L'Unità - anno IV - n.3 - 15 gennaio 1915

6IO \ ideale per due 1>opoli,che vogliano assicurarsi ciascu no un:, diresa solidissima , e non abbiano pretese d1 sopra ffazione. Nuloo.alllà e loc:olato. Il o sott o gli occh i un altro opusco lo, intito– lat o Per i ro11fi11i dtllt, />{I/ria (Roma. A. Qual • trini, 3 dic. 191.1).Lo stile e la comunanza di alcune argom cn~azioni dim•1strano che appar – tiene alla medes ima mano che ha scri tto L'Alto Adige. I tcdes: hi che u inquinan o l'Alto Adige "• (pag. :i7) che era no 16o.ooo nel ~rim o opuscolo, diventano 200.000 qui. Si vede che l'aritmetica ( un'opinione. E • 11 carattere e le tradi zioni e le tendenze di <1uesta popolazi one tr-desca non sono certa– mente tah da render fa ~ite l'a ssor bimento • (pa– gina 28): è questo • un prob lema da non af– frontare a cuor leggero " (pag. 22): • non è impresa facile costring er quelle genti straniere u rifugiarsi di nuovo dietro la mal superata barri era dei mon ti • (ptig. 19) Mn niente preo ccupazioni ! • li diritto di nazio– nalll ù, ha la precedenza sul diritto d1 residenza, come 11 diritto di proprietà è superiore al diritto di possesso. E sicco me il diritto di nazionalitft non soffre prescrizioni, cosi contro cli essonon può ac– c11111pnrsi il diritto dell'i11colnlo, nnchc se genera– zion i e generuzio ni d' Intrusi potessero provare un loro lungo soggiorno s ia pure indisturbato e incontradd etto. Se (come è quasi sempre) la genesi della loro presenza colà fu la conquista o l'u surpazione aperta o insidiosa, l'eliminazi?ne loro è diri tto conservato alle genti autoc tone, diritt o che non soffre pr escrizioni n~ menoma– zio ni. H Codes to postula to lmplica, è vero, un corol– ario spieta to: il diritto perenne di espulsione dei popoli intrusi. Il quale corollario ha asp etto ripugnan te ai cuori gen tili, che esitano di fr?n – te ;1lla prospe ttiva di strappare da quei c:.,mpi e da quelle case famiglie imbelli, che l'ebbero dai padri loro, e che si vedrebbero scaccia te sol perchè di razza straniera. « Però un sentimento che, in cond izioni di– ve rse, sarebbe rispe ttnbilt: e sa nto 1 qui degene– rebbe in sentimentalil:\ sbaglia ta. Perchè qui, nel caso che facciamo, non si espel1e l'individuo - che rappresen ta un'in nocenza - ma in lui si espelle la sua specie - In quale rappresenta una colpa originaria. Invano si invocherebbe il rispetto all'Umanità , sovrappone ndolo al ri– spetto per la Pa tria giacchè l'Umanità si ri– spetta e il suo culto si integra purgando le Pa trie da ogn i impronta di inquinamen ti e di !ngiustizie, presen ti o passa te. Onde dedur remo che nei paesi di fronti ern, entro cui sconfina – rono gen te di nazionalità diversa e nemica, non debba arrestare il ristabilimento del diritto na– zior.alc la circostanza, che per l'ingiuria antica questi paesi cangiarono ormai razza, lingua, co– stumi e fede. "La primitiva nazio nalità, che da que l sopruso fu offesa, può sempre negli evi segue nti retro– spi ngere i discende nti di que lle sch iatte fore – stiere entro il confine, e rive ndicare al sangue suo quelle terre, anche con la cacciata in massa dei rampolli dei primordial i usurpatori. • Da codesto principio scende il diri tto ita– liano di sfra ttare e ricacciare oltre il Brennero gl' inquinamenti germanici, ormai quasi esclu – sivamente sopraffacen ti nella regione dell'A lto Adige. • E codesto principio, che nella difesa e rei n– tegrazio ne delle nazionali tà conclude non po– tersi tener conto degli ostacoli