L'Unità - anno II - n.31 - 1 agosto 1913

• 348 L'UN I TÀ e a s mussarsi vicendevolmente nel progetto della Commissione per la Costiluzione i il quale pro– getto, pur conservand o le provincie storiche, creava, entro di quelle, unità nuova, il Kreis (Circolo) a bast'! di omogeneità nazionale e di gove rno eletti vo ed autonomo. Le borghesie te– desche e non te-clesc hè, messe faccia a faccia col probl ema concreto della loro convivenza e del loro sviluppo, starebb ero forse per acco rda rgi : forse allora la Fcderaz ~one austr o-ungarica a– vrebbe potuto sorgere. Senonchè (notevole I} il centralismo, rioè lo Stato, sovran o ormai su tulti i ceti, pio ssimo a vincere le burrasc he in• terne ed esterne, un bel giorno manda i sol• dat i a chiudere la Costituente, ed instaura in lutto l' impero un decennio (18,.J9-1859) di com– pren ione, anche nazionale, più rig oroso forse del precedente che aveva preso il nome dal Metternich. Lo Staio e U cooflllto aa:looa le. Ecco in azione lo Stato (lo Stato accentratore appena giunto ad integrars i) come elemen to che complica e perturba il conflitto delle naziona lità. Dun')ue questo Stato è qualche cosa al di fuori delle nazioni ·, Lo Stato aus triaco (il mag iaro, nazionalmente ben diverso, esce dalla matrice aus triaca nel 1867; ne riparle remo) lo Stato austriac o ~ra ed è in gra n pa rte ancora influenzato dai gruppi (prevalentemente aristocratico-aulico-soldat~schi) che circondano la dinastia, ne inrarnano la tra– dizione cli potenza militare e cattolica, e vor– rebbero continuarla nell'in teresse proprio e di lei. Gli individui, che compongono quest i gruppi, escono preval entemente dalla nazione tedesca o assu1vono, specie negli alti posti, una vern ice germanica: tedesc a è la lingua dell'esercito, l'interna d'ufficio (1), l'ufficiosa universale nello Stat o. Pure, la politica dello Stato non potè mai dirsi 0 politica nazionale tedesca, mossa cioè da ideologie naziona li o naziona liste. Nella germ~• nificazione, il centralis mo ha visto, da Giusep• pe Il in poi, soltan to un espedien te per unifi– care e domin11r meglio ; niente altro. Il tentativo viene ripreso con magg iore alacrità. nel 1849, perchè lo Stato spera di avere schiaccialo le nazioni. Perciò intervie ne bru talment e quando teme che, n Krems ier, si possa riuscire a gettar le basi di un regime fede rat ivo (d 1111que a11titt– lico del ct11tralismo), che riconosca l'esistenza delle nazioni e permetta loro di sv iluppa rsi au– tonomica mente. La spera nza perdura anche dopo le sconfitte del 1859 e del 1866. La costituzione del 1867 fa preva• lere nel parlamento, nelle provincie, nei comuni ecc. i ceti alto-borghesi, che allora erano ancora in maggioranza tedeschi o germanizzanti, anche nelle regioni mistiling ui, anche nella Boemia per J/4 czeca, pers ino nella Carniola tutta slove na. Il tedesco riman e il colore predominante dello Stat o j ma non per questo l'i dea naziona le te– tiesca imbeve di sè il nuovo Stato costituzionale. Anzi (cont roprova), propr io da l 1866 1 l' innusso politico degli alti ceti tedeschi va rapida mente scenu.ndo: si spezzano gli ultimi vincoli coi connazionali prossimi Sl costitu irs i ad impero ; si abba ndona no le posizioni secolarmente tenute in Italia e in Ungheria ; infine (last 110/ fast) i nuovi ceti borgh esi slavi incominciano ad erodere dappertutto con successo, nelle pr ofes– sioni, nei commer ci, nella bu rocrazia ecc. lo storico monopolio tedesco. Eppure , sba fli erebbe cli groi:.so chi da ciò vo– lesse conclud ere che il centralismo austria co si avvia a diventare slavo o slavizzante, a prose– guire cioè fini e ide oloc ie nazionali slave. Il cen– tralismo costit11zionale - come l'assol utista - ignora, e dève fatalmente ignorar e, la • nazione "· Se la conoscesse (in forma cli Cantone autonomo, di Stato confederato ecc.