L'Unità - anno VI - n.47 - 22 novembre 1917

304 purchè si raggiunga la salvezrn. ~on nntro odio nel cnorc, e la mia anima ragiona lucidamente, in lult.a calma. Che i tedeschi confessino, come ogni peccatore deve fare prima di ottenere il per– dono: " Ho peccalo », ed allora ritireremo can– noni e parleremo di pace. Fino allora, il mondo non è sicuro. E la sicurezza del mondo è superio– re per mc alla mia 1>rospc1·ità. Non possiamo scendere a pa.t1i collo S!)irito del Male. Dobbiamo so_nportare ogni tormento fino a che il nemico' c0nfessi il suo de.Jillo. Saremmo dei codardi, se · fermassin10 prima di quel giorno; e non solo co– ilardi, ma traditori dell'umani1à. :\!on vi è çhe un fine supremo a questa guerra: il pealimento della Germania. Anche se gli eser– citi della Germania ci stessero dinnanzi per c~n– to '1ntii, dovremmo pur sempre tener fermo il no– sll·o po1,osito di debellarli. Perchè quegli eserciti rapprooentano un simbolo. Non essi noi combat– tinmo. T.o.ferrea volontà della Germania noi cow– hnt,t i amo. (Dal Hosto,i Transcri-pl). Un decalogo per scolari che è adattissimo anche per ·i non scolari di qua– hmque età, è stato p'tLbblicato dal R. Provvediln– ra.to aqli studi della provincia di Mantova. Bccone il tc11to, che siamo lieti di riprodurre: J. Amu la patria sempre; adorala nei giorni del 11ericolo. 11. Caro e sacro è il uolo de.ila pat.ria; più co.ro il lembo di es o cui calpesta il tallone del nemico. Jll. Fra tutti i cittadini d'lLalia predaligi in que– st'ora e ama come lrateJl.i quelli che hanno Ja lo:ro terra occupata dallo s,lraniero, e più, fra essi, tuoi coetanei.· Se la tua scuola ospita alcuno cli questi disavventurati, siigli la,,go di gcnti.Jj solle– citudini e o.llevia la sua pena col calore de.J tuo affetto. :t'v .. Se hai Ja ventu,·a di assistere aJ pas. -aggio di milizie f1•ancesi o inglesi, fa ad esse segni cli onore e cli riconoscenza. Esse vengono ad atle– st.arci la fraternità delle· loro nobili Nazioni e a partecipa_re all'e1·oica fatica che ·i noolri soldati compiono per annichi.lire i[ reo disegno del .ne– mico e tramutare in nostra V'.ittoria i.I suo pre– sente successo. V. Attendi anche in questi gi~rni ordinatamen– te all'adempimento dei tuoi doveri di scolrero; ma il tuo animo sia sempre occupato dal pensiero del– la. patria e rivolto con amore all'.esercito che fron– tegigia l'invasore e si appresta a discacciaTlo dai nostri confini. VI. Non prestar fede a racconti ·pa\.ll'Osio a fo– sche previsioni. Non accogliere credulo notizle fan, t,a.stiche. Abbi fede nella fortuna della nostra di– lettissima e gloriosa patria, nel fulgido va,lore dei nostr,i difensori, nel\a saggezza dei loro duci. VIJ. 'on dolerti deUa tristezza del.l'ora che pas– &a. Più serena e intera. sarà la tua gioia quando torneranno i .giorni lieti e tu potrai dire a le stes– ~o di avere accompagnalo coi palpiti del tuo cuore la passione della patria e di avere anche tu, con la tua iermezza, cont,·ibuilo a 1enerne sa.Ido e fidente lo spirito. VIII. Se hai il padre o dei fratelli tra i com– •atlenti, scrivi ad essi parol~ serene e forti. Se vedi tua madre pensosa, rincuorala col tuo buon sor– riso e con la tua fede ingenua e luminosa. Ripetile le cose savie ohe ti diTà il tuo maestro; fa che il raggio della speranza non cessi un momento di ri– sclùarare il suo animo e cli presidiarlo contro ogni amba.scia. IX. Facendo cosi il tuo dovere di degno figlio l'Italia, tu benemeriterai della pat1'ia. Ti sarà dolce un giorno riandare sui tristi ricordi da que– &te settimane. Fa che, rievocandoli e narl'andoli, tu possa dire d1 non avere avuto per la tua J?atria ~e non pensieri sanLi e virili. X. Tieni costantemente nel cuore questo pensie– ro: che la nostra patria non è mai stata cosi bella e grande come sarà quando la virtù dei suoi figli e dei suoi alleati l'avrà risollevata dalla disav– Yenlura di quest'ora. Gino s·anco L'lJNlTÀ OBNSURA LETTERE DAL FRONTE Cara Signora Scusi se le scrivo col lapis, non potendo fai-e d.itt>imenti. Dopo 17 giorni di ritirata faticosa, ù cui noi,_ estrema r etroguardia di tutto l'esercito, siamo_ rmsc1t1 a re ,mpere l'accerchiamento nemico che c, voleva m• .