L'Unità - anno II - n.23 - 6 giugno 1913

314 cano ni fond amentali della democraz ia debba essere ricon osciuta doverosa e impe rativa. Così i) dovere non è un mito o un feticcio da ador ar! , o un principio teoretico da ricono· scer e, il qual e, se riconosciuto soltant o nella astratta universalit à sua, pub ben prestarsi a quelle falsificazioni dell 'alli vitfl politica che vo– gliamo comba ttere. li dov ere ~ la forma neces– saria del!a nostra azione concr eta: e non esiste, non può esistere fuori di c1uest'azione . Ed è qui la specia lissima posizione e cara tteri stica de l' UniJà. É: questo il suo concretismo: che non è affatto accidental e empirismo o cieco rea– lismo, ma è esplicita deduzione pratica e con– sap evole realizzazione di un principio univer– sale di giustizia, quale nell~ effett iva realtà può e deve es sere dcd olto e realizzato. I problemi partkot arJ. Perc iò il principio fondamentale, che informa l"opera dell'U11ilci 1 si rifran ge nell'esame di problemi particolari . Fra i quali, fonda ment ali mi semb rano quelli rigu ar<lanti la quis tione do– gana le e la quistione libica. Noi dobbiam o a qu es to nostro giorna le se ve– diamo oggi chiarn la conness ione che la qu e– stione dogana le ha non soltanto con l'economia nazionale in gen ere, ma anche con l'unifi cazione de l popolo d' Italia e con la desiderata eleva – zione della parte più umile di esso. Fino a <1uando 1 ha dimo strato l' U11ilà 1 gli attuali eno , mi dazi prot ettori, so tto lo specioso pret est o di in– coraggiare l'indu stria nazionale, renderanno pos– sibil e lo sfruttamen to di tutla la nazion e-, e più specialm ènt e - Jate le su e .condizioni peculiar i - del Mezzogi orn o, a vantaggio di pochi indu – striali, sia pure con qualche piccolo guadagno di una parte deg li operai se tten tri onali , che di fronte a tutto il pop oio d'Italia non s·ono che una ben esigua minoranz a, - finchè qu esta in– g iust izia durtrll:, non sa rà possibi le nè cqnse– guir e una effettiva unificaz ione economica e mora le della nazione, nè procurare che questa sv olga intera e spon tanea quell'attività sua pro– pria, per la quale soltanto essa potrà divenire, nel campo <lella produzione que l che la natura su a es ige che dive:i.ti . Cos i la qui stione libica, di fronte alle magni– loqu enti menz ogne di chi ha volut o dissimulare la impr es a imper ialista so tt o il programma di aprir e al vrol etariato d'It alia una propria terra da fecondar e col pr oprio sudor e, è stata dalla Uni/ii ridona ai suoi veri te rmini con una do– cumen tazi one rigor osa e scientifica , quale nes– sun altro giornal e, per quanto si dicesse an ti– tripolin o, ha saput o dare . E rima rrà sempre merit o \li ques to nostro giornal e avere di!nO• strat o, e non so lo affer mato con aforismi gene– rici, che quella impr esa, se pur po teva sodd i– sfare un falso orgog lio nazionale, non può es– ser che dann osa all'el evamen to del prole tariato di cui si dice di voler fare il vantaggi o ; e che orama i dinanz i a que sta dolorosa av ventu ra, in cui siam o irr evocab ilrnent e impegna ti, la sola cosa ragionevo le che si possa fare è d i cerc are che al primo err ore altri non se ne agg iungano ad aum entar e i dann i.della economia nazionale. E in ques te du e quistioni si pr esentan o i fon– dam entali elementi del nos tro problema agri– colo e ciel pr oblema de ll'emigra zione : de.i qua li l' Unità va es aminand o la soluzione sempre col crit erio che è nost ro dovt:re ricercar t-, insieme ad un a elevaz ione della part e più u mile d' Ita– lia, an che un complessi vo migliora mento della na zione ed una più comp leta ed effett iva fu. sione delle par ti di essa . E a integra zione degli studi sulla qu es tione doga nale e sulla ques tione libica sono nat e e so no state dib nttut e la qu es