L'Unità - anno VII - n.29 - 20 luglio 1918

f r ,. 142 cieco e non vedevano via di uscita. E se di queUo sfacelo il generale Cadoi•na è senza dubbio 1·espon.– sabile, in quanto il piano della guerra fu suo, il anche vero.che insieme col Cadorna e prima del Cadorna ne sono responsabili tutti coloro, che concepirono il programma politico cl&llaguerra i11 modo che una guerra di logoramento su!Ja via di LuNana diventasse necessaria. La nuova politica Oggi, per merito dcll'on. Orlando, la politica fu nesta della convenzione cli Londra ha comin– ciato ad essere liquidata. Una nuòva cot-rentc di fede e di ardore circola nell'esercito e nel paese. Numerosi e crescenti 'éon.tatti cli amicizia fra l'I– lrùia e gli Slavi dell'Austria si sono formati. Una comJYleta fusione intellettuale e morale si va. co– ~lituendo fra l'Jlali_a e tutti gli aUeali. E l'idea che qualcosa di utile al çli là dell'A- · drialico si può e si deve tei\tare, ritoTna a far capolino qua e là negli spiriti più vigili. Ecco, per es., che cosa scTive l'ammiragliò fran– cose, Degouy: « Conviene considentre l'urgent~ « interesse di agire sulle coste dell'Istria e della " Dalmazio., là ove si riter'rà più facile met!P-rsi « in contatto con gli Jugoslavi, fra i quali esi– " stono motivi di fermento e di ~ivolta, che cre– u sceranno, ora che, insieme agli czeco-slovaccb i, « essi si sentono destinati a pagate le spese della ,. più stretta recente .alleanza austro-germanica. « ll momento è v'enuto per agire· con estremo vi– " 'gore, senza eccezioni e riserve. Non aspettiamo, « per non parlare che del Modite-rraneo, l'offen– « sìva delle Potenze èentrali; ma fa.cciamo noi « un'offensiva preventiv\l o un diversivo jje!li– « gente, » (V/Jce dei po))Oli, n. 3). Certo per questo tipo di operazione la situa– zione strat.egica non ci è cosl faivorevole come nel- 1:.tprima metà deì 1915, La Russia non alìira più buona parte ,lellc foTZe ausi ro-tedesche; il Montenegro e la $erbia e l'Alibania settentrio– Q/We 0110 nelle mii-ni tielle Potenu.e centrali. J no– st'l'i slavofobl, éh~ nell'estate ae1 1915 h,onavano, ~ •gl_oria pér l:.t di~faLla della Serbia., r.bsson1; mi– surare oggi q;µanto fosse stolta quella loro grande gioia! Ma l 'inle.rven.to degli Stati Uniti nella guena ci consente di concentrare nell'Adriatico anc.I'te le forze na,vali · ame\'icane; l'esercjto gTeco, lenta– ir.ente ricostituito, n.on è da di.sprezzare; la supe– r·iorità nostra aerea sull'Auslrio. ai)l'e la via a notevoli iniziative aggressive anche contro la flotta r>emica concentrata specialmente a Pola; i sol– clati bulgari si'ballo~o di mala voglia; la grande lontananza del settore albanese-macedone dai cen- 1 ri d'ol?erazione austro-tedeschj costituisce per l'ln-. tesa una notevole superiorità pel giorno in cui ·farà del territorio da essa occupato un punto di 'PaHenza· per una seri a offensiva, dopo a,verne fatto per tre anni un. campo ili concentramento, in cui mandare migliaia e migliaia di uomini ad ammalai•si di malaria nella inazione. Le recenti operazioni in. Alban'ia sembrano un invito, un presagio ... . D'altra parte non è lecito illudersi sulla situa– zione del fronte ilaliano: esso, tual'è oggi, è otti– mo per una guerra di difesa, e si è visto neila ultima !battaglia; è pessimo per urJa ofCensiva. E' vano cercaTc la soluzione della guerra italo– austr;acit mediante dperazioQi condotte su questo solo settore. 