeute per l'interesse generale del– la ,Nazione occorre dte si possa acquistare al– l'estero tanto legno roz1.o che legno segato: introduzione quindi in franchigia e opportune facilitazioni di tariffe ferroviarie. Patate Dato che durante la guerra le eccezionali necessità. alimentari hat\no determinato una straordinaria estensione della coltivazione delle patate, si ritiene necess;;1rio, per le sorti di questo prezioso tubero, un regime doganale che ne faciliti l'esportazione sopra tutto nei Pae:,i degli ex Imperi centrali ove nell'ante guerra si dirige\'ano già le correnti di espor– tazione. Ciò sia detto tanto per le patate pri- rnaticcie che per le tardive. Canapa Anche per il prodotto canapa è necessario assicurare la libera esportazione, sopra tutto nei mercati che nell'ante guerra si fornivano in ltalir1. Tali mercati sono sopratutto quelli della Germania, del\' Inghilterra, dell'Austria, della Svizzera e degli Stati Uniti. Materie seriche Smu bachi. - Si chiede la libertà di im– portazione unita ad un vigile controllo da parte del Go\'erno sulla purità del seme che si importa. L'importazione del seme in fran– chigb è consigliabile, anche perchè altrimenti sarebbe facilissimo il contrabbando. B03wli. - È assolutamente sconsigliabile di ricorrere ad un dazio ~ull'impor1azione dei bozzoli, sia per il vantaggio della produzione Un ebreo polacco che trasmigrato in Francia mutò nazionalità e uome, pubblicò circa una ventina di anni or sono un volume sul pre– giudizio delle razze ( Le pri.fugè des racts par S. F;ot) che si proponeva di confutare l'Essai de /'i,1igalill des Rata humaims del Gobineau e le opere del Vacher de Lapouge. L'opera che ha il mediocre valore scien– tifico di una compilazione fatta con dati nè raccolti nè verificati personalmente e che è tutta pervasa da quel superficiale e faCileco– smopolitismo ch'è proprio ai déracinés e in spe– cial modo agli Ebrei così detti assimilati, con– tiene tuttavia un interessante --aggiosui Negri che ancor oggi può essere letto con interesse e profitto. La lotta tra le due razze in America non è priva d'interesse anche per noi Europei, giac– chè esso ha un influsso considerevole sull'atteg– giamento degli Stati Uniti nei riguardi della Lega delle Nazioni. La dichiarazione contro l'eguaglianza delle razze a cui solo l'\Volvè - a suo grande onore - non ha ·voluto dare il consenso, tra– disce negli Americani non solo la preoccupa– zione contro l'elemento giapponese già fortis– simo negli Stati Uniti, ma contro l'elemento nero trasportato artificiosamente nei territori bianchi e costituisce il problema più grave che d~ anni travaglia gli stati del Sud della grande Conrederazione. L'epoca dell'immigrazione forzata dei Neri nel!'.:tmerica del Nord cominciò nel 1672 con l'attività dell'Afr,Can Royal Company. Circa tre– centomila alla metà del settecento, verso la fine di quel secolo superavano già i settecen– tomila, al momento della loro liberazione (1863) quattro milioni e mezzo: oggi superano i 12 mi– lioni. Reclutati nel Congo, nel Niger, nel Zan– zibar, nel centro dell'Africa, in Guinea e nella Costa d 1 Oro furono per lungo tempo adibiti ai lavori più duri dai piantatori degli Stati del Sud. « Ho cercato d'impedire - scri.veva il giudice Sewall nel 1716- che sudiani e Negri fossero messi sullo stesso livello che i cavalli ed i porci, ma non ci sono riuscito ». Anche gli Stati del Nord, pur condannando la schiavitù, armavano navi negriere che sbar– cando schiavi nella Carolina ne riportavano materiali per la costruzione delle na,,i. New– York condivideva con Portland e Boston il primato del triste commercio, È nota la nobile e coraggiosa lotta cli Lin– coln che provocò la guerra di secessione, mà che terminò con la vittoria degli antischiavisti. Fu allora che G. Mazzini snisse la splendida preghiera pe,- i piantatori che è la più umana e la più religiosa protesta contro il triste de– stino riservato ai« fratelli neri». Ma nonostante la low liberazione, i negri non poterono ctte– nere mai, qualunque fosse il grado della loro coltura e della loro educazione, d'essere trat– tati alla stregua dei bianchi. La