L'Unità - anno VIII - n.6 - 8 febbraio 1919

I 34 L'UNITA Pel Convegno degli / "unitari u AVVISO IMPORT ANTE Xli. Roma 28 gcnn:1io 1919. Cara « Unit;'t •, Vedo che il proposito di convocare un con– vegno degli ::unicidell' ll111ìò raccoglie consensi e plausi cl.1 ogni parte. Non poteva essere diversamente perchè da ogni parte si sente il bi~ogno di orientarsi per orientare. Fd è pro– prio neces.,ario che gli avvenimenti del domani prossimo non trovino impreparati gli uomini che, per essere liberi e meno legati da inte– ressi o da gruppi fonnatisi anteriormente alla é:Utrra,possono recare un maggior contributo di opere concrete alla ricostituzione delle coscien– ze e delle superstiti for1.c \'ivc del paese. Il convegno degli «unitari • è quindi real– mente opportuno ed io vi interverrò e non mancherò di raccomandare l'intervento a quanti sono « idonei• a intenderne gli scopi ed a seguirne le opere. Gli argomenti da trattare secondo me, dovrebbero essere : I. Rifom1a burocratica - La trattazione dèr})fobicma non dovrebbe essere nè sola– mente nè essenzialmente critica. Anche i sassi di Patagonia sanno ormai che il «governo bu– rocratico• uno dei è il peggiori mali d'Italia. Nè affiorando le lince ricostrutti\"e della riforma si debbono avere tiepide limitazioni che ne ,an– nullino i risultati 1 ,Non si tratta più di migliorare le condi7,ionl degli impiegati e di semplificare i servizi : bi.sogna battere « il centralismo di Roma» che lo stato di guerra ha accresciuto fino a11'imposiibile ... Oggi l'unità dello stato ·.taliano è un fatto indistruttibile e si può ri– prendere sen7,a pericoli, dopo la pro\·a di quest'anni, la tradizione democratica-liberale delle autonomie regionali. Togliendo le fun– zioni a Roma la questione burocratica si risolve da sè, e li giorno in cui si aboliranno le Pre– fetture il paese respirerà con ampio respiro. E non intendo politicamente soltanto! II. Ricostituzione dei Partiti - Bisogna augurarsi che i partiti si ricosttluiscano. - 1 partiti poss no essere un antisettico nella vita della Nazione e dobbiamo perciò \'Olere che siano, quanto maggiormente è possibile aggre– gati di uomini diversi e migliori di quelli esistenti nel '914. Per fortuna la parentesi di guerra ha distratto per quattro anni dal pro– selitismo politico molti gio\'ani che si sarebbero perduti « lmma~ne di ben SC6'Jendo fai-e» ...e peggio. Questi giovani entreranno nella vita politica, dopo un'ardua fatica che non è stata soltanto di forze fisiche ma bcnanche di meditazioni e di propositi, e vorranno trovare bandiere oneste sotto cui militare nella contesa civile. Se la guerra, politicamente, ci consentirà di attingere a questo serbatoio di purezza e di giovinezza ha lasciato, per altro, l'eredità della tregua dei partiti che dobbiamo Subito repudiare e disperdere. Per la difesa contro il nemico la tregua era una necessità; oggi non ha più senso e non deve durare. Ciascuno deve chiarire se a se stesso e definirsi: uomini e gruppi. Partito è idea che ha la sua antitesi, on– ,1 'è che i g uppi che vorranno aver seguito nel pae!te de\'ono unicamente poggiarsi sulle idee e non &ui nomi. Da qui la necessità, da ~econdare nel com·egno, di porgere aiuto, in spec.ial modo da parte da qui.nti