L'Unità - anno VIII - n.35 - 28 agosto 1919

182 L' Ul'HTA La rotta di Caporetto (Co,itùma1ionct e Jìue; 1•eli 11wm:,·o precedente) La battaglia Il 21 ottobre il Comando Supremo ebbe copia. del piano d'attacco nemico, e il 22 lo partecipò ai Comandi di divisione. Tale piano, molto minuto, 9 1 Imperniava sulla presa del Mrzli e sullo sfondamento della linea Slerne– Tolinino. Abbattuto Il prima cd unico ostacolo, t tedeschi dovevano piombare sul Pleka e ar• rivare a lderiko, là dove l' lsonw si espande in un largo letto e diventa guadabile. Passato l'Isonzo, dovevano subito raggiungere Capo-, retto, e li congiungersi colle truppe, che sa– rebbero giunte da Plcu.o. Quasi certamente il Comando Supremo pensò che si tratta"e di un tranello. Pure prese alcune nuo,•e disposizioni. li 21 sera si muoveva dai pressi di Bassano la 62• divi~ slone (brigata Salerno [89-90 fanteria] e 4• brigata bersaglieri) per andare a presidiare la linea di monti sulla destra dell'Isonzo, che dal Kolovrat, per Il M3tajur, lo Starlskj e lo Stol giungo alla stretta di Saga (Plezzo). - Il 22, a mezzodì, la brigata Foggia (281-282 fan– teria) partiva dal dintorni di Cormons per an– dare di rinforw al lV Corpo d'armata. - E allo stesso scopo, Il 24 mattina, la brigata Potenza (27~27i..272 fanteria) lasciava Civi– dale del Friuli. Era troppo tardi I La 62• divisione giun– geva a Cividale il 23 mattina ; la sera dello stesso giorno era a Luico; e non finì di disten– dersi sulle posizioni dal Kolovrat a Roblc, che nel pomeriggio del 24. - La brigata Foggia cr.a. pure a Cividale il 23 mattina; il 28o per la valle del Natisonc era a Serpcniz:r.a a sera inoltrata, mentre il 281 e 282 pure a tarda sera, da Luteo, sempre a piedi giungevano a Caporetto. La brigata Potcn,.a, per Faedis e Robcdisce, arrivava a Boriana all'alba del 25 E due altri gruppi alpini, uno su tre e uno su quattro battaglioni, diretti l'uno a Monte Nero e l'altro in Carnia, non lasciavano gli Altipiani che il 24 sera e Il 25 mattina, quando la ca– tastrofe si era già avverata! Da quanto ai è detto, si rileva che il Co– mando Supremo, pur cominciando a temere per la sua ala sinistra sull'Isonzo, non alleg– geriva per nulla Il fronte della Bainsizza, dO\'e, in fondo in fondo, tem,:va sempre la pressione maggiore. (Verso la fine di settembre Capello aveva insistito perchè si facesse un'azione sulla Bain.sizza settentrionale, per prendere Tolmino Cadoma, dapprime favorevole, avuto sentore dell'offensiva nemica~decise di attendere prima le mosse dell'avversarlo). E i rinforzi mandati all'ultim'ora insieme con una notevole quantità d'artiglieria, venivano battuti separatamente, mentre erano in cammino o avevano api;ena presa posizione, coi collegamenti ancora da stabilire, quasi sempre ignari del posto, stanchi per le marcio fatte e le notti perdute. Come nella storia degli Orazi e del Curiazi. La certezza d'aver di contro i tedeschi non lmprcs,ionò In generale nè truppa nè ufficiali, ma sbigottì i Comandi. L' intenso bombarda– mento nemico, fatto dal 22 in poi specialmente contro le terze linee e i Comandi, fini con lo sgomentarli completamente. L'attacco austro-tedesco do,·eva essere aiu– tato, secondo il loro ordine d' operazioni, da tre grosse mine, che do"evano scoppiare la mattina del 24 al Vrsic, a Monte Ros30 o sul Mrzli. Quella del Vr,lc (Monte Nero) fu sven– tata da una nostra contro-mina; le altre due esplosero con gra\·e danno pel nostri, special– mente al Mrzli; bcnchè si sapesse luogo e ora delle mine, non si vollero levare i sol– dati dai posti dove dovevano scoppiare! In generale, ben pochi Comandi avevano visitato la prima linea da molti mesi: le ispe– zioni si limitarono troppo spesso alla terza o al massimo alla seconda linea, e più che l'assetto d1feruivo rilevarono barbe lunghe, mostrine mancanti, scatolette di carne \'UOte ali' ingiro! Il 22 una batteria da 149 del 1\Irzli rice– vette l'ordine di tenersi pronta a rivoltare i pezzi \"erso Caporetto; l'artiglieria del Krasji (Monte Nero) ebbe pure ordine il 22 di fare un tiro di sbarramento di prova suHa nostra terza