L'Unità - anno II - n.10 - 7 marzo 1913

258 ._pingc \'a, pu r ieri, te, c,1ro Salvemi ni, a rin• tracciare le pili a-.co,:;c oriJ,:ini del pensie ro maz- 7.Ìniano, ed a ricostruir e c1uc!o,I0 pensiero nel ~uo i,.igni lic,110 più intim o. Credere che ogg i noi ricerchiamo qualcosa di so– :,t:rnzialmen te dher,o <la allo ra, è un ' il\u,,.ione, è un vedere le co._e dal di fuori. La pas~ione che n11i111a la ric1:1c,1 .ti 111 uomo è se mpr e la stessa ; un uomo, d:-1 punti di \'ista di\' ersi, si mu ove :..cmprc nttorno ntl 1111 suo pr oble ma , at – torno allo stesso prohlcma fonda mentale. t)rbc nc, 11 mi o J,ti11dizio, è la tradi zio ne più vcrn e profonda della IHhtra vita di nazion t~, che ri~ori;c, adattata ,IÌ nuo, i tempi , in ,1uesto ~iornale . Xoi dohlii ouno riacco-..tarc i ali' inseg na– men to mauiuia no. e )~~i il ca na).:lium c t.lemocratil:o, materialista, camorrist,l, guad ai,::,;a,,;rne, l,lath:r,1 ancora cli f,,f:tzziui; ma essi stann o a Mazzini come ceno clericali._1110 sta ali ' insegna mento del cristian e– :-imo. Ora per noi, tornar e a )l:t zzini. non ,·uol dire volere ogl{i, o dournni, la repubùlic; 1, - questo l.,scimno ai repubblicani di mestie re - : significa una co-:a semplice e più i,::randc: ama re di reli– Kioso amore gli i<h:ali più :tlti, amarli con spj – ril o di sarrijll'io. <Jucs to la nostra democrazia mercantile non n1pil.\ mai; e qui ò I:, ra i,.;iouc della sua b:l S• :.cu, , e ddla sua i11c:qn1cit;\; qui la c:rnsa della corr11Lio11e ch' cssa eserci ta su lnrga base nello spi ri10 pubblico. Bisogna ogg i in politicn, se ,·ogliamo compiere opcr.1 non indegna , studiare i bi-.ogni concreti i.lella nostra socie tà, additar e ai gio\'an i le cause generose cd invitnrli a combatter e senza spe– ran,m di premio personal e. C'i: tutta una poli– ticaccia da svalutare, tut1'1111 certo orientame nto ll:t rimettere in \'alare. A <1ucst'opera di rige nerazione è in fondo rivollo questo giornale: cd io mi augu ro ch'csso presto riesca ad organiua rc una aris1ocrazìa di ~io\'ani OJ>erosi e battaglieri che nulln chiedano per sè. I.' Italia potrà dispors i ad mm polltica più alta ...olo man 11m1io che la sua anima popo lare nndr:\ dctcr).:c.ndosi dalle macchie e dalle scorie di troppo ba 'l'-Caspirnzioni. (Junlcun dirà : ma questo, dopo tutto , è an• cor:i nazionalismo . Si,t pure . l... 'l parola non mi dispiace, e, per conto mio, l'ho detto <la un pezzo . Ad ogni modo sarebbe il « nostro • naziona• lismo. Ro1>ou·o SAVELLT, li. Ri cerche inutili e discussioni necessarie. Ca ro Savell i, Certamen te una semplice ser ie di riforme legisla tive con crete , pe r qu:rnto ottime, non basta a muo\·e re un popol o. Ci vuole un'i– dea infor matri ce, ci vuo le una formula. Qual'è la formula nostra? La clomanrla non la fai tu solo. Alt ri ancora si dichiarano poco soddisfatti del caratte re « troppo tecnico• del nostro giornale. E lamentano che esso non indichi un « princip io spir ituale • , un e punto di vista ideale », che dia sign ificato e c;dore all'opera nost ra. Parecchi di questi critici no n sono, in fond o, che buongustai inte llettual i, incapaci di qua lunq ue sacri ficio continuato , pei quali la politica, la filosofia, la rel igione non so no che soggetti d i esercitazi oni dialet– tiche e pretesti a piroette letter arie 1 i qu.1li per due sol\li alla setti mana pre– tendono da noi senza nessuno sfo rzo la mi – stica chiave che apra tutte le serrature, una nuova - sopratutto nuo va ! - rivelazione filosofica la quale metta