L'Unità - anno I - n.54 - 20 dicembre 1912

2J6 stion i dal bene inteso ed esclusivo pun to di vi– sta italian o. Noi non possiamo acce ttc,rc lep re– tese territ oriali serbe sull' Adri.i tico, perchè ci appai ono illeg ittim e, infondate e non so rrett e da uno sta to di necessità, allo stesso modo che t,ili ci app arirebbero le pretese svi~zcre di avere nel Tir reno uno sbocco terri toriale a danno dell' Ita lia. All'opposto . come si è sostenuto pili sopra il diritto d ella Serbia ad avere riconosciute le con• qu iste raggiun te di quella parte del suo vecchio territ or io. che le era stata tolta dalla violenza e sn cui aveva no infierito es tranee dominazioni , sembra qu i doveroso aggi ungere subito che bi– sog na ricon osce re come efle tto di un vero e pr oprio stat o di nece ss ità la richiesta serba di avere garentita la propria inç.lipenclcnza econo– mica mediante non uno ma va ri sbocc hi al mare pel tran sito dei suoi prodo tl i. Un paese dominato e sogge tto ad altr i tconomi camente è un paese deb cle e malf ermo politicamente. Oc– cor re che la Serb ia sia unita al ma re con un sistema ferrovi ario da cos tru ire in modo che annod i le sue città non solo con la grande ar– teria per Salo nicco, ma coi por ti montenegrini di Antivari, e Ou!cign0, e con quello Albanese di Durazzo , assicuralido altrcsi un regi me di ta– riffe che ness uno possa mai trasformare in ar– ma d1 op1>ressione contro il traflìco dei serbi. Ques to è l'a sse tto defi nitivo che ar monizza coi nostri più vital i inter ess i e concilia le op– poste tende nze deg li altri so pt a un terreno di pra tica attua1.ione. Umi delle ragi oni che hann o contribuito a far rimanere il nost ro Mezzogiorno in uno sta to d i inerzia e di deb olezza economica , è da riscon– trar si nel fatto che sull'opposta spond a ad ria– ti-:a visse eia secol i una popo lazione povera, guerreggian te, aliena da quell'attivi tà intensa e sempre iniziatri ce cli nuovo lavoro cht! forma la ricchezza delle nazi oni moderne. Mutare si f• fatte concl11.ioni, favore nd o, con schietta opera com·iliativa nel se no degli allea ti, la creaz ione di nuovi e fecondi organismi commerciali, at– traverso le cui vie l'indu str ia e il commercio italiano possano penetrare nei merca ti dell'o– rie nte euro peo, vuol dire per I' ltalin, senza ve– nir meno ai doveri di allea ta, assicurarsi le simpat ie de l popolo albanese e della quadr u• plice balcan ica, se rvendo al tem po istesso la propria causa . La questione nell'avvenire. Ma quand o si sa rà rius citi a far riconoscere l'A lbania come stato autonomo, ovvero com e Sl!.ìlo neutral e sotto la tutela di lutt e le grandi potenze europee, si pot rà per questo rit enere ri• solta e spari ta del tutto la questione alban ese? Tr oppi lati essa coinvo lge e vari fra essi molto ins tabi li ed equivoc i, per ammetter<- che vi possa esser tr egua su questo punto cosi so verc hiante per la politica itajiana. Un primo elemen to di disgregazione ciel nuo vo assetto potrebbe sorge re da intestine discordie, le qua li mal sor re ggono la com patt ezza naziona le e finiscono semp re per di stru gge re l' indip enden– za di un popo lo. ì\"on bisogna poi dimenticare che chi di fatt o pos siede dalla sua il clero cattolico cd ha tr adi – zione di profon<ler e l'oro a scopo di predominio, mantiene sempre una posizione pr ivilegia ta in confronto degl i altri che le stesse leve non hanno o posseggono in m10ori pr oporzioni, seb – bene si st::,b1lisca in diritto una ùase di egua – glianz a. Ed è <la por men te anc ora ~he qualsiasi lotta di influen1.