L'Unità - anno III - n.17 - 24 aprile 1914

500 L ' UNITÀ tal e dei ricoverati risulta vano le seguen ti pcr – CC1lluali ; Ted eschi 7.1 Ebr ei 9.4 lrlandt-si 1 9.5 Italiani 4.5 Queste cifre sono ancora pii.1 sign ificativ e se ~i osserva il numer o degli immi gra nt i per ciascuna delle suddett e n.ti ion:ilità , nell'a nno in cui fu compiut.l \' inchiesta (1909- 10): Tedesc hi j t.38o Ebrei 8p6o lrlandc-si 38.382 Italiani HJ .453 L' inchiesta ino ltre accc rl a la percent uale di ricovera ti per alcoolismo acuto e cronico. Ecco le cifre: Tcd e1,Cl1i Ebr ei Irlandesi Italiani 12.8 9 35.9 1.6 \"i ~ infine una sta tistica dedotta da ll' ul• timo censimento, dove sono raggruppati i pcna hncntc condannati, i ricove rati e gli in– digenti : lulla la popo lazione, insomma, della delinquen za e del pauperismo. Ecco i dati JlCI' ciasc una nazio nalità e riferiti a un mi– lione di 1x·rso ne: 1>0l.1cchi 4.58o; austi-iaci 4.8o5 ; rus.'-i 5.202 ; germanici 5.662 : ungh c- i-csi 6.79 1.; inglesi 7. 16o; scozz~ i 7 288: ila • liam 9.87i ; fran cesi 10.86-1: 11 land~ i 16.624. Se dunque la delinqu enza , il pau pei-ismo. il fatto di torn:uc a carico dell.l soc ietà , son o elementi da servire alla selezione d cli' immi– gi-azionc, non vediam o pcrchè ques ta dovrebbe i-isultarc più favorevole pci- i p >poli anglo•sas – son i e celti , e meno favorevo le pei- qu elli del• I' europa meridionale e orientale ; e pei- il popo lo nost ro che si vuole pili specialmente colpire. Altri argomenti sono an che piì1 inccn i e contraddi tt oi-t: mentre eia una IXll"l C si de – nun zia il pcdco lo di un dctct·ior.1.mento della fisionomia etnica de l paese 1:k•f opern degli irnmi grnnti. da ll'a ltra si ac~u~ no i nostri immig ran ti di essere poco as~mu labih . refrat – tari ad acq uistare la cittadin r\llz.."1. ame ricana: clementi passeggieri, che vivonù a pai-te, e non desider osi d' alti-o che th rim patriare col loro pec ulio. L.a vci-ità é che tutt i c1uesh a,go men ti sono ;,llaci. I teorici d ella morale e quelli delle ra u.c non son o alti-o che comodi 1strnm enti nelle mani di un altro potei-e, .i. cui non co n• viene mostrnrsi in prim a line.1 nella guerra che si muove al nost ro lavoro . Torne remo su c1ucst' arg omc11lo per dimo – st rai-e cli dove i-eal mcntc em ani la parola d 'o rdin e. GUIO J VALl , NSIN . Scuola media libera o di Stato? / .11 11os1;a ,liscr,ssio,,e co,i Euge 11io Vai11a su· rappo rli fra scuola pubbl,ca e scuola pr,– r,a/a ci lw procuralo ,ma lrllua d, Giovan ni S"n11a, che siamo hell (11 pubbl,carr, a11gur<rn– don di polrr dare udi' 11/lro ,111111ero il seguilo , 1, il Stoma pr omelle. E desiderere mmo e/te al! rl amic, dr//' Uni tà partrc,passero a/la di– swssio ,re. S, tratta di ,m argomrnlo di altissima ,mpor ta,iza f>olilica, i11torno (1 cui si conce11/re– ro11no gli sf orzi dei partili ·nei prossim i a,w i, • 11011 appr,mt al vcccl,io anti clcrieahsmo commc– dia11le e sbm1dirratore abbiu cominciato a. s11c– udcre tW anlic/rricalis mo serio e consapevole dei S1oi -.WrH'ri 11ella etlucw:ioue giooani/e . E nulla pud preparar meglio I' azio11e dei par– t,t i in questo campo de rom d1sciusio 11e larga e libera sulle ,011di:io11i allua /, della scuola e sul 11110110 /JTogramma d' ation e scola.slica. Va da st che al 1Home11Jo oppor/11110 ci riservia mo di i,iJcrr1e11ir di t1110IIO a,,c/,r 11oi n :/la dis, ussion e ptr esporrr. quah che rssr siauo. le nostre opi- 1t101ti s11i punii che saramro discussi. g. s. Mi co11cCt.h di int erloqui i-e nella interessant e que stione ln:ittal a eia Eug enio \ 'aina e da te nel n. elci 1 7 apri le ? Tu sai du : non eia ora sono convint o faut ore della Hbcr t:\ reale cicli' insegnamento medio privato : e nli µare che qu esta sia una buona occasio ne per spezzare una lancia in pi-o cli tal e libei-tà. &.bte un• ac:uoLl medJ.1 libeu ? Chi un<JUC non sia a nimato eia pi-egiudizi settari, d eve rico noscere a pr,ori a chi unq ue può e s;,, il cl,ritt o cli imscgnarc ad alti-i, e re– spingei-e 1:, pi-ctesa giacobina d i aflida rc uni • Cl\lllCnte allo Stat o una l~\'a cosi poten te e delicata eh perfezionamento sociale. Ciò hann o riconosci ut o i lil>cmti cieli' ant ica scuola con la legge Casali. ciò i-iconoscc il Vaina. dcm o– cra lico-cri~li ano, ciò ricono sci tu. socia lista p,cr qu anto indip endent e. l\fa il d i~1ccorclo comin cia nel giudiz io sul• I' nttua lc cc'llldizionc cli cose: se cioè r inseg na. menlo pl'ival o god a libert à vera, come tu ri tieni, o sia inv ece sotto 1x,s to a cost i-izioni tant o gi-avi et., imp edii-gli ogni vigo i-e di vita . come crede il Vai na . Ora. io non esito a schierai-mi da lla pane del Va111a Anche se non sussistcs~ quell a ta le sorv eglianza dei Provvcdito i-i ; anche se es~a fosse impossib ile: a nche se fosse total – mente annull a la dall<' leggi ; non pei-ciò la sc uola pl'ivata sa rebbe libera . Lo Stat o csei-– cita ora un vero e prop rio monopolio, e la litJCi-là concessa dalle leggi ali' ins<"gnamcnto p,rh-alo () una lustra . Quand o lo Stat o forn i- sce, a spese pubbl iche, l' insegna mento med io a tutti ind istint amen te, grnt is o q ua.si - per• eh~ le tasse. pei- quant o s· elev ino, i-estano sempr e al disotto di quant o puù costai-e I' in – seg nam ento pri\ ·ato, e inoltre m p.ut c le pa– gano anche i pri\·atisti - come si può padai-e cli libera concoi-i-cnza con le scuole µriva le, cos trette a l"ica vai-e dalle i-ett e deg li alunni i mezzi per stip endi ai-e gr in.segnanti, paga re i fitti ccc. ? Libera sarebbe la conc.;nrrenza della scuola medi a priva ta con In pulJl,lica , quando non ci fosse grand e divari o (li spesa, e <Ju~udi , le famig lie si clcciclcsscro a p1cfcrfrc l' una all' altra , non pci- rngioni econo miche, come: avviene orn, ma pci- ragioni di maggio r fiducia. Ma come può essei- libera nella scelta ogg i una fam iglia borghese, quand o può ma ndare i suoi figli alla scuola ufficiale col SC"mplice paga• men to delle tasse da cui può a nche ottc ncrn l' esonero - menti-e nella scuol a privata. ol• .tr e alle tasse da paga rsi in mi.sura poco mi– noi-e al moment o degli esam i pubbli ci. v' (1 anche necessariame nt e la sp,.--,a della i-etta ? A questa fortissima rngionc di privil egio. che eia sola bastei-ebbe a rnndere impossibile alla scuola pri\'ata una effettiva concoi-rcnza con la pubbli ca. altre ne ha agg iunto la tcnden7.a dei vari mini stri succed utisi alla Minerva ne– gli ultimi clecenni a indul gere ill lutti i mod i al pelandrn nismo italian o, come tu ben lo chiami. spec ialment e facilit..