L'Unità - anno VII - n.32 - 10 agosto 1918

160 il diritto di costituirsi in Slati nazionali, liberi ed eguali e federali nell'Associazione dell'Umanità, o, come si dice c,ggi, nella Società delle Nazioni. L'Austria costituisce il più grande ostacolo contro • la realizzazione di questo universale diritto. Tutti gli uomini liberi, dunque, debbono lavorare iper la demolizione deJl'Austria, aiutar.do le nazioni latine e slave oppresse, dagli Absbnrgo a rompe– re le catene. L'Ha.ha non può costituirsi in nazio– ne, se non aiuta a lare altrettanto •i popoli, che vivono dalla Boemia all'Egeo, fra l'Adriatico e il Mar Nero. Se per risolvere il nostro esclusivo !pro– blema nazionale noi abbandonassimo quei popoli aJla 'servitù austriaca, noi trarliremmo non sola– mente la causa deJrumanità, ma la causa di noi stessi: perchè rinunzieremmo e a tutta la grandez– za morale, che e: verrebbe dalla missione di li· berlà, che siamo chiamati a compiere i:ll di là del– l'Adriatico, e a quella sicurezza che ci verrobbe dall'avere al nostro oriente una costellazione di popoli amici, invece che una. grande Potenza mi– i.ilare, aspirante a diventare sempre più grande nella penjsola balcanica e pred:>minante nell'A– driatico. Quand'anche rie cissimo ad esistere co– me Sta.lo nazionale, non avremmo nessuna sicu· rezza nella nostra esistenza: la nostra patria sa– rébbe una formazione provvisoria e <li incerta vi– talità. Per conseguenza tutte le nazioni oppresse o minacciate da Casa d'Austria devono essere con– siderate e trattate da noi come le nostre alleate na– turali e necessarie. Il nostro Governo è intervenuto daplprima n~la guerra mondiale con un programma concepito e– sclusivamente con la mentalità di Cesare Balbo. La convenzione di Londra dell'aprile del 1915, con cui l'Italia aderisce alla guerra anligermanira, è un semplice conlratlo di do ut de.;: io - dice il Govemo italiano -- entrerò in guerta, e voi, Po– tenze dell'Intesa, mi assicurate questi determi– nati territori di confine, e quest,3 determinate e– spansioni coloniali; <lopo di chP. io mi disinteres– serò di ogni allra questione: gli affari degli cze– chi, dei <polacchi, dei ruteni, dei rumeni, degli slavi del sud, Hon mi riguardano; il problema complessivo del mantenimento o dello si-ascia.men– to dell'Austria non mi riguarda. Anzi il Governo nostro riteneva utopistica la soluzione mazziniana della rivolta delle nazioni oppresse e della totale demolizione dell'Impero absburghes~ col concorso dell'Italia: nell'inlervi~ta concessa dall'onorevole Orlando al Journal des Dèbals del 24 aprile 1918, ii nostro Presidente del Consiglio spiega che « il « trattalo di Londra, quando fu negozialo e con– " eluso, riguardava un'Austria ne.mica, contro la « quale era necessario, per l'Italia, prendere Je « maggiori precauzioni possibili ». dunque l'Au– stria era destinala a sopravvivere e ad essete sempre assai !orte, se l'Italia sentiva la necessità di premunirsi contro ,li essa con·le maggiori rpre– cauzioni possibili. Fu la politica del « santo egoi~mo ». Ma in nes– sun caso è apparso mai così chiaramente che l'e– goismo è la più debole di tutte 'le politiche. Disin– teressandoci, infatti, del destino dei ventitre mi– lioni di slavi, che vivono nell'Im 1 per·o austro-un– garico. noi rinunziavamo a comJJi11are il nostro assalto dal di fuori contro l'Impero, con gli as– salti eia.I cli dentro, che quelle nazioni oppresse a– vrebbero potuta muovere, se si fcs~ero sentite da noi aiutale: respingevamo da nc,i quegli alleati prez10si, li disorientavamo, scoraggiavamo ogni loro tentativo rivoluzionario antiausttiaco. Or an– che ammesso che con questa rinuncia ad ogni lot– ta a fondo contro l'Austria, noi fossimo riesciti a realizzare integralmente il nostro p.rogramma di guerra, escludendo quasi del tutto l'Austria dal– l'Adriatico, come avremmo potuto illuderci che l'Austria, diminuita ma non smembrata, avrebbe accettato questa sua nuova 'posizione? come non vedere che una guerra conchiusa con un com– promesso, il quale avesse lasciata in piedi l'Au– stria su per giù quar è oggi, sarebbe