L'Unità - anno VII - n.12 - 23 marzo 1918

58 « delle cosLe itali,ane, e nel fol'mulare le garanzie o e le convenzioni, cli ·cui al !)ara.grafo 1'', sor- o gessero fra i Lecniai delle due parti clissei1si (I gl'avi, questi saranno composti da <:onuois~ìoni u teciaic.'«l.e arbitrali 11. Solo dopo avere stallilita questa comune di– ci,iara:.io!U' di principi,\ Comitati itllliani e jugo– slavi possono. passare a.;1 assumere impegni per un'azione comune diretta, allo scopo cli 1-eal:zzare i l)(rinci1pl stessi 'E anzitutto deve rimanere bcrr chiaro che i C,,– mitati non sono i Cowrni, e quindi non impeg11~– no i Governi; ma hanno come primo liovere qUt•llo di far p,ressione sui rispettivi Governi, affì.nchè fa.cciano propria senza ritardo la dichiarazione adottata d.ai Comitati. Non è possibile, infatti, nessutto. azie,oe comu– ne efficace, fmchè i Governi ,potranno annu!llarr ogni lavoro, sferrando l'uno cor,tro l'altro i nazio– nalismi delle <jue parti. -O i Comitati riescono a trascinare con sè i due Governi; o riconOS1Conola loro impoLertza. );'er ottenere questo mutamento nella politica dc•i due Governi. i Comitati devono organizzar<' , ,. ·-comune lavoro di propagar,cla in tutti ; giomali e in tutte le organizzazioni politiche, a cui può 'giungeré la loro influenza. In Italia, già pa:recchi gr.an1i giornali la.varano a questo scopo. !3isogna che la stampa jug_oslava, speoialmente quella di ,',.merica su cui grar.de è l'influenza del Comitato di Londra, presieduto dal dott. Trumbioh, non tardi a fare altrettanto: tanfo per comincia.re ,smetta di acousa.re l'intera Italia di essere im– perialista, distingua in Italia i nazior.nlis!i da noialtri, disputi pure a QTU~lli la Dalmazia, mn non contesti più l'Istria a noi. • Niente equivo_ci I Se il Comitato generale è già arTiva\o per conto suo, nelle trattative col dott.. Trumbich, a 1-esul_– tati analoghi a quèsti, che rubblamo delineati. il Comitato italo-jugoslavo non avreçbe che da ralle– g1'arsi di essere stato felicèmenLe preceduto nella iniziali~a,·che si proponeva di assumere. Se, in– vece, il Comitato gene1·ale sj fosse limitato finora semplicemente a promuovere acconLi generici col Comilato jugoslavo di Londra per runa comune azione cor,tro l'Austria, evitando ogni chia,rimen. lo nei problemi territoriali, e rinviando la sqluzio– ne di questi all'avvenire, - in questo taso· il Co– mitato italo-jugoslavo avrebbe ancora da compiere la propria <llpera. La defmizione immediata dei probemi territo– riali deve essere, secondo noi, il primo passo della r,uova azione comune italo-jugoslava. 'su questo punto ci dichiariamo assolutamente intransigenti; . e rifiute.remo di '!)artecipare e combatteremo -qu,'.L– luncrue iinlzdativ-a -p.retenda CQndurci avanti '<;o– gli occhi hendat.i. Noi non sappian,o se al Comitato italo-jugoslavo abbinr,o aderito persone, lè quali credano l}l'Cfe– ribie il metodo di r'iuviare a miglior tempo quella che noi giudichian,o questione pregiudiziale. Se hanno aderito, vuol dire che c'è un equivoco fra noi e loro: e il Comitato deve essere abbandonato o da noi o da loro: e siamo sicuri che la Giunta esec11tiva del Comitato esecutivo prenderà, non appena sia poss:ibile, una posizione perfettamente chia.ra. Qruesto, però, sappiamo ,fino da , ora: che nel Comitato generale c'è, per esempio, l'onor. Bar– zilai, il quale snl, Tempo ha dichiarato che egli ha bensì aderito al Comitato, ma non ha mai inteso fare rinur.cie territoriali (intendi Dalmazia:); c'è il duca di Cesarò, il quale pr~clama ,sul Giornale d'Italia che « di questioni territoriali sia assolu– ·« tamente inutile per ora parlare e discutere ,.; c'è il signor Maraviglia. che al)partiene al Consi- r glio di direzione dell'Idea Nazionale, la qualo continua im!pertenita la campagna: per far ·ece– dere che la Dalmazia è regior,~ non slava, ma. italiana. La partecfpazione di questi uomini poli– ti<,i e di altre figure analoghe al Comitato gene– rale, non solamente deve impedire a noi di fon– dere la nostra. azione con quella del Comitato ge– nera.le - anche se altri membri del Comitato -;tessp 'ci isptrano la massima fldt,cia -; ma ci -anca L'UNITÀ criea il dove-re di e!