L'Unità - anno VIII - n.13 - 29 marzo 1919

lV. Un manifesto "dinamista n· Ci ,lamo co,tituiti in Gruppo Dinamista. N,1i <linamisti N,m abbiam'l libri sacri Non abbiamo idoli Non ahbiamo pregiudiziali. Crediamo soltanto nella intelligenza e nella volontà uman'.'t. Nostra legge: l'Azione Nostra divisa: Rinno\'arci per ,·i\'ere Vi\'Cre per rinnovarci No.!>troprogri\mma: Dare piena efficicn- 1.a all'individuo nella nazione, alla nazione nel mondo. Chi accetta i nostri postulati agisca con noi. I Dmamisti vogliono organiz1.are lo Stato ltaliano in b:t"iC al criterio di Giustizia. La forza efficiente della vita del!a umanità delle nazfoni e di tutte le minori forme di a~sociazione consiste nelle energie degli indi– vidui che costituiscono le associazioni stesse. Perchè regni la Giu!ttizia e lo Stato rag– giunga il suo fine, che è il bene collettivo, nazionale e umano, bisogna che nello Sinio ogni u<»no si' a.al ""' posto. La formula ~ semplice, ma feconda di re– -,ultati, se viene applicat;i a tutti i problemi di cui si impone la revisione. Infatti la fonnula implica : 1. - $tn.1ranilà colleth'.··a - fare accedere gradatamente le masse educate al governo dello Stato. Abolizione del Collegio uninomi– nale, che de,·e e~ere i;;ostituitocon lo scrutinio cli lista e la rappresentanza proporzionale. z. - Aholizi'onedei Prit•tlegi - Neutraliz– zazione dei privilegi di nascita con provvedi– menti generali e speciali che mirino al libero ...viluppo dell'individuo - Istruzione gratuita ' -- Col1egi di Sta~o pei non abbienti che di- lllO'itrino attitudine agli 'ltudi. Cernita rigorosa degli nmmessi agli Istituti di educazione. Abolizione delle re:itrizioni vi– genti nella carriera diplomatica. 3. Abolizio11t d~II, Coste, che teoricamente sono abolite, ma in pratica esistono. Si otterrà togliendo alle Caste stes~e i prhilegi di cui godono. Abolizione del fondo Culti. Reale, pratica ed cflkacc separazione della Chiesa dallo Stato. La Chiesa deve diventare una comune associazione, senr.a diritti speciali. 4. Rr:r.•isione di lulli i Dirilli Ertdilori - Eredità dei titoli nobiliari, dei beni immobili ccc. 5. Rtvisi'on.e di tulle qutlle leggi<kl'oSinio., che emanate in condizioni profondamente di– verse da1le attuali, non rispondano più allo scopo e non siano in armonia coi tempi nuo, i. 6. Rroi'sione di tutti gli _organismigiuridici. amministrativi, culturali. Riforma radicale dei Comuni e delle Prov;ncie, in base al criterio di larghe autonomie regionali. Rifqrma dell'Am– mistrazione della Glu::.tizia. Riforma di tutte le Amministrazioni di Stato. ridwcendo, sem– plificando gli uffici e -.:o npensando adeguata• mente gli impiegati conservati in servizio. Riforma radicale di tutto il ,;;i.sternascolas·ico, che è macchinoso, pesante, rigido e isterilisce le migliori energie dei giovani, invece di aiu– tare veramente il loro s,•iluppo. Imposta effi– cacemente progre--siva, globale, sul reddito pers,,n :i.le . Dare infine nello Stato efficienza reale alle forze reali che compongono lo Stato stesso. Quindi aiutare Associazionl di :Mestiere, Leghe, Cooperative, Associazioni Profes~ionali, favorire il loro sviluppo, la loro costituzione in enti gbridici, aventi diritto di eleggere propri rappresentanti, che diano il proprio contributo tecnico al buon funzionamento generale dello Stato. Inwmma c;inclacalizzare ;;radllahnente lo Stato. Nazione Armata. Utilizzazione della EdltCazion · fisica scolastica, delle Società Spor• tive. di Tiro a Segn"J cc<.