L'Unità - anno VI - n.2 - 12 gennaio 1917

L'Italiae gli 5lavi del sud L'interesse magiaro collima oggidì perfetta – '•tente con quello ,wtria co. Gli ungh.e,esi, divenuti " conservatori " etl amanti ,te!lo stato quo, rifuggono dalle novità: e se a qualche novità pensano, tr opp o f orse con– fidando nelle tor forze, si t.ralta ,te/111 espansione nella pe11isola balcanicn, tlel Drang nach Osten the vorrebbero, auspice il J(dllay, comvie re sotto l'egida e a intero profitto (!ella Corona di Santo Stefano. Nè in questo inorientar si rlei suoi vicini potreb– be l'lalia, a meno che non ,i creino im.JJe(m:i in– lerna.ionali concr eti in previsioni di granai mti– tamrnti 'territoriali, . t·rovare altro che $capito. PoichJ è poesia il credere, come ha sostenuto an– ch.e R. Bonghi, eh.e lasciare meno libera all"All· stria-Ungheria per la conquista di una gran parte della penisola de' IJalcani, può valere per noi l'acquisto pacifi co <lei nostri con/bti n1iturali, an– che verso le Alpi Giulie, quasi per effetto di orazio,a e spontanea don~:io11e. Come L'avaro Acheronte così l'Austria n on è solita abbandona- 1·e La ,ua' preda; prenderebbe, nu!la restituendo o donando in .compenso (L'occupazione della Bo– s11ia-Enegovina informi); e faremmo noi un'altra 1.•olta La fl,gara degli ingenui, sen:a badare /Jui ai fatto che anche 1t1t simile compenso sarebbe forse, nel miglior ca.,o, inadeguato alla rinuncia definitiva ad ogni interesse 71resente, o futura in– fluenza ,i.ostra nelle regioni orientali. Dobbiamo, dunqu e, pur a,lopcrando nei nostri rapporti internazionali queUa lealtà e pruclen:a che sono doti necessa·ric d·i una pulitica se-ria, in– t•igilare a che, avocnenclo qualche inopinato ri• vo lgimento, la pad ·ronarua dell'Adri,,tìco non sia usurpata da altre aent i, e giocare sin l'ultima carta per impedire che ci si racchiuda in un cerchio di feiro. ln previiione di .,imili casi , io stim erei we;:o <iell'opera chP. da parte nostra, 111 modo o/fatto indipendente da oyni inyerenza ufficiosa, si st·u– dias,e fin d'ora se, tra l'el .emen to ·italiano e /·o s!avo, v'abbi-2 modo cli stabilire rapp or ti più frc– r;uen0ti, più cordiali, disegnando qua.si le prime li– r,ee ,u un accordo futuro, da stringe1,si quand o n8.9Cesse il ' bisog.no di opporsi ad 111t comune av– -versa.rlo. Non mi dis,imulo e.,scre ben clitficiie l'impre sa. r,er la intran,igerua cli molti sla v i, primi tra i quali i croati. Ma non dispera per ciò. E sono con- 1,iltto che molto si conclud er ebbe. se questo mo – t·imento fosse ragionevol,n ent e iniziato; se fr a i nostri uomini politi ci, pubbl ic isti e Letterati alcu - 1.i ve ne fossero, che per ,ne::o di studi sper,iali, ài viaggi e di corrisponden:?, si cle,Licassero a f ar conoscere in Italia lo sla,vismo nell e sue mo/te- 7:Lici forme e aspira:i oni, e agli slaui il pae.,e e la 1,a:ione nostra, la quole dovrebb e raffigurarsi , come non è errata cosa, quale allea ta natural e delle minori na~ioni bal.ca11iche. E' mio co11vincimento che non ttltti i capi del movime11to siavo sperino di pot er riu scire mai c. soverchiare, sui lidi de/L'Adriatico, l'elemento ita -– liano. 