L'Unità - anno III - n.39 - 18 dicembre 1914

594 L'UNIT À Disciplina e libertà. Chi segue da quattro mesi a questa parte nei disco rsi degli uomini politici, e sulla sta mpa periodica, e negli opusco li il ma v.iJncntQ della opini one pubbli c~ non può non ri– manere impr essionat o profondamente da llo spettaco lo di gra ndezza morale collctli, ~ i quello straordinario popolo. Non mai nella sua storiit. 1' rn:gtlllfet'f'~ lin rive lato con mag– giore intc nsit~ le sue virtù fondame n tali: la prati cità e I' idc:-Llismo, la tenacia delle ri– soluzi oni e la signo rilità delle espressioni , la gelosa cura de i diritti indi viduali e della di– gnità umana e la spontanea subord!nazionc dcgl' individui alla disciplina com une, la si– curezza. della vitt oria e il giusto calcolo delle forze nemiche, la fermezza con cui ogn i par– tito difende le suo trad iziona li posizioni ideali nella politica interna, e la concordia sponta– nea di fronte alle necess ità guerresche, - so– pratutt o il rispetto costante per la opinione del popo lo intero nelle clas si dirigenti , e la disposizione de l popo lo a soste nere i pili duri sac rifizi pu rchè sia convinto, non a furia di sta mbura te retoriche, ma a base di dati cli fatto e cli chiari rag ionament i, della loro ne– cess ità . Cominciata la guerra, si sono costituiti ov un– qu e gruppi cli propaganda e di avang uardia, collo scopo di illuminare i cittadini dcli' im– pero su lle cause del conflitto, su lle forze de i belligeranti, sull'andamento delle ope razioni mili ta ri, sul programma di riordinamento euro– peo che il Governo ing lese do,·rebbe far pre– ,·alere, dopo la pace, nel futuro congre sso. • Già che la guerra durerà a lungo - dicono gl' fngle si - appr ofittiamo del tempo che ci divide dalla pace, per chiarire bene le nostre idee sulle direttive del futuro cong resso, e per prepararci degnamente a diriger e il nostro Gove rno e giudicarlo nella sua opera• ) 1 CeHtral Commitl ee Jor Natioua l Organi– sation s'i ncar ica cli sugge rire e forn ire le pub – blicaz ioni che rigua rda no le piii im porta nti questioni suscit ate dalla guer.a. La Oxford University Press pubb lica una collezione di o\?:uscolelti popo lari, Oi.jord Pamphl ets, scritt i -da ·u~mi";;t" cli ·p~iin' ordine. La Unio1i.Jor De– mocratic Centrai pubblica-U n· altra serie di Studi ~ ·po~; i, ~ e succosi. Fra tante manif estazi oni dello spirito pub– blico, merita una specia le attenzione un arti– colo stampat o clall' Ecouomis t - uno dei pii.1 st imati organi politico-finanziari - in occa– sione della riapertura del Parlamento. Xonostantc la gu<'rra - osserva il giornale - la Gra n Bretagna riman e sempr e una na– zione. il cui Gabin etto deve tuttora affrontare la critica e ot tenere l' assenso del Parlame nto; in cui l' opinione pubblica è semp re ·libera d i esprim ersi, men tre negli alt ri stati belligeran ti l 'autorità milita re è legge e qualsiasi voce d i opposizio ne o di protesta è cost retta al silen– zio. ·- Certo non man.cano , nean che in Inghil – terra quei militaristi . che vor rebbero spog liare l' individuo d'ogni diritt o, per accentrarlo in quell'entità as tra tta che chiamano Stato. È l' idea le di un Govern o forte nell 'assen za di ogni criti ca, efficiente nella sua irre spo nsa– bilità, che ,·ecliamo realizza to in Germania. ,\la non è l' idea le nostro. t;n Gove rno. che non conse nt e la pubbli ca critica dei suoi atti, e rifiuta alla N'aziono la fiducia propria, non può a lun go andare conse rvar e la fidu cia della Xazionc stessa •· La rivista non intende negare quanto v 'è di giusto nella tesi, che dice II milita rista •· Riconosce che qualora l'o pposizione e la cri– tica di una minoranza incep passe l'attiv ità de l Governo in moment i gr~n·i come questi, sa– rebb<: giusti ficato imporle silenzio. ?.I.a ap– punt o ogni singolo cittad ino , che abbia care le tra.dizioni liberali ciel proprio paese, dev e ten<"r lontana questa event ualità , col serbar e tra la crit ica e la disciplina l' cc1uilibrio oggi pili che mai indispen sabile. La democrazia - dice I' Economzst - a-t– tra.vcrsa una serie prova : a ppun to su quegli uomini che piil tena ceme nt e credono nella libertà di opinione e sempre si oppose ro ali' ido– latria della mera cfficien7.a meccanica, grava pili sp<..-cialmentc oggi il dovere di ai utare lln Gonrno, che 053 affermare. nel tumulto de l- l' ora present e, l'indipend enza. individuale e il sgn~ are . • Qucst' obb ligo di disciplina, però, non co– st it uisce se non una parte del dovere che incombe al popo lo inglese. L'altra, non meno ardua, forte, con ,;iste in una ferma e costante vigilanza. snl 1nodo in cui sono d ifesi gli inte– ressi da l popo lo affidati nl Governo. Non dob– biamo rinu nciare ad esprimere qu elle osser– vazio ni o quegli avv ert imenti, che abbiamo sempre pron unciati, sicuri che chi regge i! Paese dcv ' esser lieto della coope razione del Paese •· • Cli uomini ragionevo li non chiedo no di apprendere seg reti militari: desidera no esse r trati ati come uomi ni e non come bambini. Siamo profondamente persuasi che nulla ab– bia con tant ::, efficacia contr ibuit o a stabi lire uno spi rito di serena fiducia , nel nostro paese, come la prontezza con cui l'Ammira gliat o ha reso pubbliche, sinorn, le perdite da noi su– bite. Siamo preparati alle perdite, come agli LA GUERRA Sarebbe difficile spiegare il perchè. Ma è im1egabi/e che tutti aspettano da questri guerra graudi resullali. Si spera che essti mellerà fin e a/l' aumen/C> di w t potente Stato militare al cenlro de/C E11• ropa, che Y(1pprese11ta 1111a minaccia per tutti i vicin i. Si pensa che 1111' rra ,mova di sviluppo pacifico saY(ì aperta : gli orrori della guerra sono apparsi cosi odio.~i che le liam10 tolto tutto il suo a11ticoprestigio. Finalment e, il fatto che le classi si trovino mescolate i,i ,ma catastrofe comrme e unificate, almr.110 fi110a 1111 certo punto, in ,mo sforzo comune, 110,ipassera se11za lasciar tracce, percl,è contiene i germi di 1111a vita pi,ì unificata.. La fin e del regime pcrso,iale in Germa11ùr, lo smembra mcuto dc/l'Au stria, tau – rora di una vita nuova per le piccole naziona– litti slave, la Polouia ricostitui ta final mente e messo un termine a quest' orribile giogo che esstt ha subito da ccntocinq11a11f anni. Quali cose ·uon si a.spewino dri questa guerra J E scuza dubbio è motivo cli co11fortoil fallo che l' opi11ione pubblica attribuisca alla guerra questo genere di fi11i. Per quanto limitata possa essere la realizzazione di queste speranze, ti sa rà sempre un principio di realizzazion e, quale cl,c debba essere il resultato delle battaglie. ,lfa sono f orse necessarie tutte queste previ– sioni per determinare la nostra attitudine J N<m c'è modo di vedere le cose in ,ma mani era pitì semplice J I fini immediati da raggi1mgere 1ion sono forse abbastanza chiari J Garibaldi, gid veccJ,ioe ferito ad Aspromonte, quando 11el 1870 f ece appello ai suoi compagni d'armi per andare in soccorso della Repubblica francese contro gl' invasori tedeschi, non pre– tendeva certo di risolvere