L'Unità - anno VII - n.34 - 24 agosto 1918

; . 168 L'UNITA DALLIALCROATOl I dalmati a Wladivostock Carlo Scarloglio nella Nazione ùi Firellil.e, ha osservato come la Ge_rmania e_l'Austria abbiano potuto approfi tlal'e, fino a questi ultimi tempi, di una !profonda incoòrctina.zione psicologica fra le nazioni dell'Intesa, la quale i,mpedi,:à sempl'e la adozione di un piano mi,litare comune. « Pesava sulla prima Intesa l'eredità della politic_a austro– fila, pe:r quel che 1iguarda la F1·ancia; della tradi– zionale politica antirussa, pe_r (Uello che riguarda J'lnghilterra; l'Italia dovevà rifare· all'indietro una politica di a1Ieanza, che negli ultimi anni era di– ven ula, sotto la pressione de. circoli moderati, una politica di colla~0razione balcanica coll'AustrJa: doveva distruggere i peiniciosi effetti di una po· litica, che non era nè francamente austrofoba, nè francamente slavofoba ». Dunque anche Carlo Scarfoglio è an-ivato a •omprendere che non si possono combatte.re nello stesso tempo e l'Austria•e gli slavi? La luce della verità è arrivata finanche ne.µa red·a.zione del vec– chio giomale moderato di Firenze a dissipare le dense nebbie, che i I console tedesco Ostwald vi a– veva addensato nelle sue continue visite, ai tempi prèistorici de.Ila neutr!J.lità? ' Se cosi fosse, ci sarébbe da esserne lieti. Perchè lo Scarfoglio è un uomo d'ingegno ... li guaio è che .r,roplio tre_ giorni prima dell'ar– ticolo contenente questo sprazzo di luce, 1a stessa Nazione conteneva un articolo dei soliti, che si può riasswnere nelia formula dalli al croato! Pretesto alla nuova sfuriata slavofoba, i ·due •ltimi appelli nominali avuti alla Camera di Vienna sulla proposta della messa in istato di ac· •usa del Ministro Seidler, e sulla proposta di eser– cizio provvisorio a favore del Ministero Hussa– reck. ln entrambe queste votazioni, il Governo au. .'!ltriaco riusci vincitore. - Di chi la colpa? doman– da lo ScarfogHo. - Dei croati! Qu~Ue votazioni avrebbero dimostrato la •anilà. delìa opposizione dellè nazionalità slave contro il Governo di Vien– na: « la coalizione slava non ha dato il frutto, che una parte della stampa italiana se ne attendeva, a ca.usa della sua mancanza di coesione, e sopra– tutto della deficiente solidarietà croata »; e in ba_ se a questa esperienza, si Pl\Ò preveder" ~h• " nel– le trattative, che_stanno per svolgersi (!ra il Gover– no e i gruppi parlamentari di Vienna), non vi sia grande probabilità di vedere i croati di nu~vo ad&- tire aJl'ide& jugoslava ». • Onbene, al Parlamento di Vien!}a di «croati». non ce n'è quasi affatto, perchè la Croazia ha una Dieta propria a Zagabria. I sette deputati croati della Dalmazia e i due dell'Istria meridionale, che si trovano arParlamento di Vienna, hanno votato tutti contro il Governo, in entrambe. le vo– tazioni, insieme con tutti gli altri deputati jugo• slavi. , Ecco, infatti, c9me si sono divisi nellè due vota– ~ioni i diversi gruppi nazionali : a) Per la messa in stato d'accusa del Mini– !lro Seidler vota1·òno compatti, insieme agli 89 ezechi, tutti i 26 jugoslavi presenti; b1 Contro l'eserciio provvisorioz al 'Ministero Bussareck, votarono compatti, insieme agli 85 ezechJ, tutti i 28 jugoslavi presenti. Se un gruppo nazionale ha fatto, nelle ultime due votazioni alla Camera di Vienna, cattiva fi– gura, dal punto di vista della politica slava e an– tiaustriaca, esso è stato' quello dei polacchi: i qua– li nella prima votazione dettero soli 28 voti con– ~ro il Ministero Seidler, mentre tutti gli altri si squagliarono; e nella seconda votazione dettero ' 56 voti a favore del Ministero Hussareck, e soli 15 voti contrari. Eppure per i Polacchi, a .differe_nza degli czechl e specialmente degli jugoslavi, l'Intesa è stàta da molìo tempo fruvorevolo. Per continuare la campa– gna contro gli Slavi del Sud, invece, si inventano anche votazioni ,di fiducia, che non sono mai esi– atite! o 11 D,atly Mail uel!'8 lugl10 1918 pubblicava il s&– gue,ne telegramma da Ne,y York: « 2500 dalmati. già .