~ su un terreno semp re più aperto a nuove int ervcnzioni riesce sterile o quasi, se l'a– zione politicn di un gove rno 110 11 sia sor retta da notevoli ed eflicaci impr ese private, <lali' inizia – ti va e dall'atti\·ità dei singoli, i cui capita li de– vono rapp rese nta re come la perforatrice d'a – vanguard ia sulle vie, per le quali passe rà. poi vitt oriosa la bandiera della naz ione . Su que sto argomento il nostro passato non ci dfre ese mpi molto rassic uran ti, per qua nto è eia convenire che le odie rne condizi oni siano di molto mig liorate . Un da to e positivo è questo, che la nostra industria e i nostri capital i, pur tc11e,1do co11to de lle minori efllCienze esis tenti, non si spi ngono sul merca to mondi::1le con quel gesto dec iso e con quella sapiente per sistenza ed :1cconda prepa raz ione con cui le industrie e i capitali degli .:dtri pa esi muovono alla rice rca di nuovi sbocch i ad essi ind ispensab ili. Specia l• mente I' indn stri:-t italiana ha in casa lo sbocco sicuro ed indisturbato del Mezzogiorno, e per• ciò i P -'SS1 che fa all' estero son o sempr e mo– desti ed integrato ri, non quindi così energic i e completi C)Ualipotrebbero deri\"a rc da uno stato di maggi ore concorrenza. Sarà. un bene ? sarà un mal e? domande forse ozio se p~r la ques tione che ci occupa, per la quale ~ cer to necess ario che la robusta pene traziot1e econom ica intrecci e: legitti mi l'es tendersi e l'affermar si di que lla po– litica. Fu scr itto dal barone von Chlu mecky in uno stud io pubblica to nel ICJOj sull'Auslria-Ungl,e.-ia t /' llalia, che l'_;.\Jbania potrà. d i\"enire un giorno per le du e alleate un nuovo Sleswig-Holstein. Più che qu esto ricord o sto1ico mi pare che pos– :1a ess er e meglio invocata, come ho detto al– tr ove (r), l'anal ogia con l'infau sta ques tione di Tunisi, la quale, fra gli altri sva r iati punti di contatto, prc~enta anche que llo del famoso por to te1111bile: allora si chiamava Biscrta, ogg i si rhiama Vallona. Possano gove rno e paese, stan– (lo sempre in vede tta, otten e:c che la nos tra storia reg istri, nell'avve nire-, non la ripetizione dcli' infa usto evento, ma un nuovo trionfo di nostra gente. FRA:-: C1{SCO FonE RTI. {1) Ved i il mio atticolo : /lali a ~ Fra,,cia in Ri vù/a Po– / ola,·~, 30 Xo11cmbrc 1912, Le conferenze magistrali. E midio Agostino ni, uno dei più appassio nati e intelligenti stutliosi dei problemi della educa– zione popohu c, si occupa sulla Coltura popola re <lelle conferenze magistral i, di cui toccam mo sul– I' l,"11i/d del 30 110\"embr e. E h.: sue osservazioni meritan o di ess ere riprodotte, a conferma d i quanto quan to noi scrivemm o. « Occorre tr,1Mormarle profo nclnmt:nte. J)ovc. i qua.uro conrercnzie ri - clall' ispélt ore presi– dente , al maestro <li ginnastica, qua rto ora- L'UNITÀ tor e - erano uomini di molto ingeg no e <li eccezionale genialità [in q1,anli casi, dunque?], le cose sono andate abbastanza [appena abba– stanza .fJ bene . t.Ja dove i quattro professo ri sono monta ti in catted ra, ed è J-/alo il tas o più f requente, per