L'Unità - anno VIII - n.20 - 17 maggio 1919

.,. 114 lato da entrambe le parti con spirito amiche~ vole e con ferma volontà di ridurre al minimo le cause di attfito. La sapien;.a dei che governano Italia e Jugoslavia e Francia e Inghilterra, rende impossibile ,i, questomomento la realizzazione del nostro programma. Oggi, •on possiamo domandare più la soluzione, che era ancora sci mesi fa la migliore: dob– biamo contentarci di quello che è pratica– bile per evitare una nuova guerra, dopo le universali bcstialita di questi ultimi sci aicsi. Oggi, la condizione degli animi è questa: che in Fiume, città sospesa, e in Zara, città ;rntonoma, le maggioranze italiane ripetereb– bero ogni giorno il \'Oto per l'annessione, tc– nendò inquieti gli animi al di qua e al di là dell'Adriatico. E noi abbictmo troppo spesso Oiasimata la politica del mulo bcndatoi perchè si abbia il diritto di fare la stessa politica a■che noi. " Per lo stesso motivo, per cui è necessario oramai tnnettere sem~'altro ali' Italia le citt:\ )i Fiumd e di Z~ra, b:1;oina abb~~donare la • belta )>ensata »'-rii ~ml di\ Setl;ni~ llha · • città autonoma italiana ». S,;bcnico, piaccia • non piaccia a Gabriele D'A1munzio. è città per nove decimi slava: gl'italiani non vi sono neanche mille : si può far credere che Scbc– a.ico è città italiana ai lettori cl i nostri gior– aali, ma non si può farlo credere nel mondo ad altri che .... al Principe di Bùlow o a qualche amencano ,·anitoso che aspetta una decora– zione del governo italiano. In S.,;benico, <i città autonoma italiana », se l'autonomia non sarà uua mistificazione, eh è se non vogliamo <lisono_ ■arei venendo meno alla promessa. di rispettare l'autonomia, la ma~ioranza slava farà quel che faranno le maggie)ranze di Fiume e di Zara: si serviranno dell'autonomia per votare Panni:ssione alla Jugoslavia. Dunque, faccia– mola finita anche qui con le «combinazioni», che possono funzionare solamente se e' è da una parte e dall'altra la volontà di attutire gli urti: e riconosciamo che Sebenico è terra slava 1 cosi come Fiume e Zara sono città ita• Hane, salvo ad assicurare libertà culturale ed eguaglianza giuridica alla minoranza italiana di Sebenic.o, ccme a quelle di Spalato e di Ragusa, come alle minoranze siave di Fiume e Ji Zara e dell'Istria. Il problema commerciale. ~el comunicato, che discutiamo, si parla anche di « concorso economico italiano alla creazione di un nuovo portO neltiAdriatico per la Jugoslavia entro dicci anni ». Auguriamo, nell'interesse legittimo di Trieste e di Fiume, che la notizia sia priva di fondamento. L'Italia dern, nel trattato di pace, assicu– rare la più assoluta libertà di. transito attra– verso i porti di Trieste e di Fiume a tutti i paesi del retroterra; deve assicurare alla ma. rina. di tutti gli Stati il libero accesso ai porti di Trieste e di Fiume per il commercio col retroterra; deve prestarsi con perfetta buona volontà e buona fede a creare nei l orti di Tr este e di Fiume tutte quelle condizioni, per es. zone franche, zone riservale, ccc., Je quali consentano ai traffici del retroterra di svilupparsi con la mas..ima libertà possibile. Compiuto questo suo dovere, l'Italia non la obbligo di impegnarsi ad altro: se ·gli Jugo– slavi vogliano costruirsi un altro porto, per emanciparsi del tutto dai porti di Trieste e di Fiume, è un loro diritto, ma se lo facciano a loro spese. Ed appunto