L'Unità - anno VIII - n.18 - 3 maggio 1919

102 (Ll:,mua) llUNI'l'À L·ordine del giorno votl\to sulla. Socict1\ <lclle Nazioni e sui problemi attua.li della. politica, estera itn,– lin.na . di:d Convegno dei nostri amici a Firenze, nella seduta ciel l!J ,iprile, dice:' << J l Convegno afferma. che il Popolo « italiano, ncll'accettnrc il patto Ucll:1 « 8oc. delle .Nni. deve considerare cotno « provvisorie e soggette a, revisioni t,ntt~ « quelle pa.rti di essa., che conterranno « clementi i1npcri1tlistici a. vn.ntnggio de– « gli Sta.ti vincitori, per quanto rigna.rdn. << la, delimitazione dcli~ frontiere in Etf. « ropa, In, distribuzione dei m :t.nda.ti co– << lo11iali, la. iuellìca.ce ga,ra.nzia della, porta. « a.porta nelle colonie, la dottrina <li « l\fouroc, il ma.ncato ricouoscimcnto tlcl « diritto di libera, immigrazione e cleUn, ..:cguaglian,m dello rnzzu. ed in quanto << non nssicrnm efficacemente In lim itnzione « e il con.trollo degli arma.menti, il divieto « dell11, fa.bùricnz:one o elci commercio « privato dello armi, e trascùra di isti– « tnire unn, forza. iu•matn. internnzionalc, il <{ cui i111meòin.to compito sarebbe quello « <li presidiare i territori naziona,lmcntc << misti o coutesrnti, garentendovi i diritti « delle minoranze ed t:,·ita.ndo solnzioni < < territorio.li contrarie ai principi della, « Soeietà dello Nr""-ioni. << Pc1· qua.uto riguarda specialmente In, <~ uazione italiana. il convegno <lìcLi:1r:1 « che tn· Socict:\ delle Nnziani non po- 4(, trchbc essere a.cccttatà scnzn, riserve ~o– « stnnziali: o( a) qualora. il ttnttato di puce 11011 << assicurasse piene garnnzie cli liùertù, « c•nltnrnle o cli cgurtgliauza giuridica. éon– << tro l' csorbitu.utc nazioaa.lismo iugo– « shwo a. tutti quegli itnlia.ni, che rima– << ncssero esclusi <la,l nuovo confine poli– « tino dell'Italia,: « b) qualora. all'ltalia non fosse rieo– « uosoiuto il diritto ulln. intcgnnzione nu– « ziona.le e nlln. sicurezza terrestro e ma– « rittima, mediante l'annessione d~ll'Alto << Adige, del 'l 1 rentino, <lclln. Venezia. « Giulia,, delle citt:'1 di Fiume e di !6nrn, -« e di quelle isolo .forai,ec clcll 1 Adria.ti<::o « che souo indispensabili alla. sicnrczzu << tlellc coste italiane; o) qualora le sistemnzioui fina,nzinrie << 11011dist,ribuisscro fra gli ;1,lleat.i lo « spCSC' della gnerr:t i1~ ~qua mism·:1, ~e– « ncnclo conto della. 1·1ccLczza cli cm.– « SCllllO ». VJ:J11oca cli Roma. uel _numero cl~l ~ii aprile, h:1 riassunto l'<?rcl~nc d~l giorno in questa forma: << d1cl11arn. 11 clo,;-erc << drll' Jtnlia di uscire dalla Socieh\ f1elle « Nazioni. qnn.lor~t .non ottcncss.c li'inmc, « Zara o le isole foranee ciel litor11le « d:1.Jma.tn ». Si tratta-, come ,•odono i uostri let– tori, <h uua ~Iterazione profonda, ,~cl pen– siero fondn.meutalc del· con, 1 cg-no: Il <Jllfllc non 'ri'fl'llta la. Societù, delle Nazioni <11111- lora. 0c<'. ccc .. mn. l1accelta, co11, rù,er·vc SO· J$tanziali e dichiarando provvisorie e sog– <YCtte a, revisione tutte le clausole tcrri– fori~lli, economiche e ginridiehr,, I<· r1uaìi sicno <·ontrnrie ni diritt,i sia, dcli' Italia. sia. rli qualunque }tltra. n:1zione. Il 1>n,tto ,lolla. Socich\ delle N11,zioni, , ·ompila.to a. Parigi, nnche ju (fncJla. formn rndirnentn.le e in:Hlegnata, c•hr. Jo 1·c11de assai lonta,no da,IJ' frlèn,lc nostro. ra.ppre– scnt.a, sempre una grnnde conqnistn dell1t coscienza morale c·ontempor1:tncn. Lo. N:1- zioni, clic non hanno una potenza predo• minante - e fra queste, con permesso pnrln.1.Hlo. ù l'ltalia--:- commetterebbero m! funesto errore, se nfiutasscro quel clic si V potuto fare a. Pa,rigi attrn.,·crso iu~nit<' iliflicoltÀ, sol perchè non di\, tut~o 11_dc· sirlcrnùile iu fatto di sicurezzn. e <l1 cqu1tfL Riftutnndo la Socict:ì, non diventerebbero pill potenti: e nelle difficolt,\. ~v,'.eniro non potrebbero fare appello, _di ~ro1~t(: n.i più potent,i, ncn nche a qn~1 pr111e1_111 rudimentali di nuovo diritto rntcrnaz10- un.le . che lo statuto ,tclla Socict:\ ha do– vuto accettare, per