L'Unità - anno III - n.35 - 28 agosto 1914

574 l' Aust:·ia vogJi[tno abusare della vittoria. Se <1ucsta sarà invece clcgli alleati, allora la mi• naccia del no ~t.ro intervento potrà valere ad imporre agli impe ri centrali la pace, ove cs.-.i ro'.-;scro riluttanti ad acC'cttarla. - Quanto ag li iPtcress i naziona li è C\ idcn tc che noi primo caso essi sara nno meno danneggiat i d:111· astensione che da ll'intervento; e nel 'iC– condo caso potranno essere ugua lmente av– vnntagg iat-i d a abili negoziaz ioni dip lomat iche:, <prnndo il Gove rno ~appia far apprezza re agli alleati tutt o il vantaggio per c~ i della nostra neutra lità arm ata. Così è oggi ; ma se doman i le incogn ite delle guerra ci do,·csscro porre dinan✓.i a circos tanze nuove o affatto cli\ crsc , allora la dclibC'ra, che fu oppor tuni ssima, e l' attegg iamento. che è log ico, del P. S., avrebbero neces~it-à. di rev ii-ione e di mut ament o. Allora se ad af– frel lar e la fme della guerr a o nel imp edire il triOPfo di un imperialismo pesa nt ement e mi– litarista e r agg ra va n,i cli prob lemi naz ionali, che allont anerebbero la net ta pos izione e la soluzione de l pr ob lema soc iale, ap parisse più va ntagg ioso che l'I talia uscisse dalla sua Peulrali tà : in quel giorno . ove il Governo fosse tratt o. non certo da qu este co1,sidcrnzi oni , ma da co nside raz ioni d' int 01cssc naziona le o borg hese, a proclam a re l'intervent o, il P. S. I. non dovrebbe riparar si d ietro un a pr egiudi– ziale cd imp edire che il proletariato cl' It alia por ti il suo contribu to cli ::,acrifizi e d i dolori alla ca usa e ali ' avven ire del proletari a to in – tC'rna,do nal e. Ma ogg i, come ogg i - rip eto - esso fa be ne ad insistere con fc1 mezza nel suo attc g- 1;:fa ment o e oppor si cont ro t utt e le sugge sti oni g11cr resc he. U. C. ì\lO?-:OOLFO. FALSIFICAZIONI? L' .\ ziOne di .ìl i/a,;n, organo dei ·nazionalisti ltberafi, ci vuol co1:liere i11co11traddi:io11e perchè alt' antica nostra ca111pt1gua co11tro le fafsific{l– ::ioJ// lripoli11e 11011 corrisprmd e ora 11emm c110 llld l paro la di biasi mo co11tro le 111011/afllre frrm – cofilc del Secolo e ,frgli organi m i11ori della de– nwcra.:ia radi co-r,for m isla. Potrem mo rispondere Jaci!mr,1te che 1111 pa– ragone fra lr due 111011/Murc è umplice ,mmt,· m1pos.tibife : allort1 si falsificavano di sa11a pi,111tt1 relazioni scie11t1fichr. lctterl' d' 1•omim politici, descrizioni di luogh i e 1,otizie di falli <M1 lo scopo preciso d1 lrtwitm • /' np111ione p11b– blirn e di creare 1111 e11tw;ias mo arlificioso per 1111 impres a. che l giri cost(l/t1 quasi due miliar di ed ha olteiwtn l'effe tto ti' imlebnfire mili tarmen te I' ltali t1 nel momen to del pericolo; oggi i11vrcc le 110/izie so,10 parola per parola le stesse su fotti , g,oni afi di tutti i colon : la so/a, diff e• u11::a è nei titoli cd i11 qualche commento di cf– fi :acia pi ,i che mo1esla. .