L'Unità - anno IV - n.6 - 5 febbraio 1915

624 L'UN ITA dagnata momento per moment o sulla morte che insidiosa si nasconde entr o le lott e int e– stine d i clementi eterogenei che tendono per– ciò reciprocamente a soverchiarsi, e dovranno quindi la lor vita ad una tira nnica disciplina che con piì1 o meno di accort ezza incoraggi e s (rnlti l'o dioso predominio dcli' un elemen to a va ntagg io della vita del tutto, come l'Au– stria ; si comportera nno come grand i e gene– rosi signori cui non dispiaccia di mettere a profit.t.o della povc.·ra gente in mezzo a cui vive, l' accnmula.t-a ricchezza e potenza, si– curi di trarn e per conto loro proprio non minoro profitto, come l' Inghilterra ; vivranno ima vit.'\ libcrn e generosa che sott o l' ap pa– renza scapigliata nasconda il desiderio di ri– farsi grande e onorat a nel mondo, come la Fran cia ; sara nno persone soltanto in forma. zionc e che perciò tendono con tu tta l' atti • vità di cui dispong:ono a formarsi il loro pro– prio corpo traendone gli clementi da orga• nismi in parziale o totale dissoluzione, come gli Stati balcanici e fino a poco tempo fa o in p..'lrte ancora l' Ital ia; e cosl via - ma pur sempre sono persone. - Cioè hanno un pensiero, un sentimento, una volontà propria da fa.r valere ._anche nei reciproci rapport i. L'l volontà, si sa. ò determ inat a dai fini che si vogliono conseg uire ; o questi fmi na– scono da quello che la persona stessa è, dalla sua nat ura, pur senza risolversi soltant o in questa. So i fini fossero in quello che una persona già i!, essi non sarebbero più fini, ma sarebbero realtà già esistente. I fini ad un• q~e nascono da.i propri pensieri e dai propri sc!~!="i1rienti , ma non sono questi stessi pen– sieri o. questi stessi sentimenti. E perciò CO· stit uiscqno anche essi la persona , ma non ne sono . la rcaltb. (ohe è data dai sentim enti e · da i pensieri) ; no sono solta nto la idealità. La persona, in quanto è capace di volere, è costituita di realt à e di idealità: non è sol– tan to una realt à. Il complesso dei fini di una perso na è la sua idealità; lo sforzo, con cui ne tenta la realizzazio ne, è la sua bont à, è il suo valore. Ora può il calcolo degli interessi detenni– naro In idealità. ? No ; ciò sare bbe senz' alt ro sopprimore ogni idealità , chiudere la persona nella pura realtà. e quiu di negare ad essa ogni valore di persona. So noi cerchiamo il nostro fine, cioè quella visiono .ideale che dove porsi motivo continuo della nostra azione e quindi deve essere re– gola immanent e della. nostra condotta, entro l'a mbito dei nostri intere ssi, non tro veremo mai alcun fme capace verament e cli muoverci. So la. persona. dovesse esser dete rminata a volere dal suo interesse - se questo inten• diam o come aumento del godim ento del pro• prio essere - ; essa non si determinerebbe neppure a vivere. Ecco pcrchè i neutrali sti asso luti oggi in Italia quando si met tono a computare il pro e il contro di una eventuale a zione itali.urn. non trovano alcun motivo dc• gno di essa : il nostro .sacrificio, sin fatto nel• l' uno che nell'a ltro senso, si risolvcre_bbe in un vanta.ggio pili altrui che nostro. Quand o per det erminarci ad agire in un qualche modo, per trovare cioè il quid agendum noi part iamo dal calcolo come principio di ricerca, noi non troveremo mai nulla da fare ; il meglio che si saprà