L'Unità - anno III - n.28 - 10 luglio 1914

546 <enitricc e comp ensatrice. Ne lla lott a ap– « pena iniziata anche i moti di popolo i più <e Ùicomposti e impulsivi hanno oggi una ra– <cgion d'es sere e un significato di sintomo, << di mon ito, di rivcb.1.ione, di.. esort ~.– crzione ». Messo, insomm:1, di fronte alla politica <emilitar ista e megaloma ne», P on. Tur ati si guarda bene dal combatterla dir ettamen te, ccrc.1ndo di formar si sulla nostra politica estera delle idee chiar e, cd opponendo :llla politi ca del Gove rno una poli tica meglio ad:nt a alle con dizioni econom iche del paese. E gli si limit a a br onto lare contro le spese milit ar i, solo nel momento in cu i il Governo ne pr esenta il cont o, cioè qu :1n.do quell e sp ese sono stat e rese inev irnbili da un in– dirizzo di politi ca ester:i che non è stato mai se riam ente contra sta to . E il brontolio non serv e che ad un uni co fine : a pr cp~– rar e la domanda di una politi ca <( lcn irricc e compensa tri ce >i, cioè un 1N1z10 di assicu– razioni dei lavoratori, cioè un compenso non a tutti i lav oratori , ma a quei soli ch e sa ranno gratificat i dall' rn 1z10 de lle ass icu– rnzioni (1). Quanto a quell'altro co mpenso, ch e a ndrebbe veramente all' inter o prole – tari a to, e che si avrebbe dall'ab olizion e o d alla riduzione dell e imp oste feudali, che il pro lernrinto pagn :i.gli esigu i gruppi bor – ghesi e proleta ri privilegiati dnl protezi o– nismo doga nale, - di que sro I' on . Turati non par la : il tas to non suona. Se la tattica dcli' on. Turati dove sse p re– va lere nel P art ito Social ista Ita lian o, si nvrebbe la più bella mistifi ca zione del se– colo : il riformi smo gio liltian o trionfante sott o maschera rivoluzi onaria e intran si– gen te; i moti di popolo « anche incompost i e impul sivi ,, uti lizzat i a rime ttere sul c.111- delicre la vecc hia politica equ ivoca della <tcolbbor:1zione di classe n, non ncll' int<"– resse dcli' int ero proletariato, ma nel\' in– teresse delln oligarchi:1 indu strial e e a spese della gra nde magg ioranz a della cla sse pro – leta ria . Alla tattica dcli' on . Tu rati i nostri ami ci sa nn o quale tattica no i crediamo si debb a contrappor re : lot ta contro I' imper iali mo , perchè l' imp eriaHsmo, mentr e esPo nc if p:1cse :1 gr:wi per icoli intern:1zi onali sen– za prev isioni di cor rispondenti v.intagg i n, rend e imp ossibile la soluzi one <lei prob lema de lla pens ione di vecch iaia a tutti i lavo – ratori ; e in attesa che un a lotta vittor iosa contro l' :1ttuale indiriz zo della nostra po– liti ca estera e le conseguenti spese militari abb ia liberati i margini nece ssar i alle pen– sion i per tufli i lavoratori, bisog na che i compens i per i cresce nti .iggrav i militari non cons-istano in pri vilegi di <<ini zi >>legi– slativi concess i a picco li grup pi di opera i indu stri ali, mentre il resto del proletar iato non av rebbe nessun compenso e farebbe le spese anch e deg li << inizi 1>. I compensi de– vo no funzi onare per tutti . E non possono esse re che gli sgravi dog an:ili . L' on. T urati, sca nt onando con sistema – tic:1. prud enza dinanzi al problema doga – nale, riducendo tutt a la sua attiv it à a nti – im per ialista a ricordar e qualche volta al re il per icolo di far le valigie, e sfo rz:ind osi di incmrn lar e « i moti di popo lo :rnchc i pilÌ incosc ienti e impul sivi J> verso I.i <( riform a tributar ia radi cale ,, a p.itto che un bri cio– lino di essa se rva ad « iniz iare)) le provvi– denze per i soli operai che hanno l' onore di votare :ili' ombra della Madon nina del Du omo d i Milano , - l' on. T urati mostra senz;i dubbio di posse dere una gra nd e sotti– gliezz a nell' approfittare della ing enuit.:ì. e de lla ignoranza del suo partito. i\fa ai sot– tili - di cevan o i fior ent ini del 400 - ca– scano le brache. L'Unit à . (1) Anche nel seco ndo manife sto del Gruppo Parlame ntare Socialis ta si parla di u prim i slau– :,iamenli per le asss icurazio ni social i 11. E sul , Corri tre dtl/a Sera, tre giorn i prim a che il com. prome sso fosse unicialmenle annunz iato, come I condizione d1 esso era 111d1cat una II legge per le pensioni ope,a, e II e non occorr e sp 1t!garc •mcora unri volta il significato della formula " pen s1on1 operme II sos tituita alla form~ la II pen – s10111 a /11/1 1 lavo,a/or, u L' UN l T À · LA LOTTA DI CLASSE Ardisco entrare nella polemica riap erta si fra il Savclli e il Salvem ini, pcrchè, no~ mai fatto, nè facendo parte di nessun part ito, o quindi non tr ovandom i di fronte al socia– lismo, nè nello sta to d'anim o di a.mant e de– luso. nè in <1ucllo di ama nt e imbronciato, sono in cond izioni cl' anim o (giudi cherà il direttore se ci siano anche le necessa rie condizioni di intelletto) tali da. poter giudicare senza il sen– timent o di reaz ione lasciato dalla delusione provata nel prim o. e senza la passio ne rima– sta nel secondo nonostan te il bro1tcio. Comincerò con due premesse . Il fa tt o che I.i d,scusswne sull ' indirizzo dcl– i' Unil(i rit orna periodicame nte, bcnc hè il Di– rett ore non ab bia mai nascosto la sua anj·i– patfa per le questioni astratt e, eh' egli giudicn oziose, ccl abbia sempr o mostrato, o, dirci quasi, ostentato, cli voler trattare sul giornale esclusi– vame nte problemi concreti. e nel modo pili concreto possibile, dim ost ra che essa è neces– saria ; e se è necessaria. non può csse ro inu – tile, e quind i c'è da spe rare che sia anch e concludente . Per quanto si elica e si ripeta: noi dcli' Unii(( vogliamo la tale soluzione del tal problem.:i, e la tal' altra del tal altro, e il Direttor e insista nel dire che quello basta e che non dobbi amo cercar altro, i fatt i mostra no che non basta; che collaborat ori e let tori non sono soddi– sfatt i ; che, pur consentendo nelle soluzioni propo ste elci singoli problemi, sent ono il biso– gno cli un maggior nesso fra esse, cli una sin– tesi, insomma, della famo sa e finora introv a– bile form ula. È meglio adunquc affrontar e anc ora una volta la discussione (come cert o deve aver pen– sato il Dire tto re) se non altr o per vedere se si può giungere a una conclu sione, o se una conc lusione, come riti ene il Salvcmini, è irra g– giun gibile, e por liberar si quindi una volt a per sempr e, o almeno per un pezzo , dall' " a– st ratti smo », e dedi care lo spaz io e le !orze del giornale allo studi o dei problemi con– crct-i. ì\'li pare che non ci sia nulla da aggiungere (a parte anch e l'inutili tà di cercare un nome ali' indi rizzo dell' Uniltì, perchè quello che im– porta non è il nome, ma l'id ea centra le a cui ricollcgnre tutte le altr e) a quanto è stato scr itt o dal Salvcmìni circa le ragioni per le quali il movimento unitario non può chiamars i nè mazziniano, nè. tan to meno, nazi onalista. Riman e gcrò i!1solut:.1. la quest ion,e dei rap– porti dcli' U11ità col