L'Unità - anno III - n.16 - 17 aprile 1914

L' UNITÀ colare ,·oci di aumenti da par te di potenze st raniere. Un ca.so tipi co fu la ca mpagna or– ga ni7.zata nel 1906 eia un certo ì\lr. 1\lullinc r il quale, come dirett ore della Covc nt ry Ore.Inane~ Com pany. fece sa.pere ali' ammiragliato bri– tan nico che la Germania sta va a ument ando str aordinariamen te la sua forza nava le. I DOLORI DELLA SARDEGNA (I) Quella ca mpag na d ' insinua zioni e di agi ta– zione durò tre anni. cioè sino al 1909. Fino ali ' nutunn o ·1908 lo 1.elo pers istente del l\'lulli– ncr non a,,eva ott enuto ris ultati positivi, ma a ppunt o allora Mr. Bla tchford iniziò la serie de i suoi violenti art icoli nel Daily Mail. Que– sti cd un colloqui o av uto dal ì\tullincr con uno dei piì.1 potenti generali dc li' eserc ito, contri– buirono a far prendere in maggiore considera– zione i suo i ammon imen ti. Dieci giorni dopo un solenne ricevimento elci Mulliner a Oow– ning Strc cJ, ove conferirono con lui le più eminenti personaliH1al Gove rno , fu pubblicato il nuovo bilancio per la marina. Esso compren- . deva la costruzione di varie navi e otto drea<l– ,iougMs. c1uattro dcli~ qual i, • in vista ciel ra– pido a umento della flotta tedesca •· Il mini– stro Ba lfoui- compì de i prodig i cr immagina– zione att ribuendo alla Germani a il possesso di 2 1 drendnoughts en trn il 3 1 mar zo, ment re in real tà non furono che 9. Per qu anto possa sembrnr c incred ibile, le false notizie che già <la t re anni il Mulliu er andava diffondendo fecero perde re la testa al paese e, salvo pochis~ simi la commozione fu generale. i\fa le fati che del povero i\-Julliner furono mal compensa.te. Uno de i pri mi contratti fu concluso con la ditta Cam mell, Laird . Eg li allora cominciò a diveni re impaziente, impo rtu no e peggio che tutt o, indiscreto, giacchè nella sua irritaz ione si rivelò qua le autore de l pani co che agitava il paese e raccont ò i parti colari de lla sua fa– mosa visita al Ministero. Gli fu dato un com– penso perchè si ritirasse e cedesse il pos t-o di dirett ore della Coventr y Orclnan ce \·Vorks ad un uomo cli maggior ta tto, il contrammir aglio R H. S. Bacon. sotto la cui abile d irezione la Compag nia riebbe il favore del Gove rno, aum entand o il prop rio capitale eia un milione di ste rline a un milione e mezzo. La seco nda opportu nità cui accenna vamo • nat ura le conseg uenza della prim a. Ma men tre questo processo, che gli inglesi chia mano scm ppi11g, il rifiuto cù>è di un ma teria le per sostit uirlo con altr o pili perfezionat o, trova una piena giustificazione in qualsiasi indu st ria; nel caso de ll' indu stria delle armi é un contro senso. ln og ni altro commercio oltre alle ra– gioni di concorrenza, v' é altrcsl un vantaggio pel pub blico che otti ene cosi delle comoclitil maggiori a minor prezzo. ]n quello delle arm i qua lsiasi modifica zione o perf czionamei1to non riesce che a prod urr e even tua lmente un nu– mero maggiore di vitti me nel minor tempo possibile, ment re la concorr enza è per lo pili solta nto appare ntè, tratta ndosi quasi sempre di Societ;\ unite da comun i interessi. Unica tra tutte. que lr indu stri a rappr esenta un pur o e sem plice sperpero di da nar o. È dolorosame nte significa tivo che un p.1esc come l' Ingh ilterra. O\' C J' opinione pubblica è una forza ~·iva che ag isce energicam ente in ogni sfera, si trovi incapace cli opporsi all ;i tiran nia cui ora acce nnam mo appoggia ndoci alla par ola fra nca e