L'Unità - anno VII - n.42 - 19 ottobre 1918

2Òb di gran lunga la più ·industrhlmente e eulturnl– menle p.-ogredita fra le pàrU del costituenrlo Sta– to pluri11azio11ale in questione, avrnl!_l,e ipso {act,) il còmpito di educare col suo csewpio le naziona– lità ,o,·elle t, rag~iu 1gere il ,uo livello di civilt.à; av,·cbbe i11esse un sicuro campo (i"f-s11ansion" per I.! :--ue illdusLrie, pe1 1;rnti !=-UOi comme1·ci, per h-111- 1,e· forme d'uti ti,__sima colo,~izzazione i11lerna: co– st 111z1on1-.:t1tuiul1, fc11·ov1e 1 ponti, nuove colLurc agricole, ccl'. Nella mis111'a .isatta in cui si tml– u,1·1 e-l>bertall'iu,porsi, finireo'be i1,(wilabi !mente con l'al/rnrre. I.a ~ua lingua, senza sostituirsi al– le altre, diverrebbe di per $è la tinyu,u franca ciel, l'int,,,u compagine. L',,ssenziale è di ben di tinguere ,ra gli inlerc~si r111t11rn/i e lo-cali e indiViduu/i e •gl'interessi · Sta– lcili, · co11umi ,, tutte le· 11acionatitcì 'interessat~. L'impo, tante è di cominciare ad affMmare da questi, che uniscono, anziché da quelli chb divi– dono. Noi siamo al'I ivaLi a una svolta della :Storia, in cui gl: St«ii 11a1.ionaliindipender.ti ,ono destinali a cedère il posto a Stati pJu,;nazionali ·cli ,i1bere nazionnlità inll'rclii,e,1clenti. Fr.1 poch..i anni lo svi• ·•1uppo della tecnica di distruzione per le1Ta, per mare, per arii sarà loie che le,attuali discussioni ci,,ca i confini strategici, circa(Jue.sta o quell'isola, quest0 o quel monte, ap1>ari,·anpo riclir.ole. Non vi sarà più capitale emopea che. non si& e~posta a ler,•cbili bom'.barclamenti demolitori, al paci d'ogni altro centro di confine· non vi sarà più pae5~ che al1bia la te•tezza di cost.anli comunicazioni ma– rittime con le sue colonie, e che si stnta al sicuro dalla fame. In ui'la guena 'fuuHn ogni Stato di– sporrebbe di migliaia e decine cli mi~liaia cli aero– plani e di sommergibili. Fra poc\1i mesi l'Allanticc, sarà attraversato eia sciami cli drca,lnouyhts ae– r.ee destinate alle città· del Reno a Berlino e a Postclam ... E' ovvio, che cli fronte a questi sviluppi che nes uno St.ato può più tro~are in sé stesso le condizioni di sicurezza della vita. O gli Stati mino– ri saranno soggiog!l,ti dagli Stati più potenti in ~randi unità politicht, analoghe a quella ch 0 la Ge1·mania ha tentato creai,~ in questa gnerra, e in cui una ,,azione dominerebbe sulle altre; - op– pure , singoli Stati e le in gole nazioni cleLoono superare la fase degli S! .a.li nazionali inrJipe11den– ti e 'costituire una o più Leghe di nazioni cultural– mente Ii.bere e politicamente unile. · Solamente in seno a grandi compagini statali po5'>0no le· 11iccolenazioni godere sicurezza e dirit– ti eguali alle grandi. L'èra della splendidJsotatiOn delle nazioni è finita. E' finito il ciclo storico, in cui si poteva Iottnre o prolungare lina_guerra per un'isola o uua cosla o un confine. Oggi la guerra non può avere che un fine: la fine della guerra, l'instaurazione del Consor,io delle genti. Chi per un'isola o due o una costa o un confine si dinio-, strasse disposto a ritardar d'un'ora la Ce$sazione \ della strage, s'attirerebbe aùdos-so mei:ilalamente la eseèrazione oniversale. a« C:! ;y;,ge;:z~---.,,,:i,:,n EiM+e :t :i, Ei1!5:~?C::: t ~ Wlf'K~:::::'.l!~-;;.~ · Con cio non si Jeve ritenere che 11oipensiamo che le nazioni abbiano compiuta 01-mai la loro funzione stodca. Tutt'altro. Precisamente . percl,è bn qui molle nazioni hanno dovuto lottare per vi- , vere, esse non banno potuto compiere le lol'O fun– zioni specificamente cultw·ali. Lo spirito umano soffre non già delre~istenza di molte nazioni, ma del rutto che solo pochissime hanno fin qui avuto l'opportunità di attuare la ·1oro potenzialità li problema è di aHargare a tutte le cpporlunilll. fin qui accessibili solo a pochissime. 