} dovrebb e, implicita– mente, cederl e troppa parte dei suoi poteri, e dei pili gelosi. Perciò lo Stato non conosce che sud diti o, per parlar e costituzionalme nte, citt a– dini. I~ la concezione u centralista-atomistica ", che de riva a sua volta dalla tendenza a soppr i– mere o a diradare le organizzazioni interme die fra l' individuo e lo Sta to, - tendenza comune tanto all'assolutismo,quatito al costitu zionalismo, perchè rappresenta un:1condizione favorevole di svilu ppo per il capitalismo, che ormai domina e l'una e l'a ltra forma di ass etto statale. Senonchè il liberalismo, il quale negli anni (11 T,uno in Oal mai i•, dol'O fa italiana sino a pochi anni • • ed adMtO il croata o (ia picola pul e~ancora i1aliana . :\la ~:i!':,i .~: ~ t {~ 7,o::,:::'~::1o•l:;,.~::,1;i~l:I:~~~:!! jj S. Stefano, in cui si maturavano le leggi costituzionali del– l'Aus tria, aveva, assai più d'oggi voce e in• nusso nello Stato, il liberalis mo individualista adatt a la concezione centralista atomistica alle propr ie ideologie. Ment re il regime assoluto poneva senz' altro l' individuo sotto la tutela o l'arbitri o della 1>olizia, il liberalismo mira ad assicura rgli molteplici dir itti individua li. Fra questi, nell' impero plurilingue, deve tro– var posto il dir itto di coltiva re la propr ia lin– gua; e infatti esso campeggia nel famoso § 19 di una delle leggi fondamentali del 1867. Non solo, ma a questo diritto positivo si aggiunge quello negativo, per il quale nei paesi di più nazionalità nessun cittadi no può esse re costretto ad app rendere :a lingua ddle altr e na1.ioni che convivono con la sua sullo stesso suolo. J\la qui·si appiatta la contradizione insanab ile: quest i diritti nazionali, come può farh valere il cittadino, se 12. naz ione per lo Stato non esi– ste ? Con quali mezzi ? Innanzi a qua le foro? Chi è chiam ato a stabil ire e a sodisfare i diritti della nazione czeca, o rutenu, o croa ta ? a fis– sare il fabbisogno delle sue strade , dei suoi o– sp edali, dei suoi musei ecc. ? Evidentemente, soltanto delle organizzazioni pubbliche 11ai,io11nli (camere, consigli nazionali o simili) avr ebbero In competenza per farlo. Ma tali organizzazioni non esis tono ; le leggi fonda– ment~li l' On le convocnno, anzi, implicitamente, le esclud ono. Non esistono rappresentanze delle nazioni: tanto vero che ad es. un testamento a favore della nazione czeca 1 sareb be nullo per mancan za dell'ente chiamato ad assumere l'ere– dità. Esi!tono invece, il Parlam ento, le Diete, i Comuni ccc., ma in esse le nazioni sono, più o meno, aggro\•igliate e confuse. Le nazioni non pos– sono che manda re dei loro rappres entanti in que– sti consessi, con l' incarico di ottener e le scuole, i tribunali ecc. di cui la nazione abbisogna. Que• s ta è - o dovrebb e essere - la funzione de i partiti nazionali. Senonchè ess i si trovano na• turalmente di fronte ad altri par titi di altre nazioni, con lo stesso programma. E i cordoni della borsa non sono tenuti da i par titi : diret– tamente o indirettamente fanno capo allo Stato, tesoriere generale, arbitro delle scuole, della giustizia, degli impieghi e lavori pub lici, attra– verso le sue vastiss ime attri buzioni, ovvero at• traverso quelle, abba stanza vas te, delle assem– blee provinciali, le cui leggi però n?n valgon o senza un alt o governa tivo: la sanzione sovra na. Ora è evidente che più si dà alle scuole o ai musei degli czechi, meno resta per quelli te– deschi, ecc. Ecco i part iti nazionali, lottant i non solo per i bisogn i della propria nazione, ma anche contro quelli delle altre. Lo Stato viene così ad essere investito di funzioni nazionali, alle qua li non è abilitato e che compie coi pro– pri criteri che sono, in sostanza, come dissi, a11a• io11ali. Cbe cos'è la cosldetta ..Un gbeda • · Qui occorre cominciare ~1 distinguere I' Au– stria dall'U ngheria. D.