L'Unità - anno II - n.15 - 11 aprile 1913

278 ecce ttuate la Russia e la Scandinavia, presenta, rispe tto alla sua supe rficie tota le, tanta par te aliquo ta di spaz io irrimediabi lmente refrat– taria alla colt ivazio ne o suscett ibile di esse re utili zzata solo con imme nse spese ~ dopo lunghissi ma serie di anni. Se poi dal!' aspetto fisico del nostro suolo passiamo a cons iderar e, dal punto di vista agrono mico , la costituzione geologica, i risul· tali non sono piil confort :rnti. Dalle arenarie, dai serpentini , dai grnn iti delle Alpi alla estrem :1 punta gr :rni tiq d'A– spromon te, le e bad lan<ls ~ si succedono con troppa frequenz:t : per colm o di disgrazia la nat ura le ha d istribuite fra le v:1rie regioni in modo iniquo, regal andone la maggior parie alle regioni merid ionali t 1). fi.lore ne e ghiaieti nel le reg ioni alpine; pa– ludi pescose e mar emm ane nel Po lesine e in tutto l'E st11ario veneto ; suol o bianco e ghiaio so ne l medio Friuli e nell'Agro \ "ero– nc, e: 1erre :1rtiliciali o poco profond e in tutta la bass:1 pianura lomb .m la ; argille scaglio se e ~:lles1rine 1 m olasse, macign i nelle montagne em iliane, e 1 per con segucnza 1 suolo ricco di argilla ma · povero di fosfati e di sostam.c pot.1ssicl1e in p.trte della pianura rom,1gnobi. E poi anc ora l'appennin o 1oscano e marchi– ,-;i:1110 in cu i, oltre le roccie mc·1.t11iforc, ab– bon dano i calca ri comp :111i e le ma rne argil – lose, ma difettano i fosfati. E le c rete senesi, e la nrnremma gro ssetana , e il po,·ero suolo tl'una noh:v ole parte dell' :1gro roma no, e le terre cre tacee de l litorale abruzze se, e quelle calc:1rce dcila monta gna {infelici fin nella di– sposizione assai favorevo le all e fr:me), e que lle :rncora calcaree e argillo se della Puglia , e in– linc rocce schistose e gr:initi in Basilicata e in C.1labria. Oov'è dunque la terra per cui - come d ice\'a il Petrucce lli della Gattina - Iddio esaur) la sua op ulen za di creazione? Qua si in ogn i regione troviamo terre , che per la loro costituzione fisica richiedono 111;1g– giore im piego di capitali. E le iso le hanno la loro pa rte di disgrazia : specialmente la Sar– degn a, che per tanti aspetti appa re la pi\1 in– folice regione d' lt alì:i. Il • dolce • clima. L'elemen to princip:1lc su cui s'è fondata la leggenda del!' italico paradiso terrestre ~ cost ituito dalla cosi della dolcezza del c:lima italiano : bell issimo cielo, mag nitico sole, tem• peratu ra di serra; « dunque • agr icoltura fe– racissima .... Ma que sto impre ssionismo cl im a– tologic o trova, a prescind ere dallo stato di fer– tilità tisica della terra , le pii.1 inaspettate sor prese. E il cl ima itali ano (che viceversa è un comple sso di climi diversi in ragione della latitu din e, dell'altimetria, dei \'ent i pre – dominanti e anc he de lle condizio ni agro lo• giche) non può essere qualifica to in rapporto alle pian te con gli stessi criteri con cui lo si g iudica rispetto all"nomo. I.e pi:rnte hanno la loro e tempe ratura cri tica n che non è affatto arbitra ria. E l'elevata tempera – tur a è utile all'a gricoltur a solo entro cer ti limiti di grado e cti tempo. Tan to è vero che il nos tro « magnifico sole :., do\'e più è ma – gn ifico, è con siderat o come un malanno. An · che da que sto lat o l' Itali a me ridio nale è in con – dizioni d'inferiori tà: ess:1.soffre de ll'ecc e!