fare, s~rà sempre non fare nulla. Il faro è sempre un faticare, e quindi un consumarci; e noi non abb iamo in– teresse a consumarci. Deve perciò escludersi il calcolo ? No ; qua• hmq ue persona che sia veramente persona e non • pecora matta • accompa gna la deter– minazione del fine col calcolo. Questo deve dar le la C?5Cienza e la misura della propr ia. capacità nella attuaz ione elci primo, e deve suggerirle i mezzi opport uni e più economici di realiz1.azione. Se l'Itali a ha e non può non avere come suoi fini, nei rapport i con gli altri Sia ti, la pro pria integrità naziona le da compiere, e la propri a libera att ività da affermar e contr o chiunque tenti di farsi con la violenza arbi tro del mondo calpestand o quel po· di norme giu• ridiche che finora la buona volontà elci po– poli era riuscita a stra pp.."lre at tra,·erso gli ostacoli cl' ogni genere che le sta bilite istitu• zioni e i correlativi interessi hanno frapposto e continu emnn o a frapporre al rassodars i e mi- gliorars i cli w1a. società fra gli Stat i - se ta li fini ha l'Ita lia, è suo do,·erc cercare di at – tua.ri i nella misura delle prop rie forzo. Se queste co1tscntono di contribuire con la viQ• lenza stessa a frenare la violenza, se dànno affidamento che il loro impiego possa non solo contribuir e al tr ionfo di un pii1 razionale assetto del mondo - che, si badi , è nell' in• teresse cli tutt i di procurar e - ma possa anche affrettare la fine di questa immensa sciagura umana,' ebbene è anche dovere d'It a– lia. esporsi al duro cimento. l'ANTA l..llO CARAO ELLESE . La solidità della potenza germanica . In uno splen dido articolo, denso' di do t• tr ina e vibrant e di passione (Rif orma Sociale, Nov.-Dic. 1914), G iust ppe Prat o tenia -q; mettere in luce Le screpolature del gr ani/o ledesco, quegli indici cioè i quali, in mezzo allo spettacolo mera viglioso di forza, di di• sciplin a, di preparazion e e di con cordia na– zionale, posson lasciare intravedere P inizio o la min acc ia di un:1 decadenz a non solo materiale, ma anche psicologica della nazione german ica. Della parte politica dell'ar tico lo, dove si esami nano le ragioni, per cui la causa della Germani a è oggi impopolare fra tutti i po• poli lleutri, e il suo trionfo dovrebbe con– siderarsi come una minaccia gravissima al libero sviluppo delle energi e nazionali, non ci occuperemo, non perch'essa non sia un 'a– nalisi acuta e brilla nte dello spirito im pe– riali stico, prepotente e disc iplinat ore , do mi– nante in Ge rmania, ma perc hè la psicolog ia colletti va di un popolo è semp re un argo· menlo assai disc utibi le in cui ognuno porta il peso delle propri e simpati e e convinzioni politiche e sociali. D'ind ole invece pienamenfe scientifi ca è la prim a parte dell'a rticolo, in cui si studia la situa zione economi ca del la Ge rmania alla vigilia della guerra, i punti oscuri ch'essa presentava e le conseguenze che ·ne• posson derivar e. Il Prato rkon osce gli enormi pro– gi-essi fatti dalla Ge rmania nell'ult imo ven• tennio in tutti i campi della vita ; amme tte l'aum ento rapidi ssimo della ricchezza nazio• nale, per la quale non è forse da escludere la cifra totale di 380·400 miliardi di lire, che la collocher ebbero al prim o posto fra le nazioni europe e, sebbene Fran cia e loghil – h:rra la superin o sempre per ricchezza indi· viduale. Ma questa