L'Unità - anno I - n.52 - 6 dicembre 1912

206 Vi è dun que un altr o fattore che spinge, in questo moment o, il centralismo absbur– ghe se a rinnegare il suo motto tradiziona le: Bella gerani a/ii; tu, /e/ix Austria, nube, e a roteare minaccioso la spada. La paura jugoslava . E questo fattore è la paur a ! Fu ancora la paura (la paura ciel.... costituziona lismo turco I) a rendere audace I' Au~tria e ad in– durla, dopo 30 mmi, all'a nnessione del la Bo· snia. (Non alla sistemazione giuridica defini– tiva del le due pro vincie bosno-erzegoves i : cont ro questa agiscono altre, più forti pau– re t} Quan to minor tempo vi avrebbe messo uno Stato omogeneo I Immaginiamo P Ita– lia, padrona della Dalmazia, e occupante mi– lita rme nte il suo hinlerlllnd ! Ogg i, una paura assa i maggiore str inge ed affanna il centralis mo austriaco. La paura dello Slato vitale jugos lavo, giungente dal Danubio alt ' Adriatico, capace di ese rcitar e un a forza attrattiva su serbi e su croati della Bosnia, del Banato, della C roazia -Slavon ia, della Dalmazia, de ll' Ist ria i forse anche su• gli sloveni del U1orale e della Carniola : tutti popoli, :1i quali il centralismo non è ricsc ito a d:ire un assetto politico toller:i.bile, e che tiene di visi fra l'Au stria e l' Ungheria, o sospesi in mezzo (Bosnia-Erzegovina), affi– dando li troppo spesso alle diuature ed agli stati d'assedio (regime Cervay a Z,gabria) . È, insomma, lo spettro, divenuto improvvisa– mente carne, dcli' irredentismo jugos lavo, più minaccioso assai dcli' irrede 1itismo itali ano, poich è mira a portar via all'A ustria e al– l' Unghe ria 5 o 6 milioni di uomini e tutte le sue coste I Perc iò I' imper ialismo austriaco, sconcer – tato dalle vittorie balcaniche, si rass egna a vedere maga ri i bulgari a Salonicco, perchè non teme un irrede ntismo bulgaro non es– sendoci bulgari in Austria- Ung heria; ma trema a1la sola idea dei serbi padroni delle nove cast e della rada sabbiosa e paludosa di S. Giovanni di Meclua ! Q,, .. ta paura è fondata ? Si p•ofila dav- _ vero, ne l lontano orizzonte il jims Austriae come grande potenza? P rob lema troppo compl esso per pofer essere nemmeno affro n– tato in un articolo. Certo, formidabili resi– stent e interne - e non so ltanto dinastiche o militari - si coalizzerebbero, nel mo· mento critico, cont ro lo smembrarsi de l• l'Au stria : resiste01.e nazionali (bas ta pensare al magiarismo che da un sim ile sfasc iam ento escirebbe con le ossa rotte ) ; resistenze eco – nom iche (solidari età di int eressi fra cos te e hinler/aml ) j resisten 1e puramente capitalis tiche {bisogno supre mo di grandi mercati, epperò di una grande unii:\ statal e, ecc.) . Co munque, è indi scutibile che la guerra ha acc resc iuto le forze e le cor renti, chiamia – mo le auslricide, dell;1 politica europ ea. Il nuovo problema adriatico. Queste corr en ti ,•anno. combattute o secon – date? Altra grave donrnnda cui si poss ono dare dive rse risposle 1 a $Cconda della visuale da cui ci si collo ca. Sull'Uuil ,i, la questione va