L'Unità - anno VII - n.28 - 13 luglio 1918

138 L'U ITÀ di ,ot1>e dell'AdnaLico non poi.sono conciliarsi con la ::;ocietù. delle nazioni; \\ ilson dev'essere ver l'ou. Sonnino un atchiappanuvok S~ ritorna al buon senso durante il 1915, 1916 -e 1917, sist.er1aticam.!nte peg– giorate, sotto le suggestioni di quegli stessi ele– menti, che anche nella questione 1lalo-jugoslava la,·ora"ano con tulle le loro lorz.i 7,our le Roi de Prussie. ~la IULO questo non e che la Cl OSLaest.erua " arida dd no~tro paese. Il paese vale inlinitameme più dei ~uoi uomini politici. E comvrende certe grandi correnti idealistiche e pratiche insieme, il cui valore pratico sfugge ai nostri a1,ziani sol per– chè è anche ideale. li Curr,e1 e ti' I Lulia ha publ>Jicato tre articoli sui ia>ppo,ti fra l'Italia e ra Grecia, che, se non siamo male info!·mati, sono dovuti '1 un nostro giovane diplomatico, l>uono, studio&o e conoscitore della storia della nostra politica inlern.uzionale. Dunque, non era vero Una idea come quella dello. 'ocielà delle na– zioni ~aiel>bc la.cilmenle accolio. dal no~tro po1>0lo, t>6•·chè la pace sicura e la limitazione degli ar– mamenti sarebbe il solo premio prOl()Orzionato ai sacriiìzi di una guerra come questa. Per convin– cel·sene, bao.a pal'la.~ di ciò ai soldati e agli uf– ficiali subalterni! Nè mancano ,egni che l'idea t10,arebbe ancb6 i,, 11.aliaun clima aùl•.tto. 11 secolo ha ricordalo che alla Società delle na.– zioni sono state già dedicate in Itali a le segue mi 1,ul)lilicazioni: « La guerra clei popoli e la futura Confederazione Europea », Senatore Ettore Ponti (:.1ilano, lloepli, 1Ul5 e Parigi, ,\lcun. 1917). u I fattori della guerra. e il problema della Pace », lng. Prof. E. Rign1ino, in Scienti,,, l' giugno 1915 e Parigi, Alcan, IVl5; « Verso !a Confederazione Europea u; Prof. P. Bonfante, in ,C..'ciPntia, 1° no– rnmbre 1915; " li problema della pace e il futuro assetto mondiale ». on. avv. :.i. Vi.ccarn (Bocca, Torino, 1917); " I.a guerra mondiale e la civiltà internazionale », avv. Giorgio Quartara, (Treves, l!l17). A queste se ne possono aggiungere parec– chie altre: per es. gli anicoli pubblicati del Bon– fan.te e del Ferrando, rlurante l'anno scorso, nella rostra Unitd. Ed esistono anche tutti ,gli elemenl i di una organizzazione per la Società dcli~ nazioni. I Co– mitati Italia-Francio, la Lega italo-britannica, la Lega italo-americana, il Comitato italiano per l'Intesa italo-jugosl!Lva, il Comitato 1ilalo-czcco– slovacco, cc,'., sono organizzazioni specificamente indicate per riunirsi in una unica federazione con lo scopo di far prapa('!anda per la Società delle Nazioni. Sonc, leghe e comitati formati in preva– lem.a. di •tementi non nazionalisti, ma democra– tici: quindi dovrebbero non inconlra,·e d!tficolLà interne notevoli nel mettersi per la nuova via. L'Italia è il paese, rlove i piccoli µ-r11P'J>i dalle idee chiare e d:i.lla volontà tenace possono lare miracoli. Basta che tre uomini abbiano la costan– i,a di ripetere per sei mesi la stessa cosa; e se la cosa, che dicono, è ragionevole, trovano sempre chi li comprende e li aiuta; e dopo un anno, spe– cialmente coloro che prima consideravano o folle o delittuosa l'idea dl quegli uomini non mancano ma; di vantarsi di averla avuta essi per i primi, essi soli. Esempio tipico: la questione jugoslava. Tutto sta a cominciare. g. s. GLI AEROPLANI E LE FESTE Sarehbe bene che le autorità militati rifiutas– sero sistematica.mente di consenlir·e che alle reste p>Llriottiche pa1·teci'Pino degli aeroplani " volteg– giando maestosamente sulla folla », c<'me dicono i giornali. li ria$sunto di que,,ti ,,rt1coli è il seguente: " u) lo lato greco e la nazione ellenica co– " stiluiscouo una forza politica insopprimibile dal u punto di dsta locale e da quello internazionale, " quindi una nostra opposizion~ è destinata