qun,nti sforzi i diplo– matici facessero per sabotnrli o soppri– merli. J I piccolo Belgio non fn sn.lvato dal trattato di neutralit:ì, che orn una specie di articolo di una ancora. più rudi– mentale Società. delle Nazioui; mn. ebbe it dit-itto di prote8th.,·c; e In. ~crm1t11ir~ si ù perduta anche per a vere vwlato 'lllCSto diritto. Abbonatevi subito: la forza di un giornale settimanale è tutta negli abbonamenti :: :: :: :: :: :: L'UNITA I universitari d' -integrazione uno studioso 1 legga molto e con calma. Le Il Ministero dell'lstruzio~e ha disposto cl"i(: lezioni universitarie possono servire da. sve- in tutte le Universitù e Istituti di grado supe- gliarino. solo se siano integrate da studio riore del Regno siano tenuti corsi speciali per ~domestico.Lo studente di integrazione, invece, gli studenti, che sono stati sinora militari. per pro\·dd~ disposizione ministeriale, non ha Questi corsi, limitati alle materie più stre1- tamente professionali, dureranno quattro seme– stri, ciascun dei quali, all'effetto del numero di anni prescritto per il compimento degli studi, varrà per un anno. Il numero delle le– zioni settimanali è fissato a quattro per ogni settimana. Ai corsi pqssono iscriversi, tanto coloro che hanno compfuto i loro studi du– rante la guerra, quanto col~ro che hanno su– perato solo ~lcuni cs~uni o non ne hanno superato alcuno. Dalle materie, per le quali si è supernto l'esame, si può, a certe condizioni. es1;;erc dispen$.ati. Il Ministero della Guerra ha disposto che i militari studenti siano con– centrati nelle sedi universitarie, dovel preste: ranno un servizio ridotto e avranno l'obbligo dì frequentare le lezioni. Durante la guerr<1. gli esami erano dive~ nuti una burletta : come si poteva, in coscienza, richiedere preparazione a gente, che fino a due giorni innanzi era stata in trincea? E un provvedimento, che concedesse agli studenti militari di colmare in qualche modo le lacune , della loro cultura, am~i. a parlar franc.1mente, di formarsi quella cultura che manc.-iva loro completamente. era neccssa~io. richieslo, at– teso. Ma le dis;-iosizioni ministeriali. almeno per quel che riguarda gli studenti di lettere, i soli i cui bisogni in qualche modo io conosca, sono inutili~ anzi dannose. li Ministero dell'1istru– zionc deve riporre una fiducia :sconfinata nel– l'abilità pedagogica dei professori universitari di lettere, se crede che essi possano riuscire a travasare in quarant~, ottanta, centoventi ore (secondo che i corsi per le \'arie materie durino, uno, due, tre semeslri) dalle loro teste in quelle della loro scolaresca soldatesca. e ufficialc!:ca, tanto sapere quanto basti per la preparazione professionale: ma esso s"inganna a partito. Per imparare non b~1sta ancbrc a scuola, ma bisogna studiare : e di studiare gli studenti militari, se le di3posizioni mini– steriali saranno o::.servate, non avranno il tempo. ,., .. Mettiamo pure che il servi½io ridotto, di cui si parla. rimanga una formula, buona soltanto a ricoprire !a singolarità di uffici;ili (i più tra gli studenti sono ufiìciali) che :sono pagati dallo Stato per un scrvi1.io che non prestano. In qualcl'1e po3to. per esempio a Firenze, 1ni si dice che Divisione e Distretto abbiano minacciato questi studenti di affidar loro qualche servizio speci.ile. ifottiamo pure che l'autorità militare, ammaestrata dall'espe• rienza, rinunzi a costringere questi studenti a recarsi ogni giorno a un 'ora determinata, non so bene se alla Divisione o al Distretto 1 per apporre una firma che garantisca la loro presenza, facendo loro perdere cosi un tempo prezioso: i capi militari non si rassegnano cosi facilmente a fare a meno di controlli meccanici, e non sono, per o.i.tura 1 per educa– zione, per tradizione. disposti a trattare gli studenti quali studenti: per generali, colon– nell:, maggiori, la\'Oro significa ore: trascorse, in ufficio stando seduti a un t(l\'Olino. Mctti:uuo pure, dunque (e a me non par' possibile). che i superiori rniliiari rinunzino a infastidire