L'Unità - anno II - n.40 - 3 ottobre 1913

•mentale nel legg erli e seguirli, tuttavia non sa ·sempre vederne il vizio e finisce col lasciarsene influenzare nella propria condotta. È in questo modo che onestamente ci Possiamo •dare ragione, lasci;rndo da parte la comoda ma– lafede, de ll'er esia del Méline, a cui tanti valentuo – .mini han no tributa to così largh i appla usi e ade– sioni. Se cl ala Il timore di una carestia di grano, Il cappello - lo veggo ora - è un po' troppo -ampio per la 1,arte che segue. Ne domando scusa e vengo all'e resia mCliniana. Il Mi:line par te da una premessa di fatto, che si può condensare colle stesse paro le de ll'a. « Mi •credo autorizxato a concludere - egli disse - che noi siamo giunti al momen to in cui la d i• sen:iont: 'delle cantp;lgne tend e a diminuire sen– ·sibilmente l.'appr oYigio namento alimentare del genere umano per il primo e principale articolo di grandt" consumo : il grano •· È un 'affermazione che non può non sembrare esage rata. 1 falli hanno semp re bisogno di es• sere interpretati . Poch i accenni in proposito, chè non è su ques to che voglio magg iormente insistere. Il M. confro nta il periodo presente di prod u– zione granaria con il periodo passa to. Sono con– fronti pericolosi. Le statistiche ngra rie solo ora si avviano ad un sufficientt g.rado d i cred ibilità •e di completezza. Occorre chiudere gli occhi su molte cose per credere che le vecc hie siano re• golarn,en te continuative colle più recen ti. E non la sola rapprese ntazione , nia vere e ,proprie circo!tanze di fatto sono differenti fra i due per iodi. Nel periodo che corre alcuni paesi , i quali -era no e sono grandi produttori di grano, sono pervenuti ad un limite per cui gli incrementi della granicoltura, per ragion i topogm fiche, tec – niche e per la stessa concorrenza econom ica -delle colture fra loro, non possono effettuarsi più nella ragione del passato : l'espansio ne ecc. tende -di grado d i saturazione. ln compenso però altri paes i si sono affermati o si vanno afferman do, che p rima erano deboli produtt ori cli grano e che tendono ora ad una piena.e grand iosa espansione -della loro produzione : sarebbero ogg i nello sta- -dio evolutivo che gli nitri paes i avreb bero stori- cam ente sOrpasS, to. Orbe1'e, non bisog na trop. 0 po fis!arsi sul fenomeno dei primi e non valuta re giu stame nte la potente dinam:ca dei seco ndi. Se no, si fa troppo a cuor leggero la parte di Ge • remia ... agrario. Non bisogna, per citare qualc he paese, fasciars i troppo impress ionare dagli Stati Uniti del Nord America e non \!aiuta re pe r quello ch e valgono il Canadà, la Russia d'Asia e tanti paesi dell'America meridio nalt",ad esem pio, spe– ,c;aJmentc l'Argentina, i q11 ali segnano un così alto crescendo nella produzione cerea licola Cd hanno cosi vasti terr itori da coltivare e inte nsificare e ad un tempo cosi scarsa popo lazione. Qualche cifra ? Non far:\ male. La fonte è pro nta : I' A 1m11ai,·e i11/er11alio11al dc .rlalisli que ,agr icole, che, per quanto si riferisca solo agli Stat i aderenti nll' Ist. inlem. d' agr. (gli altri sono d i/)/011urlt'f:amc11/e ignora ti, con gr:, •e danno però per lo scopo stesso clell' lst.), l: quanto di meglio ci sia in argomento. Si faccia uguale a 100 la produzione granaria nègli a. 1900- 1901-2 e si v ~gga qua li cifre vi corrispondano nell'a. i909 e nell 'a. 1910 ; Sta ti U. Nord Am erica 9 1,3 84,9 CanaJ:\ . 