L'Unità - anno IV - n.16 - 16 aprile 1915

664 L ' UN I TÀ Un lato del problema . Chi dirige la politica estera italiana du– rant e le 1ratt at ive <l,t cui, o pr ima o poi, uscid la pace, non dovrà diment icare la gr ande benefica influenza, che hanno eser– ciuu o, e che pot ra nno certam ent e cont i– nuar e ad eser citar e, sulla rinasce ~te eco– nomia meridionale in. genere e pugliese in ispecie, le corrent i com mer ciali fra il Sud d' Italia e i pae!;Ì ted eschi e au stro-ung arici. L' Itali~, mcridion~1le generalmente com– prend e zone eminent emente agri cole; e se u n moviment o indu stria le in essa può sor– ger e, esso non può essere che int imam ent e con natu rato alla preminente sua organiz– zaz ione prettament e terri era, nè potrà mai temere la lotta e la concorr enza degli im– peri cent rali, per 1a na t ura le differenzia– zione delle produ zioni agri cole. I..:I Germania lw bisogno di vendere i suoi m:rnu fa ui e in genera le gli sva riat i e molteplici prod ott i delle fiorent i sue in– du st rie, me,ure h,, necess ità d' impo rt are mrn eria pr ima allo statO gr ezzo, de rrate, prod otti : 1 gricoli. La ege monia ger manica nel ca mpo eco– nomico deve seriamen te e gi ustament e im– pensierire le nazion i indu stri alment e svi– luppat e e qu elle prov incie italiane, che hann o sap ut o, per virt ù prop rie o per spinte :\rti fh iose di da1.i di pr otezione, af– fermar si nel c:\mp o delle indu stri e. Non pu ò, non deve impres!-.iona re le larghe zone it aliane <li natu r,l agr icola, perchè la Ger– mania è im port atri ce e con sum atri ce di pro– dotti del suolo, e quan to più progredirà la Germ ania ind ustri ale tant o magg ior bisogno av rà di prodotti agr icoli meridionali. L ' Au st ria- Ungh eria, se indu strialm ent e non è così svilupp ata come la Germania, ha pur bisogno di esp:m sione comm erciale. La su:- agri coh urn in alcune regi oni è fio– renti ssima, ma i prodotti generalmente per la natura del suolo e del clima, in ma ssima parte cont inentale, si differenziano da quelli ita lian i, o non sono sufficienti al consumo int erno, o maturan o molto dopo, per cui resta sem pre tribut aria dell' It alia. In qu esti ultimi dece nni, attraver so le disastr ose crisi vinicole, l' 1t alia meridi o– nale e buona part e della centra le hanno ouperato difficoltà infinit e e qua si insormon– tabili, sos titu endo, grad atam ente e seco ndo i bisogni, la cultu ra della vit e con altr e più profitt evoli. La frutti coltura, gli ort aggi, le primi zie in genere , ci han no aiutato gr an– dement e a sup erar e vittori osa mente qu este crisi rovin ose. Tr eni di ciliege, di pere, di albicocc he, di uva da tav ola, di pat ate, di c avolfiori, di pomodori, di legumi freschi parton o da noi a migliai a per i prin cipa li mer cati dell'Au– stria e della Germartia. Mai come in qu esto mom ent o l' It alia agricola ha lott ato per la tra sform ai.ione delle sue cultur e - special– ment e in Puglia, dove la filossera distru gge con rapidit:ì im pressionan te i vign eti. E le corr enti av, iate con i du e imper i centra li le addiu no la via da seg uir e in qu esta tr asform:tzione. La guerr a eur opea è sco ppi ata prop rio qu ando l' It alia agr icola si accingeva a lar– gamente fru ire dei benefiz i di qu esta situ a– zion e, e mentr e amma est ra ta dall' es perienza non si accingeva a ricos tituir e che in part e i suoi \ ignet i dist rutti da lla filossera , e si avv iava per il resto ad una vera