L'Unità - anno VI - n.18 - 3 maggio 1917

~on, r,hr è la pa~ di Zimmerwald, che è la pac·<; nobtra di noi neyatori della guerra». co nclusione: - i due grandi aYl'enimenli slo· rici dol'i\'a no diretlameule e logica m ente dal con , cgno di Zimmenvald, che resta il g ra ndi ssimo f-otto centr ale dell a sto ria contempo ranea. E ' l'ero che il governo ingl ese ave\'a già falle le stesse dichiarazion.i del Pr esidente \\ ' ilson; e ,·e1·0 che qu ei med esimi concetti erano slali adotta ti dulia democraz ia frnn cese e itali a na; è ,·ero che i pal'ifì sli nostri si erano gettati in questa guet·· ra ru ni.;iùerancJola co1nc u la guel' ra alla gue rra ,, e a tutt i gl'impcrialis mi nazio nal i.... :\la l'on. Tu – rnl i non ,·ede lutto ciò; non rilen, la « incoerenza in:qpùficamente coerente» dei pacifisti italiani, fran ces i e ingle si; egli a.nrn1ira soltanto quella esotica del Pr esidente \\ 'ilso u. Eppure l'una deri · rn dall'a ltra senza soluzione di contin uità; e l'una ra ri'U er izza 11er noi la pr ima fase della gue rr a eu ropea, e l'altra caraltet'izza la nu ova fase della g-uerra mondiale. :-oi l'icono ciamo bensì e lo abbiarr, o a suo tem– po ril ern to, che l'i nte rvento degli Stati Unili, da 1111~ 1ia 1t \• ass icunt, la V\lloria al pro gra mm a dr lla nost ra pace, e da ll'a ltr a ne alla 1,ga il conl e– llt1\o, rendend o possibile la rea lizzazion e cli ult e– riori r più arditi posl ula ii della clemocrnzia ; tr a cui primeggia il disarmo e la libertà dei mari. .\la non vogliamo più a lungo contendere su questo te rreno. troppo fac ile è il comp ilo di ril e– , nre i sofismi ,·erbali. :-loi vogliamo anzi consen – tire a i filosofi del socialismo ufficiale che la ,·i\'0· luzione rus sa e la gue n a americana sono la vii· toria di Zimmerw a ld e del partito socia lista uffi– ciale italiano. =--on contestiam o ad esso la pro– pri età lett erari a della pace di Zimmerwald. La que st ione è un'altra; si tratta ora di sape1·e se il partilo socialista impugnerà la sp ada , come \\ 'ilson, pc1· imporre la pa ce di Zimmerwald , o se continuerà ad afle nnarsi negato r e della guer ra. La qu est ione impo 1'la soltanto perché le prob a– bilità di fai' trionfare il programma più radicale cli \\ "ilson dipendono dalla conco rdia , con cu i tut – te le frazioni della democrazi a lo difenderanno , durante la guerra e aJ momento della pace . Dopo aYet· sperperat a ta nta energia dialetti ca, per dim ostrn re che la g uer ra di \\ 'ilson è la scon– fessione dellll gu erra etiropea, e l'antigucrra, noi chiediam o se almeno i.I partilo ader isce all 'anli – au errn wilsonicwu! L'on. Turati fa anch'eg li il que – sito; ma non dà la rispo sta . Ed è probabile che un a risp osta ch iara e sempli ce non verr à mai. Il purtilo socia lista si dibatte ormai in un re– ticolalo di conlrn ddiz ioni, in cui si è imp igliato l . e cli<, 1Ì' i i n~ vi aruigo i oti de,Ila _guerra europ ea in contrasto con la guerra wilson iana, della guer· ra e dell'a ntiguerra , non gli faciliteranno l'usc ita. Il partilo socialista è impr ess ionalo dall o svol– gimento della gu err a mondiale , e dalla cresce nt e pr obabilità che la dem ocrazia liberale eu ropea , rnfforzala dalla democrazia americana, riesca a. conqui sta re a i popoli la pa ce giusta e durnlura , garantendo l'impero del diritto, il disa rmo , la li– l>erlà dei mari. Da qu e la pace democrat ica il pa rti lo sociali sta non vuole esser taglialo fuori. ~1a non bas ta a lai fine reclama re il diritto di ,propri età lellern ria de lla pace formu la ta a Zimmcnva ld. Quella è res 1wlli11s; occorr e impadro11irs ene con le armi. Ai loqua ci imh oscat i di Zimm erwald bisogna sos ti· tu ire soldati , soldati, soldat i. Oggi il partilo socialista. sta in bilico tr a il de– siderio di restare assente d a lla guerr a e il desi– derio di esse re presente alla pa ce. ~lol lo a que~la cond otta somigli a. la politica del Vali ca no; che come pr emio dell a neutralità do– manda che il P apa sia rappresentato al Congres – so della pa ce. 1no81 neo L'U NITÀ Il Congresso riformista I.a tirannia dello spaz iCI ci lia impedito di com– mentare finora la discussione aV\'enuta al Con· grc so socialista -rifor mista iJ1torno o{ proble ma ,cl'b0-c roalo . ~1a il ri tardo non nuoce in siffatto ge nere di a rgomcmli, a nzi -cons ent e w1 es"nìe più accurato. .