L'Unità - anno III - n.29 - 17 luglio 1914

550 L 'U NIT À L 'affare P util off. ~ una storia ,,ecch ia già d'akuni mesi e in Francia, nonchè altrove, quasi dimentica ta. Come avvien e dei pa11ici, in gcnern le, che appena rag– giun to lo scopo, sono con ogni studio messi in tncerc da quelli stessi che li nvc ,•:1110 suscitati i cosl anc he l'uffare P11tiloff, appena real izzata la combin nzione li11n11.inria a eni miravn no i pro– motori di questo recen te panico francese, è stato sepolto. Il buon pubblico ha ignorato in tutt o o in gran part e le cnusc e gli effetti dell'affare e la sta mpa da una par te, banc hieri e case d'a rmamen ti dall'u lt ra hann o rea lizzato i loro interessi e forse stanno già preparando qualche altra 11011 meno utile campagna. Intanto, perchè non ne vada perduto ogni insegnamen to, ricor– derò ques ta storin per sommi c;,pi, sulla scorta di alcuni rirticoli dt-1 signo r F. D~laisi (!). Il 27 gennaio l'Erho de Pari i stampava un telegra mma d11 Pietroburgo che diceva : Krupp ha Cùmpernto le oflìcine P utilo0. S i sa che in quelle oflicinc )'ar tiglieri:, di terra è fabb ricata seco ndo i sis temi francesi, da personale fran– cese fornito dal Creusol. Natura lmente la noti• zia suscitò dolore e sor pres a in Francia, e pos• siamo facilmente immaginare quali sarebb ero le conseg uc11.e d' un fatto simile. La sera del giorno stesso il Temps, giorna le uflicioso , pub– blicava: non si trulla di vera compt:ra , ma d'un au mento di capi tale delle oflìcine purtroppo sottoscri tto dn Krupp e dalla Banca ltdtsca, che avrebbero cosi il con trollo su lle medesi me. In– somnrn, se non era un disastro, era una rovin a. Parecchi redattori di giornal i corsero al mini– stero degli Esteri per informaz ioni: qui nessuno ne sa1>eva nulla; alla presidenza del consig lio, lo stes~o. Il giorno dopo, comi nciarono a piove re sme n• lite e chia rimenti. Smen tite da Kru pp e dal governo Russo, chiarimenti del Temps e del– l'Echo de Pnris. Secondo ques ti giornali il con– trntt o Krnpp-P utiloff non era ancora concluso, ma stnva per concluders i, e poi non s i trattava solo di Krupp mn nnche di V1ckers oppllre d'un suo conco rrente. Pn) tardi, il 30 gennai o, il Temps si dfl. In pena d i rassic nra re il pub bliro : 11011 si tratta più di compera nè di contr ollo ; un sind acnto bancn rio, o,•e figura qualche banca tedesca, s'era offerto d' aumen tare il cap itale alla casa Putiloff ; se anche Krupp vi potesse avere qualc he ingerenzn, non c'è da temere che sian tradi ti all'estero segr eti di fabbricazione francese. E Doumergue, il 2 febbraio, rispon• dendo alla Camera ad un' interpellanza dichia– rava che I' inciden te era stato regolato con pieno profitto della Francia I Non rra precisamen te il profitto della Fran• eia, bensl del Creusot; la F'r11nciao per me– glio dire, il popolo francese che non è azionista delle fabbric he <l'rmn'nmenti, è stato semplice– mente mistifica to. La dimostrazio ne di ques to follo ci obbliga n fare una breve scorri banda a traverso la mctnllnrgia di mezza Europa. Qua ndo la Russ ia, uscita dalla crisi finanzia• ria pro,iocntn clnlla guerrn giappo nese e da lla rivoluzione, volle rifore la su.i artigl ieria, passò le ordinazio ni alla cas n Pu tiloff. Questa, che dura11te la guerra :weva I ischia to di fallire e mancava tuttm ·ia di capitali e di strumenti, si rivolse :11Creusot. La banca dell'Unione pari– gim, che finanza tutt i i::li affari del Creusot, portò il capi tale della fabbrica russa da .