•utdo il passaggio senza esa mi eia classe a clas'te agli alunn i interni delle scuole ufliciali : oltre l'uso ge-. nemle deg li insegnanti di limi tare l'esa me alla sola ma teria realm en te svolta nell'a nno pei– i propri alunni. ed ~t enderlo invece a tu tt o il progrnm ma ufficiale per i pi-iva.tist i. Infine. bisog na tener conto cli d ue alti-i grandi \"antaggi di cu i godo no gli alunni pub– blici III confro nt o dei pri\'ati : 1° sudd1vidére la prepara zione alr esam e quando 11011 ot• tengano la non difficile di~J>c1van. in tante parti quanti sono gli anni di co .. so . menti-e i pri vati sti devo no dar e contempoi-aneamcn te l'e sa me su la mat eria cicli' inticro corso : 2 0 es– sere esaminati dal pmpri o in~cgnantc, e non gi:'i eia un a ltro insegnan te sconosciut o cd cstram :o , come accade ai privat isti . f: con questa somm a cli pi-ivilcgi c.-conomic i, morali. didatti ci, che le nostre leggi as..- icum no ag li alunni de lle scuole med ie stata li. com· è possibile che alle famiglie runanga libera scelta J>cr i loro figli tm la scuola pubblica. e la pri\'a ta ? E man can do la libertà di scelta, come si può sostenere che r insc~nam cnto pri\'al o sia libcrn ? .\l i pai- chiarn. anzi, che I' orrl11;1mcnto attual e co- l tu i!'oea un:l t:lle si– tuazione privi legiata alla scuola. ufficiale, da togher c alla scuola. prh ata ogni i-ealc lil>ci-tà, Gino Bianco an zi la stessa possibilità cli vita funzi onal– ment e sana . È un bene I• scuoi• di Sl.110 prlvileght.1 ? Sta b1hto che la scuola media ufficial e si t rova in rcg11ne di pl"i\·ilcg10, soi-gc ora I' al – t r,1 <1ucst1one, !-te1ale privilegi o sia o no giu – sto e opportun o. Dcsiclci-ei-ei molto, carn S.,1- vcmini. cli conoscere in proposito la tua pre– cisa opinione. ~li pare tuttavia d 'in tendere che tu , pur riscr\'ando allo Stat o il dfrittu esclusivo cli confei-ir titoli d ' abilitazione pi-o– f1.""61onalc e eh accesso ai superi ori studi scicn• t1t1ci mediant e c<-.1mi giud icat i da insegnanti ufficial i. non tro n dann oso che la preparazi oni' a tali esami , e. sia pui-c, a quelli dei gradi in– termedi (per e-.. la ltccnza ginn asi.i.le} si possa fare anche 111 scuole libere. E in <1ucsto con – cetto, in fond o, tu sci d 'a ccorcio col \'aina , cd io con en ti-ambi Senon ché qui b1.;ogna decide rsi : o si am – mette (:he la scuola priva ta possa utilm en te C0e(;istere acc anto a q uella dello Stat o, e al• loi-a. bisogn, i d.ule aria e luce, e pcrme tt cd c d1 vivere dcllna mcntc, ciò che non può av,·c– nire finchè c~~a s1 troverà schiaccia ta dai pd– vilcgi della scuola statal e; o questi vogliono man tenersi, pci- assicurnr c all'in segnam ento pubb lico una supcr ioi-ità artificial e sul pri– vat o, cic>è il monopolio lai-vato. e allora l! v-.100 parlai- e e.I' insegnamento pdvato /,bero . cd è megho risolversi alla soppressio ne pura e scmp hce della racoltà ai priva ti di tener e scuole mcc:lte. Infatti. poich~ 11ormalme11le i pi-iv1lct,ndella scuola statale att irnno a qu esta tu tti glt alunni , J>CI" la scuola privata non re– stano che i co1si, di i-ò cosi, an ormali ; ripeti– zioni durant e le \"acanzc o anche d uran te l'an no ad a lunni falliti nella scuola pubbl ica. pi-eparni oni accelerate ecc. i\ta tutt o ciò la scuola pri\ ·a ta de\'e farlo tenendo la spesa notevolmente bassa chè altdm enti cessei-ebbe , di fronte alla gi-atuità della scuola privata , an c.he I,\ con ,·cnienza econom ica del d spai-– mio d' uno o d ue anni: donde il i-cclutam ento degli inscgna nli pr