ricchezza colo ssale dev'esse re ridotta in prop orzioni più modeste, quando si tenga conto dell'enorme deb ito ipotecario, che grava per più di 20 miliardi sulle terre, e Per una somma anch e maggiore sui fab• bricati 1 i qual i nel vertiginoso rinn ovamento edilizio di .tutte le citt à germa niche si son cost ituiti quasi esclusivamente col credi to ; e quando si consideri che una buona parte del reddito è costituito dai profitti industriali, che trop po spesso vengono sopravvalutati per allettare il capitale coi larghi dividendi. Q uest" necessità quasi im periosa di in– grandir e e di moltipli care gli impianti in– dustriali in misura spopor zionata ai capitali disponibili, costitui sce una causa di grave debolezza delle società industriali germ aniche , che han per lo più riserve del tutt o insuffi– cienti e devon o contin uamente ricorrere à'tie banche. Il credi to m obil iare ha assunto in Germa nia pro porzioni imp ressiona nti : le sole anticipazioni su titoli eia 4 27 milion i di marchi, nel 189 1 1 erano salit e, nel 19 10, a 2 miliard i 528 milioni. Cosl in tutto il mo• viment o bancario si lamen tJ un eccesso di immob ilizzazion'", e la Ge rmania potè essere definita : « Un pays colossalem ent riche et qui n 1 a pas le sou ». Quest 1 enorme ingran aggio bancaric.-indu· striale ha bisogno, per restare in piedi, di seguitare! a svilurpar si ind efinitam ente : un arresto di svilup po seg nerebbe I' inizio di una crisi rovinosa. Per questo bisogna che le fabbr iche aum enti no contin uament e la loro produzio ne e che si con quistino un merc ato semp re più vasto. Nella conq uista del mercato mondial e gli a Gino Bianco indus triali e i comme rcianti 1edeschi si son dimostrati maestri e si son meri tati l'a m– miraziont.!universale; ma la rap idi tà stessa della conquista costi tuisce oggi una minacc ia per il suo ult erior e svilupp o, indispens abile per la pro speritl e per l'esistenza stessa del• I' iadus1ria nazionale e delle banche che l'han finanziara. Il basso livello dei prezzi, coi quali i tedeschi han potuto vincere la con• corre nza inglese e francese, è ora minacciato dall' elevarsi del costo di produzione per il troppo largo uso del credito, per l't!ccessivo num ero delle leggi sociali e per l'aumen to dei salar i. D'alt ra parte la Ge rman ia non può rinun• ciare all' aumento con tinuo delle sue espor • tazion i industriali, anche per I' insufficienza della sua pro duzi one agricola, la quale , no · nosta nte la protezione altiss ima concessa agli agrari, non basta ormai che ai bisogni di tre quinti soltan to della popo lazione. tedesca. La continui tà quin di e l' incremento deJl>espor– tazione sono per la Germ,rnia una\ questione di vita o di morte ; e poich è il sistema pro • tellivo e dei premi comi ncia :t semb rar troppo costoso, poichè si leme che Inghilterra e Fran cia possano chiudere i loro mercati co• loniali ai prod otti germa nici, si diffonde cosl in tutt o il mondo della produzione e de l comm ercio tedesco la leggenda dell'nne//o di Jerro con cui ::ii vuol chiudere il loro paese e imped irgli il respiro, e si form a la con• vinzion e che la sola via di salvezza si possa tro,•are nell'assogge ttame nto diretto e violento di più vasti e sicuri mercati. La Ger mania insomma si trove rebbe ora in quest a $lra na contraddizione: me ntre la rapidità eccess iva del suo