fine felicemente alla loro e cris i spiritu ale • : vog liono un sostan – tivo, un aggetti ,·0 1 un nomignolo nuoYo, un ismo orig inal e, non ancor a sfruttato da nes– suno, da appiccicarsi sulla fronte (per non pH1 di una settimana ), e col cui aiuto risol– vere fra una sigarett a e l'!!.ltra tutti i « pro – blemi del mondo e delb vita •. Risoh-erli, beni uteso, dilet1:rntesca111ente su d i una pol– t rona a dond olo, o intorn o a un tavolino da catlè. Fra il 1880 e il 1890 s.:irebbero stati \·erseggia tori vui sti i fra il 189v e il 1900 L'UNITA avrebbe ro scr itto sagg i di sociologia i fra il 1900 e il 1910 ane bbc ro fotto del sind a– cali smo 1eo rico 1 molto teorico. Ogg i sono idealisti, soffrono di e cris i spir: tuale •, cioè non co rpo rale 1 e vanno in cerca di una... fori11ul.1. r,;'on e spettacolo nuO\'O, Or è un seco lo, fu gift di n!oda altra \'Olta que stJ specie di cloroc:.i intellet1uale e mora le. E l'li.1 <lesc.:illa il Tai ne in un:i p.1gin:1 g11<1tosis<1i 11:1 1 che !sembra scritt :1 oggi e per certi 1ipì d'o ggi : " Le n~ve et l'abstrac\1011, tcllt'S furent !es denx paMsi,,11-s de notrc rc11:1i,.:;111l'<"; d'un còlé l'ex ,lta tu.m scntunen lalr, lrs :i-,p r.1t1,msdcl' :"une. le de,.;ir v:1).:Ut: dc l>onheur, dt· l~a111t', de subli– mih', qu i 1111pns;,it aux 1!1· 1n t's l'ubhJ,:: ,tion d'Nr c co11.:;ol:111tt'!òi c:t pcwt qn r-:, <pii f,1bnquait les sys tè111cs, qui inwntait lt.'.; 1·SJH'1.111ce!òi. c1ui sul,.1r,lon1.,11la vrrit C:, qui a.,,.;n·\·1s-1a l I;, sci("nce, qui rommnmlail dr~ d~ lrinr.:, ;t\'ftrtmzo ,t com m t 011 co,mu rw tlt '"' J1abil : de l':u1tn. l'nmour des nua..:t.'s pl11IO ..C\p)li(jllt'S, la co11t11111e de pl:mer :m hrrnt l iii cuti, le• ~ot1l dc,, tf'1 lllt"S )! ' n(•raux, la P<'l'lc du ~1yle p•t·ci!o, \',.ubli dt• l'.,naly.;c, le lliscré dit 1,our la sii11plic1t(•, la luint" pour l'ex a– ct iludc . Pt"rulnnt trcntc an, , tolll jcmu• ho111- mc fut un I lam let :rn pt:t1t p1ed, s1x 11101s du· rant, p,1 fo1s d:i,·anta~f", de ,:onte eh· terni. ne sadian t qu c désire r, cro1re ou tai 1C', déco1ir.1gé, douleur, amer, ay:mt h<'soin ,le bonht'ur, rrg:1r– dm1J au boul dr srs bollr.,:; po11r :,o,r si, pnr lw– sard, il 11)1 Jrouvrra il pas I~ S!JSlt;mt du mondt, entre•d 1oc1uanl les mnt'i 1)1e11, na111c. ln1111a- 11i1é, iclt-al, i.yuthèSt", ,•/ fi11;~::,a11/ por -:r laissrr ehm,· dn11s qurlquc m,'l1tr 011 drw s q11r/q,u: J,/ai– sir nuu l1i1wl. dans li· roulis.;t,'>de t,, Bourse 011 dttl'Opn ·a. l'nrlo ut on vii se mt,;lc:r I,· métaphorè cl l'al.lstraction, la pO(~'(ii;: 1•t la philo,o ph if-, le 1t"vc et In 1orn111lf'. Cliacun pt.:t11•11d1t t >,.pii• qucr l'h omnH• ell e 111umlr, et pnr s11rcrolt san• \'er l'humamt t~• (T .,1sP.. L,s philosr,p/trs c/ass i– q11~s ,w Xl X sitclt tll Fr 1111cr, P,tris, 111chettc, l 9() l 1 p,1!;, 2..J8). Noi, mio caro Sa,•elli, non abb iam o nulla da vedere con questi dilettanti del \'aniloquio Jilosofante 1 inerte e steri le. I qual i non ca– piranno ma i che ci \'uole un più gra nde sforzo cli idealismo, cioè d i lavoro disinteres– sato, di sacritìt io oscur o, di fede alliva, per metlere insieme un articolo dell'U11il.i, pe• destre, tecnico e grave di slat isliche e di documenti , che non ce ne voglia per estrarre dal proprio io con un po' di abilità dialet– tica qua lche nuovo orientamento filosofico e spirituale, cioè qualche nuovo ismo d~slinato a produrre in qua ttr o e quattr'otto il l'inno• vamento di tutto il, con ri~pctto parlando , gene re um:rno. A cos toro no i non abb