L'Unità - anno VII - n.9 - 2 marzo 1918

L2 srnte,cs,ata o tia,curi questo o quei metudo di av– vicinare la vittoria. Ma !.I paese cc:icsce che non .ono ~sse le persone adatte al compito costruttivo richiesto dall'ora attuale. Dal lato costruiti vo Lloyd George di gran lun– ga torreggia ormai a t11lti. i 1>uò rovesciarlo, ma non si ouò sostituirlo. E non si potrebbe a lungo resistergli, se egli passasse all'opposizione. I suoi !più arrabbiati avversari non riescono a di– struggere nei più la sensazione ohe egli è l'uomo in cui non solo l'Impero, ma lutti gli alleati han– no più fidltcia, e che il nemico teme di più e l'e· sercito di più app,·czia. L'UNITÀ tit::lo: cc I rocia.listi cl011;l'imP,ericentrali contro i c:edit'i per la guè, ra 11. ~ Bisogna dire ci1c un gio1·nale, come i'Avant;, « Ja\'ori il suo pubblico ». P. s. - .\!t'ultimo momento, leggiamo .mi gior– nali che " il socialista Ranner (tedesco, d1tnque) dichiarò che il suo partito avrebbe approvato in via eccecionale (I) il bilancio prussiano ». Oh, profetica anima mia -, esclama Amleto. Aveva– mo, d1mq1te, ragione a scrivere: « Chi vivrà, ve- drà u. ra da sè che l'Avanti! si guarda bene dal pub– blicare la notizia. Deve ben cc lavorare il suo pub- Lo accusano cli intJ•igo con la stampa di Lord NortJ1clifle. Il vero si è che la stampa di Lord bllco »! Facile contentatura No1·U1clifle<1uasi semp1·e riesce a prevedere deci-, sioni governati ve e a farle passa.re per cose pro poste e suggerile. Ma in fin dei conti è perfetta- mente naturale che Lloyd George per le stesse ra- nosbri amici del Secolo si dichiarano soddi- gioni, per cui si vede contro i giornali al servizio sfatti delle dichiarazioni falle dall'on. Sonnino del ctrncns liberale, si veda sostenuto nella stam- r,ella questione adriatica nel discorso del 23 feb- pa da quei giornali liberali - come il Dai'1J Chro- llrnio « Per la prima volta - essi dicono - l'on. nicle ~ chr no,, $Ono al servizio cli alcun cuncus, . « So;-inino hll parlato degli ugo-slavi con simlpa.– e da.tla stampa conservatrice, anche non dipen- « tia; e questo fatto, per quanto scarso, deve es denti da Lord orU1cliffe, ma chiaramente con· " sere posto in rilievo. L'on Sonnino ha detto sapen•lc che l'Inghi!Li.!rra. se non vince, è per- " esalta.meni,; cosi: - Le rivendica.zioni italiane duta. « sono atte alt assicurare nell'avvenire quella fl, Oramlfi è t1ssurdo -pensm-e o.rrclre n11a ,sor~ ~~..,.,/l<il><>,.,••ion&. nel t"mpo politico ed sil>ilità d.i una lpOlitica di conquiste imperialiste « economi•o, eh.e è interesse vitale dell'Italia e e cli protezioni mo inglese; pur dato e non con- ,, delle na;;ionalitd jur,oslave instaurare su basi cesso che essa sia mai st ,a.to presente allo spirito « incrol/.a.bili -. E' spera.bile, aggiungiamo noi, del Governo. E non si vede p,roprio a che mirino « Qhe il nostro Governo si adoperi subito e con quei rnclieali a lab11J'isti, che van di continuo chie- « animo aperto a ravvìcinare italiani e jugosla– dendo 1•evisioni dei fini di guerra, gettando sospet,. « vi, dissipando malintesi e preparando un'in– ti sul Governo, esaltando qua.si in suo contra.sto '! tesa'franca. e cordiale. Anche ci è piaciuto l'ac– i Trotzky e i Lenin, e protestando contro ogni « cenno ai poll1cchi, e avremmo desiderato che il espressione cli ferma volontà di nttoria sul nemi- « ministro si fosse ricordato degli cze<:hi, e avesse, co, quasi ohe sperino d1 placarlo e indurlo alla « in genere, rivolta una parola buona a tutti gli ragione