'J aie è iJ problemu vero dell'attuale conflitlo, l'impulso vero verso La Lega delte nazioni: ~i tratta di co11quistare per tutte le nazioni, come, e– nergie e val'ietà culturali, la stessa libertà che si è già conquistala _per le. rnrielà della religione, della filosofia, dell'arte. · La Leg·, -delle :'fazioni non ~opprimerebbe punto la funzione rlella nazionalità. Anzi. .più che mai, contro le influenze Ji,ellatl'ici e cre&triti d'unifor– ruità <ìel rommercialismo e della rapidità delle. co· m1111icazioni e rlei ta..~01·ti, contrò la burocrazia, ine,itabilmenle ampliantesi con l':impliarsi delle compag-ini statali, diverrà utile e ncces$ario che si~nvi 1Jotenti forzè e varietà nazionali, che assie- • L'UNITA me alle reiigioni, allo spirito cli corpo proies.,io– nale, at patrÌotLismo lÒcale e r~gionale, proteg– b ,O.no g l 111llividui e li n1ettauo in grado d1 tenersi i,, contatto 'l:01 Gove, 110 centrale e ùi controllado. Più le coltlpagini statali ,i espaÙdono e più la 101·0 vitalità come de1nocn.Y~ia esige un r,,roc·esso corre• lau,o cli decèntrainc1110 sp11·1tuale i,, seno alle lo-. ro opinioni puJibl!d1e. L'idea della patria lunge ùal JH~ntefl:! i11 import,:utza, ,..ìCq.ui~terà in eleva– tezza. .\nelle og.,;i no11 tulti i membri d'una nazione possono v1veq, nel loro paese natìo; ciò che è es– senziale in oggi, e 110n ce,sera cl'e,oere essenziale cloman,, ;;i è che on111<1ue i figli •l'una data nazio– ne a,bl,iallo a , il ere, essi godano ovunque cli pie– na libertà, e i !oro pensieri .siano sémpre orientati verso il loro· centro d'origine, e <Juisia sompre lo– ro pos,Ll>ile 1iprender contatto con le toro scaturi– gini e ton le t>ii'1belle e'irnperitu,:~ incarnazioni 5lol'iche od esteticha alla propria stirpe. Precisa.– mente nella mi ura, in cui il principio di naziona– lità ceS!'erà ·d'essere argomento di dibattito nel Pflrlamcnti P cii contesa sui campi di ,battaglifl, essa entre,·à come un nuo,·o s]lirito nctla Sc11ola, nell'Ateneo, ·1101·reatro, ncll'A,tc, o IH' diverrà il fuoco f.;acro: Pel' opP1 a sua og11i llalia.110, ognt Inglese, og':1i Boemo, ogni IsraeJita, nvunque ei vi– va e :,otto qualsiasi cielo, potrà (!ire <iep;li lcldii pat, ii, per quanto lontano dalla Gerusalemme natia: ,; Ovunque due o tre sono adunati in IOTO . nome,. ivi son· essi nel bel mezzo di noi. u Angelo Crespi. POSTILLA Leggendo quest'articolo iute,·essaute e suggesti– vo de( ·noslro amico, i nostri leLtori devono avere pl'Ova10 quel che abbi.amo pro,•ato noi: volta per Yolta ci sian10 sentiti vicinissimi e lontanissi·mi, hffascirHtti e disorieniati, -· consenzienti e prote– stanti. li c,·espi descrive la Socie, i delle .\'acioni c1uale I:° concepita clagli uomini miUiori ciel mondo an– glo-sMsone, quale è in gran parte già realizzata 1·ell'lmpero britannico, qual,, dol'rebbe essere· peMala e ,·olnta <la tutti gli uomini, se gli uomini fossero intelligenti e buoni. E fin quì sia.mo cl'ac- oo~. , · ~la il Crespi considera anche co111e f cile a rea- lizzarsi questa Società lletle na:ioni. t , :•.1,J liEffi?IC::::J~-«=~~~~ ~.:..";I~ • . B qui comincia 1.m dissPn, ,, che però cl sembra più di forma che cli sostanza. Se la .'ioctetà del/e n<1oioni fosse Cflsì facil~ co– me l'amico Crespi ritiene, egli' non si limiterebbe a proporre una speciale società fra rtalia e le na• zioni oppresse clell'..\u tria: la proporrebbe [Jel' tuile le nnzioni antigernia.niche: per qual motivo, infatti, l'llalia cle>,·J·ebbe confederarsi coi jugoslavi e coi Loemi, e non anche con la Francia, con l'ln– ghilte,.,.a, con gli Stati Unili'/ E dal momento che il monopolio della saggezza 11011 1,ui, essere dei latini, rlegli slavi e..clegli anglo-sa55oni, perchè la Società delle nazioni non dovrebbe comprendere anche la Cermania.? E allora Ja çutstione dell'.\1- sazia-Lorcna della Posnania e della Slesia non d,venrercbbero :rnch'esse questioni 1>olitiche? Da.' ta,la Società delle .Va;ioui, è evidente che Ìa guer– ra 110n~i dern prolungare per qualche scoglio a– clriaJico. M':-i data la .,ocietà delle Sricio1ti, anche 111,roblema clell'Alsazia-Lorena perde ogni interes. ;e, fi11ita <1uesta guerra in un cordiale al>llraccio franco-tedesco, l'Alsazia-Lore,(a non sarebbe più. n€ della Francia nè della Germania; a1ipart.erroh– Le, insieme colla Francia e colla Germania, ali!