rimesco lare vecchie lezioni <la scuola normale ; dov e I' ispett o re ha letto un mediocre comp ito irto di termi ni scientifici presi a pre stito da facili \·olumi; <love il professo re di pedagogia ha cred uto di poter fare sfoggio di quelle vecch ie lezioni ripetute con severo cipi– glio da venti anni senza rinfresc arvi una vir– gola ; dove il dotti ssimo igienista è venuto con monotonia hllt' affatto scien tifica a sciori nar vi un completo sistema <l' igiene sulla cost ruzione della casa ; dove il maestro di ginnastic::i, im– pettito come un Erco le, è venut o a sosten ere il peso di cento car telle per ricorda rvi come qual ment e i greci e i rom::ini crede ssero alla bontà dell'educazione fisica, ù per farci sapere che le est remità superiori, o bracci :t, terminano co n le mani e quest e con le unghie - ah no ! lil. le co nferenze sono sta te de i pericolosi sopo– riferi o delle melen se darhtnnate .... Le conferenze, se vogliono essere vera mente utili , debbono interessare. Se doves si darmi l'a• ria ùi riformatore, chiederei una serie di bril– lanti conrerenzc sui problemi economico-socia li (con spec iale riferi men to alla scuoi.i) <li mag– giore attu :tlitil., qualche conferenza d'arte e di stori a regionale, e tutta una fioritura di conver– sazio ni (inte ndia moci bene: conversazion i e non lettur e !) intorno a casi cli didatti ca pratica. Si vogliono ancora conserva re il professo re di peda gogia e l'ispettore? Sta bene, ma per l'a~ mor del cielo, si camb i il resto e sopratutto si ravvivi la bolsa mate ria e si soppri ma il « let• tore » imperterrito! La figura od iosissima del lettore resterà fissa nella mente dei poveri maestri come l'o mbra di Banco e s:tr:\ cer to l' incubo dei loro sonni. A l lettore conferenziere si ,,ggiunge spesso il let• tore relatore; e vi pote te facilmente immaginare la del izia di qucllc 4 povere signorine abbevera te a getto co ntinu o dall e S alle 12 e dalle 1.1 alle 18.... Roba da suicidarsi ! » Noi .siamo molto pi,ì iconocla sti dell':tmico Ago stinoni. :-Joi proponiamo senz'a ltro che le conferenze si sopprim ano tot:tlmente sia nella forma ci:trlatenesca e soporife ra di ques t'anno, sia nella forma « brilla nte» proposta dall'Ago• sti noni. I denari cos i risparm iati si utilizzino a fornire di utensi li molte scuole che ne mancano. In <1uesto modo non vi saran no più ispetto ri e pro fessori d i pedagogia e igienisti e ginuasiar– chi reclutati e .... paga ti per le confer enze sopo• rifere o bri llanti ; ma in compenso in un certo num ero di scuole i bamb ini potra nno impara re a leggere re e scrivere senza star sed uti per terra, co me li abb iamo \ isti noi coi nostr i oc- chi in provi ncia di Reggio Calabria . g. s. Una statistica dolorosa e quella drgli a/mm i di 11a::;iom 1/it<i italiana, che f rcquwlano i11Egillo istituii slrt111itri. Stco udo i dati dtl 1906 07 pubblicali dal Governo egi– zùrno, abbiam o: Alunni italiani 3 113 4' 1266 104 94 1621 Totale. Scuole eg izia ne ingles i austriache fran cesi tedesche greche La Ri vista Col1mialr, riproducendo queste 110 - lieie, poco onorevol i cerio per noi, osservo che dopo il 1906·8 l'ajjlue,,za degli alunni italiani alle scuole non italia ne t cresciuta. E il fallo t lanlo più notevole, in qua nto i J /7 degli al– lievi pagano nelle scuole 11011 ilaluw e lasse