1SS,2 169,3 Argentina . lJ2,4 258,9 Russia d'A sia. 2.i5,6 284,3 Senza entrare nell'e same di <1ueste cifre, che si dann9 (ben inteso) solo come cenno esempli– ficativo, possiamo aggiu ngerne altre, veramente riassuntive, che si riferisco no a tutt i gli Stati del mondo adt"renti all' Istitu to: Coltura e pro~u:lo ne del frume nto, Medi~ an nuali 1901-2 al l!)OS·o6 1907-0S al 1910-11 Sup. colli.,, : Ettari 89.0.1,1.325 94.891.154 J?roduz.: Quintali So8.2 11.6.10 868. 222.ojo ~la, in fondo , l'indice 1>it)sig nificativo è dato dal preuo stesso del frumento. Jn mezzo alla gen erale elevazio ne dei prezzi non si può as– ser ire che c1uello del grano accusi condizioni o ~ause eccezionali, nel senso di un progress i\'o squi librio organico fra la produzione e la richie• sta, come dovrebbe essere se i timori di una più o meno vicina carestia di gra no fossero giu. st iJicati. L' UN 1TÀ Nella sua •pre messa• il M. attribuisce, come si è visto , la colpa di tutto alla e dise rzione dalle cam1>agne •· Ma anche q ui non c'è esa · gerazione ? In certi giochi della coordi nazione dei fatti è molto facile scambiare un efletto per una r.ausa e vicez,ersa . E qualcuno di questi seamhielli de, 1 e essere propr io di quei tiri birboni cont ro la correttezza e l'obbiettività logica di cui abbiamo vis10 poco fa. E noto infatti che una delle cause dello spo– polamento dt:lle campagne è l' introduz ione di macchine. Ognuno lo può Yedere anche limi– tando si ad OS!ervare la produzione granaria : ba– sta rammentare le macchine 1>er l':irat ura, la semin,tzione, la mietitura , trebbiatura ecc. pro– prio del grano. La macchina caccia il la\'o rato re manual e e riduce il cos to di questi lavor i. Si ca1>isce poi che lo spo 1lOlamento, a,•,•iato che siasi, alla sua ,•olla, intensifica l'intr:x!uz ione di macchine. È la solita viceuda. Jei fatti economici, che sono maledetta ,uente intrecci ati e· ingann e– voli t fanno continui sgambetti e sberleffi, come cer ti diavo li danteschi, attorno a certe teorie e a certe ricette sempliristiclle dei prot ezionisti (e, pe r esse re · giusti, di certi liberisti, che non si sono liber ati da l vizinècio di pretender e· di ri– solvere con m ili fannn ceuticn formuletta qualsiasi più compl_essa situazione economica). Si può, inoltre, asser ire che la diserzione delle campagn e sia reale, qmmclo, come ra il !\f., non consideriamo un dato paese, ma tutti i paes i de l grande merc ato g rnnari~l mond iale ?11 M. si fissa tropJ)Osull' urbanesimo francese . Bisog na guar – dare anche i paes i di intensa emigraz ione al– l'e ste ro. In Italia ben sappiamo quello che 3\' • viene dei nostri emigrnnti . Se buona parte di quelli diretti agli Stati Uniti si conv erte in operai industriali , grand issima parte, invece, di quelli che si recano nell 'A merica meridionale va a compiere lavori agricoli e massimamente gli in• tensi lavor i che concernono la cer ealicolt ura ecc . E gli ste ssi italiani che, quando erano all' e– stero non lavo ravano la terra che cosa fanno quando ritornano nel paese natiYo e come im • piega no i cap itali che ripor tano seco ? Sono do– mande codeste , di tipo retorico, di cui tutti or • mai sanno la rispostu. Adagio, dun que, a parlare di diserzione dalle campag ne, mentre spesso non si tratt a che di spos tame nti di lavoro rurale verso i luogh i che più ne hanno bisog no e che, per giunta, sono e saranno sempre più - alme no per un pezzo - famosi per la produzione del sac ro frumento . S1 produut tulto II eraao occonea te la cua ,ta f1 mu :o di r.agarl? mt oo. Spiegatane la preme ssa d i fatto, eccoci final– mente