di cuore, ha, a mio modo di vedere, delle · conseguenze ancor più: viole nte. " Fra ques te sostengo il corollario inflessibile , che cio~ il principio etico della nazionalità, a– stra ttame nte cons idera to, deve sovras tare alla s lcssa volontà dei citt adini, se questa si mani – festa sse in se nso contrario al princ ipio istesso. E in virtù di codesto impera tivo l' Italia deve afterma re la nazio nalità sua nelle sue terre di coofine, .1nche se i terrieri volessero serbarsi fede li alle antiche signorie ... I 200 mila tede– schi, che inquinano l'Alt o Adig e, dovraono su– bire la pena biblica delle colpe de i padri lor o... l Tede schi dcli'Alto Adige compresi nel nostro confine non avranno da tem ere alti coerci tivi, se saprann o essi stessi intendere le naturali conseguenz e dcli' incolato cisalpino •· L' UNITÀ Pu b, 1trlcl~ dell' lt1.II ~. Lo scri ttore di ques te pagine , che non è cer– tamente uno sciocco, ~ troppo appassionato per ragionare con le regole soli te del ragiona– mento: brucerebbe il mondo mtero per cuo– cere il suo uovo. Per diri tto d1 nazionalit.ì. intende il diritto del primo che ha occu ,a to un paese, sena scac – ciarne altri: chi vien dopo avre-bbe un diritto dt semplice incolato. S' immagurn che le nazioni già es istessero ai bei tempi, in cui fu per la prima volta popolato l'Alto Adige. Ed è sicuro -bertto lui! - che coloro, che oggi parlano italia no, sie no discenden ti in lmea retta degli abitatori prim iss imi: fra primi e secoldi e terzi cd ennesimi venuti, non ci sono mai state nè me– scolanze, nèincr oci, n~ m.."ttrimoni,nè ...pcccati, nè assimilazio ni linguis tich~, nè decadenze di an– tiche famiglie, nè venir su di nuove; mente di tutto qu'"sto : ma un incontaminato, purissimo, celeste blocco di latin sangue bentile, che si i– propagato dalle origini ciel mondo, o meglio dcli' Alto Adige alle famiglie che parlano ita– liano oggi, dilatandosi o restringendosi, mentre intorno ad esso turbin avano i barbari. Da que– ste corbellerie storiche si dovrebbe dedurr e: la politica estera cieli' Italia! I È dove re di ogni persona equilib rata impe– dire che qu estn propaganda forsen nata renda f forsenna ta l' Italia. Lo spe ttacolo dei gua i e delle rovine, in cui si è sprofondata la Ger– mania per essersi fatta una mentali tà nazioaa- I lista <l1quel genere, dovrebbe msegnare qual– cosa anche a noi. Noi non sappiamo se ragioni militari ren – dano doveroso ~bbandonart- il pro1:ramma tra- l di zionale del confine napoleon ., e necessaria l'occupazione del Brennero. Se queste ragioni esistono, sieno espos te una bu,> a \·olta da chi ~ a l'autorità di esporle. Ci si dimostri che il onfinc napoleonico , avente alle spalli'.' la bar – iera naturale che sostiene a nord lt"'v;m-a el Sole, àel Nm :"tfetr Av , <" 1 onflnc""così buo,l'ocoii'i'e una volta s1 crrdeva. C1 si dim o– stri che il vantaf!:gio militare di possedere la linea del Brennero è cosi grande- da compen– sare le difficoltà e i danni poli tici dt-11'irre<len– tismo tedt-sco in\·mc1bile fra il Br,-nnero e Bol– zano. E noi modificheremo la nos tra \•ecchia idea. Ma non si pre tend a di convincerci con teorie storiche e politi che bestia li comt- quella • del – !' incolato "• o con argomc nlazi oni a tipo ret– toric o-lettera rio: • la maestosa bellezza del paesaggio •, • i vigneti famosi e le belle case signorili •· • i paes elli riden ti •• • i fantastici cas telli "• • le be lle linee latine •• • la poesia delle leggende •• e nitre scemenze