L'Unità - anno VI - n.35 - 30 agosto 1917

11baluardodella Chiesa IJ vatic anesc o Corri er e d' Italia è assa i preoccu– pato della ca lliva lortuna, da cui sar elJbe minac– ciata la religione catto lica in un eventu ale Sta– to serbo-croato-sloven o. Fin éhè il Santo Sinodo di Raspulin e e della Czari na tedesca s:i opponeva all 'union e della Croaz ia colla Ser bia, il Vatica n o poteva dormir e tr anquillo: in un a: Cr oazia-S lovenia divi se da11a Serbia , i cattoli ci sar ebbero stati in grande mag– gioranza sugli ortodossi. Ma cad uto Ra sput_in a il , an to S•inodo, la Ru ssia ri voluzion aria ha pro– cla mato la Ji'bert/L dei culti e n on si oppone più al – l'uni one della Croaz ia-Sloveni a colla Serbia. E qui sta il gu aio. 1 Il nuovo Stato, « per qu amto nella sua costitu– zion e parifi casse i var i culti, lare JJbe semp re crupo a un potere e a una mon arc hi a scismat ica ». Questo i cattolici sloveni e croa ti n on dovr ebbero consenti re; anzi il Corri er e pr o1etizza che non lo consentir an no mai, meno u una piccola mino – ranz a di irredentisti sloveno-croati », « ide alisti che !a nn o astr azion e da lla r eligion e nell e que – stioni politicke ». u Per altre vie, pe r altri pori .i, occorre andare a pi agg ia ». Quali sieno qu este vie e questi porti, il .giorn a– le vatica nesco non spiega. Ma si cap 'iscono: ,a– no le vie e i porti dell'Au stri a « ba luard o d ella Chiesa », a cui la Croaz ia e la Sloveni a devono rim aner e unit e, afl:lnchè i cattoli ci non si tro vi– no assor biti da un nu ovo Stato, in maggioranza scismati co. Noi r icon osci.amo che il Corri ere d' lta./ta ha , da] suo -punto di vista, perfettament e rag ione. I cleri cali di t1,tto il mondo devono essere contra– ri alla lormazion~ di uno Stato su d-slavo , e de– vono lavor ar e ener gica ment e al sa lva taggio del- 1·Au str1a . li clericalismo .austr iaco h a una delle sue :Iiasi più for ti n elle ropolazioni rura li del la Croaz ia e della -Sloveni a. Strapp are questi pa esi all'ain – mini strazion e d ell' Aust ri a e agg r ega rli alla Ser– bia, in un o Stato in magg ioranz a ortodosso , si– gnificherebbe togliere in essi al la gerarchia cat– toli ca l' appog ,gio dell' eser cito e della burocrazra austriaca, e abba.ndo n arl a alle sole !orze nella lotta contro il libe ralismo e la democrazia. Sor– ger ebbe co'sì, ad est dell 'Ital ia, uno Stato di r eh gione mista (cattoli co al nord, scisma tico a l sud), in · cui l' intlucn za del clero ca ttolico sa reboe pi>– ra lizzata politicam ente da quella del clero orto – dosso, in attesa che il progresso della civiltà ven– ga a demolir e la !orz a politica ta nto dell'uno quan – to dell' altro. li disfac1men to dell 'Au stri a-Unghe– ri a, a tutto profitto di una Rom ania e di un a · Sei·bia ort odosse, e di un a It alia: e di una Boemia lib er ali, sa r ebbe il maggiore disastro del catto li– cism o poli ticant e, dopo la formazion e 'dell'unità itaJi ana e dopo la sepa ra zione fr a Chies a e Stato in Fr a:ncia. Questo spiega perch è i giorn'ali cleri cali italia – ni tentarono imp edire l'int erven to dell'Ita lia nel– la guerra, contentando si