ad " un sostanziale insuccesso e pone definitivamente " ed irreducibilmente tale for•,a comro di noi; « b) non vi sono rea.I, e vitali ;nt,eressi it.a.liani ,. di Cl!i •ia. impossibile il soddisfacimento senza u l'offesa. degli iutere~~i vitali greci; « c) vi sono coincidenze cli vitali inlerc5si ge– " nerali perchè l'organismo greco ci serve per la « difesa dell'equilibrio europeo-balcanico, della " pace ,•uropea e pe,•,Ia chiusura aelle porle Jel " ~ledi terra neo alle potenze non ri, icrasc.he « Dato lutto ciò, è legiLtimo con~lt•derc che una " politica di accordo con Ate11cci ptrrnellcrebbt " di incamerare nella nostra pos,zione diploma– ,, lica le utilità posith·c che puo portarci la coin– " cidenza degli inlere~si noatn coz, l'Ellenismo; " di eliminare i i-ischi ed i danni di •una sua op– " posizion~ a noi; e di dare ipso facto più solidità « realistic.i e iben miwralu alla nc,stra posizione " nell'A ia :.\linore - e q11indi nel :.\lediterraoeo " - e quindi in Eur>1f)a - e qui1,di nel mondo. lnlere~ante e cora;igioso è, $Opralutto, quanto scrive il nostro diplomatico :,ella questione del Dorlccanneso: " Si affer,na che •è interesse ila– " liano da1·e opera per ailermn.re la nostra sovra– " nità ~ul Dodecaneso, che è anche questa una « zona rh•en.clicala dall' irredenllsmo ellenico. ·· quale 1>arle integrante ciel mo,,ito ellenico delle o i~ole. " Ora la posizione italiana 11elDodecaneso con– ,, siderala in sè stessa è una passività perchè non dà m4ilà economi~h di .sorta. Il Dodecaneso " non ha. valore di zona di sfrutta.mento e non ,, serve come emporio comn,erciale funzionante « per l'Asia \'icina conH- Bastia non serve per il u commercio dei porti liguri. Avrebbe un valore " politico indiretto soltanto come punto di par– " lenza ad una :l.f1ermazione itaiiana. nell'Egeo ed " a Smirne. .\la la conclusione ne:,:aliva a cui " siamo giunti a questo riguardo ci fa nega.re 'P€'1' " conseguenza un nostro interes5e a conservare « il Dodecanc$o per fali interesssi m~diati, di ri– u rroimento n. cruanto il Resto del Carlino di Filippo :-.:atdl ave– va affe1·mato, della oceani ta partecipazione di in– tere compatte divisioni croate, reclutate in quel di Zagal>ria, alla battaglia del Piave. Lo notizie date eia! Resto del Carlino di Filippo Naldi era.no ùel tutto inventate. Smentendo le bugi~ del Resto deL Carlino, Ugo Ojetti ha aggiunto: " Dopo il Congresso del Cam– ,. pidoglio, aopo la ,i;;ùria di ieri, dopo le lèali ,, gencro,e ripetute dichiarazioni del nostro Pre– " si<lcnte del Consiglio, il quale ha ridalo alh no– " stra guerra la grande ala del pensiero mazzi– " niano e prettamente italiano, e ba restituito al– " l'Italia, fra il consenso e l'ammirazione de– ' gli alleati e dei neutrali in buona fede, il suo u compilo ~torico di liberatrice, anzi U suo com– ,, pito cli pacificatrice sulla base incrollal>ile dei u cliriltt di nazionalità: che cosa ,·ogliono questi " pochi che, qua e là, oggi assaltano i profughi u jugo-sla.vi e i loro accordi con noi; domani i " profughi czechi e la loro collaborazione politica " e militare contro il nemico comune? Sanno essi, " questa minima minoranza di italiani, che o– .. gnuna di queste loro parole è ricerca.la con an· siosa riconoscenza. e ristampala, a grandi carat– ,, Ieri, nei giornali le<leschi e rr,agiari deIJ'Au– " stria-Ungheria, difCusa nllll'esercito impe1iale " e regio, trascritta in appositi foglietti e rilan– " ciata, con commenti che dovrebbe es er facile " immaginare, sulle truppe nostrr? " E noi rispondiamo: - Sl, lO sanno benisssimo; e ap))t1nto per questo im·entano e !:'erÌVQnoquelle 'menzo!