iamo d:. dire che una cosa sola: sissignori, l'U nità è un giornale tecn ico , e se ne ,·anta, e si duole di non essere tecnico abbaslanza. Ma il ca~ tuo , e - poichè siamo a confes – sarc i insieme ,oram popu!o - il caso mio , e quello di parecch i altri amic i nost ri, è ben di verso. Noi vog liamo continuare a lavorare prati– camente nella misura delle nostre forte per il bene del nos tro paese. Ma abbiamo biso• gno di rende rci co nto esatto dei principi ideali de lla nostra azione pratica, per poter sistemare ed inten sificare meglio la nost ra azione. Sola mente non mi pare, caro $avelli, che tu risolva adegua tamente il probl ema di e de• finire> il nostro mo vimento con la sempl ice affermazione ,zenerica che il noslro giornale ha la sua rngione d'es sere ne llo spirito e maz– ziniano » che lo anima, nell'amore e religioso pe r gl' ideali pili alti », nello I spir ito di sacri ficio », nel bisogno di e com battere per le cause generose senza spe ranza di premio per– sona le > 1 e di e deterge re l'anima italiana dalle macchie e d:ille scorie di troppo basse aspi– razioni affinchè sia possibile un politica più alta >. Qu esto è il presupposto necessario di ~ua lunque movime nto politico, che si rispetti. Ed io mi se111erei una certa vergogna a dover ripet ere continuam ente che noi, scrittori de l– l' U,,il tÌ, am iamo con spirito di sacrifitio gl' ideali più ahi, e combatt iamo per le cause gene rose senza sperantil di premio, e cosi di seguito, I.a priva tiva dello spiri to di sacrific io, co – me non l':1bbiamo noi , cosi non l'h a e non l'avrà mai nessun gruppo pol itico . Nè dal trovare un pii1 diffuso spirito di sacrificio in un gruppo poli tico piull osto che in un alt ro, è lecito ded urre l'ob bligo d i aderire a quel gruppo a prefere nza che a tutti gli altri . lo non so che cosa tu intenda per e nost ro na1.ionalismo >. ~la comunque tu \'Oglia de – finirlo - e sarebbe bene che tu lo facessi, aflinchè ques ta nostr a discussione fosse av– \'i !l.ta :id una utile conclusione - questo io credo di pote r :iffermare a priori : che que l « nost ro nnion alismo » non potreb be pre• tendere neanch'e s.;o :11 mon opolio del!' eroi– smo. Affermare in gene re la necessi 1it del l'a more rel igioso 3(1' iJe:ile, e dello spirito di sacri– ficio, e della l:lv:uura delle mai.:chie e del la ~p:1uatura delle scor ie, - è meno che niente . Pili un uomo p:trla di eroi~mo e di sacrificio in ,1stratt o e piì1 è opportuno stare in guar– dia con tro le sue a,ioni. ... con crete. Gli uo– min i in poli tic1 non si pos.;0110 div idere fra uomini che lrnnno ide:1li e 110111ini che non ne hann o, rcr d1è tutti h:111110 o di cono di an:rc un ideale: anzi sono prccis :1men1t: i masc:,17oni d1 lutti i pani1i, che pii1 f.inno sfoggio degl' ideali del pro1,rio p:1rtito. ~lauri zio Q1:1Jri o, Brusco Onn is 1 Pis1c:me 1 M:uzi ni - 1u ben fai a mt lter li insieme come esempi di am ore rd igio-:o, disi nteres– sato, eroico per un :1 gr:rncle idea. .\b Carlo Pisacane - 1u me lo insegn i - :1ve\'a idee assol utame111e di verse e in molli punii add i– rittura opposte a que lle di .\l:tzti ni. E mi– glia ia e m igliaia di altri uomiui tu puoi ri– cerca re nella storia dcll'unrnni1 :t, che ci pos• sono essere esempio di abnt."ga1ione, di disin– teresse e di s:icrilizio. Ma gl' idea li dell'un o non coincid erebbero mai co n gl' ideali de l· 1':1ltro. Ci dichiarere mo, dunqu e, seguai.:i di tutti gl' idea li, perchè non \'' In ideale - per quanto contraditt orio con un altro ideale - che non abb ia a\'uto i sufl1 apos toli de– \'Oli e fer\'enti, e i suoi martiri ? 