--sodi temperatura e gi:ice in letargo per circa otto mesi dell'anno , in 1111 suda rio :uden te che le 10glie ogni vita. E pe rciò si \'erifica que– sto parndosso pratico : che nelle terre italia ne più baciate da l sole, la ,•egetazion e può usu· fruire utilmente - come con grande acut ezza h:1 rile\'ato il Cuboni - di minor numero di ore di sole che non nell e terre meno so– leggi:ue del ~ord. Natu ralmente questo fotto \'a considerat o in istretto rapporto con l'umi– dil :1 del suolo, cioè con le sue con dizioni idrogrnlichc e ietogr afichc. ldrog ralicamente la condi zione della pia• nur a padana è e\'ident emente felice {per dono di natur:1, nrn an che per opera di uomi ni); e anch e ictog raticamcnt c si trova in condi zione buona. Second o i dati del ;\lillose, ·ich nella (1) :\"010 di passa ggio che ques to fatt o non c:ostillli sce sollant o tm dunno re"'ionalc, ma è un danno nazio,rnle, Per consider:ire l:t cosa anche 1..lal solo punto di ,·ista economico (1>unto di ,•,sia ins uflicic nte) è un prin cipio de menlare che i beni economici presenta no magbiore uti– lità 111:irs inale do,•e nwggiore è il bisog no. L'UN ITÀ pianura veneta cadono annualmente mm. 8 ;8- 11.p di pioggia ( 1532 nel Vene to selt entrio· nale ), nell'alta pia nura lomba rda mm. 10 1;, nella rivie ra ligure 130 7. Qu :mto alla fre– quen za della piogg ia, le più imp ortanti re– gioni :1gricole settentrionali supera no i 100 giorni annui, fino a toccare nel \' cneto set– tentrion ale t 48 giorni. Qu anto alla distribu – zione della pioggia, si de\'e notare che nella \'all e padana pio\'C pii1 o men o in tull e le stagioni, ma co n due m:m•imi ; 11110 :1utu1,1.,:1I~ e l'al!ro esti\'o cli poco inferi ore al primo (anzi, nella zona alpina mer idionale, supe riore al primo) . Kcl res10 cl' Itali:,, in \'ece, 13 scena ca mbi!!. Oisord111e idr :iulico do,·unqut i pioggia poca e mal distribuita. In Pugli a cadono ;73 mm. con 66 giorni di pioggi a; in Sard egna c,1dono 439 mm. con 6,t giorn i di piogg ia all' :111110. La piog gia ha il suo massimo d"i1H"erno quando per la basscZ7a de lla 1emperatura , non reca grn nclc p,iov:1111ento all'ag n colrnr:i. Il dolce clim :1, anche non tenend o conto dei \'en ti, è dun que una leggenda, dal punto di \'ista agron omi co. Fin qui le con st.1L11ioni son o c\' identemente pili fo\'ore\'oli al pcss im is1110 che all'ottimismo. E non sono anco ra compl ete. Dovremo dunque ripetere l:1sconso lata frase d i tant i emigran ti i quali :iffe rma no che da noi e non si \'ive • ? ~ o : perchè se nel pce– S<'nle lo sconfor to ha largo fondamento di verità, la nostra terra ha pure un promet– tente a,·venire che dipende dall'o pera nostra. Ved remo in seguito. Nicolò Fa n ce ll o. Importazi oni ed esportaz ioni. Dalle notizie statistiche sul commercio italiano de l 191:2, comunicate dall:1 /Jir e:i one (.;e,urale delle Ca/xl/e ai giornali, risulta che le import.1• zioni di merci in Italia han superato le e~porta– :doni di merri dall 'Jtaha, per In somma di un mili;inlo e duecent o milioni. Ciò ha dat o e dà - come sempre - occasione ai protezionisti e ni 111crca111ilisti di :10Crmarc che lo sbilancio è indizio sf:n•orevolc pel com– mercio italiano, e quindi di