L'Unità - anno VIII - n.13 - 29 marzo 1919

76 -:t-;trazionc, -.o non si 1nanifesta attra,·en;o le a~;$<Kiazioni politiche, le M:uole o i partiti, che ne rappresentano glt btituti organizzati e, per– manenti. Sotto questo riguardo,« infrenare l'in– fluenza dei partiti,. nelle elezioni, come \'Uolc l'on. Orlando, significa negame la funzione legit– tima e nece,,;aria: quella cioè di tkfi11i,e. eo11 la prtpa.ra :i'ont t lo ~",«fiodti programmi, , le,.– mim pù1 prcei'si riti mondalopolilùo. e di vigilar< all'oss,rv,;i,zt, tiri 11U1mlnlo da parie de/1',!etlo. Queste forme di ingerenza e di controllo sono per lo pii1 riguardate con i~pavento. E bi~na convenire the 1I Partito Sociali-.ta, il quale solo le ha a~untc finora, ha saputo darne degli C:,Cmpi odiosi. ~la non si può ne– gare che es~ non costitubc.1no una forza per 11partilo, che ha il coraggio di esercitade. ~on si può negue che abbiano contribuito alla chiarez1.a delle idee e alla sinceriL.i.della vita pubblit.:a. E chi ,•ieta agli ahn partiti di fare meglio del Partito Socialist..1.,ch.,è disciplinare le iniziative, i capricci, le avidità, lt: ambi– z!oni dei singoli deputati. senza mutilarne le indiv1dualit~l e ridurli a macchine senza di– gni1:1 e sen1.a volontà ? li prof. Orlando vuole « infrenare l"infiuen1.:1 dei partiti » nelle elezioni. Si vede che fin da quando faceva il profossorc. :,i \m1poneva di diventare ministro degli interni in regime giu– littiano. lnfrenati, infatti, i partiti, magari coi mazzieri, re')ta senza freno nelle elezioni il solo Go\"erno: cioè la oligarchia parlamentare può perpetuarsi gr.,zie all'opera del Governo. an– che contro la \'Olontà degli elettori. Così il •mandato• dei ~ vecchi dottrina"Ì del libera– lbmo :i,, diventa quel che la n110\'a sc.uola chiama « diritto dei ... pili rapaci ». E la ele– zione è una forma lar\"ata d1 cooptazione, in cui la oligarchia parlamentare indica al Ministero quelli fra i deputati uscenti di carica. che deW,0110 ritornare, e quelli fra i nuovi can– didati, che possono venire: il Goven o propone e impone i candidati; gli elettori li accettano <.-ollebuone o colle ,·atti,·e i la Giunta delle elezioni convalida sempre i candidati cooptati dalla oligarchia j e la oligarchia vota fedel– mente per il Governo, finchè una tempesta, come quella del mnggio del 1915, non la butta nel fango. Questo esiendo il fondo del pensiero scien– tifico dell'on. Orlando, non dobbiamo mera– vigliarci in ne::islm modo dell'alleanza fra l'on. Orlando e !'on. Facta alla vigilia delle elezioni. La scienza si associa alla pratica ... fino alla prossima tempesta, poco importa se di gran– dine o di fango. IV. Le idee dell'on. Orlando :rt.tlla questione del collegio elettorale M>noviziate di un altro errore storico e giuridico, che non sarll senza frutto esaminare. Dice l'on. Orlando che non esistono in Italia « unità organiche», oltre i C'.imuni da una parte e il Governo centrale dal!' altra: solo organo intermediario fra i comuni e il go\"erno centrale, chç egli ammette. è proprio quella unione occasionale e meccanica, di più comuni che forma il collegio politico unino• minale! L'on. Orlando, in.somma, non conosce la provincia, come organo storico e naturale nel– l 'ammini:nrar.lone : la provincia ricordata re– centemente -.u queste pagine attraverso un magnifico brano di Giustino Fortunato. Orbene, deve essere lecito affermare che il nostro Ministro degl'intemi ignora l'origine e lo svolgimento storico dei no!ttri istituti pro– vinciali. La provincia, non già nenc scaisc, quasi ridicole funzioni, che le sono attuamente ri• conosciute dalle leggi, ma come aggregato di popolazione e come unità territori;l.!e, risale :dl'unificazionc del Jiu italicum, e si identifica col municipio romano ..Mantenuta dalla Chiesa nella circoscnzione della «diocesi•, dal potere regio e imperiale in quella del «comitato». essa giunge fino a noi, attra\"erso infinite vi– cende, quasi coi confini primitivi. La costanza d,I fuumuno rivela e/te si Ira/la di "" /nllo ptnnanenlt. stm"b'ct e/adlmmle rùo11os·ibile. /011- dolo su 11.