L'Unità - anno VII - n.22 - 1 giugno 1918

114 111e11te \>olcrnizza; è d'accordo con ess, per la,. taglieggiare 11trnbbllco dei contribuenti. Questa i• appunto la politica dei ladri <li Pisa. :\clii;. 1}0le1uica ,i sono intrufolati i 1'iformist.i, che han.no sempre <hille plccole rivet.t.c ~>e:rsalva– ,.l. i dcposita11t.i e i correnListi de.UÒBanche ano· nime, co11qualche ritocco ili ronna alla legisla– z1011cv1genLc. J:\011o,:cor,·e discutei·e, di questi crnp ,u.st.ri di lo1ma, ,.;he a.liment.a.nf l'orgia 'intel– lcbtuu.lc , p. es., ùel no.,tro amico il. proi .. , 1 jvante. Non ,·agliamo o,·a distra.rrc con discussioni lal– mcnt.c seconda,·1e l'alte11zio11e ciel lettore dalln maggiore q>Jcstione ecnnomica. e <polil.Jca che t sul t.appew. LUpre11di<.Llllo pcrcio 1I co11t.racUit,to,io diretto tra lo sLucLioso d1 li.Qauza, a cut abbiamo rivolto al– cune do11tamle, " i gruppi metallurgici, ·a cui ne 1a.re1no uh:unc ~ùl! e. · l s1gg. LuzzatLO e l'e1•ro1,e magnilicano le. loro inu·,1presc come quelle che ddpo la guen-a cree- 1anno una 1100,a Italia indo6~riale. L'uno cLice di e6S~re " ,n grndo ù, !ollare con, l& futw·e eon– co1•1 euie, ap1,rof1Lt.a udo delle forze id.raullche per ,·idLu-re al m111lmo il coi BlllllOdel carbone "· L'al– tro p1L1u1il.g111loquenLC e piu ,ago aflenua che lo .,, 1Julfpu ù<J•le10uUsw·i~ A11.utdo un.rii.a.ll 'ltalia del ùOJJO guerra un « CUllbl uo posto 11el campo del– l'espa.11stone all estero u. TULLO cw e mag111flco ! .\1a ue ti gi up1,o della llt.:u 11e<.1t1cliu Uelia ntt.Htlttu non Cl <.!icono 1:tc ::,ouu 111 orlltlo ct1 !:>u::,leHerc la. cotH.:.orrcnt.a con le inùusll 1c ::,1milan ru1•c::,ticre sul W€J cu.to ehterno ovvero ~ul Ine1cu.to 1nte1uo i1l>ero ùi e.lati o cir– concfato ùt uanierc doga11al1 ! li sig1101!Je1ronè musln1. uensì ùi Lemel·e 110n pocc; il pencolo elle l' halia ,•i~orni sotto la servitù tede~ca e 1'.\ appello ali odio anti,edesc\l, per ol.– t.enere - >,Uppougo ! - dazi doganali contro il nen1ico polltico e nulltarc ! .\la., t:.: eg·ll in grado di a1>rire H mercato agli alleati L .. In una parola, il sig. Luzzallo e il sig. Perrone magnificano le loro industrie, rna non ci dicono se queste vivranno di !orza pro11ì-ia, o se dovranno i>esare s.ul groppone del pt:1ese in !orma di dazi doganali, ili p1ivilegi fiscali, di comlllesse statali a t>rczzi di lavore. e vit:1dicendo. Non ci dicono se chiedono favori limitati alla produzione di beni necessa,•ì al la· siclll·ezza dello Stato, o· estesi alla produzione dei beni consumati da tutti i cittadini. In conclusione nè l'uno nè l'alt.rei, non c1 dicono <1uale sarà il costo di q,uest.a grandiosa industria dell'avve11irn e da chi questo costo sarà soste– nuto. Ora quello del cos,to è il solo o quasi il solo elemento ciel problema che importa al pubblicq ; ma è anche il solo su cui per accordo di germina– zione SJ >ontan.ea tacciono U sig. Perrone l'oo. A. Luzzatto ... nollchò Jo. studioso di finam.a. Quindi e.ssi sono l'uno contro l'altro armati; e tutti concordi per spogliare il wti-ibuente italiano. Qu~ta è ·appunto la politica dei ladri di Pisa *** Se nun cl1c i ladri di Pisa si dice· Cossero due. 1 nostri, invece, formano già una com1}agnia alquanto numerosa. Ep1>urc essa npn potrebbe ancora lavorare con successo, se non avesse soci e conisponclent.i nella stampa politica, nel Par– lamento e nel Governo, i soli che possono legal– rneritc ,l\vicinare il cont,-Lbuente e cler,ullarlo. Ed eccoci 'al r,unto culminante della questione, se la i ,guarda realmente dal punto cli vi– sta del!' interesse pubblico. La organizzazio– ne industriale-banca.ria, di cui si discorre, è diventala organizzazione politica, non per– cbè ha dato la scalata alle ba,,che; ma per– chè ha fondati i suoi giornali politici ed ha tentato o ha fallo l'acquisto