L'Unità - anno II - n.11 - 14 marzo 1913

26 4 L'UNITÀ Il discorso di Wilson ..:i ha comm oss i cd cs:iltati, cos ì com e certi prod:1mi di Garibaldi ai suoi Yolont:1ri, e ..:erte Jeli1.iosc geniali ingc11uiti1lli b;imbini. Que gli uomini e quei b;un bini sono esser i ,·iYcnti : cio~ credo no a quL·Ho che dicon o, e operan o com e crct!ono . Pi.:rd ò i giunuli Jcll:t bNghcsia tratlì..:antc e milion:1ria li gu:tr• J.:mo con pkt;'1 mcuo sardonica e m cuo ::;tup it l, " Noi abb iamo costrui to - ha dt:tto il nuov o Presid ente degli Stati Uniti - un grande si– stema d i Governo. La nos tra v ita con tiene ogni _ g:r:md e cos:1, e la cont iene in rk ca abbo nda nza . Ma il ma le l: venuto col ben e, e molt o oro lìno è stato corroso. Noi abbiamo spc::rperato grn n pnrte di ciò che rn-remmo pot uto usar be ne. Siam o st :i.ti orgoglios i ddl e nost re impr ese in– dus triali, ma non ci siamo poi abb astanza pen – sosa mente indu giati a ca lcoh,rc il cos to degli uomini, il costo delle vile spen te, de lle eni::rgie sonacc:ir iche e infrank , il terr ibile costo fisico e spir ih wle pei· gli uomini, per le donne e pe r i fanciulli , sui c1ual i il t1 istc peso e il cari co d i tu llo ciò SO!l O pietosa ment e caduti attraverso gli an ni. u Vi _è st atn qua k ht~ cn ulezz n, qualche ma n– canz a d i cuore e dì sentim ento nella nostra fretta di c-onseg ui1·e il suecesso e la gra ndezza. Noi ci ric orda vam o ab bas tan za bene che ave• va mo stabi lito una politic a che intendeva ser• vire i più umili, al pari de i più potenti; ma eravamo troppo distr~,tti per la fre tta <li essere grand i. ~ Insieme col grn ml eG overn o sono vi.mute molte cose profo nda mente segr ete, che noi per troppo tempo abbiamo indug iato ad es amina re ed a scrutar e con occhio sbc ero e sereno. Il grande Go,·erno , che noi amammo, è stato troppo sp ess o fatt o str um ~nto a scop i per sc;nali e<legoist ici e coloro che lo usaro no dirncn licaron o il popolo. " Fina lmente ci è sta ta conse nt ita una vis ione della nos lra vit a, nella sua integr il::l. Noi ved iamo il ma le col ben e, ciò che è privo di ba se e ca– duco con ciò che è solido e vita le. Con questa visio ne noi ci acci ngiumo alla nuova opera. Il nos tro dovere è di pur ificare , di ricost ituire, .di restaurar e, <li co rregger e il male se nza ind ebo– lire il bene, <li ren der pu ro ed umano ogoi pro • cesso <lella nos tra vita com une, sen za intro dur vi de bol.ezze o sentim entalis mi. /Voi considtrfre mo il nostro sistema economico qual e esso è e come può essfr e modifi cato, non come se . si lratla-:;se di 1111 foglio di carie, bianco da scriverci srt ~ e, a grado ti g rado. 11oi far em o ciO che dovrti es– ser fa llo, seco11do lo spiri/o di coloro cl1e ml er– rogano la loro propr ia sagg tcca. " Giustizia , e soltanto giust izia " sia semp re il nos tro motto. E non si dev e tra ttare <li un a rido proc esso d i scie nza pura. I sentime nti coi qua li noi affron tiamo la nuova (:ra del diritto e d ella equi tà passano attran rso le fibre del nos tro cuore come un soffi o divino