L'Unità - anno VII - n.11 - 16 marzo 1918

• 54 cratica. L'avere pal'lato fmora d.l « ~membr.a– n1<•nto" dell' Austrlll, c1 ha ratto grande danno nella opinione pubbUca inglese e americana, ed hi\ f1tdlitato ai propagandist.i austro-tedeschi ti gioco di presentare l'Austria come un povero agnellino delllo,·ratico, ~11 cui t lupi dcll'imperla– liS1Do italiano, serbo, rumeno, polacco, russo si sc,tf(lt1tsst•ro l·ntltùm,'nlc per shrana•lo. E' ne– cessà.rio spiegare che Io « smembramento " del– l'Au.slria non ha nulla da vedere COLquello, che sarebbe uno « smembramento " dell'Inghilterra o degli SI.ali Uniti, ma vuol dire semplicemenle il diritto assicurato a lui.li i popoli dell'Austria di essere liberi da ogni dominazione di u.llri po– poli, cosi come vivono liberi gli americaLi di ew York di trunle n quelli di Boston. Sarebbe anzi ne– cessario, a scanso di equivoci, che nella nostra propaganda noi rinunziassimo ser.z'a.llro a questa in1elicissima formula dello « smembramento " dell'Austria., e usassimo solamente l'altra del « di ritto delle nazionalità. slave e latine dell'Austria ll conquistare la indiper.denza dai IPdeschi e dai magiari e a decidere in a.~soluta libertà. dei loru destini "· E più ancora occorro spiegare cho questa libe– raziono dei popoli latini o slavi dell 'Aus{.ria è non solamente opera d1 giustizia in s~. :nu il solo provvedimento efficace per isolare r,cll'Euro– pa il militarismo t,edrHco, ridurlo all'impotenza o condannarlo cool a un sicuro disfacimento; che la Germania, flnchè o.vrà ai suoi fianchi l'Austria– UngMria, in cui venti milioni di tedeschi e d1 magiari possano inquadrare e trascino.re in guer– ra contro i -vicini trenta milioni di latini e di slavi, ral1>Pl'<'S011terà. ,'iO:lnpr·cun pel'icolo J)Cr lo. p11Cedel mondo e per la libertà di tutti i vicini; che la de– tronizzazione della Ca.sa Absburgo e la in<!ipeodeo- 1.u assicurala a tutti i popoli '(\a essa finora tor– mentati, non solo è l'unica garE\l\ii:i e!flcaoe alla pn.<·c futura, ma è l'umco progrn.:nma veramente pratico, a cui possa attendere l'Intesa, montre la <lcmocrat.izzazione degli ordinamenti ir;ttorni della GermanUL non può essere imposta dal di fuori con le armi, e uno " smembra.meLlo " della Ger– mania sarelli>e, oltre che una iniquità, un'utopia. Per piantare a fondo tali idee nelle grandi molti. tudiLi inglesi e americane. e trovare queste J>l'OD– le a secondare il nostro programma nell'ora del– le sistemazioni finali, occorrono mesi e mesi di propaganda in tensa, instar.cabile, con giornali, voltimi, dJ)uscoli, eo11(C>renze, ecc. E' urgenl.i guadagnare ~ tempo perdùto. Se conlimriamo a starcene con le mani in mano, anche Ja pùì. strepitosa <\ella vittorie militari minaccia di es– sere frustrata dalla osWità o da.I disorientamento dei J>Opolia noi alleali, sui quali lavora con mir-a– bile attività la propaganda austro-g nanica. Il danno che siffatta politica 1·appresenler<!blxl per i nostri nemici, può essere intuito, solo che si consideri quanto essi ne sono preoccupati. Nel trattato di pace fra la Germania e la Russia il Governo tedesco ha Imposto ai massima.liaU n;ssi l'articolo 10, cosi formulato: « La Russia pro– " mette dj. m11tter flL.e ad ogni propaganda ed. " agitazione, sia