·. in modo che si p<)... sa gradualmente ridurre il serv,zio militare obbllga!orl,1. T11!rla efficace degli Italiani all'e::.tero. Questo, nelle gran Ji linee, il programma per cui combatterà il Gruppo Politico Dina– mi-sti. Ramini, fcbbrai~mano 1919. Il Com1ialo: Dott. Prof. Giacomo Donati. ~I acstro Antonio Biondi, Giu<:oeppeRicrfotti, t jae1,rno Pagni111 1 David .Borghini, }faestro Lur1Q l..eoni, Prof. Giu-.eppe Menghi. " Unità ,, e Gli ::.crittori d1 Volonlà, in un articolo scritto « per chiarire le idee > - molto cortese a nostro riguardo - spiegano pcrchè l'opera nostra non li soddisfa. « Noi vediamo oltre e al disopra dei pro- t. blemi prospettati dall'Unità un problema « morale, che tutti li abbraccia, e ch'è impli- « cito in ognuno di essi, un problema morale « a ri!teh•ere il quale non basta nè la riforma « elettorale, nè la rifonna burocratica. nè la e costituzione dei bacini montani, nè l'au- « mento degli stipendi ai professori. Non si « forma un buon cittadino italiano, insegnando « per quali ragioni lo scrutinio di Esta con « rappresentanza proporzionale siano superiori • al collegio unmominale : con quali mezzi e « in quale misura il Mezzogiorno soffra di « sperequa.doni economiche e di iniquità po- « litiche, e cvsi via. Esa1ninare questi problemi (il'. ad uno ad uno, proporne delle soluzioni e « chiedere delle riforme concrete, rappresenta .e una grande illusione, bC insieme non si crea <e l'anima ciel cittadino italiano, che a tali ri- « forme può dare un valore bcncfi, o per « l'Italia. E il cittadino italiano non si forma « con l'istruzione: si forma con l'educazione « morale. li difetto maggiore degli italiani non « è la mancanza d'istruzione, è la mancanza « di coscienza morale. Perciò noi studiamo « gli -,tessi problemi, che studia l'Umià; ma li " studiamo con diverso animo, perchè in ognu- « no <liessi noi vediamo il medesimo problema (il: morale. Prendiamo ad esempio il problema « della burocrazia, ;i cu, l' llni'tà cle.::.idera dedi• « care oggi le sue maggiori cure. Noi vediamo « in questo problema tutta la nostra vita na- c zionale. È. inutile discorrere di rµoli chiusi « e di ruoli aperti, .:: inutile assalire la men- « taliu\ burocratica, finchè gli italiani coll9Cr- « vcranno la mentalità riformistica, che li porta « a chiedere allo Stato ciò che non può dare, « finchè migliaia di giovani italiani attribui- « ranno maggiore stima alla sedia di un grar- « fiacarte anzichè al banchetto di un ciabat- « tino, finchè i piò diversi ceti sociali preme• « ranno su lo Stato perchè le pubbliche funzioni « e quindi i pubblici funzionari siano moltipli• « cati. Ed è inutile pensare che questa men· (il: talità riformbtica e utopistica possa essere « vinta, finchè i giovani italiaoi continueranno « ad ec;sere edm.:ati çome oggi lo sono nelle « -;cuole drllo Stato, che --0n, vere fabbriche « d 1 ideologi sogn.atori eJ utoph,tid. E l.1 que- « stione della scuola per noi non è questione « cli stipendi, di edifici i,cola"tid e n,..eanche « questione di UQmini, nel sen--0 dì wstituire « quei professori che pc1 caqo siano asini con « professori che per caso siano geni. 1:: una « questione diversa. Per noi si cle\'e dare modo - allo ~colaro di crearsi la sua \'Ìla. La con• <e sorella Umiit. c-hc tante volte si è occupata « del problema scolastico, ha forse prospettato « questa che per noi è l'e-.sen1,adel problema? • Si è mai occupata di qnel tentativo per « uscire dal dogmatismo pedagogico. ch'è la « scuola Montessori? Non diciamo che il ten• .