tione della riforma tri butari a e quella delh1 politica interna zionale. Sulla prima semb ra a mc che l'Unità non abb ia rag gi unt o ancora un pensiero ben definito. li giornal e ha insistit o finor a sopra tutto, ins ieme con l' Eina ud i, s ulla idea che è necessità pr e• liminare <li ogni riform a rendere meno arbi– tr ari gli ;1ccert ame11ti dei reddi ti. Ma S!.l que– sto sogge tto io spero che l'Uniti, poss a pres to all argare la sua open:t d i cri tica e di ricostru• zione. Più ampiame nte di batt uta, invece , è stat a la quisti one circa il pos to che l' Itali a dovrebbe pr endere nell'e<1uilibrio delle nazi oni. E si è soste– nut o che l' Itali a debba scegliere quella posizione , che assic ura ndole la gare nzia dei suoi gi usti di– ritti, le ris ervi l:1maggi ore disp onibili tà di forze L'UNITÀ econo miche e mora li per lo svi luppo interiore della vita dell a nazione, e la obblighi a conce– dere alle spese militari solo quel tant o che la fata le necess ità di una qu as i br igan tesca coesi – stenza de lle nazioni rich iede. E qui sta il punt o pr eciso de l dissid io irridu• cibile fra i nazionali sti e noi. Pe r i nazio– nal isti la forza de lla nazione è la legge e lo scopo su prem o, non sottostante ad alcu– na legge nè di ragi one nè di giu stizia; per noi la ragione e la giustizia dev ono esse re.. sempre la legge e lo scopo suprem o per l'or– gani smo della nazi one, come ptr orni altr o su– bord inat o orga nism o. Purtr oppo nel pre sent t" stadio dell a civiltà la legg e_di ra gione non ha rag giunt o nelle relazioni fra gli organismi-na– :d one quel grado di dominio, che ha invece rag– giunt o tra i meno compl ess i orgarism i. Ma come fra gli individui, i grup pi e le classi, cos i fra le nazi oni, noi invochiamo un do minio sempre magg iore dell a le&ge della giustizia. Insieme con <1ues ti problemi, altri si son ve– nut i t:onti nuam ente dibattendo; ma se mpre in organica fusione con l'id ea cen tra le ani matrice di tutta l'opera del giornal e. Principale tr a ques ti, il pr oblema della scuola. E ~nche in questo ci è stato rivelato e documentato un riflesso di que l fondam enta le dua lismo del popolo d'Italia : rifle.!lSOpel quale una legge, come quella Daneo Credaro, fatta per dis trugg ere la piaga ddl'analfa– betism o e sv iluppare la cultura popolare, finisce, nell'attuazion e sua, col concedere i suoi favori proprio a quegli enti, che già per virtll pro pria e di cose meno so ffrono d i qu ella piaga o meno hann o bisogno di ai uto. Anche in ques to ca mpo l'opera dell' Unità ha avut o due aspe tti : uno criti c:o e uno pratic o: da un lato, infatti , l'Uniti, ha comba ttut o il co– modo pr egiudizio d i molti democratici che la quisti one clericale nei riguar di della scuola con– sista so ltanto nel bandi re ad ogni cost o il ca– techi smo, e dall 'altro è and ata di mos trand o che 1.t vera laicità si ottien e soltanto con un pro• gressiv o migli oramen to e svil uppo delle scuole pubblich e di qua lunqu e gra do. Questo par e lo schema logico dell 'opera del nostr o giorn ale, a me che ne so no sta to spet– tatore simpatico. E a me pa re che, se diam o senz'a ltr o nome di " unit ar ismo,, alla fede cen• trale ch e anima l'oper a del nost ro giornal e, e se ci chiamiamo senz'altro • unitari ., noi tutti che sentiamo affetto per quest_a ope ra, que s.to non sarà un nome intr iseco all'<'pe ra nostra ed att ribuit ole so lo pe r comodit à di intr sa , ma sarà propr io il nome che ess a per il su o ess ere ri– chied e. Quel soci alismo mazz inian o, che io ri– teng <' ferman1 enle esse re il prin cipio anima tore dell' Unilà, si rea lizza e si concretizza apr unto, nè potr ebbe esse re altrim enti, in uno sforzo per elevare e perfezi onare la unit à naziona le italia – na, e per meglio colloca re l'It alia al !?osto