L'Unità - anno III - n.37 - 4 dicembre 1914

582 L ' UNITÀ b:1lb dcli' Austrin gli stnt i bnlcanic-i. Cioè I'Austri:1 potrebbe minaccinrci non solo d:ll T rentino e d:, l' ol:i., ma dall e coste del basso Adriatico. E noi non potremmo fare assegna mento su una inte sa militar e col Montenegro e con la Serbin : le cui forze, anzi, sa rebber o :1ssorbitc nel sistema mili– tnre austro-ung:uico e aum en terebbero la nostra inferiorit:ì. Per il bas so J\dri ntico - di cono i tri pli– cisti - l' Italia è assicur:H:l dai trattat i itnl o.:n1str iaci per I' in rcgr it:\ e l' ::tutonomia dcll'Alba nia . Ma i trattat i - cc lo h:tnno detto e ri– dcuo chi sa qu:1nte volte i tede schi, e lo hanno dimostr:uo nel caso ciel Belgio - sono carta ccia da buttare nel cest ino, quand o l' :1ltr o contraente non :1bbi:1 la forza di forli rispett;irc. E :1 qu ei trattat i l'Austria si è indotta , appunto per evitare il peri colo che cercassimo la g:nenz ia de i nostr i interessi fuori della Tri plice. Or:1 qu.1le possib ilità di difesa e di offesa ci rimarrebbe più il giorno in cui le potenze estranee :1lla Tripli ce fos– sero pros trate ? L' Austr ia - dicono i nipli cisti - ci può a bb:mdona rc Vallona e l'A lbania mcr i– dion:1le. l\In. :1nchc amm esso che qu este rose non presen tino per noi nessuna spina che ne dimin uisca assa i il pregio - le bocche di Cattaro , per es., liberate da lla minaccia del l.ovcen dop o la sottomi ssione <lcl Monte– negro e sostenut e sempr e da Pola, annu lle– rebb ero ogn i va lore di Vallona - chi non vede che qu esto compe nso non diminu i– rebbe in null a la schi:-tcciant e super iorità terrestre che verrebbe a conqui sta re l'Au – st ria ? Jn queste cond izioni, a che ci servir eb– bero, di graz ia, la Corsica e l' Affrica sett en– tri ona le? In che cosa aum entere bbero esse le nostre capacit:1 econo miche e fin:mzia– ric l In che cosa ci raffo rzerebbero militar – mente verso oricnre, di front e alla ingi– ganr ita pressione au srria ca ? Non sarebbe que sto il principio di un nu ovo penoso e lungo periodo di suddi– tanza, in cui ci occorrereb be essere dcl– i' Austria, come fra il 188~ e il IQ02, o al– leati o nemic i: a.llea.ti tr ascurati o nemici impo tenti ? Da che è scopp i:ua la guerrn fra Du plice aust ro-tedesca e T riplice Int esa l'It alia è di venuta la beniamin a di runo il mondo : non vi sono carezze e pro ffcrte, che ci sieno rispar mia te di qu a e di I::\. Que sto non di pende da nessuna spec iale impr ovv isa te– nerezza, che sia n~ta nel cuo re dei nostri amic i e dei nostri alleati. Di pende dal fotto che le forze dei contenden ti si equilibran o. E moga ri qu esta situ:1zione di equi librio potesse dur :ire etern ament e :1nche dopo la guerra ! Ma questo nessuno può nè prctcn– clcrlo nè sperarlo. Quel che possiamo desi– der are, nell' int eresse della nostra futura libertà d'azione, è che ncssuPa delle due parti acqui sti un a così str abocc hevole su– periorità sul!' alt ra da potere obb ligare an– che noi nd en trare nella sua sfera d' in– fluenza co me stato vassa llo. E' bene cht 110,1 ci facciamo illusioni : se q1uslfl guerra fini rà rol p rostrommt o dello ([riplice lnt eSfl e con la villoria del blocco nustro-germnnico, gli Stati 11c11trnlidovrmrno e11trnre nrlln sudditow:,11 dei tJincitori, non meno dei vinti . E meno che mai può aspet– iarsi grandi riguardi il nostro paese, la cui 1uutrt1lità i: già co11sidrrntn da tedeschi td nu strind come un tradimento. I socialisti u.lfidoli, chr nspetlflllO di essere asSflliti dol– i' Auslria per gridare nll' orm i nit' nrmi, pos– sono dormir e tran quilli: il blocco n11stro-ger- 111011icodopo In vitto ria, non avrà bisogno di assalire r l tolia per costringerla olla ser– tJit,t: basterà che esso coma ndi, e noi dovremo oblttdirt : snrt mmo folli se preten– dessimo rivoltarci . La vitt oria della Triplice In– tesa. La nostra indipendenza naz iona le, cioè il nostro libe ro sviluppo int erno cd esterno, non sa rebbe, invece, in nessun modo, nè diminuito nè ITUnacciato da una vittor ia