>po il 1866 1 l'uni tà statale si spezza: i grup pi che incarna no lo Stato au– striaco, vinti nella guerra t"Sterna, indeboliti al• l' interno, non hanno più la forza di dominare tutta la monarçhia; e devono scendere a un com– promesso con la nazione più forte nella parte orie.ntale dcli' impero, o meglio coi ceti più forti di essa, con l'aristo~razia magiara, intorno alla qu ale va pullulando una plutocraz ia capi talisti• ca, di fondo giudaico •tedesco, ma via via assu• mente veste e colori magiari. A questa clique, la qua le con la consueta si– neddoc he si chiama la nazione magiara, il cen• lralismo austriaco consegna, oltr e ai ceti conta– din eschi magiari tutt ora esclusi da ogni diritto politico, un fascio di popoli, complessiva mente sup eriori di numero a tutti i magiari stessi : cioè una grossa parte di slavi (i croa ti della Croazia-Slavonia, i serbi del Banato, gli slovacchi dcli' Ungheria settentrionale) i la popolazione daco-romana e le oasi tedesche della Transil – vania ; infine un pugno di it.lliani, quelli di f iu– me. Nasce così lo Stato magiaro, Stato sovrano, tmito all'Au.stria soltan to dalla pers ona del mo– narca, dalla diplomazia ed esercito comuni e dal comune territ orio doganale. Questo Stato, a ~ifferenza dello Sta to austria co, può atteggiar si ancora per un certo tempo e orga nizzarsi quale Stato nazionale: in alt re parole può comprimere violentemente {negando scuole, ignorand one in tutt o la lingua ecc. ecc.) le eterogen eità naziona li dei vari popoli che lo 1bli t Gino Bianco compongono. Ciò avviene perchè nelle classi dirigen ti magiare, specie in un'ar istocrazia tra– dizionalmente governatri r e, dominano antiche ideologie nazionali e più fors e perchè, agli esord i de l nuovo Stato, la proprietà fondia ria, le pro– fess ioni, le giovani industrie, i commerci sono in gran par te accaparra te da magiar i o da giu– daico-ma giarizzanti. Con una sola nazione la cliqu e ungherese de ve fare i conti : la nazione croata, la salvatri<'e de l cent ralismo austriaco nel 18.18, Infatti al regno di Croazia•Slavonia venne garant ita nel 1867 una forma di autonomia nazionale. Senonchè lo Stato magiaro sa rend er nulle le gara nzie stat utarie , grazie alt' immaturità <lei medi o minori ceti croati, agli antagonis mi fra croa ti e serbi e a un regime di violenze e corruzio ni senza scru– poli (suffragio ristretto e orale, sta ti d'assed io ecc.). Questa costruzione • naziona le • dcli' Un– gheria - cost ruzione del tutto arb itraria e ar • tificiosa - non può ormai durare a lungo. An– che in Ungheria, sotto la spinta dei medesimi fattor i, rinascono le nazioni: non soltanto croati e serbi, semp re più obliosi de lle antiche scis• su re; ma rumeni e slovacchi e sassoni. Anche lo Stato nazionnle magiaro ha dunque i ger mi del dissolvimento in seno. L'opposizione al regime del Tisza - opposizione nella quale si schierano i nomi più noti dell'oligarchia unghe– rese - è trascinata, forse suo malgrado, ad ap– poggiare dei progetti di riforma elettorale, per i quali a scadenza più. o meno lunga l'Unghe– ria dovrà diventare una seconda Austria, do-– vrà cioè anche in diritto trasformarsi da Sta– to nazionale in S1ato di vari e nazionalità. Il movimen to proletar io agisce dal canto su o come dissolvente della supremazia nazionale magiara. 