µ a 66 milioni, cioè collocò 24 milioni di azioni Pu– tiloff presso capitalisti franc es i. In cambio, l'of– ficina russa comprò il macchinario dal Creus ot, e pre se dal Crensot brevetti, disegni e modelli del cannone da 75, col personale tecni co; ci oè divent ò mezza francese. Però il governo russ o che aveva nccettato il cannone francese-, pre(eri il modell o tede5co per l'a rt iglieria pesante ; e Putilo0 si rivo lse a l<rupp , che gli forni anc he lui bre \•etti e personale tecn ico per dirigere la fabbr icazione dc' suoi cnnno n i. Cosi nelle ofli– cinc Putiloff s' installm•auo accan to ai france si 1 diretlori e capi tecnici tedeschi , che cli\•enta– rono in breve maggioranza. In seguito la Russia pensò di riorganizzar e la su I flotta. Il programma na,·ale dello tsar compre ndt: la cos truzi one di tre flotte : del Bal– tico, del Pacifico e de l Mar nero , con forte nu• mero di d:-cadnouglus, incrocia tori, torpedi – niere e so ttomarini per cgnuna. Nel giugno 11112 11 Cfr. la Pt11t ,a, I, dr11t, 10 febbraio ~s maggio 19q. la Ouma votò i crediti necessari, ciac!: tre mi• liardi e 250 milioni di rubli, di cui 1330 mi– lioni da s1>endere nel quinquennio 1913• 18 e la visita d, Poincar~ assicurò al go\•erno russo i capitali delle banche francesi. Naturalmente, il progrnmma 1wvale doveva esse re attua to in Russia :1 htneficio delln meta llurgin russa; ma da una pnrt e, se la Russiu produce molta ghisa , non ha però cunticri sufficienti e macch inarì :tdatt i per la complctn r,1bbricazione dei mode rni mostri marini , dall' ahra parte le pili potenti firme straniere lmnno troppo interesse ad aiu• tare le fabbriche russe nell'es ecuzione del pro • gramma. l\le ttallnrgici francesi, ingl esi, ted eschi fanno a gara a chi offrirà migli ori brevetti e personal e tecnico e c:11>itnli, e il governo russo prenderà da ogni firma ciò che ha di megli o : dal!' una le corazze, dall'altra la grossa arti• glieria ecc. La conclusione fo :h e la Russia diventò il campo delle compe ti:r:ioni delle principali ca~e d'a rmnmen ti straniere . Primo si fece innanzi il lrn s/ metallurgico inglese (Vickers, Armstrong, Brow n ecc.) che dispone di oltre J miliardo e mezzo cli capi tale e conta fra gli amministra– tori e gli azio nisti i perso naggi più altoloca ti de l mondo inglese. Unu gr:m parte de lle ordi– nazioni rigunrd:rnti la flotta del Baltico e del mar Nero furono :issicurat e al trust inglese . Allora tedesch i e francesi si coalizzarono, cioè il Creusot si auociò con Krupp. 11 Creu – sot, che aveva forni to i capitali a Pu tilofl per comprare i cantieri delln Neva, ne affidò la di– rezione tecnica alla casa Blohm e Voss di Am– burgo, inoltre s'accordò colla firma aus triaca Skoda, eh' è una filiale di Krupp , per aumen tare il capitale dei can tieri. La notizia dell'accordo fu da ta il 14 gennaio 1914 dalla Gnztse/la di Franco/or/e. Dunque due sindacati si dispu taro no la co• stru zione de lla flott a russu; questo franco -te– desco sotto In direzio ne del Crc usot, finanziato dalla Unione parigi na : e l'altro capi tana to da Vicke r3 che assoc iandosi la cas a I lomécour, div ento fr:rnco,inglese, finanzia to dall:1 SocieM g111cralt. Rega lnnclo profomntam ente l'alta bu· roc rnzin, cor rompendo genera li e pezzi gro~.1 della marina, tutte queste case d'arma menti, o alleati o riva li, si assicurar ono i più lauti guadagn i a onore e gloria della santa Russ ia. Ora viene il buono. Come mai, vivendo in perr etta unione d'intere