nel qnale, giu stiz ia e pietà si riconciliano e giudice e fra – tello so no una st essa perso na. Qu ;1.s i quasi vogliamo dispor re in tipo· grJ.fÌJ. che questo pezzo non sia scomposto ; e 9u;1.ndo ci si chieder:'!che cosa \·ogliamo, riprodurremo senz'altro il discorso del Pre– sidente poe ta e filosofo. Sob mcntc, quelle p:1role da se sole non bastano : de\·ono realizzarsi immediatame nte in un':izione conc rc:tt, che skno com e il ..:orpo di quell'anima . \Vilson l' ha sentito Lon quello squisito intuito dcll:t. realtà, che è la dote carattt> ristica dei veri mi stici. 11 l cuori degli uomin i - eg li ha de tto - ci attendon o all'oper a : le vite deg li uomini sono sulla bilanci a ; le spe ranz t.:degli uomini ci chie• dono d i dir e c·hc cosa far emo. Chi vorrà tra • dire la f.!rnnd e fidu cia ·? u :\"oi al.ibiam o pn :so nota delle cose che do– vrebbf-ro esse re modifica te ed ecco alc une dell e pr incipali note. l.Jna tar iffa la q t1ale ci taglia foori da lla nostra propr i.1 parte nel comm erc io de l mond(), viola i gi us ti principi i della tass a• zione, e fa dc:I Grw ern o un faci le stru mento ne lle ma ni d i intn essi pri ,·ati; un sistema di banca e di circol.n:io ne pt:rfo tta mcnte ad altat o . a rcstrini.::ere il dena ro cir colante e a limita re i cred iti ; un sistema ind us triale che, conside – rat o da tutt i i h1ti, cos i lin.n1lia ri come a.mmi• nistrat i,,i, imbrig lia i capitali, res tringe le li– ber tà, J;mi ta le occasion i di lavl) ro e sfru tl.l, senza rinno\'~nle e cOnse rvarle , le risorse na• turali dd paese ; un insieme di attività agril'.ole d 1e non ha mai avut o finora l'eflìd enza dt:lle gran di im11res e <li .iffari, nè dispon e del le :ii;c• volezze di cred ito meglio risponden ti ai su oi biso gni pra tici; co rsi d'acqu a non i:.vilupp ali; gran di terr eni non bonific:ati ; foreste non cu– .stodite, rap idam ente distru tte senza proge tt i o p roposi ti di rin novarle, grnnd i gi.,cimenti non utilizz ati in og ni miniera. E noi noa ·abb iam o nemm eno studia to e 1w rtì..zio11ato i mezzi coi qua li il Governo pu ò esse r posto al serv izio de ll'um;1nit:i, tutelan do In sa lut e della nazione, e i dir itti nella lotta pe r l'es istenza . Questo non è un dovere · se11ti111ental e. " Sa lda base di Go• vern o è ln giustizi:i, non la pietfl "· E qu i si tratta di giustizia. Kon può esse rvi eg-uaglianza nè equ i1à, pr inci pi essenzi ;1li cli giuslizia nel corpo politico, se uornini, donne, fanciull i non siano dift'si nelle loro vite, nella loro vitalità vern, clallc cons eguenz e dei grand i proce dimenti indu striali e soc iali che ess i non possono cam• biare , con trollare, e :1lfrontare sin:;olarmen te. So no queste talune de lle cose che abb iam o da fare. Qu es ta è l'.ilta missio ne de l nu ovo giorno : elev:ire ogn i cosa, che ap 1>:trt iene ulla nostra vita com e 1wzion e, alla luce che spl€1ale nel fo. colar e de lla coscienza e ddla visione de l diritto di tutti gli uom ini "· Poesia e n.:altà, dunque, pensiero e :izione, idealismo e concrd ismo : tutto questo si tien e stretto insic:mc 1H.:l10 spirito di que– st'uomo. Il quale :tppunto per quest o n on è un reto re dell'a stratt ism o :tcchiapp:muYolc, e non è un burocr:nico del praticismo an• gusto. Sopratutto si s1.:ntc che non sar:'1 nè un opport unis ta n~ un Yilc. t un uomo di fede. Con questo non è (k tto d1c ricscir:'t a tri onfare d'ogni ...!itlìcolt:'1 :t realizzare tut ti i suoi ideali. Ma non si bsc<.