L'Unità - anno VI - n.46 - 15 novembre 1917

298 suo posto a fìauco degH alleati, per parte.cipare a;lla lotta come elemento attivo e di primo ordine Ecco Je conseguenze prodotte cla.ll 'Un.ità ita– liana. Se è vero che la pianura r>adana torna ad essern il classico campo ùi battaglia dell'E11ro1)a, è anche vero che in questa nuova lotta scatenala sul suo territorio l'Italia ha posizione hen diversa ohe nelle lotte passate. Si tra\ta ora di tendere tu ,te le energ-ie per far sì che questa nuova fase finisca con la vittoria ne– cessaria, con la vittoria cJ10, sola, puo sug·gellare l'unità della patria. Chi tentasse cli o'stacolare o comu11que limitare, in quest'ultima fase della 'gue,.,.à ·elle si svoge in casa nostTa, la partecipa– zione dell'Italia come forza autonoma .e organiz• zala e impol'!ante, lavorerebbe in so~tan:a contro l'w1.ità della patria. :--nnvoca. la conco,:dia. E in. A patto però che resti ,ien chiaro il pro•posito di per.seve,·are nel-la lbtta fì110alla vittoria, di rimanere st,·etli e fedeli ai 11os1>·i ,tlleuti, di considerare nemica non solo l' Ansu·ia, ma anche e sopratutto la Germania. Gli avvonimenti delle ultime settimane, per quanto clolorosi, hanno 1111r'sen·ilo n chinrire la situazione, per quel che riguarda i C,Halte,·i e L'UNIIA nava a con'3idcrare la guerra italiana come un semplice duello con l'Austria, tolleralo dalla Ger– mania, e pensava alla possibilità mostruosa di una 1·iconcilia.done ita.lo -tedesrn, deve ormai, se in buona fede, lii er apeno gli orchi. I.a Germania si è scagliata contro di noi fu,·iboncla; e nell'eb1)1'ezzn dei p1·irni successi ha geti/Ilo la maschern, rive– lancio t.11lto l'odio covnto contro l'Italia dal 191A in !lOi, tutti i propositi cli distruzione. E !'Haifa è ormai impegnala conl.I·o il blocco austro-germani· co in una lotta suprema, in cui non è più soltanto i.n giuoco il compimento dell'unità, ma la lessn unità, la stessa indit)endenza. E in questa lolla suprema, la solidarietà degli alleati e cogli alleati ha importanza decisiva. Que-sle constatazioni, così ovvie e semplici, ser– vono a mettere in eYiden½a il compilo che og·gi ~ imposto a,[ Governo e al popolo italiano. Al Go– verno si richied'e energia, p,nergia, energia; a.I ,JlO· rolo fermezza di propositi nel programma di gue.,•. ra contro la Germania,. di ferleltà all'aJleanzn an– tigermanica fino alla villoria e dopo la vittoria. Se questi C'Ompitisaranno assolti, tullo potrà ~s– se1·e sall'ato, e gloriosamente e per sempre sal– ,·nto. g,li scopi della nostra guerra. Chi ancora si. osti- l'Uniià. I parasSiti . della Con Leopoldo Franhetti è scomparsa una delle più no b'ili fl,gure dellu nuova Italia. Parleremo prossimamente di quest'u01no, che non ..i.vendo mai preso pa1·tc ad alcun Governo, ha fatto per l'Italia. più di molti, di troppi minist,.i del bel pa.ese. Per ora ci li.m'itiamo a riprodurre in qran parte un i11iportante discorso da lui tenuto di recente all'Accademia dei GeoraJ/tli di Firenze: Il progresso economico d'Italia nel periodo Ml· ter'io1,e al.la guerra. è stato oorto motevole in con front.o al passato, ma ·sensibilmente inferiore a. quello verificatosi nel medesimo periodo presso altre gra.ndi nazioni, l'fughilterra., la, Germania, gli Stati Umiti. Non vi adduco le cifre che lo di– mostra.no e che sono 1I1otea voi tutti. Quali i mo– tivi di questa. nostra, inferiorità? Gli elemenbi oosenziali del progresso economi– co di un paese oono : una .quantità sufficiente di ClllPitale disponil>ile; - una. sufficiente ca'Pacità l;eenica ed organizzatrice, -nelle cl.aasi produttri– ci; - e d'altra parte, la minima quantità 'pos– si,l>ile di ostacoli alla. produzione derivanti da ooalizion-i d'interessi privati o da intervento di Stato diretti a favorire talune produzioni al prez– zo del sacrifizio di a:l.tre. Vediamo in. qua.li oondiz,ioni si trova, l'Italia in rela.zione a. questi tre coefficienti. Gli abusi neg1i appalti Ca.pitale disponi!bile: è stata ed è µialattia oro– nielli della