della Triplice Intesa . ! li sistema austro-tedesco differisce, in– fatti, da l sistema anglo-franco-russo spec ial– mente per questo : che il primo raccogl ie in blocco omogeneo e compatto tutte le forze della razza germanica, cioè tjrca ottanta milion i di uomin i, accampar i nel cuore dc li' Eu ropa, organizzat i militarmente, ubbidienti fino ; i.IP croism.o, disciplinari fino :1lla completa soppressione della pcrsona lid, cduc:1ti :1d un' idea altissima della propria potenza, conv inti che il predominio tedes co \ sul mondo debba portar scco la felicità del mondo; - la Tripl ice Intesa, invece, non presenta nessuna compattezza e omoge– neità, nessuna perman ente coincidenza di interessi, nessuna comunanz:t di lingua , di nadizi oni, cli abitudi ni psicologiche, di asp i- 1 raz.ioni nazionali, nessuna po~sibilit:\ di creare , mai una organ izz.azione politi cn e militare mica. Per qu;into male questa guerra possa an – dare olla Germania, un pro fitto essa certo ne ricaver?t, anzi ne ha ricava to, e nessuna forza potd distruggerlo: i tede schi del– l'Au st ria non si scnt irnnno più austr iaci, si sentirann o tedesc hi, niente altro che tede– schi ; I' aiut o dei loro frate lli di German ia sar:\ d:i ora in poi, per essi, cond ii ione es– senz.iale di vita, sia che debbano in caso di vitt ori:i. organizzare la loro egemonia sug li slav i balcanici, sia che la scon fitta li obbli– ghi ad una formid ab ile opera di difesa in un'Austr ia limirnra di forze e di territorio . Nella Triplice Intesa, invece, la vitt oria dcter min ed il rallent:tmento dei vincoli su cui è fondata. Non appen:l sia scomparso lo spe tt ro della egemon ia germa nica, i di– versi clementi della mescolanza tenderanno a riprendere la loro libert:\ natura le. Cioè: se vinceranno le due Potenze del- 1' Europa centra le, b. razza german ica non do– vrà render conto che a se stessa dell'uso che far:\ de lla vjn oria. E int orno al ricostituit o Sacro Romano I mpcro della Nazione Ger– m:rnica non vi sarà possib ilir:\ di vita che per una plei:1de incoerente cd im potente di ~t:i.tc1dli va:;s.alli, nei y_u,ili la \lni ...a r,1z.&a domi nante, contro ller:\ la misura e l' uso delle forze militari, I' org:m izzazione e il fun zion:lmento delle scuole, delle ferrovie, delle ba nche con metodi ana logh i a que lli, che l'Au str ia pre tendeva nel luglio scor– so d' im porre alla Serb ia, prometten do (bontà sua) di rispett arne.... la int egri– tà. Nè l'I mpero mond iale german ico po– tr:\ rinunziare ad assume re queste garen– zie fuori dei suoi confini politici, se vorrà evitare le noie di insubord inazioni perico– lose e di conti nue 11 sped izioni punitive » cont ro chi non si dimostri sufficiente mente educato :illa perfe tta disciplina germanica. Nel c:lso della vittorÌ:l della Tr iplice In– t esa, invece, i vincitori dov rann o comin– ciare a far e i cont i tra loro. E maggiore sa rà il num ero dei pa rtec ipi alla vitt oria, più gli appetiti degli uni sara nno limit at i dagli appet iti degli alt ri. E rimarrà semp re, fuori della Triplice Intesa, una Ge11nan!a formi – dab ile. E con essa potr:\ sempre allearsi que llo fra i vincitor i, che si senta min ac– ci,n o d:d prepotere dei suoi soci. E il peri- t colo dello sbanda mento, di fronte al nem ico pronto a risorgere, obb lighed i vincitor i 1 ad una relativa equ it:\ reciproca nei patt i della pace. E nnche dopo la pace, la ne– cessità di garentirsi reciprocmncnte il nuovo stato di cose contro ogn i tenta tivo di rivin – cita da parte dei vint i, obb ligherà turti ad una prat ica giorna liera di buona volontà e di equilibrio. Nella vill oria de lla Triplice In tesa, in– somm a, tutte le nazio ni minor i vedranno assicu rata la loro indipendenz a, non. per generosità dei vincitori, ma perchè ciascuna in caso di pericolo avrebbe sempre a sua disposizione una minoranz a a cui appog– giarsi cont ro le prevar icazion i della maggio– rnnz<L Per quanto riguarda I' lt alia è eviden te che essa n.