·r:ì Yinccre sem:a com h:nh:rc . E a11..:h1.;se sHt1 sconfitto, b sc('r;\ dietro :1 sè un fas~io di luce : quel fascio di luce c\1 .;11;11ca agli opp o rt uni sti e ai ,·ili, dei quali no\·c Yoltc su dicci ~i può prcn ·dcrc ehe ,·inc~.-, :111110. L' Unit à . Intorno alla Commissione doganale. 1 tr e sociali sti r iformist i ufficiali, chia ma ti da il'on. Nitti a far p:u te della Commissio ne per lo studio del nuov o reg ime do ganale, scrh-o no una lettera ali' Ava nti per spiega re la opportu– nità, la ul ilitti, la nece ssita che ess i, in rnppr e• Sent anza del pro!elari;ito, facc iano parte della Commiss ione, e che in gener;1le il pr oleta ria to sia rappresenta to in tutti gli organi dclil>er.i tivi e consultiv i de llo Stato . " Nella ques tione spec ifica della Commiss ion e dei tratt ati di comm ercio - essi ricordano - pe r quanto riguarda la part ecipazi o1 e di rap – pr esenta nti de lle forze opera ie, essa era già stata da tempo rid 1iesta dalle organizz a;,:ion i prole• tar ic, in Ital ia ed all'es tero. E quando, nel 1910, l'on. Luigi Lu aall i, all ora minis tr o, facev a di• st ribu ire alle org~nizza zionì oper.iie la circ olare del 10 febb raio, ri:;u ard,m te il comm erc io inter• na zionale e la legis lazione doganal e, le fed era • zioni operaie d1e risp osero, e la stessa Confe– derazi one del Larnro , espr imevano il desi– derio che i rapp rese ntanti de i lavora tori foss ero ch iama ti a far val e1·e i loro speciali pu nti <li vi sta in q uestioni, la cui risolu zione era ed è veram ente così vitale per la classe lavora trice "· Giu stissimo! ì\Ia qual'è mai il 11 punt o di vista specia le ", die i tre rapp resent anti delle orga – nizzaz ioni so no ch ianrnti a far valer e ? Saranno contrar i al solo pro tezionismo gra • na rio, opp ure oseranno toccar e anch e il prole• zionismo sid crn rgico, zu ccheriero, cotoniero e mar inaro '? J tre soci nlisti ri form ist i, proclama li per de– creto rea le rappre se ntant i dtll e fcderaz io11i opc• rai e e d'!ll a Confc de rnz ione del lavo ro, in che modo con oscerann o il punt o di vista dei loro rap present ati? Se lo im magin eranno da sè, gr..,zie alla inves tit ura conferita ad essi da l dc• creto reale; oppu re le ore:anizza.-.ioui vorra nno tracciare esse ai loro rapp rcsen t:.mti la linea di condott a '? E po ichè ci sono st:tte delle federaz ioni ope• ra ie, che han no rispos to alla circola re clel\'on. Luzzatti, sarà !