L'Unità - anno III - n.1 - 2 gennaio 1914

436 possa essere utile solo se fatto 1~r lott i abba– stanz.'\ estf.'51. • ~ evident e - egli dice - che • tutt e le condizioni sopra enun cia te, inclispen- • sa.bi li per esercitar<' una granicultura attiva, • non si possono realizzare nelle piccolissime • azie nde, bcnsl in quelle che hanno una certa • est~11sioue tra un minimo ed un massimo Al • di sotto del prim o e al disopra del secondo, • si va incontr o ad inconveni enti di varia na- • tura che ostacolano il b11on f1111ziomm1ento <li • tm ' atiemla. Dunque ìn fondo , anche per lo Ziino, imprc • scind ibilit à cli certe cotiditioni esterne e di su– perficie estese. li Valenti , (L'I talia agricola dal 1861 al 1911, Milano, Hoepli, 19 11), invece, cosi, in poche e chiare par ole si esprime a proposito del lati – fondo : , Vi sono latifond i che dalla spiaggia , dc.I mare salgono alla vetta de i monti, rag• • giungendo un a elevazione anche superiore , ai mille metri. Se nella parte piana si hann o e pingui terreni allu vionali , dove si JX)trebbc , esercitare con successo una ricca co!tura esten- • siva , non mancano, però, i terreni dirupati e • le pend ici di sca rsa fert ilità, la cui migliore , d~t inazi one é rapp resenta ta dal bosco e da l i,: pascolo. In essi si rinverranno talune parti , part icolarmente adatt e alla coltura specia- • lizzata delle piant(• legnose, la <1ualc non po- • trcbbe utilmente estendersi ad altre. Ora t': • ovv io che in tali condizio ni, una riparti - • zione del latifon do in appezzame nti di uguale • superficie e la loro assegnaz ione ai piccoli ..proprietari, eufitent-i o affittuari, sarebbe 11 contraria ai buoni prin cipi della tecnica e , dcll' ecooom ia agraria e ricscircbbe un ' ope- • razione tutt 'a ltr o che va ntagb.;osa, anche dal • punt o di vis ta sociale . L'altr o fatto da cons i- • dcrare è questo . I latif ondi non sono costit uiti , cli tcrren; incolti , bcnsl di terreni che.sa lvo casi • eccezionali, sono pienamente utilizzati , in guisa • che l'economia latifondistica, almeno nel suo • tipo classico, ci rappresenta un vero e pro- • prio sistema agri colo. Trattasi di colt ura • estensiva e di colt ura agraria associata alla 11 pastorizia, con preva len1.a dcli' una e del- 11 l' altra, a seconda della natura dei terreni • e de lle esigenze del merca to. ·Predomina la 11 pastorizia nell'a gro roman o e in Sardegna, • la coltura dei cercali in Sicilia. Ma in o~ni • ca.so a tut ta la superficie del latif ondo si • appli ca lavor o e cap1tale, e non di rado con , pii1 sap iente accorgmte nto che gli osserva- • tori supe rficiali non siano dispost i a ricono- • sccrc •· 11 Cammareri , (li l:lli/011do in Sieili a, con al– trettanta sicurezza afferma : • Lo spezzamento • dei latifondi meridi onali~ un errore provato. • ~1aanco r cosi ragionasi : poiché il latifond o se- • minativo e past orizio dà uno scarso redd ito • sociale, abo liamo il latifond o quot izzand olo e in impossi bili piccole propr ietà . Ugualm ente • rag ionerebbe chi dicesse i i contadin i vivono • miseri col loro suda to lavor o; aboliamo il 11 lavoro agr icolo. Non si pensa che come il • contadino può e deve assurgere alla consi- • dernzi onc socia le cli un pubb lico funz ionario • addett o al lavoro dei campi , cosl il latif ondo, • restando ta le per necessi tà agrico la possa e « debba dare il massim o benessere sociale. La • organizzazione dei lavorat ori farà questo mi- • racolo •· E, circa la trasforma zione della coltivazione da ccrcalica ad int ensiva, il Cammarnri stesso dopo di ave r opport unamente osservato che la piccola proprietà a coltura arbor ea o orti– li,ia ha biwg no elci latif ondo per i cercali che questo solo produce , conclude : • Ogn i • nuO\'0 tratto, che dal lati fondo squallido tra • sformas i in luogl,i (1) con la colt ura intens iva • - "igna, oliveto, giardi no <Xl or to che sia - • fa crescere il pr ezzo delle terre. 