\ I Cong resso riform ista si sono tro\'ate di fron – te d ue tesi: la tesi di Bissolati, so,te11uta dalla Direzione del Par tito e S\'iluppa la dal Bonfìgli, e la les i del Duca di Cesarò, s0stenulu dagli clemen– ti mas son ici e nazionalisti, che infestano il Pa r– tito socia lista riformista, come tutti i pad iti de– moc ratici ita liani. I.a maggioranza del Congresso, ignara dellu importanza della discussi one e degli eleme n ti rea – li di essa, allilmente disorientata du rante lo scor– so anno dal gio rn a le ufficia le del Partito, non ha C'0J)iio nulla di <1uel che si discuteva, ed Irn \'Ola· t,, alla cieca due ordini ciel giorno contrastanti l' un o con l'alt ro, da ndo per metà ra.gione a Bi 0 • sola ti e 11er metà alla P ro Dalmazia con grande ~ran dal o dei ,rnzi ona\isti , che si aspella\'a no dt – toria. inte r a. Ma. q 1Lesta contradillorieaà delle ,otazio ni finali d el Congresso non toglie null a all'interesse del ta discussione: la quale , pe 1· ope1·a d i Bonfìgli e :\londa.ini, ha comp iuto perfellamente quello che de\'e esse re oggi il dovere della. parte non scer– \'ellata della dem ocrazi a: dim o lrnre, cioè, che la propaganda nazionalist a, per quanto secondata d a lla sua organizzazione mass onica e dalla censu· ra . non è riu scita affatto ad assicurarsi la un ani– mità della nostra opinione pubblica , la quale con· tinua ad es$el'e di"isa, e che quindi il Governo è libero nella sua az ione, ed è pienam ent e respon – sa bile di essa, e non pot rà a suo temp o giustifica– re la. 1 ropria opera con una u nanimità del pae – se, che non h a 1 olu lo costit uir si nea nche att r a– \'erso du e an n i di pro11nganda indispulala. La tesi mazziniana I.a te i della Di,rezione del Pa rtil o è stata soste-. n uta dal Bonfigli con le seguenti argomentazio– ni che prendiamo di peso daJ resoconto ufficiale elci Congresso, pubb licato dall '/1:ion e . ocialista. « li nosl.ro sforzo di guerra - ha detto il Bon – Agli - deve durare fìnchè i tedeschi non si per – sua da.no dell'inani tà di tentativi egem onici. Oc· C'Ol're perci ò persevera re fino alla d isso !uzion e del· l' impero a ust r iaco. L'es istenza dell'Austriu ag. ii unge a lle forz e dei tedesc h i le forze di molti milion i di uom ini, che hann o interessi distinti e anelano aJI'indlpendenta, odiano la servitù dei te– deschi e dei loro fed,eli magiari. « Eppu re un pregiudizio conlr a ,·io seTpeg– gia a nche in certe pa,rli del!' opinion e pub· l>lica ital'iana. I neutr alisti d i ier i, i tr ip li· cisti nosta lgici, i persona lmente coint er essali alla espa.nsìone comm er ciale tedesca son per la conse r vazio ne di un' Austria-Ung heria- Boe– mia -Slovenia -Croaz ia, che avDebbe semp re 35 mi– lioni di abita nti e, ir ritata contro cli noi , fa rebbe sempr e un corp o solo colla Germ ania , con que lla Germ a nia che non ci perdone rà mai il possess o dell'Alto Adige e di Trie ste. « =--oi dobbiamo volere in pr imo luogo la libera – zione di lutti .gli italiani , lo smembramento ciel. l'Aust ria e l'organizzazione di un blocco anti-ger· manico di italian i, p olacc hi , boemi , ser bo-croati. u La nazione serba, a noi vicina, inter essata CO· me noi a un assetto ba lca n ico sta bile, attende dn noi un a pa rola ch e suo ni 1·iconosc iment o fra nco della legitt imità delle aspirazioni llnita rie dei cm ati e d ei serbi. « L'acco rdo è facile se rip ensiamo non all e pa zzie degli sce r"ellati (ce ne sono anche fra i serb i, come in ogni pa rte del mond o) ma a.Ila sa– viezza dei res9on sa bili. Ricor date l'as sen so alle as pira zioni ital iane nell'Adriati co fallo da.! P as ich sul Times, 3 apr ile 1916 e daf Rislic h sull a :v 11nva ttnt oloaia , 1. agosto 1916. « Ri camb iamo lo ammett end o un a verità: serbi e croali son una sola nazione , ha nno la stessa ling ua, come attesta l'Ascoli , unificati. di senti· mento li ha visti il nostr o Ga.yda. Non ripetiamo i sofismi odiosi di chi contro l'unità italiana gon – fiava le differenze fra il Nor d e il Sud e forza va la geografia pr ete ndend o che la vall e pad ano ap· par1enga all'Europa continentale e I.a penisola ,ia deli mitata dall'. \ ppenni no fra la Lig ur ia e Pe – sarn. E non esage l'iamo la chlfìcoltà religio,;u, che be fu osta colo nei seco li scorsf e causa di guerre intest ine in Ge rm a nio e nella stc.55a F1·ancia, or a 11or, è più in nessun luogo. E no.n pensiamo a gah ani zt a re il partito clericale nnli -se rbo Fm .nl<, g ià mo rt o di fronte a lla coalizione serbo- croata ('he lo sconfigge d a dodic i an ni in tulle le ele– zioni, cada.l'ere di cu i abbianto il malincon icqi te– sla.mento nell'i ndirizzo di Volòsca a l pri ncipe ue.