L'Unità - anno VII - n.2 - 10 gennaio 1918

12 Protezionismo inteilettuale lèinu :1llo scovpio della guel'ra, e da r.01 e 1>1-e~ eo i nostr-i alleati, la scienza tedesca bastava a \utti i bisogr,i; ogni sputo tedesco el'a uno s1:>ec· •hlo ;pel' molti dei nostri univei ·sita.ii, e più an. cora che nella volontà 1>repolente teutonica, sona· va nell'addormentata coscienza dei professori ita– liani. /Jeutsclttand tiber alles. I.a guen.1 fu cascar le cateratte dagli occhi, ,·ambia mode e sistemi. Grazie alla guerra, a<– quistn,.o credito certe affermazioni d'indi1>ende11 1.0. dallo. doltl'ina tedesca, accolte p1ima con ch– sprczzo, e ,i moltiplico.no le felici scoperte degli spropositi teclc~chi, clei plagi tedeschi, d, Ile ciur• mc.rie tedesche. Ma sarà prudente non dimenticare uhe I:.. quu• stionc della 1·ultura, in quanto essa culwra è ma– lt'rin fahhriC'lllJile e c·ommerciabile, fa p:..1·te <lei l)rohlema gc11rrnle ecooomico, e nor, può sottra,r~, alle leggi che regolano il mondo commerciale. I congre~si « del libro» tenuti in Francia e i11 ltatin, lrn11no sopra tutto a'vVisato ni mezzi 11e,· pote,· ~oppin11tnre ir, casa e fuori il commercio libmrio tedcsc·o. Gli editori sono pronti a sobbur• carsi alle s11ese, aiutati sì e no dal governo, fi– nanziati in qualche caso di società o banrhe i11· teressate: mi ~opratutlo han bisogno di dazi pro· tettivi cnntro la roncorrer.za estera, speciahnen te tedesc.a, s'intende. ll linguaggio del •igno, llachettc è C'hiaro: gli editori esigono la difeM della produzione nazionale mediante la protczion dogannlr e il boicottaggio (« L'aver,ir du lh re franço.is " in Rev11e cles dett:r mondes, 1' maggio 1917) e si dolgono del liberismo praticato per l'in• nanzi dal governo nel commercio lib.Tario, che f· ridondato in lol'O danr,o. Le leghe noziomilist,e economiche in tutti gli Stati In.lini, come predicano l'astinenza dai pro– dotti industrinli ledesch·i pel dopo-guerra, cosi favoriscono gli i1,teressi degli editori, prepaJ·andc., il boiroltaggio del libro tedesco. t dovrà dunque odia.re il nemico fino aJ punto d'ignorare d'ora. innanzi il suo pensiero? Per tornare a. sentirci noi stessi, è proprio r.ecessa.rio -prestar man forte alle leghe commerciali per boicottare in servizio d'interessi privali e in dan• no del pubblico tutta la produzione libraFia del· la Germania, screditandola fino all'as~urdo, dopo averla esaltata tuor d'ogr,i modo? Fino a ieri era. un coro di lodi per Il metodo tedesco di studio, per la serietà e sicurezza delle hwesligazioui erudite, per la <pazienza e la. dili– genza teutonica, e queste <rUa.lHàche lodavamo nei tedeschi, sembravano !lignifica.re alt:rctto.r,li rim– provcr-i di c,•rti nostri confessali difetti: Ad un lratto, se diamo retta a.i nazionalisti della. coltu· ra., quei nostri difetti, propri della gente la.lino., o si convertono in qualità ger ,ia.li o, pur consc·– vandosi inalterati, non ci impediscono, anzi favo– riscono il nostro euccesso nella competizione co! iedcschi! E' puerile iJ credere che basti gridare cor,tro lo pedanteria. sgobbona. della razza germanica e de ridere le J)Qrticolari deficienze di alcune opere ohe hanno usurpato u a rama superiore a.I me- rito, -per sottrarre · ostro paese e la. nostra scuola all'influenza I libro tedesco. Bisogno. correggersi, possibilmer,te, del proprio difetto e non cadere nel difetto dell'avversario; far meglio di