11 latifond o 1. res tante tra c da questo progresso un du - • plicc nuovo torna cont o : quello di servire, • come vede mmo, ad intcgral'c i prodott i bi• e sognevo li al piccolo posside nte (borghese) a • cond urr e egli le stesse coltur e intensive ; e • l'a ltro cli far rial zare il prezzo cl' uso della • terra dei latifondi e premiare ancora di più • r asse nteismo del latifond ista. Lo spez- • zamcn to, ad unqu c, dei la tifond i, corwer• e titi a lla colt ura intens iva, impedi sce un • ult eriore spezza mento, pcrch~ dà a i la- • tifond i restanti un maggiore tornacon to a (1) t il TOCaboloJi gueo con cui •l iltdic:1 il fondo btn e• fK1lO , ' L' UN I TÀ « restar e immutati. La piccola propr ietà, for- • matasi, sott o il regime libera le, da llo ·spczza - • men to dei latifondi feudali, è la tossina che • impedisce ad un dato punto un ulteri ore • frazionamen to fondiario . Cosi l'a lcool, pro- • dotto da lla fermentazione del glucosio nel • mosto, impedisce la deco mposizio ne di altro , glucosio in alcoo l •· Ed il Vacirca (Il problema agrario i,i Sici lia), anc h'eg li socia lista, scrivo : 11 Dat e le con– « dizioni agrico le dcli ' isola, noi siamo dc- • cisamcn tc per il lati fondo •· A simili conclu sioni perviene prcss' a poco anche il Lorcnz oni (/ ,ichiu la agraria La Si• cilia •, Tomo I). Fra il Va.circa e il Cammareri e' è solo qual– che divergenza di vedute per quanto riguarda i mezzi per au ment ar e il reddito del latifondo stesso; ma : intanto , si può constata re t:_ac- ,,. corda fra uomin i colllpc tenti e di diverse idf:C politi che, su questo punt o essenzialissimo : chè il lit TI'ondO, comè entità agricola, (s' intende , in~ Sen~ralc.., sai~ le ~!!2.- nJ..:..~ r cui lo spezzamen to è J>OS.Jibile e util e} con la sua..!?° " cial c economi.a: abbia la sua utile e necessa ria funzione e vada .conse rvata: lo spezzamento significherebbe distr uggere quell'e ntità e po· trebbc ricscirc socia lmente nocivo. li che non vuol dir e che si debba riman ere eternament e, innanzi al lati – fondo, con )e mani in man o. Il latifondo - spiega ott imamente il Bruccolcri - non si distru gge con -leggi scritt e, che ne impongano ad arbitrio i) frazionam ento, senza tener conto di tutt e le condizioni fisiche ed economi– che, da cui il latifondo ha origine. Ma si _ può combattcre, crcando condizioni nuove, in cui nev enga aumen tat a la produtti vità. AlÌo-;:~ lamente, e non prima, lo spezzà– mento del latifondo, dove sarà richiesto dal torna conto dei propri etari e dei col– tivatori , avve rrà da sè, senza bisogno di leggi. E anche dove la gra nde proprie tà si perpetu erà non rappr esent erà più come oggi un peso morto nell' equilibrio so– ciale ; ma la maggiore produtti vità della terra, anche se la propr ietà ne sarà cont cent rata tutt ora in poche mani , richia– mando u~ più largo stuolo di lavoratori e perme tt endo più elevat i salari , determi – nerà automa ticame nte la trasformazion e delle colture e la revivisce nza sociale, politica e morale dei paesi addorment ati come in un sonno di morte. tt Ogni altra rifor ma, tentata o compiu ta che da questa via pratica si discosti, non po– trà costit uir e che della vana ret orica, non sarà elle tempo perduto e non raggiungerà altro scopo che quello di crea re un compia cente altbi allo Stato, agli uomini polit ici, ai par– titi, più aman ti di false popolar ità che <lesi• dc rosi di risolvere vera ment e e sanamen te il problema della. Sicilia e ciel Mezzogiorno in genere• · Ed ecco ora l' on. Giolitt i farsi avanti con la faccia più fresca di questa terra ; prome ttere tranquillam ente la dh ·isione del lat ifondo! Probabi lmente, egli ha promesso ciò che ben sa di non pote r man tenere. E l' ha promesso app unt o pcrchè sa di non poter mantenere. na u gra nde legge sociale » per l'abo lizione nientemeno ciel latifondo terrà a lungo occupata la Camera e i giornali, assicurerà una grande nomea democra tica al ministro proponente , farà dimenti care i mazzieri almeno ·fino a11e altre elezioni. Che la legge votata, poi, abbia un effett o qua lunque , è ,111 alt ro paio di mani che. Quel che import a è che per alcuni anni I' on. Giolitti possa vantarsi di ave re diviso il lat ifondo con una " gran legge socjnle ». A suo tempo, i successori se la sbrigherann o. Agricola . Jf 2" opuscolo ddl'Unil à dedicato alfa propaganda contro il Protezionismo è: com– pletamente esaurito. Il 3 1 