L'Unità - anno VII - n.3 - 17 gennaio 1918

16 Domande indiscrete I. "-cl 1983 l'A,socia;ione pro Trieste e 1'rento pre- 8entava alla Camera dei cle;putali ima petizione affinchè fossero meglio sistemati i rapporti fra ltnlia e Austria, rettificandosi col criterio dei di- 1'i1ti nazionali i confini fea i due Stati, acccnna– Yano a11chc nlla Dalmazia colle seguenti parole: " ;,.;oi non dimentichiamo, che sulle coslc dal– mate vive una valorosa popolaiione italiana, che lolla strenuamente contro l'invadenza croata; ma ,; crrto che stabilendosi fra i due Slali (Austria– Ungheria e ltaJia) rapporti sinceri e cordiali (me– diante la cessione all'llalia della Venezia Triden– tina e della Venezia Giulia), quella popolazione italiana anebbe assicumta piena integrità dei suoi diritti linguistici » (.\'lilano, Biasioli e Ma– relli, 1903, pag. 23). i domanda alla Trento e Trieste: quel che nel 1983 cm possibile fra .Austria e Italia, per quali moli\·i non dovrebbe essere possibile og~i fra la 1rnova la.via e l'Jlalia? II. La. Dalmazia ~ a.bil.ata da 628 mila abitanti. Nel 1895, Grazia.dio Ascoli, goriziano, uomo rii somma autori là scientifica e di indiscussa probità, ca.lcola,·a che i dalmati parlanti italiano fossero intorno a \O mila, oltre circa 20 mila gli " italo– slavi » o bilingui, quasi tutti « uomini di mare » (Gli irredenti) nella " Nuo\'a Antologia » del 1' lu– glio 1895, pag. -\.3). E a iO mila calcolava gl'lta– lian,, nel 1897, il Samminiatelli, attuale vice-pre– sidente della " Dante Alighieri " (Nuova Anto– logia, 1' giugno 1897), escludendo a quel che sem– l!lra dal novero i 20.000 bilingui dell'Asco)i. Anche Pasquale Villari, presidente della « Dante Ali– p;hieri ", calcolava gl'Haliani di Dalmazia a " po– ro meno di I.O mila », nel discorso di inaugur~– zione del Congresso della Dante Alighieri di Siena del 1!ltl2 (Discussioni critiche, Bologna, Zanichelli, 1905, pag, 538). Un buon terzo di 'questi italiani di Dalmazia ~ concentrato neJla città di Zara, della quale il sullodato Sammtniatelli scriveva nel 1897: « Ba.sta passeggiare la sera (a Zara) per la cane lunga o assistere a i.no spettacolo di musica o prosa nel teatro civico, per r'rndersi veramente in una delle ~ù vivaci città del Veneto. Intendiamoci però: la città è. italiana, la campagna è slava; e chi vo– glia esaminare i tipi fisici e le fogge del vario– pinto e bizzarro costume de' campagnuoli mor– Lacclii, può farlo a suo agio sulla Piazza delle E~be dove convengono nelle ore antimeridiane I virnci dei contorni "· Si domanda alla Dante Alighieri e specialmente al suo solerte vice-1>residente: quale terremoto etnico ha trasformalo in questi ultimi tempi la Dalmazia in un'appendice del bel paese là dove il ~i snona? Ili. Su la Tribuna del 14 gennaio 1902, l'on. Salva– tore Bari,ilai riconosceva che la Dalmazia « pe,r termini scolpiti dalla natura è fuori dell'Italia geografica, per sventura di eventi e incuria di uomini è quasi fuori dell'Italia etnografica "· Si domanda all'on. Salvatore Barzilai: in quaJe recentissimo manuale prussiano di geografia ha scoperto che la Dalmazia è necessaria a « ridare alla nazione la sua integrità geografica ed etnica»? A queste domande prevediamo ché i geografi ed etnografi e storici prussiani risponderanno con uaa scarica <li male parole. :.\fa noi wbibia.mo nel sacco molte altre domande analoghe. E continue– remo a farne altre, col permesso della censura. E le male parole non ri turberanno. L'arma della Prussia ,AJ barbarico militarismo II)russiano, che fu il r,, do della arrenda congiura contro la pace, biso– gno spezzare l'arma in pugno. Quest'arma è l'Impero austro-ungarico. Sinchè esiste quella <'ompagine mostruosa, quello Stato che è la ne– gazior,e e la compressione di tutte le naziona- n 1a L'UNITÀ litù, che non siano la tedesca e la magiarn, - la Germania in,periale potrà sempre allu11ga.re ,u di esso la •nano per farsene arma, e valersi deJla sua cnonne potenza per tornare ali.a ris,os a. Bi· sogna <'he il mostro dalle molte teste 5ia ucciso. E ùal suo corpo morto bisogna che balzino ,,ive tutte le stirpi, che star,no doJorosamenle com– presse nella sua artificiosa unit.