con dolci parol-e J'amore• " irl'Pdenti soggetti all'impero danubiano, i qua- Si sente io tutto ciò !piuttosto l'impazienza. dl • H anelano a.Ila propria indipendenza. Ad ogni tornare a.Ile Ye<:chie gare di partito pel potere, " modo ·qualche cosa c'è stato. Prima l'on. Or- e in special modo il desiderio di rovesciar Lloyd " lancio 1>arlò di possibile amicizia dell'Italia. con 1Geo:rgteIP•lima •qhe, compilati i)-11udVli.registri " gli ,ingo~ln"i, ora l'on. Sonnino ha ripetuto lo elettorali, cg'li s'appPlli al paese e spazzi. Yia 1 « stesso pensiero. E' 1111 i nel irizzo nuovo cli gbl'er- lPaders dPll'insularismo, i quali, mentre a parole " no, e.noi ne siarrt'b lieti». parlano di Lega delle Nazioni, a fatti ostacolano Però è lieto del discorso clell·on. Scnnino anche 1., costiluzioue di quel Consiglio di Versailles che il Trmpo <li Filippo )faldi, iier il quale l'on. Son– i! il 'primo e più importante organo esecutivo di nino fa arcibenìssimo a " tener saldi i cii:posa.ldl tal Leg11.. « del nostro J}rogramma. cli guerra nazionale, co- Tale è la situazione politica ingfose. LJ~d Geor- ,, sì in confronto di un'Austria sO!)ravvh·ente al gll non solo ha per sè la maggioranza nazionale, " grande conflitto, come in confrcnto di eventua- ma ha qua.lcosa-<li più importante del Parla- " li e più o meno ipotetici successori ». mento, e qualcosa di più utile che l'elerogenelt.à. Ora, cli fronte a questa duplice manifestazione e la oimostrata inefficienza de' suoi oppo~itori. di letizia, che l'on. Sonnino è riuscito a su5Cilare Lloyd George ha per sè l'istinto di conserrnzionc " ai due lati opposti dell'orizzonte politico, è na- dell'Impero e )'opinione di tutti gli spiriti più turale la domanda: qui trompe-ti-on icf? chiaro\'iiggenti. Ddpo Pitt nessuno è arrivato a E la risposta. a noi sembra chiara: chi è nel tanta altezza, e nessuno si gettò nell'agone con vero è il Ternpo, non è il Sécolo. n,aggior purezza e disinteresse. Forse egli stesso Il discorso dell'on. Sonnino non indica in nes- ignora quanto salda e grande sia la tede in lui, sun modo un indirizzo nuovo, anzi conferma. che specie da pai«e dei soldati, dei marinai, delle don- l'indirizzo antico regta immutato e immutabile; ne e degli operai clw non scorgono nella Rivolu- la lietezza del Secolo dimost.ra ancora una volta zione russa r:ulla da cui le democrazie a.nglosa.s- quella malnttia della faclie contentatura, che è S<lni possano attingere lezioni di straordinaria stata semore caratteristica della democrazia lta- e inattesa sapienza. politica. liana. Lloyd ~eorge incarna cosi ciò che v'è di più L'on. Sonnino vuole, sì, instaurat'e su basi in- Yirile in tutto lo spirito della storia di 14 secoli. c,ollnhili l'amici,.ia italo-jufrnslava, ma le basi so- Angelo Crespi. no semp1·e quelle, che egli combinò nell'aprile del 1915 con lo Czar e col Santo Sinrido: I socialisti degli imperi centrali 1. parla di nazionalità jugoslave, al plura'e e non di nazionalità jugosla\'a, al singolare: cioè secondo l'A t'anti si sono diti cli guerra. dichiarati cont,·o i ere- continua a ripetere la teoria austriaca di parec-·. ~Ia ,e leggete, oltre al titolo, in sccor,rla pagina del numero del 26 febbraio, il contenuto della notizia, apprenderete: l" che non si tratta dei sociali~ti tiella Germa– nia, ma solamente di quelli dell'Austria; · 2° che i-Socialisti, che si sono rifl11tati a Vier,na di votare i crediti militari, sono i socialisti c;echi: 3' .dei social(sli tedeschi clell'Au~tria si an nunzia