precisa di George 1-ferbcrt Pcrris. r.,~A Scoro 1.1. Premi agli abbonati Agricoltura e Industria. Sfrondate d'ogni illusoria esagerazi one le opinio111 cor renti intorno alla Sardegna, si può affer mare che l'isola può avere tant o un avve nire agricolo, quanto un avveni re in– dus tr iale. La Sardegna è la regione cl' Ita lia che pii1 è natura lmente ada tta al sorgere d' in– dustrie moderne poichè ha nelle sue viscere gra nde varietà dì metalli. P uò ave re anche l' energ ia motrice , quando ì famos i laghi ar ti– ficiali passino dalle sfere della mitologia ai camp i della realtà. Per ora ci si limita ali' esca vazione elci minera li che vengono poi manda ti ali' este ro per la trasfo rmazione indust riale. Anche I' in– du stria pesc hereccia ha rela tivamente poca impor tanza cd è - come la mineraria - eser• ,citat a prevalentemente da forestieri (2). Indust rialmen te non vi è grande prog resso rispetto alr ant ichità classica , quale può rico– struirsi eia framment i cli Plinio, cli Polluce, cli Stra bone, e di altri scrit tori : ancora la pic– cola indust ria domestica del lino, de lla tin– toria ecc. Manca invece l' industr ia vet raria che una volta deve av er av uto una certa im– portan za, a giudicare dal numero dei vasi di vetro scope rt i nell' isola. Una sola industria nuov a ha la Sardegna : quella del form agg io. i:: un ' ind ustr ia che si è sostitu ita a lla manifa ttu ra domestica, pro– voca ndo gravi ripercussioni nell'economia, agri– cola isolana (con l' estensione della pasto– rizia a spese clell' ag ricoltura) e nelle condi– zioni sociali (col pri vare gran par te elci con– tad ini non solta nto del lavoro ma an che cl~i latti cini che costit uivan o uno dei prin cipali a limenti). L. ind ustria moderna ha avuto in Sardegna, come già in Inghilterra, un inizio tra gico e cruento culminante nelle sommosse de l 1906 e nell' inizio cl' una forte emigrazio ne· tran socean ica la quale ha pegg iora to ancora le condizioni demografiche ciel paese. Gli spu tasentenze trova no nel fenomeno della pastozizia grande messe di an:imoni– menti solenn i per gli agricoltori • preadamitici,, che lascian o la t-errc incolte:, mentr e la scienza agrar ia (che viceversa è un 'a rte) insegna tant e belle cose per far fru ttificare la terra. Tu t te sciocchezze ! I. ' agricoltore sar do non ha gra nd i conosce nze in ma terie letterarie:, ma capisce ben issimo il prop rio interesse, nei limiti della propria esperienza . Chi si degna d' insegnare ai sardi che esistono dei cicli agrar i raz iona li, ignora che l' agricoltore sardo usa un ciclo agra rio raziona lissimo sebbene emp irico: gra – no, fave, leguminose var ie. l\fa lo usa dove la terra permette un · agrico ltu ra raziona le, cioè nella pia nura . Ne lle moutag nc la rag ione cede il pos t-o· al disagio economico che de– termina la cultura di rapi na : grano, grano, orzo o simili (3). Le culture a rboree hanno vera importa nz,1 solt:rn to in a lcune region i. Una volta aveva grande importan za la vigna, ma la fillossera l' ha in grand issima parte dist rutta. Del bo– sco, che dovrebbe occupa re tanta parte delle regioni montuose e gran itiche , la scure e J' in• cenclio ha nno lnsciato be n poco. Ci sono pa• recchi sug hereti e rendono clisci-eta mentc, ma sono an ch'essi minacciati dal fuoco poic hè ogni est a te la Sardegna diventa un braciere. Vi sono paesi così pri vi di alberi che non han no altro combustibile fuor che sterco anima le dis– seccato: in alcuni villagg