n ella p,rim ave ra del 1915 dello scog lio di ,Pelagosa. E spiega perché faccia– no oggi la campag n a p°er la conqui sta di tutt o « l' ama ri ssimo » Adri atico: sper ano per que sta via di su scita re un a lott a incon cilia bile fra Italia e ·Slavia, e fare de-I n aziona lism o mattoide itali a– no un lor o alleato contro il movim ent o nazion ale sla vo e per il sa lvatag gio dell'Au stria « b aluardo dell a Chiesa ». -Ma qu esto spiega anch e, perch è l'Italia, o p er meglio dir e quella parte dell 'itali a, ch e sent e le propri e tra dizioni n azion ali e la utilità di con– tr ibu i-re sempr e e ovunqu e. alla demoli zione dei pot eri polit ici della Chi esa cattoli ca, - qu esto spi e– ga , dicevamo, perchè è giusto che noi si desi-1~– ri' la formazione dell a Slavia del Sud e il buon accordo fra itali.a ni e slavi dell'Austria. Quanto al l' affermazio ne del Corri ere d'Ttnli:2 che la ma ggi oranza dei cattolici croa:ti e degli slo– veni spasim a di amore per l'Au stria, e freme di or ror e all' idea di unirsi alla Serbi a ' or.todossa, no i ricordiamo che anche gl'itallani in ilio tem- Sian o por e era no desc rit ti da:lla Voc e della verità aeJ Pr incipe di Canova, come figli fede lissimi del Sant o P ad re e delle antiche din86ti e : e <IUanao il Sa nto ,Pad r e e le a ntic he dinasti e andaro no a gambe all' a ria, nessun o· dei figli fedeliss imi levò un dito perchè si rim ettesse ro in bilic o. Ogg i si rip ete lo stesso gioco di prol ezie per gli Slav"i del Sud . " Il coel•ficiente religio so - pro– cla:mava sol enn emen~ qu el sa pient one dell 'on . Fosca ri, a lla Camera il 15 aprile 1916 - rn nd era sempre irre conciliabili i Croat i cat tolici e i Serb i ortodos si : la diversa fede religiosa è la principa– le distinzion e dei popoli balcan ici, e r end era senip r e inconfondillili e irr econcilia bili il popolo sei:bo e il popolo croa to ». E' la teoria, che ci viene scodeJla:ta in questi g iorni dal Corri ere d' Ital ici. Ed è la teoria ulficial e del Governo au – stria co: « il P art ito del dott. Franck - ci f.a sa– per e il signor Ta maro , Ital iani e Slavi n ell'Adria– tico, Roma , At he11'aoum, 1915, pag . 339-t -l0 - nel 1907 ?>iusciv a a f a·r di chia.rar e da un gra n num ero di pubblic isti e stud iosi croa ti, che i Serbi e i Croat i ha nn o du e lingu e, due stor ie e du e mdi- • vidualità etni ch e di ver se ». I nostr i Foscari ri- 1>etono a pappagallo la lezionc ina im parata a lla scu ola dell' aust ri aco ca'ntai· ino dott . Franct,. tMa n ella sto ria la parola sempre e la parola mai non si dovrebbero p ronu nz iare mai, d->!."-' l'ese mpio del iamais di Rouh er. Ecco, per e&., a propo sito dei semp re dell 'on. Fo scar i e degli altri .analog hi pappa,gal li di Casa d'Aust ria, qu ello che scri ve il Gaycla nel volum e : L' It alia d'oli re confine, Torin o, Bocca, 1914, pa g. 328: " Alla tend enza n azion ale ·secess ioni sta (in Croaz ia, Slovenia , Dal maz ia )' re sta avve r sa– rio il solo clero catto lico, g li a lti gradi per il Ii· more di p-erder e i loro privil egi, i picco li p reti per fanati smo: un avvernar io certo forte , che ha n elle su