11 locus minoris resisterrt'iae dell'Au– stria è sempre nel settore balcanico. Qui bisogno. picchiare, còme dice l'ammiraglio Dégony, o con un'offensiva preventiva o con un. diversivo intel– ligente. Ma il porro unum necessarium è l'accordo sin, cuo, leale, i.rrevocahile, fra noi e gli Slavi del sua. E per questo è necessario, come spiega otti– mamente l'Evoca, che l'Italia abbia una politica chi:.tra, rettilinea: « una sola 'politica »: la poli– tiea nuova, quella inaugurata dail'on. Orlando. Ogni ·aJ_tra politica ha fatto il suo tempo. l'Unità. L'UNITÀ. La "visioneristretta,, LESCUOLE RURALI Al 15 giugno, al 25 al massi.mo , Gono finite in Dallà relazione presentata alJo. recen.te Assem- Fii•ei\ze le souole; e i bambin; delle elementari, Llea straordina1ia del gru])'po trentino di Milano dei ginnasi, delle scuole tecniche, ol)c in casa non della « Associazione politica degli italiani irre- hanno niente da fare, sono stati 1imandali a ripo- dcnti », e pubblicala ne.ila Libertd del 6 luglio, d · · d · J 1 fam·• sa~si, a anno1ars1, e a a.nno1a.1·e e oro 1 stralciamo senza commenti il seguente, passo: glie. • « Fino ,dal periodo I/relimin~re al Congresso In camp(tgna invece dove urge là mietitura, do- " di Ramo. ùei '\JOpoli o)ipressi, noi trentini era- , ve i ibambi)li, anche piccoli, sono utili in mille la– «·vamo nei migliori 'rapporti col Comitati> promo• voi,ucci, dovo colla mancanza di uomini, i ra– ,, tare ed avviammo le trattati'Ve per una nostra gazzi cli 12 anni sono già adibiti all'aratro, - in « partecipazione. In seguito a ciò il Comitato campagna le scuole continuano e.ncora regolar• « espresse il concetto clre gli irredenti partecipas- mente, e, almeno nella <provincia di Firenze, ne è « ~ro non come un guppo a ~è al pa1•i çlegli resa obblioatoria la trcquen;a ftno al ~ luglio! ,: altri popol'i oplpi•essi, ma bensl nello stesso co- . Avendo chiesto, stupila. il perchè di questo ,ora- " milato :tali ano ciel quale dovevnno considerarsi rio così sbae-liato, mi è -stato rispo&ti>: è il calen.- " parie. lnfatti, oltr~ elle ~>0poH IOprressi µal- dario stabilito ,lai Governo, che vige per tutte « l'Ausb·ia, noi siamo,-.:inahe parte della Nazion.e le scuole d'Italia. « italiana; si ritenne ,1uindi che la nostra ,•ace, Se la ragione sia vera O no, io non so; il fat.to • ,. iiur conservando .e mcllendo in· rilievo le speci- è ce-rtamenle yero per tutta !a provincia di Fi- " fiche qualità di irredenta, non dovesse disgiun- renze, 0 moglio per tutte le scuole rurali della « gersi da quella degli altri italiani che paTteci· , 1 wovincia clii Firenze Le qua.li , n'otisi, si sono « pavi,no n.1movimento,_ aperte il 1• ottobre, mentre urgeva la semina del « I trentini, non da oggi solo, ma forse trà i grano, mentre nelle. ciUà' ~i ,1privano al l' nov. « primi, pei'sino avanU J., guerra, ben conoscendo Ora è assolutamente nrge.nte, se si vuole che i ,, il pericolo tedesco, sentirono vivamente la sim- contadini non prendano in odio la scuola, e non « palia per lutti gli altri pdpoli oppressi e la ne- considerino anche questa come un maleficio del " cessi!à di essere e di agire solidali e concordi Governo che il calendario delle scuole rurali sia «· contro qnesto comune nemico. Perciò la Se- cambia~. Lo lezioni ,ielle scuole rurali dovrebbero " zione noslrn stabilì ~er,zn indugio di partecipare essere divise in provin.cia d1 Firenze in due pe– " al c;ong1·esso e di date attivamente l'opera sua riodi: 1111 primo 'J)eriodo per'gli alunni più gtan– " in questo campo, aP'J)ena av 1 1te assicurazioni ctioelli, dagli otto anni in, su - da.I noveml!re al ., che non si saroJJbero intavolale discussioni ter- marzo -, in cui la stagione è catirva, le scuole riloriali. Senonché gli Adt'ialici, ·assorbiti in fredde e le strade malagevoli, ma in cui a lctr>oro ima de71/orevole, ma 1nir comprensibile visione r,el!e cantpaone è assai ridott·l; - e un. secondo « ristretta, sentivaThO p'iti intens/tmente la lotta periodo - aprile-luglio - in cui la stagione è « locale con gli slavi, anzichè qmlla grande e buon.a e i Jav01i agricoli intensi, per bambini dagli y vili vericolosa clell'avanoatct tedesca; inoltre te-- ott.o anni in giù. « mevano che si potesse venire ad inconsulte ed Si avrebbero così molli •vantaggi. Primo. I ibam· « anticipate rinun.cie, e perciò ritennero di _j,o· ,bini al disotto degli otto anni, 11Ònsarebbero olb– " versi astenere dal Congresso per non i::orrere i I hligati a frequentare la scuola nei mesi di. inverno, « pericolo di do,•er sanziono.re con la loro 1>re- evitando loro le frequenti malattie epidemiéhe c:he ,, senza (Jl1este rinuncie o cli riaver fare una op- costringono spes~ a chitLdere le scuole per tutti. 