ìB'èI'epiù risoluti e più inLrat– talbili che ma., nell'esigere patti asssolutame.nte chiari fra noi e gli jugoslavi. O italiani o jugosla,>i p~'l;iamo metterci d'a(!.c(Jr– clo ~ubito sui, punti fo1 ,clxn1enta.li; e hu:da.uwro senz'altro. O evitiamo le spiegazioni chia.re , per– c:hè sentiamo che c'/> fra noi qualrhe punto ,n cui 1>revediarno ,jj non poterci conciliare; e a.llora nor, ci è lecito inganna.re noi e gli allri, con la com– media di un accordo insince!ì,o, che sarelibe la ~– conda edizio;,e rli quello che condusse nel 1!112- 1!)13 Serbia, Grecia e Btùgar.a prima a batte!'>.li WILSON E La guerra tra la Russia e gl'Imperi Centrali può considerarsi finita, e tn conseguenza gli au stro-Ledeschi ipotranno utilizz8J'e sn altri tronti qua.si tutte le truppe adoperate finora. sul f!ronte orientale. Ma, oltre ni risultati militari, lo sfacelo russo può· avere altre conseguenze, ben più gravi per la Russia e per l'IntllS<'l.: può conduJTe cioè a.1!a manomissione completa della Germania sulla I,lussia, la qua.le .potrebb°e div,entare nel futuro unà colonia tedesca. E' manifestamente negli interp,ssi tanto della Russia come dell'IntCS!l ohe tale <penetrazione sia impedita. Ma la R=ia da sola non h,a ad.asso forze necessari~ ,per oppor,>i$i efll.cacemente, e deve perciò essere aiutata dagli Alleati, non colla forza deLlé armi, ma con una politica savia e »ocorta, d.i1-etta a impedire che i tedeschi con– quistino anche le sirrl!)<'l.tiedelle classi dl'Iigenti e della massa del popolo rwiso. La manomissione difatti della. Germania. sulla Russia 1 r,uò effettuarsi-in due modi: èolla vi.olenza o colla persuasione, colla forza o cJll 'insiclia. IJ primo modo, più brutaile, è anche meno ,perico– lo$o, 4)el'<lhè spingerà la Russia a ltbera.mi dai teeschi, a,p]){'na .sarà in grado dì raccogliere !e propl'ie foTZCe di organizzarsi un ~>Oco.Spetta all'Intesa èccitare qu6$to bisogno di liberaziona e di :rio11ganizzazione, offrendo a,J popolo russo il proprio coÒCOI'ISO, facendo del p.roblema delle re– lazioni tedesco-russe un problema proprio, e .di– chiarando di non ,iconoscere nessuna delle siste– mazioni imposte dalla Génnania alla Ru.ssill. in quest'ora di disastro. ' Ma più pericolosa de,lla manomissione violenta della Germania sulla Russia sa:rehbe la mano– missione insidiosa, perchè mira ~ fare della. Rus– sia non solo una colonia l(edesca, ma anche una a.lleata degli Im!)eri Centrali. A tale scopo gl'Im– l>eii Centrali possono tentare la conquista morale delle tre forze principali del lpaese: l'attuale go– verno massimalista, .i pà.Ttiti di opposizione con– tro i massimàlisti, e la massa del pop0!0. li compito di acquistare il favore del governo massimalista non sarà facile per gH austro-ted,e– schi. l mru.ssimalisti nul.l'ono un odio tenace con– tro ogni fol'ma di capitalismo borghese e milita– :ri.sta; e sicè-0me i governi deil'Austria e della Germania sono i ra,ppresentanti più schietti' di taie capitalismo,, un accordo amichevole fra essi e i " bolsceviki ,. si può a priori completamente escludere. Ma però una I)Olitica poco accorta del- . !'InLesa, fatta di partito preoo o di ostilità irre– duc~ile contro il goven:io •leninista, può tpreci- ' pilare presto o' tardi anche i « bolscevild .., i•ndi– spettiti e irritati, nelle braccia te!:ksc,l)e. E sicco– me i massimalisti rappresentano ancora in Rus– sia una forza considere'vole, U lol'c eventuale ac– corcio coi tedeschi pregiudicherebbe gravemenw gli intere5.5i dell'Intesa e, del resto, anche tiella sLessa Russia. Ben più facile che coi leninisti sarebbe per gli austro-ted,eschi un accordo coi partiti russi anti– massimalisti. Questi ipartiti, dai socin.listi rivoln ziona.ri ai « cadetti » e agli-o ottobristi .., furono lutti finora favore<Voli all'Intesa, consider8Jlldola loro alleata diretta nella lotta contro il comune nemico tedesco. Perciò, n'e: tentativi dt rovesciare il governo leninista pe-r sosti~•ùrgli un gooverno– ioro proprio, i partiti antimassimalisti sarebheTo naturalmenLe propensi ad appoggiarsi all'Intesa. Se però l'Intesa rifiut;isse ·1oro ogni aplpoggio o, l'una aCl'anto all'altra contl'O la Turchia, e poi a battersi !'l'a loro per diS\)Utarsi la Macedonia. Oltre a ciò, bisogna tener presente la necc,,%tl« di. dare all'opinione pubblica ameiicano e inglt~<– la prova che noi e i jugoslavi siamo non solo unib negativamente contro il comune nemico, ma siano anche posiffoamente concordi, in modo da far pre– vedere che la fme della guerra lascierà senz'altro carnpooti i di,ssidi 1ra Italia e Jugosla,ia. Insomma: 59!0 cor.