L'Unità - anno VI - n.1 - 5 gennaio 1917

2 grande S erb ia? il disarmo? il regim e degli Str etti·/ 11 regime delle colonie? .... Su que sti prob lemi esiste l'acco rdo dell'Int esa? Se non esiste, bisogna affr ettar lo. Le popolazioni ,.ost re se lo chiedon o; i neutri lo domandano. l i silenzi o su questo pu nt o è una lacuna n ella Nota. Non bas ta. II lettore dopo ave r rinunzi ato a con oscere in Q1ualche miisui:a più con creta il pr o- . ,grnmma della nostro. pac&, non trov a neppure al– cuno. ri pruov o. dolio. affermata insin ceri td d eJIA. 'pr oposta ge rmani ca , che por via di r ag ionament o e di congettu ra è definita elegantem oot e un o. ma– novra di ouerra. La riprova non pu ò aversi S<> non m ettend o in moro. la Germani a a 'J)OOCisarele su e proposte di L'UNITÀ pace, come base di eventuali neg oziati . Quosta ri chiesta, che l'In tesa non h a credu to (li faro diretta.m eut.e alla Germania, nè di sug. ,!;erirlo. in alcuna fo1·ma Indirett a - come puro avoa fatt o !'on . Sonnino ne l suo discorso a.Ila Ca- 111era italian a - era stata pTOposta da Wils on a llo cliue p rurt.i belligeranti; e lo Germania , rispon – dendo prima cli noi, h a rifiutato di concr eta r e le ~uo offerte di p aool Questa circostanza integr a la lo.cun a de llo. no stra. Not a. Auguriamoci che nell a ri sposta al Presid ente Wilson, che ha parlat o in nomo della opinione pubblica dei paes i neutrali, l'Intes a avrà lo m a,. no p iù felice. Observer, La guerra e r agricoltura meridionale 11 personale dirigente . Le ultimo clùam ate alle armi delle terze ca te– gorie e d ei rif ormati delle classi anzian e hann o pr odotto te.lo ra refazione della m an o d' opera agr i. cola, da comprometter e in modo irr eparab ile I' an – do.m001tod ella pr od uq,ione. Sino all'ultima anna ta , in par te rid ucen do i la– vori a i minim o noel!\Ssarto, io part e utilizzando al mas sim o la efficienza lavor atri ce de i vecchi, delle d oDJ1e e del giovin etti , si era riu sciti a portare avan ti alla meglio le aziende ag ri cole. Ma tale ri – sultato è dovuto sop ratu tto alla ab ilit à dei pe r– sonale dir.igente delle grandi e medi e aziend e, che di regola è rec lutat o tra le p ersone di età media, che le ultime ch iam ate alle arm i ha:nnò di blocco sottratto. La sua sostituzione è difficili ss ima. Vi sono aziende nella impossibilità asso lu ta di con– tinuare la pr opria esistenz a. SI badi: un 'indu stri a, un opiftciÒ, un n egozio sl possono chiud ere; non così l' azienda agr icola; es– sa resta sempre ap erta e ri chieòe spese anc h e se non produ ce; il danno per questa è n otevolmente ma ggior e. Non occo rr e qui rilev are che sono ap punto Je aziend e di qu alch e importanza quelle che produ– cono più di quanto cons um ano e che con corrono a lla alim entazlone degli alt ri. Nè occorre in siste– re sull a circostanz a che i prod otti ag ricoli ser– vono dir ettamente anche al l'al imentaz ione dell' e– sercito comba tt ente . Tutti lo ri conosc ono. Elpperò Il pt·nto del pr oblema sta nel decidere se li rl!ormato di 40 ann i, ri chiamato alle arin i, eia militarmente più util e restando a dirt gere un'azienda che produ co grano , o an dando a sp az– zare gli ospedali o a fare il trasporto di cava lli e di buoi. li problema del p ersonale diri gente è di importanza capitale e relativam ent e mag giore n elle regioni (come in tutto il Mezzogiorno ), dove m anca la mezzad rt a, e dove le gra ndi aziend a hanno ,carattere industrtale. Senza la dir ezion e amministrativa e tecnica tutto l'edifi cio crolla. Della g.ro.v1tà e urg enz a della questione si è oc– cUJ)ato l'on. Giretti - a cui il Mezzogiorno tr ibu– ta la sua 'Viva ri conoscenza - con un a int erroga – zione a.I Mini stro della guerr a. L'on . Giretti chi e– de « una riforma d ell'Istitu to dell' esonero mili– " tare, In modo che di esso possan o anche avva n– " tagglarsl I capi e direttor i d elle aziend e ag ri – cc cole n, IJ \Ministro della guerra, riconoscendo la impor , tanza. del pr oblema, crede che alle « grandi im– " pree& agricole, interes santi l'economia naz ion0r « le, sia app lica.bile l'arti colo 1. del Decreto Luo– " gote n enzia.le 17 giugno 