ne sono .,tali finora lontani, al ricostituir:,i - e al co• 1:otituirsidi onesti partiti, vivi e rinnovatori. III. Problema culturale. - Non scil!J>O parole ad affermare su questo giornale la c<,ntemporaneltà di ogni inizio di più intensa vita na1.ionale dal rinnovamento degli ordini ~olastici, col ranno e col sap,>ne e, se occore, col ferro e col fuoco, dall'asii,, infant,le alla univer~ità. IV. Que!,,tione agraria. - La trattazione dei problemi p:irticolari per intt nsificare la produzione del suolo deve sopratutto preoccu– parSi cli non rendere estraneQ il contadino alla terra cvi conwlidamento e l'in,piant,) artific~ di indu tric a beneficio di poche... zone pre– v-.legiat·--con danno dell'ecrimia generale. Per la Sede del con\"cgno riterrei op· ortuno R,1ma o B,Jlogna : Rr..ma '-'C si vuol favorire l'intervento di qualche ùuon elemento del me7,zogiomo, Bologna se si vuol favorire quello di amici ancora mobilitati residenti nella maggior parte nelle provincie ce:1trali e settentrionali. Firenze sarebbe ottima. ma non può attirare i meridionali e rende un pò più diffi– cile l'intervento di altri. Sopratutto in questi particolari bisogna esser pratici se si vuole riuscire. Ed il convegno, pur senz:-t am1>0llosità accademiche, deve riuscire importante se \"UOl essere la prima manifestazione di quanti, dopo lo sforzo della nazione in armi, non consentono ad invigliacchirsi di nuovo, e di più, nella \'CCChia vita della pezzenteria quotidiana. GIOYANNl MoRJ. Uno che Il ccrrispondente da Roma del Jiines, si– gnor Mac Clure. ha perfettamente compreso I' atte6giamento, che gli amici \'Cri non solo dcli' Italia, ma anche degli Slavi, e soprattutto dell'Inghilterra, dovrebbero tenere nella stampa inglese. Avendo il 'lii11cs pubblicato sulla questione dell'Adriatico un articolo jugosla\·ofilo intessuto con tutti quegli ingredienti menzogneri, che fi– gurano in qualunque propaganda nazionalista, e slava e italiana, il signur Mac Clure ha in– viato al suo giornale un insieme di rettifiche, le quali sono un modello cli buon senso e di prob tà. « Parecchie fra le affermazioni dell'articolo - spiega il signor l\lac Clure ai lettori del Tùn~s - sono del tutto prh·e. di fondamento, « ed è necessario che sieno corrette. « r. L'esposizione storica sembra si basi « completamente sull'opinione che Fiume e la « Dalmazia siano completamente sla,·i. Non si « accenna neppure al fatto che a Fiume esiste « u1n forte maggioranza italiana, mentre in « Dalmazia la piccola minoranza italiana che « ha sostenuto una lotta impari contro la po• « litica slavofila dell'Austria e contro il pro– « gresso e lo sviluppo rapido degli stessi sla,·i, e è molto inquieta riguardo al suo proprio a\·– « venire. Ciò che sostengono i propagandisti « jugoslavi, è naturalmente che gl'italiani della « Dalmazia siano in realtà slavi italianizzati. ~ Ciò è indubbiamente vero in parecchi casi; « però l'affermazione che non esistono in Dal• • mazia clementi veramente italiani è smen– .c tita dalla storia. Ad ogni modo, nessun ita– « liano potrebbe acceuare una tale afferma-· « zione generale. l\fa di questo punto di vista « italiano, che è anche il mio, non si fa nep– « pure menzione dcli' articolo. Lo scrittore in– « ghiotte alla