sse Francesi e Tede schi sotto l'etichetta Putil off, essendo di dom inio pubblico l'accordo finanziario compos to recen – temen te fra il Creusc t e la firma Skoda, si potè gridare pochi giorni dopo al pericolo tedesco e stampare e far credere in Francia che Krupp avesse compra to le officine russe? La noti::ia dovette sembrare un'assai buff" im·enzione nel mondo de lla finAnza e della met:1llurgia . Ma perchè il Tcmps e l~Echo dt Paris sba llarono que lla paro la inveros imile? Il patr iottismo mm c'e ntrn affollo. Si tratt a semp licemente cl' un tiro machiave llico giocnto dal Crcusot al gruppo av versar io franco-inglesr: e riuscito, grazie alla campagna gionrn lìstica con pieno profitto del Creusot e compagni. Visto il perico lo che la Russia potrebbe cor• rer~ in caso e.li guerra per aver tutte le officine d'armamenti presso il mare, lo stato maggiore russo avfva deciso recentemente di costruire delle oflìcine d'artiglieria nell'interno del paese . C'è ~i:\ un'oflicina di stat o nella provincia di Perm fabbricante obici e proiettili; bisognava ingrandirla e adattuln nlla fobbricnzior:e di cannoni e corazze. 11 Creusot si ofierse per la trasformazion e, ma l'ammini strazi one rifiutò. Nel fratt empo Vickers cc.I I lom ~cour proposero l' impianto cl' un'oflicinn :tnalogn a Tsaritsin sul Volga, sicuri d'av er l'appoggio del governo . Bandito il concorso fra le d iverse case d'a r– mamen ti vinse il gruppo franco-inglese , co• m'era prevedibi le. Allorn il Creuso t, non riu – sci to a Perm, bnttuto n T saritsin , immaginò per ri farsi, d'ingrandire i suui cant ieri della Neva e fonda re un'oflicina d'artiglieria presso Pietroburgo. l\la l'Uuio,u parigina, impegnata a fondo negli affari ba lcanici, non gli può for– nire i ca1>itali occorre nti. li Creusot si rivolge alla Banca 1/i Parigi t Pntsi h<1ssi; ma ques ta essendo legata d' interessi colla Società gme• ralt che sostie ne V1ckers, si ri fiuta di finan • ziare una firma ri\fale; anzi la Socitlà gtmr ale tenta d'eliminare il Creuso t dalla d irezione della B1blioeca Gino Bianco casa Put1loff. L1 firma franc ese corse un grave rischio, ma giocò d'.1Udacia e trionfò del gruppo a,·versario. Era il momento che si prfparava il gran prestito russo delle ferrovie, 650 milioni di ti– toli eia collocar e presso i reddi tu:1ri francesi . Gua i se nel pubblico si forma l'ombra d' un sospetto sulla stabil ii!\dell'nlleanza franco• rus ,a I t\ppenn il rappr ese ntan te della 13,rnca di Pa rigi e della Società genera le ebbe npp osta l:t sua firma al prestito, il Creuso t fece lanciare da i suo i giornali ht falsa notizin, che mise in subbuglio il mondo par lam enu rc e fece star perplessi i capi talisti francesi. Smascherare il Creusot sa– rebb e st;cito assai focile :11sindacato :1vversario, ma non ne avr ebbe iwuto vendetta :tllfgra. Niente di più pericoloso ptr gli affari che la vubbl icazio ne di certe tortuose combinazioni intuoazi onali. La Società gt11trnlt prefrri su– bire il ricatto ed entrò in trattative colla U- 11ionepnrigi11a. La conclusione fu che il Creuso t ott enne, come voleva, il concorso finanziario Questione ;\ I terze congresso forestale tenuto a Napoli {alcune sett imane or sono \'on. Raincri e i f>l'0· fesso ri Bordiga e T rifone hanno presen tata una relaz ione :issai dotta e ben costrutt a : l de• mani comum ,/i e gli usi civici i11 rapporlo co11 la ltgislcu:io11t Jort slalt. I relatori , e per essi 11 pror. Trifone, hanno in buona sos tanza ragiona to cosi : non potendosi negare alle popolazioni, col diritto alla ,,ita, quello di eserci tate gli usi ci,•ici, nè essendo praticamente possibi le far passa re la proprie 1:i dei beni denmnia li allo Sta to, trasformando in suvi lù i diritt i d : i condomini , si presenta come un felice espeJ iente, ai fini sociali del miglio– ramen to di tali beni nell' interesse della colle t– tività, qu<"llo di fare :issurnerc da llo Stato, e per esso da lla Amminis traz ione fores tale, Ja ges tione dei beni stessi II tempo ind etermi nato , lasciando i111pregi 11dicnto lu stato giurid ico di ess i. Pili precisame nte, i relatori h:rnno propos to ed il Congresso ha :1pprovnto quan to seg ue: 1. che 11ei demani com11 1alisimo co11serV<1li tu/li gli usi civici a Jm,o rt cl, colo, o che 11tlu111110 diril/o: 2. e/te I' A:itnda dtl dtmnuio /ortslale assuma a ltmpo lndtlermi11alo l'mm11inislr a:siont direi/a di qutslc ltrre ; J· cl1 1 rssa, assicurtwd o m Comuni q11,/ lanlo che alltmlmtul e r1cavt1110 dai lo,o dtmtmi 1 rrgoli l'tsercic,o drgl i 11si civici l,milamlolo nit i11cre. meulo am111alt dtl bosco ; 4. che ml sislenwrt l'tsa·ci:,io degli usi civici si ltn(!a co11/o dtl lrt11/amt11/o cl1t ad essi fu f allo dalle lrg,:i abolilric, dtlla frud11lil<ìe delle S('llfen:;;cdegli <111tid1i lribumrli ,- 6. che I' A.citm /(1 sudtlella sia fo rnii" di fo ndi e di personale s11j/icie11li ""' utile esercì.eia delle sue 1/IIOVt' IJl(III Sio ll i .. 7. cl,' Essa si11 libt,·<1/a dagl'iucinmpi lmro• cra/ici rd agisca i11guisa cht /111/i i suoi organi Cf!IIStrvino 111111 com.1ell/t11le auto110111i11 td 1111n opportmw l1htrla d' 11110-ialivtt t di movll11e11to: 8. ,n/i11t~cltt nti Com,lalt fo rtslalt, provin– ciali, composli prri•ale11lo11e11lt ci, ptrsout ltc11i– cl1t1e11tri1111 rnpprr.,;t11la11lr citi Commtt td 11110 tirgl, ulwh, col tiirtllo ti, p11rlrnpnrt allt sole ad,mamu rthrh:ie ad t1f/1111 di loro tsc/11sivoiu– ltrr:.sr. L'ordine del giorno è, come si \fede, parti– colareggiato; ma nllo stesso si volle dar e prin– cipalm ente, se non esclusivamenlt", il sig nificato della :tffcrnrnziol\e di una tendi:nza d::i seguirsi nell'avv enire. In ciò tutt i d'accordo. Gli onorevoli amici dcllt1 111011/agnn (cosi si chiama, per chi non lo sapesse , il gruppo dei deputati rnpprcsenwnti coll-egi montu osi, e con– sta, clicesi. di pili che 1111 centin aio di persone) per bocca di due tra quelli dei suoi compo nen ti che erano presenti al congresso , glt onore\fo li Beltrami e Ruini, ap1>rofittando della esposizione della nuda realtà delle cose fatta dal Dire ttore generale delle Foreste come da colui che contro di essa, nel compimento del suo diuturno Ja. voro, è andato a sbattere, rimanendone para• lizzato, hanno proposto un ordine del giorno aggiun tiv o, anch'esso con significato di afferma - de' suoi avversari, senza perdtre il controllo delle ofiìcine Putiloff. Ognuno può tira r la morale che vuole da questo racconto e, 1>er esempio, anche questa: che nel paese classico del nazionalismo o scio– vinismo più ombr oso più geloso più permal oso, il segreto mili tare è il segre to cli Pulcin ella e il mestiere della g11crr.1ossia In difo sa della patri a è dive ntata una faccenda intern:11.ionnl , . Dirà talu no che l'esempio france se non pre– giud ica alla buon:. famn di nitri nnzionnlismi. Infatti il nazi onalism o ita liano 110 11 si sogna ancora di pcrpetru re delle mi:tt1fi,:azioni uso affare Puti loff,e vivf, come ognun o sa, di puro ideale. Invan o le sirc:ne della