L'Unità - anno I - n.51 - 3o novembre 1912

202 frontare i nume rosi e giavi problemi di di– ri tto islamico, che presente rà l'assetto del la n ostra Co lonia, e per i qu ali si richiederan no u om ini che sappiano distinguere un Kadi da un Mufti. Non sarebbe forse esagera to doma n– dare che sapessero qualche cosa di più. Dav ide Sa ntillana . Il . Non ho che da sottoscrivere piena men te alle considerazion i de l nostro Sa ntil lana : esse mettono bene in !uce gli eno rmi erro ri di pr incipio commessi nel le tra ttative e nel la conclusione de lla pace. Aggiungo qu alche osservazione secondaria. I. - Nella prima metà del secolo X\' I i sultani turc h i si atlegg iavano a califl-i, in base a ragioni tbtt 'altro che valide da l punto di vista de l diritto pubblico islamico ; tanto che , per oltre tre seco li, nessun musul mano (al~ 11 in fuori dei funzionari ottoman i) prese sul se;io tali p retese. Un'acqu iescenza di fatto ,( non di diritto) si man ifestò in varie parti del mondo islamico dopo la metà del secolo passato, quando la Turc hi a appa rve ormai come l'uni co grande Stato mu sulma no sun· ,ni ta che fosse in grado di res istere ali' Eu• l'Opa e forse anc he di libe rare tutte le terre i slami che dal domi nio europeo; la spe r;1.nza d 'una riscossa islamita fece sl che una parte dei Musulm ani sunniti chiudesse un occhio a lla manca nza dei tito li legali ed accettasse la qualità di Califfo pe r il Sultano, mentre m olti altri Musu lmani (compres i non pochi ab itanti de lla ·r ripolita nia e della Ci rena ica) per siste ttero, ins ieme co i tra ttatisti di dir itto pubb lico, a no n riconoscerla affatto. Pii1 papist i del Papa, noi abbiamo voluto imporre a tutti gli abi tanti de lle te rre libiche un riconoscimen to, che per fort i gruppi d i Joro è da respinge rsi, non so lo teorica ment e, tna anche pratica men te. E che farà il nostro Governo se il predica tor e di q ualche mo • iSchea si rifiuter:\ 1 per dovere d i cosc ienza. mU!mlnrnna, di fore il nome del Sultano quale Califfo nella predica (k/111/ba) solenne del venerdl ? Ma v' ha qualcosa di ben pili grave. È principio fondamenta le ed indiscus so di di – ritto pubblico islamico che, se esiste un Ca• li ffo, spetti a lui il dom inio di tu tte le terre abilate da Musul mani; possono esse rci allora anche Sultani, cioè sovrani di determ inati territo ri, ma sol o in qua nt o ne abb iano ri• cevuto invest itura solenne da par te del Ca – liffo stesso. In qu es to caso la klm lba del ve• nerdl in quei paesi si fa in nome del Sultano e del Ca liffo insie me. S'i ntende che un Cri – stiano od un Ebreo non po trà ma i avere da l C itltfTo l' inves t itura d' un ter rito rio ab itato da popo lazione mulsu lma na. - Ognun vede la co nsegue n1.a di tutto ciò. Se il Sov rano turco è un semp lice Sult :rno , il possesso della Li– bia da parte sua è un posse sso che deriva uni camen ~e da l fatto de lla conquista turc a. Se invece il Sultano è Ca liffo, allora il do · m inio de lla Libia, come di qualsiasi territo– ri o islamico, gli spetta di pieno dirillo; egli solo, o il Musulma no da lu i inve stito, ne è legitt imo Sig nore, e gl'ltalian i non possono essere se no n illegittimi usurpa tor i, da scac– ciare appena sar:\ possibile il farlo. - Così H nostro Governo ha, senza accorge rsene, proclamato il buon diritto de l Sultano sul l:1 Libia e il torto della nostra occupazione. 