in vista della pos.:.ibilità che gli Jugoslavi si costruiscano un altro porto ad oriente di Fiume a spese proprie o e, n l'aiuto della finanza di altri paesi, è necessario che i nostri negoziatori si decidano una buona volta a capire la importanza, che hanno per i porti di Trieste e d1 Fiume le tariffe do·'a– nali e ferroviarie del retroterra slam, che unic.ce Trieste ali' Austria e alla Boemia e Fiume all Ungheria. Trie-,te e Fiume sono q a~i equidistanti, tanto da Vienna ijuant•J da Budape~t. Finora fra Trieste e Fiume, ciOO fra il Governo au– striaco, che dominava a Trieste, e il Governo ungherese, che dominava a Fiume, si era dc• termina!o un insieme di compromessi portuali e ferroviari, in conseguenza dei quali Fiume acrvha prevalentemeute l'Ungheria e la Croa• zia, e Trieste ~erviva i pae::,i austriaci propria• .-iente detti, non senza disputare a Fiume una L'UNITA parte dello stesso commercio ungherese, grazie alla migliore posizione ciel suo porto rispetto al bassopiano padano e ai paesi retrostanti, e grazie ai difetti che la linea Fiume-Budapest presenta in confronto della linea Trieste-Buda• pest. Qucst' equilibrio economico pu? essere fa. cilmeote sconvolto, con la rovina di Trieste, dallo Stato che domina politicamente la Slo– venia. li quale può creare agevolmente un si! sterna di tariffe ferroviarie tah;, da concentrare in un altro porto più ad est, nonostante la superiorità naturale di Trieste, tutto il com• mercio non solo dcli' Ungheria e della Croazia, ma anche della Slovenia, dell'Austria. della Boemia. li problema non è stato risoluto, al solito, dal trattato di Londra: che mette in man'o all'l· talia la ferrovia Volosca-A<lel2berg, col nodo di San Pietro in Carso, ma rinunzia a Fiume. Questa soluzione dà modo ani ltalia di para~ viarie, che metteranno in comunicazione Trie– ste e Fiume coi rispettivi retroterra, ad una unica amministr;rnione consorziale, regolando le tariffe portuali, ferrm·iaric e doganali col pro– gramm:l di escludere fra le ferrovie di Trieste e quelle di Fiume ogni conco:rcnza a base di tariffe differenziali, t: distribuire I' hiflltrland fra i due centri cli traffico secondo le naturali zone d'influe,ua di ciascuno. La incredibile lacuna 1 (.he il trattat.o di Londra contiene a questo pc.,oposito,porterebbe come conseguenza la rovina del porto di Trieste a vantaggio dc~ porto di Fiume, se questo fosse dato alla· Jugosla,·ia, come si obbligò a ·rare l' on. Sonnino nel non mai abbastan1.a sullo• dato documento, o se fosse aflìdato a una am– ministrazione internazionale. La :-.tessa lacuna rovinerebbe insieme e Trieste e Fiume. dato che il porlo di Fiume venisse all'Italia e che nascesse un altro porto - e per giunta a spese del!' Italia - ad est di Fiume. E questa porto Ji1,1,areil trnffico San Pietro-Fiume, av\'iando nascerà, anche sen1.a il contributo dcli' Italia, :vc~so Trieste tutto i~c~mmercio fra S~n ~i~tro se ci .. s~à. sem~~e nc~la Jugo~lavja la 1>::,ss~i~ ~ 11 nJ)vo ('Ollfin\: 1 t,lian1'; mà non puo 1'f"jl,,, 1itù d1 maneggiare liberamente le tariffe fer• pedire che lo Stato posto a! di là di questo roviaric e doganali nel retroterra tricstino-fiu. con.fine, sviluppando, sia pure con grandi sacri– fici, la ferroria Lubiana-Gottschec, e allaccian– do!: alla fcrro,·ia Ogulin-Fiumc, conduca tutto il commercio della Carinzia, della Camicia e del retroterra a Fiume. E allora