sviluppo industriale e l' eno rme uso d el credito sembrer ebbero impo rle la necess ità de lla pace per non in– ter romp ere in alcun modo il giro dei pro– pri affari e per dar temp o alle sue industrie di conso lidare le proprie basi , d'alt ra parte la preoccupazione terribi le di vedersi precluso un magg iore sviluppo dei propri mercati, e la fiducia eccess iva nella pro pria forza di resisten za e di espansione I' hanno spinta a giuocare la sua stessa esistenza di grande nat ione indu str iale sul la carta per icolo sissima della guerra. Dopo 5 mesi di guer ra non è facile di re se il giuoco debba riuscirl e favorevo le. Le inform azioni tedesche ripet ono conti • nuament e che la vita economica della G er· man ia seguita a svilupparsi nelle sue forme normali ; m::1si sa intanto che fin dai primi mesi, per impedire la rovina dell e ban che, si dovettero fare em issioni colossali di carta mone ta, e che il suo prezzo de v'essere for– tement e disceso se si è vietata la pubbl ica• zione del listin o dei cam bi. Si sa pure che il comm ercio estern o della Germania è quasi totalmente annient ato, che la rete enorme di interessi tedeschi in ogni pan e del mo ndo sono grave mente comp romessi, e che a guerra finita, qualunque ne sia l'esito, la diffidenza politi ca costituirà un osta colo gr avissimo alla nuo va espansi one commer ciale della Ge r– mania . Tutto lascia credere dunqu e che, almen o dal punto di vista economico , il giuoco de bba com pletam ente fallire. Posta dell' '' Unit à,,. Il contrabbando , Caro amico, Lessi nell' Unità l'a rt icolo sul contrabban • do. Vi è rag ione di temere che anche Verona . come citt à. presso il confine, sia uti liu.at a da incar icati tedeschi. Già da circa un mese vie- ~eo,s~i ~~noquim!!~~~ r~~I AR~i~rl~~~~.U~lOl~edf~ scopo, a quanto si seppe pii1 tardi, di com• perar e dei vagoni di cibarie. La merce fu acquistata, i vagoni spediti al confine , ma la dogana li respinse. li nostro tedesco allora t ornò qui e tan to si adoperò che ad un secondo te ntat ivo il divieto fu tolto e la merce poté ~r~~e~~tirl~~~Il Se~ :~~'ln~ IO~~'l if'~J~a1~~~~~;~a~~ semp re qui e ali' Accademia era att orniat o da alcuni della citt à che potevan o paJiargli nella sua lingua e probabilm ent e dar gli delle utili in forma zioni . Egli asseriva di non sapere l' i– ta liano e veniva per simili affari in Ita lia ! Una sera due giova ni molto conosciuti qui , redarguirono duramente quelli che formava.no grup po col tedesco, ma essi non sembraro no dar loro ret ta pcl momento , sinchè i primi uscirono dalla sala. 1\ nche l'a lbergato re av– visò la questu ra , ma tu tto fu senza risultato, almeno sino a pochi giorni or sono. L. S. Per i danneg giati dal terr emoto. Somma precedente L. 463.- .,.\ man ùf impnrtnnu•, Jv,e a . L. 5.- L. March ~u,. Parlesc". 5.- L. Emery, Bologua. . . . . . 5.- Sig a Paola Casunova, Genot1'1. . • 10,· . - ig.a Mozz.inelli An rnhu. Ton"no . 5 - Fede n co Delle Pia ne, Ge11ovt1. . t u.- Famig lia Bianche tti, id. 20. - S.. id. 2r .- A. C., id. 5.- R., id. 3-- T. C.. id. . 2. - D. e L Cavasol:i, id. 10.- N. ~ -. id. . 50.- Rev. Laing lame , 1d. • 1('1.- M r Lew·s D3.vidson, id. . . 5.- Gioffrè prof. Snlv,ltore-, Ripo#li . s- O r l.liigi Orsenigo, Catnnia . 10 . - Av v. Pasquale Spa111pim1to, id. . 10 .- Un insegnante di scuole medie A ct• rtalt . 