mm– sili, che variano dai ao ai; o fra nchi. Sono circa ;o o mila lire amm e, che gli italiani bcnrstauli dell<i colonia di Alessa ndria spendono nelle scuole slra 11iere.. .. ., É." una enorme sconvenien::a - esclam a la Rivi sta Coloninle -, che deve rallr islnrt ogni animo sincera mcnle devoto a/la ila/iaml<i " : e qui la solita invocazione ajfin chè g li italiani di A/essm1dria 11011 dimo pii, " questo S/>ellacolo di dedu;ioue ", e mandino i loro fi g li a quelle scuolt>, " in cui con la sapien!:a i/altea si apprende la carità. <ld natio loco, ch'è dig1dtà di genti civili" · E così la Rivista Coloniale si risparm ia il disturbo di dimandar si perchè mai in Egillo 1621 italiani pref eriscono le scuole stran iere alle scuole ,,osi re. Se sifo sseproposto sijfallo quesito, avrebbe dovuto rispondere seml a/l ro che evidtnl tmenle le scuole 11011 italian e devono rispondere ai bisogni di quei 162r italiani meglio che le scuole ila/i« • ne ; quindi avrebbe dovuto ricercare quali guasti vietano alle scuole ilalùme di essere utili come dovrebbero ; e quindi avrebbe dovuto cercare le responsabilità <Ilquesti gua sti ; e quindi avrebbe dovuto pr oporre un a riorg ani::;zaz ione delle scuole. Ma la riorg auic-ea:;ioue del/,: scuole signifi ca la vio/a:;ione di molli interessi i/1,•g illimi . E la ricerca tii certe responsabili/ii avrebbe condo/lo la Rivista Coloniale a lirar l! p:ù di w1 sasso mila propria picciona ia. ftlollo piit comoda ,ma g c,,e.,-ica violinaia palri ollica contro la... sco11ve- 11ieu::a I Il palriollismo di molla g rnte è fallo così: e si chiama 1w2,io11a/ismo. La posta dell' "Unità." La pesca che non c'è. Caro Direi/ore, Che le notizie intorno alla meravigliosa pescosità de l ~lare di Libia <late dai nostri giornal isti si doves sero :tccogliere con grandi ris erve, ~i potev a capire già prima che il prof. Scolart facesse noti i resultali dell e sue ricerche come è riferito nel 11. 53 dc li' Ur,ità, dal fatt o che i nost ri marin ari scansano siste– maticument e le cos te de lla T ripolitan ia. Essi vanno a pes care nel 1far Nero, nell' Egeo, ad Aless;rnd ria di Egitto, a T unisi; ma innanzi al !\fare d i Libia sono sempre passati senza fer – marsi; e non ::.'è mai ri cordo , anch e prima de lla famosa barbari e tur ca, che qu el mare sia sta to mai freque ntato a scopo di pesca. Scarsezz a di pesce, bassi fondi pe ricolosi, importuosi tà delle cos te, spess i ven ti tempestosi, mancanza <lipr os• simi merca ti di con:sumo ; sono tutt e circo ~ stanze, che i nostri um ili pescatori analfabe ti del Mezz ogiorno conosl"'.ono da che mondo è mondo, e che spiegano per chè la pesca nei mari di Libia non C Hato mai affar loro. Ed ora il prof. Scolar t viene a spiegare che i nost ri ma– rinai non ave\la no torto . Ma è basta to che una mezza dozzina di gior – nalisti chiacchie roni si me tlesse a decantare anche quest'altro filone cli 11 ricchezza aspe ttante n perchè tutti i... non Marina ri pr endessero su l se– rio la cosa. E nel\' inverno pa ssato abb iamo visto finanche degli inviati umciali ciel Mini• stero di Agr icolt ur a, Industr ia e Comm ercio anda re in gi ro per i centi i pesch erecci de ll'Ita– lia Meridi onale a far conferenze d i pr opaganda fra i noslri marinari perchè andass ero a pe – scare in Libia: e questo sc nzt1che ness uno loro domanda sse