lui, fo.r più di lui, per elimina.rio dal nostro mercato, por soppio.nlarlo nel mercato estero. E r,on ,è imprasa da pigliare a gabbo vincere i ted•i· schi in questo campo, dove .hanno domir.ato scn· za contrasto anche prima che riuscissero a domi· no.re negli alLri campi. Si tratta non solo di per• fezionare la nostra. produzione intellettuale, m,t di creare, ir, qualche caso, oppure di migliorare la [penica del libro e l'organizzazione dell'indu– etri11 libraria. Se il nostro sforzo non riuscisse a conseguire il risultato che ne attendiamo, sarebi:>e rata.le chr, rica<lessimo nPlla soggezione della Germania. L'UNITÀ ::iopra tutto, LOD ci diamo a credere d1 poi~,· sopprimere per decreto ministeriale o medianti' trust editoriale italiano, l'illlJ)ortazione deì Wm tedeschi. Oltrecbè assurda, quest'assoluta asti· nenza della cultura germanica sarebbe !IJ,che re>· vinosa per 11oi. E già presentemente, durn.nte la guerl'U, alcur,i casi ci permettono d'immaglnb re quel che sarebbe il dopo-guerra, boicottando I~ pubblica.zioni tedesche. So cli qualche città, dove volendo&i incomincirure a. studio.re il russo in odio al tedesco, docenti e discenti si son trovati iii un certo imbarazzò per trovar g1·ammo.tiche e di- 1.ion(l.l'i,cau.;;,i la cessata importazione dcli.a casa Gross di lleidelberg. E le case editrici italiar,e che cercano di rime– diare alla n,ancanza, par che prov,edano Onora più al loro interesse momentaneo che a quello della f\lologia russa. In Francia è avvenuto un fatto non mcr,o cu• rioso. Alcuni istituti d'insegnamento supe>riore hanno ottenuto dal mir.istero degli esteri l'o.uto· rizzazione cli poter ricevere di nuovo le pubblica· zioni tedesche. Dunque: a<lelante, Pedro, con juicio!. Scioglierci dalla dipendenza germanica nella 1irod111.ior,edi tavole, modelli, strumenti, marchi· ne e tutto quanto forma il materinle diclattiro, /o desidcrnbile e possibile. ()nello che ahhiamo ren– lizzato nc>ll:1. cartografia, grazie all'inizinliva di 1111a rasa italiana ormai celebre, ~i può realizzar,'1 in parecchi altri articoli dell'indust.ria scolasti· ra. L'ideale sarebbe che la scuola italio1,a fos~r dotato. del più perfetto materiale e dei migliori li hri di te~to, e ogni cosa fo se di nost,·a 1Hoduz10- ne, senza bisogno di accattar l'aiuto forestiero. <'i guadagnerebbero indu tl'iali, Nllitori, 1.i•ofessi"· nisti, insegnanti, e si conlenterehbe il nostrn amo!' proprio nazionale. li buor, pubblico non fu– rebbe nean-:he muso, se dO\·esse pagare un po' cli 1>iù- sul p1incipio - la produztonc italiana, per a.morn dell 'idea.le ! :Yla non sarebbe disposto a po.· gar di più sc.,ltanlo per favorire gli intcre~si dei sullodati compatriotti che maschcrassc,·o di no.zi ,,– nalismo lo. loro impotenza n fo.r meglio dei k· deschi. Si agita adesso in Italia e altrove la questio•ne dei t.csti classici. Tutto il mondo latino e anglo• sa.esone ha scoperto di essere invaso, nelle Slle scuole, cl:.. edizioni tedesche, e si studia di fan.e a meno, quanto è possibile, pel' l'avvenire. Al congresso del libro tenuto recentemente a. Parigi, l'Università francese ha riconosciuto che la Francia è ancora, per questo riguardo, iT, trop. po grande proporzione tributaria ai tedeschi. 