dei problemi mondiali per motivare il suo intervento. Per stimola re il proprio ardire o quello dei suoi compag11i 110n attribuiva certo alla guerra virt1i. che essa non possiede. Egli vedevtt lei Francia /ollare per la libertà co11tro I' oppressio11e imper iale; e comprese che suo dovere em schierarsi dalla parte della li– bertà, come avepa semprefatto. E' evide,1leche ad un'altra guerra, come quel/tt del 1866 fra Prus– sia e Il 11Stria, 110n si s,,rebbe mescolato, perchè 110n riconosceva 11èali' 1111a nè all'altr a 11essu1t diritto a domi,iare rn Germanta. E no11si sa• ,ebbe 11ea11cl,e occupato di ,ma guerra, che fa– cessero due Stati per affermare il loro dirillo di conquistare 1111 territorio in llff rica o in Asia . .li ci nl/a guerra del 1 870 prese parte, pere/tè dopo !(, caduta di Napol eone 111 /Il guerra 11011 aveva pi,ì altro scopo per i tedeschi se 11011 quello della conquista, e perciò il diriffo e il progresso era110 orama i dal lato della Francia . Oggi noi vediamo riprodursi la medesi11a situazione. Gli avve11ime11ticli questi 11/fimi mesi /ianl/O pro,mto qmmto sia necessario schiacciare 1111a forza, che fa la guerra ai vicini sotto il pretesto che la Germa11ia ha bisogno di fflr passare i suoi so/dall attY(lverso il Belgio. - li /Jelg10,se avesse dato al/,, Germ,mia ti permesso di passare avrebbe cessato di esistere come Stato indipen– dente : diveniava vassllllo della German ia, e come tale poteva essere co11q11istato sia dajlti Fra11cia, siti dlllla Germtmia. o magar i dal– /' 0 /amla. - Quti to, ti~lt occl,i dei tedeschi, Biblioteca Gino Bianco erro ri . :-{on ignoriamo che ne furono commess i : nell ' eccesso di la,oro imp osto dag li e,,ent i degli ultimi mesi qual che ram o della nostra ammini strazio ne ha stentato a far front e al suo compit o. S..ucbbe sr:iocco e infantile chiu – dere gli occhi alla realt :ì, e astenersi da ogni equa cri tica. ì\la sappia mo altres ì che una prodigio sa attiv it;ì, una vasta e ~lifficile or• ganizzazione sono state messe in opera af– finchè il paese possa proseg uire la sua vita consuet"a, nelle eccezionali circostanz e. Negare a que i mode sti e infa ticabi li lav orato ri il no– stro rispetto <' la nostra riconosce nza sarebbe superficia le e deplorevole •· Bisogna che il pop olo meriti la fiducia dei I suoi governanli e dimostri coi fati i come sia I possibi le ad un Go,·erno trarre la sua mag• gior forza e gloria dall' aµp oggio spontane o di liberi cittad ini, pronti a dare tnlta la loro capaciHt di pensiero, di lavoro e cl i resisten za al rme di conservare la libertà, sac ro pa.tri – monio comune. LIBERATRICE 11011 vale. Dal mome11to che t1ue11~otodeciso di p(issare per il Belgio, essi affermav,mo di avere il « rliritto •. rwzi la u santa missione » di met– tere a fuoco e a sacco i campi bagnati dal sall– gue e d(1l sudore dei contadini del Belgio. Essi potevano, anzi dovevano, mellere i11 rovina le città e saccheggiare le case. Jìf eglio a11cora: si dichiaY(wauo ùi diritto di stermina re uomini. donne, fanciulli, non appeua qualche cittadino privalo osasse dife ndere la sua casa co11lrouna invasione, che era - seco,ulo la stessa legge tedesca - un atto di brigantaggio: perchè i tedeschi si mettevano sotto i piedi il primo ar· ticolo di tutto il diritto i11tcrnazio11ale,e ancl,e del diritto privato - I' inviolabilitcì tli un ler– ritorio 11eutro. 