eccoci a chiedere, contro il trattato di Londra, anche il porto di Fiume. Ma neanche la conquista italiana dd ror:o di Fiume risolve• rebbc il problema. La Croazia e la Slovenia, mano in modo di controllare il commercio te• dcsco-bocmo•magiaro. Mancando, in\·ccc, que– sta pos.:.ibilit~, non ci sarà nessun i1:teresse a 't creare un nuovo porto esclu.:;ivamcnte slavo. L:1 stampa. italjana non si è mai occupata \ cli questo problema: il che dimostra che i no– stri governanti non ci hanno ancora capito ..niente. Er•purc è il problema vero della vita ,4cconomica triestina e fiu~ana I E a risoh-erlo correggendo il mostruoso errore del trattato di Londra, donebbe essere diretta tutta fa volontà del paese, piuttosto che a correr dietro alla retorica dannunziana. Tutto da rifare. Ma trattandosi di correggere un errore, è da credere che non se ne farà nulla. Caso mai, se ne commetterà qualcuno di pili. Ma l'opera, che sta combinando a Parigi queila dozzina di deficienti, che incombono sui de.:;tini del mondo, sarà prestù tutta da rifare. I « pezzi di carta », che escono da quella fuC:na, non dureranno neanche il tempo che è stato necessario a metterli insieme. Le nostre, <lunque, S<•no idee buQPeper doman l'al– tro. Ma quando il momento della revisione sar:ì. arrivata. anche per il problema dell'Adriatico, la esperienza penosa cliqu1.:.sti tempi avrà dimo– strato se provvedeva meglio agi' interessi reali e alla dignitù dell'Italia chi ha predicato ,i, /em/10 propi~,o la necessità di rivedere il trattato di Londra con idee chiare e ferme, o chi si è r;– dotto a conc.Cntime l~t revisione, cbn i·aèqua·aua · gola, nelle condizioni più :,:favorevoli che si po– te.:.sero mai temere, senza S2pere donde rifarsi. ignorando le realtà 1 correndo dietro alle ombre. isolando l'Italia nel mondo peggio che non !tia isolata la Germania, e cercando di far dimenti• care le proprie responsabilità con lo scatenare il paese contro tutto il mondo, cioè aggravando sempr più la difficoltà pubblica per salvare le proprie posizioni pcr:;cmali. L' GNITÀ. escluse da Fiume, si creerebbero un porto più a sud - quello che dovrebbe essere pagato dal- l'Italia!-; cd essendo sempre padrone delle fer- Al signor Auguste Gauvain del Joupoal de Débats. rovìe. che uniscono ai rispettivi retrot~rra tanto i ..À , porti di Trieste e cliFiume quantg il nuovo porto li'iren~t', 8 maggio J!JJ9. « che e tiazion<iii. Come garanlc dell 'aulo- più meridionale, avrebbero sempre modo di Sì[pLO,·e, « nomia fiumana, l"H.alia. an·ebbc dirilto anemizzarecon no.sistema differenziale di tariffe Nel Journal cles DélJals del /j tuuayio « di intenenlo a tutela dei nostri conna- doganali e ferrovi.arie i porti italiani a van- Ìt1oi citate ciò che il tnio a,wico, Carlo .Ma~ « zionali, qualora l'autonomia non fosse taggio del porto slavo. ',·anelli, cd io obMamo scritto. sulla. que• « rispellata dai Croati. Siffatta tieces8ità è Ed ecco perchè coloro, che caldeggiano la sUoue di Fimu,.e, rinuine,ulo scru.polosa,- « evicleute per 'lt-tta citttì come Fiu.me. (or• conquista del porto di Fiume nel\' interesse del •mente feclcli afle vprità e al/a, [JÙt8lizia, « 1Ul(1,cla. 1nui. cla8se dfri9entc capacis- porto di Trieste, domandano anche l'annessione per combatte1·c la JJretesa. dei nazionaUsti, « sin, ,n.di amministrarsi da, sè, sull:.i quale di tutte le coste della Croazia e della Dal• italiani lli a,,niettere alfllalia, 11.011, sola,- « il nazionali:-:mo croato sarebbe i;.em19re mazia, affinchè l'Italia possa controllare tutto . mente la, ciU.cì di Finme, 1u.