Opuscolo tard erà ancora ad uscire. Preghiamo quelle persone che si sono pre– notate di voler pazientare. INGHILTERRA La delusi one c:olootale tcduc:.1. Diceva Arrigo Heine : l' I ngh iltcrra s' é pre– so il mare , la Fr ancia s' é preso la terra : che cosa resta· alla povera Germa nia ? - il ciclo I Ma nel!' otto bre de l 1884 Bismark poneva sotto la pro tezione cicli' impero il prim o do– mini o coloniale nel paese degli otte ntott i. Su– bito •dopo la domina zione germani ca si sta– biliva nel territ orio di Damara e di Nam ancqu a e poscia nel l{a.mcrun. Messosi, riluttant e, sulla via delle impr ese coloniali, il Cancelliere vi persevera con ar– dore : rovescia ndo I' opposizione pa rlamen – tar e e sventando, con la potenza dei suoi mezzi diplomatici, la gelosa ostilità degli in– glesi. Nel 1885 egli raduna la Conferenza africana di Berlino, dove afferma definiti vamen te il diritto della Germa nia a int cr\'cnire nelle grand i compet izioni coloniali. L' inizio era stato brillante, rapido, fortu– nat o. Glads tonc alla Camera dei Comuni ri– conosceva solennemente allil Ger mania il ti toto cli potenza colonial e: 11 lo saluto il prin– cipio di que sta. attività e mi rallegrerò se la Germania diventa nostra compagna nella dif– fusione della luce e della civiltà. in paesi meno colti . Essa troverà per qucst' opera i nostri rallegramenti più cordiali e qu egli aiuti che saranno in nostro potere •. E le conquiste territori ali procedono in breve tempo da ll'Affrica Sud-Ovest ali' Orien– ta le. La German ia si stabili sce nell'arcipela go au stralian o e dopo il 1900 anche, trionfalmente , nel centro del mondo giallo. E le sue colonie africane si aumentano, dopo Agadir, coi compen si fran cesi. Ciò non osta nte la politica coloniale ted esca cost itui sce una delusione. Quando nel 19o6 Bulow chiese al Heichstag, che li respinse, nuovi cred iti per l' Affrica Sud -Ovest, si fece un bilancio sommar io cicl– i' azienda coloniale : circa 350 milioni, senza contar • le spese militari e maritt ime, impie– gati dal Governo e dai pri vati nelle colonie, e in compen so poche miglia ia di sudditi tede– schi fra funzionarii , missiona ri, commercianti e piantatori, stabi liti sop ra un territorio di oltr e 300 milion i di Kq . con circa J 3 milioni di indigeni : un commerci o tota le, sebbe ne in cont inuo aumento, non superiore a cento milioni, di cui appena la metà rappr esentava il commercio tedesco ! l due fmperl all1ml. Ul forza d'espansi one della razza germa– nica aveva trovalo altre vie: l' antica naziol\e agricola e semifcudale , diventata un'imm ensa officina, si espandeva vigorosame nte nel vec– chio mor!do civilizzato . Se I' il_l,1sionc ..~ lo– niale tram ~;)lltava, sorgeva ~ormidab ile il nuovo verbo dcli' imperialismo ù1d11striale. Nello stesso tempo r imper ialismo mili– tar e e territoriale, dopo ave r cercato i1wano I' "bi co11sistam nell' Affrica e nelr Asia , tor– nava a riguardare I' Europa come la sua base d' operaz ione. Noi ci guarde remo bene da l conside rare la politi ca dcli' impero come reali uazio nc delle fantast icherie etnografiche e dei programm i fu– turi sti del pangermanismo : I' unione e I' as– sorbim ento ncll' Impero di tutti i popoli di razza o di presunta razza ted esca, cioé dcl– i' Olanda , del Belgio. del Lus cmburgo, della Svizzera, dc li' Austria fino a .. Verona, dcl– i' Ungheria : e intorno 'at nucleo politico un grande Zollvereili compr enden te la Polonia e i paesi rnt cni, la Serbia e la Horncnia : una im mensa base territor iale, insomma, d:d Mare del rord al ì\lcditerran co al Bosfo ro: donde il popo lo lcclcsco muoverà alla conquista dcl- 1· Orien te! Sono le vecchie allucinazioni dcli' imperia– lismo Roman o, che GoCth c cleris~ e Bismark considerava una malattia ereditaria de l po– polo tedesco . i\Ja fino dai primi albor i clell'nnità germanica I' idea di in~lud~ J.;__~ ~•mc'!!!, nello Zollvereht sòr nsè ai j>ensiero di uomini tutt'a ltro che al– lucinati. E il proposito de lla Ger mania di an• nettere l'Olanda e di impadr onirsi delle sue Gino Bianco E GERMANIA colonie australasia tiche era qualche anno fa conside rat o come uno de i pu nt i fonda menta li e