1915, che ri gua rd a i di– " rettori , ca.pi tecnici ed operai sp ecialisti pr esso « i grandi stab ilim enti o le grandi impr ese, iL cui « fun :donam ent o in teressa l' economia nazionale e « l'ordine pubblico ». E i noi, agrlooitori de l Mezzogi orno , siamo grati a.nell o al Ministro della -guerra di questa esten– sione Interpretativ a; ma essa non bast a anc ora pe r tnonquill ar.cl . Anzitutto l'agricoltura n on pu ò a ffidare le sue sorti a.gli ,umori di un a Commi s– sione clle deve lavorare di int erpr etaz ion e. L'in – dustria. e l'opificio non possono ·sottrarsi a quest o pericolo, perch è le indu stri e manif att ri ci sono sva– r iatame nte di verse l'una dall' altra. L'indu st ri a agricola. inv ece è uniforme; tutte le azi ende inte – r essano egualmen te l'e conomi a, nazionale e l'ali • Gino Bianco mentazione del paese . La sola differenza. sta nel– lo. estens ione d i ciasc una; per chè solo un a certa estensio ne ri chi ede un per son ale diri gente di stin – to dal pe rsonale che eseg ue i lav ori dell a ter ra. Urge dunqu e fissa re per legge o de cr eto questo limi te, e stab ilir e, in funzione d ella esten sione, il dirit to di esonero a favor e cli chi tr ovavas i alla direzion e dell' azienda prim a della ch iamata allo armi o - se si crede - pri ma della nostra entra – ta in guer r a. Quest'ultima lim itazio ne è imp ortante; esso. ri– durrà gli esone r i ai minim o n ecessar io, o i pro – pr ietari debbon o accettar la, poichè ess i non chie– dono che sia concesso il diritt o di esonerare un dir ettore a tut te le aziende, a nch e a quello ch e non ne ave vano urto, nè desider ano di crea re co– si un a nuo va sorgente di lnlbosc ati. Ma, da ll' altr a parte , quella stessa limitazione esclud e a sua volta che l'esonero clebb~ spett.are solo ag li anziani assegnati alla milizia territ oria– le e non anch e eventualmente ad an ziani asse– gnati alla milizi a mob ile. La condi zione essenzi a– le è che si tr atti de gli ultimi ri chiam ati , perchè sono lo ultim e clliamate qu elle ch e h ann o rotto l'equilibrio che faticosament e era stato ragg iun to. In conclusione, pr endendo le mosse d alla int er – roga.zdone dell'on. Gir etti , chi ediamo che il Gover – n o pr ecisi i limiti e le condi zioni degli esoner i e lo fa cola con 1a• maggi ore poss ibil e solieoitud l– ne, prima ch e il danno avve nga . La mano d'opera agricola, Nella annata decor sa, si era riu sciti nel tutt o insiem e a contin uare n ella pr oduz ione, aumen – tan do i sala ri e att ir ando e in tensifi ca ndo così nuove energie lavoratr ici. Con le ul time chiam ate la m a.no d' opera è diven– tala tecni cam ente inad eguata; eppe rò <1uest'ann o qua lch e terr eno n on è semin ato, I nu ovi impi an– ti di vign eti fillosserati sono sospesi o dim inui ti, i coltivi ordin a ri sono arr etrnti e assa i mal fatt i. L'aumento ve,rt'iginoso dei sala ri, prov ocA.to dalla concorrenz a dei propri etari , non produ ce più al– cun aumento di en ergie lavorat ri ci. TI Govern o h a creduto e crede rip ar are a quest o pericolo con le licenze ag ra ri e. E' un grave err o– re. I soldati che tornano dal fron te dopo un anno o diciotto mesi di assenza, non consa cran o i 20 giorni di licenza ai lavor i cam pestr i. E' questo un fatto di dir etta osservazi one e di generale ac– certamen to. Se ne compr endono facilmente le ra– gioni . Le licenze agr icole fanno m ale alla gue rr a sotto ogni ri spetto e non giova no all'agr icoltur a sotto alcun rispetto. Ii probl em a può ri solversi solo se l'a utor ità mi – litare o li governo decider anno di utili zzare me– glio I mllit arl già rich irumatl alle wrmt, che oggi simo adibiti al eervizi inte rni o di retr ovia . Nella mi sur a in cui <Ju.esta maggio re utilizz azion e sa rà rea.limata , sarà an che possibil e di lascia r o stàbil – mente sulla terr a gli ag ricoltori delle class i an– ziane. E se non si pu ò comp letam ent e rin unz iare a tutto il conting en te ch e queste danno , bisogn a adottare 1urnl d i almen o 3 o 4 mesi ciasc uno . Il prob lem a è solubile , perch è la organ izzazio– ne militar e, che si è volut a dar e a tutti i servizi d i r etrovia, è su scett ibile