che le è segnato dalla storia nella più larga unità umana di tutt e le naz ioni. p. CARAIHiLLESE. Elefantiasi burocratica, ruoli chiusi e stato giuridico. Non ho nulla da ridir e sulla critica dell'elefan– tiasi burocrat ica , che Agr i&ola pu b~lica nel nu– mero del 30 magg io. Ma le cause di que sta mostruosa malattia delle nostre ammin istrAZioni cent rali devono ricercarsi tutt~, come Agri cola afferma, nella sola ingord igia dei burocrAtici romani, di altro non occupati che di sviluppnr e e l'in dustria de ll'organi co , ? Dato il barbaro e illogico sistema dei ,·uo/i chi" · si, non si può econo micame nte migliorare nessu• na catego ria d'impi egati, se non aumen tand o ar – tificialm ente il num ero dei posti superio ri. li si– stema dei ,·uoli cMusi , infatti, obbliga i funzionari a rimane re per lun gh i anni nei bass i gradi della burocrazia con sti1>endi di fame , iu attesa della morte o del collocamen to a ri1>0s0 dei superiori gerarch ici, che si ostinano a rimane re in serv izio, anche se fisicamente invalidi e inabili . Che me– raviglia se, in que ste condizi oni, i fun.:ionari cer– cano di accelerar e la carriera , molt iplica ndo i po– sti superiori, e quind i com1>licando fino al ridicolo i congegni dell'amminis trazione per giust ificare questi aumenti ? Questa è la sola vi:\, che apra la possibili1à· di una car riera ai giovani ., I miseri stipendi della gran massa d~gl' impie– gati, il rincaro crescente ciel costo della vita spe– cialmente nei grand i centri urbani, acuiscono co– m 'è natur ale l' e ind ustria dell'org ,111ico •· Ma la ra dice vera del mAle è tutta nei ruoli chiusi. Le.orga nizzazioni degl'im piegati hAnn o proposto decine di volte al Go verno di mjglìorare le con • dizioni eco nomiche deg l'impiegati, se nza gravare ulterior mente il bilancio dello Stato , procede n– do : 1,0 ad una semplificazio ne dei serv izi, che ridur rebbe alla meth. gl ' impiegat i avent i runzioni direttive e di concetto. 2.1.1 adottando il sistenia de i ruoli aperti. L'on. Giolitti, per varie e ::omplesse rag ioni. non ne ha voluto sapere: ed allora com 'era fatale, lo i1Heresse di classe e di categoria ha preso, Anche nelle organ izzazioni clegl'im piegati , il sopravvento. Possiamo far loro rimprovero di tutto qu esto ? Io credo che 1' U11ild pÒt1h. fare un 'ope ra d' in– ter esse nazional e, insieme a quello degli stessi impi egati, sostenendo: 1•) l'urge nte necessità del• la riforma de i 1>ubblici servizi; 20) la riforma de\1.1 legge sullo Stato giuridico; 3°) l'ap plica – zione alle pubbliche arnmini'ilrazio ni J el sistema dei ruoli aperti ; 4 0) l'elev.1me11to della giustizia ammini strativa, che in Italia per 01>ern s1>ecial– mente dell'on. Giolitti , è stata ridotta in qu esti ull imi dieci ann i nd una commed ia. • Uisogna ba ttere , special mente sulla legge per lo stato giuri dico. Grilzie a questa legge nefasta, oggi, sotto le· parvenze dd la legalith., l'mb itrio e il prepotere dell'alta bur ocrazia hann o perduto ogni freno. Oggi pili che mai le nostre amm inistrazioni pub– bliche sono considera te come ap pannagg io degli alti bur ocra tici e de i pegg iori politicanti. E guni a quel\' impieg ato che os i•alzare 1111 lem– bo del velo del Satt&la sa'1clorum! I Consigli di discipliua vigilano su lui, pronti a destitu ire, in nome dell a lega lità, dell'obbedie nza gerarchica e della disciplina , l'a udace che dia iu pasto al gran pubblico i e seg reti d'uflicio •- Gl'irn piegati, che non vogliono noie nella car• riera, devono dare le dimissioni da cittadi ni e an– che da uomini: la legg e sullo stato giur idico ha messo, al posto de i doveri di disciplina, i dove ri del piil gretto servilismo. Questa triste condizione di cose, che spenge ogni sentimento di st ima fra inferiori e supe riori ed anche fra gli stessi colleghi