L'Unità - anno II - n.14 - 4 aprile 1913

274 pcrchè in Libia non c'è se rvi.do farmaceu tico: a furia di es portar e tutta la loro filantrop ia in Lib ia, questi figli di cani non ne lasciano più in Italia!) . !\la que sto problenrn 110 1; si risoh-e abolendo la libera ..:n corr enza delle citt à : caso mai, sa rà appun to l'eccessivo :1ume11to del num ero dei ta nnacis ti nelle città, che depr imendo i profitti dei farma cisti renderà :1 molli di ques ti desi– derabile una delle sed i o~gi abband onate . Bisogn erebbe: 1Q rendere neces sa ria per l'e– serdz io della farmacia la semplice licenza di una sc1.ione formac eutica da istituirsi ndl ' isti• tut o tecnico: quando potranno divc11tar e farma – cisti molti pove ri diavoli, che o~gi non possono arrivar e ali' università, è cer to che molti corm:ni rura li avranno il farmacista di cui abbisognano; 2" aiu tare i Com uni pili piccoli e più pon~ri a sostene re la spesa di una condotta farmaceutica, e ricordar si che I- un'infamia mett ersi a rcga• l:i.r le medicine ai berberi della Libia, mentre in Italia ci sono an cora 5 milioni di nostri fra – telli che non hanno nessun modo di pro curar– i:id<', nemic he a \'Olcrle p:i~are. La legge Sa ntoliq uido-Giolitti, naturalmcnt<', si gunrd a dal tocc.are la faccenda deliri bur ca. E provvede alla istituzione delle cond otte la rm:iceu liche dei piccoli 1.:omun i, des tinan lo a questo sco po i pr oven ti di una nuova t.lssa di concessio ne, che varin, secondo la popo lazi one tlei Co111uni, da Sor,o a 100 lire, dopo avere he-ninws o pr elevato da ques ti pro\'enti le 3-1 mila lire :m1rne 1 neces sarie a mantenere i nuovi ispe ttori e inservien ti del direttore Generale dc:lla San ità. Ora il provento annuo di questa tassa si ag– gir ern su per giù intorno al mezzo milione; e il provent o im111edia to, alla prima applicazione, della lrggc, sa ri\ di circa 1.1 milioni. i:: una s0 11,ma enorm e che l'on. Giolitti mette a disposizione dei candidat i min iste riali, perchè annunzi no nella prossima ca mp:1gna eletto rale la istituzione della condotta farmaceutica nei piccoli comuni , grazie al sussidio ottenuto dal Go\"crn o. Ì•: un aum ento dei fondi segre ti, continuat ivo di mezzo milione unnuo , e una volta tanto (in ,,ista de l primo esperimento del suff r:igio uni– vcrs nle} di 1.1 milioni, dato ad amministrare se nza contr ollo al l\tinistero clegl' intern i. Nord e Sud. E a cos tituire ques ta nuo\"a dot~zione ele tto• r.ile dell'on. Giolitti contribuisce, com'è natu– rale, l'Italia povera del Mezzogil• rn o in propor– zioni assai sup erior i all' Italia ricca o meno po• vera del Nord. La tas sa di apertura ed esercizio , infotti, è ra~guagliata al numero degli abitanti di ciascun ,·011mne: ci~ si va da un massimo di Booo lire nei Comuni superiori a 100.000 abita nti, a un minim o di 100 nei Comuni con meno di 5000 abi tant i, i qual i del resto essendo in gra nde mag gioranza privi cli farmac ia non pagherann o llt'SSuna tnSSl-1. E si è pn ·sa come base la popolaz ione, per– chè si è par titi dal cri terio che l'ttggl omc razionc 111 ban.l è indice di ricchezz a deg li abitan ti. Ora <111cs to criterio, su cui si fondano molte leggi, è in //a/,,r sbag liato, cd è causa di enorm i in– ginatizie a dann o tlc l Mezzogiorno (1). Men tre, infotti, nel Nord e nel Centro <l'Italia la po1>0h1zione rurale è frazi onata in molti pie• coli com uni, nel Napole tan o e nella Sicili:.1,invece, css: 1 si ag~lomera in poche iper tr ofiche brigate. Il Piemonte , per es., con tr e mili oni e mezz o di abitan ti, ha 1450 comuni; la Sicilia con circa 4 mi– lioni cli abitanti ha appe na 350 comuni. La pr o\'in- 1.:ia, tli .