linea; ma poi venne il contrordine. Il 22 sera al comando della brigata Genova si temeva l'attacco per la notte; ma il 23 sera al comando del IV Corpo d'armata non si credeva all'attacco per l'Indomani! li bombardamento nemico cominciò il 21 con l?ezziquasi tutti nuovi, e battè specialmente, come s'è detto, le teue linee e i Comandi. Questo fu il segreto della \'lttoria tedesca: i Comandi s'Impressionarono moltissimo,i telefoni rimasero in molti punti interrotti. La nostra artiglieriJ. non controbatt~ qaasi il fuoco ne– mico. Alle due di notte del 24 cominciò il bom– bardamento a granate con gas asfissianti e continuò a sbalzi fino alle sei. A qucst'or~ C3SO divenne intensissimo, addirittura tambureg– giante, estendendosi al nord di Plezzo fino al Cregnedul, accompagnato da grandi emissioni di gas asfisss:mtl e da tiro di bomb..1rde. Alle sette il comando del lV Corpo dava l'ordine alle guardie del ponti sul\' Isonzo, di tenersi pronte a farli saltare, Fra le sette e mezzo e le otto 111 sferrò l'attacco nemico. Esso venne diretto su tre punti: in conca di Plezzo, al Mrzll e al fondo-valle di Tol– mino, lato nord. Azioni dimostrative, ma in forze e con truppe d'assalto, avvenivano con– temporaneamente al Rombon, al fondo Slate– nik, a Monte Rosso, su tutta la linea Sleme– Tolmino, su tutta quanta la testa di ponte di Tolmino e su tratti del fronte della Bainsizza. Al Rombon l'attacco venne re?into e un reparto d'aas.·\ILOaustriaco fu annientato. In conca di Pleu:o riusci, ma 11 nemico non osò forzare la stretta di Saga e si provò a girarla per la valle Uccea, Al fondo Slatcnik gli austro– tedeschi presero la prima e la :seconda linea, e furono trattenuti sulla terza. A Monte Rosso, malgrado la loro mina, furono pure trattenuti. Ma al Mrzli, dove la nostra linea distava cento metri da quella nemica e ne era O\·un– que dominata, il nemico riuiCÌ a sfondare il velo di truppe del 148 fanteria coll'aiuto d'una poderosa mina, che distrusse una compagnia e danneggiò un battaglione intero, e in seguito a un tiro violentis,imo di cannoni e di grosse bombarde e a emissione di gas. Subito i tedeschi si divisero. Una colonna aggirò lo Slcme; un'altra il Vodil, che in parte a\·evano resistito. E li grosso piombò sulla linea del Pleka, quasi indife:,.a. L'artiglieria nostra, che sempre aveva tenuto le posizioni coi tiri di sbarramento, non potè essere avvisata per la rottura dei telefoni e la fitta nebbia: sparò pochissimo e a casaccio, e ali' improvviso si troYÒil nemico fra I peui. I due reggimenti (281-282) della brigata Foggia, giunti la sera prima a Caporetto, si erano mossi alle sette del mattino per andare a raggiungere la linea del Pleka, quando a metà strada, presso Sadra, si trovarono i te– deschi addosso: sorpresi, circondati, battuti da posizioni dominanti, senza posizione di com– battimento, venivano distrutti o fatti prigio– nieri. Una piccola parte poteva ritirarsi sul Volnik. Il IV Corpo d'armata dava allora ordine di far saltare I ponti dcli' Isonzo, sacrificando la 4i' divùiOn,, lulla i11li'nta; e retrocedè da Creda a Bergogna, nn=a ouvisort il Comando della f1 Armala di qutJ/o ean1b,amm10. Esso spe– rava lii poter porre l'Isonzo fra sè e gli austro– tedeschi, e colle truppe appena arrivate o che si attendevano per la sera, di stabilire una linea di difesa sull'Isonzo, collegandosi colla brigata Arno sul Cucco-Kolovrat e col gruppo alpino Pugnani allo Stol-Strctta di Saga. La brigata Arno (213-214 fanteria} già a riposo dietro il Kolovrat, era andata in posizione la mattina ste~.ia del 24. :Ma a quac.to sembra Il Comando del IV Corpo ignorava che contemporaneamente al Mrzli, i tedeschi ave,ano facilmente superato la resistenza della brigata Taro (207-2o8 fan– teria), dopo un bombardamento violentissimo, al largo fondo valle di Tolmino, fra Dolla e Volzana; e che quindi e3Si er..:no già sulla destra dcli' Isonzo, in marcia su Caporetto– Per la fitta nebbia, la brigata Amo li lasciò s61arc sotto di sè, a poche centinaia di metri, scnz'accorgersi della loro presenza. E intanto, da Volzana, una colonna ger- · manica