delle pubbliche ammi nistrazioni, determina un senso di scorag• giamen to e di scett ismo fra gli imp iegat i_ ones ti, che sono i più, e di pet ulanza ed auda cia arri vi– stica tra i pochi fortun ati, che posso no vanta re parentele di Direttori Generali ed amicizie di Mi– nistri ed in0u enze giorna listiche. E la nazione deve sop1>ortare le spese di que– sta rovina morale, che si trad uce in disorga nizza– zione amministrativa. Ma essa sopporta già pa– zientemente altre industrie politi c/1e, ben più onero se, ricoverate sotto le ;,i del protezionismo ita lico, non ultimo fra le cause dei crescenti bi- . sogni delle nostra bassa ed alta bu rocrazia! UN ANONlltO PER J:ORZA. POSTILLA . Pienamente d'accordo con quan to scrive il no– str o amico sulla necessità di una riforma della legge sullo stato giuridico degl'imp iegati, e di una restaur azione a6 t"mis degli organi delltt giustizia amm inistrat iva, noi ci 1>ermettiam o di essere un po' scettici sulla ut ilità de i 1-140/i apert i come ri– medio contro la elefantia si bur ocratica romana. Sen,.a du bbio il sistema dei ruoli chiu si è ini– quo per i funzionari e rovinoso per l'amm inistra– zione. E perciò clovrebb'ess ere sos tituito col siste– ma dei ruol i nperl i, che :wsicura a chlscun fun– zionario un preciso :rnment o di stipendio a pe– riodi fissi, senza che il Funzionario debba stare ad aspe ttar e il proprio miglioramento econo mico dallo sfollamento dei graclinì super iori della ge– rarchia o dalla moltiplicazi one artifi ciosa di ques ti gra dini. l\la sarebbe, secondo noi, gniv e error e illudersi che il !òlistema dei ruoli aperti possa mettere un freno ali' e industri a dell'org;rnico :t cosi tenace– mente e abilmente ~fruttata <lai maugi~pane di Roma. I ruoli aperti non potrebbero assic urare agl'im– piega.ti dei ministeri aumenti economici su 1>eriori , sup poniamo, alle 500 lire ogni sesse nn io od ogni quinquennio. In dieci o do dici anni, quin di, un graffiacar te, supponi amo, della Minerv a, non po– tre bbe sperare dai ruoli aperti che un migliora- mento si::uro cli 1000 lire. · Or che cosa so no 1000 lire, di front e alle 3000 o 4 000 lire che i sullodati gra ffiacarte sono riesciti a conquistare fra il 190 1ed ogg i con l'c industria dell'organ ico> , seco ndo abbiamo visto in uno dei passati nume ri dell' Unild.? I ruoli aperti non escludono l' industria d ell'or – gan ico. 11grafliacarte rom :rno 1 che grazie ai ruoli ap erti avrh. la sicurezza dell'aumento di stipendio a period i fissi rimanend o sempre uello stesso gra – dino della carriern, cont i11uer:\ sempre a deside– rare in più una promozione di grado per ag– giungere all'aumento automatico di anzia nità un aum ento di grndo pili.... abilmente conquistato : e perciò lo sforzo per molti1>licare artificiosamente i gra di superiori dell&gerarc hia cont inuerà anche col sistema dc:i ruoli ape rti. Noi temiamo assai che la do ,wmda elci ruoli ape rti, che va divenia ndo la pa rola d'ordine di tu tti gl' impieKati dei Ministeri e a cui sembra che l'on. Giolitti gi:\ cominci a 1>rcs tare favore\'Ole orecc hio, non sia che un a nuova forma pe r spii- Biblioteca Gino Bianco lar quattr ini. Finora i gr affiacarte di Roma hanno lavora to à gonfia re gli organi d ; oggi che qu esta industria se mbra giunta ad un punto di sviluppo, o1tre cui sare bbe assur do an dare. ecco che met– tono da parte gli org anici e chiedono i ruolil ap erti. Per ciò bene fa il nostro amico ad invocare .. insieme ai ruoli aperti, la riform a dell' ammin i– strt1zione . Nessun aumento di stipendio dov reb• b'tss ere, da ora in poi, a nessun patto, consentito.. per gl' impiegati delle amm inistrazioni centrali.. senza una contempor.rnea semp lificui onede i con– geg ni amministrativi , che produ ca i fondi neces– sari ai detti aum ent i. E qu esta semp