1..alotta è condotta colti dai cr oati, formalm ente 7ii1l ossequenti all'Au .,tria , e per consegu en;a mr - 9/io accetti al governo di Vi ~nr,a. Ma altri stavi , i urbi, per esempio, mostrano di non annett ere troppa importanza a siffat .ta quistione. e rir. 0110- scono che l'Istria, Tri este e Gorizia sono terre , na– :ionalmente parlando, italiane. Simile disparitd cli vedute tra serbi e croati ~ <la tenersi in gran conto. Poi ché se la unità delle genti jugo-slave fo,se per co1'tpiersi , non a secon– da del riltretto r.011cetto dei cr oati, che sar elibrro 7Jer ora soddisfatti di una grande Croaz ia austria– ca, ma secondo l'ideal e latissimo elci serbi, si ver– rebbe alla co1tituiio11 e rli 11n regno staro meridi o– nale di vas ta estensi one, da Lubiana a Cetliyn e, <la fl elgrado n l(agusa. E tlat ·i qu e.<ta conti11oc11za, /,isog11erebbe evitar e ell e da tanto rivolgimento, basato sullo sfasciam e11to fu.tur o (non certo pr o.,– limo ) dell'Austria , nc•sun vantaagi o a noi d– iulti. Questa eventualitd io temo n on tanto, come f nr– se viù di uno tem ~rcbbe, p er via dell'im menso 1vilttppo che prenderebbe lo « sla vismo ", qua nto L'UNITÀ molto di pi1l per la mina ccict del « pangerm .u - 1,is1no n. Tri este non p1u austriaca, m.a tedesca, ra /)pr c srnt er ebbe per n oi la pili lJNI VC jatl1ira, che i·111ma. yinar si possa, ·1nenlre 110n 1ni spaveri.len 1 1JlJ•1 1)it11to un regno iug o•s/avo ,ii vori 1111lio11i d'ahi• l a111i al di là de/l 'Adriat.i ,·o; {a/sa r e/Jttla11clo la i dea di col.oro che lo ,·uerr ebbcro { etern o ,na111"i– pio della Russia. Rag(fitmta l'unità e l'inrl ip e,ul en:a, i iuy o-sla-,,i non sop710.-terebbero un diut11.-no patr ona to rus so. Ed essi sarebbero natura i menl e /!Orlati, per in – ter esse ,Lella pr opria conser vaoionc, ad appogoiar . .1i all'Italia più che a q1<alsia 11i altra 11a:ione: con ·rt1ntaggio della n ostr a i11fl,11:11:amora le e rapp or– ti economic i n ella peni sla bal canica, dove t'An · st rin è stata fino.-a la nostra .,ola e costante anta – aonisla. P er ciò ottenere, a suo tem.po , cr edo che non dobbiamo soltanto coltivar e la '/JTe:i osa amicizi11 ,te/la Germania, m,z entrar e in r ela :i oni con quello «sla vismo", da noi ian orato o cliJJrea:a to finora, quasichè in esso, pc/ fatal e avvicetular si dei predomini di stirpe, non 11osa consist er e l'a11- 1:enire. Donato Samminlatel/1 Vice presidente della " Dante Alighieri ,, ln airo sui confini cl'llalia , Roma, Bocca, 189!\, pag. 22-5. Il movimento serbo=croato « C 'e.ra bisogno di una seintilla che accende sse i ferm enti occulti, di cii.i è sempre tant o fecond a la razza slava d"ogni pn.ese. E' venuta con la guerra balcanica. E' pa ssato come un lamp o, che ha iLluminato la cosci enza nazion a le dei serbi e de.i croati . ln po ch.i mesi è maturat o ttLII O un pro– blema sto1'ico, che si affacc ia on i su lla soglio. de.Ha nuova Austri a ... Se ne ved ono già. i segn i nel ferment o che agita contadini e borgh esi dalln volont à barbara incoercibil e. Riserd sti seJ·bi e croati , ri chiamati, dis ertan o: compa gnie di sol– dat i tt asport ato vel'So il confìne ca ntan o canzoni nazionali dI riv,>lta e si rinu ta,10 d'i marcia re in g uerra cont ro i serbi: da lle hocche di Ca ltaro , dai villaggi croat i della Dal nwzia, da tutti i paes i jug oslav.i partono ,giovan i che clovi-ebl>c.roservir e nell' esercito dell 'impero e va nn o invece ad unir si entu s