11 problema da risoh'ere non è quell o di sapere quale idea abbi:1.ogg i il maggior nu– mero di asserto ri d isintereo;sati ; ma di tante idee, che circol:mo ogg i, e che sono suscet• tib ili tulle di essere rappresen tate cosi da ero i com e da trani canti matrico lati, qua le precisamente noi ri1eniamo degna dell 'a de– sione noslra 1 senta che ci dobbiamo spa– \·entare de l per icolo di trovarc i in compagnia anche di tra flicanti matric olati ? Kel caso nostro il problem a, che dob bia– mo risolvere per chiarire 1:1 nostra posiz ione nell'a ttuale gl'oviglio di p.ir1i1i e pscudopar– titi itali a11i 1 dopo dieci anni di tentati vi abor • titi 1 di spcrnnze svanite, di esperienze do lo· rose, si può riassumere nelle seguenli do– mand e : Donde veniamo? dove \'Ogliamo andare ? Delle opinioni e delle fedi, che guidavano una volta la nost ra condotta, quali elem enti sono cadu ti, qu:ili hanno resistito, qua li ele men ti nuovi sono penetrati nel nostro mond o idea le, in che modo gli elementi nuo, •i si sono coo rd inat i con gli :mtichi? Dal moment o che la nostra opera e tecnica > non è brutale ~n1pirismo senza capo e coda, a qua l cr iterio generale di co ndotta poli tica vuol rispondere? Qua li forte po!isiamo noi sperare di mUO\'ere a sostegno dcli' opera nostra? Non si tratta di annunz iare ali' umanitft nessuna nuo va rivelazion e filosolica univer sale con annessa e conne ssa criti ca de lla cono· scenz;i 1 metafisica, lilosofia dell a storia, etica, esteti ca e via dicendo. Si tratta semplice– mente di fare un modes to e sincero esam e di coscienu 1 per presentarci ai nostri lettori qua li realmen te siamo nell:i parte più intima de lla nost ra coscienu, aflìnchè essi non pren• ciano abbagli sul nostro conto, e non sperino e non pre tendano da noi que l che noi no n possiamo e non intendiamo dare. Questo esame, dopo un anno di la\•oro « con creto > 1 ogg i lo poss iamo fare assai più utilmente che un ann o fa: non solo perchè attr:n-erso que l lavor o abbia mo sentit o semp re più il bi sogno di « defini rci > a noi stess i e agli altri, ma anche perchè il materiale di cr itiche e di proposte positive raccolte gr azie a que l lavo ro è la realizzazione e perciò la mi– gliote documentazione dei nostri cri teri di condo tta. lo non so, caro Sa\·elli, se ti sembra che il terreno della ricerc3 e della discussione io l'abbia ben definito. Se non hai nulla in contrario, mi sforzerò di in\'estire il proble – ma nel pros simo numero. G. SAL\'EMISI. L'Amm inistrazione è aperta tutti giorni dalle ore 8 alle Il. B1bli eca Gino Bianco Le s~uole del buon tempo antico Da 1111 articolo dd :.malort Lui::i .l!ortmrli su Gli st1pt~ndi ,lej,:1'111,i;egnanti e la scuoi.,, pubhli• calo uri/a ,. .\'11oz1r, .-l,1/oloJ;ia ", n'prod11cit11110 prr n111ic/,,.z 1 0/, m 11~r11so de/I'.•lulon, i srt;11mli ,·icordi a11tobiogra/fri, i quali .i:er:·0110 mollo hme a docu, mc11!11r,· ,uri che scriz•i1111110 ,,,,J pas.w,lo 1111111e,o dell'U ni I:\ i11tor110 olla misuir , i1111'/lrlt1wlr r mo– ral e ddlr .. ru 1/,• /mu te da l cirro o sor:, ·gli at, da l clero in /Ja/111 prt111<1 dr! R isorgimrulo m1oio– ""I,·. I,; q114/ a m i::,tria s u·t1 l11•1t che ri ricor,lm mo srmp,·r, sopratullo a/lord, ~ rrir,c/,im uo i di/e/l i dr/le scuolr ttlluali: 11ou,, bt11illl1.:0 1 ptr m,:s.rou– dt rt q,ui d1fd t, t ri111111:i 1r' ml o:;:11/ .'iforeo per le r1for111t mu ss11rir, ma P"r r;oilarr cht lt rr i– Jicht m m 1/1 ,l'ogr, srrr.1a110 n f t1r dimr11/irm·t , riabilif"r, lt m iseri, dtl lmon JrmJ,ù a11liro. Qur.;Jf r1d1ù111 1 n/ /ms-: 1 1/J ,;;arm1111 11/ili prr suggtrirt 111po · di ,hscrr cio11t II quti gior nali dtricr1li, r/,r co11tl11ro110 ""' ' .