L'Unità - anno IV - n.20 - 14 maggio 1915

678 l'Adriatico, che si guardi con occhio bene– volo e quasi si senta simpati:1 per questo selvaggio imperiali smo, che violenta da una pane polacchi, ucraini e persiani, dall' al– tra egiziani , persiani ed abitanti dell' India e che ora aspira di fare del Mediterraneo un dominio rnsso inglese, mentre d' altro can to si fa appa rire come uno spettro l' in– saziab ilit:\ della Gcrm:mia, che colla ferrov ia dcll'Anato lia e qucll:l di Bagdad ha creato :il suo commercio cd alla sua industria oc– cupazione cd utili e fondato in Asia un' o– pera di cultur a, senza perseguire scopi di conqui sta. ;\li fa piacere, che l'amico Rignano ri– conosca il pericolo slavo. Ma I' U,iità mi sembra - mc lo si perdonerà - cammi– n:ue non su terr eno nazionale, ma su quello imperialista, difendendo l'intervento, an– che per il caso, che le legitt ime asp irazioni nazionali venissero sodd isfatte. P6ichè la Politica interven.z.ionista, che vuol imporre agli altri stati la sua legge, quella politica intervenzionista, che fa credere ai francesi cd agli inglesi, di essere ch iamati ad immi– schiar si nelle faccende della Germa nia, per libernrla t< coW niuto della Ru ssia ! >> d:ll <1 milirari smo li, questa politi~a intervenzio– nisrn è in tutte le sue m:lnifcstazioni in ultima anal isi figlia della reazione, è la po– litica di ~letterni ch e dei suoi seguaci, è ora cd :1llora n.iem' altro che un tentativo di intromettersi violentemente nel libero ar– bitr io delle nazioni ; cd essa non ha por– t:1to mai frutti salutar i nè agli intervenzio– nisti, nè :i.i popoli di fronte ai quali l' inter – vento è avvenuto. O dovrebbe forse nelle deduz ioni dcl– i' Unilà avere la parte del Icone un altro motivo psicologico ? Essa scrive : • A chi chiederemmo aiuto, dopo che, con ia no– stra « solidariCd verso l:t Germania e l' Au– str ia, ci fossimo resi odiosi o per lo meno indifferent i alP [nghilt erra, alla Russia, alla Francia ? » Non c'è però :1lcun motivo di :1mmctterc, che se le :1spinw.ioni nazionali veramente legittime dell' lt:1!ia sono sod– disfane, ne poslla succedere un'antit esi tra l'Au str ia e b Germania da una parte e P Italia dall'altra ; e ciò, credo io, riconosce anche Rignano. Dclimirnzioni politi che tra st:1ti civili, fatte secondo i confini nazio– n.1li, sono nei tempi nostri definitive . Anche dopo il 1866 l'Austr ia non ha mai seriamente pensato di inrn ccare 1' unitù d' It alia. Inconsc iamente però in quella domanda si esprime il grave pericolo, che risulterebbe per I' Italia d:tll' unione delle due potenti potenze marittime Franc ia cd Inghilterra coli' impetuoso colosso russo . Poichè qu e– sta coalizione imperiali srn potrebbe ad ogni momento desiderato imporr e nel i'lediter– raneo in genera le ed :1 1' lt :-ili:1 in part icolare 1:-t sua legge :l suo beneplacito . Qui non si tratta ài un' egcmon i:1 im.maginaria, si tratta di essere o non essere dcli' indipendenza irnliana, l:1 cui stori:1 e forze interne vera– ment e fanno ammettere, che ali' lt:tlia debba attendere un migliore avveni re, che non sia quello di divenrnre un Portogallo del i\•Ie– diterraneo. lo credo di essere consequente ponendomi da lla parte delle legittim e aspirazioni na– zionali e comba tt endo 1' imperia lismo . E perciò i rimproveri, che l' U1Jità eleva in chiusa contro di mc, non mi tangono. Io non so quali siano i govern i, di cui