consimili. La gent e, che de ve farsi amma zzare n~ – si~ , non ha tempo da perdere coi let– terati, E ques ti signori dovrebbero, nlme no in questa occasione , sentire il dovere di star zitti e non ci rompan o i lett era ti. G. SALVEmNI. Il partito socialista e la guerra . L'ortico lo di Ugo Guido Mondolfo nell' Unità del 25 dicembre scorso su l parli/o socialista • la guerr a ha posto, coll'autorità che viene da un yentennio di fede e d'azione socialista in tutti i cnmpi d'attività, individuale e sociale, una questione la qual e non interessa solo il par - I ti10 socialista ufficiale, ma la vita tutta italiana, per chi alme no riconosca, al di sopra d'ogn i giudizio o pregiudizio cli parte, che il socialismo è stnto in Italia lievito polente di rii;~ soc.iàle, sc;;~1~· cl'educ~i onc civile e politica, sp rone ed ese mpio af;li altri purtiti ed interessi sociali, per chi SO\•rattullo sia convin to eh~ la decadenza de l movimento social ista si risol va in una iattura pel paese tutto. Ed è proprio da quest'ul tuno pun to di vista che l' U11ilà1 fedele al 5;!2_ P! ogramma ~ zionale di rinnovamento, può e dev e trattare la que• slionc per orientare, anche in ques to campo, gli spir iti attraverso alla critica e alla discussionP. 1 e spingerli, nel seno dei singoli partiti , delle singole ass ociazioni, dei singoli gruppi, a q__uel movim ento di rin novazione, che dopo la guerra noi confidramo dov~r avvem re in Italia. Dopo aver esamina ta la posizione assun ta dal par tito socialista di fronte alla guerra attuale, il Mando lfo s1 chiede se essa debbasi ad in– su01cienza di uomin i o ad insufficienza di dot– trina ; e nel risponde re con ques t'u ltima, riaf– ferma la sua fede nel movimen to socia lista. Chi infatti, in uno qua lunque dei tre campi, in cui si divide oggi il socialismo italiano - uf– ciale, riformis ta, dissid ente, - vogl ia giudicare serenamente le cose, non potrà, io credo, venire a conclusioni dissimili . La dottrina socialista, se noi la interpretiamo nel suo contenu to SO• ~ le, astraendo da tutti gli accesso rt che ne costituisc ono l' involucro marcesce nte o rin – novantesi nei decenni o nei secoli,- se la gren– diamo cioè come lolla <ji e ss~~ a~~ nezzo, (lotta di classe 1 che non esclude, dove occo rra, la collaborazione di classe, forma essa pure di lotta quando ser va a conquistare o cons ervare nuove posizioni politiche od !!conomichc ) ~ lissssa#ione quale fine o 1 per lo 11.eno, tendenza - , è fuori discussio ne in questa, che costituisce forse la cris i più vera e maggiore attrave rs ata da l socialismo in Ital ia. S'ingannerebbe però di gran lunga chi ve– desscn'elfag uerr•;ia ~ausa di tal e ~ so– cialismo italiano è oggi, purtroppo quello che era ieri, que llo cicè cui l'ave\•a rid otto in poch i anni, dopo il primo vigoroso movimento di espunsione, un complesso cli cause indiv idual i e collettive, intern e ed esterne : la guerra, sco– perchiando con mano bru tale il sepolcro imbian – cat o, ne mostra il vuoto desolante ; è la ca.usa occasionale, non l'efficiente, dcli' intima crisi che lo trnva glinva e di cui gli nv,·enimenti interni degli ultimi anni il giolittismo insanabile, il contegno di fronte la guerra libica, la caccia ta dei riformi sti etc.) non era no stati che indici e sintomi. E sulle cause appunto effettive della crisi, cause che sono state sfiorat e pitì che precisate dall'articolo pur e coraggioso - oltrechè onest o - del ~1ondolf ) e, nel numer o successivo dcl– i' Unità (1 gennaio