L'Unità - anno VIII - n.34 - 21 agosto 1919

180 birne i carichi, ma :\nchc dal fatto che come calabresi non possiamo conseguire la soluzione dei nostri problemi specifici altrimenti che in correlazione con la soluzione degli altri pro– blemi na1.ionali; e che, In fine, missione propria di ogni aggruppamento politico agente nella regione deve essere quella di armonizzare i problemi che più dircttamento Interessano la regione con tutti gli altri problemi nazionali, e di ottenere per gli uni e per gli altri, quelle soluzioni che meglio corrispondano alle sue proprie direttive e alle sue proprie Idealità po– litiche. Le quali cose tutte implicano condan– na aperta della politica finora trionfante; che, quando pure non si è abbicuata a strumento di gare faziose, non ha mai saputo uscire dai cancelli dei più miserabili particolarismi, e mentre ha lasciato insoluti cd ha anche tal– volta aggravati i problemi specifici della regione, ha consentito che ceti armati di nuovi privi~ legl trasformassero il Mezzogiomo intero in una vera e propria colonia di sfruttamento ed ha finito con l'abbandonare il go,•erno dello Stato a un affarismo seni.a scrupoli, e a una buro– crazia idropica, autocratica, irresponsabile. D'altra parte, la nostra democrazia non vuole avere nulla di comune con i programmi e specialmente con la pratic;a del soliti partiti democratici, piatti, anodini, accomodati, di– guazzanti perpetuamente nell'equivoco. Noi uffermiamo che nessun partito schiettamente e sinceramente democratico è esistito finora in Italia, dove lo stesso 1;artlto socialista è stato piuttosto il procuratore (facile alle intese più ibride) di gruppi operai prh-ilegiati, anzi che l'asscrtnre inflessibile dei diritti della generalità dei lavoratori. E ci professiamo c:emocratici, non solo perchè riponiamo nel libero consenso popolare la base di li tte le istituzioni, ma pcrchè abbiamo fede nella Indefinita capacità progressh·a del popolo, e slamo convinti che l'csscn1.a della nostra funz1one pratica e della istessa giustizia sociale debba consistere nel rinuovere tutti gli ostacoli e nel creare tutte le condir.Ioni perchè questa capacità si sviluppi gradualmente e gradualmente si attui, nelle più alte conquiste politiche ed economiche, giuridiche e sociali, intellettuali e morali, li– bera da ogni costri1.ionc di schemi accademici e scnz'ahri limiti che quelli Insopprimibili im– po!tti dalla natura. Coerentemente, non solo combatteremo senza transazioni e senza tregue tutto ciò ehe nel programmi e specialmente ncll'atti,•ità pratica si oppone a questa nostra concezione della democrazia; ma anche pro– pugneremo con tenacia e con ardore tutte le riforme e tutte le iniziative idonee col raggiun– gimento dei nostri fini: - da una riforma ,colastica che crcì le coscienze nuove e le nuove capacità tecniche e:,tirpando la vergogna dell'analfabetismo in alto p·ù cotennoso ancora e non meno diffuso che in basso; - a una riforma tributarla che equilibri fiualmente i ca– richi ai bisognosi dello Stato e alla capacità dei contribuenti, sopprimendo i privilegi odiosi vigenti ancora a favore delle fortune più inerti, e stringendo le larghe maglie onde le maggiori ricche1.ze sfuggono di fatto anche alla tassa- 1.ione a cui legalmente &arebbcro soggette; - a una riforma dell'ordinamento della proprietà privata, che ne consenta la soppressione in tutti i casi di inadempimento dei suoi do,·eri sociali; - a una organizz.1zione dei lavora– tori: - in leghe di resistenza, che ne assicurino le conquiste net contrasti economici, in asso– ciazioni di mestiere, che ne affinino la capa– cità amministrativa. E affermiamo di tendere a un rinnonruento della vita politica nazionale, non tanto per Ja novità dei nostri criteri, quanto per la novilà dei nostri sistemi. Però che noi intendiamo che la polili.:a non sia in antagonismo con la mo– rale; che l'azione non sia mai in contrasto col programma; che l'assod,1zlone non serva ai fi– ni particolari degli inJividui; che viceversa anche col sacrificio degli individui debbono realizzarsi i fini dell'associazione. Tra i tanti danni che ha prodotto la guerra ha pur l rodotto l'Inestimabile btneficio di di– mostrare