io sia amico ; poichè - purtr oppo - io non ne ho :tncora veduto nessuno, cui secondo le mie idee io potrei essere amico. Io non ho mai ap provato la politica del governo austri:1co verso gli itali:-tni ed ho sempre pcror:1to pubb lic:1ment c per l'erez ione del– )' Universit:\ italian:l a Trie ste. lo non ho approv:1to la forma dcli' ultim atu m austriaco all:1 Serbia ed in quegli ultimi giorni di lu– glio ci furono giornali che non tacquero nè assentirono . E la pietà per i dolori della guerra non è per i tedeschi un articolo di esportazione nei paesi neutral i, come vien detto ironicamente, ma per i tedeschi come per gli altri popo li civili un sentimerno .profondo, umano. Dove la guerra è legit– tima difesa dei beni nazion ali, deve esser !..' UNI TÀ sopp ort ata, dove non lo è, la guerra rimane un delitt o. )li creda Suo devotissimo Luno ~I. HA RTMANX. PO TILLA Rart volte, nelle discussioni, ; avvenuW, comt itt qtusta, tm così per/1110 accordo nei pri11cìpi, t 1m cosi prof ondo disun so 11el/a visione dei fatti concreti. 15' osservmulo la fer– mezza i11crollabilt, con mi 11110 scintziato del– l' ingtg110 e della re11il.udi110 dell' Hartmaun, procede ad aflrrmaz io11i, che sembrmio a noi co11trt1Starr violt ntommte con ltt realtà, noi ci sentiamo sconvolli ,ullt basi sltsu della no– stra t1ita in1tll,11uak: t ci domandiamo come sia mai possibil, che la slt ssa rtaltà concreta assuma /ormt cosi oppostt, stco11do i diversi osurvato ri, stm.a che si possa mtttert in dubbio la buona fedr ,,; dtgli ,mi ,,; degli altri. Dm,qut sttomlo l' fl artmam,, la pe ~ 11ia seg,u • ,ma polilita di sobrielà nazionale 1,. ln /aui , offrì ,ull' estate pass11ta al!' l nghi/,– terra di rispeuart r i11ugrità del Belgio; e alla fine della guerra ( certo cht 11011 si amut– lerà il Brlgio; e promise alla Russia che l'A 1,stria avrrbbe rispettato il territorio della Serbia; ,,; era possibili• considerare il de– litto di Suajevo come ammesso dal diritto delle go tti. A noi stmbra di sognart. ,, E' mai possibilt isolare la promtssa, fatta dalla Gtrma11ia alr /11ghil1trra 1 di risptttare la « inltgrità • dtl Belgio, dal fallo che nel momrnto stesso, iri cui ja,roa quella promrssa, la Germania violava la 11r11tralitàt I' i11d~ pwdwu, dtl Belgio, cioè dimostrava che le sut promesu erano « pezzi di carta 11? E come pu0 r 1/artmmm ignorare le dichiarazio11i /allt il 18 aprile scorso tlall' inviato speciale guma,iico, Dernburg, e:i.:-mi11istro tielle co– lonie, rispttto al Btlgio .- "p romontorio ,ia– turale dtll! impero, a n,i la Germania non pu0 rimmcia re ", salvo cht tutti gli Stati del mo,ulo 11011aboliscano tutte lr loro .ftolle, men– tre In Crrmn,tin co11tinurrebbt a conservare tutt i i rnoi esrrciti? E comr può l' 1-ltirtmann pre,1dut · sul scrio la promtssa di rispettare il territorio serbo, /atw dalla Gtruurnù, nel momrnto stesso in mi la s,u, alleata Aus tria esigtt•a - t l' Hartmatm susso 11011 .approva la /orma del!' uhi matum - che la Serbia po1U'sst sotto il co11trolloau.striaco l' esercito, le srnoU', i tribunali , la polizia tutta l' ammi- 11istrazio11t d,llo Stato, riuun:iare ;,,somma all' imlipem/mu, t1azio11ale? Ed è l'Eu ropa ritornata ai bei tempi, in cui il ratto di Elena delermi11ava una guerra di dieci anni, se il dtlitJo di Serajroo - cioi- la uuisione di due illust ri perso,iaggi - dovro11essere ven.dicaw col 11wssacrodi milioni di esseri ummii, con le