·eso pu blic:o il conte nuto di queste risp cstc, aOind 1è s i veda qunli fed era zioni si sono messe dal punt o cli vis ta c.legli interess i ge nera li, e qu ali bmrno pens ato so lo a sa lvnr la pancia ai lìchi ni soli org an izza ti ? Quest 'argome nto " cosi vit,1le per la clas se Biblioteca Gino Bianco la voratr ice ~ - come dicono i tre ri form istì c.omm is.sari pe r gius tificare il loro ingre ss o nell a Com missi one - dovrebU'esse re abbas ta nza vi– tale a11d H: pe r J"cndere necess aria una pu bbl ica discu ss ione del pr oblcnrn doi; an ale, e pe1· far sen tire ai tr e rifo rmisti comm iss: 1ri il dovere di pr ovocare q11est~1 discu ss ione. In qn e~ta op inione si amo lid i di tro\·arci <l'accordo con La 1:u11/ rtdera .t:io11r: del lavoro, che nc·l n. del 1'-' nwrzo scrive riss ai oppo rtunamente ; " Bis, g:11;1, " parere nos tr o, che la ques tione venga tra ttata :.1ppos itam e11te dalle 011:,;~mizza– zioni e che esse dicano ch iaram ente il loro pen• siero in fatto di politica <loganale e protettiva. Finchè il problema non si prese ntava in forma concreta, si potc\'a di lazio nare una discuss ione per la qual e il proletar iato non è fors e ancora ben ma turo; ma sareb be grav e se, av endo nella Commiss ione una sua rnp presc:ntanza, o, ciò che la lo st esso , dand o l' i111press ione di es ser vi rapp rese ntato, non sap esse esprim ere un'opi · uione ch e ser visse almeno d i guid a a coloro che Ili! rappre sentan o le aspirazio ni. Per noi, qu indi, pur amm ettt:ndo d i '.! si pos:;a anche di . scul ere se conve nga o meno cntr.ire in tutte le Com miss ioni, vi è la quest ione ben più impor · tante di segnare: alme no tldl c linee di ma ssi ma in m<tkri c d i T r.,tt ati, ci fron te ai quali i la\'O· rnt ori snno, di r~ttamcn te o indi re ttam entc-,d 1ia– mati a pr endere pos izione. Converrà dunqu e prnvv t dere so lleci tam ente "· Frammenti di vita italiana. La commedia clerical e non è meno buffa <lella comm edia ant icleri– cale. Nel 1908 , a\lorchè si discu te,·a il regolamen to Ra\' à sull' inseg nam ento reli gioso nelle scuole element ar i, i giornali e i i;iorna lett i clericali fulminavano e minaccia ,·an o le pili ne re pene 11ell 'alt ra vita e in c1ues ta vita ... elettora le a quei d<~putati che rn•cSS!·ro osato votare in fav ore del Governo sci isti.111izzatore. Uno dei gio nrn li più furi bondi cr :.i il Piccolo dì Faer,.:.1. E Faenza era rap pres entata alla Cam era dal deputa to G11c('i-Uosc hi 1 mo dera to elett o coi vo ti dei d e• rica li. Dunque , il Cucci-Bosc hi nell'appello nominale votò contr o il n :golam entn R avà. Ada gio, Biag io l - Votò a favore. DunQuc, il giornale d ericale d i Fa enza assa li violent eme nt('! il <lcput;1to fello ne, e giur ò che mai più i catt olici avr ebbero vo tat o per lui. Ada gio, Biagi o ! - li Piccolo no n ne parlò nemme no. Che cosa era avvtnu to? t•; se molic issimo. C'era a Faenz a una espos i• zinne. L'es posizione av eva bisogno d'u n su ss i• elio dal Governo. li Governo mise al Cucci– Bosch i l' aut aut : o votar e pel reg olame nto Ravù, o rinunz iar e al suss idio. li Gm:ci-Rosch i mis e alla sua volta l'att/ aut ai clerica li di Fa en~ za : o lasci arl o vo tare pe l Go,•erno scri stian iz– zat ore o for l'esposizione se nza sussidio. E fu cosi che i clericali l'au