che le forze morali dell'umanità non sono spente; che lo spirito è sempre capace di trionfare su la materia; che il sacrificio trova sempre assertori eroici e militi ardenti. Noi chiediamo l'adesione di tutti gli uomini liberi, che consentano nelle nostre idee, e che :,\ ~entano capaci di azione coerente e retti- o L'U :ITA linea. Ma specialmente facdamo appello ai reduci della guerra, perchè con lo stes~o ardore, con la stessa fede e con la stes:;a abnegazione onde hanno tenuto le linee sfolgorate dalla mitraglia partecipino alla lotta a cui li invi– tiamo perchè la patria nostra possa ,·eramente cogliere il fiore del loro sacrificio e di quello ancora più prezioso degli eroici caduti. L'associazione esplicherà quella az.ione pra– tica che sarà stabilita di accordo tra gli ade– renti; e avrà un giornale settimanale che sarà organo di propagaoda e di combattimento. Catanzaro, luglio 1919. CAllDELLICCIIIO SrLv10- CosE:snx1 PIETRO - DE FRANCO LUIGI - FROGGIO NICOLA - GAETA~l FI– LIPPO - PANARO DoM.E..'olCO - PETRUCCJ PlBRO - PRTRUCO RAY– FABLE - PJETROPAOI O GtuSEPPE - TtroESCJU MICHELE - Tull.-\...._.O CARLO. La ta:;i.a di ammissione è di L. 12. Le azioni del giornale sono di L. 1oo ciascuna. Le adesi• ni dovranno essere Indirizzate in Ca• tanzaro, all'Avv. Domenico Panaro. A proposito di scioperi scolastici Q,ro Lombardo-Radiu, nel n. 26 dcli' U,,iltì leggo la tua lettera tera all'amico Mandolfo intorno alle bcuole di Stato. Sull'argomento ho scritto un libretto che il Vallecchi pubblicherà quando i tipograli scioperanti glielo permetteranno e credo inu– tile ripeter qui le osservazioni che - se ne avrai tempo e voglia - potrai leggere in quel libretto. Ma nella tua lettera trovo queste righe inattese: « Vorrei leggere una statistica sin– « cera degli stiopen· scolastici per dlr solo di un « segno di turbamento morale della scuola! » Or:?, domando e dico lo, che c'entrano gli scioperi con l'ordinamcnlo statale (o governa– tivo) delle scuole I Che gli scioperi scolastici siano fin vero scandalo è Incontestabile: che non si riesca a punire I promotori è incontc– stabilisslmo: ma il governo non ne è il respon– sabile. Provatevi a colpire severamente i sov– vertitori dcli' ordine scolastico e vedrete de– putati, magistrati, padri di famiglia ecc. ccc. am1arsi a difesa di quei cari ~\entatelli, giovani dall'anima ardente e speranze della patria. Quando gli zelatori della scuola libera avranno ridotto al minimo gl'istituti governa– tivi, cl godremo gli scioperi degli alunni di scuola privata. Infatti ora vediamo, all:ao agli scioperi dei funzionari dello Stato, quelli d1 impiegati di aziende private, e un giornale annunziava prossimo perfino uno scioperetto dei dipen– denti dall'amministrazione del Vaticano, tanto sono diffusi oggi e il disagio e la tendenza a mostrare i denti ai padroni. Se mai se mai, si dovrebbe pensare che un po' più di forza disciplinatrice fosse in potere dello Stato anzichè dei pri,•ati. Ma no: oggi quello dello Stato colpe,·ole di tutti i guai è un ritornello: a tempo della rivoluzione francese la fimle era sempre di Rousseau e di Voltaire: oggi è di moda: « piove, governo ladro! ~ Ptrdona la franchezza del tuo . .. DINO PROVF.XZAL. No, caro Pro, enzal, gli sti'opui scolastici dipendono soprattutto dal (atto che i troppi scolari mediotnSsimi o rallivi clu la scuola dello Staio ospita - (perchè lropp,·., chi li fa troppi? evidentemente il • governo ladro » 1 che fa pio– vere facilitazioni su facilitazioni e che recluta insegnanti incapaci di complerC ufficio selet• tivo) - hanno interesse a faticar poco e si– curezza d'impunità. 