soffertnu di centi,uiia di milio11idi altri esseri m11a11i, con In distrw:.io11e di miliardi di ricchez– u, tuc,wrn/a ti ,on secoli di fatica t di dolore? Ch11 cosa ci stava, d1mq11t',a fari' 11el 11iondoil tribu11ale dell'.1/ia, r no11 erti qun to prop rio il caso di affidare a ,ma commissio,ic d' in– chitsta i11temazio11alela ricerca e la puni– zio,u dei colpevoli? Sono questt, a11cheper 1111 uomo come r Hartmamt, le prove della « sobrietà nazionalr • germani ca? E si me– raviglia l' Hartman 11,perchè gl' italiani, di– naw:.i a una « sobrietà i. qual'; qutlla, che si rivela fin anche in scrilli di uomini co/Jissim i come l' fl artmam,, ,ion pensano 11; alla Cor– sirn, ,,; a :li "lta, 11èal!' E'gitto, ,,; alle I ndù, .,,; a Cos1a11ti11opoli:pensano soU>a fare u,i fascio con tutti coloro, che sentono la ne– cessità di prendere og"i possibile precau:io,u co11tro 1mpericolo da mi tutti ci stn tiamo minac– ciati ? E l'i111ervemoilaliano contro il dilagare di siffatto pericolo sarcbb1• imperialismo; mentre le carnu austro-serbe r tedesco-belghe Stlreb– bero segno di 1< sobrietà nazionale»? 1!.'occorre, dopo questo, dismtere le altre affermazioni del lf artma,m s11lla 111odua– zio11e germa11ica e sulle ca11sr della guerra auuale? Il nostro illustre collaboratore insiste a.d offrirr all'Italia la Corsica; rmzi aggi111.1ge 'T,misi, JJistrta, il/ alta. Per la Corsica ricorda la esperienza sto– rica, secondo wi i (!rritori 11azionalmente chiusi, allorchl si ridestano, - si sentono at– tratti dt1 for..a i11vi11cib le t erso i loro comia- zionali. - A, u hr qui abbiamo 1111 prin cipi o go ura lr giusto, da mi si ricava mu1 tO fl St– gut11:a particolar, arbitraria. Finch; gli abi– tant i dtlla Corsica 110 ,i si smtirmin o attratti da ness,ma /or..a i11vj11civilr T!trso di noi. ; roidmu cht il mrglio cht tss i e noi si possa /art ; di rima11erce11r ognun o a casa sua : « dut fratti/ i, dur castri/i; og,11111 ptr sì e Dio per tutti ». Cht sia andu qun to impr – rinlismo? Quanto alla 'Tunisia - il pomo rie/la discordia, cht il prùuipr di Bismarck, 11ella sua be,1 1101" tniertz:a per /! Italia, lanci0 fra noi t la Francia trt11t'mmi or sono - noi sappiamo btnissimo che vi so110 lì dti probl,mi da risoif.lerr,ulf i11urnu dr/la pau . .Ila non rssrndo 11; colonialisti ,,; im– perial isli, 11011possiamo 11011 ricor1osure cht la ronquista /ranuse ha Crl'ato i11 'T1misia prr gr italiani condi:ioni di vit11matrrialc, rhe l' Ita lia ro11la sua povertà di capitfll i e con le sue scarst' attitudini organizzat rici no,i sa– rebbe probabilmtnlt ritscita a prod11rre. Se i frana si tonstntirmmo agr lta /1'ani l' acqui– sto della /erra smza che eSJi drbbano rimm– ziart alla loro 11aziona/i1,J,e non opporranno ostacoli allo sviluppo del/, nostrr scuoi,, i p rincipali motivi tli altrilo saran no elimi– nati: 1• ri Sl'mbra impossibilr chr il nost.ro Covem o non abbia provveduto in qursli giomi ancht a risolverr sijfalli probltmi. - Con qrusto noi 11011 11 rimmziamo II a ,ii,11tr per tutta la rttmi tà d,i secoli : 11essu110 può ipo– tecar r m'f!t11irt. St mai si deltrmi ,urà fra I' Italia t la Frmuia 1111dislivtllo tale di ricchr...za. di coltura, di buo11a amminist ra– zio,u, chr gI' italia11i di 'T,misia si 1'Utte– ra11no ad i,ividiare gf italia11i dtlla Sicilia e della Sardegna, e si smt ira,mo attratti frre– sis1ibilme11teverso la madrt patria, t lo di– mostrtra,1110 con taluma