1, ~i.osizion,, rhc vr.,.~·'"S<\ poitl,to riuscire inop- Secondo. Ai ,ragazzi òagli otto anni in su, per– ,;, "flO!tuno. "',fo._,. 1.1l.,~ . .;,,r;àc-a1.i3:-. tn. proposi_!o fl!_ rnettere.tlbe di frequentare la scuola senza sacri– • ctr~rnsso lungame1 tP; alcunr argem~R-t,i- cregli fì~~llld.l i..J.f!_voriag~coli I)itr-w:gen4. « Adriatici non erano privi cli valore, tuttavia Si per·met!erebbe, insomrnà, .a un numero molto « ognuno rimase nella propria clpinione; finchè maggiore di -ragazzi di imparai·e realmente a « per evitare una roitllra che av,elYbe danneg• leggere e se.rivere, il che non si può prètendere coi « giato l',Associazi,one, si venne a conchiuddre: calendari attuali; inoltre si eivitefebbe la mesco– " elle l'A. P. I. I. proclamasse· solennemen,te, lanza dei bamlbini !più gre.nd ; coi più piccoli, dan– ., come· fece al Convegno inaugurale, la propria nosa in genere alla morale, e alla disciplina eco- simpatia ed adesione al Congresso e che i lastica. t « trentini inte,venissero al Congresso _perproptio Questa riforma avretfue l'enorme van~gio di « conio. non cos\are assoluta!llenle nulla; e sarel:fue certo « E così fu fatto: non esito ad affermate che gradita 8li maestri più che i doppi e tripli tllI'l1i ,, la voce e la sim!p·o.Liadei trentini venne fat).a di una giornata, che li esauriscono in modo terri– ,, sentire al Congresso in modo reciso e chiaro. bile, senza che gli allievi ne lra~ano un utile « Al Congresso ·cli Parigi, se sarà tenuto, la ... adeguato. ,, sezione trentina della A. P. l. 1.. non mancherà « certamente, ed in ciò ,siamo già .d'accordo col « comitato promotore. Intanto abbiamo sem)'.)'l'e « insistito in argomento . con gli Adriatici; e « credo che l 'ei\[)erienza fatta aibbia anche sgom– « brafo la loro mente eia qnalche hos1:>ètto,e con– " fido che ora comprenderanno come la loro as– " senza non sia nepp,ire nel lO'fo interesse. Il ,. Con.gresso non tratterà più questioni politiche, " che restano definite col patto cli Boma, ma esa– ,, minerà nelle. grandi linee le possibilità econ~ « miche dei nuovi Stati che dovranno sorgere, e " tralferà delle condizioni giuridiche dei vafi po– " poli esuli dagli Impi}ri centralt negli -Stati del- " !'In.lesa. ' « l\oi trentini ndrmpiamo in questo la nostra « mi sione, che è anche quella di portare un ele– " mento equilibr·atore oelle aspre comlpetizioni tra italiani adriatici e jugoslavi : GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento d'indirizzo, DEBBO NO, ~ccompagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa del– la fascetta. Gina Lombroso. . POSTILLA Il pi:oblema toccalo dalla nostra collaiboratrice in qu~t'articolo, è dei 1 più importanti per l'utile funzionamento delle scuole rurali. In g~e,r1e si può dire che_la scuola pu,bl>Hca serye assai poco alla popolazaone rurale, special– mente a quella ~arsa. E questo dipende sopra– tutto dal fatto che i <:alendari sono fucinati a Boma rio. genie, che ignora le•nooessilà della popolazione rurale. La signora. Lombroso ha parlat.o, nel suo articolo, delle scuole 11urali della provinoia..,di Firenze. Vediamo quel che avviene nelle scuole di Calabria. Qui esistono. le scuole serali gratuite per adulti aAii,lfabeti. .Si aprono tutte regolarmente a mezzo. ora di notte; motivo pe.r cui gli alunni non ci vanno; viceverssa frequentano le scuole private a pagamento, il etti orario muta da una sera al– l' aitra, d'nccorclo fra gli alunni e il maestro; in generale si a1p1·ono un'ora o due p1ima del tra– monto, per comodità degli alu.nni, che vanno in campagna la sera e ritornano in città poco dopo il mezzogiorno dell'indomani. Nei comlli\1, che hanno molti oliveti, i mesi buoni per le lezioni sare.bbero dal 1° ottobre al ' • 4

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