– dita rio giustiz iato poi a erajern. « Questa unità di sp iriti della Croazia, che fino– ra ha dol orat o sotto il giogo r iagiaro, come la vec· chia Ser bia ha tr emato sotto le imposizioni fero– ci di Vien na, la neces~a ri ame nte di tnllti i serh o· croati un popo lo desti n alo a sta r perennemente nel ram t)O opposto a quello tedesco-mag iar o e pe~– ciù ad esser 11ost 1·0 alieato. « Dico cli più: non che disconoscere questo ,la lo cli fallo, se non fosse, dovremm o promu°''C'JIO• e ca ldegg,iarlo , dorremm o volere la formazione ai<. 11 10 Stat o pluric o11fessionale . E non s'inlend,e ro. me questo punto di vista non domini negli om· bienti pi ù spiccatamente anticlericali. Anche un ro nciliato ri sta all'interno de\'e des iderar l'ind e– boliment o dell a forza cle 1icale all'estero. Cont ra,– ri a me.nle a qu el che pensava Gambetta per la1 Fran cia, per noi l'a nti cleri ca lismo ~ar à SEmlll)m un prezioso _article d'exportation. « l.'.\ustria imprigiona , confi ca beni , .impicco, Ira serbo-croati a lei soggetti , come fr~ p:li itoJia. n i. E' dunque dimostrato qu el r hc a temp o del Giusti era una supposizione: Giur o che l'hanno in tasca come noi. - I croati mandano oggi a qu el f)aese il princip ale e noi possiamo oggi abbraccia· re il croato, e scri vere sulle band iere il vecchio motto insur reziona le: « Per la nostra libe rtà e per la, vost ra u. E l'o rdine del giorn o propo sto affern1ava la ne – cess ità a nche di una « intesa cordiale, le cui bas i « sono fa.ciii a getta rsi, con la n azione serbo-c roa– « ta, che deve essere , unitamente a ll'Italia, ai P o– « lacchi , l4l'li Cz.eco-Slovocchi indipendenti , pa rte· « cospicua del gran blocco vigi le e pronto a fron – « t.eggia re ogni 1itorno offens ivo del germane- u simp n. Era nè più nè meno che la lesi esposta da Leo– nida Bissolali a Cremona nell'ottobre passato , in quella famosa commemorazione di Cesa re Batti • sii, che fece montare in bestia tutti i nost r i cle ri co– austriacanti, e nella quo.le fra le naz ioni, che de– vono sorgere d al corpo smemb rato dell'Aust ria, c'era anche la « naz ione jugo-s lava. ». Ed è, del resto , la idea lasciata in ered ità alla democrazi a non dege ner ala da Giuseppe Mazzin i: il qua.le era a nche lui, come n oi, un vile « ju go– slavo», per qua nto la cosa possa dispiace,•e al signo ,· Ern esto Nat ha n : La tesi austriacante La lesi aust ria canle fu so tenu ta da Giuseppe ~I arini. Costui non trova affall 0 necessario che l'I ta lia. s' inten da con « un a immi..g-inaria nazione serbo– croata"· Basta che s'i nt enda « con la Serbia e col ~lon teneg1·0, per la ricostituz ione dei quali l'It alia, loro alleata, combatte e ,>ince tanto su lle .\lpi e su ll'Isonzo quanto in Alliani.a e in :\1acedo· nia. Per ciò, con Jn ri conqui sta dei suoi confini na . turali, l'It alia non fa che raffo rzare l'i ntesa cor. <liale esiste n te con qu rg li Stati e non la. .esclude, anzi la rende più facile con gli altri Stati che si costituira nn o in segu ilo a l dis g rega men to dello l mpero austro-ungarico. I n questo senso l'oratoi,e intend e proporre un a va rian te finale all'ordine riel giorn o della. Direzi one; e ciò a nche perchè gli ~embra inutile na sconde, ,si più ormai la esistenza di due tendenz e nella questi one dell' Adr iati co e più special mente in quell a della Dalmazia, un a ,·oltn che la Direzione ha \'Oluto portarla incau · ta menle in discussione al Convegno». E propose che il Congress o, invece di affermare la necessità di una int esa dell'Itali a con la nazio· ne serbo-croata, la P oloni a, e la Boemia , pr,en– desse allo semplicemente della « intesa cor dia le

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