di qutlle prove che so110 ,wdate i11tensi.fi -ca11dosinei paesi ita– lia1'i delr Austria da me:zo secolo ;,, qua, allora sarà il raso di esaminare muhc per la 'l,misia il problema dello stato giu ridico in– ttrnazi o,utlt. Ora come ora, abbiamo fondat i motivi per ritmrr e che gI' italiani, con t.1 tti gl' inconvrnimti dl'lla situazione at.tuaLt, si trovino meglio in 'T1111isir1 che i,i Sicilia: tam' ì fiero chr emigrano dalla Sicilia in 'lu– nisia. la sciamo, dunque, che il capitai, /ra11- ce.u e il lavoro italiano conti111i110 r opera comunr. Per q11rl rhr riguarda Diserta t .11a/ta e Pola ; stra110 come r Hartman,i 11011veda la di.flrrr11tt importa11za,di fronte alf Italia, di qun ti problemi. Il ;l'/tditcr ra11eo è mi mare di molti padroni : se gf inglesi hmmo Jl/ alta, 11oiabbiamo Augu.sla, .llessi ,w, 'la– ra11to; sr i franasi ha,ino ll isrrta, noi ab– biamo la 1lladdalen a; con l'entrata della Russia 11el 1l! tfliterra11eo t col consolidarsi della Grtcfo i11 pote11-:.a navale, si 1110/tipli– chcra,1110 le /orr..edu co,u orrcranno i,, questo marf, si rn,drrfl sempre pilÌ assurda ogni pretrsa di do111inio esclusivo, tutti saranno obblig,,ti ad 11110 sfor:o pi ,ì sistematico di equi– librio e di rquitfl. Nelf Adriati co, invrce, gra– zie al possesso di tutte le coslt orie,,tali, e grazie alla i"/r licità di tuttt I,• cosl.f occiden– tali, l'Aust ria ; sola padro11a: e in questo assoluto domi11io tntdt a sostituirsi al!'Au– stria la Grrmania, pia,,ta11do ,ma tigno ria politica ttdesca dove hanno diritto di rima– nere srn:n padroni estra11ci i soli popoli, che abitano le cosu di oriente c di occidente, italia11i e slavi. Cht meraviglia ,se, in queste condizioni, italia1'i e slavi s' i11tt11da110 per resisure ad tm' ambizione mi11acciosaagli ,mi e agli altri, e cerchi110dei compromessi per sistemart la condi;ione gi uridi ca dei terri– tori misti, aifi,uhè fra i due litiganti 110,i goda pi tÌ il lerzo estraneo? Lu qutst.i ragioname mi - 11110 storico po– tentr come l' Hart.mnnu dovrà riconoscerlo, allorch; sarà passata la pt1ssio11c nazionale di queslo 111omt11to - 110,ie' è uess,m precon– utto di dioiderr il mondo a /rue, vedmdo tutto il be,,e ;,, Francia ;,, Inghilterra, r tutto il male i11 Crrmania. C'è solo ,ma 11ecessi1à vitale : quella di graduare i problemi secondo 1m ordùu di gravità r di urgtnza. E si tlroe ti questa nru ssitrì st, prtocrnpati di quel che avvit11e al/i· porte di casa nostra, 11011riesritlmo a pensare ton sujficitnte i11- lf11sità alla Ptr sia, alla Cina t nl Ciapp o,u. Gino Bianco N oi sapp iamo bt11issimo rht dalla vittoria della 'Trip liu I11tsa non 11asctrtbbt la giu– stizia momiit,lr r drfi nitiva. .1/a ad ori111tart le nostrt prt/trmu basta la co,winziont tht la vittoria dr/la C1rma11ia. nunlrc 11011 /t1- rebbr /11ori d' E"ropa che sostituir, tm im– periali smo ad "" altro, aumrntrrtbbt i,1 Eu• ropa il ,rnmtro d,•llr nazioni opprtSSt I' rap– prrsentertbbt prr noi 1ma mr11omazio11ed,lla nostrn i11dipnu/1•11:ann:ional t. Così sia mo /atti noi uomini: (' ajfondammto tltl Lusi– tania 11011 ci imptdi sct di dormi re, prrch; 11011 ; avonw to sotto i nostri occhi, mrmre tm gallo tht affogasse ;,, Amo alla nostra prl'stn:a ci turbl'rl'hbr viole111tmrntt i ,uroi , ci proc11rrrrbbr ,ma soffermt11 assai più graw. Ed ; qursto il molivo per cui 11oi italiani 11011 ci sentiamo oggi ecctssivame11tr t.urbati dal prrfrolo slavo : da