è per terr;i, nè per mar e vedrebbe menom ata da una vittori:t della Triplice Intesa la propria libcrril di :nionc. Per terra avremo sempre modo di allearc i Biblioteca Gino Bianco ad una forte Germania contro una even– tu ale prepotenza francese; o di allearc i con la Francia contro eventuali prepotenze della Germania o degli alleati de lla Germania. E appunto - data la necessità che noi abbiamo di impedire tanto un eccess ivo indebolimento della Germ ania quanto la ro– vina della Francia - il nostro intervento nella guerra a fianco del blocco aus tro– germa nico sare bbe stato da parte nostrn un funestissimo errore, perchè avre bbe con– corso alla distruzione della Francia; e il nos tro eventuale inter vent o a fianco della Triplice Intesa dovrebbe esse re accompa – gnato da l patto esplic ito che i vincitori non devono pretendere uno sme mbramento della Gcrm:m ia, come gi:\ cominciano a sognare i n:-ez.ionalist i france si. Per m:irc è facile prevede re che i vin ci– tori - qua li che essi sieno - an nien te– ranno o con fische ranno le florre elci vint i e li obbligheranno a disarmare gli arsenal i e a smettere ogn i progetto di nuove costru – zioni nava li. - Ora, in caso di vittoria austro -germanica, sia che I' lt:lli:1 contr i– buisca alla vittoria sia che si tenga neutrale, noi sare mm o in balia della confeder azione austr o-ger mani ca. In caso di vit tor ia della Triplice Intesa, invece, le florre sop ravv is– su te alla grande prova sarebbero tre; e la nostra sarebbe la quarta . Nessuno potrebbe pretendere al dominio assoluto su tutti gli alni, senza vedere immediata mente questi stringersi insieme e resis tere vigorosame nte alle nuove ambizioni. La stessa J nghilterra 1 se dovesse ritornare 3.d urtarsi con la Fran – cia e con la Russia, dovrebbe fare asseg na– mento su noi. Nè sarebbe ma i possibi le, una gene rale coalizione anglo- fronco•russ:i contro di noi, salvo che noi non la provo– cassimo con una insigne follia, come sa• rebbe stata qu ella di un nostro int erve nto nella guerra a fianco della Germ ani:1 e del– )'Austr ia. li segreto delle simpatie istintive, che la Triplice Intesa gode in Irnlia e in tutto i1 mondo, è appunto questo : che la tJÌtloria della <f riplite I ,11eso non minaccia lo indi– ptndnzzn no zionolr -,,; de/I' lt t:lin 11( di al– cun' nitro 1111zio,u l.'uropen, al contrario di ciò cht si deve aspettare da una villoria au.stro-,euma ,iica. E 5e alla vitt oria della Tripli ce Int esa dovesse essere necessario I' int erve nt o del~ l' Italia, il nostro governo non dovrebbe esit are :ld uscire dalla neut ralità, e il paese dovrebbe :1ccettare con animo forte e se– reno la guerra , nel!' intere sse della nost ra e_atria, e nell'_interc ssé di i~ tt ~· le na~i~_ni minor i che sono come n~i mina cciat e dal : p:_edo!: nio german ico. G. Salv emini. I DUE INTERNAZIONALISMI I. Un a vecchia pag ina. (C r-i1it .1 soti!!lt, 1 febbraio 1909). L ' inte1nazion.ilismo ha fatt o, dunqu e, ban– f'arntta? Se foo.'i cOH\i11to c!i qul'sta. banca rotta, non esiter ei pc:- conto mio a dichiararla e a farmi scomunicare clagh ortodo-;:-i : non c-.it'!rèi a relegare anche I ' int ernazionalismc fra gli 11: spettri di idee •· Ma no : bancarotta l' internaziona lismo non I' ha fatta. F. non la farà, purchè n("lisappiamo volere que l che dobbi:tmo volere. e non com– rnzttiamo l'errore di confond ere il vero in– tzrnaziona lismo con quello C'he è appunt o il suo , spettro •· Attraverso l' evoluzione storica passata, co– me .Ee.!