iasti ca mente a lle armal e opeu-anti serbe e monteneg rin ~ ; tutta la genie siwba e croat a dei porti della Da.lmn zia, <di Za.rn , di Spa la to, di Gmv osa, si affolla sulle b,111chin e per sa lutare a.I passagg ,io dei piro sca fi, in un a cli.rnostr·azione di fra te rnità slava, g-li emigranti mo11tenegrini che rit ornano in po.tria per comba tter e; pi ccoli p o– t1eri comuni croati votan o con sacrifici su ssidi per i feriti so-bi e monten egrini, e ignoran o in– vece le ~ottos crizion i, che si , ono aperte a Vienna per i soldati austri ac i invi ali nl confine; deputati e giornali slavi si mettono al servizio dee serbi e amm oniscono il Gov,Jrno di Vienn a di non muo – ,·ersi, di non tocca re la Serbi a: all a Dieta di Se– rajC<Vo un ma nip olo di deput a li bosniac i fa ostru – zione fin che pu ò ai nu ovi pro gclli cli linee ferro– viar ie, domand ate dall e aut orit à. militari '{)er la dif'csa de i confini serbo e montenegrino. E' un mo – vimento che fa pen sa re: c· è già un irr edenti sm o che deve pr eoccupare. In Bosnia-Erz egovina e nella Slavonia le autor ità milit.' l.ri se ne erano già pr eoccupa te, tanto, che hann o scag lionato, cluranto la cri si bosnia ca (1008-!l), ùelle trupp e tcdescho a guard ia dell e linc e ferroviarie : e in Da lmazia han 1Popolato tutt e le isolo di soldati per sorvegliare i cavi sottomarini. I batta glioni serbi furon talvolta allont anati dai con fini me– ridi onali o sos tituiti da ba,ttn.gtion~ /t.odesctri ... Croati e Serbi son rim asti pe r moli.o di, ·isi. Son" della stessa ro.zza, '{)a rian o la stessa Jingt~'t, ma gli uni sono catt o.lic,i e scri rn n0 con cn ratteri Jn. tini , gli altri ort odoss i e usa no i ca ratteri cirilli – ci : si combatte rono pe1· qursto a morte , per ub – t,idir e n.l!a volo ntà dei Governi cr ntni li. Ma la di ·visio11esi va colmando. Un 11110 ,·() partito di con– lizione muov e già gli element i piit int.cllige11ti dri Serbi e Croati. Anche in Cronzia· gli sp iriti sono già più amici: nello stesso partit o cron.to, sort o per combatt ere e anni entarn sistematicame nte il popo lo serbo e asse r virl o t.ll 'irlea croata , il cosi d etto pa1·tit o del diritto, del dott or Frank, catto- liH O 13 lico, bigotto, reazionario, della !politica poliziie– sca, si disegna ora una corrente slavofila. Fuori dei partiti politi ci, il movim ento dell' •uniflcazione e della libertà fra gli Slav i meridion a:li è già a.s– sa i più ·pr ofond o e prog ,·edito. E' dei g iovan i ed ha tutti gli slanci ,e tut te 'e fedi e le volontà di nzione ùei gio,·ani. Lo hanno fo1·mato i primi pic– roli monde int elletu a li, che sono rm ersi dalla "l!l(tss11 contadina. Lo guidan o avv oca ti, medici, prof esso ri , i rappresen tanti intellettuali della pri – ma borgh esia serba e cro ato... Sono g'i studenti r he da Zagab ri a e ria Serajevo vonnu a Belg-rado e da Belgrado vann o a Vie111rn,dove s·iocontrano con gli altr·i giov,ani, venuti dalla Bosnia, dalla Dalma zia e della Croazia ... C'è gent e r·he prima si di ceva cr oata ed ora si dr..llni sce serba ... E' tutt o 1111 movimento inf,ellettnnle, che si p ropaga fra i contadini: sopratutto fra qu elli più puri serbi dc.Ila Bosnia -Erzegovina. Vi si presta prodi– giosam ente lo sp irito democratic o di qu rs tn razza slava; uscita