a quella che io poco re.,,erentemen te ho chiamat o eresia. Dalla pre messa, cioè dalla asse rita sensibile e progre ssi va dimi nuzione nella produzio ne mon – diale del grano, quale conseg uenza si dovrebbe ricavnre a fil di logica, dato che la visione de lle cose e i ra1lporti esistenti fra esse non ci ve,ì– i,"nll O turbat i da alcun particolare egois mo di classe? No n mi par e che ci sia da d ubitare sulle vie logiche da infilare . Se è vero che la prod uzione tende ·a sce mare, se è vero che la po1>0lazione seg uita a crescere e ad avere sempre più bisogno del e primo e principale articolo di grande consumo •• se per consegue nza di queste premesse i prezzi del gra– no potranno tendere a !alire con tan to poco pia – cere del • genere uma.no •• non ci sarà più ra– gione di mantenere le barriere doga nali fra Sta to e Stato contro il libero con1n1erc io di questo prod otto, anzi si avra nno ragioni positive d i ab – batter le e presto. Da un lato , invero, i dazi non sarebbero più necess ari per il bene dei prop rie– ·tari fondiar i e .... dell'agricoltura, dal momento che il prezzo del prodo tto sarebbe salito e an • clerebbe sempre pil) salendo da sè ; e dall'altro, non sarebbe pili lecito rincuare arti ficialmente un prod otto già rincarato , considerato che il MCline e gli altri protezionisti si mostrano cosi teneri di allontanare da l genere umano la pre• vista carestia. Ma il )I. trae da lla sua premessa ben dh-erse consegue nze. Siamo sm ti ingenui a crede re che le \'ie della logica non fossero .... un'opin ione. li rimedio alla infausta ~re\ 1 isione lo tro\'ate netto e preci so in un altro brano de l discorso di lui. • Felici c1uei popoli che possono bas tare a se stes si per la propria alimentazione. Essi ~ possono riposare tranquilli sul loro avveni re ; ma alla condizione di sosl t11t re co11 og11i energ ia la loro agricoltura . Quanto agli altri, farann o bene se non att endera nno che la ge•1erale carestia li • colga. Essi 11011 morranno certo di fame, ma sarà loro fatto pagare a peso cl 'oro il grano e la carne che sarann o obbligati a mendicare o,·un• que » . Ognuna cli queste parole avrebbe bisog no di un piccolo commento. E il comm ento talvolta - sia detto con lutto il rispetto che dobbiamo al• l'e minente uomo - scivo lerebbe nell'u moris mo. Ecco, prima lo spettro della e generale carestia•• che mozza il respiro, poi l' annuncio riconfor– tan te che, dopo tutto, non si morrà di fame, in appr esso la visione pietosa dei popoli refrat– tarii alla parola ammonitric~ del profeta i quali si car icano faticosamente sulle spalle l'oro e, preso il bordone di accattoni, peregrina no da porta in porta presso gli strani eri a me11dicare (mediante, si badi, il corrispeu i,·o dell'o ro) un po' di pane e anche un po' di carn e! Ma noi abbia mo fretta. E andrò per le spiccie. li M., dunqu e, dice ai popo li : producete tutto il grano occorren te in casa se vole te evita re la carestia generh. le e il pericolo di pagare a peso d'o ro il prodotto indispensabile. , Diametra le il contrasto con quello che pen– sava no, non oserò dire ln S<'i~n,:n economica, po1chè a nome di questa hanno diritto di parlare solo gli econom isti mntcmatici, ma mo ltissimi dei cult ori delle scie nze econo miche, i quali di– cevano : producete quello per cui avete mag – giore con venienza e procuratevi quello che non producet e con lo sca mbio delle vostre merci, se vi preme di ottenere i vostri con~umi al miglior buon mercato e, in gene rale, di procurare a tutto e il