cicca le affermazioni ju;oslave ». « 2. Si sostiene che nel luglio 1917 la mo– « narchia austro-ungarica era vicina alla dis– « soluzione; e si afferma che la dissolur.ione « ~mrebbe avvenuta, se I' ltalia avesse ricono· « -;ciulO la nazion ~ iugoslava dopo la pubbli– « cazione del patto di Corfù. Qllesta è propa– « ganda antitaliana efficace; ma è una suppo– ~ ~izione, una ipotesi che i fatti non corroborano « -.uffidentemente. r.tolti di coloro, che erano « meglio al corrente della ~ituazione sono con– « vinti che le razze soggette alla monarchia « a...,.nerano allora pronte ali' azione. A questo 4c: riguardo si pos',Ono fare notare due fatti a « coloro, rhc diconrJ che l'Italia sia stata lenta « nell'accettare l'idea della nazione jugo$1lavia. « Furono quasi necessari tre anni agli stessi « jugosla\'i ptr metter~i d'accordo sul program– • ma annunziato nel patto di Corfù. Esso fu « pubblicato il 20 luglio e cinque giorni dopo « il C, 1iereddl,1 St·a pubblicò il primo di una « serie notevole di articoli a favore dell 1 accordo « e della coopera ione fra italiani e jugosla'"i. « Parecchi italiani ben noti ave"ano gi;\ so– <t ~ten to questo programma, rna non era fa– <-: cilc fare 1,rogressi, mentre ancora I' accordo « non era intervenuto fra gli stessi jugoslavi. « 3. Parlando d· I patto di Londra, l'autore « dcll'artic<,lo descrive la rrgion• di Gorizia « e di Gradi,wa, I' htria sino al Quarnero, le « 1~,le btri; 11c e la maggi r p.1rte della Dal– ~ ma1.ia con le ,ue i'iole come. parti es-.en– « riali del tenitorio jugosla\"O. Quc~ta de– « !',,·rizionc g,•neralc tra\'isa i fatti. Le città "di Gùrizb e di Gr:tdisca sono prevalente- A cominciare dalla prossima settimana, invieremo le tratte po• stati per l'abbonamento alle per– sone che avendo ricevuto i pre– cedenti numeri de •• L' Unità " a titolo di sa(!gio non li avessero respinti. Al fine di evitare noie e spese a sè e a noi preghia– mo vivamente o di abbonarsi su– bito o di respingere almeno questo numero. Tanto a chi paga l'abbona– mento quanto a chi dichiara di non volersi abbonare raccom,.n– diamo di indicarci sempre la let– tera e il numero del cartellino che accompagna il giornale. ha capito « mente italiane; se la regione ad est di que!,ta « città (; slava, quella a ovest è italiana. L'l– « stria occiqentale è pre\' lentemente italiana. « Ma ne in questo punto, nè alla fine del suo « articolo, ove la questione dell'Istria e di Go– « rizia è di nuovo ricordata, Pautore dcli' ar– « ticolo, tiene un qualsiasi conto della popo– « !azione italiana. Ancora una \'Olta lo scrit– « tore agisce semplkcmentt' c01ùe un porta « \'OCe degli jugosla\'i estremisti. « 4. Nel suo resoconto del Patto di Roma « l'autore dcli' articolo pecca di numerose ine– « sattezze. Questo patto non era semplicemente « un accordo italo-jugoslavo, ma un accordo « generale fra i rappresenunti delle dh erso * nazionalità oppresse dall' Au&tria-Ungheria. « del quale l'accordo italo-jugosla\'o non era « che una parte. Il patto di Roma fu una « dichiarazione più estesa e cli portata piì1 « grande dell'accordo intervenuto fra il signor « Torre e il sig. Trumbic. L'autore dell'arti– « colo ome·te una clausola assolutamente es– • senziale: l'accordo li,mitò