L'Unità - anno VI - n.35 - 30 agosto 1917

242 .E ognuno. <il que ste ru ote deve coordinare il suo lav oro con quella di tutte le altre infinite , che mu ovono U r.om.mercio non solo d ell'articolo che indireLtam ente la intere ssa, ma an ch e di tu tti gli a rticoli simlla1i e compl eme nta ri. E tutti i co(D– merci di Lutti ,gli articoli, an che i più dissimili e più lont ani, sono collega ti gli uni con gl i altri in u.n unico sisten,a sensib ilissimo e miracolosa mem, • snodat o, in cui la modificazion e, che intervi ene sul p rezzo di un arti colo, si ripercuote sempre con onde più o meno rapide su i prezz i di Lutti gli altri . Questo esse ndo il com mer cio, è evidente come chi pretend esse di sostituire, coll'ope ra pr opria o con qu ella di un grup110 d'impiegati acce n trali 111- torn o a lla pro pri a per sona, tu lle le infinit e e va – r iabili iniziative indi vidu a li, che sono necessa rie per ,ù uov ere il comrnercio nazi on ale d i una sola merca nzia., per ei;empi o dell'olio, o del vino, o del g ,·ano , o d elle uova, o degli ag rnmi, si pro– porr c.bbe nn còmpito che sa rebbe irre a lizzabil e, anc he se egl·i f osse 1w uomo di genio ·e anc he se pote sse f are assegnamento nell a coll aborazi one di (tmz i onari, che f ossero tutt i uomin i di genio e coscienziosi , e scaltri in sommo grado. Mr, anch o qu esta ipotesi è, purt roppo, ir reale! L'impi ci;ato è, come tutti gli a ltr i uomini, se– gu'ace delt a teoria d'el minlmo sforzo : il suo sti– pendio non cr esce, e n on diminui sce, pel crescere e dimviuir e della, sua attiv ità: quindi cerca di guaclagno.r selo, st rapazzan dos.i il meno poss ibil e. I noltre non c'è nessu n motivo per ri tenere che un > ptiliblico f11nzionario debba essere più int ellig ente di un commer ciante libero : ce ne sono, a nzi, mol ti per riten ere come più proba.bil e che sia assa i me– no intell igente, dato iJ faVùriti smo con cui avv en – gono le nomin e degli imp iegat i pub bli ci, special– men te nei mini steri. In olt re nsn c'è n essuna ga– r enzi a che i pu bblici funzionari debbano valer e moralm ente più cli tutti qu ei mili oni di comm er– cian ti liberi , che l~ burncrazia e i gio rn a listi a menta lità burocratica vitupera no come spec ul a– tori e afla rist i: è nat ur ale, p ertanto, che in mo!~ caSl l'im p iega lo ia portato a spiegare un' a tti – vit à eccezio nale, non !ler ser vir e meglio il pubbli– co, ma per a rro tondare il proprio stip endio, fa- . ~enclo pagar e a sè dal pubblic o qu el compen~o, che in conclizloni nor mali è percepito per serv ire il pubblico eia: commercia nt e... specula tor e e affa– ri sta. Fin al mente, è ovvio che il Commi ssar io dei con sumi - chiunqu e eBso sia - sia port ato a circondar si cli roni ci personali e politici; anche indi pende ntem ent e dalla tentazione di far servire con sapev olmente a consolidare la propria posizion e politi ca .gli · stip endi , che pu ò attinger e a piene mani nel bilancio dello Sta to, a chi deve rivol gers i un Commis sa rio, se non a propri amici per sona li e politi ci, se ha bisog no cli circondarsi con uominl cli 'fidu cia? Se l'onor evole Co.nepa fosse naziona.. lista, il Commissa riat o de; consumi sarebbee sen– ta du,bbio un'agenzia elettora le nazionali sta. So tto que sto !>unto di vista, nulla è più iniquo che la cri – Uca dell 'Av anti! ai criteri, con cui l'onot"evole Ca.– nepa ha sce lto molti commissari, . perchè l'Avanti! sa benissimo che parec chi di -questi sono stat i p.resi a bella !)Osta dal vivaio socialis ta. utft ciale: si è snerato cli rend erli meno ostili alla guerra, convil~ndo anch'ess i alla mangiatoia della ,guer– ra: metodo giolittiano. .Date ques te condizio ni, necessarie, impossibili ad evita r e da qualsiasi {orza uman a, non è evi– dent e che ogni l)l'etesa. di OJ\ganizzare o discipli nare buroc raticame )1te un dato ramo dei cons u– mi n azionali non p uò condurre che a un solo ri sultato: qu ello cli sconvolgere e soffocare il com– mercio e la produzione che si presumono d i re– gol a re? P rend endo l'esempio del g rano, è ch iaro che un comm er ciant e lib ero non ha n essun interesse a !ar via ggi,,r e il gra no in ferrovia. senza necess ità . Las cia nd o Iiberi i commeTcian ti di gra no di fare a mod o loro, si pu ò essere sicuri che i traspo rti fer rovi a ri cli gra no si ridurr an no aJ minimo. Non si avrà, pe