i ciel Campida no i forni per la panificazione sono riscaldati da tale combustibile, L' olivo e il frutteto sono curati cd assumono impor tanza economica solo presso alcuni cen – tri abitat i e ciò (a prescinde re dalle cond izioni Per accordi coll'editore Lat eu:a i due volumi di Giustino Fortun ato, n Me~~o– giorno t lo Staio It.ll ano, possono essere acquistati dagli abbonati deff'Unilà, che ne farann o richiesta per mezzo nostro invian – docene l'importo, per lire 4, an zkhè per lire 5 ; i due volumi dei Cfknti anni di "Vita Italiana (1899-1909) di Francesco P apaia va, possono es.sere acquistati per lire:8, anzichè per lire IO. , agro nomiche che impedisco no in molte loca• lità simili culture) si sp iega con le condizio ni demografiche della popolazione. La cultura inte nsiva e specia lizzata richiede brac cia e Per accor.di con fa Casa Editrice Athe – neum il volume di Ghin o Valenti, S/udi di politica agraria, è ceduto ai nostr i abbo– nati che ne facciano richiesta alla nostra amminis trazione, inviand one I' importo, per L 4,50 invece che per L. 6. f1) Vtdi numtri 12 t 13 In QUtM'ulti mo numtro, figun un trrort che .., torrcno, do,·c si pu la dcli• ,·crwfiu fouos, d'im• mobili per m•nc■to p1g, mcn10 d' impM!c, Dove dice, • delle 139.2 •ertdilc tol o 17,I rigu.ard..uo dcbi1i 1upcrio1i • .50 lire .•. • deve dire invece: • di 100 undi ic ccc. ccc. •· (2) t un, delle mtni fot u ioni dcli• 011iliti psicologie, delle popoluioni Htd e ,·c1t0 il mtr e, 011ili!il che si ,piega con varie nzioo i stoti(hc N « <Nlo•ithc . (31 Quu ti n11ur1lmc111e t0n o due tip, di ■gricohur 11 ; 1 cui I■ ,ohi si •uo t.11più o mfflO , oei uri ump i. ,no Bianco richiede mercati cli consumo. Sassari è cont or– nata da foreste cl' ulivi , l'rlilis è tutt:a u1; agr u– met o, Cagliari è tutta coltiv a ta nei dint or- 111 ; cosi pure Oristano, Alghero, Jglesias, Nuoro, Tempio, Ozier i. Perchè l' agricoltu ra si este nda . occorron o uomini e capit ali. ~la son due circoli viziosi. Il problema del cap ital e è il prob lema della ricchezza isolana: non si risolve col solito credito agra rio a cui io, nelle att uali condi• zioni della Sardegna, non ricorre rci pci-chè mi sembrere bbe cli giuocare al lotto. Anche il problema delle braccia è il problema generale della ricchezza isolana . Non è possibile che ci sia in Sardegna una classe lavo ratricc ,adc– guat.."l., ai bisogni d. un 'ag ricolt ura inte nsiva, finch<\ essa non abb ia Ja possibili tà di vivere Lutto l'ann o : oggi questa possi bilità è molto lìmitat ~. 1 JI problema dcli' agricoltura sarda è - mu– tatis mutandis - il problema della colonizza– zione libica : vi sono delle macchie cl' olio che occ.::,,.;.rcLbe t!ste nclcrc. In Sardegna qu esta estens ione non sa.rebbe difficile, se si costruissero gli sbarramen ti mon• tan i per i laghi art ificiali, se si attu asse una politica doga nale liberis ta, se si liberasse la cult ura ciel ta bacco dalla cap pa cli piombo del controllo fiscale, se si studi asse ro le altre cu l– ture possibili. Noi non sap piamo qua li cult ure siano ada tt e al suolo ed al clima delle varie regioni sarde. Si può ut ilmente coltiva re la canapa ? Si posso no coltivare il lino, il cotone ? Il Man.no accenna ad esperime nti agr icoli compiut i sul finire elci secolo XV l i i ; n\a - da quel me– diccr issimo raffazzo nato re d i notizie eh ' egli fu - si guard a bene dal da re impo rta nza alla cosa : non dice neanche il risultato degli espe– rimenti. C3.napa e lino rn no