\la, a11che rido11<1r11tro q11esll limiti assa, m&frsti, la le11dc11::aad impressio11are I' opi- 111011epubblic a ital,am, in m, scuso piut!ostuhè i11 r•a altro esi... te ejfettitmnl' nle: e uoi 11011 csilifmw ad acco11te11lare I' J\ziClne dichiarando chi• è ques ta 11,ia tc1ufe11za /Joco seria e ft!Jrico– losa, sebbene rssn si" Mala com1me fi11ora uon solo alfa democrazit, srcolim,, ma a quasi tutti i q11o!idia11i d' ltt 1/ia. Convinti , come siamo che li supr emo pericolo per l' lhllia, accresciuto dalle 11t!torie di qutsli 1:ior11i e dall'esempio mcr<n•i!f!ioso di prepara– ::,one. di disciplimt e di slailcio cl,c dà I' cser– r.,to tedesco, sit1 cJstituito dalle !emlcuze impe– l'ia/istc ed esclllsivistc dr/lo SMl o, delllL 11azio11r t' del!a civiltà ;:cnnauica, co11vinti che la foru, d' rspt111sio1!e dei tedeschi e fu loro p repom/e– ra11tc potc11zt1 militarr costituiscf 1110 111w minac – cia gravissima per I' esiste11::a. autonoma delle 1w::iuni minori, giudichiamo lutta vit, ridicolo. da pari!- dei giornali italia►:i, ripe tendo le accuse dti frtmcesi e dei belgi, parlare di 111vtrsio 11ilmr– bari chc, di Un11i e <li Goti. Come rite11ia11;0 tfom slroso per /' ltalit1 ltt d1ffu sio 11e d'uno stato d' m1imo quietis ta, che allcnda chi sa quali be,1efici dal mant enimento pri\.~itro della neutral illì, crcdit11110 anche pilt .fnrui cioso il prcparwc gli a11imi uliti gra11dc incog11ita d' um i guerra con affermazio11/ /eg– g,·re sulle pretese debolezze dr/ pres1111to ne• mzco e sulla facili/ti dcli' impresa. Soltanto guarda11do in Jauitt ,I peri,;o/o e app 1u::a11do le qualità e la _forra dl'i possibili m·L•er,;crri si può preparors1 (l(l affr ontare la sorte con cmimo virile e ad evitare del11sio11i di– sastrose. I vecchi abbonati che ancora non hanno pagato l' abbon amento per il 1914 sono pregati di farlo al più presto. L ' UNIT ;_ OFFERTE INSIDIOSE 11 cont e Giulio Andra ssy - uno dei più autor evoli rappr esent anti di quella oligarch ia magiara, a cui si devono at– tribuir e in prima linea le respo nsa bi– lità della guerr a cont ro la Serb ia e della conseguente crisi mond iale - ha pub bli– ca to nella Neuc Fre ic Presse un art i– colo, che non a torto il Secolo repu ta scritto d' acco rcio coi circoli ufficiali di Vienna. l.'A ndrassy offre ali' Italia « tutta l'Al– frica sett ent rionale, Nizza. Savo ia e la Corsica )I, purchè aiut i l'Au stria e la Germania ad abbatt ere la Tri plice In – tesa . Le conqu iste, che farebb e l' Au– stria nella penisola balc anica, non pro– durrebbero nessuno sposta ment o cl' equi – libri o ncll' Adriatico, da l momen to c11c l' Austri a lascerebbe stare l'A lbania. Così l' Italia si troverebbe tranquilla nell'A– dri atico e padrona del ~lcditcrraneo. li cont e Andrassy non è il prim o uomo politico dell'A ustria e della Germania, che laccia ali' It alia questo genere di offerte. Ncll' autu nno elci 19rr . allorché l' imp resa cli Tri poli Ieee credere nelle sfe re ufficiali austriache e germ aniche alla possibilità di un rinnova ment o della Tri plice Allea nza con nu ovi patt i offen– sivi contr o la F rancia e l' Inghilterra, le propos te del conte And rassy lurono già presenta te da altri. E in questo giorn ale noi ab biamo più volte richiamato l' at– tenzione su quelle pr oposte, in cui fino cl' allora si man ifestava nett am ente il prograrnma dei circoli ufficiali austriaci e tedeschi. Per es. il conte di Rcvcntlow. noto ca po-squad ra dei pangcrmanisti, scrive,·a nella Dcutsche T agcszeitung dcli' ott o– bre 19n : 1< Sino a che la Germania desidera I' allcan;,:a coli' ;\u st·ria , deve desidera re l'a llean za con l' Italia. Nel caso di guerra europe a, solo la Germa nia e l'Austr ia potrebbero p.