per opera del Governo, s-ia pei· " opera di persone sostenute dal Governo, « contro i mernbTi ·della Quadruplice Alleanza « e le loro istituzioni militari e politiche, « .anche Dei territori occupati dalle Potenze Ceo– " trall "· E la stampa tedesca e austriaca segue ooo interesse vivissimo i sintomi del nuovo orien– tamento dEl~a politica estera dell'Italia, riprodu– cen<lo con visibile compiacimento frutte quelle no– st1-e manU:estazioni giornalistiche e pa.rlament.a.ri , da cuj può sJ)CTare che il nuovo 0\-ienta.mento incontrerà resistenze insormontabili. Questa offensiva morale io grande stile, intatti, non potrebbe non aumentare la crisi politica e le difficoltà. militari dell'Austria. E noL solamente ci assicurerebbe un indebolimento del nemico ma anche un rafforzamento positivo nostro: quel' con– solida.mento morale, cioè, che verrebbe ai soldo.li e al paese da.I fatto che nor, ce ne staremmo più 11. bocca aperta ad aspettare e parare più o meno fiaccrmentc le iniziativ~ tedesce, ma avremmo wna politica attiva anch,e noi. Oggi sia.mo tutti a 1no 1anco L'UNITÀ un po' dislatti.st.1, perchè non abbia.mo mente da tare, se LOn a.spellare. E diventeremo sempre più <lisfaltisll, se il Governo continueriL 11Pll.a politica. del nirvana. Anche se lu. tattica da no, propu- 6nala dovesse essere il frutto di una illusione, <SI tratterebbe sempre di una illusioi.e vita.le , la qua– le ci consentirebbe di resistere più a lungo, di re– sistere forse per quel solo quart.o d'ora critico, duro.ote il quale si può determinare Io sfacelo in ,·asa altrui, prima che a,",eng1. in casa nostra E anche <Jata la peggiore ipotesi, cioè che la compagine austrO-'ULgarica sopravviva, intatta o magari ingro.odita, a.Ila presente crisi, noi avrem– mo sempre con la nostra politica aumentate le difficoltà. interne dell'Austria dopo la guerra, io quanto v:i avremmo iLtensiflcate le cause di di– sgregazione nazionale. I popoli non muoiono. I popoli Ialini e slavi dell'Impero absburghese con– t111uer11.nno a lottare per la loro emancipazione, r.·ella galera austr01W1garica, anche se durante questa guon-a non sarà stato possibile romperm le murn. Le simpatie, che ci t'W'emmo 1>-ocu– rate durante la guerra fra essi. ce le troveremmo fn1lt.ifrre durante la pace. E sarebbero tanto pii,. pro!ond~ e durevoli, quanto maggiore fiducia rie– sciremmo a suscitare ogo:l nella sincerità. della 1 1ost:ra.n.micizia , con un'nliO'ne ri. ,,,1uia e con uno. incondizionata cordialità.. La politica da noi propugnata, insomma, ha il vantaggio di contenere in sè lutto ur. insieme di sviluppi possibili, buoni per tutte le et1entualitò. O " allargare ,, o smettere. La nuova 11<>litica,iene contrastata non solt1• mente dai gruppi giolittiani germanofili e clericali austrofùi, m L anche da alcuni interventisti, cht si figurano cli essere « rpraliri " sol pe.rchè no:. vedono un palmo al di Jà del proprio naso. Non <;i conviene - essi dicon-> " allargare" il 1)l'()gmmm~ della nostra guerra. Associando Q noi tutti i gruppi latini e slavi. dell'Austria, noi assun,eremmo l'impegno. di pl'Opugoarc . loro prog1 a.mmi naziona.li iprosso i nostri alleati e 11u!le tralln.tive di p: i.ce; anche se si trattasse rolu.ruenle di imJ>egoi morali, e non cootrallwtli, gli impegni morali valgono per le nazioni e per i governi, che si rispettano, quantu e più dei " pez zi di carta " manipolali in segreto dai diploma. lici. - Or possiamo noi impegnarci a non fare la •pace, prima che siano assicurate le aspirazioni nazionali, non solo dei Rumeni, con cui abbia.mo degU impegni, ma anche dei Pola.echi, degli Cze. c·hi, degli Jugoslavi, verso i qua.li non aI>biamo finora nessun obbligo di solidari~t.