>rti O prigionieri, mi trovo solo senza conredo e senza tante altre cose, ma col con– fo:to della fedr ~ i.m.mntala e con Ja cresciuta am– m1razno~e peT i. miei bersag.Jieri i quali si sono di– mostrati anr ;ora una volta magnifici. Ricalchia .mo ora le terre ancor salvate c)alla - speriamo cbe lo restino - e con la ,za.zione nostra prepariamo la riscossa. nostri bersaglieri magnifici nella ritirata ,o nuovamenlema,gnifici nella, speriamo non invasione riorgani7 questi .na rivincita. saranr !onta E per tale sia, come questi suoi figli, tutta l'Italia ìJ suo passato e per il suo avvenire! Mi creda ... Dev.mo: N. F. CEN' UR..4, Le Commissioni parlamentari di controllo H0MA, 21. - L'Agen:ia Voltci ha interrogato l'on. De Viti d€ ..\!arco sulla istituzione tle.lle Com– missioni parlament,ari di controllo. Egli ha. così risposto: "La questione dellé Commissioni va esaminata in rapporto ai nostri precedenti, e ai nostri costu– mi parlamenta:ri, sen1..a affatto prende,·e esem1}io dalle Commissioni francesi, che J}reesistevano al– la g,uerra e fan parte 01,ganica del Parlam~nl,e francese. "Noi non a:bhiamo in [tali a •in vero regime t>a.rlamentare, come ,si ha in Francio. e in Inghil– t.er1ra. I precedenti del'le nostre Commissioni d!"– mostrano che esse diventano piccole organiz~a– zfoni monop61istiche, che da una pa,,·te spogliano il Parlamento della sua legittima funzione e· che da.ll' ailtra si mettono di regola alla dipenclenz.a del governo, e sfruttano quest~ posizion'e J>Cl' in– teressi personali ç!i canie1·a parlamentare. "Sare<bbero queste nuovP Commissioni cosa di– versa? " Quanto alla pretesa eh.e esse don-ebbero coo– pera,re col Governo e controllarlo, trovo anzitutto che il Gove,rno ho. mosh·ato il più assoJ11to rispet– to delle prerogative p·a,~amenta,·i, e che può con– linuaue a convoonre la Camera in sedute pubbliche o seg;rete per tenersi -in diretto ,·apparto con l'in– tera 1·apl)lresentanza della nazione, e non con dei piocdU guu-ppi intermediari, che vorreb-1:ieromono– polizzaTne le .prerogali ve. « Osservo pure che in Italia queste Commissiont nascerebbero oggi romc un espediente di 01}por– tunità pairlamenta.re nel momento, e non come un istituto normale della vita parlament.àrn, a ti– po [rancese. Con questo C6j>Cdiente si mira s.d impadronirsi indirettamente del Governo, elimi– nando quegli ,elementi che questo regime non possono accettare; e si o1terrebbe il risultato cli frazionare e di annullare la responsabilità del )11nistero nella condotta della guerra. La istitu– zione di siffatte· commissioni segnet•e.bbe un nuo– vo passo Yittorioso cli tu Ue le forz,e politiche e parlamentari che sono state OO'Titrola guerra, che della guerra non hanno la responsabilità, ohe hanno fatto p~rsistente propaganda pacifista, e che ora, diventando in certo qual modo parte del Governo, darebbero a questa propaganda un ca– rattere ufficiale, e deprimerebbero nel Paiese e nel!l.'esercito le rin~le energie della Tesistenz:i mo- 1·ale e militare. " Il nubblico e l'esercito giudicherebbero la ,sti– tuzion~ delle, Commissioni come un ulteriore mo– vimento parlamentare antlibellico e pacIBsta ». G;rente responsabile: EIINESTO, FRATONI 0JIFICINA POuIGRAFICA ITALIANA RQMA - Via della Guardiola, N. i! - R<»orl\

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