L'Unità - anno VIII - n.32-33 - 7-14 agosto 1919

166 finchè a questi organi non si vuol limitarsi aJ assegnare semplici f nzioni di disciplina, ma si pretende eh' essi siano i supremi rettori cd i propulsori deìla vJta e,:onomica nazionale, è naturale che i gruppi capitalistici più forti e più invadenti si valgano di essi come di un loro strumento. Perciò seguitiamo bensì a combattere il protezionismo doganale in tutte le sue forme, non trascurandp nemmeno le possibili pretese dei grandi granicultori e degli zuccherieri 1 e tenendo d'occhio anche quelle industrie nuove, come quella dei colori, che tenteranno di sa- L'UNITA crifcare gli interessi dal!' indu~tria tessile e della gran massa dei consumatori con pretese proibitive. Ma non dimentichiamo cht! in que– . to periodo di transizione le grandi i:utustrie protette e parassitarie, più che da.i d:1zi,atten– dono la loro fortuna da altri e più diretti fa• vori dello Stato; e che a nulla varrà la no.stra campagna, se non sottrarremo lo Stato alla loro influenza e alla loro ingerenza, e se non riu– sciremo a far cadere tutte le forme di mono• poli pri\'ati, che sotto l'egida dello Stato pa· ternali.stico, si "anno rapidamente instaurando. GtKO LUZZATIO. La nuova tariffa doganale di tradurle in atto per decreto legge: simili colpi di te~ta non attecch•scono in un ambiente come l'inglese. politicamente onesto. Il piano del sig. Chàmberlain verrà debitan~ente discus– so davanti ai rapprcsent.inti del popolo: e pel momento viene delibato nella stampa. fn ogni modo, poi, il progetto Chamberlaiu 110n è n/– falfo p 1 otez:O,u"sta. Esso non eleva d,1zi indu– striali ad un livello di protezione. Si limita solo ad obbass 11e i da:f esùlmh - <.::henon sono 3e non dazi fiscali - a favore <li taluni prodotti, quand,, pro\'engano dai« Dominions ». Come si veJe, le industrie inglesi <la quç~to rimaneggiamento di dazi non hanno proprio da :~spettarsi il più Jeggerb beneficio diretto. La tariffa « pro,·visoria », ,·vlendo salvare i monopoli acquisiti eia pochi privati industriali durante la guerra, innam.i tutto ritarda la li– quidazione della cri:)i di riassestam• nto; per di più, la :ende parzi lmentc ingiusta. Indu– striali cli imprese le q111li oggi, l:1scia 1 e a sè stesse, 110n potrebbero continuare a vi\'ere e quindi smobiliforebbero nel momento e nella guisa più opportuni, domani, autorizzati -eia! maggior dazio a perseverare nella stes~ via, strozzando coi prezzi artificialmente ele\'~ti i consumatori pri\'ati e lo Stato consumatore, si guarderanno bene dal liquidare. 11 neominlstro Dante Ferraris si è messo già all'opera per lanciare la nuova tariffa do– ganale ultraprotezionista, nella quale per es. le automobili - tanto neces,arie all'Italia, specialmente nelle regioni in cui vi è scarsità di linee ferro,,iarie - saranno pùi che raddop• pi'ate d,' pre::o in confronto delle automobili estere. Gli ufficiosi fanno sapere che la tariffa manipolata dai pcscicani della siderurgia avrà carattere di tariffa provvisoria: a suo tempo il Parlamento discuterà la tariffa dehnitiva. Ma il trucco é stato già usato altre' \'Olte, per es. ai bei tempi delle convenzioni marit– time : si dice che una legge è provvisoria, per e•itare le proteste troppo vh,aci col far cre• dere alla possibilità di una revisione a breve scadenza ; ma H provvisorio, unà volta pas• sata la legge provvisoria, diventa definitivo. Nel caso della tariffa doganale, si intende di varare la nuova tariffa .... provvisoria, ma strangolatoria per l'agricoltura, con un de– creto legge. Le discussioni della leg;e elet– torale, delL'\ pace di Versailles, dcli' inchiesta su Caporetto, dell' inchiesta sni cascami, di– straggono l'attenzione del paese dal grosso carrozzone, che intanto il ministro Ferraris far:\ passare alla chetichella. Ci penseranno poi gli iateressati, quando arriverà l'ora di trasfor– mare il provvisorio in definitivo, a in\'entare nuovi diversh-i per distrarre l'attenzione del paese becco e bastonato. Scommettiamo, per es., che clericali e mas– soni si accorderanno per iscenare, proprio per quel momento, una gran c.lsa del diavolo per il