[>'J'igionie:ridi guerra j.n Russia, e ora sotto la bandiera italiana., banno suscitato grande entusia- smo a Vlll,diwostock. » ' La redazione del giornale, nel riassunto giorna– liero ùei fatti più importanti, ci elabora,va questo telegramma nella forma seguente: « Si riferisce (are reported) che fra le !orze cze·· co-slovaccbe, che hanno scacciato i bolscevichi da Vlaeliwostock, vi sieno 2500 dalmati sotto la ban– diera italiana». Questa notizia fu cucinata nel IIJOdo seguente dall'Agenzia Stefani: « Il Dai11 Mail ha da New York in data 6 conente: 2500 dalmati, prigfonieri di guerra in Russia, si trovano a Vladivostock ove issarono la bandiera italiana, provocando grande entusiasmo», Su una informazione cosi ghiotta si precipitò come la miseria stù mondo la Rasse11na Italiana di Tomaso Sillani, quello della clinica ginecologi· ca nell'antica Roma, proclamandola come un do– cumento definitivo, indiscutibile del diritto italico sulla Dalmazia. E il Mattino di Napo!\ commen– tava trionfalmente: ,, Lo spiegamento della "bandiera italiana a Via-– " divostock per opera de.i fratelli dalm~ti nell'.'1-– " nabasi russa degli elementi nazionali antiau– " -striaci, è un avvenimento che potrebbe contrai:>– « porsi alla ricorrente voci!e_razione di pochi uo· « mini smanili fra i mausolei di carta de4.le sta– " tistiche, delle nomenclature, delle classifìcazo– " ni e delle altre paro1e stampate che levano alte ;-• cortine cli fumo nell'aer dolce che del sol s'alle- u gran. . Ma, ahimè, i 2500 dalmati erano 2100 irredenti, di cui soli 30 erano dalmati. •li Grido degli oppres– si di Milano in!atli, Ci fa sapere che« si trovano a Vladivostock 2100 italiani irredenti, armati, che hanno issato la bandiera nazi0nal~. Essi proven– gono da due gruppi che si erano costituiti a Pechi– no e Tientsin e formali da 800 tl'iestini, 500 friula– ni del Goriziano, 500 trentini, 300 istriani, 30 dal– mati, 17 fiumani, tutti ex-soldati austriaci ed ex– prigionieri della Russia. Si trovavano 750 a Pechi– no e 1350 a Tien I.sin. Totale 2100 ». Intendiamoci: quegli italiani di- Dalmazia non debbono essere meno degni di solidarietà, petchè ' sono pochi: tutt'altro! Meno numerosi sono, e mag_ giori doveri di protezione ci crea la loro debolez. za, perchè essa rende più meritoria la fede, con cui affermano il loro sentimento nazi.;;,,.;.,_ Ma altro è dir questo, alt_ro è volerci far credere che il no· stro dovere di protezione de_bba re_alizzarsi in for– ma di conquista deJla Dalmazia, contro la volontà dei 590 mila slavi, che formano la grande maggio– ranza della popolazione e inventare che gli italia· ni di Dalmazia non sono 40 mila, ma 60 mila, 80 mila, 150 mila e chi ne ha Più ne metta: e rar ai– ventare 2508 i 30 dalmati di Vladivostock! Una politica, la quale per reggersi, hà bisogno di questo genere di mistificazioni, è senz'altro con– dannata. Un traspo~to di crusca La provincia di Ravenna conta tra le sue in– dusllie quelle dell'allevamento del pollame e dei maiali. Per la prima si tratta di oltre 2 milioni di capi e per i suini di circa 80.000 capi all'anno. Ultimamente le autorità locali avevano richiesto al Governo la crusca ed il mangime necessario per il mantenimento delle bestie suddette. L'ufficio ap– provvigionamenti assegnò alla provincia di Ra· venna oltre 1000 quintali, di crusca che dovevano essere ritirati da una provincia del Veneto.