specificatamente « l'applicazione del principi di nazionalità e « del diritto di autodecisione con le !icguenti « p~role : f11 mOW dn flOfl ,.,-carepreKiud/zio « agli ili/eressi v:tali itlle due azùm,: du sa– • ran110 definiti al mtmunlo della pau. Questa « clausola fu il re•mltato di una lunga di– << scussionc: e fu inseri1a. per superare la « difficoltà, ovvia per ogni studioso del pro– « blema, che dato il frammischiamento dell~ « po; olazi,mi, una stretta applicazione del « principio di nazionalità non può dare una -< ,;0luzione pratica. Omettere que~ta èfousola • è alterare il \'alore dcli' accordo». « 5. L'articolo dichiara che I' lt:.tlia ha e permesso che si producessero durante l' ar– « mistizio incidenti che danno agli jugoslavi « la sen azione che essi siano considerati come • una nazione nemica. Questo non è che metà « della verità. La condotta degli jugoslavi nei « vari distretti, specialmente dove gli italiani « sono in minoran1.. , 1 diede troppo spesso al– « l'Italia il diritto di considerarli come ne– « miei. Ogni tentativo è stato fatto per na– « scondere questa \'Crità; ma se gìi jugosla\•i « debbono far C()noscere al pubblico i loro « lamenti contro I' ltalia, una elementare giu– « !-!tiziavuole çhe anche le pro,,ocazioni rice– « vute dall'Italia &ieno conosciute. « 6. L' articolo afferma che si deve alla « irritazione prodotta dall'azione italiana, ~ « gli jugo-.lavi si dispongono a pre~entare prc– « tese estreme. Ma l'ar.ione italiana non ha svi– e luppate queste esagerate pretese. A parte i ,, ntm1erosi programmi, che sono stati pubbli• « cati durante gli ultimi quattro anni, basterà « ricordare solamente le dichiarazioni fatte a • Trieste il 30 maggio di quest'anno dai leader « sloveni Koro!lcez e \Vilfan. \Vilfan pretese « tutti i ll rritori ad est dcli' Isonzo senza « eccezione, Koroscez affermò che Trieste e « Fiume son> entrami ne<.:e~1rie alla lugo– « sla\'ia, e dires-,c u, pcciale apostrofe a « Trie~te, che, egli di.,se, è -oro11alaottu rr– « ~,iu, ml nostro ;,ou:no. Que~te dichiarazioni « furono fatte ,ettc &ettimane dopo hL firma « del patto di R,)m:t e dcli' accordo italo-ju– « go!.la,•o. Koro!ilcez, che è vicepresidente del• « l'attuale gabinetto jugosl,wn, era allora pre– « 'ìid nte del Con-,i~~linnazi· ,nalc di Zagahria. « Solamnltc una intelligenza ingenua o con– « quii,tata dal a propaganda jugoslava può af- « fermare chi! le prete.;(" estreme degli ju~o– « slavi sono do\'ute ali' irritazione causata <lai– « l' a1.ion ~ Italiana. Il , rogramm<1 C!)\.Temodc– « gli jugosl:tvi è dornto esattamente alle ste;i!:ie « ragioni del programma e-.trcrno italiano· il « d, siderio d1 includere tutti i membri della « propria r.·zza entr,, le nuo\'e frontiere . .,enza « ·e 1er conto di qual-.ia-.i altro gruppo ~tr - « niero, che J>Otrebbc csscn i inclu-, . S pu\J « far notare d1e se il progr,unma e-, rcrno « italiano include circa 700,000 "tlan entro le « nUO\"efrontiere d'Italia, il programma c.stre– « mo ju ~oslavo includer, ·bl>e 400.000 i·aliam c. nella Jugoslavia. « Per evitare ogni malinH.so, dico che le « riven lira1inni italiane esagerate. mi cJi.,pial'– « ciono tanto qu .nto quelle d gli estrcmbti e jug,)sla\"i Ritengo che il prohl rn.t ul.