«t.;,si/11 11a/11rolie I eco11om1(/u. Sarebbe lungo il dire come questa tradi– zionale unità sia stata speizata nel Nord e nel Centro d'Italia, sotto il duplice punto di v1~ta amministrativo e politico, in centri urbani con L'UNITA organi.!)mi abbastanz.1 potenti per vxldio;;fare alle molteplici e!'ligenze degli a.bitanti e in– sieme abbastanza forti moralmente per resi– stere alle invas oni del potere centrale - e nei piccoli comuni rurali, in t:ui il pvpolo del contado ,·ivc isolato, murato, impotente ad attuare quals1ruii provvidenza !:IOC:iale:e la Provincia, che doncbbe essere l'organo coordi– natore e integratore delle auivttà locali, è ridotta inerte l'Orne organismo ammini!'ltrativo, ma riesce dispotica come str.umento politico. 11 collegio uninominale, adagiando~i in que:sto ordinamento politico-anuninbtrati,·o lo– cale, non funziona affatto da ente intennedio, fra il comune e il governo centrale, come fa\"oleggia I' on. Orlando; ma i: lo -.trumento dell' mJcudaumcnto politico del cootado alle <:1tti,.• Nella dlstu""i<..:ne della Legge elettorale del 1882, il Codronchi, il Barauuoli e al– tri moderati, &>Mcnnero il collegio unino– minale e ,ombatterono il più vasto col~– gio, pcrchè ,tdevano in questo l' afferm, rsi di una influenza indebita della cìttà sulla campagna: e date le circoscrizioni ristrette e arbitrarie stabilite nel progetto in disc~ione e poscia attu.1tc con la legge, e dato il fatto che allora i contadini erano privi del diritto elelloralc, la loro opinione aveva un fondamerHo di ragione. i\la nel collegio a larga base e con 1,unragio universale, di cui oggi prevale l'idea, sarebbe forM! da temere il contrario, se l'ef– fetto fos:,e temibile. « Quando si -.arl costi– « tuito il gran le collegio elettorale - rispon• deva France-.co Crispi a quei critici - voi e sarete costretti a confondere città e cam– « pagna. È necessario che , iò avvenga; e dirò • an1.i che .t questo scopo io voglio lo scru– « tinio di li;";ta,appunto perchè i due elementi, « rurale e urh:1110,i intendano e !'IÌ temperin~ « a vicenda ». E mfatti non vi può es!'!Crego,·cmo de– mocratico, i;c le unità, da cui escono le rap– presentanze politiche, non contengono insieme i due ceti; non vi 1>uòessere autonomia lo– cale, dove il potere sia ancora medioevalmente diviso fra alcuue città libere e molti comuni rustici soggetti a baroni o I urgravl, in nome di prefetti; non vi puO essere resurrezione delle plebi agric.:ole, .se le città non le aiutano a liberarsi: nè può d'ahril parte il U\O\"im(Dto sociale C'55Cre lai!ciato. come finora, alla ini– ziativa prevalente o esclusiva ciel proletariato industriale dttadino. Ed ecco perchè la estensione del \"Otoai contadini mediante il suffragio univer:.ale deve portare alla rottura del collegio uninominale: cd ecco perrhè btintivamente la questione della riforma dettornle si presenta oggi agli spiriti nello !-.tesso tempo della riforma am– ministrath'a: la prima anzi perde gran parte del ~uo valore, se non si presenta come la premc!'l.sae la preparaiione dell,1 :.e.conda: la quale consiste non solo nel ,·edere quali atti– yità nello Stato occorra deferire agli enti in– termedi, ma anche quali funzioni questi deb– bano assumere dagli imperfetti, dissociati, insufficienti organbmi minori. UBALDO FORMFSTl!\'I. Opuscoli dell' .. Unità~. Per cura della Soc. An. Editrice la Voce, Trinità dei Monti, 18, Roma, sarà pub– blicata una serie di nostri opuscoJi, il primo dei quali di Cleanto Boscolo, è de– dicato alla Un opuscolo di pag. 32 ceni. 30. Depo– sito generale presso le Messaggerie Ita– liane. I gruppi dell'Unila e tutti i nostri amici possono acquistarne dieci copie al prezzo di L. 2.50, cento copie al prezzo di L. 20, mille copie al prezzo di lire 180. Dirigersi all'amministrazione dell'Unità. Abbonatevi subito: la forza di un giornale settimanale è tutta neg/1 abbonamenti :: :: :: :: :: :: n Lo scandalo delle esportazioni La relazione della Commissione d' inchie– sta ,ullc cause, per cui durante l.1 guerra hanno potuto enri1narc \'erso la Germania, attra\'erso la Svi7.1.cra.gomma. zolfo. pa.:itc di frumento, cotoni, sete, rafforzando le capacità di offesa e di dife:,a militare degl'lmperi cen– trali, cioè aumentando i sacrifici in sangue e in denaro del nostro paese, deve condurre chiunque la legge con desiderio di verità e di giustizia, ,tlla conclusione, che quelle esporta– zioni infami furono po-.