inu– tihnente questi giovani; con tutlo riù, essi non avranno il tempo per istudiare. li decreto ministeriale non dispensa i mi– litari «beneficati» dal frequentare per le mata:rie non professionali i corsi ordinari: rende obbligatorie, indistintamente per lutti, le materie professionali, sn le quali lo studente ordinari_? di lettere a\·c,·a la scelta, secondo che preferisse studi di filologia clas5icc1, mo– denrn, storia e geografia, filosofia. Lo-studente militare dovrebbe passare all'università, se ho fatto bene il conto, otto o nove ore il giorno. Capirà più nulla alla quinta.? I nostri studi C6igouo che si formi il gusto e si svegli il senso crilico. A questO è neces– sario che lo studente, se deve di\'enire :,nche neo quasi ,·acanze : per il numero delle ore, che gli si impone di passare sonnecchiando in iscuola 1 non h.:t tempo libero. Egli 1 se avrà Penergia di levarsi presto o di pass.trc la sera in casa lavorando (io, più vecchio degli studenti cd erudito di mestiere, non l'aHei certo, dopo otto ore di lezione). potrà tutt'al più rileggere frettoloSamente g:i appunti presi. E l'esame? L'esame non potrà consistere in altro se 'non nella ripetizione meccanica di un sunto di questi corsi ridotti. Da qualche anoo qualche insegnante di lettere. convintosi che esigere dallo scolaro all'e:,ame che gli ripeta, nl.! più nè meno, quel che si era detto in iscuola, fosse un ri– durre l'apprendimento a una fatica meccanica, un avvilire la personalità del giovane, un uc– cidere in lui l'individualità, ave,·a preso l'abi– tudine di non richiedere unicamente e in primo luogo il corso, ma di assegnare letture sulle qLJali il giovane anebbe dovuto ri– ferire. Ma con gli shu.lentì militari, sovracca– richi di ore di frequenza, bisognerà, per amore o per forza. ritornare al vecch·~ siste· ma: il mandarino domanderà all'aspirante mandarino che gli ridica, con quanti meno svisamenti e ingrossolanamenti sarà possibile, qualche pochis~imo di quel poto che egli ha detto durante il semestre a scuola; e l'Italia universitaria di\'erril più che mai siinile alla Cina. li :sistema di travasamento è nocivo a tutti. Un corso universitario, specie se tnono– g;rafìco, può S\'Cgliarc. l'intelligenza, quando questa sappia integrarlo, esercitandosi su altri argomenti : un corso che trasmetta notizie, le/ dia come certe, non svegli, come dovrebbe, il dubbio metodico, la uccide. A chi non ra altro che frequentar lezioni, fanno male : una testa debole piì.1 va a scuola, e più ringrnllisce. E questo sistema del travasamento, S:! a tutti è nocivo, è più ingiusto, pili odios0 1 più insul– tante verso l'ufficiale studente che torna dalla guerra. Qnesti giovani hanno dovutO in età immatura comandare coetanei e uornini fatti, assumere rcsponsc1bilità, agire a loro rischio e pericolo in condizioni difficili, intuire anime umane. compiere per fona :.pontanea di in– telligenza e di volontf1 quel che nessuno aveva loro insegnato. Come mai i signori ministri dell'Istruzione e della Guerra possono illuder:.i di ridurre questi uomini faaisl matUJi anzitempo, ma Ormai comechessia maturi, al livello cli scola– retti che ascollano, prendono appunti, mandano a memoria gli appunti ? 11. li rimedio ideale sarebbe 1cl i non ne fare ,mila, di non tenere corsi speciali di nessun genere, lli rimandare a casa subilO tutti gli studenti, consigliando a co:oro che hanno già compiuto uffici.1lmentc i loro studi di non far u:so dei loro titoli prima che, lavorando per proprio conto o anche seguendo i corsi uni– \'ersiu,ri, che in Italia sone pubblici, si siano fatt-1 un pò cli cultura: a coloro che hanno Sllperato !')Ufoqualche e,.tme o non ne hanno ancora affrontato alcuno, di rifar.