di \'ecchi giornali, <li cui il pubblico ignora il mutalo indirizzo. La stampa prepara il Paese a considerare come int.cressi pubblici quelli che sono realmente interessi pr\· ,·ali di gruppi industriali -e· cli banche; e pona e sostiene al Governo i candidati cli quei gruppi ~ cli quelle Jianclle. l l L'Ur ITÀ Cos. ,, che al vertice ili questa piramide, che dall:t hase forrnula dalla folla anonima dei depo– sitanti va salendu e restringendosi nelle ~empre 1ncno a11une1ose e l)iù potenti vrganizzazioni indu– H1·iali, Li--0gna tn>,'l.u·e l'uomo che ;il ~o,·erno e . in p,u·la.mcnto ne è l'esponente polit.ico. Chi è? Questa è la ric~rca di supremo· interesse pub– blico che/-certamente compet~ al pubblico. l'Uailà. Lodi non desiderabili li partito di Bolo Pa cià Jm creato in Francia, quattro we::,i or ~ouo, uua nuova. l'ivist.a.: L'E.u– rupc ·1wuvelle., \ i collaborano, com'è naturale, molte persone uueste, che non comprend0no il gioco, a c.ui si pretitano; molti pseuèlonimi, che sa11no lJei1bsicuo quello che frumo; qualche mon– signore del Vaticano, quulcho socit:1list.a caillotti– sta. :\ota comune a tutti gli articoli centrali del– la ri, ista: la austrofilia. Perchè in Francia i te– descofili assumono Ja· maschera austrofìla, mentre rn Italia assumono la maschera anglofoba. L'Bu– ' ,,pc nuovelle dimostra: ogni settimana, come untro e quattro fanno ... nove, che l'Intesa ha ,rnto un grande torto'' a dare dei disJ>iaceri t:11- \uslria; Clemenceau ha fatto male assai a pub– hlioore la lettera al caro Sisto, l'Imperatore Carlo non domanda cli meglio che rii emanciparsi dalln. Germania; perci,:i l'Intesa non cle,e incoraggiare gli slaYi nella lotta contro i tedeschi e i magiari. Quasi che la via migliore per con enti re all'l mpe– ratorc Carlo di ~rnnncipn1•si dalla. Germania sia quella di scoraggiare le forze a11tigennanichc•del– l'ln1pei-o a11!l'lro-unga1·ico, e n1flo1·zare così il Jn('– vimento pangermanisk1. (;e1t1p1·edato e non con– cesso che l'Imperatore Carlo voglia emancipar i dalla Germania). Quanto all'alleanza u approfoh– clil;1 ed estesa "al convegno di pa, l'Europe n~u– velle non se ne clà,pensiero: ne ha aJlpena par– lato: metodo mollo comodo per continuare ad ·af– fermare che l'1 ntesa cleve ai tilare l'lm1>emt.ore Carlo a emanci1mr~i, rompendo essa ogni solida– rietà cogli sla,·i, menli·e rlmpcralore intensifica pubblicamente e irrevocabi !mente la solidarietà propria coi tedeschi e coi magia,·i. La logica, che la Germania importa nei ~ostri pae i, è tutta di <1uesta lega. Orbene, in questa rivista così clericò-caillolli– sticamente spasimante per. l'Aust1ia, troviamo ,(numero 18 maggio) due Lunghi articoli, che occu– perebbero sei o sette pagine clell'Unitd, in lode •– sapete di cl1i, amici lellori? - in lode• della po– litica dell'on. Sonnino. La spinta a quesl'est.asi sonniniana nella tlv1- sla auslriacante ·è stata _..clatada quell'articolo di fondo del Giornale tL'Italia, di cui et siamo occu– pati nel passato numero dell'Unitd. In quell'arti– colo, l'Euro)Je nouvelle ha visto, attratt.avi dalla voce del sangue, precisamente quel che vi vedem– mo subito noi. .. ·per il motivo contrario. La Casa d'Austria -. ripete ancor·a una , vita 1•1,11ro7Je nouvelle, traducendo 11erò la prosa del Ciornale rt'ltaliti a documento dello serietà delle proprie opinioni - la Casa d'Austria non può a_vere. che un desiderio solo: quello di divent;.re centro d'attrazione per tutti i popoli slavi, che cir, condano l'Austria tedesca e l't:ngheria. i, il Giornale d'Italia ha mille ragioni quando scrive: « fatalmente gli Absburgo vorranno scuotere, un « giorno, il giogo degli Uohenzollern ». E più che mai ragione ha, quando scrive. che l'Intesa deve aiutare gli Absburgo ad affermare la loro volonl!t d'indipendenza, al