lificazione · non pu b consistere • che in du e provv edimenti: 1 o abolizione nei ruoli dei ministeri di tutti ~ posti creati artifi ciosa mente fra quel lo di diretto– re generale e quelli di ca pisezion e, al solo scopo. di aum entare le prebende buro cratiche; 2 0 decentramento ammin istrat ivo, che trasferi• sca agli enti locali elettivi e ai funzionari gove r• nativi delle pro vincie molt issime funzioni, che i, gr,1ffiacarte di Roma hanno usurpato ar tificiosa– men te a1>punt o per trarn e pretesto alle gonfiatu -.... re degli organici. O i ruoli aperli saranno nssociati con queste– riforme, o sara nno una nuova via per ingrassare, . i fannulloni del Caflè Aragno. Ma quelle riforme sono una vera e propria ri– voluzione e non potrebbero essere attuale sen-... za vedere invAse le vie di Roma da nuvoli di com – mendator i e caval ieri rivolto si, contro cu i bisc– gnerebbe proclamare lo stato d'assedio e fare alle– focilate . Eppure, o prima o poi, qu i bisognerà arrivart>.. se non vogliamo farci mang iare vivi da lla piovra rom ana. AGRICOLA, Per gli opuscoli del(' e Unità •· S omma pre ceden te Raftatl e Ciasca Nicolò Muciaccia . Sa nti Buoni . . . X. Y. Z. . . . Erm inia Devo to . _ Umbert o Sciandr ino. Emi lio Tegl io . • . A. Sraffa . . ... Un amic o dell' Uuild. L. 235 .00- 3.00- 5.00- 5.00. 100 .00 200 2.00 5.00 . 50 .00 5.00 Totale L. ~ AN GIOLO GrovA NNOz z,, g ere11/e-respo11snbile. Flrea ie • Stab. Tip, Aldlao, Via de' Renai, li • Tel. 8-85 GIUS. hATE~Zll & flGhl - Bari EDITORI Classici dell Flosofla Moderna COLLANA DI T ESTI I! DI TRADUZIONI 1 cura di B. CROCE e O. GENTILE SI :Ì:. PUBBLICATOt VICO G. B, - La Scic:nsa.nuo 'ba giusta l'c:di– . :ione del 1744, con le varianti dell' ediz:ione del J 730 e di due redazioni Intermedie Inedite e corredata di note storiche, a cura di F AUSTO N1couN 1 - Pn rte I - Voi . di pag, LXXX - 304, con un rifrnll o e 1111 fa csimi/1 f uori /es/o • • • • • • • • • • • • 7.50 - - Par ie JJ - Vot. di pag. 408 • • 7.50 Non solo l' lt:ili:l mancaYa finora d'un'cdizionc critic:1 e annot:it:1 dcll:1 ni:iggior opcr, del suo m:iggior filosofo, m:i quest:i stessa opera, non più rista~np~t:i d:1circ:i_cin9,u:11.t:anni, era _:iffa_tt? i11trO\'ab1lc m commercio. L cd1z1onc del N1col111, non che essere riproduzione pura e semplice di quella del Fcrr:tri, offre :rnzitutto un test-., dili– gentemen te coll:11.ion: ito sull"autografo e reso di ass:ii più facile lettura merce un radicale e ra• ~~~~:~i r 1 i 1 ~~ii~~1•~:ori~~1l~~~11~~1!~ 11 ~~gt~u;~;1 t~ le due edizioni del 1730 e del '4.1 h:i potuto reinte grare i brani omessi dal Fcrrari, m:1mcrcè una n UO\":l collct.ionc tra l'edizione del 17 11<1 e due altre rcd:11ioni antecedenti, autogr:ire e inc dite, ha almeno tri,,licat~ la m~lc dcli~ Yar_i:1.nti, arricchendo!--: talvo t:t dt hmglu brani o 111tcr1 capitoli di ecculi:irc import:inz:i. Infine l'edizione del Nicolim è corrcd:1ta d:, nume rose note sto riche, nelle quali vengono idcntifo::itc e retti ficate le cit:uion i del Vico, chi:iritc alcune allusioni oscure, e spicg:ita fin qu:into era possibile la gc· ncsi di alcuni dei pili carau cristici errori com· messi dal filosofo 11:ipolctano Del pr mo volume di questa cdi1.io11c del Ni– colini, della qu:tlc esce in questi giorni b se– conda parte, I:& Rri111e dr 1118aplJysiq11e rl ,le mo– rale (m:uzo 19 12) scri\'C: ~ l:.·wrllrult Miliou, elle srra bienl6t l'u11iq11e ,i tom11lfr.r, rt rllr rtmlnt plus sr11sibilr lebrs,;ill ,f1111tji1INI' rl illligralt lrmlurliou Jra11ç1tiSt tlts priucipaln t1·11t•rrs 1/r Vito» , NOVIT,\ , TOMMASI S. - ll naturalismo moderno. Scritti vari a c::ura di A. A oHe (Bibl. Cultura Mod. n. 67). Pag. XVl-300 • . • . 4.- Olrlgierie commlaalonl e va1ll• alla C1u Editrice OIUS. LATERZA & PIOLI. Bari.

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