1 gesti violenti e bestiali (vedi la stu– pida lotta contro gli innocui e pochi italiani di Fium e, che l'oligarchia magiara anzi dovrebbe favorir e, nel suo interesse, contro il naziona– lismo croato) non arr esteranno lo svolgersi ine– lutt abile del fenomeno. E, come accennerò in seguito, la cris i unghere se influisce e più influirà sulla crisi austriaca e sulle sorti del centralismo dualista. A NG Et.O V l VAN TH, LEGA ANT !PROTEZI QNIST A Aderenti al Gruppo di Roma. Prof. Mazzini Alat i. - Ing. Aiace Alfieri. - ! ;cvà_~iP ~tr co~:: ~~ 0 8~ 0 ;ba-;a 1t ~~ Ì>o~~-ècsi~~ seppe Barone Russo. - Prof. Carlo Bazzi, di• rettore de La L iberlà di Ravenna . - Avv. Giu– seppe Bruccoleri. - Deputato Antonino Campa• nozzi, direttore de La R ifor ma di Roma. - Avv. Emidio Carpani. - Giovanni Cena, redal • tore-capo de La Nuooa Anl ologia. - Francesco Ciccotti, CC"rrisponden te politico de l'A van ti. - Avv. Giovanni Conti, dellf:I.Direzione ·del Par – tito Repubb licano. - Prof. Gustavo Del Vecchio, della Scuola media di commercio di Roma. - Deputato Antonio De Viti De Marco dcli' Uni– versit...1. di Roma. - Niccolò Fancello. - Fr an– cesco Foberti. - Avv. Michele Gigante, diret• tore def Pt11sitro radicale. - A vv. Agostino Lanzillo. - Avv. Piet ro Lo Coco. - Alberto Lopez. - Dott. Ettore Lolini, redatt ore del giorna le La sociefciper a.cioui. - Barone Evelino Marin cola di San Floro, presidente dcli'Asso– ciazione Calabr ese in Roma. - Felice Mastran – drea. - Prof. Giuseppe ì\fontesano, dell'Univer– sità di Roma. - Vittor io Niccoli, segretario dcli' Associazione Calabrese in Roma. - Prof. Carlo Petrocchi. - Prof. Giuseppe Scalise. - lng. Antonio Sella. - Diego Spi nelli, - Avv. Alessandro Tara nta. - Fausto Tor refranca. - Prof. Nicola Tr evisonno, dell'Universi t.'\ di Roma. - Artu ro Velia , vice-segre tar io politico del Partito Socialista rivoluzionar io. - Guglielmo Zagari. - Oliviero Zuccarini, segre tario politico del partito repubbli cano e direttore de l'J nit:.ia~ tiva di Roma . Jf.. Inviare le ade sioni al Seg retario del Gruppo a Niccolò Fancello, Via P~, 178, Roma . Un gruppo di propa ganda e d'a zione in S.ud egna . Per iniziativa di un'accolta di giovani di vario partito, s'è definitivamente costituito anche in Sardegna un gruppo di propaganda e d'a zione contro il protezionismo. AII' imziativa han no già aderito il Dott. Attilio DeO:Cnu di Nuoro. - Dott. Fran cesco Dore di Orune. - Battista Curr eli. - Avv. Pietro Mas tino di Nuoro. - Gino Corradetti, sr gretnrio del Sindacato fer– rov ieri sar di e della Camera del lavoro di Ca– i;liari. - Avv. Stefano Saba. - Michele Saba . - Prof. ]..fossimo Stara segre tario della Camera del lavoro di Sassari . - 1\v v. Car mine Orano. - 11 giornale li risveglio del/'Isola, orga no della Federazione socialista sarda. .. li gruppo ha la sua sede pr ovvisoria presso il Dott. Attilio Deffenu, Nuoro (Sas – sari ). Adesioni giunte alla Voce. Soci atlereuli: • Prof.Giacinto Carbonera, J\lila - Avv. Giacinto Cristiani, Firenze - Araldo Orlando, "Firenze. • li Comit:llo di Torino ha deliberato cli sus – sid iare con L. 100 il Gru ppo di Roma per la organizzazione di propa ganda nei giornali set– timanali. Comitato Nazionale di Pr opaganda e d'azione a favore del Mezzogiorno, , 0 E L ENCO Niccolò Fancello . Agostino Lanzillo • . . Guglielmo Zagari . . . Ciacomo Barone Russo . Giusepp e Montesa no . • Ettore Solini : . . . . L. 5.00 Giuseppe Bruccoleri Lega Ant iprotl.!zionista di Tor ino . Avv. Pietro Lo Coco•• Avv. Fra ncesco Fance llo Giuseppe Di Leonardo . Avv . Paolo Gualdi . . 5.00 5 00 5.00 2 00 2 .0<> 200 100 .00 2 3.