- tativo q:a riu!l(..'.itoperfetto: ma h,1 assai .e maggiore importanza nazionale che la legge ~ C,1::.ati,o il numero dei fabbricati scolastici, « o ~li :itipendi dei prc fe-.sori. Si è m:ti occu– « pata di un altro tentath·o: quello del Fer- · « retti, di cui ci occupiamo in que:.te stesso « numero? E qu••llo che noi diciamo della « scuola ,;i può dire di tutti i cosi detti pro– « blemi della vita nazionale, i qnall non sono « per noi che vari aspetti di un medesimo t:: problema morale, che la guerra ha reso più « che mai imperativo•· Se non c'inganniamo. e' è nel pensil·ro degli scrittori cli Volor,11, un q-rande equivoco a nostro riguardo. Quello. Chf' e.,-.i ci accu– -;ano di trasc-uralK", (f il problema morale », "' !"educazione nmralc ». è tanto po. o assente dal no-.tro lavoro, chr e330 è il /Jresupposlo continuo di tutto il nn"ttro )avllrO. Solamente, no, non sentiamo la nece-.-,it:\di ripetere con– t n1umente c-he occorre ri.soh·ere 4 il proble– ma morale ». che occorre rifare t l'educazione m1Jrale ». per la ragione semplicissima che chi -.c:;ntequeste verità non ha bisogno che glitle r:pctiamo 1 e dti non le sente .... è il primo a grirlarle ogni tjU 1r1n<l'ora. n o " Volontà Quale partito, quale camorra. quale grupµo profe!>sionalr.quale rndividuo iso:ato, ))'!r quan• to briccone sia, nega Ja c:sbtenza di un « pro– blema murale »? Tutto ciò, 4,;he <la tutti ..;i rhiede allo Stato, non è chiesto per ragioni di • giustizia », dOC per risolvere un « pro– blema morale »? Chi mai nega che occnrra « creare 1 1 anima del nt:a<lino italiano », inten:-,ificare "' l'educaiione morale ». anche negli ambienti in cui e~a è più elevata? li guaio comincia quando .;:ideve , ed~re in che modo creare quell'anima, in che modo neare quel1 1 cducazione. Noi dcli' U11ilà siamo com inti che la via migliore è quella di spiegare ca.soper raso quel che si deve farr., se si ha la « Intenzione mo– rale», cioè se si po---.iede già l'anima e la educazione morale di 1.:ui sopra. ]>ercht! noi abbiamo la pretesa che le nocitre intenzioni sieno morali: ma non crediamo di avere il dovere di dirlo ad ogni svolto di strada. e <'hi ha bi~no che glielo diciamo. può es.::.cre sicuro che non glielo diremo mai. E siamo convinti che ci sono nel nostro paese, special– mente fra i giovani, molte persone di intenzioni morali. l\la, abbiamo molte volte e da molti anni osservato che via via che ::.orge nella nostra vita pubùlica un problema concreto. le soluzioni proposte come morali dai giornali e dai gruppi politici, che istupidiscono e gover– nano l'opinione pubblica del nostro paese, sono precisa.mente la negazione di ogni giu– stizia e di ogni moralit..1.. E in queste condi– zioni, siamo convinti che in\'ocare ù1 astrai/o moralità e moralità e moralità non J,Cr\'a a nulla: !011g14m il,r per praeuplo, brrvt rf ejfica.:r per rxn11pln. Perciò ci sforziamo, caso per caso, di studiare i problemi per conto nostro ; e quando abbiamo trovata la soluzione, che cre– diamo morale, la mettiamo a dispo!.izione dei nostri giovani amici, cercando di convincerli che devono accettare quella soluzione e nfi'u– tare le altre. Ecco tutto. Gli iCrittori di i·olonlà ci rimproverino di sbagliare nei nostri studi : ci rimproverino di badare a certi problemi anzi che ad altri. Ma non dicano rhe per noi non csi'5te un « pro– blema di educazione morale•· Perchè neghe• rebbero (..