studiat a nei riguar di dell' ha li:1 1 dacchè questo giorna le si propone di ricercar e (ardua, forse, disperata ricerca?!) gli int eressi to llelli tii italiani nei vari problemi del la vita contemporanea . I~ e\'idente la conne ;;sione strettis sima de l tema, con que ll:, attuali e già a lungo di– battuti su queste colonne, della triplice al– leanza, dell a triplice intesa ecc. Non pre~ tendo, co n pochi perio di, di esaurirlo e nem – meno di lumeggiarl o per intiero, ma soltanto di richiamare l'attenzione su qualc he lato men noto o men discusso in Italia. L'It alia , abbando nando la triplice all eanza e facendo diventare quadruplice l'intesa, si schiererebbe tra le forze int eressate , a torto o a ragione, alla dissoluzi one del!' Austria (Rus – sia, cioè czar ismo ), ovvero poco o pun to in • teressa te a conserva rla (Inghilterra, Francia ), e con tro l' organismo statale possente che og– gi, forse pili d i ieri , dell'esi stenza dell'Austria ha bisogno (Germania ). Sco mparsa - anche per influ sso italia no - l'A ustri a attuale, come si sistemerebbe l'Ad riatico? I.' ipotesi dcli' Ad riatico, mare L' UN I TÀ italo-ru sso (e assai più russo che italo) mi pare fra le meno probab ili. Ormai, il pan– slavismo - cioè l'unione in un o Stato solo (Russia) di tutti gli slavi - appartiene alla teratologia politica: le varie nazioni sla,·e, avanzando sulla via della cosid etta ci\'iltà ca– pitalistica (/u tus a 11011 /u,:endo), si sen tono spinte, da complesse ragioni, a form are pro · pri organismi stat:.li, anche pe rchè la sani,: Russia appare tanto più san ta quanto pilt si amm ira.... d:t lontano. Il gran de St,1to slavo sull 'A dri atico nasce– rebbe bensl sotto gli auspici russi, ma ten – derebbe, :1ppe na in ga mbe, a far senza della nutrice. L'Adriatico si divider ebbe dunque fra l'Ita– lia, padrona della costa occide ntale, e la Jugo• slavia, cioè lo Stato slavo de l sud serbo – croato -sloveno ( r). Qualc he irredentista triest ino, aus trofobo e serbolilo , si aggrappa ora alla speranza che la Jugoslavia cederebbe ~enerosamente all' J.. talia, nel giorno del redde rationem, la Giu– lia e nrngari anche la Dalmazia. Il che mi pare « romanti cis mo • po liti co, Ja rare il paio con l'alt ro, spazzato via testè dai can – noni cli Knmanovo, della cess ione amiche• vo le d i Tries te qua le compeilsO alla conqu i– sta austriaca di Salonicco . In reallà , non occorre esse re profeti per presag ire che la futura Jugos la\lia vedre bbe proprio nella' cosla giuliana e dalmatica lo sbocco cent rale del suo hinlerlaml, e sarebbe quindi tratta da for tissim! impul si econom ici e capitalistici a volerla per sè; senza parlare delle ragioni sentimenta li, scenden ti dal fatto incontestabi l~ che l'I str ia interna, tran ne qu alche oasi, è sla\'a j che compatta mente slavo è il retr ote rra e, alt' infuori di Zara e di qualche altro gruppo i1aliano o italianeg– gia nte, anche la costa dalmatica i che gli slavi pred omina no pure sulla cos ta orienta le cieli' Istria e rom po no la continuità