r915), dall'nr licolo n firma Giuliano Balbino, non sarebbe inutil<", ai fini dell'azio ne fut ura, l' ind11gine, dn parte in ispe– cie dei socialisti : di quan ti cio~ si propon gono ancora, e nonos tante tutto, l'in cre mento effettivo del socialismo in Italia, inteso non come sem– plice diffusione cieli' impara ticcio marxista so. stituito a c1uello catechi stico della religione cat• tolica, ma come miglioramento progressivo delle masse, come compartecipazione adeguata eco– scien te cli esse alla politica ed al reddi to na– zionale, come ele\'amento sovrattutto della vita e dell'economia del paese. I La causa prima e fondamen ta)~ <lella deca – denza socialista è, a nostro av\'is c, 1 d'ordine morale e intellettuale: è la cristallizzazione dot– trinaria e politica, per la qual e i principi fonda- mentali del socialismo da idee forze, cioè da agenti trasfo rmo.tori per eccellenza dell'ambien te socia le, si conver tirono in dog mi, cioè in fattor i di immob ilismo: mentr e l'or,ganizzazione soc ia– lista da mezzo per la trasformazio ne della So• cietà diventava fine a sè stessa, da rnppresen – ta'; za de·1r i~te-;; classe pro letaria si riJuceva ad un'as sociazione come le altre, occupata e preoccupata soltanto degli interessi dei suoi adepti , gruppi od individui. Si lieti parvis magna componere, il fenomeno, che nelln stor ia del cris tinnesimo 1mp1eg:.iVa quind1c1 secoli, dalia propaganda evangelica alla canonizzazi one della leggenda cristiana, dalla co· stituzione cd espansione dell'organismo eccle• siastico ali' immobilismo del dogma, da Cristo al concilio di Trent o, nella storia del socialism o italiano si ope rava in un ventennio soltanto. Presentatosi come l' ideale nuovo alle gene– razio ni succed ute a quelle che aveva no fatto la pat ria, guadagna tas i la simpatia e la collabo– razio ne de lla pa rte intellett ualmen te migliore delle classi borghesi, della gioven tù colta in ispecie , e la fiducia delle mas se nel periodo e.vangelico della propaganda; conquistata, nel periodo successivo, nel periodo eroico delle per – secuzioni, la piena libertà politica per sè e per gli altri , cioè il diritto all a vita; e preparate le sue falangi sul terreno poli tico ed economico con un movimento di organizzazione tanto più efficace quanto maggiore ancora la disorganiz• zazione nei campi opposti (in questo contras to 1noBianco la causa es terna, rorse ma~giore, del r;.,p1dosuo trionfo nella vita nazionale · , - il socialismo ita– liano non seppe usare delle armi supe rbe fog- l gia cesi, quando st trattò di pas~arc dalla fase negatÌ\'a alla pos1ti,•a, quando la cri tica demo– litrice della socie tà b<irghese e più: ancora del– l'arre trato ordinamento polìt1co-ammin ist rati,· o– finanziano d~llo Sta to italiano, buono per la propaganda fra le mnsse, do,•eva accompagnarsi in più alto loco al lavoro quolidinno d1 rico– :-tru ziont·, ai fini e nell'int eresse prol etar io, in tutti i campi della ,·1ta nazi onale e locnl"'. La tend enza riformista , cui ness uno in buona l fede potrà n~garc 11 merito d't-sse r stata per lo meno l'esp ~e.s.siunec.osdente delle esigenze nuo– \'C de l sociahsmo anche in !taha , dopo un bre,•c tri onfo, d1 cm per d, più mal seppe approfi ttar ~, fu dapµrinia neu1ralizzata e poi addirittura sof– focata dall'oppo.sta tende nza, riv oluzionaria cli nome e tradizionalista di fotto, intransigente in piazza e tran sigenlissima a palazzo; mentre il moviment o socia lista , divenuto fine a sè :,tesso , incorreva