dh·orzio o per la così detta libertà della scuola. Bisogna, dunque, stare in guardia contro il tentati\'O che il Go,·erno farà per siringarci alla chetichella la nuova tariffa doganale. La Camera attuale non è in grado di di– scutere un argomento così grave. Nè c' ~ ne– cessità assoluta di risolvere immediatamente il problema doganale. Nulla ci vieta di aspettare che sia affrontato, fra alcuni mesi, dalla Ca• mera nuova. Frattaato è necessario che il progetto di tariffa sia pubblicato. Il paese ha il diritto di conoscere le proposte del Governo. I candi– dati delle prossime elezioni debbono essere messi in grado di spiegare per quali motivi sono favore\'Oli o contrari alla politica doga– nale del Governo. Gli e'.ettori non debbono essere tenuti all'oscuro, proprio nel momento in cui eleggeranno i loro rappresentanti, pro– prio su uno dei loro interessi più vitali. Orbene, noi siamo informati che il :Mini. stro Ferraris non iotende pubblicare il pro– getto di tariffa doganale, affinchè sia discusso dal paese pri'!la che attuato di sorpresa. Quin– dici giorni or sono, un gruppo di agricoltori meridionali fu bensi invitato a prendere vi~ione delle tariffe di alcune voci agricole r,er dare su esse il loro parere ; ma 110n ollm,uro la comum(aziont delle altre voc,:-quasi che in una tariffa doganale si possano apprezzare alcune \'Oci, ignorando i rapporti fra esse e le altre e l' insieme del sistema ! Il Consiglio centrale della « Lega demo– cratica per il rinnovamento della politica na• zionale », informato di quest'incidente rivela– tore delle tendenze del GoYemo, ha votato nella sua ultima riunione il seguente ordine del giorno, che è stato pubblicato da parcc~ chi quotidiani: • Il Consiglio Centrale della lega demo– • cratica per il rinnovamento della politica « nazionale, e considerando che la collabora:,ione degli « agricoltori, che il governo a\'eva. promesso 4( di chiedere per la fissazione della nuova ta- 4( riffa doganale, si ~ ridotta in quc:Mi giorni « ad un semplice invito a dare il parere sulle ~ sole voci agricole, negandosi la comunica– « zione de:le voci incbstriali, quasi che sia -. possibile dare un parere su quelle senlut --~ « nere presenti i rapporti e le proporzioni con « la tariffa industriale, « ritiene questà tattica come prova del– e l'asservimento del Govermo al protez:oni– « smo industriale; « afferma la necessità che il progetto di « tariffa sia immediatamente e integralmcote « pubblicato; « si augura che tutti i rappresentanti de– .c gli interessi agricoli si rifiutino di esprimere « il loro parere· sulle tariffe, nelle condizioni « imposte dal protezionismo industriale; « e riaffermando la finalità antiprotezio– « nista del I rogramma <lellal Lega, invita nel « momento .ittuale tutte le rappresentanze « agricole ad esigere nella .soluzione ,del pro– « blema doganale : « a) l'abbandono: assoluto ciel sistema « della tariffa autonoma; « b) la continuazione del regime dei « trattati di CC'mmercio,integrati con la clau• « aola della nazione più fa,·orita; « e) la conscrvaaione, in linea di mas– « sima, della tariffa convenzionale \"igc,lte, in << quanto rappresenta nelle att.1ali condizioni « dei prezzi un attenuazione dell'originale ca• « rattere •protezionista di essa ». Perchè tanta premura? Perchè tanta premura nell' eman.ire la ta– riffa provvisoria, passando. contrJCiamente ad una solenne promessa dcli' on. Nitti, :ti diso– pra della via legale, quella della disciplina parlamentare, in materia cosi delicata e piena di conseguenze? La risposta alla domanda si trova in un fatto assai semplice. Siamo alla vigilia di riaprire le porte al libero commercio con la Germania, e già sor• ge da parte dei soliti gruppi protetti la richie– sta a gran voce di una tariffa doganale, la quale « provvisoriamente» ele,·i i d~zi vigenti contro la solita minaccia della solita « inon• dazione » della merce tedesca. Prosegue e si traduce in atto la tattica gia denunciata, di spingere lo Stato a deprimere artificiosamente i prezzi dei 1,roclotti ogricoli e ad elevare al– trettanto artiliciosamcnte quelli dei prodotti di talune industrie. Evidentemente, si