coltiv ati anc he oggi in alc une region i sarde: c,m qual pro– fitto ? Gli intellettua li sardi per conto loro chie– dono ferro vie, porti, credit o agrario, rest aur a. zìoncclel granaio di Roma, ma dimen ticano regolar mente cli chiedere un isti tut o sper i– mental e per lo st ud io dei miste ri agrico li sa rdi. Genera lmente a nzi questi vacui e vanitosi figli dcli ' isola non esita no a ripetere le solite lita nie cli nrnrca socia lista con tinentale .su le terre incolte e su le trasfor mazioni cultu rali. Se apr issero r inchiesta agraria elci Salaris. scritta nu:~_lto tempo pr ima che l' indust ria ciel pecorino este ndesse la base della pastoriz ia, leggerebbero quanto segue: • Chi nella Sarde– gna, nelle att uali condizioni, con la coscienza di dir cosa seria e poss ibile, oserebbe dire agli agricoltori : trasfo rmate i vostri campi, in• troclucete altre culture ? Le trasformaz ioni non si compirmo senza cap itali e son questi che ma ncan o appunto all' agnc oltura sarda . Se l' agricolt"ore ricorre rà a l cred ito. sarà pcr– clut-o; si troverà impig liato nelle spire dell'usura . la quale lo afferrerà senza pietà e Io gitte rà pezzente sul lastric o• Chi oserebbe ? Gli intcllett11a li sardi . Essi non sanno che, dopo l'i nchies ta agrar ia. la siccità - la terr ibile nemica della agricolt ura sarda - ha prog re– dito cli par i passo col dibosca mento; essi non pensano che trasfor mare le cultu re oggi si– gnifica branco lare nel bu io affidando i propr i cap itali C(lW.Si completa mente ali ' alca.. E la Sa.rdcg~lf' è il pa~ e in cui il giuoco ciel lott o non ha ma i avu to fort una. Si dcsi<lera s.1pcre perchè ia Valle del Po debba ave re un istituto per lo stuclio della bielicu ltura, e la Sard egna non debba averne uno per lo st udio de lla cu ltura delle piante tessili. La bietola è certo un prod otto molto impor tante ; ma la Valle ciel Pu potre bbe an che farne a meno; mentre la S::irclegna, continua ndo cosi, dov rà fare a meno di qua – lunque cultura e preferi rà abb..i.ndonare anche la. pastor izia, minacciata da lla crisi ciel for– magg io e della carne , e dai dan ni de lla siccità ormai quasi sist<'ma tica . Il comunismo della miseria. Le tra s formazi oni agrarie sono anche limi– ta te da ll' ordi namento della prop rietà fondia– ria , la quale conserva ancora largamente an – tichi istitu ti incompatibili con le esigenze <1·u11 rinno\ ·am cnt o .1gricol1.,. 497 È questo un altro degli aspetti in cui la Sardegna fa pnrtc per sè stessa. 11 problema agra.rio è ncJI· isola, pr ima che un proble ma tecnico, un prob lema sociale. Notev oli estensioni di te rra sono vincolate in va– rio modo ; la costituzione fond iar ia ha una struttu ra piuttosto rigida. Non è Ja costitu– zione fondia ria siciliana. È ridicolo pa rla re per la Sardegna di feuda lismo com e per la Sicilia, poichè la Sardegna non ha nulla, pro• prio nulla cli feudale. Non soltanto non ha ricchissimi proprieta ri terrieri come la Sicilia , ma non conosce, nean che dal punto cli vista elci rnpport:i socia li. un a profonda separa;, ione tra padr oni e salariati, poiché i rappor ti eco• nomici conservan o nelle campagne un carat– tere pat riar cale. Anche la classe decaduta e decaden te elci • galantu omini • non esiste in Sardegna. Si suole parlare indifferentemen te di lati– fondo sàrclo e di latifondo sicilian.o. È arb i– trario. Se ci si riferisce al me todo cli colt ura estensiva a pasco lo brado o a cerea li, c1uasi t ut ta la Sardeg na é lati