L'Unità - anno VII - n.25 - 22 giugno 1918

' 126 L'UNITÀ IL PROBLEMA RUSSO I. I contadini russi e la guerra Il nostro articolo su L'lntesa eta Russia ci ha pr ,crn·ato da p:ll'l·.' tl~l gen . .\liller che fu coman– d: nle di un corpo d'annata del glorioso eserc1lo di Urussiloff in Galizia e che ora è presidente della « Lega italo-rn~sa u, una lettera nella quale sono contenute osservazioni degne di rilievo sui pro– blemi della attuai; disposizioni dei contadini rns,i e dell'intervento del Gia1>1>onee dèll'lntesa tutta in Huh~iu. Dia1110 in questo numero la prim'\ parte tiella lettera, riserbando la seconda, al nu– mero prossimo. On. Dire:iu11e de L'Unità, Le vo~tl'e conclusiuni sul carattere dell'inter– vento alleato in Hussiu, e le constatazioni di fatto enunciate nell'articolo « L'Intesa e la Russia ,, sono tli una tulr i111portunza da svingermi a in– tertèx1ui1e in mcl·ito: 1° Voi dite clre « la grande maggioranza de1 contudini non I uole più la guerra u. ~li sembra che ~areìJbt! più 11nulcnle ~dire non voleva. più !a guel'l'a dopo la rhuluzione del marzo 191i; giacchè i! loro stato di :,pirito attuale è poco conosciuto da noi, e ,•i è ragione di credere che dal marzo 1917 è cambiato; ma sarebbe ancora più esatto dire che Il contadino invocando la pace voleva semplicemente ritornare alle condizioni di es1- stenz11 mate1ial"-'1i prima della guerra. ,La cattiva gestione· degli affari pubblici durante 'la guerra, e so1>ra tutto dopo la rivoluzione del marzo 1917, ha avuto per ,1·isultato la disorganizzazione dei trasponi e dell'industria nazionale; ~a ciò è se– guita la penuria dei viveri nelle grandi città. e l'assenza !Jei generi cli prima necessità dai mer– cati. I rontadini 11011 erano stanchi della guc,rtt, pcrch~ la guerra li nrricchiva enormemente; e fln– chè le merci 'necessarie ai contadini non manca– rono, rimase,·◊ contenti: centinaia di mi~liaia di lettere incliriuatc ai soldati dai loro parenti-con– tadini di tutte le contrade dell'immenso impero russo. sono passate sotto i miei occhi alla cen– su1·a militare; e quasi tutte riflettevano la calma e la soclclisfazione cli un benessere crescente, fu soltanto verso la seconda metà del 1916, che co– minciarono a fa1·si sentire lamenti suita difficoltà di procurarsi stoffe, cuoio, tabacco, f!' so1>ra tutto ferro, a cominciare dai ferri da cavallo; attribuen– do questo stato di cose escl\1sivamente alla guerra, il contadino ha facilmente creduto a coloro che gli dicevano rhe bastava far la pace per porre un termine a tale pen_osa situazione. Per di più, O(uando i decreti di Cernoff hanno annunziato In clivisione•delte terre. e hanno in– vitalo i contadini o. co tiLuirsi in comitali per pren, dere la terra ai proprietari rurali, senza alcuna fotmalit:ì, per spartir](! coi contadini dei villaggi vì'cini, un altro argomento, ancora più seducente, veniva-messo a-disposizione della propaganda di s[attista che si rivolgeva sopratutto alle masse dei contaclini-solclati: cca che pro continuare a com– battere e farli uccidere, dal momento che la r!~o– luzione ti offre già !o ricompensa de' tuoi sforzi; la terra? a che ti sc1·virà di aver ricevuto lo tàrra, se ti fai uccidere? sono i proprietari delle terl·e e i loro figli urtlriali, elle ti per~uadono a conti– nuare la guerra perchè, dopo che voi contadir,l sarete stati uccisi, sprrano di riprendere le terre ». E cosi ·da. Le c~ol'tazioni cli Thomns, Vandon·elde, Hender– son e nitri, hanno--contl'ibuilo mollo alla propa– ganda disfattista; essi sono stati presi in un tra– nello: i capi pei Soviels e dei Comitati militari, ron mancavano mai rli portare la discussione sulle ,questioni dell'Alsazia-Lorena, del Belgio. delle terre irredente, ecc., le spiegazioni di coloro che dovevano infiammare le masse fatte in lingua straniera, tradotte da. abili interpreti, e commen– tate eia disfattisti convinti o prezzolati, non la- , sciavano se non un'impressione ben definita: che questi signori, questi ministri - che le masse ope– raie e ~ soldali riflutavano assolutamente di con– sid!lÌ'are come socialisti, come proletari, cioè come t operai, comi: sanculotti puri a loru ste,si - che quesli buryhc~i volevano fai' ma1·ciare il pOJ>olo russo per co11quistarn pro, incie a vantaggio della Frnncltl, dcll'llalia, ecc.... Dunque, dire che le masso dei contadini 110n l'Olei·ww tu yuerra, non è complcWruente esatto, nemmeno per il passato. 