stata nè più nè meno che la 1,reparazione di u11a nuova guer– ra per l'Italia, padrona di q11asi tutti gli sbocchi adriatici, e l'Austria e la Germania, tendenti a riaprirsi la via commerciale verao Trieste, e la via militare verso Pola e verso Vallona? Come non vedere che la nuova posizione dell'Italia nell'A- driatico non sarebbe stata sicura, finchè l'Italia ot e G1noBianco L'UNITA non avesse potuto sottrarre all'A ushia le popola– zioni czeco-slovacche e le pdpolazioni jugoslave, aiutandole a costituirsi in Stati nazionali 'indi– péndenti, nlleali necessariamente dell'Italia con– tro ogni nuovo tentativo aggres;;ivo della Germa– nia e dell'Austria? E una Boemia indipendente e una Jugoslavia in.dipendente non implicherebbero appunto la totale dissoluzione dell'Austria-Unghe– ria, nei suoi elementi nazio11ali? Questa politica ~ non semplicisÌica, no - ma contraddittoria aveva un pr.isupposto fonda.men, tale: la fiducia nella strapotenza militare ,1ella Russia. Si era così sicuri <li vincere coll'aiuto del– la Russia, che non si sentiva· nessun bisogno di fa– re appello alle forze disintegratrici interne dell'Au– stria nella lotta ~ontrn l'Austria. Anzi, in vista della Yitloria sicura e dell'enorme aumento di po– tenza, che sarebbe toccato alla Russia, non si osava demolire l'Austria: si rpreleriva, al contra– rio, di tenerla su, abbastanza !orte, come antemu– rule deil'Occident.e contro la pressione aumentata dell'Impero moscovita. Quand'ecco, nel 1917, la Russia si è Silascin!a. E allora si è compre.sa la utilitil, anzi la necessità, dell'alleanza fra n laJia e le nazioni oppresse dal– l'Austria. Allora si è compreso che la politica di Mazzini non è un vano idealismo: è la sola lpolit.i– ca veramente pratica oggi; sarebbe sta.la la poli– tica veramente pratica ieri. Essa è la sola politica la quale non secornU co– me ha fatto finora la politica di Cesare Balbo e seguila dall'onorevole Sonnino, il gioco austriaco di attirare i croati verso i tedeschi e verso i ma– giari. Perchè, sina a quanda l'Italia dhputerà ai croati la Dalmazia, questi considereranno sem– pre come minor male J'alJean.za con i magiari, sia vu re col sa.e,ificio degli sloveni ai tedeschi. a !pat– to che quesl.'a.lleanza impedis,;a aJl'Ilalia di oc– cupare la Dalma.zia. E solo rinunziando alla Dal– mazia che non ci è necessaria in nessun modo e in cui non abbiamo nessun diriUo, noi possiamo rendere inutile per i crnali la alleanza con i te– deschi e con i magiari. rafforzare le· col-renli irre– dentiste e serbofiJe fra gli slavi del sud. e indur– re costoro a rinunziare alla Venezia Giulia, su cui noi abbiamo diritto e che r.i è necessaria, per associarsi con noi a difendere la Slovenia contro la pressione tedesca. E' questa, !orse, la politica « semplicistica », da cui !'on. Bonomi desidera che non si lasci sviare l'Italia? ' Se cosi è, noi vorremmo che l'onorevole Bono– mi dimostrasse la fa.1lacia di que~ta politica un fpo' meno sbrigativamfn!e che con una condanna sommaria di sempiicisrno. Non altro, perchè anche q:uesta è una politica assai complicala, e richiede non minore !orza d'ingegno e finezza di tatto di quella, che consiste nel tagliarsi nell'Adriatico al– cune fette di territorio alla brava, farsele promet– tere dagli alleali con un regolare pezzo di carta, intascare questo pezzo di carta, suscitare contro l'Italia la indignazione delle persone giuste di tutto il mondo, e arriva.re a .. Ca!poretto. Ad ogni modo 1 noi amerem1no assai che un uo– mo come l'onorevole Bonomi spiegasse francamen– te qual'è la politica semplicistica e ra,diz;onali– stica, da cui dcJbbiamo 1ifuggire, e qual'è la pc.li– tica complicata e futurista, che dobbiamo abbrac– ciare. Il metodo delle formule Yaghe, caro al!a vecchia diplomazia, non vorremmo vederlo ado– lperalo daJl'onorevole Bonomi. O si ha voglia di pa'rlar chiaro sino alla fine, o è meglio non par– lare affatto. Parlare 110n parland•) è oggi una po– litica, da cui i democratici sinceri - e ronorevol~ Bonorni è fra questi - devono rifuggire come dal– la peste. Ognuno deve assumer;;i cggi le proprie