\ . ocie/à delle nazioni, ~ in essa ogni individuo a– vrebbe la possibiliià cli vivere Jiheramen1e alla francese e alla tedesca. E perchè smembrare l<t pover·a Austria-Ungheria? Basterehbe che i tede– schi e i magiari accettassero il p,rinçipio della So– cietà delle Nciz'ioni. Aryzi, ripensandoci su, per– e!,/>r'è q11csta guerra? Pel'chè mai non e'~ gin da un pezzo la ·ocietà ,tei/e Nazioni? Basiano queste domande a far comprendere dove sia il difetto del ~istema •ii idee del Crespi. Ti concetto di nazionalità, quale to ha il CP.spi, è i! concetto cli nazionalità quale esiste nel mondo a11(1lo-sasso11e, e la formazione sto1;ca 'di que~to ·u,ondo ,pièga i caratteri di <JUdlconcetio, come il Ll't>SJ)iha egregiamente spLegato nel paosato nu– rnel'O ùell'L'nita. .Ila anche nel mondo a11glo-s11.sono non tutti i i;rupp, nazionali coucepisoono il diritto cli naziona. l1til.nel modo sul)erio,·e, a.cui sono giunti gli spiriti piu '"flinati: eseu,pio le velleità secessioniste di < e,·1i gruppi di nazionalità il'lanclesi, egiziani, iJ1dinni. Peggio ancora. ~ nolJ'Enrop<"t. continenta– k (Jue,tu, per uo,tra sventum - e il Crespi t'ha spiegato 01>pol'tunamente nell',illro nun,ero. del I•11itli - ha un passato assai diverso eia quello, ir, cu, si s0110 fom1ate le ,dee politiche ciel mondo anglo-sas.one. li passalo clcll'Eul'Opa conlil\entale t· un passato di oppTessioni feroci, d; ribellioni fe– rc-ci, di lotte fe1:oci fra una nazio~a e· l'altra. Dato questq nostro ;peciale passate, che - lo' ripe1iamo - è una sventur·a, ma di cui non pos– s,amo clibfa,·ci a un tratto, non è ]lossibile appli– care nelle questioni nazionali europee gli schemi mentali del mondo anglo-sassone. Da noi pur tl'Oppo le ingole nazioni si sono cosiiluite quasi iutte con un procesoo cli l,CCessione clalle compa– gini clispùtiche ~tatal1, in cui erano pri1nH incate– nale. Ed è oggi Here~sario che le n,1Zio1li 01~ se clai tedeschi e dai 1nhgia1 i, invPcè' di 't~ft!---fo1~~~ re l'Au$t1·ia-Ungheria, d'accordo coi tedeschi, e coi wagiari, in. una grande Svizzeru, ~i dividano l'u– na d«ll'altrn in Stati nazionali indipendenti, salvo ad nssociarsi da capo in un ~econdò tempo in 1tna nuova organi:;azione supe·rstatale. Questa riorganizzazione noi doht,iamò magari desiderare che avvenga suoito clr,r.o che sia an·e– nuto il processo di clissoluzio[\e. ~la qneslo proces– SC\ è una pregiudiz,ale i,ievitubile di ogni soluzlone c!el p, oblen;,a ausll'O-ungarico: ))erc:hç non r,'è la fi<l11cia recivroca f-ra i JJO1ioli,dell'AuSt1'ilL, per– l'i,è dopo un secolo cli prepotenz~ e ·d'inganni dei tedeschi e dei magi;iri nessuno più si fida del suo vicino: ognuno vuol direntare p'Jdronc in ràsa · sua, e solamente dopo penserà a vedere se può 1•itornare arl associar,i, padrone della propria vo– lontà e delle proprie armi, con gli a1t1t Co$ì è per i rapporti fra la Francia e la Germa– nia. Preclicarq alla Francia oggi la Società . delle .Yacioni col la Germania, sarebbe fare dell'ironia e della lugubre ironia. II passalo domina il '))'l'e– sente: le mort saisit le vif. ,t'' \"~ Insomma, ver ora dobbiamv conlent.arci ChP,la Società delle libere nazioni so, ga fra gli Stati dell'alleanza anti-germa11ica, fy~ i quali clernno r•sserci nuche gli Stati nazional.i sorti dallo sfa– éCiamento dell'Austria. Fra quesli c;tati nazionali sai-a la Jugoslavia, confì11:inte dell'llalia nell'Adl'iatko. ~ >L u p iP.11 :CENSURA) L ••----~"""r.'i.111.U..l ~ t~ .. , .. ou sono pur spante e o e reli- giose'/ _\Ja 8i attenuerà a due condiÌioni: t) che clalJe lotle sia esclusa l'influenza della burocrazia austriaca, che finoro_ Il· ha semp,r~ ~– sa.sperate: quindi dele11<laAllst ria; 2) che il nuovo assetto adriatico sia tale <la assicurare onmque il go,·erno li !le magi:;ioranw

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