--osi, ngiustamente, tutti i moventi piì1 intimi della opera no,;;tra. E, qe non l" 1 ingannia 1'10, l'articolo di 10- lontà che abblarno riprodotto, è lì a dimo– :itrare che il --010metodo utile per contribuire al progrei,,;.Qclell'educazione morale, è preci– -.amentc il nostro: "Piegare, c :a.so per ca';O. problem;1 per prnbh ma. a chi ha in teni ioni morali, quale -.0IU1ionecontenga in sè il mas– simo di realizzazu\DI morali. Infatti, gli scrittori cli Volontà, non appena si sforzano di concretare i motivi della loro i11soddi-,fazioncdi fronte al nostro lavoro, par– lano del problema burocratico e del problema scolastico: due prohlemi ro,urcti. :\la questi due problemi concreti. gli scrittori di l'ol ,11/à affer– mano di vederli ,o,, a11imo divtrso dal no-_,tro. percl è vedono in e::.si,c<>me in qualunque altro problema. il medesimo « problema morale ». ~el problema della burocra ia. per es. è inutile di-_,corrcredi ruoli chiu<ò!i e di ruoli aperti. ccc., :-e n·,n ::.itoglie dalt I testa, e~l'itahani il pre– giudizio che lo Stato debba far tutto, che la sedia del gr,1ffi.acartevalga più del banchetto ciel I i.tba.ttino, che lo Stato debba dare im– pieghi a tutti. Se non c'inganniamo, tutta l'o– ptra dcll'Un/M. dal primo numero ad oggi. è stata i,;pirata proprio da qu~te idee! Ma e.iso per cnso abbiamo cercato di fare qualcosa di più che ripetere questi principi aslrolh~ che diventano lunghi comuni qunndo l\.Onoconti– nuamente ripetuti i11 astrai/o: abbiamo cercato d1 spiegare, a coloro che credono in quei principi astratti, quel che debbono fare caso per ca,;o per impedire che nelle soluzioni dei problemi concreti prevalga il pregiudizio co– mune che }q Stato debba far tutto, che il ta– volo del graffiacarte valga più del desço del ciabattino, ecc. ecc. Ma questo non serve a nulla - in..,istonogli scrittori di Volonlà -: blc,ogna che la gi ventl1 :>ia già educata nelle 'iCuolc in modo che non c.,ca sognatrice, o ut0pi'itica e !itatolatra: e questa non è questioru.. di stipcnd;, di ('difid s .,t-.tl• e ll(Jt, hr ut· uo11 lii :1 ,rum1: .. la -.cu la dcvt dari!'! m ,lo allo -.colar◄ di crear~ la ..-,:, vita •>. Ecc,) 1I .. econdo pr ,ble– rna. che ro 011/ù .~uarda tot C'•Jnanim<J dh·er– .. •')da l "111/,ì •. I p'"oblcm.l "ICl•la~ttco. :\L1 l'affemwziont che • la -;cuoia deve dare ,igiv allo :-culan'>di crcar~i la -.ua vita•. ;. - ~.-e lo c,)n!--entan,• gli ;unir1 di rolonliJ vcv rhia come Il m,mdo: è tanto vecchia che la ripetonQ rinanche i tlcputati « amici della. scul))a '> alla Camera: tutti i p;\'I scemi ma– m1,11idi pedagogia fanno imparare a memoria. ai futuri maestri che « la ,;;cuoia deve dare modo allo -.colaro d1 neM:ii la sua v1t » : oppure la -.\.·uol,l l· quello che è ! Questo, ... e non c'inganniamo. ci conduce o.1 concludere 1.