e mani a ncora un a gra11 p ar te del conta· do, che la Serbia cerca di lusinga re e pacificare domand ando un cpncord ato a l Vaticano per i suoi catto lici, ma che può presto capitolare . Ari– che i preti, n el movimento slavo, f anno del na– iio nalis 1no ,1. Ne lla primavera del 1913 11;i.nno part ecii,..to e, – si pur e a un ~on gresso a Zar a, ap er tamen te an ti – aust ria co. L' e;,tate 1913, ·nel g iorna le clericalo di Fi um e, « Rij 6cke Novine », il vescovo Mahntc, pubblicav a una serie d1 arti coli dove dicPva fra l' altro: i croati non vogliono per nulla a ffatto an- . nega re r{e·1 mar e un gh erese o tedesco nè rin un– zi'are 11.lla 1 oro ltb ertà e indipendenza,' .a)]~ unU1- cazion e de!Je loro terr e·, anc he a costo di untrsi alla lib era e consangu i nea Ser bia, qu and o qu e– sta abbia a r end ers i tollerante e a'rrendevole nei ri gua rdi relig iosi. Se gli uomini di Stato a ustria – ci non sa nno come agire, ci 186cino pensa re e provved are d,t noi stessi ai casi no stri ». Parole nuove ch e debbo no essere meditate. - Ma i Fosca ri d'lt a:Iia e el'Austri a non po sseggo no l'or gano d ella medi ta zione! Chi poi des ideri q·ualch e altr a inform a zione 'ai riguardo, legga Dudan ne]' volume Dal Brennero alle Alpi dinariche, p. 291, e ci trov er à scritto: « Ancora dieci anni fa, tutti i Croati, non cnm e ora soltanto i Cr oa.ti clericali o, diciamo meglio , 1 Cro at i non int.ellett uali, era no in guerra aperta contro i Serbi »: - dunque la bor ghesia intel– lettu ale se n e infischia . delle differenze religiose, che sta nno giust ament e a cuore all'Austria e agli a ustria.canti d'It alia. E l'anonimo dalmata autore del volume L 'Adriatico, stampato dal Treves ne). 1914, pag. 362, conferma anche lui che « l'id ea nazionale h a fatt o .grandi pro gress i fra questi popoli. Già le differ enze fra: Serbia e Montenegro, i due Stati n a– zionalm ente del tutto omogenei, sono r ido tte a 0 1la sol uzion e del pr o'.blema dina stic o; e gli attr iti, in parte ar tifì ciali, fino a qu alc h-e lust ro, fra Serbi e Croati sono, per effetto d ell'entu sia smo guerresco (de l 1912-1913) quas i scomparsi. La mag gior · col– tur a h a fatto vede re anche ai Serbi l' avve nir-e da un punto di vista più elevato, ed anche fra loro l'i dea r elia'io sa ha ceduto il pa sso aJl'idea del be- 111.. delta. Naz ione ,,. E il con sole D'Alìa, nel volume La D alm a;;ia, ~a.g. s,: « Tanto la Croaz ia, quanto la Slavonia so no abita te da Croa ti e da Ser bi, e ness un a fron– ti era naturale si può. dire che le separi 1,ttuo.l– men te dai lor o frat .elli bosniaci. 1 Serb i e i Croa ti formano orma i tutta una mas sa compatta di gen– te d·i nazional"i td serb o-croa ta ». Ci voleva solamente la soma r.aggne monument.A– le di certi no str i scri tto ri di gio rn al i quot idi ani pe r in ghiottir e la corbelletia, che non esiste un movi– mento n azion ale sud -slavo o ch e è sta to in vema,– to.... dall'Au stria . Ii moviment o esiste, e nuJla può fermarlo : o si realizza n ell 'Aust ria contro l'Ita lia p contro la Serb ia, o Ei r ea lizza in torn o alla Serbia, p" r il ben e dell'Itali a, contro