11. - Per t radurr e in arabo ed in turco il tito lo di « rappresentan te del Sulta no :, non mancavano vocabo li att i a tog liere :li mezzo ogni equ ivoco . Invece si è lasciato sceg liere )a denom inazione di '1tiib es·sull tlll, la qua le pu ò, è vero , indi care quel cht dice il tito lo italiano, ma che norma lment e andrebbe tra– dotta con u vice-Sultano • 1 cosl come miib el•malik sa:-ebbe traduzione esatta di < d· cer è ». E dopo questo, e dopo tutto il rima– nente messo in luce q ui sopra dal Sant il– lana, c'è da meravigliar si se ormai i 1'1u· sulman i vadano d icendo e stampando che il 11aib es-S11/la11 a Tripoli è come il Khedh·e o vicerè in Egitto? lii. - E noto come fra i Musulman i sui~– nit i si abbia no quattro scuo le giuridiche egua lm ente ortodosse e riconosciute ; tanto che ne i paesi O\'C la popo lazione non seguiva L'UNITÀ la stessit scuo la i Califfi mand a,·ano 9dt!i (cioè giudici) delle varie scuole, affinchè ogni cittad ino fosse giudicato seco ndo la scuola ch e profe ssava di seguire. - Invece i Turchi, nella S!conda metà del seco lo ora passato, vollero impo rre in tutti i loro possedimenti la scuo la hanefita ; e cosi fece ro r 5 o 20 anni or sono anche in Tripol itania, ben chè tu tti gl' indigen i (esclus i gli eterodossi Aba– diti del Gebel Nefusa) professino indistinta• men te e da seco li la scuola m;ilikira. - \· e– nuti no i, si an nunziò, con grande soddi• sfaz1one degl'indi8eni, che si sare bbe rimessa in vigore la scuola m:'tlikita. Senonch è ora verrà il qtidl nominato dal Sultano e quindi hanetita , e natu ralmente sceg lier a tutt i g1i altri giudic i dai segua ci della scuo la hane· fita, e seconclo questa scuola pronunzierà i giudizi. È facile im maginare come ciò abbia già des tato il ma lumor e dei nostri indi gen i. La Storia non reg ist ra forse nessun altro esem pio di un tratt:uo di scusso e conc luso con sl complet:1 igno ranza delle istituzioni de ll1,t\'ver sario. Per for 1una d' Italia g li Stati ba lcanici si sono incaricati di dar sub ito un co lpo 1ale alla Turchia da toglierle, per molto tempo, e forse per i:empre, la velleità di cr ea rci imbaratzi sulla base clegli articoli dei no stri cle,.;.reti e del nostro trattato. C. A . Na llin o . Com'è stata annunziata la pace agi' indigeni della Libia ? Gli ;1tti dellR così della pace di Los:mna, per chi voglia esa minarli sen7.Rpred\:cupazio ne parti• giana di apologia o lii biasimo ad ogni costo, fanno l'i mpressione di un ed ifizio tutto costruito su reticenze, sottintesi, t:quivoci e contrad dizioni, e perciò dt:sti:1ato alle piil dis1larate interp ret:1• zioni e ai pilJ conl raddittori co111111::nti. Orn io non so, se i fidudari, lasciando ai tur– chi la cura <li aun11n7,iare e co111ment:1re essi le conclizioni clclla pace agli arabo •berberi della Li– bi.1, si sieno dato pensicro di esigt:re che l'R1»-– n11n7,io e il con11nento corris 1><mda,Rimeno nella S0SlRUZa,a <IURllt0 è stato pubb licato e firmato. In c1ual naodo i turchi hanno a1um11ziatoe com– mentato ai 11:ussul111: 11i il trawuo di Losauu.-, a1lpare dRI tenore dei t,:::iornali costRntinopolitani, riassunti feddme nte dall':rntort:vole fo)!liO c1uoti– cli,rno ciel CR1ro al-Al,rltm (e Lt: Piram idi >). Il quale 11el suo numero del 25 ouohre, per CRsove– nutomi sollo gli occhi, clopo .ivere abbRslR11za fedel mente ri1>rodotto in :1rabo il testo <.lei nostro Decre to Renle, riportn dai confrntelli cli Stamb ùl le seg uenti condizioni cli !MCC : 1. Sua J\I. il Sultano no111i1crà un rappre:>en– tante sullanico (mub mllai11) o p,·tfello Jte,urnle (J,61.:im 'dmm) per JR Tripo litaniR t' la Cire 1rnica per la durata di sette anni. Dett.l nomi na sarà fatta d'ac cordo con l'It alia. l. Si organinerà in Tri1>0litaniil e Cirenaica un corpo cli vigilanza o milizia di arabi. I.o Sceicco del!' Jslàm nominerà i cadi, e l.l Subli me Potili li invierà di suo pit:no diritto e direua mente {ni·s•n) a Tripoli. 