(ne. CHI SCRIVE CIO' " Leggendo i giomali italiani notiamo gli immensi sfor,i dei polillcami per accapa.r– " rarsi la ù:>enevolenzad~gli czechi e dei jugoslavi, " come se da costoro dipendesse la salvezza d'I– ·• ialia. Persone, che in Italia non erano fino a " poco Lem1>0la neanche note di nome, rome il " :.rasa.ryk, il Trumbicb e pochi altri ancora, oggt ,, sono chiamate in aiuto dai guerrafondai italia– " ni. Ci sembra di vederlo il dottor Tnunbich ed ,, il :.ta..<saryk c.omandare le grandi unità. czeco- jugoslave nelle pianure venete o sulle aspre " montagne dell'ancora irredento Tirolo. I poli– " ticanti dimenticauo qualche volta eh.i realtà " e fantasia non si trovan9 sempre d'accortlo. La " prima cosa ohe dovrebbero tenet ipresente, sa– " rebbe una carta etnografica. Dove stanno di « casa ;' jugoslavi. dove gl'itali:mi? Le esperienze ·, del pa•sato nou sono bastate a questi politi– " canti da caffè a 1ar loro capire, che l'espansione « dell'Italia sull'altra Spon.da adriatica lede gli u interessi jugoslavi ,,. Chi seri ve ciò? Il Resto del carlino? - l\'o. li Tempo? - No. Andare in aeroplano significa ancora. allo stato attuale della tecnica, co,,·ere un rischio, e farlo correre a eh; sta a guardare. Specialmente gli aeroplani di certe fabbriche sono !pericolosissimi. Ora fare affrontare agli aviatori iI pericolo per motivi di guerra, è legittimo; farlo affrontare per sollazzare una lolla chia •osa. è leggerezza im– morale. u Resterebbe infine l'interesse nostro ad una ,, ba.se na\'ale per controllare dal Dodecan.eso le " vi!) maril time egee e l'equilibrio marittimo orien. « tale-mediterraneo: ma allora non è possibile ,, pensare ad una posizione pi-ivilegiata ed csclu– " sh·a dell'Italia. Si ntomerebbe nel sistema di u varie basi navali inglesi, francesi e fotse ger– " maniche e forse in un avvenire lontano anche " russe. Ora è nell'interesse italiano sviluppa.re una « J>Olilica che aprirebbe la prima falla alla lati– ,, nità del :.\lediterraneo? Non è da credersi; e ad « ogni modo questo nostro interesse navale po– " trebbe essere raccolto in una delle piccole isole· « del Dodecaneso evitando cosi l'op:posizione degli " interessi nazionali ellenici. " Allora la formula di con.ciliazinne pel Onde· " caneso 1>01 rebbe essHe la seguer,le: u L'Italia riconQsce iI carattere nazionale delle , rivendicazioni cllenjche nel Dodecaneso ed a. " sua volta la Grecia è rlisposta a ricQnoscere nel– ,. l'Egeo gli interessi politici e militari vitali del– " l'Italia come grande Potenza specie quando in– " tereSSi vitali analoghi siano riconosciuti nel– " l'Egeo ad altre grandi Potenze "· Chi scrive ciò è la Ga;;oetta deL Veneto, che si sta.mpn a Udine, sotto la direzione di Mari.o di Fiori, nel numero del 14 aprile 1918, seconda 'Pa– gina, terza colonna. E' strano che queste cose ci sia hisogno di dirle! I PRIMI FRUTTI Parlando alla Camera dei deputati di Budapest delle " perdile gigantesche " sofferte dall'esercito austro-ungarico nella rerenle offensiva, il :.\fini– stro Wekerle diS$e che il 47 %, dei reparti impie– gati in quella impresa ru costituito da truppe un– gberesi. Ecco una delle prime conseguenze della crisi delle nazionalità in Austria-Ungheria. ne Se non. c'inganniamo, la pubblicazione di questi articoli è un bnon sintomo del ritorno al buon senso anche neJle relazioni italo-greche: le (Juali ,-rano state stoltamente e cinicamente turba.te dall'on. Di San Giuliano; a.vrebber•J dovuto essere $istemate con spirito di equità. r,hneno clc,po lo scoppio della guerra europea; sono state, invece, ERRATACORRIGE Fra gli errori di stampa più ignobili dell'ulli– mo numero, preghiamo i nostri lettori di correg– gere i seguenti: J& pagina, fine della 2• color-na: " :Ma csisw " in Italia una Reale Societll Geogrolìca, la qua– " le avendo i geogrR fi di !professione " ecc. l.'at>endo si corregga in secondo. 2• pagina, princit>io della 3' colonna: " In « parecchi casi. i reparti afferra accerchisti s, corregga appena accerchiflli.

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