socialismo. Prima di al faccarla farò la seconda pre– messa. Anche se i collabo ratori vengono da di verse parti, I' Unità è ~ ~.!,Sa ni_smo ben. vivo e indiv iduato e o~ tant o che spesso se non si anelasse a leggere la firma, non sì saprebbe a quale elci collaborator i attribu ire un ar ticolo; discut end o dunque dcli' indirizzo del giorn ale, bisog na lasciar da part e lo stat o d'animo e i precedenti di ognun o degli scr it– tori, e magari anc he le idee da cui ciasc uno part e o dice di partir e, cd esam inare soltant o le manifestazi oni che del loro pensiero sono apparse nell ' Unitd. Se anche si volesse obbiet– tare che non è possibile concepire in tal modo il giornale, mi si conceda di ser virmi cli qu esta ast razione provvi soriam ente, come mezzo per cercar di definire la questio ne. · Ed ora riprendiamo la discussione al pun to in c~i si era arrestata l'anno scorso (N. 16 del 18 apr ile 1913) coi due artico li di Agrico la e elci Luz zatto, e vediamo di riall acciarla con la. ripre sa ciel K. 25 del 19 giug no 19 q. Chiedeva Agricola : « .È proprio vero, come pensa. il Savelli, che col promuo vere I' orga– nizzazione e l' elevamento economico, politico, mora.le della classe lavoratr ice col metodo della lotta cli classe - chè in questo, e non in altro consiste il succo del socialismo - si danne g– giano gr interessi della nazione ? Opp ure si posso no tutelare con temporanea mente i di– ritt i della classe lavoratrice e gl' interessi dell a naz ione; anzi, come pensa il Salvcmini, non. si possono promu overe gl' in teressi della na– zione, senza promu ove re i dirilti della classe lavorat rice ? 11• E il Luz zati o : « l\la basta ormai la sola fede nella legittimità e ncll' utilità del movi - mento della. classe lavoratrice per definire un partito od un gruppo politico ? •· Ed entra mbi , e I' Unità con essi, riconosce– vano che .9ucllo era il centro elci problema. ~~ ~ a come concepisce il socia lismo il Salvcmini. Abbandonata ogn i prem essa teo– rica, delle qual i par qu asi sorrid ere, o cli cui per lo meno non si cura, egli ridu ce il socia– lismo a qualcosa. di moit-o simil o a quell o che Agricola nel bran o già riportato chiama il succo del socia lismo: cioè al fatto « della classe proleta ria che si organizza e lotta per la fine a i ogn i privilegio II cd opc rn al suo fiÌlc col mezzo della lotta di classe. Ma prima di procede re oltr e, t': necessa rio sa– pere che cosa intenda il Salvcmini per lotta di cit,sse. Spiegando il suo pensiero egli ya rla di un socialismo della int era classe prol.etaria contro i privil egi cli catego rie proletari e, e cli pili ritien e che si possa e sì deb ba. essere per il cap itali smo autentico contro il capita lismo para ssita, e aggiunge che mancando anc ora nella società in cui viv iamo le condizi oni di realizzazi one dcli' ideale sociali sta, dobbi am·o cont entar ci di un ideale inferi ore. li Salvemini riconosce che ali' ldcalc socia- li~ ne ha sostit uito, per ora , uno 1,il1 modesto. I Questa confes sione preziosa non era per noi necessaria pcrchè vi potevamo giungere; esaminando l'azione dc li' U11it,ì. Jn fatti non vi abbiam o mai visto parlare di lotta cli classe, fuorchè durant e le discussio ni teor iche, nè abbiamo mai visto propugnata l'a tt uazione elci metod i della lott a di classe per raggiun– gere qualcuna de lle finali tà concrete volute dal giorna le, cht': anzi uno degli aspeUi piì:1 caratteristic i