1lfa per molti antimilitaristi queste ragio,1i sono insufficienti per deciderli al/' i11te,,vet1to. Essi vorrebbero prima sapere di sicuru se que– sta guerra sar,ì davvero una guerr,, liberatrice. Ora metlerc il problema su questa base significa proporre una domamla cui è impossibile ri– spo11dere. /Jisog11erebbe sapere, iii tmticipaziom, a quale parte, e in quali proporz io11i,sortirci lt, vittoria. SopY(ltutto bisog11erebbepoter predire fino a qual punto i partili avanzati di ciasc,ma 11azio11e sapra,1110approfitlare dei cambillme ,1/i intert11, che si compiono gici durante la guerra, per fame il punto di partenza di cambiament i sociali pi 1ì profondi. Al cuni fatti possono gici essere uotati. E' certo che la guerrll ccmcella, fino a un certo punto, la <listùu:io11e fra le classi, sia nelle trincee, sia nelle mille cose che si fanno per la vita interiore della nazione (approvvigio;,ameut i, servizio dei f erit i, cucine comu niste lavori i11 comun e, ecc.). L ' i11trod11zio11e del maximum dei prezzi (che servi iu Francia nel 1793 come pm1to di p,ii·teuza alle idee sulla 11azio11a/izzazio11e del commercio, e pi,ì tarcli del f11rierismo); I' acq11i· sto per iniz iativa dello Stato e sopratutto dei Co– mu11i, di grano, di .zucchero (in !11ghilterra , di ogni genere di provviste) ; /' i11tr11sio11e dei pri– vati iii ciò che era co11siderato f1111zio11e di Stato: i11Russia. it, pt1rte presa dagli st11de11ti11tutte le fuw:ioni della vita; la Fedemzione delle as– semblee provi11cfoh, Che <l'accordo co11 la Fe– derazione delle c,ttll, lll, preso completame11te nelle mani tutto /' immenso servizio dei f eriti (ll•mezzo ottobre erano gitl i50 mila a .'\fosca), e lo compie, grazie a lllvoranti volontal'i, a.ssai meglio dello Stato; la Russia co11ladi11a,che obbliga il Gover110 ad abolire /(i vemlitll del– l'acqua vite governativa , ccc. ; - tu/lo ciò po– frebbe rapprese11tare germi di avvenire. :Ma sa– rebbe necessario potere predire fino a qua l pun to que st i germ i potranno esse re utilizzat i dai parti ti avanzat i per la ricost ruzi one SO· cia le. U11acosa, acl og11i modo, è certa. Se la Gernurnfri trionfa sse, la gurrra certa– mente no11 sarebbe llbtratric e. Sarebbe il co1:– /Y(1rio. Ci porterebbe 1wo1•e f orme di schiavitù. Del resto, i tedesc/u 11011lo nasco,idono. Essi stessi /1a11110 dichiaY(ltO cJ,e comh1ciaro110 la cuerm co1ifin i di conquista. Ridur re la Fra11- cia pe,· un lungo periodo ali' imp otenza com– pietti, strapparl e le colo11ie, lo·ricchirsi a sue spese ; f<1re lo stesso, 11eJ limiti del possibil e. coli' l 11ghilt,rra; ridun e la llu ssia ali' impo– tenza, cioè cosh 11ire on mqur, uellr provi,1cie, che le st1rm1110 tolte, campi tri11ce1ati szmi/i a quello di M etz, per mimzccitu·e P ittroburgo. - Capi militari, nemici politici, uffici ali e sol– dati, tutti s, accordano su questi pia11i. E si comp,.e11de dot•t· arriverebbe I' Ell'ropa, se questi pia 11i si realizzassero. Ciò posto impc d11·c questo trionfo, prc• vocare rmchc in Ceruumia . dopo la disfalla , 101 movime11to libcrafo,-c, sbarazz(u·e r E11rofa di questa 111i 1arcia - 11011 basterebbe per dare alla guena u11 caraffere librrllto1e ? li i·,·ro carattere della lol/(1 gra11diosa altualc– è gici s11fficie11to 11r,,te defill/ to. E noi possiamo g,ti for mular e 1111aco11cl11sio11e. .Vess1w ulteriore svilupp o del 'ideale e dei costumi di ~iustizia, d' tg uaglirmw, di Jratel– hrnza è possibile in Eur opa, fin cl,i'! resterd { 11 mezzo " 11oi uno Stato di 70 mili oui ,l"abi ta11ti, nel qualr i pn'11cipii r I md odi dd brigantaggio militar e sono Sttzluppati fi110 alla perfezione, sono Inculcali uelle scuole, so110srm:io 11ati dal risp etto rc/igiC>sodi quasi lutta la nazioue : 11110 Stato. la cui popola:i o11e inta a, compr e~, i parli ti più avanza ti, appr or•a questi p,i-,icipii e questi metodi, e vede in essi IJ. condiz ione del suo ulterio re svi lupp o. I Bisogna clu· t11tta la irnzwne fl'desra sia cou– dolt(t dalht /e:1one dei fath li compre11dere in quale abisso d1 rov111ae d1 abb,1ssame 11to mo– rale l ha prec1p1tata una civiltd, che era di– retta escl11s1vame11te a fi111 d1 conquista. PIE: TRO KR OP()T Kll'-E. ANGI OLO G10\'ANNOZZI, g ere11/e-respo,isa/Jile. ~------ --~~-., ..