t ras form a– zione ~ul tura le. Se non ( he le nuove cultu re no n possono pr osperare se i prodotti non tro van o uno sbocco e un proficuo colloca mento ali' es tero . P rescin dendo dal fau o che finora è stato il men :110 aus tro- tedesco il pri ncipa le im– port at o re dei prodotti in qu est ione, esa– miniam o un po', se questi mercat i potran no essere ,stitu iti in Eu ropa in un più o meno lonta no avven ire da alt ri di nazion i differ <·11 1. [ pr• lotti, di cui par lo, costi tui scono un ti pa di nu•rce deperibil issima, per cui non posson o es~ere assogg ett ati senz a deterio– ramenti e da nni a sub ire lung hi viagg i : e j merc;i ti di consumo devono di consegu enza trovarsi ad una di!-tanza non cccessi\·a dai luoghi di produzione. Tra tt ando~i poi non d i merc i di prima neces~it<l, ma qua~i \"Oluttuaric, sull'a lt o e.osto delle qual i influ iseano in maniera spe – ciale la cura dcgl ' imba llaggi e I' ele\"atezz a dei port i ferroviari, \·iaggiando esse sem– pre a gra nde velocid , he de riva che non tutti i mercat i si t rovano in grado di riti – rarne, ma che solam ent e i centri più po– polo~i, più ricchi ed import anti, sono nella possibili tà di farn e acqui sto. Elimi nati i merc ati della Germania e dell'Austria- Ungheria., do \"e l' It alia po t rebbe pia zzar e le sue primizi e, i suoi legumi, i suoi ort aggi ? La Spagn a è produttric e ed esportatri ce di tali pr odoui. La Fran cia in mas sima pa rt e pr oduc e quant o le occo rre, e per quanto le difetta ricorre alla Spagn a, dove può opprovvigio– nars i megl io e più conv enientemente che non in I talio.t. L' Ing hilterr a, a causa delb dist anza , t rova comodo compra re in F ran cia e spe– cialmen te nel J>on oga llo e nell..i Spagn a, pot endo utilizzare i mezzi di tra sport o ma– rittimi , in.finitam ent e più econo mici di qu elli ter rest ri. Alt re tt anto si dica per il Belgio e per l' Olandn. Per rag ioni di distanza pure bisogna esclu de re la Russia, la Dani marca, la Sve– zia e la Norveg i:1, ment re a nost ra port ata rimarrebbero tutti gli sta ti balcanic i - Ser– bia, Bul garia, Rumenia, Grecia, Turchia. - , ~Ja, alc uni di questi, per la mancanza di rap idi meu.i di comuni cazioni, alt ri, perchè feraci produttor i di prodot ti simili ai no– stri ed in grad o di esportarne, non potr eb– bero so~titui re in verun modo nei ra pport i con l' I rnlia i mercati dcli., Germ ania e dcli 'Austria- Unghe ria. Non parlo della Svizzera , perchè rim ar– rebbe sempr e ap erta. al comm ercio di cui ci occupiam o. Da qu esta ra pid a rasseg na salta fuori il corollari o che /' Italia agricola a guerra fi nita avrà p ur sempre bisog,io di collocare sulle pia zze ,!egli imptr i ce,itrali i nuovi prodotti che l'avviata trasforma:io,u culturale met– /Crtl in dispo,iibilità di ve11dita, non pote,ido ve11der/i altrove. Ciò posto, è necessario pensar e fino da ora che nei fut ur i tr att ati di pace si de– vono tener prese nti gl' int eressi che ha I' It a– lia agri cola sul mercat o austr o-ted esco. Cert o non si devono tr asc ura re neanche gl' int eressi della industr ia it:ilian a ; ma 110 1, devono pretendere a t ra tt amenti che si risolvano ai dan ni dcli' Agr icoltura , e spe– cialment e della meridionale. Se è giu sto che gl' indu stri ali it aliani si impr essionino del predomini o eco nomico assorbent e di una potent e Germania, anche gli agri coltori de– vono altr ett anto giustam ent e considerar e i rovinosi effetti di una