da poco tempo della terra, non dif– frr enziat a a,ncorn in tro pipe classi socia.Li, per la sua storia nuova, molto breve . Avvocati, m edic i, .profess ori, sono spesso figli cli con tadini, hann a sempre parenti ancora contadini. Ciò crea fr a questa prima bor ghesia serbo-c r oata, eh.e leva L11 ban di era nazionale e l a gr ande massa contadina, una immensa solida rietà s11iritua le. Il professore , i trova bene fra i contadini: i contadini non han – no din a nzi a lui nessuna umiltà: tutt.i si sentono eguali. Cosi avviene che gli studenti ,possono par– lare molto ai loro contadini, già diffidenti e ostili !Jer natura ai ·tedeschi ; e 'Persuade rli quasi sem– pt·e mula loro pro1)agancl a. - Vi è certo molto lavoro tL11cora da c.ompie.re l)()r una comp leta uni – ficazi one della massa sud -slava. I cont adi ni croati e sloveni catt olici sono in gran parte nelle mani deti pr eti. E la Chiesa catto lica, organ izzat a in casta chiu sa, alleata nl Governo de.gli Imperatori, no·n ,,ede i movim enti na.ziona.li cJ1ea trawrs o Io scherm o dello Stato austriaco. Le stesse espres– sioni 'politic he di qu este ,genti sono serviti alla Chic.sa. Ma vi è già. fr a que sta gente, una stampn liberal e, che raccogli e l'attività dei giovani ilntel– lett u.ali e specchia la pt·ima alba delJa sua opi– nion e 1rnbhlica. Anch e lo studente croat o si sente meg liù a Belgrado che a Vienna e a Budape st. Qu,ilche anno fa in un viaggio a Belgrado, tr e– cento studenti di Zn.gwbri a gridarono a 1,e Pietro: "V iva il nostro re I" I giornal i di Vienna riser o, ma il ,gr ido diceva qu a lche cosa di pr ofondo, che non fu compreso ben e. Scoppiata la gueJTa baJ. canica si videro drrnJ~pelli di giovn.ni studen ti se.rbi e croati dalle univ ersità passaro il confino, offrir si volontari all'e sercit o serbo e montenegri– no per morir e ass ieme ai fratelli... Virginio Oayda. (L'Austria di Fran cescc, Gius eppe. Torii\(), , n occa, 1915, ,pag . 108-114). Non compromettiamo l'avvenire La ra ccontiamo così come l'abbi[IJllo appresn, perchè l'a bbiamo da buona font.e. Per dettare la lapid e ded icata in '{)iazza Vene– zia di Homa allo memori a dr Cesar e Battisti, fu ufficiato ,un nostro arguti ss imo uomo politico, - il quale invi ò il teste che tutti conosc ono, non cert o fatto per ispi n:u-e riconoscenza e tener ezza J,e r !"Austria e la German ia. \l otivo per cui i I testo fu ~·inviat o all'autore c-011la vrcghier a di modifi carlo; in modo da non co11i1irom ettere L'avve nir.e. L'auto re propo se allora Ili seguente iscrizione , perchè fosse sos tituit a a lla prima: A T E.\IPOHA NEO HICOHDO - DI CESARE B.\TTI STI - CON DD-IENTICAB!l..E INOPPOH – "J UNITA" - DANNATO Al.I.E ronc 1rn- DAL– LA CIONONDD1E NO VENGlìA NDA CANIZIE - !Jl l~llANC ESCO G IUSEPPE TEMPORANEO NE'.:l'IICO - R0 .\1A SUP lmBA 01 SERBAHS I FEDELE - ALI .A SAPIE NZA POPOLARE CJIE A\DIAESTRA - Il. \I OIITO (;I.ACE ED IL VlVG S I IH ' PACE - PHE SSO !\!,I.A STHADA CHE DEI. NO\IE DEL \ l.lHTIHE - TEMP ORANEA – \ IENTE S'INTITOL A - QUES TA MOBILE PIE – TH .\ POSE . Di fronte a tal e satira si 1:>ensò bc11edi rinun - · zia ro rtgli scru'pol i, e la iscrizi one primitiva. fu 111urnta, nonosta nt e « compr omettesse l' o,v-ve- 1.ire n.

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