---- FlrtDU , 1914. Stab. Tip. • UOl:"( 0, VII dtl kru l, Il. - Tel. ,.as. GIUS. illlTEnza & flGIII• Batri E DITORI Sono stati pubblicati i primi due volrm,i del 'opera : BEN E DETTO CR O CE LA LETTERATURA DELLANUOVA ITALIA Il Croce soddisfacendo acl 1m geuerale desi– derio ha raccolto e coordinato in quattro vo- ~~;:1a i ,:,:ff id!7 1 ::c!~ie:;~r;;acj,~a~~~:;~ ;:~:;:e:;; e tante discussio 11i snscitaro110via via che J11- ro110pubblicati 11e/la rivista la Critica (dal 1909 fin o ai pri11cipii del 19q). /?accolti i11 volumi, disposti con criterio di cronologia e per affiniM, opport11uame11te_ar– monizzati co11qualche ritocco, questi sagç1 co– stituiscono nel fatto una storia molto ricca e particolareggiata della lelteratr,ra della nu ova Italia, dalle ultime opere di Giovam1i Prat i a D'Ammn zio e al Pascoli. Una scelta biblio– grafia, che accompagna ciasc1111 volume, reude facile il procacciarsi iuformazioni su tutte le opere e gli scrittori dei quali si lratl!i. Il primo volume contiene : Avve rtenza . 1. 11 tramo nto di Giova nni Prati. - 11. Gli ultimi romanzi di F. O. Gucr– razzi. - ] 11. Niccolò Tomma seo. - IV. Alear– do Aleardi. - V. Vincenzo Padula . - VI. Giu – seppe Ro van i - Jppolito Nievo. - Vl t. Vi.t– torio Bersezio e il teatr o pien1.ontcsc. - VII I. Alessandro ì\'lanzoni e la que stio ne della lin– gua . - I X. Edmondo Dc Amicis. .- X. A. G. Barrili. S. Fari na. - X I. Vittorio Bctteloni. - Xli. B. Zendr ini, G. Chiar ini, C. A. Costanzo x~/l6.j~,1;.~1,~ y ~~~a 1; 1_v X~·rt,~ ~~i~:r: chetti. - XVIL Giacomo Zanella. - XV ILI. Paolo F(."rrari. - X IX. Achille Torcili. - XX. Lu igi Settembrini. - XXI. Francesco dc San– ctis. - XXII. V. Fornari - B. Spaventa. - XXIII. A. C. dc ì\leis, G. Treu .a., V. Gior – dano Zocchi, A. Tar i. Il seco,ulo volume contieue : XX IV. Anticarducc ianismo post umo. - XXV . Le varie tendenze o le armonie e di– sarmonie di Giosue Cardu cci: - XXV I. Lo ~ '~{};1I~n1ti°C;~eJ~~cci~~!i t~~· c~1c~;~~ . : XXVII I. E. Nencioni, E. P an7.acchi. XXIX . Olindo Guerrini. - XXX . Pietro Cossa. - XXXI. Felice C.,va llotti. - XXX II. Mario Rap isardi . - XXXII[. Arturo Graf. - XXX IV. Giuseppe Giacosa . - XXXV. V. Ric cardi cli Lantos ca , A. Ròndani . - XXXVl. Po mpeo Bett ini. - XXXV ll . Giovann i Mar– rad i. - XXXVl lJ . S. Fcrr ari. G. Mazzoni, G. Ricci Signorini. - XXXIX. Cesa re Pa– scarclla. • XL. La cont essa L, ra. Annie Vi– vant i. - XU. Ada Negri. - XLff. A. Bo– nacci, V. Aganoo r, E. Capcce latro . Prezzo di ciascuu volume: L. 6 ,50 1 vollfmi I I I e I V, coi quali l' oj)ertt sard compiu ta. so110in corso di slt1mpa, e sara11110 messi in commercio il I I I ·nel febbraio ed il I V nel maggio del 1915. A chi volesse sottos:r iversl ali' opera completi , pagando all'atto della sotloscrltlone i quatt ro volumi, sino a tutto Dicembre J9J4, aar.\ c:an• cesso il preuo complessivo di L. 22 invec:e di 26. Olrlrere comml11lool e nella alla Cau Edllrlu OIUS.LATERZA & FIOLI, Bui .

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