11 contadino di campagna non ave,·a nulla con– tro la guerra in SEI stessa, a condizione che tosse a lui as,icurata la possibilità. di soddisfare i pro– prii bisogni abbastanza limitati, come accadeva prima della guerra. lI ,,,/rlato-contndino non si è dichiarato coutro la guer1a ~e non dopo una fune propaganda ba– sata sopratutto sulla spartizione delle terre. Il cuntadi110-operaio ha fatto manifestnzionl cc>ntro la guerra, sotto l'influenza delle condizioni cli vita sempre r>iù 0 cliffìcili nelle città (alti prezzi e penuria cli viveri G degli oggetti di p1·ima ne– cessità) e sopra tutto sotto l'influenzi, della pro· pa,gancla internazionalista-socialista, che accusav~ gli alleati di imperialismo e 1>roclamava il disin– teresse della Germania, i cui soldati fraternizza- vano cosi volentieri al fl'onte. ' La p , conclusa dal governo massimalista, non f1a realizzato le speranze di queste tre cate– gorie di contadini russi, e, con l'aggiunta dell'a– narchia amministrativa, la vita nelle cam 1)8gne così come nelle città è diventata intollerabile sotto tutti i ra1>1>0rti:sicurezza de.Ile persone e dei beni, nutrimento, vestimento, condizioni sanitarie, ecc., i:cc. Le masse cominciano a comprendere che sono state ingannate: che non la guena era la causa vera del loro disagio giacchè, terminata la guerrn, nulla si è cambiato in meglio. 11 contadino non ha trovalo soddisfazione nella presa di posses&o delle 'terre agognate, giacchè, minacciato dalla sociuli::a:ione, na:ionali::a:ione delle terre e da altre pa rote terribili che egli· comprende solo in qua1,to significano la po sibilità di vedersi togliere il diritto dei raccolti, lascia \ campi incolti (il 60 per 100 delle terre susce;ttibi!i di coltura è 1ima– sto quest'anno, secondo le statistiche date dalla stampa, inseminato. L'operaio ha sofferto più che mai, rimasto senza lavoro, senza salario senza pane, messo di fronte-'al dile111ma di m~rire di fume nelle grandi città o di darsi al b1igantaggio. Non più quindi contro. la guerra si dirige rodio e )I malcontento delle masse, ma contro le con· dizioni di vita intollerabili, contro il caos, contro l'anarchia; soltanto coloro che hanno bruciato i l01·0yascelli e si sono decisamente messi RU Ila via del brigantaggio, sono favorevoli al regime della pace massimalista. Io non i;iungo ad affermare che, disillusi, i contadini russi (compresi i soldati e gli operai ri– tornati gli uni dall'esercito e gli altri dalla città nei loro villaggi) ardano dal rlesiderio di rico– minciare la guerra; io non posso assicurare che, dopo tutta la propaganda disfattista, i contadini abbiauo d'un tratto ritrovato lo spirito combattivo di un tempo; ma dico che, stanchi dell'anarchia essi si rivolgeranno senza riluttanza verso la parte dove saranno sicuri di trovare !'-ordine, un lavoro fisso, un'esistenza materiale assicurata; corag– giosi di natura essi riprenderanno a fare i soldati altrettanto bene quanto nei primi tre anni di guerra.. Ma, all'infuoti di queste considerazioni gene– rali, Yi è lutta una categoria di contadini che hanno imparato .ad odiare il tedesco l'invasore il nuovo padrone che' prende !Oro ll;tto il gra;lO, tutto il bestiame, e perfino il denaro: l'Ucraina insegni. In ogni raso, ciò che è ben certo è che il con– tadino, di fronte alla questione della guerra, è In disposizioni ben diverse da quelle di un anno fa; e que~to caml>iamento