se prima di pro cedere a qut:sto gener e di propaganda non fosse doveroso fare ri cerd 1P, espe rimenti , stud i come quelli fatt i dal prof. Scolart. Ora io mi perm etto di dom:md art', caro <li– rett ore, su lle colonne <lella nostra Uuilà: Chi fu quel funzi onario bes tione, c.:he ebbe la idea di qu el giro di confere nze? Nes suno deve ri– spondere del denaro cosi sp erperato nelle in• ,Jennità. di viaggi o per i conferenz ieri, e clell' in• ganno , che si ten tò a pregiudizio dei nostri marinari: ingann o, che andò a vuoto solo per – chè i nostri marin ari an alfabeti hanno buon senso da vendere a tutti gli spacl·iatori cli fro t– tole che parlano in beli' it:ilian?? UN OM.GAXIZZATORE DEL. M EZZOGIORNO. GIUS. IIATERZ.ll & fIGIII- Barri EDITORI SCRITTORI STRANIERI 4. ECKERMANN G. P. - CoUoqai col Goethe. Tr aduzione di E. Donadoni. Volume di pag. 380. • L. 4.00. Nessun:t tr:idu,ionc it:tli:tn:t complet:t esistc,·a finor:t di questi ,olfoqui che sono am:or:1oggi uno dei libri piit popol:iri in Germ:mi:1. 1 come quello d'un uomo, che lo stesso Goethe dice,·:1., scri,·cndo al C:1.rlylc, " perfettamente edotto dei sentiment i suoi c dell:1 su:1 maniera di pcns:1.re 1 >. Questi colloqui sono qu:ikhe cosa di più che l'evocazione dell:1pcrson:ilit:\ del poct:1; ma quasi « un supplemento alle opere di Goethe », come il testamento in cui il morituro deponesse quell:1. parte pili profonda e pii1pura e pili buon:1di sè, che non sempre, nel r:1.ccoglimcnto ~pre;:;:ante in sè medesimo e nel travaglio e nell'entusiasmo della crca;:ion<', a\"eva curato di mettere in luce. I colli tJ11i espongono l:1.sentenza definitiva e ormai serena del saggio 4( in tutt i i campi del s:ipcre e dell':irte, le sue opinioni sui problemi che pili interessano gli uomini, sulle opere dcli' in– gegno, e sui pili insigni personaggi del secolo -.. Il Go<"thcvi si rileva in tutta la ,·astit:\ della su:t sapicnz:1., in tutta la 111ultil.1kr.1lit:\ dclb sua :tnl• m:i, in tutt:1.la sempre giovine freschcz;,a ciel suo intuito e dell:1 scnsibllit:\ 1 qu:ili soltanto poteva pien:imente :ipprcndcre, e sincer:1.mente ripro– durre, chi come I' Eckermann ,·isse per molti anni in intima quotidian:1 comunione spirituale col poct:1 1 :imato come un p:idre, \"Cncrato come un nume. >:!è per questo l' fa kermann :1lter:1, ncppme incosci:1mentc, b fiiur.1 dd Goethe; cht'.: chi :1111:t forvidamcntc, vede c.: ..:omprcnde più di chi rigid:imcntc ossen-:1.. Si è anche pubblicat o : 5. POE E. A. · Opere poetiche complete. Tra– duzione di F. Olivero. Un voi. di p.ag . VIII· 238, • . . • • • • • . . L. 4.00. Dirigere commissioni e vaglia alla Casa Edllrlce OIUS, LATERZA & PIOLI, Bari. Frammenti di vita italiana. Dio sia con noi I Scrive la Sen lùulla Bresciana, giornale cle – rico moderato. in una corri spondenza da S:llò :- " Oggi un grave peric olo incombe su lle no– stre stazioni climatiche. La impro\lvisa severità del governo, nell ',1pplicare la legg e, ha fatto chiudere in brev e tempo tutt i i CHSini da giuoco in Italia . No n è qui luogn di discuter se sia bene o mal t : il dann o e' è e sicuro t irrim ediabile. Il giuoco non si estir pa con ques to: fiorir an no le bische più clandest ine che mai, rifugio dei bari e degli imb roglioni, e quello clu pili im • porla, i fores tieri abitua ti a trovare in altri paes i svaghi