nella degenerazione consue ta agli or– ganismi sociali (dalla chiesa alla monnrchiR, clal– l'cserc1to alla burocrazia), che cessino d'agire in nome dei grandi interes!'li colle tt1vi, d1 cui furono aWorigiue strumento e bandierA, per ser– vire solo i loro uomini ed i loro interessi par– ticolari. Da ques to terre no spu ntarono, funghi velenosi del dissol\'im cnto, il politicantismo e I' intolle– ranza settaria: l'u omo rapp rese ntativo , il circolo il campa nile, la catcgoriu, il corp orativismo, l'elct• toralisino - auspice qui pure il grande cort"l.lttorc della vita pubblica italiana: il collegio uninomi– nale - , si s.ostituirono alla collettivi tà, al par tito, alla classe, alla nazione, alla solidarietà umanA, alla politica. La soppress ione elci dissiden ti fu scambiata per epurazione e rinvig or imento della chiesa socialista. La grande legge della di visione del lavoro, necessaria al progresso dei parti ti come a que llo d'ogni altra attività umana, fu miserame nt e ne• gala. li moviment o socialis ta, che non poteva essere solo predicuzione evangel ica, prepara – zione di spi rito, organ izzazione politica ed eco – nomica di mass!!, ma anche azione vigorosa di l pt-netrazio ne, cli conq uista, di rifor ma, mise nl bando col riformismo il secondo e pili difficile dei suoi compiti , per affermnre l'escl usivismo del primo, ins tillando con ciò e perciò solo oelle masse, non più educa te ma illuse, il con vincim ento che dall'azione dire tta soltanto po- tesse, quando che fosse, scaturire il novus ordo sociale I La chiesa socialista ortodossa, pur e aumen– tando ii° num~ro dei suoi adept i e riface n– dosi una verginità nel cuore de lle masse , si condannava ali' impotenza politica coll'abba n– dono deliberato d'un'arma di lotta sociale mentre l'e:.erodossia soci1tlista correva la stessa sorte nella mancanza d'nn punto d'appoggio de lla leva sociale, di quelle masse cioè organiz – zate, sen2.a le quali è vano attendere da un pr incipio o da un gruppo di volonterosi un'Azione se riamente enicace n{:ll'oclier na vita politicn. Il socia lismo tutt o italiano si condannava pe r tnl modo alla steril ità, per<lendo in breve ora l' in– fluenza politica e morale straordinar ia prima godu ta. La guerra europea , che ha trovato in Italia il socia lismo ortodosso contro la nazione, ci~ in ! sostanza con tro la massa stessa proletaria, a quella guisa che l' ha trova to invece contro l' internazionale nel paese preso a mode llo da l• l'ortodossil.-\ socialista italiana , nella Germania (due degene razioni oppos te, ma ambedue dege– nerazi oni); che ha tolto al socia lismo tutto - rivoluzionario, riformis ta, dissiden te - la pos• sibilità d'un'az ione positiva a van taggio delle presen ti e future gene razioni proletarie , nel morr.ento in cui si matura il des tino Corse te– colare d' Italia, lasciando la cur~ di ciò alla classe b~rghcse 0 1 peggio ancora, a pochi uo– mini ed a poch i ma potenti interess i di essa; - la guerr a eu ro1>ea ha rive lato ai più ottimisti dello st~sso parti to socialis ta ufficiale (se qu esto almeno è il valore sin toma tico dell'artico lo del l\fondolfo) il vuoto della coscienza e dell'o rga– nizzazione socia lista italiana. ! Dalla co:1statazione del ma le alla ricerca ap– assionata del rimed io non sarà, voglia mo spe– arlo, troppo lungo il passo i qua ndo, a guer ra nita, nel vigore nuovo d'una vita naziona le più larga cd intensa, oppure, se questo per

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