1Vo11si sciopera da una scucia, the 110n dà usa sfusa le prpmo:ioni; si sciopera da una scuola, che all'alunno « interno~ richiede solo il programma svolto, e grazie agli scioperi.... s\·olge un programma più corto e meno fasti– dioso. E gli scioperi sono tli prima ,!ella fUtrra. Si è scioperato a misura che lo Stato mostrava la sua debolezza educativa, sempre di più. Si è scioperato per le se,donl straordinarie, per il neo sette, per ,1 sei, per l'abbuono di parte della materia, e sciorcrato per pretesti p:nriottici. Ma lo scopo era sempre uno: faticar poco cd e~r promossi lo stesso. Io sono convintissimo che i giovani non diserterebbero la scuolJ, qnando qnula Mn do– vtsse giu lirarli tli're/la,runle usa, perchè avreb– bero interesse a farsi preparare a dowrt ~· e non diserterebbero la scuola d'uno Stato che invece di accarezzare le peggiori qualità dei giovani, sapesse premiare e punire: quel che per tua confessione, caro Provenzal, lo stato nostro oggi non fa. Deputati, magistrati, ministri. fuori della scuola; - pr<!sicli,provveditori, profes ri. nella scuola: - tutti sono in generale faciloni e in– dulgenti ,•erso il male, che dovrebbe apparir ,•ergognoso phì di ogni altro: lo stiopero sa,– lash"ro. La scuo'a è in sfacelo. E vuol che la faci– lità. dello sciopero scolastico dipenda da cause estranee alla scuola? Ma lo sai tu che I' Ita– lia ha l' tstlusll•ità degli scioperi studenteschi? GIUSEPPE L0118AROO-RADICE- Spese militari Dunque, nel mese di maggio 1919, sei mesi dopo la firma dell'armistizio, i Ministeri mlii~ tari hanno speso 1709 milioni di lire, mentre nel maggio t918. in piena guerra, ne avevano spesi solamente 1331 ! Per spiegare quebti aumenti, si dice che dipendono dalle liquidazioni: qua.si che dur:mte il 1918 non sieno stati liquidati impegni del 1917 e 1916 e 1915 I La verità è che gli Stati )laggiorl dcli' Eser– cito e della Marina ci hanno preso gusto a spendere e spandere. E se non fii comincia dall'abolirli, non lasciandovi pietra su pietra, non si "edrà mai la fine delle spc!te inutili. Domandare infonnazicmi ali' ammirailio Thaon di Revel, che ha profu~o in questi ul– timi mesi centinaia di milioni in lavori di fortificazione nell'Adriatico, in cui non c'è più e non ci deve essere altra flotta meno che l'italiana. Quelle fortificazio11i serviranno solo alla megalomania di chi le ha ordinate, e alle ingordigie della combriccola che circonda e sfrutta la megalomania. Governo burocratico A Roma esiste, alle dipendenze del Ministero degli Approvigionamenti, un Comi/aloptr la li– 'l"idadom dtllt merci revuisile o prtrtllale nei Conumi gù) inmsi. Il proposito di dare un indennizzo ai di– sgraziati abitanti delle zone inva~e, che per a\'er do\'uto tenere a disposizione del Governo i loro raccolti non poterono venderli e se li videro rapinati con tutto il resto dai nemici era ottimo. Ma come viene esso applicato? Per dare mm esatta idea elci modo con cui il Comitato suddetto, ma non sullodato, suole giudicare e mandare, valga un esempio pratico. Siccome riguarda un mio intimo amico e ne ho le prove sotto gli occhi, cosi esso è su– periore ad ogni dubbio. El ah um,, forse. disct om,us: Il mio amico, duuquc, a,•eva con documenti inoppugnabili, quelli proprio richiesti dal Co– mitato, (certificati ripetuti dal Direttore della Cattedra d'Agricoltura fondati non solo sulla personale conoscenza ma sui conti, registrati nei libri colonici ancora quando nessuno pre– vedeva l'Invasione, cd attestazioni del Muni– cipio) aveva provato che il granoturco precet– tato di sua esclusiva proprict~ dedotta la parte riservata per sementa e per la propria alimen– tazione, èra di Q. 142. Ebbene il Comitato cervclloticamcntc ha diffalcato 22 Q. senza r.essuna motivazione, confermando il suo errato giudizio anche dopo una protesta. del mio amico t sempre guardandosi dal 'dire perchè imponeva tale sottrazione. Ma non basta. Il mio amico ave\'a fatto anche domanda di essere risarcito di Q. 26 di lana requisita dall'autoritù militare col mezzo del Municipio del suo p.1.esc,e in prova aveva esibito le ri– cevute del Municipio stesso. Ma il famoso Co– mitato respin~e la domanda pcrchè - testuale! - 1101' sorre/la da akun eltmt11/odi pr(IV(l I.' È chiaro? Pel salomonko Comitato la rt"rn.mla di una merce consegnata non è da conside– siderarsi come neanche un semplice tltmmlo di pruval ?