-:islrm 1tic11 campn– g, rn di dt11i'gr11.:im1t co11Jro le sruolr 11oslrt, co11• lrappo11mdo agli obbrobri dr/la ;;ruota ~ lau:a " le g lorù1 i1111n:tss ibili drl lt, scuola II ffisl/1111" ". lo foci 1t Todi da qtl'lsi seo;,:rnt'anni (tropp i per me, poch i stor icamente ) que llo che oggi si chiama l'esame di rn 11uri1:t ; e lo feci da– vant i al ,•esco, •o, che tront>ggiava circon – dato da' suoi, tutti in gran gala , con d.i parte il gonfal oniere e gli antian i del Comun e, ne' loro ele-ganti e ricchissimi roboni (che delu sione, quando per la prima volta, nel 1860, fu vista la misera fascia trico lore de l sinda co, succeduto al go11f.1!onitrt .1), e i val– letti in livree quasi più splenJide , e il pub– blico Jei parenti di noi sco lari che gre mi, •a la sala e guard:t\ •a lo spettacolo con lacrim e di gratitudin e. Ero dunque co' miei comp.agn i in un gran sem icerc hio, da\'ant i al ,•esco,•o. Il maestro, un tal Brunori che andava sem– pre in tuba e vesti\'a cor re11amente di nero, stava diritto a un estremo del semicerc hio, con iu m:1110,in vece <lei solito inseparabi le e usatissimo nerb o, un grosso quadrello, t:mto per non perdere l'abitudine; e :10nunziato che si cominci ava l'e same di storia romana, l'in segnamen to prin cipe, volgend os i come per ispirazione improv\'isa , a questo o a quello degl i scolaretti, punta\'a \'Crso cli lui il qua– dre llo, esclamando : « A lei! !4u{, O Scn•ola ! » ovvero : e A lei ! Ora{,o Codite .' > o altro pnzo forle del gene,re. E lo scolaretto spa p• pagallava con enfa si una paginetta impa rata a memo ria; e cosi 1ut1i gli altri, adJitati sempre, come per impro, •visa ic:.piratione. Ma ognuno di noi non sapeva che la sua pagi• netta ; sapeva però benissimo che s'ingannava tutta quel la br:1va ge nie, cosi pompos:1.mente vestila, e quella brava gent~, sapev a essa pure d' essere ingan nata I 11 maest ro, l'ho detto, andava sempre in tuba, logo ra anzi che no sulla falda davanti; e dice,•a spesso mostrando a noi quella falda: e Yedete ?... ma co l cavarm i il c:1pp!llo , ho potuto con serv:1re, per quara nt'a nni , il mio posto! > Que sta era lntta la sua moral e ci • vile . Se però cons ideriamo che egl i er3 en• trat o in servizio dopo la cata strofe napoleo– nica, e a\•eva visto il 21, il .) 1 e il 48 1 e: vedeva allora i segni precuro;or i del 59 e de l 60; se consideriamo che per fare tutte in– sieme quelle che oggi sono le quattro classi elementari, salvo la call igrafia affidata ad un altro , percepiva sei scudi al mese (trentadue lire delle nostre, ma che allora ne \ 1 alevano effettivamente almeno un cen tocinqua nta), che per uso, non per leg~e, do veva no poi di• ventar gli pensio ne i se consideriamo che an– che una levata di cappell o di meno poteva bastare a metterlo in me1.zo alla slrada i in verità deve parerci crutlcle iI pretender da lui una morale meno pedestre I Poco tempo dopo il mio esame, ricordo che d::i:un dottor Annibale Piccio ni, in una farmacia, imp :1rai come la terra fosse to nda, e imparai pure che il vesco\'O ave, •a proibilo a un mio buon amico , Gioacchi no Armei, che ogg i è forse il più vecchio de' maestri elem entari dell' Umb ria e dava allora let ioni prin te a bambini, d' insegnare a legge re col

RkJQdWJsaXNoZXIy