1 nostri editori son della stessa opinione per quel che rigua.rda 1 'Ita.lia. Ewure, per un esempio, stando alle informazior,i del prof. Piola, la. casa Teubr,er di Lipsia nell'anno scolastico 1014-15 ba fornito a.Ila scuola ila.liana soltanto per lire 22.000 di libiri, somma non superiore o. quella guada• gnata da pareochie case editrici italior,e per for· nituro simili. Se gli editori e professori italiani vogliono liberare il no.slro mercato libra.rio dalle edizioni di Lipsia e in generale dalle edizioni ger· maniche, che si credono tuttavia indispensabili per l'alta cultura, perchè r.on dovrebbero ten. 1.are? - Ma non basterà certamente, oor cie,;a reazione al metodo germanico, si abbandonino alle u improvvisazioni genia.li n; bisognerà rar me– glio in tutti i sensi e ver.dere il libro a buon mer– ro.to. Allora, senza. tante chiacchiere accademiche e senza bisogno di protezione doganale, il testo clo.ssico di marca italiana. conquisterà il mercato d'lto.lia e del mondo. G. Surra. Senatori imboscati Centotrenta senatori hanno partecipnto all'ul. timo voto del Senato, dichiarando la loro fiducia nel Governo alla unanimità. Ma i ser,a.tori son 1 circa trecentotrenta. Dunque più della. metà dc· boni viri. non era. presente. Per molti c'è la. giu slifìcazione dell'età, delle malattie, del fa•tidio di un lungo viaggio in ferrovia nelle condizioni at tuali. ~1a per parecchi questa giustificA.?.ione non esiste: vi sono a Roma, o paco lontano do. R,.,– ma, e godono ottima salute. Alcur,.i assistettero · alle edule 5eg1ete, e ~i :,quaghal'O'l,O al moment.e del voto 1iubblico: sono i fedeloni dell'on. Gi•· li tti. Continua, insomma, anche nel onato, In tat· tica inil >ia.ta nel maggio del 1915: votare ,er U ~linistero e per la guerra, o e-eclissarsi o.I moment• d~I voto, finchè si senta di non potere ancora dare felicemente l'a.ssruto alla corriera. teners; 1H·onLlnd u.scire dal bosco, non appena un bu.o• disastro renda sicuro un buon colpo di mano. Caso tipico: J'on. Tittoni, che presenta. interpel. lanzl e getta fulmini e tuor,i quando crede di p•· ter sentire odore di cadavere; si amma.La di ra.f· frecldorc P1·on·idem..iaJe, non appena. l'odore di cuda,·ere si trasforma in 1iuzzo di bruc:ato, 111a ritornerà a cre1)8re di buona salute. non appena il sole rilorr,i a. ~plendere ~ulla fortuna tedesca e ad ()SCw·a.rsi sulla fortuna d'lt.alia. Gerente rtspon.~a~!lt: R~NUTO J'uro,n OFFICINA POLIGRAFICA ITALIANA. ROMA - ViJl della Goar41olo, N. tt -· R())o.4 Banca Italiana .li– .li- .li- di Sconto SOCIETÀ ANONIMA Capitale:' Sociale E. 115.ooo.ooo inter. versato Riserva 1.. 4.000.000 Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma ABBIATEGRASSO - ACQUI - ADRIA ALESSANDRIA - ANCONA - AQUILA ASTI - BIELLA BOLOGNA - BUSTO AR- SIZID - CANTU' - CAR"ATE BRIANZA - CASERTA - CATANIA - CHIERI - COG- 81OLA - COMO - CREMONA -· CUNEO EMPOLI - ERBA INCINO - FERRARA FIRE,NZE - FOGGIA - FORMIA - QALLA- RATE QENOV A - LEGNANO LENDl 0 NARA LIVORNO - MANTOVA MASSA SUPERIORE - MEDA - MELEGNANO - MESSINA -:- MILANO - MONZA - MORTA– RA - NAPOLI - NOCERA INFERIORE NOVI LIGURE - PALERMO - PIACENZA PIETRASANTA - PINEROLO - PISA - pj. STOIA - PONTEDERA - PRATO - REQQIO CALABRIA - RHO - ROMA - ROVIQO - SALERNO - SAMPIERDARENA - SANREMO - SARONNO - SCHIO - SEREGNO - SPE• ZIA - TORINO - VARESE - VENEZIA - VERCELLI - VERONA - VICENZA - VI– GEVANO. I PAR.IGI "' ·- ... · ···~-,-- ... ~~·· Tutte le operazioni di Banca Rappresentante esclusiva per l'Italia della LONDON PROVINCIAL & SOUTH WESTERN BANCK Ltd di Londra.

RkJQdWJsaXNoZXIy