· la più a.saoluta chia.,'CZ~a <li rapporti, l'accordo iW\lo-jug·oslarn può riuscire si.nce-ro, durevolé. efficace. Se no, no. LVnità. LA -RU·SSIA ancihe pTOrp<"ttendolo, non lo concretasse in una f01roa pratica, l 'opposizio.ne ru.ssa non avrebbe nessuna dilficolt.à ad, allearsi cogli austro-tede– schi, pur, di ravl $oia.re il massimalismo: perchè dbi due mali, quello dell'alleanza coi tedeschi le sembrerebbe il male minore. Ed è troppo evi– dente _il vantaggio !per gl'Imperi Centrali t:li co– stituire in Russia ,un governo che, dovendo lor,, il J)Otere, sarebbe obbligato a favo1iTli ,in tutti i modi, perchè si· possa mettere in dubbio un eolv istante la !Jrobabilità. degli sforzi che essi farann'l per allearsi coi vartiti ,antimassimalisti, sen:.a , perliltro cessare di civettare col leninismo pietro– gr,a,dese. Ma i maggiori sforzi· dei tedeschi saranno di– retti, secondo - ogni problcl>ilit à., a conquista:re le wmpatie cl.ella gr.a.nde massa del tpopolo rueso. Ed è su questo campo che l'Intesa può e deve conLrohattere l'azione tedesca col maggior vi,goré. r .a via, che le Potenze Centrali seguiranno senz" dubbio, sarà quella di atteggia1'Si, dinanzi al sem– plice ed ignoran~ · po!)Olo russo, per parligiaitld della pace e del trasferimento delle ten-e ai con– tadini, e di :r~esentare l'Inte!.a come alleata dei ·lalifondisti e decisa a spingere la Russia alla continuazione ad ogni co'sto delln guen--a. Unà propaganda in questo senso è stata già iniziata in Russia da.gli agenti tedeschi. Per neutraliz– zaria, l'Intesa deve ·far sapere o.I. CQntadino russo che essa non intende allatto ,x,st.ringerlo a far la. guen·a dhe egli non può più fare, e çhe non è affatto disposta. a toglie.rg, li le· terre per l'icons~– gnarle a.i latifondisti. La neéessità di tale attP.ggiamento i) stata ca– pita finora meglio di tutti dal Presi<lent.è Wilson. Egli ha sa/puto rendersi conto deil'utilità. di con– servare all'Intesa le simpatie russe, e del pericole che risuterebbe da li )1bbandonare cruell'immena. paese senza osta.coli hl germanesimo. Fin dall'av– vento al potere, del massimailismc russo, Wilsoo ha assunto verso di esso un atte~iamento, che si potr®:be chiama.re cruasi 'benevolo. Wilson ha. com-peso ohe, se è pur vero ohe i o bolscevikl: " sabota,vano la. guerra e conducevano la Russia .alla. disfatta e alla resa, è anche veto, dal ,mo– mento che non si può rovesciarli, dhe è più utile averli amici che nemici, e impedire un aocordo · fra ~ssi e la Gellmania. Wilson ha visto anche tutta l'utilità. di incoraggiare quei. partiti anti– massimalisti, che pur avendo per 1'è la maggio- 1 ranza a,é1 popolo, non possono colle sole lcxro forze rovesciare il leninismo, che si appoggia sulle guardie rosse, mentre gli· .altri partiti hanno per sè le masse non organizzate dei coutadini ineirml. Finalmente Wilson si è reso conto della necessità di conservare agli Alleati le simpatie ,del tpOI)Olo ru.sso: perci:i nel suo recente Lelegramma al Con– gresso dei « Soviets ,,, radunato a Mo;:a, e~li ha affermato ,recisamente, ohe gli Stati Uniti, anche nelle attuali tristissim·e condiziom. sono de.cisi a. non abbandonare la Roosfa, mantengono tutta la loro .!!impatia al libero popolo .russo, e non in tendono esercitare su di esso nessuna pres– sione, lasciandolo i;,ad1·one di determinare libora– mente la sua ·politica interna ed est.era. Tale atteggiamento, dettato da unÒ spi.rito rpro– fonda..,iente democratico ed eminentemente pra- , ticp insieme, è il solo atteggiamenl-0 ragionevole nelle odierne conclizioni. Nessun danno maggiore per la Russia, nessun erra,re più grossolan~ per l'Intesa, che un disinteressamento romrpleto della

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