responsabilità; e affi.nchè queste reslponsabilità sie– no effelti·,e, almeno 11elcamp0 morale, è necesaa– rio che ognnno parli chiaro. g. s. GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento d'indirizzo, DEBBO NO, accompagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa del– la fascetta. • UNA MADRE che ha i suoi due figli, uno aJ fronte e l'altro a.1- i'ospedale, daJla sua montagna, ove ora vive tutta sola, la sua modesta vita, scrive dopo avere avuto la notizia che il figlio, che è all'ospedale, è sfato premialo con medaglia d'argento e sarà rifor– malo: « So, che la medaglia &e l'è meri lata. Ac– " canto al na trino tricolore e alla targa da mu– ,, tilato, il nastrino azzurro gli parlerà al cuote di quelle giornate! Parlando come mamma, si " }}UÒ immaginare se sono contenta di avere il « mio figlio salvo <per l'avvenir~; mn, ebbene, a " Le; posso dirlo, mi rincresce sapnlo riformato; " desideravo che la fcl'rtuna l'avesse ancora assi· " stilt> come nei primi sedici mesi di fronte, e che « aves51e potuto ancora esse,re utile alla Patria e " distinguersi ancora e abbracciarlo sano e salve « insieme a F. a _guerra finita "· Gereme respom.zbile: ERNESTO F1U.TON1 :)i'FIONA POUGRA1 "1.CA I TALIAN4 Istituto Nozionale ~e le D!slrnrazion i Direzione Generale ,, Rom:: U NA delle più vantaggiose forme di previden– za è queJla ideata con polizza assicuratrice per rendite vitalizie temporanee di sopra.vi – venza a premio unico con o senza controassicura– -iione. In questo contratto di speciale assicurazione abbiamo due personalità; l'assicurato e il benefi– ciario. L'Istituto si obbliga, contro versamento di un capitale all'atto di stipulare il contraltu. di corrispondere al beneficiario se l'assicurato muoia pl'ima che il beneficiario abbia raggiunto un'età prestabilita, una rendita vitalizia a partire· dalla morte dell'assicurato sin che il beneficiario non abbia raggiunta l'età prnslabilila. Tale con– tratto è di u.n beneficio sociale assai provvido. Quanto al capitale versato, se l'assicurazione è falla con conlroassicurazione, l'Istituto si obbl,ga di restituirlo nel caso il beneficiario mu_oia Jll'ima dell'assicurato. Se il contratto è senza controassi· ourazione, il capitale rimane acquisito all'Istituto. Contratto stipulato con controassicurazione: Età dell'assicuralo anni 40, premio unico L. 834. Età dei beneficiario anni 8, rendita spellante al bene– ficiario sino all'età di 21 anni, in caso di premo– nenza de!J'assicurat.o: r.,_ 12uu annue, pagabili in rate mensili di L. 100. Dall'agosto del 1914 l'Istituto ha assunto per conto e nell'interesse dello Sta.lo anche l'esercizio delÌe riassicurazioni dei Rischi di Guerra in Navi– gazione, e con decreto 30 maggio a. c. è stato au– torizzato ad assumere in riassicurazione rischi di qualunque genere nel Regno e nelle Colonie. Le snrume dovute dall'Istituto ai propri assicurati sono garantite dal Tesoro delio Stato esenti dar imposta di successione ed insequestrabili. Banca ltalianadi Sconto SOCIET A' ANONIMA Cap. Socia!e'L. 180.00-0.000 Vers. L. l54.5o6.6og Riserva L. 14.ooo.ooo Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma ABBIATEGRASSO - ACQUI - ADRIA - ALESSANDRIA - ANCONA - AQUILA ASTI - BIELLA - BOLOGNA - BUSTO AR• i'llZIO - CANTU' - CARATE BRIANZA - CASERTA - CATANIA - CHIAVAR! - CHIE– RI -· COGGIOLA - COMO - CREMONA - CUNEO - EMPOLI - ERBA INCINO - FER• RARA - FIRENZE - FOGGIA - FORMIA - f!.ALLARATE - GENOVA - LEGNANO-LEN• DINARA - LIVORNO - MANTOVA-MASSA SUPERIORE - MEDA - MELEQNANO - ~ESSINA - MILANO - MONZA - MORTA. RA - NAPOLI - NOCERA INFERIORE - NOVI LIGURE - PALERMO - PARMA PIACENZA - PIETRASANTA - PINEROLO - PISA - PISTOIA - PONTEDERA - PRA• TO -- REGGIO CALABRIA - RHO - ROMA - ROVIGO - SALERNO - SAMPIERDARE– NA - SANREMO - SARONNO - SAVONA - SCHIO - SEREGNO - SIRACUSA - SPE– ZIA - TORfNO - VARESE - VENEZIA. - VERCELLI VERONA - VICENZA - VI• GEVANO. PARIGI Tutte: le operazioni di Banca Rappresentante esclusiva per l'Italia della L ondoo Pro· vincial & South Western Bande L1d di Londra.

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