-ome ttcrc ali' lt alia, se vit tor iÒSe. nuov i territori, e ciò ~arcbbe forse decis ivo per il suo a ttegg ia– mcnlo. .Vuoui territorii i11 A/rie,, o qualch e isola 11el J/ editerra nco O(;Cidenta/e alla. qu ale non va nn o per adesso le sue asp iraz ioni. Che I' Italia mi ri a div entar piì1 forte poss ibilo nel mare è sommo int eresse della Germa nia {cont.ro l' Inghilterra) . E nccn nto a ll' lt alia anch e un· Austr ia forte sul mare. L' Italia fart i bene a ricordarsi che la Cerma11i<1se vii· toriosa, può darl e molto , purché ben inteso ella compia il suo dovere. Sarebbe incompre nsi– bile che la Germ ania aiutasse ora. l' It-a.Jia scn;,:a pretende re alcu n corr ispett ivo •· E I' c.._-ministro tedesco a .Lisbona, Run dschau, scr ivc,·a sulle l3crlincr Ncu– stc Nachriclen, sempr e nell'o tt obre I C)I r: • I.' Italia troverà nella occupaz ione della Tripolitan ia e nello svi luppo dei propr i inte– ress i in que l nuovo paese mrn dit1ersio11e alfe 110/e sue aspirazioni verso le coste adriatiche ; o ciò che è pii.1 importante ancora, essa si trove rà con qu esta. occ upar.ione in ant itesi colla costa nte violaz ione di confin i e di di• ritti che forma. la baso deg li intrighi che si S\'Olgono ncll' occupazione delle coste afri – cane (dunque con la Frn.ncia e con 1· Inghi l– ter ra). Lo svil uppo della colo11iz::azio11eitaliana a T1misi avnì con q1testa occupa::ioue 1m nuovo i11citam c11to •· E il consigliere cli legaz ione \/ on f loc– ckcr scriveva sul Tag berlinese sempre ncll' otto br e I<)II : La conservazione della T riplice è compito pH1 imp or tan te di qua lsias i altro. E l'affar e di Tripo li può condurre a 1111 rinf orw della Trip lice stessa . da un lato pcrchl: l'Ita lia in possesso de lla Tripolita nia 11011t1ur<i più da osservare verso la F nwcia i riguardi a cui era tenut-a finora., e d'a ltro lato perc hè Tri– poli tlùtrae l' /Ialiti dal 'Albania e da i co11- fi11i twstrioci •· E un altro autore,·ole scri tt ore tede– sco, il ) locller van den 13ruck, scrin _• nel Tng del dicem bre : n Se l' Italia comp rend e il suo avvenire, Tri – poli sar:ì solo un primo passo , <t wi dovnl se– guire 1m più gra11de possesso sulla costa afri– cam,, cosi cla diven ire essa la prima potenza del mond o latino. L'avvenire dcli' Halia 11011 dct·c dccitlcrsi 11e/f'Adriatico. ma nel ) lccliter– ranc o mer idional e cd occ identale, dove essa s'incontra co n la Francia •· Non occo rr e molto comprendonio per intu ire che discorsi assa i analoghi a qu elli dei sudd etti scritt ori debba fare in qu esti giorn i a Roma il ba rone l\[ac– chio, nuovo ambasc iato re aus triaco, ap– poggiato da lla diplomazia tedesca . E noi auguriamo ardent emente che il nost ro Governo non ceda a siffatt e ten– tazioni. Anche ammessa la possibilità mate– riale cli rea lizzare il saccheggio offertoci da i pirati dcli' imperialismo tedesco con– tro le forze na vali anglo-francesi, bisog na che gl' italiani, i quali si sent ano tentati eia quella opulenta offerta di terri tori eia inghiott ire, giudichino se l'It alia abbia un o sto maco sufficiente per digerirli. Se l'Au – stri a e la Germania riesciranno vincitori di qu esta prova , sarà bene che tutti quei paes i se li tengano per sè e ci pen– sino esse ad ammini strarli. 