cicli' azion e del giornale è il ri– sp~ tto ;- ru_poloso della lega lità; e se qualche volt a si è incorag gia t-a o amm essa la violenza, è stat o soltant ,o quando si trattava di reagire contr o un· illegalità commessa da altr i e di ricondurli al rispetto della lega lità . Dunqu e l'azion e cieli' U11it,ì (sen za eh' io insista di piìt in c1ucsto concetto su cui t utti mi pare elevano esse re cl' accordo) non si in– spira alla lotta di classe. o almeno la lotta cli classe come è applicata da ll' Unità perde qua si comp letame nte il caratt ere socialista ; essa si risolve nella • formula cli azione » già esp ressa dal De Viti Dc ?.!arco nel suo pro – gramma cl' azione democra tica: « la difesa del maggior num ero contro il privilBgio dei grupp i orgm1izzati che mo11opolizzano il potere », sottin – tendendo che la difesa, per essere bene eser– citata, dev e, quand o è necessa rio, mu ta rsi in offcs..1.. Que sta è veramente la. formula a cui possono ricollegarsi tulte ic soluzioni concrete prop oste dal!' Unitti , mentre sarebbe molto più diffi– cile al Salvemini dim ostrare che esse si possono ugualmen te basare sulla formula della lotta di classe. Conclud endo, possiamo rispondere ad Agri– cola che si possono tute lare conte mpora nea– ment e i diritti della classe lavora tri ce e gl' in~ tercssi della nazion e, purchè, come I' U11il(l ha sempro dim ostrat o di volere e sape r fare, si tengano sempre presenti contempo rane a– mente i primi e i secondi ; e al Luzzatto che non basta la sola fede nella legi~imit à e nel~ l' util ità ciel movi mento dell a. classe lavora – trice per defini re un partito o un grupp o po– litico, giacc hè pur riconoscendo al socia lismo il meri to stor ico cli ave r iniz iato il 1m~yimcnto, nO_!!J?~ i qu.ella f~ essere monopo lio esclusivo elci part ito socinlisla, ma deve es– sere eleme nto cost itutiv o e an imato re di ogni azione democratica, c nsistenc ~ dific~ za fra la concezion e soc ialista e quella. demgcra– tica. nel considerare esclusivamente gl' j_1ttc- Hà ffi!i'ssc lavorat rice, o nel tener conto invece ancl1e di tutti gli interess i legitt imi sia deg li altri individ ui compone nti la nazione, sia della nazione come orga nismo a sè. I A questo punto m1 si poh ebbc muove re un' obb1cz1one molto facile e, m apparenza, v,tt onosa La concezione democratica nei tcr– num m cui voiì~ e può essere beni s– simo accettata an che dai naz,onahs ti, e Be– v1onc dev N vèr deHo qi.la lcosa d1 s1mtle nei suo, cl1sco1:;1 elett ora li. Non ho ness una diffi– coltà ad ammetter lo, e riconosco che la for- BibliotecaGino Bianco mula espos ta (come qualunque formula ) in sè non va le e non dice nùlla se non si ricol– lega con l' è dcli ' Unit(Ì. Essa è stata ricava ta dal!' csa 11c_fil 5l_ucl– l•az·onc per via di sint csi~ ccss ero pro– pria. 1 nazi onali sti, vedremo che razza e' a>- que stion e che ha affaticato uomini ai qua li sono lieto d i manife stare qui la piì.1profonda ammirazi one e reveren za. li mio fine era sol– tanto qu ello di continua re l' opera cli sgombro delle macerie che intralciav ano la via cicl– i' Unità, e dare un colpo di leva al masso pii1 grosso. eh' era il socialismo. Se tutti i lettor i cicli' Unità fossero cl' ac– cordo nelle conc lusioni a cui sono giunt o. e se io non m · illud o, sarebbe fatt-o un buon passo verso quella nuova democrazia invocata da l Salvcminì e da i suoi collabo rator i. A MA:-- OF NO IMP ORT/\N CE. POSTI LLA La mia " confessione preziosa •, che man – cand o a ncora le condizi oni cli realizzazion e dcli ' ideale socialista , occor re cont entarsi di nn ideale inferiore, che sarebbe qu ello di sosti– tuire in Jtali a un capita lismo autentico a quest ' aborto cli capitali smo ladr oncello e pe– landr one, che e.i delizia - non avrcb bo do– vuto meravigliar e in alcun modo l'au tore dcli' inte ressante arti colo che precede . 