à: e q11ali si ri– congiungano alla stirpe madre, come gli italiru1i triclentini e adJ'iat,ici, come i l'umeni, come gli jugo-slavi; quali si 1•icostiluscano nella loro et– nie.a t)ersonalità, come gli czechi e i polacchi. Ur.a· muraglia vivente di popoli che vogliono una \'ila di libertà e di pace, e che sulla loro pace e libertà vigilino gelosi, costringerà là Germania a liberarsi dai suoi delirii di µ.redominio brutale. LEONIDA BISSOLA'fl. (J>iscorso di Cremona). (èEJNSURA) L'on. Cre.51)iha parlato a :Vlilano, ove ~i è van lato di a\'ere fatto gra.ndi cose per aum~ntare 'a cp1a.nlilà cli a.limenli disponib.ili, senza lUJ'bare l'ordine di c<,se costituito e senia aumentare il prezzo: 1i I prezzo del grano è da noi più basso che i.egli altri Stati; che cosa ci manca, dunque, pe-r e~se, e felici? Solamente, noi abbiamo un lontano sosp 0 tto, ché se il signor Crespi continua a mobilitare come ha fallo finora, corriamo pericolo di avere bensì j1 grano a buon mercato, ma di not trovarne pill. Egli ha emanato un decreto, che proibisce ai con– tadini di 1113.cina,·e il proprio grano: e questo egli chiama intervenire il meno possibile negli affa1•i privati! :Via i1 conladir,o, che non potrà trasfor– mare il suo grano in farina, cioè in pa,1e, e che don-ebbe cederlo a 54 lire al quintale il più basso d'Europa, come gioisce !'on. Crespi -quan– -io si deve pagare 100 lire la saggina, e 120 lire le palale e 2a0 lire i fagiuoli, e 100 lire l'avena, ;J contadino utilizzerà il grano, che tier,e imboscalo, in modo ben div,erso, che metwndolo allo scoper– to. Lo darà ai polli, lo darà alle vacche. La condizione dell'agricoltura, ci spiega l'ono– revole Cre!OJ)i,non è paragonabile a quella dei fah– b1•icanti di esplosivi, perchè questi conono l'alea, e i cor,tadini no. Si vede, che l'on. Crespi di agricoltura non rapisce un accidente. Quale alea corrano i fab– b1icanti di esplosivi, dopo che hanno contrattato col Governo di vendergli al prezzo X i ,prodotti che sono sicuri di far ollenere al prezzo di X-5, l'or.o– revole Crespi non ce lo spiega e pour r.ause. Ma !'on. Crespi ignora o vuol ignorare che seminnre delle palate, che costano ora cento lire al quin– tale, che !possono nor. crescere se la stagione è inclemente, e che quando saranno 1·accolte po– tranno essere l'e(Juisite ''a uo ~om– missario dei consumi, a 10 lirn al quintale come prima della guerra, - l'on. Crespi T.on capisoo che ques'l,a è un'alea. L'on. Crespi non capisce che l'agricoltura è esposta, non solo all'alca delle oscillazioni del mercato, come l'industriale, ma ancre a quella della stagione: e per giunta il suo ciclo di produzior.e dura parecchi mesi, mentre all'industriale bastano spesso pocbi giorni per trasformare la materia prima e realizzare il gua– dagno. E mentre l'on. Crespi espettora ecco che l'on. Alfredo Baccelli, che 5i dice amico degli agricoltori, vuol p.roporre una legge per dare la terra agli agricoltori, che non hanno lavoro! Ma dove li vede gli. agricolto1;, che nor. hanno lavoro il degno figlio cli 'tanto padre, quando a quattro passi dalle città vasti te1Teni. devono esser lasciati incolti iperchè agricoltori non ce ne sono più? Invece di pensare a nuove leggi, che servono solo a scroccare l'approvazione degli imbecilli, !'or.. Baccelli non farebbe megliò a chie– clcrr he il g1·ano sia pagato per quel che vale, e i 1i1·odotti agricoli, di cui l'esercito ha bisogno, sieno ,pagate nè più nè meno che sono paga.te le 1nunizioni? E me)1tre i nostri g,·andi uomini fanr,o Cliscors1 scemi, si cantinua a requisi_re qua il fieno e là le mucche e 11contnclino rnsla qua colle mucchP. senza fi'eno, e là- col fieno senza le mucche! (C0NSURA) ♦ ♦ . La responsabilità dd giornale e dd due direttori è impegnata dai soli articoli che escono seaza alcuna firma o firn)aai < L'Unità >. Per tutti gli a1tri articoli 11000 .rcap DalHMf i qoli autori. OFFICINA POLIGRAFI·CA ITAI1IANA. 8.QM ! - V~ della Goarèlol&, N. !! - l.lOl,oA Banca Italiana .11- a ~ di , Sconto SOCIETÀ ANONIMA Capitale Sociale E, 115,ooo.ooo inter. versato g_;serva 1.. 4.000.000 Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma AB,BIATEG,RASSO - ACQUI - ADRIA ALE~ANDRI_A - AJIICONA - AQUILA ASTI - BIELLA - BOLOGNA - BUSTO AR– SIZIO - CANTU' - CAR'ATE BRIANZA - CASERTA - CATANIA - CHIERI - COG, GIOLA - COMO - CREMONA -- CUNEO EMP.OLI - ERBA INCINO - FERRARA FIRENZE - FOGGIA - FORMIA - GALLA, RATE GENOVA - LEGNANO LENDI- NARA LIVORNO - MANTOVA MASSA sup,ERIORE - ,MEDA - MELEQNANB - M.ESSINA - MILANO - MONZA - MORTA– RA - NAPOLI - NOCERA INFERIORE NOVI UGURE - PALERMO - PIACENZA PIETRASANTA - PINEROLO - PISA - PI– STPIA - PONTEDERA - PRATO -REGQIO CALABRIA - RHO - ROMA - ROVIQO - SALERNO - SAMPIERDARENA - SANREMO - SAR,ONNO - SCHIO - SEREGNO - IPE• ZIA - TORINO - VARESE - VENEZIA - VERCELLI - VERONA - VICENZA - VI– GEVANO. PARIGI T t.ttte le· operazioni di Banca Rappresentante -esclusiva per 1'Italia della LONDON PR'OVINCIAL & ·SOUTH WESTERN BANCK Ltd di Londra.

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