quale scopo l'Intesa deve fare capire agli slavi che non devono fare nessun as– segnamento sulle simpatie dell'Intesa nei loro sforzi per rendersi indipendenti da Casa d'Au– stria. In compenso l'Intesa deve ottenerç per le nazionalità oppresse - l'Europe nuovelie ammet– te, bontà sua, che in Austria ci sono delle na– zionalità oppresse - « le legittime soddisfazioni a cui hanno diritto ». Quali sarebbero queste soddisfazioni? Con quali garenzie sarebbero roncessc? L'Europe nouvelle tace: non potendo spiegare che arebbero quelle soddi,fazioni e garcnzie, che l'Imperatore C:arlo, nel suo alto senno, credess~ di JargirP, l'Europe ,wat'l'l/e è messa nella necessità. di girar largo. E <t,esta, secondo l'Lttrope 110ttt•elle, è la f!)Oli– tica ctcll'on. Sonnino: u l'attitude du 1ninislrè des u .\flaires étn;ngères de nos alliés de la penin– " sule, atti/ude clcs 11lus reser~>res à l'égarid des « délégués yougo-sla\'es et t.chèques, nous confirme " dans l'idée que les lignPs de notrc distingué con– " fr~r,, reflètent IJien la. pensée du mai tre n. Ecco perchè l' I,1<ru1ie nouvelle· è fanatica ciell'o– norc\'olo 011nino· " ce n'est pas moi parle aus:ii u - proclama, traducendo la prosa del Giornale 11 d'Jtalia - c·est le journal de '.\I. Sonnino lui ,. m~me ... clé<'iclement, \I. Sonni.no est un grand u dr1>lQmate. Sa mailrise s'aJflrme d'une façon puis.sunte dans rorientation toute nouvelle, « qu'il vient d'imprimer i\.sa politique à l'égard dc la nutison d'Autriche ». « Voilù. de la poli– et tique réalisl&! n. Che peccato çhe « le gran(! silencieux », alibia (( d,..t..,ni-.. un nn ., set-tuito una politica diversa. A dir lo ,ero ,eml,rn a noi che la Rivista fran– cese 11011 abbia completamente ragione in questo rimpianto. La polit.ica. dell'on. Sonnino, ora che ne abbia– mo fi}1almente comprese le linee direttive e i me– todi ,è slata sempre concepita come realizzazione delle llspirazioni nazionali dal punto di vista escusi·vamente ila.liario. Quindi non potea pro- 1,orsi e non si è proposto nessun programma di lotla a fondo contro l',\ustria per la sua dissdlu– zione nei vari elementi nazionali. E pèrciò non ha mai incoraggialo le nazionalità slave dell'Au– stria \'erso alti cli indisciplina rivoluzionaria. In conclusione le lbdi della Rivista austria,cant.e francese. potrebbero essere i.nconcliziol)ale. Sola– mente non appiamo quanto, do1>0gli ultimi avvè– nimenli, eBse sieno desiderate. g. s. La propaganda L'ambasciatore italiano a Londra, marchese lm· pe,·iali, ha dichiarato nel recente <liscorso della .Mansion llous~: u Come la Francia rivendica la restituzione del– " le\proviocie che le furono violent.cmente strap– " pale nel 18ìl, così l'Italia combatte per tibe– " rare i suoi figli dal giogo straniero, per ottenere sulla terra e sul mare le frontiere considerale " indispensabili alla sua stessa esistenza .ed alla « sua legittima sicurezza. Se una impreveduta " difficoltà dovesse sorgere, risulta da recenti· « avi•en;menti che potrebbe essere risolta con con– " cessioni e buona volontd reci1iroche "· Se non c'inganniamo, questa dichiarazione del– l'ambasciafre italiano coincide con l'ultimo ac– cenno fallo dal Presidente \Vilson alla modera– zione dell'Italia nella vittoria., per farci ritenere che in questi ultimi tempi qualche nuovo ac– cordQ debba essere avvenuto fra i Governi del- 1' lnt.e a per togliere quanto pot.e,·a essere cli troppo )igiclo nella Convenzione di Londra, e aprire la via alla soluzione al problema adriatico con buona volontà e concessioni reciproche fra Italia e Jugoslavia. • olamente, con questa nostra ipot.es.i, contrasta la campagna clal.matomane Elsla,·ofoba, elle nori solamente continua, ma accenna a esasperarsi: ~:A 1" FIUf• ••~ •• \

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