torizza rono a vo• tare per la scr istianizza zil•ne della scuola , men• tre sul loro giornal e fulmi navano gli s~r istia• nizz.itori. Ed ecc one un'a lt ra, che att ing ianw da un ar• ticolo di A . Giovan nini su L fl Libtrlà cco110• m irn (10 novembre ): " Il duce bolognese dei clericali, con te Sassoli de Bia nchi, ha doma nda to alla Sett imana SO· cia le di Ve nezia e al Cong resso eu caris tico <li Vienna , quell 'in:;egnam cn10 reli1.d oso nelle scuo le che a Bolog na con pall o scritlo, rinunc iò di do– manda re per sè e per il suo par tit o n. Il metodo dei clerica li è iden tico a qu el!o degli an ticlerica li: far e un disco rso in piazza_. e uno in palazzo : da rsi !'ar ia di comb att ersi accanit amente su alcun i punt i per d istrarre l'att enzione dei mind1io 11i da tutt i i pun ti ve· ram ente seri, su cu i gli un i e gli altri sono per• fctt ame nte d'a ccordo a voler e sfr utta re i min– chioni; e anch e sulle questioni, intorno a cui fann o il più gran baccan o, tener si sc•upre pronti a conces sion i 1·ecip roclw non ap pena gl'intc 1·ess i cumuni ngli un i e agli altri poss ano cor rere pericolo a ca us.1 del baccano. A che cosa servono i deputa ti, Dal gforn ale / , ·.,-//bad i :\lontclupo Fior entin o, dt:1 1° matzo 19 13: 11 Ci è Krato ;wverlirc la nostra spe ttah ile ed affozion:-ita cliente l.i dei '.\lunicipi rhc mcdian k t'a11/orc.10/c i11h.,.vc11/o pr e.fso il 1l/i11islt:ro dl'f . I' /11lt·n10 de//'011. 1ll<1rcht·J1' do// . (; i, w h tconlr i, dcp11talo dd Colk.òo di l:"111po!i, la Ti po)..:"rafìa potr:\ fornir e t11tli i motluli occo rrenti per le 11rossime clt:zion i politiche, più sollecilamt:11\e di ogni altra . I SiJ..:-~. Sindaci e Seg retar i comu • n:-ili so no prega ti di ri...:onlarsc 11e ». Q11est 'a n ·iso ci fa ricor ,br e il dis corso, che ci face va una volta 1111 nostro amico pe r istra da, mentr e porta\·a a casa 1111 paio di scarpe allora com prale : « Se incontra.,,si ora il mio deputato - dice va quel nostro am ico - e non pott:~ i com and arlo di portarm i a c;lsa que ste scarpe, a che cos a mi ,·ar rel)be di avere un deputato?» Stor ico ! A:-.010 1.u G10,·,, :-..:_._.ozz1, gcr,:uk- rcspo11snbilt•. Firenze. Stab. Tip. Alcllno, Via dc' Renai, Il • Tcl. 8-85 Libreria della VOCE FIRENZE Quaderni della Voce NUOVA SERIE edita dalla LIBRER IA DELLA VOCE 16. AR DENGO SOFFICI : lemm onio Bo • reo, l . . . L. 2 .- 17. GJ\l!:T At\ O S:\ LVE!\IINl: Le memo• rie d'w , umd idalo . • . 1.25 18, 19. GIOVANNI PL\ PINI : Un uomo finit o . . . . . . . . . 3.50 20 . SCIPIO SLATA PER: Il mio carso . 1.50 21. FEODOR DOSTOJE\VS l{I, Crotcaia rd n/Jrc 11o;.1el/ e . .•••• 2 . - Ci si abbona a dieci quaderni dal 16 al 25, del valore di almeno lire QUIN DICI, per lire DIECI. A chi spedisce vaglia di lire DIECI vengo no spediti subit o i quade rni n. t 6, 17, 18, 19, 20, 21 che hann o già il va– lo re complessivo di lir e DIECI; e, appena esciranno, i q uade rni 22, 23, 24, 25. VENDITA A RIMBORSO RATEALE La Libreria delfa Voce vende ai pro– pri soci o a persone gara nti te dai pr op ri soci, libri con pagamen to a rate me n– sili : per .l00 lir e di libr i, lir e cinque a l mese, per 50 lire tre al mese. È d'ob– bligo l'acquis to di u n certo nu mero di volumi editi dalla " Libreria della Voce " col mi nimo di lir e dieci, o l'abbonamen– to ai " Qua derni della Vore "dal n. 15 al n. 25. GIUS. ldlTERZA & fIGhl • Ba11i EDITORI O p ere 'V El rl e : A . RAMOR IKO LA BORSA SUA ORIGINE - SUO FUNZJONAMt KTO Lt re 2.