italica della costa occidentale ; che almeno 50.000 slavi abitano, ogg i, Trie ste, ecc. La grnnde Jugoslav ia si accamperebbe dun– que s~1lla cos ta orienta le adriat ica (la più Ì'ic~a di mdc e di hi11terfa11 f) 1 m ln:re-cttma alla penetrazione economica del regno d' J.. talia (•) e alla supremazi a politica degli ila· lian i della Giuli a, assai più di quanto possa essere l'Au stria d' oggi, senza compa ttezza etnic a, anzi paralizzata <lai conflitto di stirpe, pall egg iata fra le due corrent i espa nsionisti– che slava e tedesca che vengono a cozza re, epperò a indebolirsi a vicenda 1 proprio snlla costa giulia na. Cont ro questo giovane Stato, in\' adente ed irrequieto {l' appe tito ser bo , aguzzantesi mangia ndo, ce ne dice già qual– che cosa IJ potrebbero fare da valido con– trapp eso, nell 'A driatico orie ntale inferiore e nell' Ionio, l'A lbania e la G recia, due forze (la prima, an cora caotica) che non si som – mano ma si elido no ? La risposta appare più che dubbia . Italia e A ustria. L' lt;11ia :wrebbe dunque da perdere e non da guadagnare, per la scom parsa dell' Au– str ia, cioè pe r il dissolversi del nesso sta– tale fra i popo li che la co mpongo no. Con che, na turalmente, non è detto che la poli– tica italiana abbia a ri mane re solida le con la causa del centralismo dua listico, cioè con _ la forma di go\'erno che attualmente regge l' Aust ria-Ungher ia. Ma che, in forma dualistica o trialistica o feder.itiva, l'Au stria- Ungheria ( 1) Non s.ir ;\ forr.e innl ile ricordare che croati e serb i parl.1 10 la stessa lingua ; soltanto, i primi si servono tldl 'alfabcto latino; i secondi dei ca– ratkri cirilli:rni. Fra il serùo-croa to e lo sloveno ci sono afhnit:\ ir :mdissime. L'un itft e 1'indipen– denza sta tale porterebùe facilmente all'adozione del serbo-croato come lingua ufficiale comune . (2) l..1 Jugo sl;w ia, comt>rendendo tutti i paesi ah it.1ti da jugo sla\' i (cioè la Serbia e il"'l\lontene– gro attu:i li, I,, Bosnia-ErzeJ:ovin.1 1 la Dalma;,;ia, la Croazia-S lovenia e parte ddl' Unghe ril\ mer:dio– n:lle, il S:rngiacc\lo, la Vecchia Serbia, eventual– mente q1nlche provincia di l\lacedoni a e la Car– niolr1),sarebbe (anche senza la Giulia) uno Sta to di almeno 9 milioni, con un magn ifico litorah•, quindi n.tto a industriali7.zarsi rapidamente. continui a sussistere tn lr o to11fi11i11011 m.,g– g iori ma ,upp ur t, oppo minori dtgli alluali, rappr esen ta, credo, per l'It alia, di fronte al formidabile concretarsi di nuo\'e forze alle sue porte, que l 11u110 f>tRgio che, nell'attu:tle scia– gurat:t fase dei rapporti fra gli uomini, rap– prese nta spesso pii1 del meglio, il bene. Perciò esit erei a sc:tgliare la piet ra con t ro l'atte gg iame nto :it1u:1le de l mini !