penetrava pure In Val Camenca, sul rovescio del Kolovrat. Pauuglie ardite e abi– lissime, con mitragliatrici, precedevano get– tando O\'unque lo scompiglio e infiltrandosi dappertutto; tale tattica era per i nostri asso– lutamente nuova e produsse effeui deleteri. Prima di Idersko, i tedeschi si bipartirono. Una colonna piegò a sinistra, verso Luico, per circondare con ampio aggiramento, tutta la testa di ponte di Tohnino L' ahra prosegui verso Caporetto. Non si fece a tempo a far saltare Il ponte di Idersko: coslcchè le truppe nemiche del M.rzlie della sinistra dell'Isonzo e que11e di Tolmino sl riunivano ,·erso le qual• tordlci sulla destra dell'Isonzo. n tenente generale Farisoglio, comandante la 43• divisione, tlopo mezzogiorno, udito lo sfondamento del Mrzli e della linea del Pleka, abbandonava Drezenga. Appena passato lui, il ponte per il quale erano passati per due ore i fuggiaschi della 46• divisiont, quasi tutti senza fucile, saltava ; ma Il generale veniva lo stesso fatto prigioniero dai tedeschi provenie11.ti da Tolmino. Caporetto era stata difesa da un duecento uÒmini, con alcune mitragliatrici, contro le prime avanguardie. I tedeschi, padroni di Ca– poretto alle quindici, avanzarono fino oltre Robic, venendo a contatto coi primi elementi della brigata Salerno, che s'erano postati a difesa del fondo valle Natlsone, collegandosi colla cima del Matajur a destra, ma sen&a aver nessun collegamento col monte Mia alla sini• stra, <U/ lullo sguarnito. Nella notte dal 24 al 25 il generale Viola, comandante la 62• divisione, ordinava ai ber• saglieri d'attaccare risolutamente, puntando da Luico su Jdersko. Se la mossa fo3ile riuscita, i tedeschi sarebbero stati tagliati in due; la manovra, per quanto eseguita cvn forze troppo scarse, dimostrava audacia, risolutezza e vi– sione chiara della situazione. I bersaglieri at– taccarono con grande Impeto, e riuscirono a prendere per un breve momento ldt:rsko; ma contrattaccati con furore da tutte le parti, dopo aver subito perdite grandissJme, dO\"C• vano ripiegare su Lulco. La sera del 24 il Kolovrat, con tutte le sue artiglierie, completamente circondato, era caduto. Il 25 a mezzogiorno cadeva pure il monte Cucco, e in tal modo I bers.1glieri di Lulco venivano presi alle spalle. Padroni .di Luico e del fondo valle Nati– sone, ch'era stato facilmente superato con un aggiramento verso monte .Mia, dove non c'era nessuno, i tedeschi potevano ora circondare tutto il massiccio del Matajur, che cadeva il 26 mattina, fra le sei e me:,.zogiorno. Le truppe del Monte Nero, frattanto, erano rimaste completamente abbandonate a sè stesse. Una batterla di bombarde, sul Kra:jjl, ricevette l'ordine di ritirata alle sedici. li battaglione Belluno, accorso a Monte Rosso in aiuto dei valorosi siciliani della brigata Etna, ricevette dal Comando di questa brigata l'ordine di ri– tirata, senz'altra specificazione, alle diciassette. Jfa gli altri re.parlinon e.Meroakun ov;;iso. Il colonnello brigadiere Torre, della brigata Ge– nova, non ri'uve.ndomAJisi di sortadalle dodi'ri alle diciO.sselle, mandò un proprio ufficiale in auto– mobile a Dcezenga: costui a Drezenga trovò un caos indiavolato e nessun comando. Si spinse fin quasi a Caporetto e trovò il ponte rotto e l'automobile del generale Farisoglio ferma e vuota sull'altrn sponda. Tornò e riferì la cosa al brigadiere, Il quale si decise, di sua iniziativa, a ordinare la ritirata della brigata Genova, eseguendola, confom1e a vecchi ordini scritti, per la via di Ternova. Là il ponte, per ragioni che ci 10no Ignote, non era saltato la mattina, ma un ufficiale del genio stava per farlo saltare alle ventuno. I fuggiaschi del bat– taglione Belluno arrivarono in tempo per im– pedirlo. il Comando della brigata Genova passò alle sette del venticinque. Il ponte !lava ormai bruciando. Passò un r:nigliafo d' u )mini. Tutti quelli, che erano ~tati avv15.1.tin rit.ardo, non passarono più. Alle dieci, sull'altra riva, v'erano già le sentmelle tedc.3Che. La mattina del 25 la conca di Drezenga s'empi di elementi delle bripte Genova, Etna, Caltanisetta, Foggia, del 