Germani a che per rappr esag lia op ponesse alle barriere, che i nostri indu stri ali elevasse ro cont ro i suoi prodotti indu stri ali, alt re barri ere contr o i nostri prodotti agrico li. Da qualche tempo esiste in It alia un con flitt o d' intere ssi fra alc une reg ioni set– tentr ionali industr iali e I' It alia meridio nale agricola; e da econo misti di valore e di cosc ienza si asseve ra che molte volte gl' i n– teress i di quc st' ult ima furono imm olati a tu n o benefizio delle pr ime. Ora l' attu ale imm ane conflitt o risolverà molti im portan ti prob lemi, olt re quelli str ett ament e politici : pri ncipali fra tutti sarà quello degli sca mbi intem azion:1li. Int ervenga l' Italia o resti neutral e, sap– piani i nostri uomini di Stato trarre pro– fitt o da questo ecceziona le momen to stor ico per congegnare ed imporre un sistema do– ganale, che senza. t rad ire gl' int eressi di nes– suna classe o ceto, permetta ali' It alia di liberamente esplicare le sue fattiv e ener– gie nel ca mpo eco nomico. Lo studi o csclusi\ ·o degli interessi ma te– riali non deve cert o avere il soprav vent o in que sto moment o. Degni di eguale consi– dèra zione e cura sono qu egl i clement i mo– rali e di fede, sen1.a di cui il concetto di pat ria si ridur rebbe a.i termini di un a co- eca Gino Bianco lo!-sale az.ienJ:1 commercia le, e il conson.io naz iona le e civile a una \"Olg.ue mere.au ra. . r-b gli intere:-:-i m:u cri~l1i debbono a\"ere il loro peso nella bil.mcia delle Jcd!-ion i che 1' Italia de\"e pu r prendere, e de\·ono essere studia ti con inte lletto J ' amor~ • .td e\ i tare il rip et er~i di \"Cechi errori . Ser gio Azzollini . Sul problem a bancario italiano. La rwiita qui,idici,ia/e di economia e fi– nan:e Cronac.:he Comm erciali tbt si pu bblica a CemxJa, ha indrtto un refer endum, fra uomini polititi e fra Jtud10Ji di uo nomia, Ju/f inji,unuz estrti tata dal t apltale stra– niero sulla ,iostra uo nomia na:ionalr. L' ultimo qutsilo ern il srguenu: _\'elf ipo– tesi in cui si trtdn to,it•e,iir,iu il tontorso del capitalt h ttro per fat ilaart lo stJolgus i delle mergir produttrici italitme si ritinu pitì opport1mo 1m oriu1tamr11to verso il ta– pital e udrs to, oppu re t·trio quello fra,ia .u od inglese? Fra le risposte, 11110 tiri/e pi,; interessami ; qurlla di Euotlt l orini, professore al– r Università di Pavia. Jl Lorini romi ,uia con r ossrroarr come r opera di a rte organiz:z.a:ioni ba,icarie ita– liane ha consistito tutta, da "" lrtr1Ur1nio, ntl sua hiare e smidollnrt le forJ uor10111iche de/I' Italia. Essr 110n hanno portato capi– tale estero, hanno sfruttato sisu matita mer,Je, tnilita rmr,iu quaJi, il capitale italia 110 ; non /uro,ro feconde in J( , ma usarono della fe– to,rdità no.Itra; rton procrearono ricchez:za, ma In mamj,ola rono ; non t•enfltrO a noi con. uova il' oro, ma, tome il cuculo, covarono le uova altrui, cioè le ,iostrr. Esse approfitta– rono, in sostanza, della noJtrn fecondità, e se "' impossess11rv110. Poi continw1: 11 chied ere se si rit enga conve nient e il concorso di ca pit ale estero , è infan tile. Tutta l' eco nomi:1 politi ca è basa ta sul coPca mbio e sull'assoc iazione del capit ale e del la– voro. È tutta lì la sostanza dei rapporti int ernaz ion:1li moderni e la scienza ap punto dim ost ra che l2 mira bile t ras migrazione di capit ale e lavoro si opera spo nt aneament e, qu as i mecca nicamen te fra le nazio ni, come fra vas i comuni can ti, sott o l' un ico stim