che voteranno le imposte normali, ma non i crediti per la guerra: chi vivrà ,·edrà: ad ogni buon conto, l'Imperatore con l'articolo H della co– gt,ituzione può infischiarsene della loro approva– zione. Molti non leggeranno il contenuto della noti'lia, e r.on ne comprenderanno il valore. Resterà in noi solamente il ricordo dell'idoo. iUigerita nel B1 e chie nazionalità jugoslave, la slovena, la oro11.ta , la serba, la montenegrina; 2. riafferma che !e rivendicazioni da lui for– mulale nel memorandum d.i Londra restano in– crollabili e assolute come le tavole della legge clale dal Padreterno al profeta Mesè tra le nu– vole cleJ Sinai. Quanto alla buona '[)arola l)f'.r gl'irredenti del– l'impero danubiano, che .iJ Secolo avrebbe voluto trovare nelle dichiarazioni dell'on. Sonnino e al– la dimenticanza. degli czechi, che il Secolo 'deplo- 1·a nelle dichiarazioni dell'on. Sonnino, è ne– cessario che il Secolo· si convinca che quel– le lacune sono volontarie ; e dimostrano che l'onore,·ole , onnino è sempre fermo alla teo– ria dell 'otlobre passata: cc Tra i nostri fini di guer– ce ra non ci sono né gli smambramenti degli Sta.- " ti ne1nici, nè i camhiamenH <!e:;li ".l!timi urdt– " namenti interni ,,; commentata dal Giorno.le c,·,taiia del 10 gennaio 1918: « L'ltalia non h11 « mai pror/.a.mato di volere la ditisoluzione dell& « vicina monarchia,. ma ha tmicamente e costan· ,, temente alfermato la necessità che vengono re– " golate Ira i due Stati confinanti le storiche con– " IJ·oversie territoriali e marittime ». Ciò posto, come vuole D Secolo che l'on. Sonnino dia buone parole a quegli irredenti danubiani e in modo spedalp a quegli czechi, che rngliono l'indipen– denza da La<" d'Austria, cioè lottano '(>er la dis– soluzione dello Stato confinante? Chi non vuole il fine, non deve neanche volere i mezzi. E quand'anche l'on. Sonnjno accettasse la teo– ria della lotta. ~ fondo contro l'Austria., potreb– be egli mettere l'accordo tra il Governo it.a.ltano· P il Consiglio Nazionale Czeco, se prima gli cze– chi non accettassero incondizionata.mente le ta– vole della legge del memorandum di Londra? E gli czechi potrebbero acettare la famigerata. en– clat'e senza rompersi con gli jugO!llavi? Gira e rigira, la questione della Dalmazia Il stata $empre, e 1: ,11.rà sempre l'oslaçolo insupera– bile ad ogni cordiale aècordo fra noi e gli sla.vt del ud, Cra noi e gli czechi, fra noi e le demo– crazin di Francia, rT'lnghilt.flfrtl, di America. [J winelpc d1 BUlow e f giornali clericali e giolittla– ni :-ti!>eYanoquel che facevano quando nell'agosto e settembre 1914 ci iniettavano nelle vene que&ta Iue moria.le . g. S, _Premi agli abbonati Gli abbonati deII' " Unità ,, che ne fa– ranno direttamente richiesta, inviando~– porto alia nostra Amministra.zione (Via Adda 4, Roma), potranno ottenere a prezzo ridotto i seguenti Hòri: I. A. DE VITI DE MARCO La guerra europea Scritti e discorsi Un volu~e di pagine 250 edito daII'"Unità" per L. 2,50, anzi' che per L. 5 Il. C. MARANELLI E G. SALVEMINI La questione dell' Adriatico Un volume di pagine 300 deIIa raccolta " La Giovine Eu~opa,, edito della " Libreria della Voce ,, per L. 4,50, anzi che per L. 6 III. GIUSEPPE PREZZOLINI La Dalmazia Un volume di pag~ne JO0 pei: una lira, anzi che per L. l,50 IV,. AGKICOLA, E, AZIMONTI, !,. CAET A– NI, A. GHISLERI, E, GIRETTI, C. MARA– NELLI. G. SALVEMINI, ecc. Come siamo andati in Libia per lire l,50 anzichè per L. .3,50 •

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