terza Italia la, deficienz81 di ClllPitaJ.e oircola.nte, da.I primo giorno della sua esistenza fino ad ora. Nei primi tempi era, questo un male inevita– bile. L'economia del paese era ancora l>am:bina, si produceva poco, ed il poose aveva .bisogno di crea.re in tempo relabivamente breve tutto il suo materiale, tutto quello ohe i francesi ohiamano < outillage ». Ferrovie, strade, caserme, miglio-, ram.enti edilizi, acquedotti, armamenti terrestri e navali, non e'era cosa che fosse fatta in ItaJ.ia. Per procurare all'Italia condizioni nonna.li di esistenza adeguate, occorreva, compiere in pochi anni un complesso d~ opere, che nei paesi più vecchi si erano svolte in un periodo assai più lungo. Onde a questo fine dovette coordinarsi un: ~mplesso di capitali, di capacità e di orga– nizzazioni tooniohe, assai superiore a quello che sarebbe stato richiesto, ,se il paese non avesse dovuto riparare al tempo perduto durante i re– gimi caduti. Se non che, mano a mono che veniva prov– veduto a. quell'arretrato di 'l>isogni straordinar,i, gli orga.nismi usati all'uopo. avevano ormai ac- econ~mia itaÌia~à quistatò nello Stato una influenza preponderan– te, ed esigevano nuovi Ja,vori e nuovi guadag;ni - e li ottennero. D'allora in poi l'Italia, si trovò sotto l'incu•bo delle immobilizzazioni di capitali, Ùl parte del tutto inutili; in parte parzialmente inutili, per– chè inutilmente fastose; ed in parte campate sul Vlloto, perchè impiegate nel pagamento di opere in tutto od in parte male eseguite e che si doveva.no poi iDJtutto od in pa,rte. 'nuova.mente costruire e pagare. Sono note a obi è pratico dell'argomento ta,– lun_e linee -ferrov·iarie, ohe si stanno anno per anno gradatamente ricostruendo sotto specie di grandi ripara:r;ioni, · Questo incubo degli aJbusi negli appalti e nèlle forniture pulfuliche, grava, non solo sulla nostra finanza, ma sopra tutta la •nostra vita nazionale economica, e peggio ancora morale. Nel solo a,n. 'no 1916, l'animo del paese è stato turbato dalla sentenza intorno alle irregolarità nella, costruzio– ne del palazzo di giustizia di Roma., sentenza che assolve gli imputati non per innocenza, ma per prescrizione dell'azione; dalle penose discus. sioni intorno aJ.le spese magg.iori del previsto per la. costruz,ione del palazzo del Parla.mento e del palazzo del Ministero dei lavori pubblici; e fil'la.1- mente da,! disastroso insuccesso dell'impresa •per la costruzione dell'acquedotto pugliese. Ad og,ni nuovo scandalo, il Parlamento discute, la. stam– pa critica.; pare quasi che la nazione voglia scuo– tere quel.la camicia di Nesso. - E poi, torna il -silenzio, torna l'inerzia. del pu~blico, e continua la iniutilE\ immobilizzazione o la. distruzione di capitali, che sa.reibbero pure indispensabili al sa.– no· e sollecito svolgimento economico della na- ?.ione. La •marina mercantile Citerò. un altro argomento, che ancB'esso cl prende, in certi momenti alla. gola. . Il nostro paese, in: questo momento, è tormen– tato de.Ila, questiane degli alti noli marittimi. Questa, ha due aspetti; di fronte al naviglio di carico o.azionale, e di fronte a, quello estero. Il prezzo eccessivo dei noli del naiviglio nazio– nale in tempo di guerra, avrel>be il suo rimedio, a,lmeno par1:iale, nelle requisizioni; e ad ogni mo– do le somme pagate per essi dai priva,ti e dallo Stato rimarrebbero in paese e non sru-ebbero sot– tratte alla ricchezzaJ '·na,zionale. Ma noi non aib– biamo: o qua-si, •naviglio da carico; la quantitll. è talmente piccola ohe è addirittura trascura.bile. Dobbia.mo chiederne all'Inghilterra. Sono perfet. tamente legittime le nostre ragioni per chiedere all'Inghilterra di contribuire a1la guerra comune B no fornendoci a, prezzo non addirittura rovinoso il naviglio da, carico indispensabile all'importa.zio– ne di generi di prima, necessità. Noi a :bbia.mo tutto il diritto di chiedere. Ma. quanto sarel>be mogiio che non avessimo da chiedere! Ora quale è la ragione, per cui un paese, che ai tempi della