ha paura che il consumatore riprenda un poco di fiato. Intanto, di una premura di questo genere noi non abbiamo in tutto il mondo civile che un solo esempio: quello della Francia, che con decreto 14 giugno u. s. variava la sua ta– riffa doganale con alcune centinaia di sopra– dazi « ad valorem ». Mal' esito fu cosi disgra• ziato, da indurre Ogni altro governo prudente a cambiar strada. Tanto più che gli altri paesi si sono guardati bene dal seguire la Francia. Si agitano naturalmente nei vari Stati gt' inte– ressi pri\'ati, i quali m.uo \"Ono alla con~erva. zione delle posizioni di privilegio acquistate durante e per fatto della guerra: ma si tratta unicamente di una agitazione esteriore, la quale non ~i è peranco trasformata in atti di governo. Solo uno Stato, per bocLa di un ministro, ha preannunciato una riforma doganale: I' In– ghilterra. Ma il Cancelliere dello Scacchiere, Chamberlain, esponendo le sue idee in propo– silo, non ha mcnomamente espresso la volontà lO Quando poi, a suo tempo, il parlamento verrà ammesso all'onore di discutere la tariffa definitiva, quegli stessi industriali. di fronte acl ogni tentati\'O di ridurre i d.tzi jugulatorl, di– ranno, e mm.umo allora rngi'oue di dire: « Se vole\'ate che cessassimo dal produrre, do,·e– vate dircelo al momento opportuno: quando cioè, noi potevamo ritirarci con poche perdite e con intatti i profiui di guerra. Ma \'Oi allora non ,·oleste: ci impegnaste, con la difesa do• ganale a proseguire nella nostra via e ad in– vestire definitivament~ i capitali disponibili. Oggi il togliere la protezione equivale ad una distruzione sece;a di ricchezze. » Quale parlamento potrà re~isterc di fronte ad un simile ragionamento? E tale ragionamento sarà tanto più fondato in quanto la tariffa eia noi escogitata è molto più sovversiva di quella francese. Questa non fa che ele"are dei dazi e ad valorem » su ta• lune \'OCi della tariffa generale, lasc!andone completamente immutata la fisonomia e l'os– lorn.ra. La n6Stra, per contrario, modifica profondamente la tariffa del r88j. Essa - per ciò che si afferma - specifica nuove voci, crea nuove sotto-classi tariffarie, trasforma la base di talune altre: in una parola, costituisce una nuova tariffa, che sostituirebbe in parte l'antica, appmvata dopo una inchiesta memo– randa e dopo memorande discussioni parla– mentari. Questa è appunto la causa recondita, la ragion vera della furia, ingiustificabile sotto ogni altro più corretto aspetto, con cui, per decreto regio, si \'Orrebbe legalizzare il giro di torchio, mediante il quale gli industriali di guerra stanno per spremere le spese di guerra dai portafogli del consumatore italiano, com– plice il governo. Si vuole creare il fattaccio compiuto. Si vuole compromettere irreparabilmente la situa– zione e porre il parlamento futuro davanti al– l'irreparabile. Contro la fatale discesa dei prezzi gli industriali di guerra - i quali non hanno voluto accantonare le riserve prov\'ide nei tem– pi di altissima fortuna - oggi hanno assaltato la diligenza governativa, e impongono il loro tributo sulla nazione, che gia tanti ne ha pa– gati ad essi. Tacitato il proletariato con l 1 offa degli alti salari e delle minori ore di lavoro, tacitati i socialisti con la testa di qualche pre– fetto e con l 1 abolizione della censura, gli in– dustriali df guerra corrono alt' arrembaggio del residuo patrimonio nazionctle. Noi confidiamo ancora che il Ministero Nitti, il quale è sorto conclamando essere giun• ta l'ora di abolire l1e1>0cadei decreti-legge per far ritorno alle deliberazioni prese d'accor– do col Parlamento - con tu/lo il Par/amen/o, n"on con semplici commissioni parlamentari - non vorrà, in materia ffoa11:i'aria111enle e moral– mmte così gr,1ve, piegarsi senz'altro all'atto di violenza che ad esso si chiede. Qui I1opinione pubblica lo attende per trarne un fondato giudizio. Poich~ questo è il \'ero primo atto del nuovo Ministero; il resto è contorno per gli ingenui. (Dal Secolo). ATTILIO CADIATI. Qualche spiegazione A chiarire l'ordine del giorno ,·otato dal Consiglio centrale della Lega sul pro!,lema doganale, per quei no,tri