uno dei pres umibili cas11.sbelli del conflitto ang lo-ge rmanico. Nè si può igno are che la German ia, col si• stema delle alleanze, non ha , in realtà, fatto a ltro che creare un potente blocco tc.rrcstrc medio-europeo, t1ei co11fi11i, press'" poco, tiella carlt, geografi ca pa11gernumisla. E quant o alla conqui sta dcli' Oriente, non v' é dubb io che la Germania ha concentrat o i suoi maggi ori sforzi ncU' Orien te mcditerranro, dove int orno alla ferrov ia di Dagclad coinci– dono gl' interessi dcli' espansione ind uslria le e le mire politiche dcli' imperia lismo gcn11anico. La Società. coslruttri ce della ferrov ia, come é noto, ha ottenu to dalla Porta la concessione di una striscia cli venti chilometri lun go tutt o il percorso (3400 l<m.) de lla ferrov ia; la qual e immensa striscia sembra in gran part e. destinata alla coltura del coto ne. Tu ttavia, anc he a considera re per ora come esagerato il pericolo che la ferrovia ted esca costitui sca una minacc ia militar e per la si– cu rezza delle Jndie, - sta il fatt o che a ,linea di Bagdacl, quand o sia prolu ngata mo ":"'Gro ~ rsk o, seg11ertJ il p i14 corto cammi,io verso le /11die e verso i mar i orientali, e di– venterà perci ò una linea rival e della via marittima inglese per il Cana le di Suez. Ri– sorge, cosl, sotto nu ove forme e in più vaste pr opor zioni, la riva lità medieva le fra Genova e Venezia, delle quali l' una teneva le chiavi del commer cio indjano a Bisan zio, l'altra ncl - 1' Egitt o. La. storia delle rClazioni fra Germania e Inghilterra rispett o ali' Impero tur co è, in parte non piccola, la sto ria delle grandi crisi europee degli ultimi a nni . Ed A probabi.lmente . 11ella q11eslio,ie dell'Asia MiHore che la Ger- 4 mania si pr:pa,a a /raseinare .;,, gioc;ole f orze 4 dei s11oi alleali. Non che i rapporti an glo-tedesc hi riguardo alla ferrov ia di Bagclad seguano una linea di ost ilità fissa e perman ente. Si ò par lat o, anzi. spesso di un proget to di collaborazione, e di recent e fu anc he annunzialo che la qu estione poteva essere regolata con reciproci accord i. Né questi accordi sono da escludere, quando si considerino e le tend enze pacifi ste di tan ta parte della democraz ia inglese ; e le difficoltà tecniche e sovratutt o finanziarie dell' impr esa ferroviaria , a superare le quali non sembrano sufficienti le sole forze germaniche ; e le stesse tendenze intime, contraditt orie, dcli' imperia – lismo germani co. A costrui re il qua le con tribui scono due di– sti nti elementi : da una par te l'o rgoglio mili– ta re e di razza, la coscienza eti ca di una mis– sione mondial e, l'avidit à della conqu ista ter– rit oriale; da ll'a ltra una mirabile espan sione economica a profitto della qual e la Germ ania ha utilizzat ç tutt e le sue risorse morali, il suo spirito di disciplina e cli pa zienza , il suo allo spirito scientifico. Ora questi due imperiali smi, se sono assi• stiti da un'uni ca forza, se si svolgono sotto r egida di un'unica disciplina naziona le, se sono l'un o e l'altro un a espressio ne politica e, in certo modo. u,,a ma111ftslazio11e dello Staio, pur e si sviluppan o in isfcrc differen t i. L ' imperialismo milit are è a nco a troppo bu- -– rocrati co, agra rio, fiscale, prot ezionista ; I' e– spansione economica ha bisogno de lla pace e della libertà . :,.;è l'industria germ anica sfugge alla domi na zione della finanza internazionale. Questo spiega, da lla parte della Germa nia, le oscillazioni nello svolge rsi della riva lità con l'In ghilterra. E qu esto mostra, in linea pili ·general e, come non vi sia una. forza univ oca, irrcd ucibile, fata le, che spinga h, Germa nia contro I' Inghilterra come Roma cont ro Cnr– tag ine. La. lotta si svolge con una serie di curve e di oscillazioni sens ibilissime. le quali htumo \'ariato in breve tcmJX> dalla mina ccia della guerra nell'estate del 19 11 , ai recenti e ripe– tut i tentativi di convenzi oni navali fra le due pote nze. Appu11to per questll pa rticolare oscilfobilifrì dei ,apporli ,rnglo-gcrma,iici. le t1ltre 11azio11i ,possono influire, anche con minime preponde– ranz e a spostc,r,ie i resultali.

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