\lcs sandria, con Boo mila abi tanti ha 34Q Cnm11ni; quella di Bari con una popolazione di poco superiore ha 53 comuni. E <1uesto non \'llol dire niente affatto che la popolazi one delle 53 popolo!òiiss in1e città della pro vincia di Bari sia più ricca di quella de i 340 comuni di Ales– sa nd ria: tull ':dt ro! L'abi tant~ di un comune d,i ,10 mila <ibitanti della Basilicata può essere pa– reg giato in media per :1gi~1tczza a chi abi ta in Piemont e un Comune di appena 5000 abitan ti. Per conseg uenza i farmacisli dei pezzentissimi ma gr oss i l>orgh i meridi onal i pagh eranno una ta ssa assai più alta dei farmacisti elci piccol i ma beneslanti comuni settentr ionali: e la tass a, j1) Vedi per lo inciu11i,i e, cbe no dt.inno nella lt citl:uione sc!Xauica l':111icolo del Donali 11oll'opu1colo pubblica to dal!~ Libreria della Voco tull• Quut, Mtr . L'UN I TÀ al solito , sa..'\ ri\'e rsata sulle spa lle dei consu– matori. In modo che la Sicilia frutt era alla pri– ma :ittuazi one de lla legge, su per giù, 1 milio ne e mezzo, e il Piemonte frutt erà non pili di mezzo milione ; la pr oviw·ia di ;\l es sandria fruttera 100 mila lir e, e que lla di Bar i 200 mil:1. Viceversa, quand o si tratt era lii tlistribuire i su ssidi ai comun i pr ivi di farmacia, che sono i picco li comuni d isse minati specialme nte nel Nord e nel centro d' ltal1a, le pr oporzioni si ro vc_scie– ranno. li Pi t•monte partccip er!t all a cucc:-igrrn con 862 comun i, e la Sici lia con 52 1 la pr ovincia d i Al ess andria con 187 comuni, e qu ella di lhri con 5 comuni. La ricca Lombardia con .~ milioni e .,no mila abitanti e 2-187 comuni pagh cr:\ appena 6oo mila lir e, e succhic1à su.:sitli per 1208 conmncl h senza farma ci:1; e le Pug:lie, la Basi licata e le Cala- brie con -1 mili oni di ;,bitanli e 7i5 comuni pa• gh ernnno circa un milione e mezzo , e concor • rerann o ai sussid i per so li 18j comu ni. Come si \'ede , è un nu o,·o congegn o pe r porn• pare den ari ai pili pezze nti del Sud per clonarl i ai più pezzen ti del ì'iord. Le spese della pro s• sima c:imp:-igna elett ora le giolitti ana ne i Comuni rural i del l' Ital ia setten trionale e centrale sar:m • no fotte dai contadini delle pletoriche bo rgate meridionali I Eppur e ques ta legg e è sta ta man ipolata da un mcridi o11ale , !'on. Sunt oliqn ido ; l! su ita so– stenuta alla Camera da un relatore mer idiona le, l'on. Venditt i ; è stata appr ovata ~razie spec ial– ment e alla \'ilt:\ t alla scrvilit:'1 dei dep utati meridional i. Che schifo! i\GKICOI.A, IL CASO GIUSSO Il c:iso Nasi su~gcrisce per forza dei con– tr.1rii1 il c:1so Giu!->SO. Ed cmr.11nhi presen– t.1110 queste opposte :m:1logic: - che il ).;°,1si cond:mn:no per appropri:tzioni: imk– hit.1 qu:1lific:1t:1 :t danno dei contribuenti, vuol tornue all.1 Ca111cr:1 e tro\':t un coll1.:~io ciel ~kzzog iorno irrem ovibile nel propo ;ito di ,·ot.1ri: per lui con la ..:pi.:r.111:,a di forz.11t: b 11.:gg\! e di riport.trc qui.:~to figlio prcdil.:tto lkll:1 su.t H:rra i:1tri onfo :1 .