>e « deve e: -.ere risoluto con un compr◊tnCM<). « Ma -ono com;nto che comp·ono oper" no– « civ \.Oloro dH'· in~inu,llltJ che Milamente « l'Italia sia da biasimare. « E voglio aggiungere, in l 0 0uch1!:>ion<·. che « men/re panrchi itol,imi l,a 11, /mv,,alo J•a I 1 « re..rliz=n=iom rii un prttJ:ram·11a mn,/c, 1l0 e per"" « occor(UJ, Kli 1i1;.,•tJS!m•i n luumo n'..poslo f.·1/Jlù– « ,ammte i11 olfJ ndtgu(l/o, Privatame te, nelle « convers:1:doni particolari, :dnmi 1010 leaders « hanno dato I rova <li dis()Osizioni più raip,)– « ne,·ol , h·.-ncht! al ri si siano mostrati com~ « pletamentc intram,igenti; ma non \'i è stata e alcuna rbposta pubblica, al publ,lko .,f1rzo e fatto dall'Italia•· È ass i interessante os-,cn·a, e come questo articolo del signor Mac Clure sia stato alterato nelle riproduzioni dei giornaH iuliani. Nel par grafo 6 il periodo: • Si pui", far <j( notare che se il pro_.;r.imma C!itrcmo itali:mo « indudc iOo,oooslavi en·ro le nuo\e irontier~ «d'Italia, 11 programma e-,tremo jugosl;.\\·v in– « cludereb e ioo,ooo itali mi nella Jugosla\'ia >, è stato ripn,dotto dalla 7hb1111a' nella fonna seguente:· • Si può far not;1re che entro le « nuo e fron ·ierc d'Italia il programma estre· « mo jugo!sla,·o includerebbe 400,000 italiani « nella Jugo~lavia ». Co e i nazionalisti slavi cercano cli fa1e ignora1e in Inghilterra <"he essi pretendono cli inghiottire 400 mila Ita– liani, così i giornali uOiciocii dt: la Con,ulta cercano di far ignorare in It 1lla che c:.itra•ta <'i i ghiotti:e iOO mila sla\·i. Sulla fine d•·ll'art t.olo, 11~ig .or )1ac Clurc attribuisce a merito deW lt .lia che farrcdti italiani hanno la\"orato re l' acçordo cvn gli slavi 1 mentre da parte degli sla\'i non ci è stata mai ri-.I>:-.ta adeguata. La Trilnm..,, e il Giornale d' Ilalm !unno :;Ostituito al'a. fom1a parecchi it11/iu11i la firma 1!t'ilali11111, Cioè mentre il Mac Clurc, p ,rlando di p.,nuhi il11l1'.:•1i, ci te e\'a ,i dbtinguere 'a-zionc <lell'on Bis,olati e dei suoi -;eguaci dalle rl•!ò!ponsabilitlt della politica sonniniana, due giornali romani han:10 trasferito all'on. Sonnino il merito degli awcr– sari clel\1011.Sonnino. li J'empo <li FilipJ>O Naldi non ha fai~ to il testo dell'artilolo; ma I' In annunziato col ~eguefl'e titoL,: « L'italianità della Dalmazia e riconos, Iuta anche dal '/ìlnn. • Non c"è nulla t he un giornale quotidiano non pol;..:fa ,crnu:t– te·si, a palto di avere !)Ufficiente tacda to-.ta. Recentissima pubblicazione: LEONIDA BISSOLATI La Lega delle Nazioni e i diritti dell'Italia Prezzo L. 0.50 "VIE NUOVE", rivista quindicinale del revisionismo socialista, ha Iniziato con 1a pubblicazione del testo Integrale del di– scorso tenuto n Mlluno dn Leonida Bisso– lati unn piccola biblioteca di propaganda, di discussioni, di culturtt soclnllstn. Inviando cartol"nn vpglfa da L 0.50 al• I' Ammltdstrazione delta Rivlst,t In Roma, via del Tritone, 201, si riceve franco di porto l'opm,colo. L::i tiranni~t dello :-,pazio ci crn,trin,.;c a li1nit1rt! ai prossimi num ·ri run.:cchi importanti n.rtkoli, fra ~ui La ricostru– zione dell'Au,tria di l\,ccolò lloJo· lic ,. Tipo.::rafia Galìleiana Vin. ~- Zanobi n. 64 Ec;1~ro CA'IAGLT G,rw:, rupq,ual>i/e

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