à.? La forza di questa argomentazione consiste tut– t,1 nèll 'uso di què/1a parola « allargare "• la quale suscita un'idea di rischi maggiori, di guerra più lunga, di avventure imprevedibili, di sacrifici ster– minati. La rea!Ìà, invece, guardala in tutti f suoi elementi e non attraverso lo spiraglio di una sola parola impropria e insidiosn, è che qui non ;i trat la nè òi allargare nè di restringere il vec– chio programma: si tratta di abbandonare io bloc– co un !programma, che era el'l'ato fino dalle ori– gini, ed è divenuto insostenibile dopo gli ultimi avvenimenti, per adottare un programma nuovo cue nella nuova· situazione mondi a.le è il solo che et possa condurre a.Ila salvezza e all:1 Viltorra, anche dato e non concesso che implichi Luovi oneri e più larghe ~·eponsabilità.. Il veoohio programma - quello del memoran– dum di Londra dell'aprile 1915- si fondava tutto sulla i'pot.esi di una rapida, clamorosa vittoria di Clli la Russia sarebbe stata il fattore prepo;de– :ante. In vista di questa certezza, 1'1!4lia entrava 111 guel'II'a con lo scopo di evitare che la crisi si risolvesse all'infuori di lei e assicurarsi un certo numero di territori e influenze adriatiche, e una promessa generica di equi compensi sul terreno co– loniale. Fu un do ut des fra l'Italia e.la Triplice Intesa: io Italia entrerò in guerra, e voi Triplice rntesa mi pa.gberele cosi e cosi. E nello stabilire · quel cosi e cost, l'Italia non tenne conto, come di forze aJJlprezzaibili, nè. degli czechi, !)è dei polacchi nll degli jugoslavi, nè degli albanesi, nè dei grec/ S1 contentò di aJJerrare più te1•ritori che rosse poS-· silnle. abbandonando alla Russia ogni altra fni, 11au ,.a nella ques11one b..ùcanic.1 , Scm.bJ.1, lDZi, eh,· ti nostro Gov('rno non abbiJl avuto eh,, U11 prof;ramma solo· pestare 1 piedi a.I maggior r:w– meru 1,0.,,,.ibiledi pdpoh nglt Jugo~Ia,i, dtsput.an – ,lc· loro la Dahnaua e opponedos, alla unione tra 1 rnazh ,, :,':rrbla., tra Serbia e Montenegro; agh all>a.nesi, tmpegnaodos, a non coLtrastare una ul– teriore divisione dell'AJbania fra. 1 ~erbi e I gn'<'t; o.i greci. rivendicando rn p0sse&.<:o definitivo il OodocM'.leso. t;ra una t)Ohtica, non solame11te i11,01,,ti'nibile dal punto di visi.a degh idea.li , per cui l'll!tes& <lichi:trn,·a di comb,itlere, ma graYe di orron u.streiuarnent.? pericolosi · anche seni.a prevedere l,, sfacelo della Russi.a non vogliamo dare! me– riti d1e non abbiamo - non pote\lt non osseria chiaro ad ogni pen,onii di buon sen:;o che queata. guerra ;,i sarebbe 1idolla a un disastro per l'It&r l11i. St' non si f<>S&e chiusa. col di~fncimento del– l'Austria; e questo distacimer.to non poteva essere ottenuto se non con l'aiuto delle popolazioni slave cl~ll'Au"Ì.ria; e il nostro Gowrno investendo brut.al · m~nt.e gli jugoslavi in tutti i punti ,itali delle l.ore l~'IJ)irazioni nazionali, li ~pingeva a stringersi in– torno al Governo di Vienna, cioe rendeva lmposel– l>ile un'azione comune antiaustria<'-à degli ewctù. degli slavi del sud, dei polacchi, e daYa al Go-. no au$triaco un.a forza fonni~abile che avrebbe resa assai più difficile la guerra dell'Italia. La. Cf;p~enza h.a dimostrato il fondamento dalle nostre J~qu<pa.zioni. n programma del 1915 è stato il programma. di Sisifo, perchè ci ha lanciati non so'lo.mente contro l'Austria., ma anche oont.n gli jugoslavi, interessati ad CSS"..rc, come noi, ne– rçici dell'Austria, permettendo per tre anni al Go– ,·e:rno aust:r:inco cl i concen lrare contro di noi le sue ~ppe jugosla,·e, e di atiPggiarsi a difensore della loro nazionalità contro di noi; ci na ~esi antipatici a tutto il mondo; ho. facilitato la campagna anti– italiana dei gn.1,1~>i paeifisli e germanofllli di Ia– ;;hillcrra e aegli Stati TJniti. Sfasciatasi, poi, la Russia, al \:}rogrammo. del. ln15 è venuta :neno proprio la sua unica giusti.Jl– <azione po.~sibile: lo. forza necessaria per la sua. -reaUzzazione. Quello non è più, oramai, un pro– ;;ra.mma <pericoloso: è un programma. funesto: • il 1>rogramma del suicidio. O correggerlo nei puotf direttosi, o andare con sicurezza, precipitoso.mente, alla rovina. Con ([ll'.Ùe 01ittrio coi-reggerlo? - Col criterio cli ellmlnare da esso tutto c(ò che ci impedisce di raccogliere 11ositi11amente inlQrno .a noi tulle le forzo anliaustriache dell'Impero abs.burghese, tt ht.r impeto con C..'-Se contro il nemico comune ìJ quale finora si è giovato m~ificamente della 'no ,tra disuoic,ne. Bisogn,\, dunque, rinum.iMt: alla. Dn.lrnazia Non si tratta, dunque, di « allargare " il programma delta nostra guerra: si tratta, al. contrario, di restringerlo. Eliminata questa. pregiudiziale, che rende Ìlll– possibile ogni fiducia e Oifni azione comune tr._ noi e gli jugoslavi, e che pa.ra.lizza ogni inizia– tiva degli cZ(\clù contro la Casa d'.A,ustria, la ill– tesa tra l'Italia e le nazionalità. slave dell'Austrl& può finalmente re.allzzarsi, e si può organizzare immediatamente quella molteplice azione politica alJ'intuori della quale non abbiamo Epe,ranza di vittoria. .' Senza d~b,bio, questa alleanm fra 11oie i grup– pi slaVI ant1austriaci, ci obbliga ad aderire ai poro grammi nazionali dj. questi gruppi. E in queste senso_ è v~ro. che noi veniamo ad « allarga,re ,. t nostn fin, d1 guerra, i~ludendo in essi la lotta a_ tond_o contro la. Casa ìl'Austria Ma solo La. ce– cità. di certi uomini " pralici " può credere che l'Tta.lin torrà. dopo questa gu~r:ra Trieste e l'Istria s,, non sar~ alleata con una grande Serbi.a, a cui fossero unite la Da.Ima.zia e la Slovenia e·con un SI alo ·indlpendenle czeco-slovacco· ci·""'' se 0 . . , "" non S&· rà nusc1ta a sta.sciare l'Austria. Qui Mn si tratta ne di allargare 'nè di restrin– ger~ nessùn programma.· si tratta di avere final– mente un 1:~aqima, che non sia ,u.n cumule d1 contraddu1ooi sconclusior,ate, che non sia 88 • surdo a furia di voler essere pratico, che non ci b ~ 0 1 _rl I aJ disastro, volendo concilia.I') gl 'inconclli1.- 1 l. ..

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