ivati, generalmen te, ti-a il rifiu to della scuola pubb lica, il pessimo orcli• namento genera le delle sbuole pi-iva te, il loro cara tt ere di losche spec ula zioni, che ne fanno com e tu hai ben detto . dei vci-i • cen tr i di de– moraliz zazione giovan ile •. E ciò ded, ·a dal fatto, che alle scuole pri – vat e non vanno liberame nt e gli alun ni pei– magg1oi- fid ucia - ché sempi-e che loi-o è pos– sibile essi corrono alle scuo le cli Stato tan to piì1 vantaggiose pci- mille riguardi - ma vi va nno solo ptr la sperania ,Ire i co,id11ce11lì la scttolu pr ,r•11tt1. per le loro relo1io11ico,i gl' iu– srgna11/r pubbl,c,, agei:oli110 loro l'ingresso, o il p{1.$sagl[io, o la liunza 11elle scuole stola/i. ti. verità d lorosa, ma , per mia }X!rso nale cspe– d enza, è vei-it à, E q uand o, finché cima l'a tt uale i-egime di priVilcgio della scuola ufficiale, tu chiedi as– soluta. libertà cl' insegnamento a i privati , senza ncs~un contro llo statal e, chiedi la consen •azionc e l' aggravamento cli una vern vei-gogna pub – blica . E siccome ora la scuola media pdva ta non può vi\'erc che di affarismo , è natutale eh' essa i-cst1 molto al disotto, se laica, alla scuola privata cledca le, dove le spese sono minori, e in part e a lmeno vengono sos tenute dalla \>Otcutc organiz zazione ca tt olica. Sicchè la scuola media privil egia ta di Sta• to : 1 ° ol>bliga la scuola libera a vita grama e imm orale ; 2° assicura, nel campo cieli' in• scgna mento pi-ivat o e in quant o questo i-i– mane necessai-io per i bisogni che non pos– sono essei- soddisfatt i da lla scuola pubblica (prnp..1.rnzioni accclcrnt c o agli esa mi cl' otto– b1c ccc.) , la pre valenza dcli' insegname nto con fessiona le. Mi pare evident e, du nqu e, che il qua si– monopolio statale sia tra le piì1 gravi rngioni della d ccad<'nza della scuola media in gene re. L. questione dtgll rum l. Tu e il \'aina siete d ' accoi-do nel dconoscei-e assui-clo il sistema - che é uno dei maggi ori privilegi della scuola pubbli ca - per cui I' 11.Segna nte è giudi ce ali' esa me elci pmpd alunn i. ciO\! • collaudat ore de lla prnpria 01>c· i-a •· E siete cl' accordo anc he nel!' a mmettere. che d ebba riservarsi esclusivament e allo tat o il nlasc io di dipl omi supei-iori , r ammissi one agli studi supei-ioi-i di ind ole uni\'ersitari:1 , il giudizio dei concorsi . Ma. mentre il \"aina vuole che l'insegnant e pi-ivat o possa , sot to l:i. sua res1>0ns::tb1lità, por tar e I propn a lunni J>cr tutta la scuola media fino agli e,sami di ammi ssione all' università o di diploma prn • fessionalc, tu rit ieni invece - e per rngioni a mio parere deci sive sia da l punt o di vis ta dida tti co che da quell o 1x, litico-moralc - che sia necessado un esa me pubb lico interm ed io in un corso di sette od ott o anni, come por– tano ora la scuo la e isti tu to tecnico , e il gin• nasi o-liceo. lnolti-e. ment re il Vaina pai- che domandi , sebbene non molt o det erm inata • mente, che an che il pri\ ·at ista sia esamina to, come l'a lunno pu bbl ico, dall' insegnant e che lo ha pi-cparato, e non già da estran ei, lii riso• luramcntc ti op 1x,ni a questa, eh' é tra le mas– sime domand e del prog ram ma scolastico cle – ricale . E le rag ioni di incomp.1tibilità mora le, di oppon unità didatti ca. di dil"itt o SO\·mno dello Stat o, con cui tu confo rti l'opposizione. sono inoppugnabi