-tero Gioli tti : il qu:tle, da quan to se ne può capire, mire – rebbe a mettere le sordine così al giovane imp eri:tlismo serbo, ineb rialo dall e presenti vitt orie, co me al "ecchio imperia lismo ab– sburghe sc, pauroso di future sconti11e. Infatti, la soluiione che si dice caldeggiata dall' Ita– lia (autonomia albane se con S. Gio\'anni di Medua , por to serbo o neutraliizato ) rappre– sente rebbe la di,1gonale fra le due tendenze, e sar:ì - speria mo - la form ula con la quale si sal\'erà la pace europea. D.1 quanto si è detto lin qui, a una pro – fessione di fede tripl icis ta 1 non c'è che un passo. Ma mi astengo da l farl o pcrchè biso· gnerebbe esami nare , e sempre alla luce di presunti interec;.si co llettiv i italiani, dopo il problema adria tico, quel lo medi terra neo. l.'in – dagine , d'altronde già S\'O lta su queste co– lonne, richiede magg ior co mpetente cli me. .Mio int e nto era soltanto cli richiamare l' :H– Jenzione su l fondamento psico logico di que• sta \'enta ta im periali stica del cen trali smo abs– burghesc. Riconosce re l'im peria lismo della paura può giovare a non riporre in esso nè soverchia paura , nè esager ala tìducia . An ge lo Viva nt e. POSTILL A La opiniout lr,j,/,cisla, r_,;,prrssa dal Viuault sulla fiu e ,ti questo suo i11/rrt.sm1lr articolo. è forse as-.fli meno lo11/a11a 1 che a prim" ttisla uo,i appaia, dalla opi11io11ta11/ilriplicislt1, clu noi sia– mo mulnli a p;;, riprrse espo11t11dn , dimostrando sul uost,·o ,:ior uale. /,a Tripli ce allt:a11:u1 /mù essere concepita ;,, due j orm r.diverse: a) come ,ma semplice rec,prot.:a gn – rau~in ,life nsiva dtgli a/tua/i ferri/ori dei Ire _Sia/i alleati, st 111:a iulenli aggr rssi vi., b) oppure come ,m Jmllo di solidnrielri guern scn i11 vis ta di possibili lolle della Ge,·mania con r lughilltrra t fa Frn11cin, dtll'A11slrit, con !(li Siti/i l>aicm,ici tcou la Nussia, dr/1'/f a/,a Col/'!11,ehi/fe,rf 1 t cot. la Francia. - Cosi fndtsiont dtll'//11/,n alla Tn'j>lict /11/tsa potr ebbe av,re du e form,. ass,:,i dive,·se: ~) quel/" 1/i 1111 accordo difen sivo per "" " g a– rm.,ia che r Italia 011,rr ,bbe 1Jalla Triplice /11- ltsa coulro ogni am bi:siont adri ,,licn o balca11ica ddf Ausf,-ia; b) oppurr quella di m1',1desio11e a ,ma politica agg, ·tssiva dtfl t1 Triplice lnltsn coulro In Grrmn11ia e I' A11s/l'ia. la for m ,r a) dr/In Tripli ce allt!rm:u, ri1111ovala t In forma :t) dell'adrs io11e drlr/tr,li,, 111/11 Tri– plice Jul.,s11qua si si rq11ivalgo110: e not' 11011 ab– biamo co11b'Oqurlla fornn di 111111 nuova Tripli ce lt ri'pug11m1:se irridu cibili che s,:11/i,11110prr mw 'l'riplh·e allram,a, cl,, ci imj>tguns~r iu 11m1 tor– bida lolltt di suprmu,:;ù t cou f /11ghilterra t la Fra uria 11tl Mtdi lu,·1111roe 11111' 1l tfrica sel/ m• lrionalt . E sprcirrlmt11/edopo ,/ ri1,olgimwlo ba/Cimico, 1111aTriplice Alltau:;a af/emmlr, o IIIUI Quadru – pUce /111 sa ,,sso. 1 11/ammlt tbf111siua, n,rntre in 1111/1(1 m inaccer,bbrro In compa]tiut ltrril o,.,·nle dtll'lmp cro 1wsfro-u11garico - la cut'pn· ma11cn:;a noi, iusitme all'r11111ro V,,,aul e, r,pul iamo /tr– ,m,mwt e uuess aria (llfrquilil,rio dr/le forze t nlln pact ·ddl'Furopa rag li iulrrrssi dell'Italia, - nvrtbbcro il vantag g io di loglirn al centrali – smo auslro-1111g arico o.,_4t11i aiut o di divqsivi impe– rialisti: rior lo lascrrcl,l,tro