\l onted torio : - .:hc, invc.:c, il Giu:-so alt:1111.:ntc quotato per l:t ~r:t1Hk corrcttt:zza cli \'it.1 pubblic.1e pri– ,·.tta rinunzia a tornare alla C:tmcrJ, perd 1C: il suo collq.,:io ~ l'11tusi.1sta di mcttl'rlo :tlb porta. );'on <lc,·e p:tss.1rc i11:1n·ertito qu.11110 :n·– ,·icnc di questi giorni nel collegio di :\lan – frcdonia, di cui i:. deputato il conte Giusso da molto tempo . Il collq.,:io di J\1.111fredo11i.1è com posto cli tre o quauro gro:-:-i comuni; tro, ·:l',i in pro – vinci:1 Ji Foggi:1; in Pugli:t ; nd Mezzo– giorno . Or :1 av\'icnc questo, che, d:t più legi~L,. ture, :il mom ento dd l:1c:1mp:tgn:1 ck·tt ~r:!Jc d.1scuno (ki tre o quattro co1m111i, a tunlo, pn.. ·sent:t il suo c:llldid.1to locdc, eh~ ha le ~imp.11ie e I' :1ppoggio ddl ' intao p.1csc, per r:tgionc di c:1mp:111ilismo; r.1gionc che si :id<luccsempre come pl.1Usihilc nel ~1czzo– gio rno, do, ·c ~i ritiene liovcroso e p.llriot– tko di ,·ma re pcl pm·s,111,1 1 :mchc se il p.1e– s:mo è un:1 nullit.\ politica o un:1mediocrit:\ profcssio11:1k-, ani:he se non :1pp.1rtic11e :1d akun p.1rtito o :1pp.1rticne a tutti i p.1rtiti, .mi:hè se è uno :-,frutt.ltor c di :1mministra– zioni locali o un affarista... Ch~, anzi, col 111.1r.:o di fabbrica pa/'sa;w, p:tss:t di regola in contr.1bb:mdo il mao aIT.1rist:1 politico, i:ioè colui che conosce tutti gli interessi particolari e tutt i gli intrighi loi:ali e tutte il· m:1g:1gni.::un ministrati\'e e tutte k v:mit:'t l: li.:debolezze e le parti n 1lnerabili dei gr:1mli ckttor i, dei siml:tci, de;:;li :tmmini– :-.tr:itori, degli :1ppalt:uori, dei proc1..•s,-ati, elci .:ond.11111.tti e dei coi11bnn:1bili,ai quali il futuro deputato -1•,1taiufo pd gm·a,uu• t•mdmdo gl'i11t1i ri·ssimaggiori dl'ila i11tfrnr,•git1m• - può pro.;:1c– . :i.ue l:t indulg1..•11z. pili o meno plenaria delle c1rie Autor it.ì, c f.ire di giu11t.1 i suoi .1tf.1riper~on:ili, in cui poi consiste il prezzo ddl. 1 su:1 mt di.1zione politic:1. Il ptusnna, quc!-.to tipo id1..·:tlc di dqmt:ito gr.1dito :111.1 piccol.1 borg hesi:1 mcridio n:ilc, ~:--i:,te gi.ì i11ptchir,· 11dl' imero (ol!cgio di :'\L111frcdo11i:1; poi..:h~ ognuno dei qu.m ro comuni h.1prc:,i.:11t.1topos~il'{k il suo c:1111- pionc in c:irnl' l'li oss:1, che quel!' idl':1le rt .1lizza. Dunque, m·g:1ti\·:tme11tc, '-Olio tutti d' .1Ccordo comr o l.1 pi.:rson:1 dcli' on. Gius– ~o ; positi,·:11ncnt1..·, ~0 110 :111cor:i in fiero di– :-:.1.:..:onlo tr:1 loro :-:11ll.1 scelta del c1mpione, tr.1 i ,·.1rii paes:mi che si offrono :1 g:tr :L.. .\l.1 :rn.:h~ que:-.to a..:cordo si far.i prim:1 o poi. E l' on . Giusso, nel pensiero m:1gn:rni- 1110 dei Signori dd i:ollt..·gio di }it.mfredo – ni.1 do\"rehbc rcst.tre in i:dmpo fino a qu:111- do 11011 :-,j for.\ I' .J(cordo ; don1..·bbefung-cre d.1comodino dettor.1k, per impedire il trion– fo imm cdi.ito dd paesano A contro k :111- d.Kie lici p.1cs:1110B, contro le s1x-r.t11zckl p.1cs:mo C, contro i timori J 1..·I p:11.. ·s:1 10D. I.' 011.Giu~so. curante dell:1 su:t dignit.'i cd ossequiente :ilio spirito e :ili.i ,·erit.ì del r1..·gime r:1pprC'sc11t:ni,·o, non si pr1..·st:i al giuoco, non imcndc in t.ili condizioni af– front.1re le num ·c ckzion i, da cui ,·i11..:itore uscirebbe più :1111m:1cc:1to ch1..· se fosse ,·in– to, e dichi:ir.1 di ritir.1r:-.i. Ecco un altro r.1pp1·l·sem.1ntc politico dd Mezzogiorno; - un uomo che :11:t difcs:i dcgl' interessi 111aidio11.ili h.1 cons:i..:r.tto il meglio dcll.1 su.1 :mi,·it.