gener e umano • il massimo godi mento de i beni di questo mondaccio col minor costo pos – sibile. Attendere a dimo strare queste proposiz.ioni sarebbe probabilme nte inutile dal momento che , se non erro, 1>ossiamo rimandare il dubb ioso alle scritture di mille e mille scrittori e specia l– mente di un certo David Ricardo, di un tale J. Stuart Mili e anche di parecchi connazionali viv~nti del!' illustre agra rio francese , fra cui quel bel tipo che da mezzo seco lo in q ua, credo , scrive non so c1uan ti articoli liberist ici al mese so– pra un giornale molto diffuso per i due emisferi. Qualch e piccolo tocc o, anzi qualche picco la foceali11a, tuttavia, non dis1>iacerà. Essendo la cosa tanto elementare, è divertente adottare una forma quasi catechistica. Rifacendoci da un primo punto, ci chiedia mo: perchè alcuni paesi non produ cono da sè tutto quanto il grano che consumano? Perchè ciascuno di essi ha pià con\'enienza a farselo venire da altri paesi, i quali , al contrario dei primi , ne 1>roducono pil) del fabbisog no in– terno a fine di ~cambiarlo con prodo tti este ri. Ora per chè s' immagina da alcu ni, come il Méline, che i second i pae si rallentino la loro produzione fino al punto da far venire la carest ia di grano nel mondo ? Perchè si immaginerà che per ess i sia venu ta meno la convenienza di produ rre grano in quelle certe grandi proporzioni, sia sorta irwece quella di ath:nde rc ad altre produzioni interne, ad es. a quelle che prima si a,•evano in cambio del grano. Ma con questo verrà la carestia del grano? No ! - si può subi to replica re, ed è questo il punto critico o po11s asinorm1' del ragiona– mento - : se una certa quantità di grano è ne– cessaria al con!lumo del e genere uman o • e questo, che ne fa la richies ta, ha i mezzi ne– cessarii 1>er procurarselo (e tali mez.zi avrà se è vero che il grnno è • il primo e principal e ar– ticolo di gra nde cons umo •), 11011 è possibile immag inare che tale quanti I:\ non vcng-a prodo tta nei varii pnesi del mondo che Yi avrebber o magg iore attitudine e convenienza. Ed in \'ero , JI- ragionare in base a c1uello che sap piamo sul modo cou cui si distribuis cono le produzi oni sotto lo stimolo del tornaco nto e della concorrenza , tale posSibilità 110 11 si può immag inare, a meno che non si mett a innanzi la impossibili tà fisica, l' esaurimen to inguaribile dei terreni per esten sione e per prod utti,·ita, fenomeni a cui neppure la fantasia apocalitt ica del )léline è, almeno per ora, ascesa . Ed allora ? Allora non resta che ripetere quello che si ripete da un pezzo. Ogni produzio ne, 1noBianco 385 cioè, tende , attraver!.'<>oscillazioni pià o meno grandi, ad elevarsi a seco nda della richies ta, poichè se c'è richiesta, cioè bisogno di un pro – dotto (e bisogno cor reda to dai relat ivi mezzi), è certo che questo trove rà esito e san\ compen– sato in misura non inferiore a c1uella toccat a dalle altr e produzi oni. Che se poi la popolazione tendesse a cresce re - in qualche tratto di tem – po - più della produ zìone del grano, lo stimolo econo mico a tenerle diet ro sarebl>c pil) che ma i vivo e il maggior compenso oue nuto dai grani– cultori, in quel tratt o di tempo, raggiungerebbe l'effetto di fare allar ga re e quindi riequi librare presto la produz ione gran aria. A meno , dunque , di non rimettere a nuoyo il pessimismo che parecchi decen ni or sono si volle estr arr e dalla teoria ricardiana della rendita fon– diar ia, io non so, in verità, come si possa ac– cogliere la profezia del