vita è or~-aniziata in n,orlo da e:,cludere persino i contatti tra le due razze. Scuole distinte per i bimbi dei due colori. Compar~ timenti spe iali per i bianchi nelle forro"ie, alberghi ove i cani e i papagalli possono essere ammessi, ma non i neri. E, come spesso, una malinte3a religiosità h,l inasprito la situ,1zione mettendo una forza ideale a servizio cli debo– lezze e di pregiudizi umani. Infatti non è raro sentire predicatori americani paragonare i ne– gri ai Gabaoniti della Scrittura creati soltanto per spaccar legna e per attingere acqua per i bianchi. Carlo Carroll nella sua opera fl negroe' una hlslia reca tra gli altri argomenti peregrini questo sillogismo d'una ineffabile ingenuità : L'uomo è stato creato ad imaginc di Dio. Or Dio non è negro: tutti lo sanno: dunque il negro non è fatto ad imagine di Dio, dunque non è uomo. Anche tra i moralisti non è raro trovare diffusi i più strani pregiudizi. Il giudice Tilman nel suo opuscolo sul Plani System facendosi forte d'un argomento religioso scriveva: , « Colui - che all'aurora della creazione mise le sabbie moventi come barriere alle onde ;mpetuose e loro disse: ecco il vostro limite! ha mCsso altresi e per sempre il suo suggello sul .negro, nella sua pelle nera, nei suoi capelli cr~spi, nelle sue labbra tumide, nel suo naso camuso. nella sua anatomia differente da quel– la dell'uomo bianco. L;i.sua intelligenza limitata è annunziata in q 1 1esta profezia fatta migliaia di. anni or sono, non menp vera oggi che al– lora : Tu sarai il seroilore dei servitori ». . . . Or l'aver considerato i negri come non suscettibili di progresso, l'aver isolato il loro problema, come un problema insolubile, da tutti quelli della vita nazionale, l'aver creato attorno a loro delle barriere che non hanno riscontro che nelle misure antisemite ,dell'impero russo, ha reso impossibile la lenta opera pacificatrice e livellatrice del tempo, degli interP.ssi e dei più stretti rapporti umani. Alle difficoltà naturali - nascenti dalla çonvivenza di due razze di civiltà indubbia~ mente assai distanziate - venivano cosi ad aggiungersi delle difficoltà artificiose, l' impos• sibilità giuridica cioè d'escire da qu~llo stato di inferiorità creato dalle leggi anche per gli elementi che non solo spiritualmente e intel– lettualmente, ma {lnche fisiologicamente non • mostravano oramai pili alcun tratto clifferen– zial e con i bianchi. È noto infatti quanto potente sia stata l'o– pera trasformatrice dell'ambiente sui negri. La loro sorbiglianza coi bianchi talvolta è tale che riescono a stornar da loro qualsiasi sospetto. E d'altro lato più volte i tribunali americani hanno fatto accordare delle forti indennità a delle signore dell'Europa meridionale che, prese a torto per donne negre erano state con .. dotte a forza nei vapori dei negri. Nel suo viaggio in America G. Huret ha più volte osservato e ammirato delle figure cli :tonne negre 4( au teint d'ambre, au profìl fin et presque hautain, aux yeux ardents, mèlan– colÌques et comme baignés dans dc la necrc liquide, !es lèvrcs juste assez charnues. pour signifier la sensibilité, le menton se rclevant d'une gracieuse courbure, l'ovale noble. la taille fine et souple, la main petite et di,;;tinguée.... » La s, arizione dei tratti caratteristici della razza è poi assai comune nei meticci, che sono spesso dei splendidi esemplari della razza umana. Tylor l'antropologo ha dato la palma della bellezza alle donne di Tristan d,1 Cunha (pit· cola Isola tra il Capo e l'America del Surl) discendenti dei Bianchi e dei Neri. « I suoi abitanti - egli ~risse - sono mulat i, ma non molto scuri e d'u11a splendida corporatura. Quasi tutti hanno il tipo europeo assai più di quello nero. Tra le fanciulle v'erano degli esseri così completamente belli di testa e di corpo che non ricordo d 1 a,•er visto nulla di sì splendido in vita mia. E tuttavia lOnosn, tutte le rive della 1erra, Bali e le !-.Uemale))i, Havana e le sue creole, Tahiti e le c:.ueninfo. gli Stati Uniti e le loro donne piìi •lh.tinte >>. La stes~a tra~formazionc vediamo compier ... i
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