r esemp io, il caso che una partita di g ra no non può essere venduta a cinque chilom e– tri di di sta nza dal luogo di produzion e, perch è qu esto lu ogo è in un'altra provincia; e qu el g rano debba fare centinaia di chil ometri di ferrovia per ino Bianc L'UNITA ar ri vare aJ capolu ogo della pr ovincia vicina, e di qui poi eBser e avvia to per ferro via a ... cinqu e chi– lometri da l luogo in cui è nato. Non si av rà il caso di vag on i di gran o, che da Foggia and ran – no a Bari, p assa ndo inn anz i a.Ila stazione di Bar – letta, per dover poi da Ba r i ri lornar e a Ba rletta; il commer ciante di Bar letta, che a ves;e acqu istali qu ei vag oni, li farebbe viaggi a re solame n te fino a Ba r letta, perch è il 1naggi or viaggio dovrebbe pa – oa rLo lui di tasca sua, m entre il « Goven io ,, paga i propr i spropos it i con le tasche nostre. li comm ercian te libe ro conosce le diver se abi– tud ini e potenzialità dei sing oli mulini, a cui for– nisce il g rano : perci ò non ma nde r à gr ano duro a un muli no che macina grani tener i, e vicever sa. ~la l'avvocato , che è stato improvvisato per la guerra commissa ri o pro vinciale dei cons umi, non ha mai sentito in vita sua parla re nè di g rani te– neri, nè di g ra ni cluri, e per cui tutti i mulini sono eguali, come a ll' oscuro tutti i galli sono bigi. E i casi particol a ri si potrebbe ro moltiplic are aJ. l' infin ito, per dim ostrare che la organizz azion e sponta nea del comm ercio libe ro , pur dando luogo ad attriti e a spe rp eri e a pa rass itismi e a spec u– lazion i non sempre legittim e, ri esce ad a ssicur are la cir colazione e la distribuzione del grano con diso rd ini e con inconveni enti infini ta.ment e min o– r i cli quelli, a•c u1 de-,<! dar e•luogo necessa ria men– te il commèrcio bur ocrat izzato. E a ogn i modo, se disordmi e immo ral ità vi son o, di essi nessuno attrib uisce la r espon sa bilità al « Govern o »; lad – do ve in regime di commercio buro cratizzato tutt e le od iosità ricado no esclusiv ame nte sul « Gover– no... ladro "· Se po i suppo ni amo che un uom o p rete nda di accentr are n elle su e mani o in quell e de i funzio – nar.i eia lui dipendenti, non un ramo solo del commer cio, ma tutti i princi1)ali r.omrn erc i di un paese, non è evid ente cho quell 'uomo commett e un atto di folli a? E se que ll'uomo ha l'au torità po– li Lica per far prev alere la sua follla con lo. forza della legge, non è evide n te che l'opera sua non potrà non diso rga nizzare in poco tempo tutt a la vita economica della naz ione, crea ndo ovunqu e centri d i malcontent o, di disor din e, di ribellione·1 Ora è pr ecisame nte quello, che è avven u to in It alia, e che noi, senza essere nè profeti, nè figi! cli prof eti, ave vamo ripe tutame nt e e inutilm ente preannunci ato! 1J Popolo d' Ita lia rimpro vera l'on. Co.n epa perchè non ha semp lificata e soffoca ta la buro– craz ia. :Ma come poteva quel povero cristo semp li– fica re e soflocar e Ja bur ocraz ia, se tu tti, compre so il Popolo d' Italia , asp ettavano da lui che disci– plin a sse n ien temeno i consumi di 36 milioni di uomini? Poteva far questo l'onorevole Co.nepa sen– za circondarsi di un eser c_ito di consiglieri, com– missar i, sub-commissari , segretari, direttori, capo – sezione, e via dicendo; poteva cio'è fare a. meno di creare una nuova burocraz ia, tanto più mast o– dontic a, e perciò irr esponsa.bil e, e perciò mal efi– ca., qua nto più num erosi e più estes i eran o gli • in terventi , a cui l'onor evole Canepa era sospinto pre cisamente da coloro , ch e oggi più asprame nte lo eri ca.no per le rovin e che egli sta spa rgendo sui suoi passi? L'on. Co.nepe. si era proposto di ri solvere il pr oblema della quadratura del cir colo, fra gli ap– pl ausi dei suoi criti ci odi erni. Non è riuscito. E chi ieri applaudiva, comin cia og,gi a fischiar e; e chi ede che il prob lema della quadr at ur a del cir – colo sia risoluto da un altro, che sia più br av o. Non sa rebbe più r agio nevole ri conosc ere che il problema è ins olu.bile e che è n ecessa ri o affretta rs i a cambiar e strada? Da Cavasola a Canepa. L'on. Cavo.sola - il tanto vituperat o cir eneo « incomp ete nte » del :v!inistero Salandra - ave va av uto il torto, agli occhi dei giornali calmie ri st i e disciplino.tori di tu tti i pa rtiti , di non essere ec– cessivamen te d omin ato dall a illu