solo di fro ule at'bisogni e alle ri11mdicaeio11i di 1111/11 16 pupol11:;io1ti rre– dente ddl'i mp,ro; stcoudtrtblii:ro, insomma, quel processo di Jrdtrali oeaoi ont e osrrrmmo dire di svi:;~ua:io nt del/'A u-.tria~U11glu·ria, clte in ,m rtg imt di magg iore g m,tieùt per tulle le uaeio– ttnlilli con/C<ltr ale, a/lulirrhb t an che '1ei serbo– croati dr.li 'I mpcro la spiula ad associarsi politi• camcul e coi serbo-croati ,ltlla Bt1lcania. g. s. Si pregano quelle persone che ricevono il giornale e che non intendono abbo – narsi , di volerlo respingere:, senza stac– care fa fascetta . I PORTI DELLA LIBIA Il porto di Bengu i. J'l\dla encic 1 o,,eclia geogrnfi ca~.11,:·ricola-artis tica– filosofica Cf'C". c:-Cl',, in cui 1'011. Pudrecca ha trat– t,1ti tutti i problem i llassati. presenti e futuri <lella Libia, cioè nel volume /11 libia, e<I. Podrecca e Gal:mt:lrn, Ro nrn, t~)l 2, di cui ha gi:ì data no– tizia sull'U11iltt tld 31 aj::osto il nostro Ctil.uuonico, è risoluto in q11at1ro e quattr 'otto ;rnche il pro– blema del pnrlo di Bt"nJ:aSi, Dice l'ùn. P11d1ecca a pag. 30 dd suo lihro: e Con non 1,:ro s;;a spc:-s·t si pnlrehhe dota r di un p(1rlo Bc11~:1;;i, cd essl, ro, i 1liverrebbe scalo dd fertil e e , 1 as1i,si mo terri torio che la circonda , atti, •amll) co n I' lt~ha un profiruo com mercio •· Ecco i,were che {'o.;a ,mnun zia a questo pro• posito il CO, ril'I e fidia ura ,Idi ' 11 sette mbr~: e Sono ).!inuti 11 comm . ing. )l.1).:'an1.ini, e il co- 111.md; 111le D,· R,,,.,1, per sludi .,re sul luogo il grave proh lcnrn clt"I porlo cli Beus:a.:.i, ccl h:rnoo consta– t.tto una serie tl1 diOicolt:\ che ne remlono la so– luzio11clt<nHI ed artlua. e Tali d1ffirol1:\ tlehhono attribuirsi alla quali!:\ del fomln co.:.lituitu tli lufu 11011 ftcilmente tsca.– vahile ed alla violeuu ciel mare, che ostacola i lavo– ri. taull x:ht' le ,lue draghe ,11tualmt!nle impiC"g;1te pe'tl' e,c:1vodd 1uot,tet1:no canal1:d1a1,proilo,.tSJ\Or– tano ciascu1m sok:anto duecentotrenta 111e1ri cubi al giorno di 111. 1t:riale, e siuorn 111111 e h;tnno sca– vati che 14.~ o me11 i cubi sui 290,000 da esca• vare. e Si è quincli deciso <li acceler:ire l'opera mercè il ,·onçorso di allre tlrnghe e frangiro ccie i nrn la pro(ontli t:\ tlel cana le verrà limiuua per orn a c111allro111e1ri per permettere 1'.,cces;;o almeno alle siluranli eri ai navigli tli minore pe.;caggio, mc:ntre per le navi 1,0-.tali e per i pirosc;1fi di maggiore 1011nt"llaggiosi provvedcd\ in segui to. e Si sta studiando un progello per d ~tin:i.re al futu10 porto 1111:1 localitii. lievemente pili a nord, che"richied~rehhe un minor di.;1,endio di tempo e di denaro ,~r essere trasformalo >. Ora questo nuovo porto, meno CO!Jloso, secondo un'int ervista concessa d,11 Comn1. l\laganz ini alla Tri/J,ma del '16 settembre, coster:\ semplice mente 25 milioni, oltre ai quattro o ciuque milioni n~• cessari a sistema re alln met,::lioil porto antico. La spc5a - direbbe l'on. Podrecca - è... 110 11 grossa. Dopo di che non ci resta che a!J1>e1tare un altro