è favorevole alla tesi della ripresa dell,t resistenza ai tedeschi. E_. Miller. C' era una volta a . Jurn Lu.:ano 4n lu.;o anilicialc, chi,111wto la.go "\liii,. con unu bella lapiuc, destinata ad 1n11nor– talure il la30 e il ~uo s;.11110 eponimo. \la il lago pe1tlc, a o1,trnatanll'11tc le sue ae<Jue, perchc le pa– ll'li ùi es,a le lascia1ano ~fugl(irc, a disps:ro ae1 ~uo sa1110 protettore, con poca soduisfazio11e llella Suci<'lu Lucana per Imprese elcllric/ie, che Io avc– ,·u t'seguito. I.a cosa non pote,a durare senza gru,-e scan– dalo: il lago dovei·a 1·iempir&1: se non 11ou sareb– be stato più lago ... o non sarebbe ~tato più Nitti. 1."ingeµnere Omùcleo, chiamato a sta1,1na10 te falle. che impedivano il rialzarsi del pelo <l'acqua nl lil'ello asegnaiogli, sugg~rl la costruzione d'un inumo impermeolJile cli cemento, che, or fa due anni, poteva im1>ortare circa 300.000 .lii·,,. \In la Società Lucana non si <leciclel'a a f,ue la spesa. t~mendo di gravarsi di nuoYe 1mssività senza i– suttato; intanto di giorno in giorno la situazione peirgioru,·a, il lago re~tava ,q11allicloment~ hasso, e chi volesse o(\'gi e~eguire il manto J111pe1·m~abile dovrebbe probabilmente spendere un milione. Non 1•imase alla Società che liq11iclore lo sfortu– natisirno impianto, proflltnndo dei pfezzi eccezio– nali dei macchinari e dei materiali metallici: li– quidando tutto, si salvava la situazione: e così fu deciso. \la, e il lago? Quello non si dO\'!'va, non si po– teva liquidare senza se rndnlo: do,·c sarebbe finita la reputazione dell'onnipotenza ministeriale ita– liana? si sarebbe dovuta smnra re la lapide glori– ficati\·a, sbattezzare l'o111>ra! on era possibile. Bisogna,·a trovare un Cireneo, che 1ilevasse l'im– pianto coll'obbligo di mettere a dovere le pareti perdenti del lago, rialzarne il livello ... ed il nome. Il Cireneo fu trornto C.hi mai? ... L'Jlvn, In po– tente Società siderurgica. , Jì' inutile sgranare tanto d'occhi, e chiedersi acl q1<id; o che titoli potesse avere la lontanissima Società a portar la croce eia tutti ricusata di quel– l'impianto, e della troppo nobile origine, n cui è legata la sua vita. li titolo può consistere nei mi– lioni, di cui l'Ilva dispone. Non ne sappiamo cli più. Abbiamo solo un atroce dubbio, giustificato dai precedenti noti, e dalla proverl?iale famelicità. dei siderurgici: il dubbio che oggi o òomani, sia pure nella più indiretta delle forme, la conservazione di quella lapide sia per costare assai cara ai contribuenti italiani. Intorno al processo Cortese L'ono1 evole Giretti ha p, es~nlato alla Presidenza della Camera dei deputati due inte;rogazioni re– lati ve al processo che si dibatte du più mesi ,i Homa: I la prima al ,1ini:,tro della Guerrn " per sapere " quai,, fondamento di verità abbia la dichiara.. ccz1one fatta nell'udienza del 17 maggio corrente u clall"imputato Corte~e che !u a lui affidato da un'alta personalità. del Comando upremo in " dall'inizio della guerra 1)11delicato incarico per " cui tutta la mobilitazione dell'esercito passò, u fra. le sue mani e che, come cle<linato al cornan– " do militare della ~ezione di Treviso, egli riceve– li ,·a per ragioni d'uffìcio la corris1,ondenza cifrata li J>er la dislocazione delle truppe (resoconto del li Corriere della sertt del 18 maggio 1918), la seconda al ~1inistro di Grazia e Giustiz!a li per sapere se iI Governo non abbia mezzi per li impedire il deplorevole sa.bottaggio della giusti– " zia che si va compiendo con \norme pubblico li scandalo in ,processi teatrali interminabili in li cui di tutto si discute eccettoch~ delle ,.e;li e li specifiche responsabilità degli imputati "· .., La responsabilità ~1 _giornale e dd due direttori è impegnata dai soli articoli che escono seaza alcuna firma o firmati < L'Unità•• Per tutti gli altri articoli 10DO rapomabili i sfngoli autori.

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