finanza e della nu.tallurgia englo-tedcsca-itnliann lo lusingano; egli, aimile ad Ulisse od a Po1rsil.il si conserva refrattario ad ogni seduzione e solo si con lenla di ammonire il go\ferno, C<'rto con intenzioni disin teres sat e : si vis pncrm para brll,m, I G. s, RRA . di uomini I zionc di tendenza, nel qua le si invor.11che lo Stato ponga le amm inistrazioni cornunnli nella possibilità di far fronte ni loro bisog ni indero– gab ili se nza esse re cost retti a intnccun , cont i– nuamente, come oggi fanno, la consis tenza de i deman i, online del giorno che fo pure a gran · diss ima maggior:mz~t approva to. Ed ora sia lecito a noi di aggi ungere qualche considerazione ed impressione nostra. li problema della montagna, ossia di buona par te del territorio italiano e del Mezzogiorno in ispecie, è problema poliedrico, intorno al quale è bene che si continui a discute re, per• chè ancora non è cancella ta la visione unilate- 1 raie e, diciamo , senza esitanza, iniqua che per ta nto tempo ha preva lso, quell a cioè di esse re 1\ unicamen te e sempliceme nte 1111 prob lema d i J boscht; ma nel discutere, tenendo ben prese nte avan ti agli occhi In re:tllh delle cose e le im• prescindib ili neccss itll. delle popolaz ioni monta– nare, è giuocoforza , secondo noi, rico noscere chr-, a voler raggi ungere, per quant ('I possibile presto, cioè nel giro di non molte generazion i, l'auspica lo risul tato di un suolo montuoso e no– tevolmente più produ ttivo {non sol tanto di le– gname ), giovanri, oltre e diremmo più ancora che gli sforzi dire tt i, quelli indiretti. Conviene, diciamo noi, agire oltre che con procedimenti speditivi miran ti seni 'altro al fine, con altri complessi che al fine porte ranno in– dubbiamen te. lo altre paro le, oltre e più che agire coi mezzi dell'ammims trazione fores tale sul suo lo, che di tan te oper e ha bisogno, necessi t:1agire , sulle popo lazioni che dei prodo tt i de l suolo vi– vono . Si faccia ope ra assid ua per rendere co,w intc le popo lazioni montane de lla convenienza da part e loro di mirare nll'au mento delle risorse per la vit:1 intensivando la culturn sopra aree limitHe e migli or:rndo il bes ti11me 1 sopra tutto trattandolo meglio, :1111,ichè allargandosi :1dab • bracciare molto , coltivando moltcl terrn con ri– sultati meno che medi ocri, tenendo molto be– stiame a morir e di fame sopra grandi esten – sioni di terre che di pascoli hanno soltan to il nome. Nel Mezzogio rno il procedimento è molto fa. cilitat o dalla disponibih1!\ di varie estensioni entro le qmtli sceg liere un criterio raiionnle. L'On. N1tt i, poltmizzando con gli amici della montagna. disse che a par olt: tutti s i espr imono favor evolmen te :t una polltic;1 fores tale, ma in fotto tutt i sono con trari. Dòvunquc sono anelato, ha elett o !'on. Nitt i, mi sono sempre sentito chic• dere svincoli, sviuco li, focilitnzloni a distruggere i bosch i e non già :1 ricostituirli. Veri ssimo, confermiam o noi, mu :1ggi1111gi:imo anche che ciò deri\'a direttamente da ll'ossessio ne del monta• naro di assicurarsi il vivere col crescere della famig lia, in quell'unico modo che egli conosce, cioè allargandosi. B~n poco o nien te del tutt o si è fat.to nncora per insegnarg li, in c1uei modi che solo sono effi– caci, a ottenere maggiori prodotti da minor su• perficie, da minor numero di anin.ali. Si dia opera a fare ciò e si andrà mano mano cambiando l'animo del montannro, e parallela-

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