i\lCline. ì\la non meno inammissibile ~ la parte po1itiva del discorso di lui, cioè il consiglio ai popoli di prodursi da sè tutt o il grano che mangiano. Che cosa, in ,•erità, a\'\'e rrebbe se questo et– fetti,•amente si volesse fare? J paes i, che ora com1>ernno gra no da ll'estero, dov rebbero distrarre terre, capitali , braccia, ener– gie imprendi trici ecc. eia una cer ta quantità di produzioni a cui attu alment e attendono, e ter re, cap itali, braccia, energie dedi care alla colt ura gra naria a fine di renderla cap ace della quan – tità nuova e magg iore di grano che si vorrebbe produrre entro i confini patrii. i\ta con questo che otte rrebbe ro? Rinuncierebbero agli impie ghi di maggiore con,•enien za (poichè, a lungo an– dare , ciò che si fa corrisponde - salvo le de~ formazioni non durevoli cagionat e dal protez ioni– smo - alla maggiore convenienza, e quindi il f allo dell'oggi si può assumere come un indice approssimati vo di conveniem:a), produrrebbe ro grano a costo maggiore e quindi dovrebbero vende rlo a prezzo pià alto, ridurrebbero di un tant o la produttività di tutt i gli eleme nti e di tutt e le forze econom iche e quindi, per ultima concl usione, abbass erebbt:ro la capac ità di ac, quisto e di godime nto de l complesso della po– polaz ione. Il fenomeno poi sarebbe anche pil'I aigravat o per il fatto che ci troviamo nell'am bito d ella produzione agraria, ove si passa alle success ive pro duzio ni con un cres cendo nel costo (teoria della rendita del Ricar do). Ostina ndosi a pro • durre tutto il gran o occo rren te in paese, man mano che la popolazione crescerà si do\!ranno estende re ed inten si6care le colture a fine di ottenere tale effetto (e si badi che il fenom eno dcJla r~ndita tanto più sarà grave quanto pil'I sarà ristretto il paes e in cui si verrebbe a veri– ficare ). Siccome il prezzo si dete rminerà in base al costo maggiore, dal momen tu che tutto il pro• dotto si suppone nsso rbito dal merca to, cosl man mano andra nno cresce ndo i 1>reui del.. .. e primo e principal e art icolo di g-rande con su– mo• · È cosi, davvero, che i consumntori di tale nr• ticolo dovranno pagar lo « a peso d'o ro • e do• vranno mendicare ai granai dei fortunati mono– polizzator i della terra, che però, a soddisfa zione dello spirito, per quanto a mortificazio ne dello stomaco e de lla borsa, saranno produ ttori nazio– nali, veneratori dcli' immagin e sacra del signor Méline. l'\on occorre poi insister e nel notare che il fine di pro dursi in casa tutto il grano non si potreb be raggiungere se non med iante il dazio doganale che escludesse il prodo tto forestiero: il dazio do"rebbe esse re tanto elevalo da ren – dere conveniente pei privati prod uttori I' esten• sione della coltura granaria, al 1>osto e a dann o di altre coltur e o industrie. Cos\ che è pure cvi - de nte che il d:u:io dovrebbe di tratt o in tratt o rielevar si, man mano cioè che, sotto la pressio ne della popo l:nio ne crescente, si passasse a terre a costo maggio re ccc. ccc. Il l)(Ulmlsmo dt l Millne e l'oll!mllmo della nostra conclusione. C'è una conclu sione da derivare da quant o si è andato dicendo? Ce ne sarebbero parecchie e, come il lettore intui sce, alcune sarebbero alqua nto amarog-nole. Ma non si tema : possiamo anche rimandarle al tem po in cui i po1>0!i mettera nno in pratica, in tutta la integ rale loro efficenta, i consigli del– l'ex - preside nte del Cons iglio . l\la non posso esimermi dal far notare l'enorm e

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