1I capital ismo autentico - è questa. una no– ·.ionc com unissima negli scritto ri ciel socia• ismo clas sico: od io ho quasi vergogna di averi._., ancora rima sticare - è una fase, 1ecessaria e benefica, che la società deve at – trav ersare prima cli arrivaf e a quella fase su– periore di civilt à socialista, di cui ignoriamo le forme precise, ma che certo si reali zzerà via via che la classe ~tar ia crescerà in organizzazione, in capacità tec niche e politiche . coscienza della sua forza e elci suo i diritt i. E il ri formismo altro non è che il soc ialismo cli quei socialisti. i quali affe rman o e afferme– rann o ancora per molti anni la necess ità di un· azione politic a democratica in una società. qual' è la nostra, che in tante sue parti è appena agli albori del capital ismo . E il « pro– gramma minimo II socia lista non è che il pro– gramma dem ocratico. E questo spiega per – chè sia spesso possibi le, anzi necessaria , un' a– zione politica comune fra socialisti riformisti e democratici. Ma lavorando alla. rea lizzazione cli un programma democratico un socialista non «sost itu isce » l'id eale democratico, al– i' ièlcale socialista, pcrclu} fra i due ideali non esiste antite si, ma 1.ma semplice differenza di grado . E se cred essi che le mie « conrcssioni • po– tessero riescire prezi ose per alcuno, confcssc– r~ 1z' altro che io sono un " riformi sta." ; ma purtr oppo la sto mache~)~1.t ica rifor– mista. d i qucst ' ultim o decennio ha fatto elci rirormismo qualc osa di simile ad una degene– razione ciel.... giolittism o · e perciò per elemen– taris sime ragioni di igiene morale sento il do– vere di rifiutare qu esta denominazione . Quanto alla lot ta di ~ il nostro amico ha~ nill e ragioni di osserva re che l' Unit à non ha mai propu gnata l' attuaz ione dei meto di della lotta di classe per raggi ungere qualcuna delle finalit !t conc rete volute da l giornale. - Questo nasce dal fatto che i!_nost~ iorna_!e si rivolge ai giov ani, che hanno ideali de mo– cratici, senza disti nguere fra 1 · una o l'altra ~ spc~ ali , e senza fare quest ione di metodi, e cerca di rinn ova re la loro coltura, e prese nta ad essi un program ma cl· azione po– litica imm ediata diverso dai non-pr ogrammi diet ro a cui i parti ti dem ocrati ci tradizionali hann o J>e(clut o tan ti an ni di tempo; e via via che contribu isce a rinnovare la coltura poli– tica d i que st i giovan i, cerca di II sobillarli 11 contro i vecchi condottieri e comme dianti dei part iti democratici, in modo che o prima o poi que st i µa rti ti rinno vino il ' loro perso nal o dirigente , o - dove la rinn ovaz ione non è possibile - sorgano nu ove formazi oni, le quali prendano il posto delle ant iche. Que sta propaga nda si rivo lge ai ~ come .:,"li_:!,– formlsti , come a i rivoluzion ari. Ed è una pro– Jaganda che si limita a chiarire quello elle clovrc6oé éss'o7-eì1 programma immediat o cli tutti qu esti parti ti. Del metodo, con cui si -

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