ì, che in questi :tn– ni si era dùlic.no con ri11110,·:1t:1 energi.1, con rar.1 intdlig1..•11z:i, con indomit:1 fodc e con assolut.1 indir l·mh.:nz.1 al problema dcl– i' :ti:cp1cdotto p11glic,1..·cd a quello dcll.1 ir– rig.1zione in Pugli.1; - cc..:o 1111 altro che ,·iene di f.mo alhmt:111.no d.1!1:1 C.11nl'r:1 pc-r co11s1..·nso un.mimc di un collegio mc.:ridio- 11:1k ! Dici:11110 n11nitro! Poi..:hl'.è ancor.i fr1..·· sco e doloroso il ricord o di un conterr :t– nco, che :11.1 Came ra ti.:11e.1 alto i! nome del Mtzzogiorno, e che fu ;111ch'egli cac– ci:tto da un .:ollegio lii B:a:-.ilk:1ta; cd egli er:1 cd è Cio,tino Fortu11:1to ! E di ricordo in ricor1..lo, b mente ris:tlc :ii nomi di Ruggero Bonghi e di Sil"io Sp:t,·i..'t1. , due gr~1mli figli :kl :\h:zzogiorn o, c:icci:ni d:1i loro collegi mer idionali e rac• colti con orgoglio d.il Scttemr ionc, dove tro,-.1rono dife:,a comro i brogli e le ,·io – lenze lici ,·.irii ~ic otc r.1del tct~po, che con• tinu:1ro110,ill\·c,e, .1 go1.krc fino alla morte <li tutt:1 l.1 fiduci:1 e «.ld l:1 corrcit.ì clcttor:ill' dei loro .:ollegi. L' q ,isodio Ciu..,\o ;15,surge CO!-.Ì :al essere indice di un m:ilanno cronico della nostra \"it:1pubblic:t. Esso s\·cl:1 un:t parte Jcl pro– blema meridio11.1lc; forse l:1p.1rte più pro– fo11lb e \'it:1le; quc\b che sta in noi, ..:hç 11011 dipçnde d:illa nequizie dei go\ ·crni e delle· li.:ggi, che noi potr emmo risoh·ere da noi stc:S'-Ì, scnz:1:iiuti dal di fuori, ..:011 le forze nostre. Alb dircsa politic:t del Mezzogiorno oc– corrono stro111cnti adeguati ; stro mcnti che, a,·endo la ,·isionc dei gr:t11diintcrc-,.,i rcgio– n:1li e 11azion:1li, non si prestino :1mer..:.111- tcggi.11·li in cambio di ,-.11n:1ggi p..-rson:ili per sè e per le loro clientele loc.1li; epperò oc– corrono stromcnti che :-.ii.:no ~opr.iltutto 1•n– lori 1111,rnli . Quindi, - non i Guarr:tcino, non gli .\ bigni.:ntc occorrono, .:hc finiscono per culmin.1r1..· 11<.'i ).;°.1,i; 111.1 i Giu!:)s0e i Fortun.1to... Questa s.m.:hbc l.1 :-.elezione cktto rale che, :-.opr.nutto in questo moml'tll o politico , ri• sponde :1 nostro intcressç e alle neccssit~ ddle prossime lotte p.1rl:11ncnt.1ri. 1\la s:iprà il 2\kzzogiorno r.1rl:1? Un deputato. Si pregano quelle persone che ricevono il giornale e che non intendono abbo– narsit di volerlo respingere, senza stac – care 1.t fascetta . L'Am ministrazione è aperta tutti giorni dalle ore 8 alle Il. Bibliot Gino Bianco RIPRESA C11ro Sah •r,mni, Mi son p1oprio ;1ccorto che la mia letter. 1 è stata oppurtun a. T u stesso , nelle tre lungh e ri· spos tc, 1i sci . pro\'\·is oriamen te, sforzato cli da re una certa soluzione al problema d:i me pr oposto; e per q uant/"J i!J sia conv into che la tun soluzio ne sia molt o p rotn.iìsoria, t11tta,·ia consta to che sia– mo fina lmen te entra ti ne l cuore dc:11:iques tione. Son· olo qu i1Hli su tutt i i punt i SN'ondari, su cui siamo d'accorcio , o qua si , o potremmo, in– sistendo, mett erci fr1cilme11te <f:iccorclo; mi in– duf?_io invece a CNtsiderare la tua posizione d'arri\-o - ossia la tua definizione - per ve– dere se ce ne possiamo accont entare. Io cr edo che non ce ne dohb iamo accon• tentar e. Il • &tocco di qu& • ? Il problem a da me proposto era in fine molto semplice: chi siamo? Quest a d0mand:1 mc l'ero sen tit :1tr oppe \'Olte salir e alb gol:i : quel tuo " socialism o bene in– teso "• oggi in cui il socialismo è tli\'enta to u osce no " anche a tno giudizio , m i tfo\'a fa. stidio. 