reclamare che con nuovi e maggiori dazi protett i\!i si ostacoli la importazi one cli merci forestiere ! llwcce , l'eccesso delle im1>ortazioni sulle espor• tazioni, lungi d.1ll'esser e indizio di dep ressione o di impo\' erimento del nostro paese, è Segno sicuro del contrario. Poichè esso dimostra che l'Jt11lia comincia anch'essa a di\'entar c normal– ment e creditrice dell' estero per ser\'igi - sopra – tutto per servigi personali dei nostri em ig,-ranti - che l' estero ci paga in merci. ì..: del resto noto che in tutti i paesi ricchi - esportatori di la,·oro e di capitali che 1rov:1110 occupazione e investimento ali' estero - il valore delle im• port:nioni supcrn norm:-ilmenlc e progressiva– men te il valore delle esporli1! io11idi mrrri, e la <liffercm:a è misurn della crescente prosper ità economi ca del µopolo e della forza di espan • sione del c;ipitale e del lavoro. I.' Inghilterra accusa il massimo di eccesso delle imporlazioni sulle esportazioni! li nostro popolo, in\'ece, è imbe\•uto dell' er– rore antico mercantile, che foce"a consistere la ricchezza dello Stato nello eccesso delle e~por• t;izioui sulle importazioni ; e i prok ~ionisti mo• derui ne profittano, per 1ro\'are nella opinione pubb lica inconsapc ,·ole il consenso a quella po• litica do~:uvde protezionista, che impin gua le loro ùorsc già pin gui e smun~c sempre più le borse smunt e dei consunmtori e dei co11tribuen1i. Il Te soro ha 1ratto e trne beneficio notevole dal cresce re delle importazioni {circa 362 milioni di entrate fi:,c:.li). Cosi che il profitto del Tesoro ri: ,pom.lc al profi tto che la :\"a1.ione ritrae da l• J 1 ;111da111ento dd commercio esterno italiano . i..: un caso in cui può dirsi, che l' iulcrcssc del Fisco n<•n è in connitto con I' inte resse della econon1ia nazionale. Si preg ano quelle per sone che ricevono il gio rnal e e che non in tend ono abbo– na rsi, di volerlo respin gere, senza stac· car e la fascetta . L'Amm inistrazione è aperta tutti giorni dalle ore 8 alle Il. Il congresso di Parma Caro $(1/.,.:mi11i, Sul Congre~•o di Parnm il pen ultimo nllmt ro dell'U nità (:,;. 13) ha un ;irticolo il c1uale, insie me con osser vazioni gius 1c, con1icnc bias imi ecces– sivi; e vorrei che fosse ro rilevati. Innanz i tutt o, bisogna tener conto delle condi• zioni par ticol;irmente di llìcili in cui fu a1>en o il Congresso, Le promesse dell' On. Cred:iro , pur con tutl \ la ;isse rita e lodn ta sua ones1f1perso – nale e buona volon t!l, non a\' e\' ano :-aproda to ad ;iltro che a una continua tlelus1011c clell' att esa de– ~li ins<>g:nanti. E quel silenzio e <1uel mistr ni. di cui le :;uf' ,·ere intenzioni sono cin.:onJa tc (pro va di ben scarsa fidnci:, su lla riu..;c1ta che potrcbùi'ro fare cont ro l'esa me e la crilka dl'~li i1111:rcss a11) a\'rcbbero irr itato quals iasi ch1s..;c oli persone. R1111:nula re il Congresso su dd le ~cmplici, e fin allora v:rne promc:-.se, nf)n si p,itcv a, se 11011 di– cl1iarando, esplicitam ente o im plic1t:11nc11tc, una fiducia d1e non c'era . Co"'i, mentre cl., una 1>arte ~i se ntiv a nd C'ln::::n•s..;o un I.iv ur io re lato ma intenso ,,er riuscire ali un \'Oto di f.t\'ore per I' () ,1, Credar o, si teme\"a d';,ltrn part r- il pt". rico lo che, anche per r.!aziont."',s1 ar nn ,ssc a dd ihcrazioni eccess i,·c ed