- 11 ,·olmm.-tto dd Ramorino, Y:lkntc insegna nte Jcll'A..:.:;1dcmi;1. commerciale di Trento, mir:1 a fornire in bn:\·c spazio le no✓ioni intorn o a questo Yitalissimo org,;1nismo dc11·c,0 11omi,1 111o<lcrn;1, la bors;1, ..:hc sono ormai indispensabili non solo pt r i ..:ommcr~i:inti, ma per quant i si interes sano ;ii probk mi economici. Con conci,,ionc, con chi:uc v a e prc, isionc ~:i ~ 1 ::a~ll;~\. ~~:~. 1 \ ~;::,~~i l~~lCl;:~ brir~~!l:~rd~ modo di fun 1ion:1mc11to di qucst:1, Im itando sue• ccssivamc-utc dei Y:tri tipi di contrnlli in uso, LORUSSO B. La co11t.tbilitd comni erciafe.3 1 edi• zione. un voi . in 8 di pag. XV I 394 , L. 5.– Qlt CSIO libro dd I.orusso, professore ordin ario Jcll:1 H. Scuob. superiore di Comlllctdo di Bari, si r:tecom:mda da sl:, poichl: in breve tempo ~ ;1rri\·ato alla tcr✓;\ edizione. Il grande s,·iluppo d.lto d;1ll'.\ . alla parte spc• ci:1lc, rende il libro utilissimo :mchc ai commcr• d anti :wtodidatt:i, cd :1gli uomini di legge, di solito digiuni d'ogni concetto di r:1gi~ner i;\, _m:! che pure si debbono spesso oc,up are J1qucstiom rclat Ì\"C alb contabil ità commerciale. I.e doti di chì;u cu ;1 c di scmpli.:it:\ proprie di questo libro, e la sua ri.:c:1 Jo. :umcnt:u.ione lo rendo no ancor più adatto a questo scopo T IVARO NI J. Compendio di scienza. delle fi - 11.1nze. 2·• ediz. Voi. di pag. Xl l-288 . L 3.50 li Yolume non h;1.molte pretese teoriche, m:1 i; mu chiar:t tra ma delle ~11,zioni prcv,1lcnti 11:\b modcnu s.:ien,:i delle fin:rnze e servir:"!sopr:1t · !~:~: 1 ;t .:hi \ oglia forsene in b1cvc un' id..:a sin- BARD I P. Gramm atica inglese, con introdu. zione e note storiche. 3:, ediz;, (6° a JOu mi· f:'liaio). Vot . di pag. XXV lll -460 • L. 3.50 i: l:l prim a granunat i.::1dì una lingua mo.:k rna fatta i11lt:1li:1con i11tc11Jinwnti onesti di lilologia. La gr:11n1:1tica i: ben costruit a, ordinata ': com· piula in o~ni su:1 pHtc . \' i si ,U, 1:1 ragionc di certe forme idiomati che cht.· :i lutt:1 prima SCHl· brano str:mcn c. NolcYo\c sopr;1tt11tto r i1.1trodu· ziom: su l'orig ine e lo svolgimento dd l' tn~lcse e il ..:1pi1olo sulle cause del contr :l:-.to tra l'orto • gr;1(Ì;l e la pronunzia. BARDI P. Scrittori inglesi dell'Ot tocento. Vo– lumf' in 8 di pag. XII -3-10 . • • L. 4-– t una noYissima e ri..:..:a s..:dta fatta con gusto cd informata ad un equo Sl'llSO ..:riti..:o di 'p:issi 1\ci m:1g_i,;ìori poeti e pros:1torì ìn~ksi _del sc.:ol'? scorso. :1ttintì direttamente :il\c fonti. i\ ogm s..:ritt orc i.: perme sso un br1.\"C saggio .:ritico. Dirigere commls1dnnl t vaa:lla al•a Cu a Editrice mus. u TERZA & PIOLI. Bori.

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