olo del dislivello de i pro fitti, degli int eressi e deJle merced i. EJ è per ciò che si è, e bisogna essere liberi sti, e come tali non si può tollerare la second a part e della domand a : cioè se sia pr eferibil e il cap irnlc francese o tedesco, inglese o amer ica no. Il i:olo porre simile que sito impli ca fare del pro te1ionismo della peggior m.:irca. Il capital e venga. dove vuole e come vuole ; sa rà benede t to sempre ! Ven1:a e si associ alla già ing ent e somm a di capital e nostro e cooper i al mass imo in– cremento e svilup po di qu ei fatt ori econo– mici, che pe r frutt o di rispa1m io o per dono rli natu ra, si t rova no nella nostra lt alia . Venga, e sott o qualsiasi bandiera si present i, pu ò esse r certo che t rovcrà buone leggi e le migliori accog lienze e il mass imo rispe tt o allll polit ica della porta ape rta . Ma noi, comba tt endo l' infilt razione subdo– la, gesuit ica, che certe banc he pseudo-ita– lian~ hanno operato, noi abbi amo inteso, non di chiudere i nost ri confini al c.:ipitale es tero, bensì d i comba tt ere e acer bament e la loro egemonia sq uattrin ata, il loro illegit– tim o sop ravvento, il loro in trufo lar si, non solo economico, ma anche politico, il loro pro tezionismo che con perversa indole in tut to hanno cerc:no di intr odu rre appena hanno av ut o le file mae stre in man o ; - noi abb iamo int eso co mb att ere la loro indebita ingere nza in ogni più delicat a man sione polit ica e in ogni superstru tt ura it alica; - noi abbiam o t.ombattuto e smasc herato il lor o falso italianc simo a doppia naziona lità, cioè a tedesc heria prev:1len.te , assolutistica, che non vogliamo, non possiam o, non doh– biamo acce tt are, nè tollerare . Ciò che le Cro11ache genoves i hanno da int endere, pcrc hè esse sono in buona fede e ciò che con loro debbono intende re anch e tutti que gli alt ri per iodic i prez.zobti e qu elle ri\· iste J.i :,-ocietà comme rcia li che sono in perfetta mala fede t: c.:he noi non facci amo del pro tez.ioni~mo Ìt;11iano ; m.1 piutt osto che no n sorpor tiamo ... i ;1bu:-i dc.I nos t ro libe – rismo ; spec ialmen te poi qua ndo, come nel caso in discus~ione, le prelodate Banche. I nori han,io portato d11111ro, ,io11rapita/, rsttr o, ma hann o pr eso pos~esso del òanaro, del capit ale nostro. L•n;1 -.ol.1 Banc;i pseu do– itali :rn:i, che domina incontrastatn sul mer– ca to e sul Par lam ent o, sulb Borsa e sul Go\·erno, sul .Porto di Gen.o\'a come su qu ello di Vene zia, sulle siderurgiche come sulle met:illurgichc. "ui carboni come sull,1 navigazi one ita lian.1, su tutt o e su tutti, ha un bilancio di quasi ? milù1rtli e regg e e manda , e fa e cfo,t rugge, impaurisce e mi– naccia, e di que i ? miliard i rntti italiani non ha portat o di suo che 5 milio11i. L' editor e Battiato di Cat,1nia ha pub– blicato nella collezione l a Ciovint Eur opa, di rett a da Giorgio D"J\ candia, n. 2, il vo– lume : G. SAJ.VLMI", Jl az::.i11i, d i pag. 199. li lib ro, che è messo in vendita a L. 2,50 può essere :i.cquistat o d:-tgli a bbon at i del – )' Unità, spe di1ione fra nca e racco mandata, per sole lire du e. Non lii d:\ corso ad ord i– nazioni, che non sie:no acco mpagnat e da l- 1' im porto o che ci veng ano da pe rsone che non :1bbi:mo gi;) paga to l'ab bona– mento. ANCI OLO G1ovANNon1, r e,.enle-,esp'::.::".!:!.!.:;_, Flrt■H, ms. - SII., . n, . ALDINO. VI, 4,1 . .... . Il. - " ·· 1-15 GIUS. hRTE~ZII e f!Ghl- Bari Sono sta ti pubbhcall i primi tre volu mi del l'opera: BENEDETT O CROCE LA LETTERATU RA DELLA NUOVA ITALIA li C,·oce soddisface11do atl "" ge11e,·Jle desi• 1:;,:r I 1 ~:;~t 0 1~i,: ~:1t~t~1,~:: 1 /;aJ;~~l~r~,e~i~ seconda meld del secolo XIX che fan/o in/e– r esse e /a11le discussio11isusdlaro 110via via rhe f urono f,ullblicali 11ella ,·ivista la Critic11 (tl")a~~t,~ '/,~ :~f,/;::?'t/;~:::,. 