l'Austria. l clericali e i gioliUiani italia ni hanno r agio ne a pr eferi re la prima soluzi one. La democraz ia it aliana deve pr eferi;re la second a. J..a par te umo ri st ica della discussione è che i n azionalisti la ·,orin o in comb utt a coi clericali, coi giolit tiani e con, ... « Tojo di Rena »! g• •. POST A DELL' H UNITA',, Le Univ ersità italiane Car a Unità, - Ho letto il tuo a ,tico lo « la German ia pel dopo guerr a », quello che in tendo no di fare i Ted eschi, e quello cl1e tu vonllSti che .si facesse noi,. E tutto mi pi acque . Specialmente: « Della Germania e di qualunqu-e a ltro p aese strani ero è n ecess ario che sif. orga n i.2zato senza ritardo uno studio se:rio e sist emati co in tutte le Univers ità italiane» .Ma cara Unità, io credo che tu sia molto inge– n ua. Fin tanto che l'Uni,versità italiana sarà q ttello ch e iè la Germ:i.nia può esser e certa di ri– mu.nere i,gnota . Enunziate prim a la necessità di fare tabula ,·asa, , di qu ell'org anismo anemi'ìP e· tisi co, che è la n ost.ra università - di rior ga niz– z:;.r e con mezzi più larg hi , con iprogr ammi p iù moderni , con p-erson ale meno sta ntio un'univer – sità n uO'Va,eln-ata in tu tto. e pe,r tutto a maggio r dig ni tà - clai fabbricati, .alla coscienza accade– mi e.adegli studenti, e poi potremo dis correre sulla nece5ilità di far e ciò che voi dite. li)l.anto comin cia mo col dire ch e a parte che s' ign orano le lingu e straniere, man chiamo as · solut,amen te di libri. Libr i, libri , lrbri, biblioteche univ ersi tar ie più p.rovviste, ser iam ente provviste . Se si facesse un -ref er endum fr a gli •st:tdenti, che fecero delle tesi implicanti libri esteri, sareb· · J:>e di sen tirn e delle belle. Qu ando fina lmente si tr O'V.a, ce n'è p. e., un a c~a f.ra tutt e le biblio– teche pubbli che d'It alia. P er consu ltare un a dozzina ,di libri, ci vuole ima doz, ina di mesi, pe>rchè alla bi!bliotec.a ~ di– con o che più di un'op era non '})assono ordinarve la dalle -altre città , che hanno trop<pi libr i da fuori e cosi via. No cara Unità, oon questi sistemi, non si poTtano i giovan i al lavo ro. Si finisce per man– dar e in malora t.utto e fare una tesina terra ter – ra, che ad ogni mod o avirà semp re i suo i 110 o giù di li. Con. la mi seria non si fa -nulla . Lo so che i mi,gliori, qualcosa .annaspano lo stesso, ma quan ti sono'/ · li lff 0blema dell 'Uni>ve:nsità dO'Vreb'be scottarci il viso , inv ece, qualch e rara vnx clamantis in de– sert o, e 'J)oi esam ucci e zeTo e zero. Non vogliamo imita.-e i tedeschi? E imitiamo gli ameri can i, i franc esi, il diavolo . So-pr at utto, mandiamo molti ragazzi all'estero. Quello che non •è possibile ora sarà possiibile tra v-enti a nni. Tant e COS'P. a,vrei da. dire , ca ra Unità, ma temo di ann oiare, ver chè « chi se ne frega? ». E i na– zion al isti, e anche gli altri, purtroppo, dir anno che io offel)d0 il mio paese, e che n oi eravam gra n– di e là non eran n ati, e altr e s:imili corbe llerie. Uno studfnte. G,r ,n te respnns -ubil e : RII NESTO FIIATONT . -- OP'F'TCTNA POU GRAJl'TCA IT AÌLlAN~ ROMA - Via della Guar4I DI&, N. l!l! - ftOIIIA

RkJQdWJsaXNoZXIy