li. Ma non mi sembrn opportun o nep pui-e il sistema , da te J>rOJX>sto pci- elimin are la di– spal"ità di trnttam cnto agli esa mi tra alunni pubb lici e pd va ti, di far esa minar e gli uni e gli alt-i-i, 110 11 gi;\ eia coloro che li han no istruiti, ma da csa mina t-ori ugua lmente estran ei. ci~ dag l' insegnan ti de lle classi superiori. Se in• fat ti è vero, come avete dimostrato tu e il Galletti, che l' insegna nte il qua le ha prepa– i-ato un alunno non é poi il giudice migli ore di esso, non é detto che tale sia ncppu rn I' in– segnant e che deve rice\'edo nella classe suc– cess iva . Se 1I prim o ha intci-csse ad usa i- lar– ghezza per far buona figurn e libcm rsi dai polt roni o indi sciplinati. il secondo a vi-ebbe interesse a infiedrn SO\·ei-chiamente. a pro della sua futura buona figum ma contr o giu– stizia : oppure - e temo che ciò avve rreb be più s esso - ad alla rgare le mani che ancor pii1 dcli' alt ro, sia pei- non inimi cars i il colleia clella classe inlcriorc , sia - purtr op1x, - a scopo di pi 1} sic11ra fo rma :iou~ di classi t1g• gi unte. Chi viv o nella scuola media sa che gli esa mi dove l'indul genza é gran de come la misericoi-dia divina sono appunt o qu elli di ammi ssio ne che tu vori-csti esigei-e a sistema genera le. Senza dir e che questo pi-e.n 1ppoi-– i-ebbe I' oi-dinamento della scuo la media per classe, anzi ché per materie, com · é orn; ordi • nam ento, eh ' é cei-to desiderabi le, ma ora non esiste. difficil mente sa.rà appli ca to anche in seg uit o, e J>CI"alcune discipline , per es. qu elle prnf essionali , non pot rà essei-e attuato mai. lo dt engo che il prob lema di eliminare il pi-ivilegio degli alunni pubblici agli esami si possa meglio risolvere facendo esam ina i-e alla fine cl' ogni corso, gli alunn i ta nto pubblici che pri vat i da una commi ssione, a cui pai-tc– cipin ~. come as~istenti e con la facoltà di inter'ro garc il ca ndidalo, tanto l'in seg na nte da lla cui scuola il ca ndidat o stesso proviene - sia esso pubbli co o privat o - e pci- q ue– st' ultim o caso anche tu ammetti alc unclu} di simi le - quan to l'in seg nant e, alla cui scuola passeri\ l'a lunno appr ovato; ma il \"Oto deliberativo dovi-ebbe riservars i soltanto ad un insegnan te ufficiale estraneo. nominat o ad hot . Con ,ciò sarebbe ro, in grn n parte, eliminat i i pi-i\·ilegi cliclatti co-momli, che non pei-mct• tono oggi alla scuola privata d 'aver vita ri• gogliosa acca nto alla pubb lica. l\la la sch iac– ciante ed assoi-bente superioi-ità che a questa ded\'a dall ' esser grn tuita ? Di ciò a un ' altr a \"Olta. G. SA.NNA.. Agli assidui non abbonati. Il , nostro_ giornale ha un "1rgo 111wu ro di tenori affezionnti e f edtli, che però trnsrnra,w di abbonarsi. Eppur e lulli sn11110 che la Jor...a di un pt– riodico u uim nnnle risr'tde solo ntgli abbona– menti. l a vendiln al mi11ulo rapprrsrtrla per lt mnmi nisJrar.io11igiornalistiche rma causa di J_ort~pas~ivi!à e di noie inh :ile, anthr qua,rdo i n vtnd11orr sono pun J11al1 nei pagamtnli e non tr0t1a110 opportzmo i,itasrarr u si lutto il pror.,•c•llo della vt11dita, il tht artade Jroppo S'f)fS SO. ·. li nostro gior~1alt..prr vivr.rr, ha bisog•zo d, 2000 nbbo,wtz. Sr molti dei nostri le1tori 11011 abbo,inti fn crssrro il piuolo sfon.o di abbonarsi, la tomi11ua:io11edel r:iornalr sa– rebbe aJJÌ<uralo.

RkJQdWJsaXNoZXIy