_confin_i cli ci~'!!!,.0 JiJato si è format o un insieme di classi dominanti e un insiemc– cli classi dominat e, cosl nei rapport i int erna– ;donali esistono Stati piì1 forti e Stati pii1 de– boli : ~ borghesi e Stati proletari. Le caste burocratico-militar i prima . e le classi capitalistiche poi, hann o cercato ovun– ttne <li creare a vantaggio proprio e a dan no altrui monopoli politici ccl economici. E in questa ressa alcuni hann o_avuto fort una.: ma i pili sono rimas ti appiedati. E i proletari degli Stat i privilcgjat i, sebbene– non godano se non le briciole elci privilegi conquistati clall' aggregato etnico o politico, cli cui fanno par te, sono immediatam ente in– teressati al mantenimento di questi pr-ivilegi. Il loro tornaconto immediato li porta conti– nuame nte a considerarsi eredi dei privilegi che la propria borghes ia. è riuscita ad appro– priars i di fronte agli altri gruppi et-nici e po– litici, e a incoraggiare la propr ia borghesia alla conquista cli altri privilegi, di cui essi appr o– fittano indirettam ente oggi e sara nno gli credi dirett i domani. Insomma le classi proletarie elci paesi oggi piò potenti si tro:vano continuam ente dinanzi al bivio: o rinunziare ai pri\'ilcgi ciel proprio gruppo, in modo che nel gioco delle forze economiche e morali, libc1atc da ogni inciampo cli monopoli politici passati, preva lgano pcl bene di tutti le sole mul'cvoli superiorità na– turali ; oppu re perpetuare nella unit à inter– nazionale il predominio trad iziona le del pro- Ora, come nel riordinamento int erno di cia– scuno Stato il socialismo sarebbe wn ingan no, se non condu cesse gli ultimi ad avere gli stessi diritt i e le identiche capacità esterne cli svi– JupJ>Oelci primi; cosi l' interna zionalismo non j mrebbc socialista. se attraverso esso si per– fpct uassero i privilegi di una raZ1.a sull'altra. Gli umili saranno esalta ti e chi è alto sarà umiliato. Una. int ernazionale, in cui tutti non fossero eguali, sarebbe una int ernazionale cli grupp i oppressori - anche se operai - e di gruppi oppressi. E, se contr ibuissero a crear la non solo coloro che hanno spera nza cli essere op– pressori, ma anche coloro che sono minac– ciati cli essere oppress i, non avremmo la in– ternaziona le elci liberi e degli uguali, ma la internazionale dei furbi e degli sciocchi. Noi, socialisti it~lliani, non vogliamo essere sciocchi: ecco tnlt o. Si dirà per questo che l'i nternazionalismo - il vero int:crnaziona– lismo socialist a - ha faUo banca.rot ta ? - Ohibò! - La banca rotta l' ha fatta .. . quel - 1' altro. xxx Il. Pa nge rqia nismo e socialismo tedesco. Chi si meraviglia della unanim ittl., con cui i socialisti tedeschi si sono precipit ali dietro al loro Kaiser alla conquista del predominio mondiale, ignora tutta la educazione scicv i– nist ica. elci socialismo tedesco . Dal 1870 in pci non vi è stato tedesco - borghese o socialista - il quale non fosse convinto della. superiorità. assoluta del suo paese su tutti i p..1.csi del mondo. r borghesi affcrma\'ano la. super iorità propr ia nel mondo borghese, che credeva no eterno . l socialis ti afferma vano la loro superiorità nel mondo socialist a. che si andava prepara ndo. Salvo questa clillerenza, tanto gli uni quan to gli altri att ribuivano alla Germania la funzione di conduttrice dc li' umanità verso la beat i– tudine. Scrive, per es., Bcbcl ,.;!e La domw e il so– cialismo : • Noi siamo vicini al momento, in cui i temp i saran no maturi. La. Gcrmau ia 11cl prossimo periodo di movimento •tlanJ. la sfiinta agli altri paesi.. La Germania ha assunto prio grupp o, in nome non più elci naziona- nella gram/c lotta gigantesca, che si combatterà lismo, ma del socialismo intcrna.;,ionale. ue/l ' avvenire, la parte del d11cc. alla quale scm- E le classi proletarie deg li Stati proletari, bra predestinata per il suo sviluppo cd anche devono tenere ~ aperti gli occhi di1!:!!!,L per la sua posizione geografica, come il cuo re ali ' internazionalismo dei proletar iati pii1 evo- dcli' Eur opa. Non (; un caso che sieno tede- luti _c. pii1 >0tenti ; affinchè non avve nga ad esse quel che a\'venne ai selvagg i dell'Amer ica, che credettero :l.11' internaziona lismo degli amici di Cristororo Colombo, i quali dcccva no : Viva la libcrtd, semo Jralclli; e davano T"etr i rolli in compenso cli oro. schi i duci.... E neppure è un caso che il mo– vimento socialista tedesco sia il pii1 im1>0r– tantc del mondo e che abbia supera.t:o il mo– vimento delle altre nazioni , e special mcnle quello della Fra11cia., la quale si arres tò ad una specie di S\'iluppo semi-borgh ese. Non ~

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