navigazione a, vela aveva un na– v·iglio commercia.le fra i più ragguardevoli, ora non ba naviglio da, carico a vapore? La ragione è stata, detta, spiegata e dimostrata a sazietà po– chi ooni addietro al tempo della ultima rinno– vazione delle convenzioni marittime. La ragione è questa,: 'il numerq eccessivo di linee di navigazione sovv<1nzionate ecoessivamen– te dallo Stato esolucÌe l.aJ creazione di un navi– glio da carico, senza. sostituirlo. Difatti. il t.imo– re ~elfo co.uco1Tenza. d-elle linee sovvenzionate impedisce di nasce.re al na,•iglio da carico libero, che avrebbe per ufficio di andare a cercare libe– ramente ovunque i noli rimuneratori; mentre i vincoli di oro.rii, di itinerarii, ecc. impesti dallo St ,a.to alla. navigazione sovvenzionata le vietano un buon ser..,izio pu.r&mente commerciale. Il soffocamento del nostro commercio maritpi. mo libero per parte del -naviglio sovvenzionato è isiunto a questo: nelle convenzioni passà.te era pa,ttuito che le linee di navigazione fra porti del Regno cessassero d'essere sovvenzionate, qu-a.ndo, quei porti venissero ad es.~ere uniti fra loro da ferrovia. E cosl, con lo svolgersi delle nostre fer. · rovie littora.nee,la i:uwigazione di ewbot.e.ggio era .stata liberata dalle sovvenzioni e rimaneva aper– ta al naviglio liibero. Circostanza favorevole a,llo svolg,ime.nbo del nostro commercio marittimo, giacc)lè le imprese marittime di cabotaggio ri– chiedonq minori spe.."8d'impianto e,di esercizio di quelle di groode navigazione e sono quindi più accessibili alle iniziative private. Le ultime con– venzioni ·hanno nuoV'amente sovvenzionato le li– nee di cabotaggio. Ed è cosl che il nostro com– mercio marittimo, compreso quello di ca;botag– gio, è in gra,n pa~ esercita-to da,lla bandiera estera. Le coalizioni degl'interessf privati I fatti che ho ora e.sposti si riassumono nella loro sostanza, cosi. Predominano in Italia talune coalizioni di interessi privati, le quali hanno sa– puto imporsi al.lo Stato e al paese; consumano improduttivamente qµa,ntità considerevoli di ca.– pitale, ohe pur sa,rebbe · indispensabile allo svol– gimento economico della nazione; ed inoltre ostaoolano lo svolgersi di molteplici attività pro– duttrici di rioobezza,. Cosl vengono in parte pa– ralizzati due fra gli elementi, -necessari i allo svol– gimento economico nru:ionale ai qua.li accennavo ' or ora. Codeste coalizioni esercitano industrie, oompiono opere le qua.li sono in sè legittime, an– zi utili e necessarie alla. prosperità generale; ma diventano un ostacolo allo svolgel'si di essa., in qu·anto esorbitano dal loro oa.rnpo legittimo ed invadono quello che deve oosere lasciato libero alle legittime iniziative. Onde le grandi imprese industria.li, ed altre che richiedono vaste organizzazioni di capitale e d'impianti tecnici, ohe interessano larghi terri– torii, e ohe per qualsiasi motivo hanno punti di contatto con lo Stato, cercano il successo fin.an – :>iia.rio,non nel produrre merci' o lavori di ibuona quaJità, nella, massima. quantità ed al migliore mercato possi'l>ile, ma nel gonfiare il prezzo delle loro ~ioni aJla, borsa, e nell'assicurarsi l'aiuto dello Stato sotto svariate forme e, in caso di for. niture, la su.a compiaklente indulgenza. In quelle imprese. in <juelle industrie, -le arti della, specu– lazione di borsa e dello sfrutta.mento dei bilrunci dello Sta-to e degli enti locali, p1·evalgono sull'e– lemento tecnico. Citerò un e.sempio: circa una, dieoina. di arini fa, le officine di Terni hanno licenziato il loro di– rett.ore, che era uno speoulatore di borsa, il qua– le poi fa.ili. Assunse in suo luogo un teonico, un ing,egnere di ·vaglia, l'ing. Orlando. che dovette principiare coll'aff.rontare uno sciopero di sei me. si per ristabilire la disciplina-. Fino allora tutto si ern. tollera.to a danno della disciplina, e della buona produzione industriale, purchè non ci fos– sero scioperi. che p~tesscro far ribassare le nzio-

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