imprud ,•nt i. Chf' il Cong:rt:sso sia riuscito :w rni b~ne :1d e\·itar e <1uesti du e es tremi, è provat o d.111'O. d. 1,:. Concina-~i coli e dall 'una nime vnt;izionc d 1e si affermò su di esso. E 1>otrcb bero ess<•rne indizio anche questi foui : che il Corriut dtl ln & ra è stato costretto ad alt er:trc la ,·cri1a. pe r poter dir male del nostro Con~resso; che la Vi/a IHI ma sticnto am:iro e ha parl:it o di chia cchiere inconcl11denti 1 nppunt o perc hè non si è concluso con qu ella tal fiducia che le stav.-i a cuore; e ness un Frad clett o, cht: io sappin, è rinora venuto fuori a strillar e per l'autori ta \'ili1>c~a de l t\lini – stro e per la disciplina capov olta . Che in ques te circost;mze non dO\'l'Ssero \' C• 11ir fuori :mche voci StQnate è cosa che poteva pensare solo chi imm:iginasse che la nostra federaz ione fosse composta di alcun e migliaia di uomini perfettissimi. E se ques to era il i; iudi:r.io degli scri ttori dell' U11ilri, noi non !)fissiamo che ringrazinrlii pur rassegnand oci per part e nostra a pensare che una tale sub lime perfozione non si possa immaginare neppu re come un ideale lont:missi mo. Ma dalle stonature di alcuni trarre un biasimo per tutt o il Congress o, senza tener cont o <lelle conclu sioni, è supremam ente ingiu– sto : d;1l Corritrt dtlla Stra o dn11a Vita que– sto polc\'nmo bene a~petta rci; ma dall'U 11iM, no. E veniamo all'accusa di nvcr tr:1t1atosoltanto ques tioni economiche, e nulla del lu rifornm de lla scuola. Pu re dunqu e che, oltr e a coloro i qu ali vedono nella federazione un:\ organizzazione <1uasi esclusivam ente econom ica di classe, ci siano anch e altri che ci vogliono quas i soltmllo co111e associazion ~ pedago gica. l~itcngo es.ige rato l'un o e l',tltro concett o. Che la Federazione si sia 111Jlto occu1>.1t.:i.della riforma della scuola, è in– ncgabilm cute vero; ed è assai b c11{•. Ma I' U– nità 110 11 ignora che ques10 lavoro noslro non ha d:.lto finora alcun frutt o : e non per colpa nostra . Se ora e venuto uu momento in cui l:i questione degli stipe ndi degli inse~n:mti, spo– pol:1mlo le catt edr e e mettendo in most ra nei concors i quei ris ultati che tutt i sanno. i: di\' en– tnta l:l pi i1 urgt ntc, e insieme lrt piu probabil – mente e pr ossimam ente rcs olubilc, hrmno du n– que fatt o male g:li insegnanti a mcuer da par te per un momento le ahr c questioni, per concen· tra re og11iloro sfor zo nella soluzione dì quella? La ai si della scuola medi a i l)ro fcsso ri l' hanno realmente dimostrat :1, con abbom l;mza, in pub– blicazioni e convegni ; ed era un;i ,•e1it:l 1 non uno specioso pretesto, che già se ne fosse par • lato :1 lungo. A,·e,·an o d1111< ne ben diri tto di parlare anche di ahro. Che l' On. Creda ro vogli:l far passare,i nsìeme con gli aum enti di stip endio, anche ,ina sua rifornrn della scuola, è probabile. Ma far:\ la figura di chi n1ol far p:1ss.1re in• siernc due persone grosse pe r un uscio stretto: o non pnsser:\ ness una delle due, o ci si schiac– cerann o e ne usciran no malconcie; e non er a una buona ragio ne percLtè la fede razione facess e ahrettunt o, sacriricanZlo tutt i e du e gli argomenti. Ogni cosa a suo tempo. La fccler.11.ionc, come ha trattat o la riforma tiella scuola pri nrn di que• st'mrno, do,,rfl riprenderla or.i, se l'On . Crcd:1ro