1\fa an che amm essa per noi la utilità di quelle conquiste, esse non potreb– bero avve nire se non con la dist ruzione o almeno con un prostram ento completo dcli' Inghilterr a e della F ra ncia. Ora, quand o venissero meno questi due po– tent issimi contrapp esi alla pr epotenza austr o-germ anica, chi salverebbe l' lt a– lia dal vassa llaggio dei vincitori ? Le carezze, con cui l' It alia è ogg i sollet icat a da ogni part e, si spiegan o con un fatt o solo : col fatt o che le forze dei contendenti si equilibra no. La guerr a è scopp iata appunt o pcrchè non esi– steva più in Eur opa una magg iora nza invincibile, contr o cui si levasse una minoranza formi dabile, ca pace di resi– stere al pr epotere della magg iora nza. Tanto per terra , quanto per mar e le forze della Trip lice Alleanza e quelle della Trfplicc Intcsa tend evano a pareg– giarsi : e così dopo un dece nnio di folli aumen ti milit ari da una parte e dal- 1' altra, la guerra è venut a a rompere una situ az ione, che era di venut a eco– nomica mente insoste nibile tanto per gli uni quanto per gli altri. L ' Italia ha po- . tuto, pro prio al momen1o critico, per sua fort una, tirarsi da par te, mett ersi alla finestra a farsi vag heggia re da tu tt i i passant i, o - se si prefe risce la bru– tale metafora di Bismarck - ritorna re a fare la putaine qui marche le trottoir. E l'interesse nost ro evident e cons iste appunto ncll' ott enere che la guerra non si chiud a con la egemon ia incontr asta– bile nè dcli' una nè dcli' altra part e. 11 giorno in cui F ra ncia e Inghilt err a clivenissr ro del tu tto inca paci di fronteg– giare le pressioni aust ro-ger maniche, an– che l'It alia con tutta la sua Affrica set– tent riona le, e con le annesse Corsica e Savoia e ~ izza, sarebbe ridott a ad uno stato di incrollabile sud dit anza . Della gabbia cl' oro, che ci offre il cont e di Anclrassy, il nostro paese - fin– chè il senso comune non vi sarà elci tu tto scomparso - non può saper che farsene. Se lasse proprio dest ino cicl– i' Europa essere schiaccia ta !ò=Otlo il ca l– cagno ciel milita ri~mo germanico, e a noi fosse tolta Ob-'lli possibilità cli con– tri buire alla lott a genera le, contr o sif– fatt a iattur a, - la sola polit ica ragio– nevole per noi sarebbr cli piegare il capo in silr nzio, subi re in compag nia degli nitr i vinti l'o nta comune, e prepa rare l' a\' \'Cnirc ripara ndo gli erro ri del pas- 1bliotecaGino Bianco salo in un lun go pazi ent e lavoro di re– sta urazione morale e int cllcttuak•. I po– poli non muoiono per la ,·iolcnza altrui; muoiono pr r ind egnità morale propria. E l'imperialismo tedesco , offr,.:ndoci un così lauto botti no, se ci rendiamo suoi schiavi volontari, ci pr0ponc nè più n<' meno che il nostro ~uicidio mor,1le. Per qua nt o riguarda l'Adr iatico, il conte /\ndrassy si aiuta a svento lare il hanclicronc cicli' aut onomia albanese. l\Ia sa rebbe br nc che la diplomazia austriaca la smett esse una buona Yolta con que– sta canzonatu ra, a cui non può crede re - che è qua nt o dir e -- neanche I' on. Di San Giuliano con I' am 1essv Dc ~lar– tin o. 11 gio1110, in cui l' Austria fos~c pa– dro,,a, diet ro l' Alba nia, del la Serbia e della )la cedonia fino a Salonicco, l'a ut o– nomia· albanese sa rebbe ma ndata immc~ diatamcn tc in soffitta . Essa scrive oggi per addor ment are la nostra ben nota impr evidenza. finchè il primo num ero del progra mma aust riaco (assorbim ent o ciC'lla Serbia e della ) laccdo nia) non sia esa u– rit o : fatt o questo prim o passo, il se– condo non si la!