·he nnc-he nel problema scola– ,;:tico non ba-.t,l afft'nnnre una verità a'ìtrattaj c, ,n~equella; ,·he anii non ~ ntteS!;3ri◊ nem– meno affermar 1 a, pcn .. hè; pruupposlo da cJ,..un• 9ur si o,aupo Ji pro6/e111i tducalivi: bbogna -;tudiare d,e cos,1si dtve farr <aJO ~r caso da chi vuole che quel principio sia realizzato nella scuola : ed ecco tatta una serie d1 pro• blemi concreti: preparazione degl'insegnaoti, li– bri di testo, metodi d'insegnamento, e fra questi problemi c 1 è anche quello degli edifici scola.::.tici e quello degli stipendi degl' inse– gnanti (di cui - sia detto di passaggio - l'Cnilà non si è 19Nasimai occupata!). E fra. questi problemi c'è anche quello del metodo )lomesc;ori. Del quale, è vero, odi non ci i)ia– mo occupati mai. ~la se ci mettessimo a enumerare i pro– blemi, di cui l' Onilà non si è occupata, al– tro che il metodo Montessori ci dovrebbe rimproverare ! Sono milioni i problemi, di cai non ci ,iamo mal occupati. Perchè l' U– ,ulà è un piccolo giornale, che può ~tam– pare al più otto pagine settimanali. E anche se potessimo stampare sedici pagine settuna– nali ~ - Dio guardi I - trentadue, l' l/111ià è 'icritta anch 'es.sa da poveri cristi. tutt'altro che enciclopedici., a cui non è giusto (ecco un altro problema .... morale) rimproverare che non si sieno occupati finora di tutti gli infi– niti problemi dell'universo! Chi ci rimprovera, dunque, di non esserci ancora occupati del metodo Montessori, rimproveri un po' anche .::.è stesqo : perchè non spiega lui m:::11' Umià che cos'è quel metodo, e perchè è nece.,sario adottarlo, e c-ome si deve fare a generaliz– zarlo, ecc. ecc. ? Ria..sumendo, noi non riusciamo a vedere in che cosa gli scrittori di l"olofllà differiscano dagli scrittori di Umià. Tutto ciò che Vo«J"là pubblica, noi li) 1:0ttoscriveremmo, salvo diffe– renze in particolari di nessun conto. E quando Iolofllà crede <li fissare differenze di aMooe fra essa e Umld, ci semiJra che non ricsc., a fisc;arle: caso tipico, l'articolo dello stesc;o– numero di Vol,.mlà, intitolato « Sonnino, Trum– bic e l'Italia », il quale per la prima p...irte coincide pc: fettamente con l'articolo Rtllifiehe da noi pubblicato nel numero 15 marzo del– )" Cmià, e per la seconda parte riassume in forma vigoro!iae vivace,che invidiamo, ,utte le critiche che noi andiamo facendo non da oggi alla politica sonniniana. Più che dissenso nel– l'azione concreta immediata, più che diver– sità di orientamen{i morali, esiste, fra gli scrit- 10ri di Vdo11ld e cli Unit!J, una di\•ersa predi• sposizione sentimentale, che deriva da diver– sità di origini intellettuali, da mancato affiata– mento personale, da differenti età, da diversi temperamenti. La esperienza dell'azione gior– naliera ci dimo,;;trerà via via, se un'azione analoga potrol li\'etlare anche le predisposi- 1.ionisentimentali diverse, oppure se le diverse predisposizioni sentimentali determineranno o prima o poi delle divergenze an.:he nell'azione. Intanto il discutere amichevolmente e col desi– derio di chiarire le idee, sarà utile agli uni e agli altri. E anche in questo desiderio di (( idee chh.1- re•, Vo/011/it non può distinguersi da Unità. Come non può dbtinguersi, neanche quanto afferma: « Noi non seminiamo per raccogliere a brtve M:adenza.. Noi non ~iamo candida.ti per il go– verno di oggi o di domani. Noi non aggrediamo I' inco:teicni.i nazionale nella sua integrità. E forse un giorno I' ltalia raccoglierà quakhe frutto delle nostre semente ». Tipogmfi."Ga.lllelanaVia S. Z..nobi n. t, I l-:01STO CA.,.'tAOLI G1rmU rts~1,saJ,ik

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