3. L' JtaliR pagherà allR Turchia 50 mila ghi• uee annualmen te, di proprietà del Debito pub• blico ottonH1110 1 o 1>.tgherà in una voila 2 milioni di ghinee <.somilioni di lire). 4, L'Ita lia s' impegna di restituire le isole del\' Egeo ,dia TurchiR senza alcu11a COll(lizione. 5. Promette I' l!a li.-.alla T urchia di prestRrle aiuto civile e pclitico nella guerra dei Ha!cani. 6. Non richiede l'Ita lia il minimo ,·isn,·ci• mrul o per i suo i clRnni commerc iRli nè per i cb11111i subit i dai suoi sudditi a causa clell,1. loro espul~ sione dai paesi ottom,rni. 7. S' impeg1rn. l' Italia a ricostruire o restRu– rare in Libi;1 le vr1rie moschee demolite o dan • ncgg iate chmrnte la guerra >. Quindi l'al •AJ,, ·am RJ,:giunge, per più chiaro commento ed ultimR notizia di cron aca ; e: La Su – blime Porla h;t pre.-ientat o due candidat i all'uffi• cio di al-11aibal sullain o JfOVtnzalo, ·e (;utili) in Tripoli, cioè Sciams ad din be)· e Hu.;ayn Hus ,.yb bey, Rmbt!llue stati )ti:\ ambascia tori dell.-.T urch ia R Teh eran ~ ecc. ecc:. I lo riporlato fedelmente c1ut:sto squarc io del giorn ale CRirino, per chè, iu 111:rncanzRdi docu– me nto.ufficiRle, penso che di tal fatta approssi• mativRmente sarà stata la comu 11ica1.io11edt:lla pr1ce dat::1 dai T urchi agli Arabi. J quali in Cire• 11r1ica si mostrano, a que l che pare, assRi più s;i- gaci dt:i nostri plenipotenziari nel 1•rcstar poca fede a c1ue.sta pace pu111ell,1ta su tant i punii in• terrogali\ •i e su tante coutrndiz ioni. Sen:.m essere arabi, e senzR ricorrere ai test i am– manniti dai logb teti turchi, e cht: 11111 conosciamo - notiamo Rnche nt>i;tJcune delle pili palesi con~ tradizion i nelle notizie e test i uHiciali foru itici da lla nostrn Gazze tta ufliciale. 11 Sultano ahbR11do11,1. la Libia , mR vi mauda un suo rnppn:seutante chc , J':11{:tto d,111' lt,1.liR, lt"git• ti111itutti ~·li ord ini ciel nuo vo G ln'eruo . Ht'sti1uisce agli Araho •herberi la loro autonomiR; ma li con• segna alla sudditanza di UIIR sovranità 1101111usul• man:1. Elei:-ge e pitj{:4 il Cadi; ma i clil)t'lldenti o rap1uese 111a11ti cli c111esto suno l>RJ::.tt1 d.111' Italia. Alla sua voll.t, il nu~tro Ke riafltrma l,1sovra – nità 1)ie11a t'd intera dell' Italia sulla Libia ; ma nel– lo skSSQ tempo anunellc ed accetta tulle le li– mitazioni t:ssen7.iRli, che nel l·a1111•02iuridico ed economico vi sono porla te dal riconoscimento uf– ficiale della !jciaria, cioè dt:11:.t ltKJ!~/ onda,nenlale r eli;:iosa che, sola, lt:gittima e rende v;,levoli tutte le altre forme di an11ninistnuio 11t:, di coman. do e d' impero. Tr a <111est()grov iglio di dare e tenert:, dire e no11dirt", r1flermare e negare, nellR contradizio ne fonda mentale di un trattato clipacc conchinso con una nazione che non hR fallo la guer f°a e impO• sto i, un popolo che non vuol sape r di pace(vedi le giustissime osse rvazioni dello sceicco tripolino 'Abd Rl•nRbiGiabt\li nel medesimo numero del ~ l'AJ,r dm /), non è nr1turale e giusto che gli Arabi di L1b1.