~i da capo a studiare. QLJesto sarebbe il solo partito onesto, il solo dal quale la nvstra cultura non soffri– rcbb~ sc;1pito. Ma interessi economid \'i si oppongono; quegli st•:.,i che, ~e non mi sbaglio, hanno anche impcd- to che gli studenti militari, anzi– chè essere• concentrati in grande numero in pochi centri dove il loro servizio non può essere se non una lustra, fossero mandati in licenza per il resto dell'anno universitario. La ,:ita è cresciuta di prezzo, l'agiatezza media delle famiglie diminuita: dove troveranno esse i danari per far proseguire ai loro figliuoli gli studi interrotti dalla guerra? E aMora si cerchi quello che è il male minore. li mantenere agli studenti l'uniforrnc e certi obblighi imposù dall'autorit,\ militare portano via tempo. Si accordi ad ci-Si licenza per l'anno scolastico, lasciando loro gli as:segni, anche ridotti, per esempio, di un q11arto. Le studente ha meno obblighi sociali e meno bisogni dell'ufficiale, e l'uOìciale studente, un.a. volta rivestito l'abito borghese, dovrà riabituar:-.i a vivere da studente. ·Quando non avrà più l'uniforme, potril andare al teatro in loggione e non si sentirà più _tenuto a passare tutte le sere al Gambrinus; p°t~~Je nu– trirsi in t:auoric e pensioni modeste o .1oche otteaere, pur congedato, di partecipare alla mensa del Circolo Militare. E lo Stato ci rispar– mierà un tanto. Si giudica poco corretto che gli ufficiali fuori servizio percepiscano in pa<te gli assegni ? La figura giuridica è presto tro– vata. Il Ministero della Pubblica Istruzione conceda, quale sus<.idio straordinario in rate mensili, a ciascuno studente ullìciale una somm.a par: a tre quarti dello stipendio di sottotenente: la distinzione dei gradi no• avrebbe più ragione di essere per gli studenti, una volta che, anche momentaneamente, nOa fossero più militari. Ma su questa questione degli assegni sono prontO ad arrendermi al giudizio di altri. Poi si riduca per gli studenti militari il numero delle materie non professionali : uH esame di più, quando gli esami soho tanti quanti nel nnstro mandarinesco sistema uni– versitario, non vnol dir null:t per 11 cultura : importa solo perdita di un tempo, che l1, stt_i– dente impiegher~Lmeglio lavorando per conte suo. ' Infine non si costringa ogni studente a prendere tutte le materie professionali. Poe• male, se uno che non ha dato esame di sto~ ria dovrà nel ginnasio inferiore insCgnare gli elementi cii stor\a : come, nei primi tempi della guerr~, borghesi nominati di u• tratto ufficiali di milizia Territoriale, hanne imparato con la pratica nei depositi e negli accmnpamenti, talvolta in linea 1 così i profes– sori non preparati all'insegnamento di una materia cercl1~ranno di colmare da sè la lacuna, e, perchè gio\•ani, vi riuscir:inno. Meglio sa– pere una disciplina bene, conoscerne i pro– blemi, a\·er particolarmente pensato sopra qualcuno di essi, che avere un'infarinatura di tutto. Studiare bene, con senso scientifico, che \'UOl dire, insomma, coscienza e intelligenza e null'altro, una ~ola materia, aiuta a capire tutte le altre. Gli studenti pfficiali, a quel che \'edo e sçnto, :.i sono messi allo studio, inconsuete onnai, dopo tanti anni di guerra, con una sem?licità di buon volere che commuove. Di– pende dalla ragionevolezza dei ministeri che quest'ardore non si raffreddi, che l'aria della scuola non divenga pesante e uggiosa, le aule non divengano un luogo dove si va a sonnec– chiare. l\fa sonnecchiare bisogna, per necessitìt fisiologica, se si deve stare a scuola troppe ore al giorno, se non si ha tempo di leggere e riflettere. GJORGIO PASQUALI. La Soc. Anon. Editrice " La Voce ", diretta dal nostro amico Giuseppe Prezzo– lini, in Roma (Trinità dei Monti, 18), ha iniziato la pubblicazione degli Opuscoli den•" Unità .. dove si andranno esponendo i punti princi– pali del nostro programma, e chiarendo i problemi politici della vita italiana. La collezione si è iniziata con l'opuscolo di C. Boscolo, dedicato a larau~m~nlama uroo i~nal (un opuscolo di 32 pagine, cent. 30; per. 10 copie lire 2.50; per 100 copie lire 20; per 1000 copie L. 180). L'opuscolo, che si può chiedere a tutte le edicole, è concepito con grande chia– rezza, cd è utilissimo per la propaganda di questo postulato del nostro programma di 'azione.

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