1 ~~!\riler io di c,·0110/0,Kia e per affe11Ud,oppor t,ma,n e11/enr• ,nonizznli con q11alclte , ,tocco, questi saçgi cosliluisco11011el /allo una storia ,nolfo ,-reca e parli colarex~•ala della lellerah,ra della nuova Italia , dalle ullime 1'1fttt •e di Giouo1t1ti Prati a D' Ammn:io e al Pascoli. Ur,a scella bibliografia, che aceompag,.a ciascu,, volume, ~,!;~:e tac;~~:; {ro;;r :;:;: ;~/;,t o;;7a;~::1~s;; Ira/la. li pri,n o volume conlie11e: Avverte n:u,. - I. Il tramonto di Giovanni Pra ti. - 11. Gli ult imi romanz i dì F. D. Guer– razzi. - li i. Nic-colò Tomm a.,eo. -· IV. Alear– do Ale11rdi. - V. Vm«n zo P11dul11. - VI. Giu– seppe Rovu ni, lppo li10 Nievo.- VII. Viuorio Berseziv e il lt'atro piemontese. - VIIJ. Ale s sandro l\l1111zonie hl questione dt:lla linji!:ua.- IX. Edmondo De Am ,cis. - X . A. G. Barril i, S. F11rma. - Xl. Vittorio Betteloni . - Xli. B. Zendn m. G Chiarini. G. A. Costanr.o.- Xlii. Emilio Prag,1.- XIV. Arrigo Boito. - XV. G1ov1111ni C<lnH~nma. - XV !. I. U. Tarchetti. - XVII. GiJOc-omo Zanella . - XVI II . Paol o Ft:ria1i. - XIX. Acl111lt: Torelli. - XX. Luigi Sf>llemh.rim. - XXI. Frances co de Sanctis. - XXI?. V. Fornari, B. Spaventa. - XX III. A. C. de l\1eis, G. Trezz a, V. Giorchrno Zocchi, A. Tari. Il suo11do volum e con/iene: XXIV. Anti car-duccia nismo postumo. -X V. Le varie tt:ndenze e le armonie e le disarmo • r.ie di Giosuè Card ucci. - XXV I. Lo svo!gi• nH:nto della poesia carducciana. - XXVI I. li Canh1 c-c1 J>ens;itore e critko. - XX III . E. Nen– cioni, E. P:..nz.-,cchi. - XXIX. 0 1indo Guer– rini. - XXX. Pi~tro Cossa. - XXXI. Felice Cavallolll. - XXX II. t,t;:irio }htp1sardi. - XXX II I. Artur o Gn,f. - XXX IV. Giuseppe Grnros-t . - XXXV . V. Hiceard1 di L:rntosca , A . Rònrlani. - XXXVI. Pompeo Bellini. - XXXVI I. Giovanni l\1arradi. - XXXVII I. S. Ferrari. G. l\1azzoni, G. Ricci Siitnor"ini. - XXXIX. Cesa re P.1scarclla . - XL. La conte.-i– sa Lara, An nie Vivan ti. - X LI. Ada Neg ri. - XL.II. A . Bonacc i, V. Aganoo r, E. Capece• l11tro. li terz o volu me co11liefle: XLI II . Giovanni Verga. - XLIV. Matild e Se rno. - XLV. S11lva1ore Di Gi11como. - X LV I. Lui~• C11puann. - X LVII. Neera. - XLV ITI. R. F11cmi, G. Galli nn. - XLIX. E. de M:uc hi, G. Rove tta. - L. Edoardo Cala n– dra. - LI . Vittorio lm briani. - LI I. C. Dossi, A. Cantoni. - LIII. Alfr edo Onani. - LIV. Ruggiero Uon~hi e Il\ scuola modt-ratfl. - LV. Caet/\no NeR"n. - LVI. L. Monrndi, F. d'O· vidio. - LVI I. Fer din;:ind o M:ntini. - LVlll. Gio \'anm Bov,o. - LIX. Fn rncesco J\lontefre– dini. - LX. Pietro Sbarbn ro. - LXI . La cri– tica europe" e i suo i a.vver!J/\1t. Pr ezzo di dasttm volume : L. 6,50. Il volume I V, col quale rope ,·a sard com– piuta, è i11corso di slampa , e sard: messo i,, co,nmtrdo net gi "gno del correttle anr,o. A chi volesse sottoscriversi all 'opera eom– pleta, pa ga ndo all'atto della sottosc rizione l quattro volumi sino a tutto ma ggio 1915, sarà concesso Il prezzo comple ssivo d1L. 23,50 Invece di L. 26. Dhl1tr1 co••I UIOII , H1ll 1 1ll1 C111 f•llrfu O. LA· TERZA , Fl1II, B1tl.

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