-. rt:stino sos1>ettosi e diflidenti? e che i T urchi continuin o a dar ad essi ad intendere tutto quel che loro piRcer:\? Pt:r huon,1 fortuna nostr a - da noi niente af– fatto me ritata - e: i piccoli vicini uli Maometto V h,1 11110 d<lto in 1>0che settimane Rlla Turc hiitquella solenne e r:1dicale lezione che nè l'Eu ropa intera, in tRnti Rnni di d11•lomatica pRce, nè l'I talia stessa in u n anno intero di guerrn li uerra a punzecch iR• ture di spillo e a colpi di te!.ta !), hanno potuto e saputo <fare. Onde verrà per via il pili autentico ed esplicito commento al tratt ,1.to di Losanna nelle nuove terre italiane cl'Affrica. Gli Arabi di LibiR sono gente ignorante e fa. natica, ma intelligente anche , e pratic,1 quan to corag~iosa. Se vogliamo che es~i ci conoscano per quel che siamo, non 1>er quello che ci han dipin to e proba bilmente continueranno a dipingerci ad essi i Turch i, bisognerà che noi veniRmo con essi, al più pn:sto, in rapporti diretti e immedia ti, adoprnnd o verso di essi lealt:ì e buona fedt:, fer– lllt'ZZadigni tosa, e scienza . Sono le sole ene rgie che li piegano e li vincono. E giarchè scien:a per essi è innRnzi tutto l'Islam, sia permess o ad un bibliotecRrio d' lta • liR cli co n chiud ere col s110 umile celenm, censeo: Studi::1110 I' lslùm ! G. GADRIELJ , ABBONAMENTI CUMULATIVI Unità (Lire 5) e Riforma Sociale (Lire 15) per Lire 16,- Lire 13,50 per l' interno. e Italia a[['Es/ero (Lire IO) (Lire 12) ,, Lire 18,- per l' estero. e Voce (Lire 5) Lire 9,- ABBONAMENTO STRAORDI NARIO CUMULATIVO I.' N ovembre 1912 - 31 Dicembre 1913 Unità e Voce :_ Lire 10 Premi agli abbonati del l9l3 A gli abbonati sostenitori annui sara nno invi at e grat uitamente Lt Mt morie d'u n can– didalo di G. Salvemini (in vendita dalla Libreria della VOCE al prezzo di L 1.25/, e la relazione di G. Lemai re, S. A leramo, G. Cena , G. Salvemini su La .x aola po– polare in pro'òincladi <J?.,ggio Calabria (in ven– dita presso l'ammi nistrazione dell' UNITA ' al prezzo di L I). A gli abbonati sosteni tori semestrali sarà inviata gratuitame nte a scelta una delle due suddette pubblicazion i. A gli abbonati annui ordinari, che ag– giungeranno ceni. 60 al prezzo dell'a bbo– namen to, o che ci invieran no l'impo rto di due nao'òi abbonamtn/1 oltre il proprio, sa– ranno man date Lt Mtmorit d'un candidalo. A chi ci invierà l'importo di dieci ntto'W abbonamenti offriamo un abbon amento an– n uo gratui to all'UN I TÀ. A gli amici dell' UNI TA' Saremo usai riconoscenti a qr,rl/i fra i nostri abbonati e feftor(, che 'vorranno a.fola.re fa diffu · sione deU'Unità, irfbiandoci in bust11 .1perta e af– f rancala con 2 centr s(m i il presente ta llo11cino, dopo .;a'berlostaccato dal gior,111lee .t'ber'bi isc,iffl i nomi e g/'indirizzi di persone. a cui I' Ammini – strazione possa m,1t1d.tre t111mui di saggio con speran'L!a che si abbonino. Cedola di commiHioae libr1rl1. llla lil-c-ro corso come ,111mr- , Rci,:,o lle<1c10 3 Apr,1.: •~ • 111. i6, ;N kr1:ol l'CKl■I~ ~I.) lncliriui di possiblH abbonati a cui 1' Ammlnlatr, . :ione dell'Unità ì inv ilata a mandare numeri di saggio. ].. 4. 5. . 6. 7. 8. 9_ Sa, emo ass1.i grati a quel nostri abbonati e Tettori che vor ranno fadUtard il preventivo fl– nan15iario de(['anno v enturo, sottoli neando quella tra le dicf1iar;ui oni seguenti : late1doabboaarml · rlabboaarml - aonriabbonarmi che risponde a.{(eloro ftitenzioni. Chi desidera di a.vere un'aUra. copia non sdu – p.a.ta .. di questo numero per conser'bar(a. nella. colle– zione, è pregato di sottoli neare le seguenti parole: si desidera un'alt ra copia del n. 51 e noi, non appenA rice'òuto il presente ta.Uondno riempito con gt'indi rizzi, d farem o un do'òere di in1na.rgli la. copfa richiesta.. Nome ed indlriuo di chi invia il preunte talloncino.

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