11 social ismo bene inteso, in un pa ese dove ad ogni socia lista che incontri ti vien fatt o cli abbo ttonar ti (faccio eccezione, va da sè , pe r il nostro .lt11ico ~lond olfo !), è propri o 11110 sclH'rzo di cattivo gust o. Alla mia domanda. ndunqu e, racc ogliendoti alfine, tu rispo ndi che noi siam.J un blocco . Sa – remmo il « blocco cli <11:1"· Per <1uant o disprezzatore di formale e defin i• zionì - a qu es to rij!uardo potr es ti andare a bra ccetto con l'on. Giolitti - costr etto a dichia– ra re ch i se i e t'l1e cos.'\ vuui (poichè qualcosa pur se nt i cli essere e di ,,olere), riflettendo ci un poco, l'azione t uri ti è apparsa come l'opera di un uomo tutt o intento ad organizz are un blocco di ga lantu omin i. Il disg usto per gli ex • compa gni, rolli ad ogni pili turpe mercnt o , l'a· vrcbbe spin to a suonar e le campane a stormo c·ontro In coalizio ne rndicn le-soc ialista-g iolittiann . radunnndo att orno tdl'U 11ilà esul i e fuorusc iti d'ogni p~rtito, purchè tutt i provv isti di carte in regola, si cap isce. Sar~bbe quindi il nos tro giorna le, a tuo giu – dizio (per quanto qu es ta ricerca ti interessi poco), una sp ecie di rifugio di tutte le anime pie, usc ita dai <1uad ri dei vecchi par titi demo– cratici in de composiz ione. Anim e che, una volta riuscite a scompag inare la pestifcrn situazione pr e– sente, non desid erer ebbe ro altr o che far ritorno ai vecchi rangh i, nel fratt em1,o epura ti. Una specie di mclodr;1mma con sc ioglimento liet o, per quant o commoven te. Ùppnr e, a voler esse re meno pcn·e1·si, si potrebbe nrngari ricor • dare la ltgn degli om:sli di cava llottiana me– mo ria. Santo Jddio , trop po poco! Che c:oa'è uo Putlt o. i\la perchè il Pa rtit o Socialista, che tanto sdegno suscita nelle nostre viscere filiali, s'è incarogni to :i t:-el segn o? Questo bisogna capi re. Che la degcn ernzio ne sia " osce na •, inn ega• bile; ma pcrchè tanta deg enerazi one? lo ncn lr o\'o che il Parti to soci alista, al riguar– do, abb ia fon o niente di diverso da tutti i grandi parti ti che lo hann o ,,r eced uto: per esempi o, restand o in ltal :a, il par tit o liber ale ed il repub– bl icano, dopo il se tt an ta. Si sa, i partiti 11wecchiano; d:\nn o quello che posso no dare e po i le:1temente si es aur iscono. A sentir e i rk oluzionari - parlo di quei po– chi in buona fede - la decade nza del parti to socialista, ogg:i, starebbe tntta nell'opportunis mo dei parlam entari ri formisti; e fanta sticano di tornar da capo . Da ca po, come una volta, come venti anni fo, quando si marciav,, nll'i nno di T urati , dietro illl'on . Ferr i, i bei riccioli coronat i di rosolacc i emiliani ! Ci:\ . Ma eia capo non si pu ò tornar e. Tu tto r asS:l; pas sa persino il tu o 1599.90 1 criro Sa lvemini, amico nostr o ama tiS· sim o. Ven ti anni fa il par tit o ebbe fortuna aj>punto perch è era, allo ra, l'esp ressio ne \'iv ;tce dì un bisogno gener ale, dr 1111 pri11cipio: rappresentava una ct:rta consapev olezza di un momento st o– rico. • Di quest o bis ogna convincersi: nell'ora di fortuna , un pa rtito è sempre l'e spress ione di

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