ò=ccrebbc aspett are. Ci sa rebbero, si dirà. gl' imp egni con l' It alia pC'r il famoso noli me tangere a!banesc. ~la i tr att ati - ce lo hanno dett o e ridetto non si sa q uant e volte i tedesch i - sono ca rta ccia da butt are nel cest ino, qu ando l'a ltr o cont rae nt e non abbia la !orza per farli rispett are. E ali' Italia ma ncherebbe appun to ogni possibilità di difesa e cli offesa , il gion10 che il blocco austro-germ anico fosse rie– scito a demo lire, cc n I' aiut o cieli' 1 ta– lia, il contrap peso che gli fanno l' In – ghilterra e la Fran cia. L' Italia - bisog na ripeterlo fino alla sazietà - ha tutt o da temere da nuove espa nsioni aus tr iache nella penisola bal– canica ; e viceve rsa ha qualcos a da spe– rar e dalla forma zione di una grand e Ser– bia a mezzodì dcli' Austria. Se avve nisse, per effett o di qu esta guerra, sia I' acquisto immediato di Sa– lonicco e cli Vallona, sia un nuovo irre– voca bile passo su q uesta ~tr acia in modo da po terse ne prevedere un sicur o arr ivo dcli" Austri a ali' Egeo e al basso Adr ia– tico a scadenza più o meno immediat a, - non ci sarebbero più sull ' Adriati co, ac– cant o agli impotenti sta terelli halcan ici attu ali, due potenze. una delle quali - l' lt alia - può sempre oggi, sia pur e a costo di grav i sacrifizi, conse rvare in fatto di ar mamenti nava li la pr evale nza sull'a ltra - l' Austri a - o a lmeno im– pedirle di acq uistare una pr eva lenza tr oppo pr onunciat a . Nell'Adria tico si tro– verebbero cli fron te du e sole potenze : l' una - l' Austria - enormemente ra f– forzata col possesso di una posizione mi– litare form idab ilr come quella cli Vallona, forti ficata da.Ila incorpo razione di nuove popo lazion i eminent emente bellicose, e monopolizza trice di tutta la ,·it a econo– mica de lla penisola balca nica occiden– tale mediante un unico sistema dogana le e ferrovia rio che and rebbe da Salonicco nel cuore dcli' E uropa central e : l' al– tra - I' Italia - ind ebolita cli qua nt o sarebbe cresciuta la forza cieli' Aust ria, e cost retta a un pere nne ,·assallaggio. Col sorgere della Grande Serbia, in– vece, si incontr erebbe ro nell' Adria tico tr e potenze auto nome: l' Italia ad oves t, l'Aus tri a a nord-est, il nuo,·o Sta to a sud-est. 11nuovo Stato potr ebbe allea rsi, seco ndo il flutt uare dei suoi inte ressi, o con l' Aust ria o con l' It alia : fareb be in dete rmin ati periodi tllla pDlitica do– gana le lavor e,·olc ali'Austr ia o ali' Ita– lia. Dovrebb e essere cur a elci due Sta ti finitimi seg uire nei loro rappo rti col nuo,·o Sta to quella linea cli condotta che meglio valesse a propiziarsene I' amici– zia. La polit ica estera dell' It alia diven– terebbe più difficile. M a dive11terebbi: at– lrel/a11/o />iù difficile la po!iticn estera de/l'Au strin. Di fronte al nu ovo Stato, It alia cd Austr ia si trove rebbero in posi-

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