• L'au– torità ravennate fece presente ai funzionari del– l'ufficio approvvigionamenti che in provincia di Ravenna c'era una sufficiente provvista di crusca che era invece destinata alla Toscana, sarebbe stato logico ed economico trattenere questa crusca nel Ravennate, ed inviare in Toscana quella del Veneto, si sentirono rispondere che ciò non era assolutamente possibile per ragioni di co1,'.abilit&. Ed è avvenuto che per trasportare la c1usca da Ravenn~ in Toscana ci sono voluti 18 vagoni che sono rimasti impegnati 26 giorni, ed allrettanti ce ne vogliono per trasportare la crusca dal Ve– neto a Ravenna. Quindi 26 vagoni, oltre 300 chilo· ;netri di percorso, deteriqrarpento di materiale, di merce, spese di imballaggio, di carico e sca· rico, senza contal'e che per avere tre vagoni biso– gna sudare sei camicie. li giornale che 1·acconta: questo fattarell~ - uno dei milioni e Q1iliardi di fatla1·elli, che si posson:> raccontare - invoca. che la macchina burocratica sia affidata a persone competenti .svelle e non schiave dei regolamenti. Quasi che burocrazia e competenza e sveltezza' e libertà. di spirito non fos– sero fatti contraditlori. r.~renle resvonsabtle: ERNESTO Flurotn f\l'FJCIN.A POU:GRA.ll 'ICA l'f.AVAN-A Istituto Nazionale delleDssiloPaZID Direzione Generale ,, Roma . U NA delle più vantaggiose forme di previden. ta è quella ideata con polizza assicuratrice per rendite vitalizie temporanee di sopravl· venza a premio unico con o senza controassicura- · ·done. In questo contratto di speciale assicurazione abbiamo due personalità; l'assicurato e il benefi– ciario. L'Istituto si obbliga, contro versamento di un capitale all'atto di stipulare il contratti>. di corrispondllre al beneficiario se l'assicurato muoia prima che il beneficiario abbia raggiunto un'età prestabilita, una rendita vitalizia a partire dalla morte dell'assicurato sin che il beneficiario non abbia raggiunta l'età prestabilita. J'ale con– tra~to ~ di un_ beneficio socia!e assai provvid.o. Quanto al capitale versato, se l'assicurazione è fatta con controassicurazione, l'Istituto si obbliga di restituirlo nel caso il beneficiario muoia prima dell'assicurato. Se il çontratlo è senza controassi· àurazione, il capitale rimane .acquisito all'Istituto. Contratto stipulato con controassicurazione: Età. _deH'assicurato anni 40, premio unico L. 834, Età del beneficla1·io anni 8, rendita spettante al bene. ficiario s/no aJl'età di 21 anni, in caso di premo– nenza dell'assicurato: L. 12uu annue, pagabili i1t rate mensili di L. 100. Dall'àgosto del 1914 l'Istituto ha assunto per con_to e nell'interesse dello Stato anche ,l'esercizio ,delle riassicurazioni dei Rischi di Guerra in Navi· gazione,, e con decreto 30 mag'gio a. c., è stato au– torizzato ad assumere in riassicurazione rischi di qualunque genere nel Regno e nelle Colonie, Le somme dovute dall'Istituto ai propri assicura!} sono garantite dal Tesoro dello Stato esenti da imposta di su.ccessione ed insequestrabili. Banca I talianadi Sconto ' . , SOCIETA' ANONIMA èap. Sociale L. 18o.ooo.ooo Vers. L. 154,643.250 Riserya L. Zo 000,000 Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma" ABBIATEGRASSO - ACQUI - ADRIA _ ALESSANDRIA - ANCONA - AQUILA ASTI - BIELLA - BOLOGNA - BUITO AR• IIZIO - CANTU' - ·CARATE BRIANZA _ CASERTA - CATANIA - CHIAVAR! - CtflE. RI -- COGGIOLA - COMO - CREMONA - CUNEO - EMPOLI - ERBA INCINO - FER• RARA - FIRENZE - FOGGIA - FORMIA - inALLARATE - GENOVA - LEGNANO- LEN– OINARA - LIVORNO - MANTOVA-MAIIA SUPERIORE - MEDA - MELEGNANO _ ._.ESSINA. - MILANO - MONZA - MORTA• RA - NAPOLI - NO(:ERA INFERIORE - NOVI LIGURE - PALERMO. - PARMA PIACENZA - PIETRASANTA - PINEROLO - PISA - PISTOIA - PONTEDERA - PRA– TO - REGGIO CALABRIA - RHO - ROMA - ROVIGO - SALERNO - SAMPIERDARE· NA - SANREMO - SARONNO - SAVONA - SCHIO - SEREGNO - SIRACUSA - ·sPE• ZIA - .TORINO -- VARESE - VENEZIA --– VERCELLI VERONA - VICENZA - VI– GEVANO. PARIGI Tutte le operazioni di Banca Rappresentante esclusiva per l'Italia c!ella L ondon Pro• vincial & South Western Banck Ltd di Londra.

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