di radi ca li riforme . Anzitutto i ser vizi di cui trattasi, clic sono in- dispensabili all 'eserc_ito comba ttente , non sono per questo servizi dl ca ra tte re milita re, men tre ogg i sono tutti geriti da militari con crite1i di or– ganizzaz ione mili tare. Ora la organizz azione militar e è la meno atta ad utilizzare al m ass imo l'ene rgia lavor atr ice e pr oduttrice de l fattore uomo, po ichè essa è fon– data sopr a un a gerar chia di pers one , che dal ver– tice, dov e trov as i ii gemere.le, cr escendo vertigln o• sa.men te, si avvi a alla base dove trovans i in g,'an numero gli uomini di truppa . Dove è un gene– rale, hanno da esse11vi almeno du e colonn elli, al– meno quatt ro maggiori , almeno otto ca pitani, e procedend o in ragione geometrica hann o da es– servi in tondo parecchi e migli aia di soldati sem – plici. Un gener ale senza gran nume ro di sold ati non può concepirsi. Quest a gerarchia mi litare è rigida e non si pr ".– sta a quelle m odificaz ioni o adattam enti inctu– striall, che sono richi esti dall o. div ersa natur a déi moltep lici servizi non militari , ch e l'eserci~ com – bat tente domand a n elle re tro vie pel suo munizi o– namento , per la sua alim entazion e, per !.i !ncl\tto., pei trasporti, pe r i servizi sanit ~ri e vin dice nd o. Inoltr e tratta si quas i sempr e di servizi per la cui produzio ne occorr-0 spec iale comp ei~nzn , ch e le varie Indu stri e pri vat e già p ossedevano e ch e l'amministra zione militare mon potevo. ira'])lda– ment e acqu ista re. Ma qu esta avrebbe pot uto e po – treb be anc ora uti lizza rla, servend osi appunt o del– l'imp r esa priv ata nei limiti mM simi possibili. L'imp resa priv ata ad atte rebbe n at uralmente la ovganizza.zio ne del persona le ad ogni singolo ser – vizio e non ques to a que lla, e riu scirebbe n. ridur– re notevolmente l'impi ego di u omini , otte nendon e un più grande r endimento . Secondo ogni più tragionevo lle pr\Wisionn , liEI class i anziane testè ri chia ma te alle armi potreb – bero tut te o quasi tutte esse r 'lasciate o restituite al lav oro più util e dei campi. Nel Mezzogiorno la guerr a n on era an cora sta – ta ri sentit a; le morti num erose n on h anno crea te reazioni n el sentim ent o delle no stre sane e vigo – rnse popo lazioni Vi ha un aspett o politi co della questi one, sul ,ual e vogliamo eorvola re, bastandoci di averl o a c• cennato. Apulus, Ti mori infondati Temono alcu ni che l'Int esa f avori rebbe il gi oco oennanico di divid ere oli all eati, se chied esse all a Gennania di ptibblica re l e condizioni deUa r,ace che essa oflr e, afflnchè il mondo possa giu – dica rle e- attribuir e a chi tocca la responsabilit,I della continua.ion e della guerra. La Germania, per es. - essi pensano - potr ebbe offrire buon e co1ulii i oni all'It alia e condizioni inaccettabili a tutte le alt re P otenze a noi alleate : e allora tl no– str o Governo si trovereb be imbarazza to a r ifiu ta– re, e gli agen ti tedeschi avr ebbero buon gioco a far credere al nostro popolo che l'Italia f a la guer ra non per sé, ma per oli altri. Ma , anzitutto, oli agenti tedeachi hann o trop710 buon gioco a promettere mari e monti nella loro propag anda sotterranea. B in ooni paese dell 'I n– trsa faram w credere a patti specialm ent e lusin– ohieri pel paese in discorso, insinuand o che sa– r ebbe da sciocchi continuare a battersi non per sè, ma per gli altri . D'alt ra parte, il gioco tedesco rti offrire patti buoni a uno solo deoli aUeati per div idere l'Intesa, quand o fosse uffi cia lm ent e co- 1,osciu to, cadr ebbe da se stesso nel ridicol'o e n el disprezzo univ ersale. Dato e. non concesso che il paese eletto per la manovra f osse l'Italia, il nostro popolo ha buon senso e r ettitu dine morale da t>endere a più di un politicant e e capirebbe da .<è che abband onare gli alleati per mett er e al si– curo i propri affa ri, sareb be non solo una cat– tiva azione, ma uno spr oposi to. L a Germ.a.nia, aiu tata dal nost ro t.rad ime nt o a 1,incer e gl i Alleati, avrebbe poi mano libera contro noi e ci farebbe paoar cara la nost ra ma l a fede ed i11- oenuit d.

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