queslo pericolo inter– mittente, che srompn rr quando i teduchi va,rno d' arcordo rolla Russia, t riappart 110n appena si rompr il filo del ptr/ttto amore fra Berlino t Pittrogrado. Uno Stato di 170 milioni di abitami, disseminati fra l" arsaciia e //ladivosto ck, ro11porht /errooit t ron prs– sima orgn11iz:azio11eammi 11istrativa, noi nou riesciamo a lrovarlo pi:ì temibile dt l blorro austro-gamaniro, coi suoi 120 milioni d' abi– tanti, accampati nel cuore ti' Europa. orga- 11i'!.:.tlti còmt tutli possiamo oramai acurlart, cd imbrowi di q,ulla "sobrittà nazionali' 11 di cui I' Hartmam1 si fa autortT1olr ttstim.0111. E se qualchr dubbio ri /osst ntl graduar, la gravità , la ;,,m,i11t11zadel prricolo tedesco e del pericolo s/m,o, bastertbbrro ad rliminarlo le provr di qutsla guerra. i11 cui 11ea11che l'alleanza dtll' Inghilterra e ~/ella Francia col famoso ptricolo slavo riesce, dopo novt mesi di lotta, a c1wirt a capo della sobrielà germa11ica. Al prricolo slavo, caso mai, ptn– sertmo dopo cht ci saremo libtrati dal ptri– colo pi ,ì immedia to. L' Hart mam, ci invita a preocmparci dtl pericolo, che minaccia l' Italia 11el cas9 di una coalizione imperialista fra le due po– tenti nazioni marinim e, Frn,uin r I 11ghil– terra, e I' imp etuoso colosso russo. A parlt il fatto chr il colosso russo si va dimostrando in questa guerra piimoslo podagroso rht im– petuoso, 11oi ,ion possiamo non vedut che 111111 ,oalizionr imperialisla di Ire po1t11=e coml' l' Inghilterra, la Francia e la Russia, 11-011 potrebbe essere ,ma toalizionr perma– nente qual sartbbe quella fra la Germania e l'Au str·ia ;,, raso di vittoria gumanica; sarebbt, sopratutto, una coali:io11c assai etr– roge,ua, desti,,ata a rompersi, 11011appena m,a sola dtlle pottn:e coali:.-:.ate passasse dalla difesa dello statu s quo a 11uove ambizioni di co11quista. Obbligati a optare fra le due coali:ioni, è 1Jaturale che preferiamo In com– bi11a:io11eanglo-russo-f rancese al mo~tolitegn– manico. Poche parole ancora su Tri este. Il problema di Trieste e dell' Istria ;, dal pmzto di vista 11azio11ale,,m problema italo-slavo; dal punto di vista economico ; anche problema grrma11ico. - Rispetto al problema tconomico ital<>-slllvo-gtrma11ico, I' Hartmam1 ha ptr/t1tame11tt ragione a rite– nere imp ossibile la rsiste,,:a di ,ma città - 'lrie su - divisa co11 barriert doganali dal suo hin terland . Ecco perchè 11oiabbiamo affermato spesso su questo nostro giornale la gra11de importan:a del p roblema doga11ale e ferroviario triesti110, ed abbiamo spiegala la 11eussità che 'Tritstt 110n venga tmita poli– ticamente al!' Italia sen:a cht sia dichia– rata uma doganalt franca e senza che sia ga– ·rentitn la i111ema:io11alizzazio11e commerciale delle /errovfr che u.11isco110 'I ricste al retro– terra slovrno, gtrmanico, boemo. I 11 questo, come in tutto il resto, 11oi siamo agli a11ti– podi cogli impaialis ti italia,1i, e ci se,1- Jia,110 nemici mortali di q1usti come degli imperiali sli germa11ici. Risoluto il problema doganale t /errOfliario col rispetto pi zì scrupoloso dei bisogni e dei dir-ilti dr/la Cerma11ia, com'; risolulo per la Svi:.:.cra, resta da risolvere il p roblema 11azio11ale italo-slavo. Del quale 11oi 11011 diciamo, a somiglia11:a di certi irredw– t-isti /adloni, che I'Au stria I' abbia creato : riconosciamo, col!' Hartma,111, che si tratta di

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