\on sarà superfluo additare all'ammirazione del pubblico, che paga, i nomi dei Signori, che sono messi a capo di un Ufficio cosi Im– portante: Comm. Prof. Marracino Alessandro Cav. Dott. Santino Verratti Cav. Dott. Costan1lno Canganella. Lascio nella penna il nome del Segretario, che non è nemmeno cavaliere ma che, col la,·oro che fa, lo di"enterà presto. li mio amico protestò anche per la lana e tornò a mandare le ricevute dell'autorità rc– quisitrice. E allora l'esimio Comitato, non po– tendo continuare ad affermare che la domanda no11fosst sorrtlla da alnm eltmtnlo di pr01.N1, ha attribuito alla lana un valore di.. .. L. 5 al K. In che mondo vivc,•ano quelli ineffabili com– mendatori e cav. uff. nel 1917 quando la lana costava L. 15 al K., e il mio amico si era li– mitato a chiederne 12 ?! La seconda deci.sionè - ,mirui'qut suUM - è stata presa, oltrechè dal comru. Marraclno, dai Signori Giordano, Fedeli e Roberti, ai quali vorrei chiedere Il fa,•ore di procurarci della lana a 5 L.; ne.I qual caso darò loro anche una conveniente mancia. Ecco in che modo il Comitato lavora I Esso lm·oia, cioè, non per l'equo risarci– mento dei danni recati ai disgraziati, ma per dimostrare che ven;o il Go,•erno tutti devono agire da ladri, e quindi le domande di inden– nizzo devono essere, a malgrado di ogni prova• aumentate a capriccio aflinchè a capriccio la com– mi!;sionc possa diminlurle Dunque i galantuo– mini ~ono avvertiti; se non vogliono esser due volte danneggiati, quando hanno a che fare col Comi/a/o per la liquidozùme ecc., presen• tino dveumenti falsi. L. ALPAGo-No,·ELLO. Marxismo nazionalista • li fonomeno, preesistente alla guerra, ma che la guerra ha enormemente accelerato, della concenllazùme ùuluslria!t e il fenomeno paral– lelo <lcll' orgm11Z1 z1'o116 sùulllcale dei due elc- 1111mti della produzione, Imprenditori e operai, preparano probabilmente, con altre forme e con ben maggiore ampiezza, un ritorno ali' orga .. nizzazione l'Orpo1ativa della produzione-. Allar– gata l'impresa a tutto Il temtorh.> dello Stato, creato co!!i, p. r ogni industria, un cartelle, o sindacato nazionale che con la s,•a possente organizzazione unit.ula n.1ile,ll lt inut,/i amcor– rmu 1111,,,,e, t>er affrontare, nelle condizioni di massima efl1cienza econom ca, le lotte della concorrenza mondiale: organizzati in fasci po– derosi i c,1pl e direttori delle industrie da una parte, dall'altra i lavoratori manuali, è assai probabile che nel quadro ,Jell' impresa nazio– nale trovino posto, armonizzando i 1,ro inte– ressi so~tanzialml.ntc solidari, , jt1sri padronali • ed operai, dtstti,ah a cosltluire un unico sindacalo, che r,i111isu, m si il compito della p,odu:,'ottt e cklla dislrihu:.1'o11t. L'organizzazione cosi creata assumerà. neccs~ariamente una fuzione nazio– nale, sarà cioè automaticamente trasformata in un organo dello Stato ...... >. Questo programma mirabolante di nazio– nalizzazione di lufle le industrie (e l'agricoltura sarà esclusa da questi benefici?) non è dovuto alla penna del comp.1gno Bon,bacci, assillato dalla preoccupazione d1suggerire ali' imminente dittatura del proletariato i criteri direttivi pcf organizzare sodalisticamente la produ~ione. E opera esclusl\•a del!' economista ufficiale del nazionalismo italiano, del prof. Alfredo Rocco. Carlo Mar.e, circa 70 anni fa, aveva scritto qualche cosa di non molto diverso. Soltanto pgli con logica assai più cruda aveva previsto che, avvenuta la cOnl.entrazionc degli Impren– ditori da un lato e dei salariati dal!' altro in due unici corpi mostruosi, il secondo avrebbe tagliato la testa del primo. ll prof Rocco pre– vede, invece, che I due corpi mostruosi si coaliueranno per tagliare la testa ai corpi analoghi degli altri paesi. Imprenditori e salariati tedeschi hanno precorso colla pratica gl' insegnamenti del Marx nazionalista. E ne sono usciti con le ossa rotte. Ma nonostante l'esperimento, il prof. Rocco spera d'essere preso sul serio da– gli imprenditori e salariati italiani. Vino cooperativo? L' on. Giretti ha presentato, con richiesta di risposta scritta, una interrogazione al Co– ,·emo per conoscere i nomi delle Ditte e dei cittadini a cui sono stati accordati permessi d'importazione di vini in deroga dei \'igenti divieti. Sarebbe curioso se per caso fra quei nomi si trovasse quello d 1 una Ditta svizzera eser– cente una miniera in Sardegna, .. per conto della Cooperativa dei suoi operai. EOlSTO CASAOU Germù ruj>on.Sa6ik Tipoa:r:1fia.Ga.lllei&113, 1 Via S, Zaoobl o, 64

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