> 5.00 3 00 5.00 To tale L. 1.p. 35 Per il Comi/a lo G UG LI EL\10 ZA GARI. I contri buti e le ades ioni dO\'ranno esser e in– viati al Cass iere de l Comitato Gugl ielmo Za– gari : Via Scipioni, 181 1 Roma. A NGIOLO GIO \IANNOZZ I, g-t n11lt -respo 11sa/Jile. FlreH e - Stab. Tip. Aldl■o, Via dc' Rual , Il • Tel. 8-!S GIUS. hRTERZll. & flGhl - Ba,i ED I TORI PAP AFA VA F. - Dieci anni di VI/a Ita– liana (1899- 1909) Cronache- Due vo– lumi in 8° di complessive pp. XVl-832 L. 10,00 . A cura degli amici di Francesco Pap:ifa"a esce postun~a, in due \'Olumi. una raccolta di cronache politiche mensili, da lui scritte per il Giornal r tlt.• gli Enmomù li nel decennio d:tl 1899 al 1909, in quel periodo cioè a,•,·enturoso di trasform:uio ni che dalla penosa crisi cconomico-mor:1Iedell'ha• lia umiliat:i.dovca man mano con crescente s,•i· luppo d':ttth;ità portare all'allarg:uncnt o di spe– ranze dcli" Italia \'Ìnccnte, da una ristretta c:rn• tela cconomic;i. e massima prudcnu nei mal ~:~~~::1/n:11 5~::n~~e ~u:!J? ;~i~~n!ti~~~ progressiva che s1 riflette nella mente dcll"autore– comc trapasso <falle /, rcoc.cup:ui oni interne a f~~c "~~~e p~; r1\~;ali '!ndn;:~::a ~i~;c::1~ 0 ,:ij~! !: della patria comp:itta al di sopra del fallimento dei r.artiti. Quindi come la sua probit:\ scrcn;a e scns1bilit:\ squisita per le pili :udite riforme de– terminò in lui qucll'evolu.tio1~c di idee, per la quale - « per non darsi troppe volte torto • - non :ur h·ò a decidersi mai negli ultimi anni a raccogliere in \'olume le sue cronache, d'altra p:irte l:t su:1 spiritualità fu sempre s:1\damente incardinata nell'affetto per l:t n:monc e nel scn• timento della giustizia, che fece di lui, grande proprietario veneto, uno dei più lct\'idi propu– gnatori dcll:i nostr:1questione mcridion:tle. Larga simpatia r.crciò ci auguri:uno che iacon– trcra questo amabile "i"acissimo scrittore, pen– satore politico e polemista, ch'ebbe pronta di– sin"oltura d'umorista scnz·esscre letterato e sin– cera modest;a nella non poca cultur:i. Egli ci si ~~~t~t;t dit c~~:s~o~~~~~\~c ~~it1ct t! ~~~, r~~ gli ultimi tempi, onde la su.a atti\'it.\ merita di sopta\'\' ive.re all'effimera dur:ua d'una pubblica• zio~ 11~M~~f; t 1111 ::~ r l~:lr.itti cosi infatti gli « amici » del Pap:afa,•2 attestano e promettono f~:n~i 1 ~f K;~:i~ ;;~;r;ozid~!1: r~~~!~t~ :,j~ 0 \t~~ ~t 1 ri1~~=ccr:; : 0 : 1 ; ri~ici:~ur :::~i 11 !:eN;c~i:; :: i~'. litica estcr:i e irfterna, e per ricostruire la C\'O • lu;,;ionc della opinione pubblica italiana nel primo decennio del secolo ventesimo. quale (! dato mc– coglierla negli scritti di un uomo di larghi studi, di forte ingegno, di :i.ltissim:t coscienza morale. Sopr::itutto noi abbiamo fede che, :ttravcrso le pagine di questa r:1ccolt:1, anche do,•c esse prc– scn1:1no idee op~st e ad alcune idee nostre o a - J~~!~on~~:[i~!u~,i 1 fi,n~; ~•o, 1 ~s:ic\~~~1f1~1rao ~ n~ 0 fi:~ azione su quanti si av\'icineranno a lui con animo capace di comprenderlo e degno cli amarlo. Dlrl1ere comml11lool e va1II• alla Cau l!dllrlce OIUS. LATERZA « PIOLl, B■rl. LIBRERIA POLITICA MODERNA ROMA• Casella Postale 29 - ROMA È, p ubblica t o 1 ARCANGELO GHISLERI LA GUERRA E IL DIRITTO DELLE GENTI Un ,·o\umc di 172 p11lne In caria Lire UNA l': un libro di scicnz:l e di battaglia. Confuta le bugie e te :tbcrr:11.ioni del na1.ion:1iismo di tutti i partiti. Socialisti, rcpubblic:mi, clericali nc,suno ,·i è risp:trmiato ; c di tutto si d:\ ragione con molte p:tginc di note c documcn(i. SO M MAR IO La sprdi:zio11t • Agg11alo • Lii <oll11ra tltlfa rta • t io11e • Le tre grt111di 111r11,og11t • L'oblilla rspe– rim, a dtll'Erilrtll • Lt rhimrrt tiri/'lmptria/ismo • La pare di Losamu1 • Le or(~ini ,/ti diritto dtllt gmli • La lr11di;Jo,uilaliam, 11rgliseri/lori - La lradizio11r ita/ia,111 /(i ft1lli • La lradi{io11tilalia11a al Co11grrsso di Ghltt'rt1 • Lt1 gutnt1 balcm1ira • li programma ,li .\l11t~J11i • Gli tnwi dtlliJ e btlla ftttr ra • • 1 popoli balamiri • APJ>EXDJ CJ.

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