sione di poter sostitui re la buro craz ia comm erciante al comm er – cio libero; perciò aveva ril uttato semp re a molti– plic are le funzio ni éomm erciali del « Governo », cioè dei politicanti e dei burocratici , i · quali si imma ginano d a poter fare da Roma la pio ggia e il bel tempo a tutto l'unive rso. Solam en te nel com– merci o d'impona.zio ne del gra no dovè ,icono– sce re la necessi tà e la legittimità dell'interv ento go ver nativo; ma quasi che vuless e con un ese m– pio concreto dimostrar e la in capacità degli uomini politici e della buro crazia a sos tiwire utilme nte l' in iziati va e la compet enz a dei commer cia nti li– beri e spec ializzati, affidò la impona zion e del gra – no a un buroc ra tico tipic o: al comru. Giuffri da. E comi nciò così. la ser ie deg li spro 1)ositi, degli sper– peri, dei disastri. Per gli er ror i comm ess i, e più per qu ell i che s1 rifiu tav a cli commette re, !'on. Cavasola div emie ,.... tes ta di turc o di tmti i nos tri statolatri . E ve– nuto il Minist ero -· a hi ! - nazio na le, il com i.O. Giuffrida si die' a bur ocratizzare il commercio delle uova, e dei form agg i, e del fieno, e del burro, e del cuoio: e di mill e alt ri prodotti, cli cui pri ma d ella guerra egli ignorava p roba bilment e anche l'e sislenza. Il pover'uomo era sicuro di discipli– nare il comm er cio italia no e cli imp edire l'asc esa dei p rezzi « con tre gatti e un cane » - sono su e par ole auten tiche. I disast r i si moltiplic a ron o. Quando vide a ccu mul a rsi Intorno a sè le rov ine. e si rese con to clella irnjlossibil ità cli ripara rvi, il com m. Giuffrid A fa lan ciar e clai gio rn a li amici la campag n a, perchè veni sse i tituito un .« Commis– sarlato dei ,con smni »; e al mom ento buon o scarico sulle sp all e dell' ono revole Canepa, e senza bene– ficio d'in ventario, tutto il peso delle proprie re– spo nsabili là . · E l'onorevo le Canepa I1a gonfiato ancora di più il siste ma buro crat izzato re del comm. Giuffrida . E n aturalmente, h a moltiplicali i diso rd ini e i di– sastr i. Quesl\l esperienze, a quel che sembra , dovr ebbero bastare. In vece i gio rnali continu ano sempre a strill a re e s.br aita re pcrc hè il " Govern o » non fa abbasta nza per disciplinare i consumi e per fre– n are la « esosa specu lazio n e degli acca parratori »; e si rivolt ano oggi contr o l'on. Co.nepa, come ieri cont ro !'on. Cavaso la; e inv oca no u n altr o Messia dei consumi , che faccia mirac oli lmpo sslhili, men– tr e pot rebbe solamente aggiung er e sp r opos iti nuo– vi a.gli sp ropositi an tichi. E cosi, restituito l'ono– revole Co.nep a ai merit a ti riposi , al sabotaggio d ell'onor evole Co.nepa mina ccia di succedere rt sa botagg io di un a ltro discl plinator e, altrettanto, se non an cora più Illu so e più funesto . · E tutto questo , perchè si continua a cer ca re nella statola– tri a una soluz ione perfett a, ma Irr eperibil e, df cercare la soluzio ne meno impe rfetta ch e sia pos– sibile . allontan and osi meno che sia possibile dal metodo della libert à. l.!'Uo!tà. MOLTI ITALIANI IGNORANO ,,.ncora queste nuuv e f ermentazi oni politic he, e quindi non si può pr etend ere che sien.o 1>tisurate nel lor o giusto valore le tendenz~ ero.ate... Fu gran torto italian o, ftno a poco tempo fa , di parlare della Cr Òazia e dei croati con sentimenti animati ancora dai ricordi di ci7rquan t'anni addietro, mentre L'Ital ia deve au– gurarsi che, col diffond ersi deUa coscienz11 nazio– nal e nei singo li popoli, tut ti abbian o i medesimi diritt i . A qu esti novel li sforzi per conquistare, n ell a vit a d,el mon do, un posto di li bert d e di in– dipende nza, do1•rebbc mflnCare la nostra simpa,. tia? Se un vecchio pr4rtito croa to sta ancora im– mobil e nella antica f orm ul a della cieca f edeltà senza al cun corrisp etti vo, e se in questo partito si r ccLut,ano coloro ch e per incoscien te ignoran za sono ostil i aa li italiani del regno e agli italiani in Dalmaz ia - il giovane pa r ti !o croato, invece, non solo rico no sce ogg igiorno il valore dell'Italia come po tenza civi lm ente operosa, ma ammet te anche L'utili td dell11 coltura italiana nell a stessa Dalmaz ia , e tem.e l'estendersi del pa ng ermanismo . BATTISTA PELLE G-RINI (Verso l a g,terr a ~, Roma, En r ico Vogh era , 1906, pag. 205 e seg .).

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