fondo. Ma se ci si ri– ferisce ali' estensione dei fondi, io sarei ten– ta to cli a ffer ma re che in Sardcg ;rn il p iì 1 gran – de latifondis ta è il popo lo sardo. Molte terre sono infa tti ciel popolo, il qu ale ne usa nelle forme cons uetud inar ie dei diritti cli aclem– pri vio (I). Teorica ment e gli ade mpr ivi non esi– sto no più, essendo stati aboliti da una legge de l 1865 (una legge-gran chio come tu tte quelle riguardanti la Sardeg na) ; rna in realtà si esten – dono a ncora su circa · 150.000 et tar i, che nè la cessione a una Società capita listica pri vi– legiat a, né la quotizzazione tra i comunisti sono riusc ite a sma ltire. In rea ltà molti elci beni ade mprivili, su cui si esercita il di ritt o di pasco lo collett ivo, sono inadatti alla cul– tura . Cli l: per qu esto eh' essi sono rimast i inve nduti ccl inve ndib ili a privat i prop rieta ri : terre incolte perchò no n coltiv abili frutt uosa– mente . l i che significa che il dirit to d ' uso collettivo su ta li terre, potrà esser e modificato nella form a (2). ma non può essere abo lito nella sostan za. Tutto il meccanis mo burocra– tico e tutte le casse ademp rivili poss ibili, non posso no modifica.re ta le dato cli fatto. L' unic.:l cosa utile è il rimbosc himento in quelle terre in èui è poss ibile, e in ogni caso l'individua, zionc de lla proprietà terr iera in enti collett ivi interessa ti (concorzi, coopera tive) ali' infuori deg li enti pubb lici. - Finchè tali ter re rimar – ran no in bulla di tutt i e cli nessuno, il do– mini o utile su cli esse sarà tenu to da i rove ti, dalle ginestre, da i cinghia li. Legistu looe apeçl•l e. Dovre i qui parlare delle leggi specia li. Non r~e vale la pena . Sono la codificazione dello spropos ito, qua ndo non codificano add irit– tura la mala fcclc. Le cose più var ie racc olte insieme per far numero. li.fonti frumcntad (dan– nosi ali ' econo mia sar da), casse adc mprivil i (idem), consorz i ag rar i (mai visti), baci ni d ' ir– rigazione (idem), sistemaz ione elci torren ti e bonifiche (idem, idem), st rade, porti, forrovie (idem, idem, ·idem). Un centone di promesse gene riche, firmate da un ministro sardo, na– turalmen te a utorevole e naturalmente incom– petente. Un altro uomo politico sardo, qu asi altret– tan to auto revole cd incompetente, in una re – lazione del 1896 sulle condizio ni della pubbl ica sicurezza in Sardeg na aveva già ideato u'n fritto misto di provve dimenti riguarda nti ad un tempo il regime delle polveri piriche e Jc franchig ie doganali , la formazio ne di un libro della prop rietà - sistema Torrcns -, I'au– mento elci reali cara binieri e molte al tre cose. Siamo nel!' an no J9 14 e da l 1897 o anche sem– plicemente dal 1907 la Sardegna avreb be do– vuto vedere. pa recchie cose nuove. Secondo la legge dov reb be anche essere mezzo colon iz– zata: la legge infatti concesse r esenz ione dc l– i' impos ta fondiaria a i nuovi ce11tri · abita ti eia almeno I 5 persone e cott almeno Ire case co– l011icl,e, co11 6o ettari di terreno razio ,wlme11te collivati, che fossero sorti in terre ni incolti e disab ita ti.ent ro dicci anni dalla pro mulgaz ione (1) Il diritto d'adc mpri ..io compre ... dc 1,n10 il compu colo come I, umina . M• oggi ,i esercita generalmente solo il prin,o. (2) Per ~ mpio, il V1l~n1i propose di ccd~rc i beni n· •dcm~ pri, ili in lillfr• propric1!a(Ollet1iv11ogli •~rk ollori poYcridi u , p■c.c riuniti i" CCIR$0Uio.

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