9• battaglione bersa • glieri, del 50 gruppo alpino. Rotto il ponte di Caporetto, in fiamme quello di Terno"a, que- • sta massa di almeno otlclmila uomini, priva di ordini, ritirata dalle proprie po~izioni e messa in una via senza uscite, di fronte a un fiume in piena, s'arrese senza colpo ferire a poche pattuglie nemiche. Eppur, il gi'ornoprima quasi lulli avevano romlmllu/11 wlorosamenle., Pochi reparti, al quali non era giunto l'or– dine di ritirata, sul Vr,tta e sullo Sleme, rima– sero io 1inea fino alle \'enti del 25 e si arre– sero, circondati, dopo bre,·e fuoco. Cl battagliune Monte A.lbergian, che 3\•e,·a :mantenuto la cima del Pleka, senza nessun collegamento a destra, contro continui attacchi il 24 e il 25, faundo ans; o/Ionia pn'gi'oni'eri, veni\'a finalmente travolto ,·erso le cinque di sera del venticinque. Un centinaio d'alpini si ritrassero sul Volnik e, ultimi, a' arresero la mattina del 26. Nella conca di Drezenga ognuno cercava cli salvarsi per proprio conto. Parecchi soldati in pri– gionia dicevano: «Ecco dove cl hanno portato!• Alcuol tentativi Jsolt1tl di ristabilire il ponte di Caporetto non riuscirono: il nemico di là dal fiume non dava alcun segno di vita; non s'udiva una fucilata! Alcuni fecero una passerella, la mattina alle 9, fra Caporetto e Ternova; nello spazio di due ore un migliaio di persone riuscì a passare; ma anche costoro, In parte senza armi, sen:z:'ordini, senza notizie, furono quasi tutti presi alla spicciolata da pattuglie nemiche sulle pendici bo:KOSC dello Starijski. Mentre questo avveniva, la brigata Potenza, partita senza avere ancora con sè le compagnie mitragliatrici, cogli effettivi dimezzati o i sol– dati malati di colerina, per Faedis e Robedisce giungeva sopra Creda, e prendeva posizione di fronte al paese. Se la 43• divisione non fosse stata così sacrificata, un abile comandante che avesse saputo riunire lo 43• divisione, la brl• gata Potenza.e il gruppo alpino Pugnani, avrebbe potuto tentare una mossa contro il 6anco de• stro del nemico, che con grande audacia e graode rischio s'er.1 incanalato per la stretta valle del Natisone, con esit-) forse migliore del tentativo dei bersaglieri da Luico c..mtro ldersko. Invece la brigata Potenz.a, sola, dovette pren– dere una posizione difen.siva; e si trovò subito attacr ata da for1.egermaniche. ~ Dopo part«lu"eore di valoro111 raislcma, verso le diciassette era costretta a ritirarsi verso le sorgenti del Natl~one. Contemporaneamente, alle otto di mattina, due scelte divisioni austro-tede:,ehe attaccavano con furore la stretta di Saga, difesa dal bat– taglioni Mondovi e Monte Argentera, e dai resti, molto scossi, della brigata Friuli e del 280 fanteria (brigata Foggia). Dopo mezz'ora sfondavano la linea, movenrto subito all'attacco dello Sto\, attaccato anche dalla valle Uccea. Questa po:1izione era difesa da un insieme raccogliticcio d1 resti della 50" e della 43• di– visione. Alle tredici del 25 il Comando del IV Corpo ripiegava su Tarcento, sen:wavvisarne, al so/1"/o, il generale Capello, portatosi a Civi– dale da Com1ous. La cresta dello Stol ,·eni, a attaccata alle tredici, e si difendeva bene.Verso le sedici alla fanteria e al bersaglieri fu dato l'ordine di ritirata, agli alpini fu comandato di resistere fino all'ultimo. Ma la linea restò cosi con un \"CIO esiguo di difen90ri e col lato verso valle Uccea completamente scoperto. Fra le dieci e le undici di sera un nuovo violentis- / simo attacco rendeva i tedes::hi padroni di quell'importante posizione, nonchè di Bcr– gogna. I resti del IV Corpo ripiegarono allora sul Tagliamento; le colonne austro-tedesche di Plezro e di Tolmlno potevano congiungersi. La ballaglia poteva dirsi fmita. La sera del 24 1 Il generale Cavaciocchi, comandante del lV Corpo d'armata, veniva •silurato»; e gli era sostituito il generale Gandolfo, che provenl\'a dal Carso e- non co– nosceva assolutamente quei posti. Dopo due giorni Gandolfo era 90Stituito da Lequio. In tre giorni, in momenti tanto gravi, il IV Corpo ebbe tre comandanti !

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