annett o per !"l.lJ>Cre <1uali sorpre!"leci riserva il nuovo prog t:tto. In att eirn, consoliamoci 111 !">Cli• siero che molti 1>orti, che dovr anno h1sciare la 1>recedenza al porto di Bengasi, polrebbe ro essere in Italia sistem ;1ti senza grandi difficoltà e con po(À s1>eSA e compenserehhero ad usura il sacri– fizio finanziario con uno svilu1,1>0t:conomico si– curo. Quanto, 1>0i, ad esaminare se il commerci o 1.!d tcrri1orio bengasino e dd retro terra pos,;a ecisere mai tale eia meritar~ la 5ile:AA necessaria a cre11re as-.olutamente e.~ ,,ovo un porto cosi tl ifticile - queste sono malinconie economiche, a cui noli è il ca50 di dare imporlam~a in quest'anno di grandi cntu~iasmi e di grandi :-tOari. I! li porlo di T obruk, Ricordatt-, amici lettori, le de-.crizioni enfat iche di Tobr ul<, la nuova S1u::zia, I:. nuova Biserta, la hi\se navale (l,1cui l' Italia avrebbe <luminato tutto il Medit erran eo orien tale, l'ant,:olo di e terra pro • nu!ssi, ., ricco 11at11r,1l111e11te di ve..:e1a7,io11e e di acque ? Ecco, ora, che cos.1 ne dice il Cion,nle d' flalia del 9 011ohre, in un art icolo, che - p:lfe imp us• sihile ! - non con tiene bugie: e Sono a-.sai note le (l~ficit-nze di Tobruk. sulla quale con ecce:;-.ivo lirismc, {sic) si è C'\-'Rt:n,to, parnJ,ronandola alla nostr::i Spt':r.i~. Tohrn k è pro– tetta in mollo mirahile dalla 11:1tura, ma è ans:u;;ta. I.e rondh:io ni dtd suolo pu11sono Ji1rntare la sua fun::r.iunt: ::d una ecc-ellente hai.e navale: ma non putrn11110 mai crea rne un porlo cnnw1erci~I" della l\t.1rnurica per la nalura r<Jcdo~,1 c :,rid,, dt:11•,,J. topi ano. I.a ,·ost111.io11e di una bam:hina conse n– tir:\ che i piros ,·ali allac chino 1>er 11c,1rh:o e lo se.irico. Svllan10 dte mancher;\ ... il caricc,: poichè la re)(&onc !)()Sia alle spalle de l 1•orto è !,rulla e im1nocl111tiv:.. Per orn vi si scaric:i molta arq ua eia hert:, del Serino, i,rnvcnienlt" <'OH le navi-ci – sterne ila N;1poli. A TobruJ.· 11011 c'é nrq11a. Le trivclla1.ioni compi111e nel suolo hauno (lato trn'ac• qua sal111: strn, di e è poco gra<litrt :rnchc al he– sti.1mc dcst i1rn10 al\ 1 .1liment,41.ione delle tru1we . ]~ (,,cilc comprend ere come 111a1H·a11clo l'acqua non si possa spcrn re ndla creazione ,li un frl'vido em– porio com merciale e agricolo. Molti ufficiali di marini, :1ttrib11iscono a Tohruk l:1 funz:one esclu• siva di un porlo di rifugio. Tobruk è facilmente bomb ,1rtfahi!e tlall'e.;terno, donde si sc-orgono le attr ez1.ature delle n:1vi rifugiate nella ha a • E in questa spelonca, cosi llOCO im1>orlante dal punt o di , 1 ist.1 militare, e cosi poco p1omettente dal pun to di vista economico . ci siamo suhito af. fretlati a costruir e serbatoi, foguattu t!, officine, impianti frigoriferi, magazzini, bagnì, lavanderia, tante belle 1.:oseche avrebbero fatto tanto comodo a tant e ciii~, d' Italia. Ud la prova senz :, dubbio. di energia, di rapidi1:\, di inte lligenza della nostra ammi nistrnzione militar~. M;t ad quid perd itio llnec.1

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