che sono reg olati e sorvegliat i dalJa legge, mentre da noi sono proibiti, diminuira nno in brev e, e por teranno il disastro e il fallimento in parecch ie stazio ni cli matic he .. Tutto è pronto a Salò e a Gardo ne: a Sa lò si sta comp letando. un'opera che era assolutamen te necess aria : il Teatro Comunale. A Gard one si pav imentano. stra de, si com pleta il lungo - lago, sorg ono fabbri• che nuove. Le speranze ci sono: i progn ostic i sono favorevoli . Entriamo in campagna .... e Dio sia con 11oi / ... " Povero Dio, scri tt urat o come croupier de i ca– sini da giuoco I AN GIO LO GJOVANNOZZI, gerw le respo11sabile. ~..,..,,,...,.._____,..., ~ Firenze. Stab. Tip. Aldino, Via de' Renai, Il • Tel. 8-85 CASA EDITRICE R. CARABB LANCIANO (ABRUZZO ) ANTICHI E MODERNI in versio ni sce lte . do G . A. BORGESE OK11i wl 11111e ,li cirra pag. 140 • L . 1. - 1. NovAL.1s./ disu poli di Sais. Versione e in– troduzione di G A. Alfero. 2 R. EM.Dò~ Gio1m1111i il Discepolo. Dr :i.mm :1. in tre :1.:ti. Tr:idm :ioncd:i.ll'o rigin:ilc ungherese per cur:1 di Paolo Emilio P:l\"olini 3. L. A:--;DRt:u-:F. La Vit,1 dtli'Uomo, Rapprc• senta2ionc in cinque quadri con Prologo. Tr:1du2ione d:i.l russo di Odoardo Camp:t e G. S. .f. FEDERIG O I lt: nnEI~- Maria .\faddalr.1w. Tra– gedia borghese in tre atti. Tra dotta da Fcr din:indo Pasini e Gerolamo "(\..\"ini. 5, G. A. F1c11Tr-:. lutrod11zio11e nl/a Vitfl /Jrala o ,lot11'i11a della religio1u . Voi. I. Traduzione, prefazione e note di !\elio Quilici. 6. GI ORGIO Di..os1r-.:1s. L'erba ,l'm11orr. Ro– m:inzo tr:idotto dal greco moderno da P:1- squ:1lcle fons li' ITllhlll !IEGlilSCI!ITTO(!I ST(!llflIEI!I Collana di tradudo nl diretta da O. RABIZZANI 0,:11; 1.1olw11e di cirm pt1g. 160 - L. 1 .- 1. F.-R . C 11A-r1,:.\ GBRIAl'\ 1J. Viaggio ifl llalia (1803 • 180.1) :iggiuntovi p:aginc dai « :i.1:tr– tiri » e d:illc 11 :i.tcmoric d"oltretomba ». Tr:1.• duzione, prefazione e note di Gio,·:1.nni Ra– bi1.1 :1.ni. 2. P.-L. COt;R JER Lelltrt dal/' Italia (1j99- 18 12) :i .ggiunt:i.vil :l polcn1ic:i. !-'er l:i m:icchi:i d' inchiostro sul Codice L:i.urcnzi:ino, con un fac. similc dell:i n1.1cchi.1. Tr :1duzione, prc-fa– zionc e note di Giov:1n i Rabiua ni. 3. S. St1 ,\ RI'. LrJtere dall' ltt1/ia (1765- 17 1 66~. Tr :iduzionc di Cost:1nce e Gl:idys Ilutton, prefazione e note di S:ilv:ltore di Gi:icomo. .,. R. Vo~s . Visioni 1/"llalia. P:tgine scelte d:ille opere : tt Du, ;\lcin ltalien » e 11 Aus Mcincm R0mischcn Skizzcnbuch ». Tr :icluzione di Ve• rin:i D'Onofrio. 5. C. D1c1,a:Ns. lmpr1•ssio11i d' Italia. (Picturcs from Italyl, (1844- 45), Tr :iduzionc-, prefa– zione, bibliografia e note di Luigi Caneschi. Voi. I. 6. C. D 1CKE:--:s. l111pr1•ssio11i d' /111/ùt. {Picturcs from It :1.ly ), 18.14-.i5). Tr:iduzione, prefa– zione, bibliografia e note di Luigi C:m cschi. Voi. Il. I SllflTI flEhLII VITI! E flEhh 'lll!TE Collu !one di volumi splendidamente llluslratl 1. ì\L, Ttl.DR S 1rn AO. Sa11Grn,111·0 11dlttlitggtmla e 11tlla vita. Un volume di 300 p:1.ginc con un quadretto del Solimen:1. un:1 composi– zione del D:ilbono e 28 illustr:izioni :irtisti– che - I,. &.00. 2. Drnao A NGRI~!, S1 111' lg1/(/;Jo da l oJola ,ullll 1. 1 ila e 1tll'ar!(. Un volume di 250 pagine i::on IO ìllustr:tzioni :trtistiche - I,. a,oo.

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