<t anche Sussak « lenlalo di prcrotcre, se 1in pa.lto ·inter- il commercio delliAclriatico orientale nell'inte- e l"·inlero te,·,·itorio fra il ]fonte Bitto1·ay « 1wzionalc non lo tenesse e, freno» {p<Jf. nJsc e di Trieste e di Fiume. ~L.t a,1chc questo e il Monte lltagaiore. 64-67). sarebbc,rimcdioinadegu·1to! LaSi:rbi;i ;C.IQ ...i.Z!a,.,..,. !E·wctlete~ di osse1·ccire phe lfr... fJJtt· ~·__ :'-?"' è, l'am,e~sio!te sic e~ si.~plicilir Slovenia, intercettata totalmente dall'Adriatico, ziouc t'io1~com1Jlit<'i;°"e che JJerciò l' t«so all'Italia: 111(1, meno che 1nai è q1tell',111,. sfuggirebbe al controll l italiano, volgendosi che 11efate è per lo meno m·bitnu·io. Per- nessione alla Croazia, per Voi cùicombattete verso Salonicco o magari verso i porti del chà se noi abbimu.o com.battu.lo l'amnc.ssione e per c·"i vi se,-vite del 11ostro no,nc. Mare del Nord. cU tutto q1wl ter,-itorio all' Tfolù,, abbia:uio La 1 nosll'<i idea noi l'abbiamio es1>osta a.11,- Nè altrimenti agirebbe quella Confedera- a.nelle e sempre 1n·otestato per l'abbanclou,o con, u 1 n<ivolta n~tfUnità del. 12 dicembre zione danubiana, a crear la quale Pon. Son• incondizionato, che nel frattato cli .r.ondrc, 1918: 4< Fiwme, città libera e garantita nino lavora con quella geniale duttilità di il Goven,o Jtalimw <wevc, fatto alfr, C1·oazfr, << dal)' Italia è praticamente ·la stessa COSII spirito, che tanto io distingue. Anche l'Au• cli /l'iume. E nel 1:olumc su La questione i( che ft.,iume cillà italiana. Fino ol 1914, stria-Ungheria ricostituita avrebbe libera la clc1l'A<lrialico, che voÙvi siete compiaciuto « Fiume formara u11,·ero e proprio Stato fuga verso il Mare del Nord o verso Salonicco. di citCl're,s1ibito dopo la pciai1u, da voi « estero cli fronte aUa Croazia. CJ,;i era La lotta di ta. iffe non avverrebbe allora fra riprodotta, si legge qucll'alt,-a 11agina.: « condamiato (1,Snssak, pe,- es., pe,· reato Trieste e .Frnme, ovvero fra Trieste e Fiume « Ncll'Ansfria.-Un9he1·ia Fiwue [JOdevodi « cl-i,stm,,pci, 110n doveva. {a·re alt·1·0 che da un 1,,to e i porti più meridionali dell'Adria- « mm coslit11z1'.one a.utouo,na,che la sc1Jara- « pass<we il ponte per Ubenu-si dalla con- tico dall'altro, ma fra tutti i porti adriatici e « va cl.li Begnodi Croazia 1 CfJÙWiclicmu.ente « clmm,a, /;11-chè le cmlo1·ità di F'iwme non il porto di Amburgo o il porto di Salonicco. « la, assocfriva, come ente di verso dalla « lo avesse,-o co11se9natoalle a.uto1·ilàcroalc: Nel mondo moderno, in cui le comunica- « Croazia, al Re9no di Unyheria. E finchè « F'iumc insomma apparlene\•a agl'ila1iani :doni commerciali terrestri :-0no affidate ai i( i lllayìari rispettcirono l'au./o,,.omia Fin- i( di Fiume, sen;,_,a ap1>arlencre al Bcgno grant!i sistemi ferroviari, amministrati con cri• • me visse tranquilla. In se9nito i .Mà9im·i « cl'llalia. Mci 9l'ilalim1,i di Fiwne era1,o teri. spc~o politici, dai Governi dei grandi « hanno JJ'reteso di uu,9ia'l"izza,1·e l?iwue, « conthwameute turbati e minacciati nel Stati, non sono pìù 1 come nel medio e"o, i « ~ la loro bestùile politic<t di sopraffazio11,i « loro le9ittimo 1>ossesso cl<, magiari e porti <.:hc comandano con le loro dogane e con « dette oriyine a resistente teuaci, e, lotte « croati, pere/ti' nessn,m {or~c, superiore le loro tariffe di ancoraggio il commercio « 1 1 ìolente. ùi cni il pcirtito itnlimio o « li protear1eva coufro 1e prevaricazioni terrestre: :iOno le ferrovie retrostanti, che « a11l.ono1110 difese clispenitamente e ono- « dei v-ich1i. Da differenza j'ra. F'-ilww mi- grJzic ai loro accordi con sistemi ferroviari « ralcimcntc le fnincli-i[Jic cittadi11e co11fro « fouoma. {J<wantitci clall'J/(1,fia e l!'i-u,ne anche lontanissimi, comandanè •ai porti, e li « 'Un 9ove,-uo scuzc, 01,01·ee seuzci d-i{Jnitù. « annessa al(Jtalù,, dm1qu.c, si riduci fanno vivere, e li pos.:,0no uccidere. « E con le lotte frc, lei .lht11ici_paldit, ]fa. « nella pratica, a una cliffcreuza cli ba,r- La chiave dell'av,enire del porto di Trieste « liana e il GoL•erno cli B1utovesl si sono « dicre ». s!a nei <ristemiforroviari, che uniscvn6 e JX>~~ • complicate le lolle fra gl'llaliaui e i Il nosfro sistema d'idee può esse,-e f}itt• sono unire 1Iretroterra naturale di Trieste o di « Croaù, i q1wli ultimi alfenn<,vcmo in sto. p1fl) cssc,-c in{Jiuslo. )(ci è quello che Fiume, sia agli altri porti dell'Adriatico orien• << coucorrcuza coi nta[Jùwi il loro diritto è. R tJ.On dot1reM.1e esse,·e lecito s1Jezzc,rlo t.ile, sia ai pvrti dell'Egeo, sia a quelli del Mare ;( a, !ò;Chiacciure in Fiume gli Italiani. lU• iii due, i!Jaorrwe la parte c/ie si opJJOneal del Nord. Ì~ nel retroterra di Trieste e di Fiume, « velmulosi così diflicilc la. di{cs<, della, 1iazionalis1no croato, {ar couosceJ·e sola~ cioè nelle ferrovie immediate elci due porti, che « vcccitici autonomia cilt(ulìua, non solo 111,çnto qnella che si oppone al nazionaUsnio l'Italia deve cercare di avere m1a giusta par– tecipazione per tutelart gl'int<;rCS::.i legittimi delle sue città. Chi rng'ona <livcr.,amcntc. dimostra di non ,·omprendcre il val,)re delle grandi \'ie ferrate nel commercio moderno. Insomma la soluzi,,nc, in cui possono tro• varsi wddisfatti i legittimi interesst, tanto del porto <li Trieste quanto del porto di Fiume, con<;iste in una co11,crli'.ione portuaria doganJle e ferroviaria fra Jtalia e Jugoslavia, la quale ereditando e migliorando i ve(.chi ac– cordi austro-ungarici, affidi le lince ferro- « contro i ·JJ.agiari, ma, anche contro i ,j( Croati, comiucim·ou.o ttegli ultimissimi « m1,ni ali a cenni di ,w ,n•edeutismo it<,– « 1iano, J)er 01;cn, special,nente di giovani, « che veniva.no a fm·e i loro studi ili Jta– ,j( lici. Se si ristabilisse la vecchie, costil1V' 4( zio11c <wtouoma, adattcuulol(i meglio ai '( 11,-novi lem11i, e difendendola conlro cvcn• « luali altcnlali del naiionalismo Cl'Oalo « col fal'C l'llc.tlia gar«nle ùcllaco!:ililuzione ~ fiumana, qucst<, soluzione concilierebbe ... evidente.mente tutte le, esigenze cl1ti• italiano, faccudoci contribuire contro 0911,i giustizie, e verità alle, difesa. del p,·imo. Voi m:clc riporl<rlo anche cii) che 11.oi abbùimo scl'ilto contro i .nazionalisti ilei• liau.i 11er 1te9are che esistesse in .Fiume 11rin1cidel 1914 ·mi ·inleu.so movimento fr. 1·edeu.tistc, e in Jtalia un vero e 1n·oprio tn.ovin,culo pc,· fa, riveuclicazio11e di li'iume. ;.'ll(i11e,,;s1111, nnmo leale pu(J utilizzare le nostre pm·ofo JJe,· ,ieuar valn1·e alle ,·ipe– tute, vivaci m<rni/cstazioni irredentiste, che 1(1, popolazio11c iialùuu, di Fiume ha.{a.tto

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