vorrà far p~1ssare ora mm sua riforma rovinosa; oppur e c1uando, vinta la battaglia in cui o.!a C Biblioteca Gino Bianco imp~gnata, sia libera dall e preoccup:u:ioni pre– sent i. Se nell'un o o nell'alt ro c:1so non sapr a fare 1 1 suo dovl!re, avrete ragione 1..li riv olgerle i \'Ostri L>ias imi Ì\t>n ora: s;irebbc pre tender troppo. E lasci .uno in pace la rclazio<1e Bonfontini. :-;on è stat :i. in re,111:ì, una ~ran cos~,, e non meri• ta\'a nè il plau, o nè- 11 hms imo che !,· si snno lar• gi1i. Ma l'ordme del git1rno ,·ot.JtO, d1e ha a\'uto l'app ro\' aziont• :mclw lii 111nl11 ,:he nt>n er~mo d'acco rdo nel pl:1usu nl rcln1on·, H\'l.'\' ,l t·d ha u 1 s ig:11ifica10 d ir- \",1 oltic...· 11 \'alore di qualr he frase . E per 111:rllo d1 <.-<tSO la nos1r.1cl:,s..;c 1..· u.snt:i con– corde sc ria men l{" t> di~nitos.-.mcnh· tl:1 dlllìcoh:\ in cui :,i sa1tbh ~ ro 1>c:r.Ju1e - t'r l',lo - molte alt n.• Qurs lo bisogna che consider i du d n 1ol giu · llicare. Cord1alt saluti. Tu o. C·iro l'arm, ~~rnni, Mi lrù<'0 "" fò 1mhflrt1, calo n ,·i~f'<'"'lrrli, ~rd,; prr q1w11Jo ng, w rda ,I Con_,:,-r~sosono d'accoHlo /u ml1111r11la/m,11/r con Jr. L 'm fi<olo~111 Cong rrssv drgl' i11H!f'""' li, mrito uri 11. 1; drlf l '111t:1, mrn/1"~ io rro III l 'tt!{lia a f ar pr opag awla f ra i ro11tad111i, 11011 1 i.,poude che i11part e al/r 111ir opi11io11i personali. I•: sr fo ssi sia/o pn -.tnlf, at 'l"fl prrg,,/o il n:d<11fo1·t di modi– ji mrl o pr,11111di 1mmdf11IOin tifm: wfi a, o di fir11 :<lrlO col 1101111 suo , ro11srulirmi 1'11g11111/a di mu, posldla prr '1ttllrrt le cose a pos/0. / I pun to. :m c,11 amrrti mollo tS5' ,., 1/'11crordo co11Jr r 11011ri ,•u:-,ro, è qurll o che r,guar,la lo staio d'anmt o di multi , di /,-oppi i11:-,,•gmmli. I quali troppi Irmo che, co11frarit1rt1mn 1lr allt lut prtvi siow I a/1 01 chè ,t pmgtll o di ltgg t l'rularo san) p11bblirfllo, 11011 si occuptra,mo di discultr11e che /a purf t tco1iomict1, i11fischit11ulosi dtllfl parie ditlallirn: se la lrgge da rii qual/ riui a s11Oicit111Ja In i11l(hioth ra11110 ;,, blocco, a11clte se dul allica– mt11lt ,,utl falla ; st i q11<1lfri11 11011hf1s/erm1110, /e dt1ra111w addosso, r111chest dovesst ,sst rr didalti • cammle o/lima . Probabil mtttlt la lrgg t sarà pit11a di sctmtm;r lau to ,co11omicl,t qm 111to 1/idnllic/u. E il dissidio di fotto fm lo sia/o d 'a11imo noslro e qurllo d, lroppi i11s1g11a11/i 11011 npp"ri rà. Ma che molli, troppi, i11s,g11a11ti 11011 vrdm,o 11tlla q11tstio11t allunl t allr o cht "" problema di sem– plice tco11omia dome stica loro pusom,lt da risol– vere co1mou11e siti, ad ogni pallo, i ùmrgabilt. Co11tro qutslo sintomo doloroso dtllt1 crisi ,li drgt 11n·a1J1onr morale, che mina ccia la rcuola i/<1/iaua, lo scrillo rt dtll'nrlicolo i11crimi11alo /tee bt11t ad alc11r la voce: t io 11011posso non tli• chiararm, so/idr,/e con b,i. Premi agli abbonati A gli abbonati sostenito ri annui saranno inviate gratuitamente Le Memoried'un can• didalo di G. Salvemini (in vendita dalla Libreria della VOCE al prezzo di L. I .25), e: la relazione: di G. Lema ire:, S. Al eramo, G. Cena, G. Salvemini su La. Scuola po– pe/are inproltinda di CJ?.eggio Calabria (in ven– dita presso l'ammin istra zione dell'UNITA' al prezzo di L. I). 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