2.:, 0 Nina, Gmova . . . . 3' ' - Pr of. Santi Buoni, JJussrlo . 5.- Oirce e Luig i Massa rctti, Trev,so i o.- Totale L. 790.50 ,.,.A;c;OLO r G10\',\N; O--;;,,~ ,.m/c•1espousa/Jile. F;;;:ie,~ 1915. - s11,. Tip. ALDINO, \'I; del R;~,: 1G Te1.~15 LIBRERIA DELLA VOCE Vi a Ca vour, 48 .:/, Firen: e Ullime pubblicazioni : G. PAPINI : Cento pag ine d{ poesia L. 2,- Buf fonalt , • 2,- A. SOFFICI : Glomale di bordo . . 2,- G. PRE ZIOSI : La Germania a({a con• quista dell'11.1/fa con prefazione dr.Il 'on . G. A. Colonna di Cesarò e con noia del Prof. Matt eo P,rnlal eonl. . l.50 G. PREZZOLINI: Discorso su G. Paplni . 2,- Le nrdina: ionl si çossono fare anche all'amm i· stra: ione delt' Unilà. GIUS. illlTE~Zll & f!Gill • Batri ED I TO RI An.tonlo Sa .lan. dra POLITICA E LEGISLAZIONE SAOOIRACCOLTIDA O. FORTUNATO Un ,·ol. della Blbllot. di CuU. Moder., pp. Vlfl-500 Llre 6,- Co11lit11t : La dott rina dell11 rnp1_>resenta11zn personale. Lmcament i d' una cnt ic~. - Il riordi namento delle finanze comunRli. - La pr ogr essione dei bilanci negli Stati motilerni. Prolusione al corso di legislazion e C<'Onomi. co.finanziaria nell'Un iversità di Romn. - Un caso del socialismo di Stato. Lo Stato assicuratore. - La questione polilica del– l'agricoltura . - ·La teoria econom ica della costit uzione poli1i<'a di Achille Loria. Sui demanf comunali nelle pro vincie del Mezzogiorno. - Socialismo antico. - La riforma ag-raria. Appendice a una disc us– sione parlam entare. - Sulla istituzione del divorzio in Italia. Rehzion r . - Il Convitto Nazionale di Lucera . Disco rso. - Di un ca• ta logo critico clrlle fonti dell;i storia italiana. Relazione. - ~fanfredi . Conferenza sul can– to III del Purgatorio. En. r lco Cocchla INTRODUZIONE STORICA ALLOSTUDIO DELLALETTERATURALATINA Uo ,·ol. della Blbllot. di Cull. Modcr, pp. Vllf.J8Z Llre $ .- Conliem: La storia della lettera tura la– tina : suo concetto e suo compito. - !ncli• rizzo metodico nelle,stu dio della letterat ura Ialina. - Cara t(eri generali dell a letleraturn latina. - Il popolo e l'a mbiente. - La lin. gua e la·scrittur a.- Evoluzione storica della lettera lura latinn: sue tradi zioni e sue fonti. D a vid e Los, e & CANTI BARESI Eleiante voi. formato 8° In certa a mano, pp. l7Z Lire 3 ,$0 L'aut ore con vero .senso d'a rte rivela in questi canti l'anima del popolo barese ne i suoi più vari as petti, nella gioia e nei do– lor i, nella fine ironia e nella ingenua gaiezza . Gli argomr.nti e i perso naggi son tra tti da 0:gni cat egoria sociale ed hanno se nso pro– fondo della vita reale. Chiude il volume un r=co glossar io che facilita la comprensione del dialetto bare se. Gen.. T eodo ro D e Cumls Il MEZZOG IORNO NEL PROBLEMA MILITARE DELLO SlATO Elegante \'OI. In carta a mano di pp. ZSO Lire 3 ,,50 Contiem: li Problt"ma. - Guerra e poli– tica nello Stato del Sud. - Le istituzioni militar i Jel Reame di Na1>oli. - La sva lu– tazione miliiarc dt l Mezug iorn o. - Alcune anomalie dell:1nostr a circoscr izione militare. - Uno 03g1rnrdo politico alle Stanze de i Corpi - Lo Scacchiere stra tegico del Mez. zogiorn o Continental<".- L' Esercito e l'e– ducazione fìsica del Mezzogiorno. -- Un po' cli commen ti sul Bilancio de1la guerra . - Conelusioni e proposte. Dlrlccre commlulonl e "•Cli• alla Casa Edhrhc OIUS. LATERZA I< FIOLI, Bari.

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