-.ibiliper i ...eguenti dt– ,·er,;i ordini di motivi : a/ il ronsen:;o dei ministri politici. cioè dell'onor. Salandra e dell'onor. Sonnin·o. che do\"evano esigere dai colleghi dei minbteri tecnici un I politica organica risoluta, e dei ministri della guerra, finanze, commercio ecc., che non .sentirono per conto proprio la necc!%:itàdi siffatta politica, quasi che ignv- t r~sero che c'era la guerra. Fino a che punto quella indiffereni.a !',:la stata un-> degl' infiniti casi del lasciar :mdare della nostra vita pub• blica, e fino a che punto sia stata coru,igliata da preoccupazioni politiche, le quali nel 1915, primo ann > della guerr~, potevano essere giu– stificate (vedi mancata dichiarazione di guerra alla Germania), rimarrà sempre un mistero; 6) la indifferen1.a degli alti funzionari tecnici, che avrebbero dornto richiamare l'at– tenzione dei ministri !'!Ullaneces.,ità di prO\'– vedimenti efficaci per impedire le Ciportazioni omkicle. Fra questi funzionari tecnici, quelli che fanno la peggiore figura, appartengono proprio al l\lini.!tcro della guerra ! Fino a che punto questa indifferenza sia nata da asinità, o da ordini verbali ricevuti dai mini· stri, o da complicit..ì. in affarismo, o da ,·ero e proprio tradimento, - rimarrà sempre un mistero: ,) le pressiooi degl' industriali inte;essati ad esportare. e dei deputali che patrocinavano gl' interessi degl'inclustriali. Fra questi depu– tati, quelli che facevano più baccano, erano i giolittiani, che oggi pili strillano contro lo scandalo delle esportazioni. Fino a che punto quelle pressipni i;!eno state detem1inate da semplice ingordigia di lucro, o da intese crimi– f!OSeco1\ gli agenti lasciat~ in Italia dal Prin– cipe di Bnlow, - rimarrà sempre un mistero, Una gran luce avrebbero potuto dare al mistero i documenti compromettenti alcuni per• sonaggi militari italiani, che si trovavano negli archivi d1 Vienna ancora nel!' ottobre 1918. e furono bruciati dal nuovo Governo rivoluzio– nario, se sono vere le notizie date dai gior– nali tedeschi dello scorso novembre. ~la il fatto che luce ù1/era non si possa fare, non toglie chi.! si debba fare tutta la luce 1x>s.-,ibile su questo terribile affare. Le responsabilit;\ politiche del gruppo n) non possono essere, evidentemente, misurate se non alla stregua delle circostanze politiche di allora. Le respons:1bilità morali dei deputati, cli cui sotto la lettera r), dovrebbero es.-,ere fatte conoscere meno sonunarlamènte di quanto non sia dato desumerle dalla relazione della Com– missione d'inchiesta: Il paese ha il diritto di conoscere quali deputati parteciparono alle pressioni per ottenere i permessi di esporta– zione, e in rappre,entanza di quali ditte ma– novrarono: beninteso che occorrerà dbtin– guere fra coloro, che fecero una delle solite lettere di raccomnnda1.ione generica, che nes– sun deputato osa negare a nessuno, e coloro che lavorarono ver,unente per favorire gl'inte– rcssi delle ditte esportatrici. Le responsabilità tecniche, di cui sotto la lettera b), sono le più facili ad accertare e graduare: e dùvrcbbero essere punite !,Cnza riguardo per nessuno, con la destituzione dei responsabili, asini o pelandroni o traditori che !'lieno stati, salvo ,he t1s1 ,um possano dimostrare di m•u·e obbedito a ordini espressi dei mini– stri, nel quale caso rientreremmo nelle respon· sabilità, d1 cui l;OttOla lettera a). Non vor• rcmmo che le rcsponsal> lità politiche dei mi. aistri e quelle morali dei deputati facessero dimenticare le respon.sabilità tecniche èei com– mendatori, e che costoro continuassero ad occupare tranquillamente le loro poltrone, an– che dopo quel che è risultato a loro carico. La conclusione è che è necessario che sia nominata una Cc,mmi'5i,me d'inchiesta c,,n ampi poteri rer com.lurre a fondo Je m<lagmi iniziate d.tlla pnma commi,sione. e accertare tutte le re~ponsabilità i11dit,,;/11nli (pvhtiche. tecniche, morali} di que!lltO :;angurnoso ..e-andato. Acqua passata? ... Ho denunziato. con relazioni al Prcjidente della Commi~ione per le , iolaiioni del diritto bellico, ìl capilano ungherese Victor Stancowitz, nostro prigioniero, il quale. comandante delle truppe nemiche che infierirono a Frontin di Tr chiana (Belluno), non solo mi svaligiò rom– plelammlt la villa, non la.sciandomi che i muri ro,·inatl, e rubò. con tutto il ricco mobilio, quadri. incisioni e ceramiche di valore. man– dandole in t;'nghcria, e distrusse la cospi<..ua biblioteca di 10.000 ,·olumi, bruciandola e fa– cendone ~trame pei ca\"alli - e tutto ciò s1- stematicamen1e, pcrchè ,·ole,•a che a me, sin– daco cd attivo ioterventi:,ta. llfm ralatse p,N 11111/a, - non solo agi in tuni i suoi atti contro i 1:>0,·eriabitanti da vero brigante, rapinando loro il nccesSJ.rio alla , ila e minacciandoli dt an·elcnarli tutti coi gas a ..fi~ianti. ma anche fu 11 loro odio:,0 aguziino. per un nonnulla frustando a sangue 1>erflno femmine e ra– gazzi, rinchiudendo chi' avesse avuto coraggio di protestare in una lurida stia di porci, o cacciandoli in prigione senza concedere nes– sun alimento, continuamente colla frusta e col revoh-er in mano per bastonare e terro– rizzare. Sotto il suo comando fu anche ;:u,– sassinato un contadino, reo soltanto di stare a guardia del suo campicello. Ho sempre creduto che per la pii1 eleraen– tare delle giustizie (magari quella per cui il giudice italiano puni-.ce ancora con tre mesi di çarcere il furto di un t zucca), questo tor• turatore di tanta povera gente, che ostentava una medaglia d'argento ... al furto, avrebbe do– ,·uto essere da noi proccl'J,ato e condannato nella persona e negli a, eri, e costretto a rc– !'ltituire ai legittimi proprietari italiani le nu– merose casse di mobili cd arredi mandati in Ungheria. Di questa stessa credenza ern anche il nostro l\fin1l;tro della Guerra, il quale dispose subito che « le imputazioni fatte al prigioniero « capitano Victor Stancowitz ,·enisscro csa– « minate dall'Anocatura Generale Militare it. Ma una successiva lettera del 7 marzo dello stesso Ministro partecipa che « l'Awocatura • Generale :Militare, interpellata sui fatti com- . « piuti dal capitano Stancow1ti, ha es. ress0 • parere eh nc,n liiano allo st.tto attuale deUa « legislazione punitiva. passlb1li di gmdizio ,.,_ Ripeto: le rapine, le distruzioni compiute dallo Stancowitz, le torture fisiche inflitte im– prigionendo, l>astonando e condannando alla farne a !'!UO libito uomini, femmine e fanciulli, :e requisizioni notturne con e:,pulsione in ca• micia dei donnenti. l'as,assinio di un padre di famiglia, 11011 sonoper l'Aw«alore Gt11tralt Mi/,. lat·e passibi/1~ 11011,hè di pe11a, di gimlisi'ol Tutt'al più lo Stancowitz ne dovr~ rispondere avanti ai giudici del proprio paese ! In \'erità. io mi sento più rattristato cd umiliato, come italiano, da questo responso ufficiale dell'Avvocatura militare, che non ancora dagli immensi danni subiti. E cosi noi, veneti, dopo i danni enormi materiali e morali sofferti, che nessun ris.1rc1- mento potrà m:li ~nare, dobbiamo avere per soprammercato anche le beffe delle n0stre autorità! Vorrei sapere ~e in Francia !'Avvo– cature militare fa altrettanto. Denunt.io con indignazione que!'lti fatti in· credibili e vergognosi. E per quanto la rac– comandazione torfl.i inutile, raccomando. per carità, che allo Stancowitz, durante la buona e comoda così detta prigionia, non manchi nessun confono, nè di libertà, nè di mensa. nè di letto; se no, chi ci salverebbe dalle rappresaglie della Repubblica unghereo;e? L. ALPAGO•NOVELLO. Un'offerta ali' " Unità ,, Inviandoci la somma di duemila lire per lo sviluppo del nostro giornale, un amico ci s:rive, e noi ci sentiamo fieri di pubblicare: « Sono e ben lieto d1 concorrere nella forma, che• è « più neu• ambito delle mie forze, alla vita « dcli' Umlà. Se sono padre di cinque 6gli ; q ma più ehe a increment.1.re il patrimoo.io, « devo pçnsare a pr~parare a. loro un ambiente « e una vita più pura, più larga, nel campo mo– « rale:,.cppcrò sent ,di dovere aiutare l' [/11it11 :..

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