gio\'ani lettori, che non hanno ancora sufficiente dimestichezza colla terminologia e colla materia doganale, non saranno inopportune alcune notizie ele– mentari. Fino al 1914 le importazioni e le esporta– zioni italiane erano regolatè da una tariffa commu;ionale, cioè dalla tariffa gme,a/e, ,·otata dal parlamento nel 188i e modificata attra– \'erso le cor,vm31Qni commerciali coochiuse fra l'Italia e gli altri Stati dal 1887 in poi. Prima che scoppiasse la g~erra, i gruppi antiprotezionbti italiani domandavano che foS:)e continuato il regime dei trattati di commercio sulle ~cguenti basi: a) il Parlamento doveva \'Otare, come già. fece nel 1887, una tariffa gmcrale,· b) que::ita tariffa generale dove\·a servire di base alle nuove trattati\'e commerciali, nelle quali il no~tro Governo do"e"a offrire delle ri– duzioni sulla detta tariffa per le merci impor- • tate in Italia, in c mpenso di analoghe ridu– zioni concesse dagli altri Stati ,tlle merci espor– tate nei loro ttrritori dall'Italia; t) la nuova t.iriff,l generale non <lO\'eva allontanarsi dalla tariffa con\'cnzionale elabo· ra.tasi dal 1887 in poi. Per comprendere que::.t' ultima domanda degli antiprotezionisti, bisogna tener presente che la tarifftl doganale del 1887, costruita in origine con intendimenti protezionisti. era :in• data a poco a poco perdendo parecchi dei suoi inconvenienti primitivi, non sol:imcnte per le attenuazioni che vi erano state introdotte nei trattati cli commercio succcssi"i, ma anche per il generale aumento dei J>Jetzi. li fenomeno è spiegato dal Cabiati nel &eolo Jcl 3 1 luglio, e noi prendiamo dal Cabiati la spiegazione-. « Supponiamo che un certo prodotto al– « l'estero co-:ti 100 lire, e all'interno non si • possa fabbricar...: che al costo di I 50. Se vo– « gliamo proteggere tale lavorazione, dob– « biamo mettere un dazio di L. 50. Accade « ora che, per una forte svalutazione monetaria, « i prez,j internazionali delle merci e i loro « costi si ele\'ano del 50 °/ 0 , i,icchè quella data « merce v:ene a costare all'estero 150 lire: al– « 1 1 interno, l'aumento del 50 °lo porta il prezzo « a L. 225. Allora è evidente che il dazio di « 50 lire non basta più per impedire al pro- 41' dotto straniero di entrare in paese: bisogna « aumentare anche il dazio del 5q ¼, portan• « dolo a 75 lire, per mantenere il di.:ilivello fra ~ i due costi, l'interno e l'estero, nel'o stesso « rapporto di prima ». Ecco perchè, già prima della guerra, i-protezionisti non erano più con– tenti della tariff; del 1887; e i libero-cambisti, che nel 188i avevano combattuta quella tariffa. come protezionista, se ne contenta\'auo come di un minor male nel 1914. li metodo delle trattative commerciali in base a una ragionevole tariffa prestabilita senza pro– gramma di lotta a oltranza, non esclude la lotta, quando si manifesti necessaria. A questo ~copo è pronta l'arma delle tariffe differenziali: cioè lo Stato, che offre un ribasso sulle proprie tariffe in compenso di ribassi analoghi, ma vede rifiutata la sua offerta, può concordare il medesimo ri– basso con :litri Stati in compenso di altre ridu• zioni; in conseguenza, tratta i p:-odotti <.ìegli Stati meno intransigenti con la tariffa con\'Cn• zionale ridotta, ma oppone la tariffa gene– rale più elevata ai prodotti degÌi Stati rilut– tanti. Questo trattamento dijf,rntziale fra i vari Stati non danneggia i consumatori del paese che vi ricorre, ma danneggia i produttori del paese, che è trattato con la tariffa più aspra. Per evitare questo danno, che pltÒ riuscire gravissimo, gli Stati, quando riescono ad ac• cardarsi con trattati di .:ommercio, si impe– gnano a vicenda a non applicarsi trattamenti differenziai:; ma se uno di essi crede m se– guito di favorire un altro Stato con una ulte– riore riduzione di tariffe, questo vantaggio deve estendèrsi anche a chi ha precedenti trattati di commercio: e questo si chiama il Ira/la– mento della 11a=1011e /Jiù favorita. Da quanto precede, si "ede come gli anti– protezionisti non chiedessero nel 1914 il libero scambio assoluto immediato. Chiedevano sola-

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